Antman and the Wasp è il seguito del film del 2015 e segue le avventure di Scott Lang aka Antman stavolta alle prese con un fantasma e… con la sua diminuita intelligenza. Antman è sempre stato, fin dall’inizio, una presenza abbastanza superflua nell’Universo Marvel, e non a caso è rimasto molto in disparte nei vari crossover. L’unico in cui compare è Civil War, e anche lì la sua presenza risulta piuttosto forzata. Personalmente il primo film non mi è particolarmente piaciuto, si tratta di una collezione di gag comiche senza né capo né coda, sconclusionata ma in ogni caso senza troppe pretese e che si lascia guardare. E ora abbiamo il sequel che nessuno ha chiesto ma… Universo Marvel, quindi ci tocca 😀

In generale, è un sequel che risulta leggermente migliore del precedente. C’è un tentativo di costruire una trama: malriuscito, confuso e che non sa quello che vuole, ma c’è. Un secondo pregio del film è la recitazione: gli attori sono tutti piuttosto bravi, senza eccezioni, a un livello professionale che include anche la giovanissima Abbie Ryder Fortson nei panni della figlia Carrie, che ogni volta che era in scena riusciva a strapparmi un sorriso.

Infine, il terzo pregio sono le scene d’azione: anche qui un netto miglioramento rispetto al primo film, sono estremamente creative, piene di inventiva e girate in modo competente. Non sono per niente confuse e anzi giocano con le dimensioni e l’incorporeità in modo continuo ma non ripetitivo, per cui non annoiano. Sarebbe bello che una parte dell’inventiva che è andata nelle scene fosse andata nella trama e nei personaggi, perché è qui che si vedono i difetti maggiori.

Il personaggio più infelice è senza dubbio quello di Ava aka Ghost (si vede nel trailer) interpretato da Hannah John-Kamen (protagonista della serie Killjoys, vedi recensione sul sito), la quale poveretta ultimamente fa diverse parti nei film d’azione (era anche in Ready Player One e l’ultimo Tomb Raider) ma sono tutti ruoli estremamente infelici. Questo personaggio ha una singola, solitaria scena decente alla fine: per il resto è completamente sprecato in scene d’azione creative ma in ultimo inutili. Infelice, anche se non raggiunge i livelli di Ava, è invece Bill Foster interpretato da Morpheus (Laurence Fishburne) che spende l’intero film passando da un ruolo all’altro senza sapere quello che vuole, e probabilmente non lo sapevano neanche gli sceneggiatori: volendo fare una facile battuta, avrebbero dovuto prendere un bel po’ di pillole rosse (o prenderne molte di meno blu, a seconda). Michael Peña torna nel ruolo di Luis, stavolta un pochiiiiiiino meno macchietta (almeno io l’ho trovato più digeribile rispetto al primo), c’è Michelle Pfeiffer completamente sprecata in due scene in croce, c’è il solito Michael Douglas come Hank Pym. Infine, non posso non parlare dei due protagonisti: il personaggio di Scott Lang si è completamente istupidito nel passaggio da un film all’altro, al punto da spezzare l’immersione. Seriamente, a un certo punto è difficile non guardare lo schermo ed esclamare: “Ma che fai, cretino!”. E la cosa peggiore è che Hope Van Dyne aka Wasp (interpretata ancora una volta da Evangeline Lilly) da quel momento in poi torna a volergli bene. Dopo che ha appena rovinato tutto. Non ne posso più di personaggi femminili “”””””forti”””””” (cinque virgolette in questo caso sono il minimo sindacale 😀 ) che stanno con l’eroe principale perché, al minuto 70, improvvisamente è vero amore.

Per quanto riguarda la trama, come ho detto sopra c’è un tentativo di costruire qualcosa di più della semplice sequenza di gag del primo film. Il problema principale è, evitando spoiler, che l’antagonista numero uno non è un vero antagonista, mentre l’antagonista secondario e terziario sarebbero stati invece degli ottimi antagonisti, e avrebbero anche contribuito al tono da commedia del film. Il risultato è che l’arco narrativo principale è un mezzo schifo, e quelli secondari, che sarebbero i più carini, non sono appropriatamente sviluppati. Di nuovo, un po’ un peccato perché si intravvede il potenziale per una trama pseudo decente, ma non viene mai fuori.

Nonostante tutto il male che ne ho detto, il film non è noioso, il fatto che non si prenda sul serio e l’estrema creatività delle scene d’azione lo rende comunque abbastanza divertente. Lo raccomando se volete spegnere il cervello per un paio d’orette.

Voto: 7-

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