Calimon nacque come ultimo discendente di una famiglia elfica regale, i Siannodel. Essi avevano governato la piana di Oikel insieme a stirpi umane, gli Heavenseeker, e a stirpi naniche. Ognuna di queste razze conservava il predominio su una parte del territorio, e ognuno viveva in pace. Ma Meneldor Heavenseeker desiderò il potere e due principi elfici lo aiutarono con la promessa che avrebbero avuto metà del regno. Meneldor però li tradì, e dopo aver conquistato tutta la piana di Oikel decise che avrebbe tenuto il regno per sé. Uno dei due principi, lo Splendente, così veniva chiamato, allora rubò il simbolo del potere, il Gioiello del Regno, che rendeva tutti i popoli sottomessi alla volontà del portatore, e lo sigillò qui sotto. Per questo lui e suo fratello furono giustiziati da Meneldor. I vero nome dello Splendente era Calimon Siannodel, quello di suo fratello, il Signore Azzurro, era Hirluin. Furono i figli di Calimon a perpetuare la famiglia, costretta all´esilio per la colpa di un misero essere umano. Ma avvenne qualcosa di imprevisto per Meneldor. il potere prodotto dal Gioiello del Regno era così devastante che gli stessi dèi ne ebbero paura, e fecero spomparire tutto ciò che Meneldor, Calimon e Hirluin avevano creato: la piana di Oikel fu rasa al suolo dalle schiere celesti, e Meneldor fu immolato alla collera divina.
Arvedul Siannodel, un loro discendente, fu così impressionato da questa storia che quando gli nacquero due gemelli si considerò il liberatore di Oikel e l’inviato dagli dèi per vendicare la sua stirpe: chiamò i figli Calimon e Hirluin, e iniziò quest’ultimo alla magia dei morti.
Ma, mentre Hirluin seguiva con devozione suo padre, Calimon si ribellò dallo spirito della famiglia e, in seguito alla visita ad un tempio, dedicò la sua vita alla musica. Dalla sua arpa e dalle sue labbra uscivano le melodie più belle, e sembrava insensibile a quanto succedeva attorno a lui.
Ma a otto anni vide davanti a sé il padre, impazzito a forza di pensare al passato, uccidere sua madre accusandola di infedeltà e poi suicidarsi. Teneva stretto suo fratello che si disperava, mentre lui cercava di fargli forza, e insieme di farla a se stesso. Portò via Hirluin da quella casa e cercarono di vivere normalmente, anche se la maledizione e l’odio che la gente provava per la loro famiglia li perseguitava dovunque andassero.
Erano grandi quando si separarono, ognuno per la sua strada, e Calimon trovò la propria casa in Aradhrynd, una città governata dai discendenti degli Heavenseeker: l’ultimo erede, Aranel, divenne il suo migliore amico, per l’affinità che esisteva tra loro, per il rispetto che il ragazzo aveva nei confronti dei suoi silenzi riguardo il proprio passato, per quell’affetto che nasce spontaneamente tra due ragazzi simili.
Calimon era alto, impenetrabile, sublime. Sembrava fatto di ghiaccio, una statua che si sarebbe sciolta appena il mondo avesse osato toccarla. La sua arpa rifletteva il suo essere, sublime, etereo. Era l´unico essere perfetto che Aranel avesse mai conosciuto, e si appoggiò a lui, come una pianta storta ha bisogno di un sostegno per crescere. L’elfo non sorrideva mai, tranne che con lui. Con lui ritornava un bambino, facevano a gara a chi correva più veloce, a chi lanciava i sassi più lontano.
Fu una donna, una prostituta, a conquistare il cuore di Calimon: si chiamava Fanie, e l’accolse con amore, affetto, senza pensare a quello che il suo cognome significava, e gli donò un bambino, Orien.
Calimon aveva giurato a se stesso che non avrebbe avuto figli, dopo quello che gli era successo, ma accolse la nascita di Orien con quanta più gioia al mondo, quel bambino divenne tutto per lui, la sua vita, il suo amore. La pace sembrava regnare nella famiglia e nella città, quando Hirluin tornò, totalmente cambiato: gli sembrava di vedere suo padre al suo posto, ossessionato con il passato della propria famiglia, desideroso di recuperare il Gioiello del Regno.
Calimon lo guarda stupefatto, non riconoscendo più il proprio gemello: e aveva ragione. Hirluin tentò di convincerlo a passare dalla sua parte, tradendo Aranel e recuperando il Gioiello per poter governare la terra che era stata dei loro avi. Per giorni tentò di convincerlo, e, quando comprese di non poter nulla, chiamò colui che l’aveva creato, Rakhart, che gli saltò al al collo e lo morse con violenza, trasformandolo in ciò che lui stesso era diventato, un vampiro.
Per tutta la città era morto, ucciso in una notte, e fu sepolto dal suo migliore amico Aranel nel grande cimitero momumentale di Aradhrynd, ma subito Hirluin lo dissotterrò, e rapì Fanie per ricattare il fratello, in modo che il fratello non potesse vacillare. La profezia per raggiungere il Gioiello si basava su queste poche parole: Il Gioiello giace sotto il mausoleo bianco. Per entrarvi sfruttate l´Albero d´Oro dai sette rami illuminato dai colori dell´arcobaleno. ma egli si ribellava alla sua stessa natura di mostro, per colpa della quale non riusciva più a guardare suo figlio.

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