Blindspot è una serie poliziesca NBC incentrata su un team dell’FBI che investiga una serie di tatuaggi ritrovati sul corpo di una donna senza memoria (Jamie Alexander, Sif nei film di Thor) ritrovata in una borsa in mezzo a Times Square. La donna in questione, soprannominata Jane Doe, ha ovviamente un passato molto complicato e un addestramento da supersoldato, per cui va in missione con il resto della squadra. E questa è la formula di base sulla quale si sviluppa la prima stagione, c’è un megaintrigo sopra ma non prende più di due/tre puntate, il resto degli episodi sono indagini singole autoconclusive.

Ho visto la serie per via di Ashley Johnson (Patterson, ha fatto la voce di Ellie in the Last of Us e la cameriera bionda negli Avengers), e sono stato spesso lì lì per smettere di guardarla, data la collezione di cliché che ogni singolo episodio serve in abbondanza. Tuttavia ho continuato a vederla per due motivi: il primo è la protagonista. Non solo è un personaggio che diventa via via più interessante ma è anche un’attrice che migliora strada facendo e con cui ci si identifica molto. Il secondo motivo sono alcuni membri della squadra, Ashley Johnson è come sempre molto brava, Rob Brown (Edgar Reade) funziona bene nel fare l’agente tutto d’un pezzo costretto a patteggiare e infine Audrey Esparza (Zapata), riesce a dare un taglio particolare a quello che sarebbe un personaggio detestabile. La serie è girata in economia, e spesso optano per la pellicola desaturata, di cui non sono un fan, ma date le grosse restrizioni di budget posso capire che vogliano evitare troppi problemi con il posizionamento delle luci.

Le trame di stagione oscillano tra il mediocre e il già-visto-un-milliardo-e-mezzo-di-volte con una spruzzata di stereotipato in cima giusto per essere sicuri di non avere niente di originale da offrire: agente ossessionato da un omicidio in famiglia sofferto in gioventù con un difficile rapporto col padre? Check! Talpa all’interno dell’FBI che viene controllata perché è dipendente dal gioco d’azzardo? Check! E potrei citarne altri cinque o sei, come detto sopra è uno show che si regge quasi esclusivamente sui personaggi.

In conclusione, se volete uno show poliziesco con qualche elemento di continuità tra un episodio e l’altro e una più o meno costante evoluzione dei personaggi, Blindspot può tenervi piacevolmente intrattenuti se avete l’accortezza di spegnere il cervello all’inizio dell’episodio o se riuscite a ridere all’idiozia di certe scelte di trama. Nel confronto con altri show del genere, è meglio di CSI, è meglio di Castle, ed è nel complesso paragonabile con Bones.

voto: 7

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