La Lacrima di Pietra

Questo argomento contiene 299 risposte, ha 6 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Elan 5 anni, 11 mesi fa.

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  • #6080
     Ilmarien 
    Partecipante

    Quel maledetto elfo non sembrava voler mollare, tra quei tentacoli schifosi e il discorsone aveva veramente l’impressione di poterla spuntare. Aveva chiaramente perso lo scontro: ma arrendersi e sperare in un po’ di clemenza da parte… del Kirin-Tor, no, in effetti continuare a combattere era la sua scelta migliore, pensò Gahain mentre faceva del suo meglio per schivare i vari tentacoli. Lui e Urok erano per il momento gli unici in grado di colpirlo, tuttavia il fianco sanguinante non aiutava, il Draenei stava perdendo troppo sangue e rischiava di non essere in grado di attaccarlo. Gahain guardò il suo avversario, dando libero sfogo alla rabbia e alla frustrazione accumulati in quei giorni, dalla misteriosa e incurabile malattia al bizzarro comportamento di Alliria alla trasformazione di Thaidan, e gli occhi si colorarono subito di arancione. Si mise la mano sul fianco e fece scorrere il potere delle fiamme sulla ferita, cauterizzandola.

    Urlò di dolore e utilizzò l’emozione per generare ancora più fiamme, e allargando le braccia le fece scorrere intorno a sé, creando un cerchio di fuoco molto intenso in grado di fermare i tentacoli. Ignorando il proprio fianco fumante, lanciò un’occhiata di intesa a Urok attraverso le fiamme, dovevano colpirlo contemporaneamente. Continuò ad alimentare la barriera respingendo gli attacchi dei tentacoli con la mano destra, mentre con la sinistra adocchiò un grosso macigno non lontano dall’elfo e che il cattivone non potesse vedere. Avvicinò la mano sinistra al corpo e cominciò a concentrare energia intorno al masso per scagliarlo all’improvviso contro l’elfo e mandarlo contro la parete in modo da spiaccicarlo una volta per tutte. Dopotutto durante lo scontro era stato fastidioso come un insetto, era appropriato ucciderlo in questo modo. Sapeva che Urok avrebbe fatto del suo meglio e contava che uno di loro due sarebbe stato in grado di attaccarlo.

    #6092
     Elan 
    Partecipante

    La Cacciatrice affondò il suo pugnale nel tentacolo, tentando di tranciarlo di netto, ma ogni volta le sembrava di tagliare l’aria.
    Il tentacolo, nonostante la presa su di loro fosse salda e si facesse ogni istante sempre più forte, sembrava inconsistente quando colpito.
    Sembrava fatto di vortici d’ombra.
    Nathaniel sembrava particolarmente provato da quel contatto, la Cacciatrice si accorse che i suoi occhi luminosi parevano indeboliti, come se si stesse spegnendo, e la barriera che li aveva avvolti impedendo loro di subire danni da caduta si era dissolta.
    Il paladino cercò di stringere la presa sul martello, ma il tentacolo si strinse maggiormente attorno a loro e con un gemito di dolore l’arma gli cadde dalle mani, inutile.
    Il Draenei fece un sorriso stanco.
    “Non sto facendo proprio una gran figura in questo scontro, vero?” le domandò per sdrammatizzare la situazione che pareva disperata.

    Humar caricò l’Elfo senza esitazione, schivare i tentacoli sembrava difficile anche per il grosso leone nero, ma un balzo dopo l’altro, riportasse ferite terribili, riuscì a colpire il loro nemico dandogli una potente testata, destabilizzandolo per un attimo e facendogli perdere l’equilibrio.
    Fu il momento migliore per Gahain per scagliare il grosso magigno contro di lui. Approfittando della distrazione dell’Elfo, il Draenei lo mandò a schiantarsi contro una parete, ricoprendolo di pietra come fosse una tomba.

    I tentacoli, in quel momento, vacillarono per un istante. Tutti riuscirono a tirare un sospiro di sollievo, speravano di aver vinto.
    Virion si liberò la gamba e corse a soccorrere Zatanja, ma i tentacoli non si erano dissolti del tutto. Avevano allentato la loro presa, e Nathaniel approfittò del momento per spingere la Cacciatrice lontano da quella stretta mortale, prima che il tentacolo tornasse ad avvolgersi sempre più stretto attorno a lui soltanto.

    In quel momento il macigno andò in frantumi, percorso da crepe violacee proprio come la luce che pervadeva gli occhi di Nefarian.
    L’Elfo-Drago urlò, un urlo che assomigliava pericolosamente ad un ruggito di furia. La cicatrice sul suo volto si era spaccata e sanguinava copiosamente di un liquido nero e denso.
    Sembrava un toro infuriato, aveva perso tutta la sua maestosità, e la stretta che esercitavano i tentacoli si itensificò quasi a rispecchiare la sua rabbia.
    “Me la pagherete, vermi!” ruggì.
    Due ali violastre apparvero sulla sua schiena, sembravano inconsistenti proprio come i tentacoli, ma lo sollevarono da terra facendogli percorrere una distanza immane in un solo istante, scagliandosi contro Gahain con tutta la sua forza.
    Il Draenei finì a terra, l’Elfo-Drago stava cercando di strangolarlo a mani nude e – nonostante fosse notevolmente più minuto di lui – la sua forza era tale da tenerlo bloccato a terra, impedendogli qualsiasi movimento.
    Il Draenei sentì le unghie del nemico affondargli dolorosamente nella carne ma, all’improvviso, Nefarian venne sbalzato all’indietro. Una forza lo aveva respinto, Gahain aveva percepito lo spostamento d’aria utilizzato per farlo allontanare, lo stesso spostamento che ora lo teneva bloccato, vulnerabile a qualsiasi loro attacco.

    Rialzandosi a fatica, Gahain vide Urok concentrato nello sforzo. Sembrava provato come non mai, probabilmente perché il nemico contrapponeva il suo potere alla magia Shamanica dell’Orco, ma nonostante il viso stravolto dallo sforzo, non cedeva.
    “Finitelo. Adesso.” urlò a denti stretti.

    • Questa risposta è stata modificata 6 anni, 1 mese fa da  Elan.
    #6094
     Ilmarien 
    Partecipante

    “Ha!” gridò Gahain con soddisfazione, nel vedere il nemico sepolto sotto una pila di rocce. *Bene, ce l’abbiamo fatta, ora…* e in quel preciso momento l’elfo emerse dalla tomba e si scagliò contro di lui, così in fretta che Gahain non riuscì a reagire. Mentre tentava di strangolarlo, il Draenei non poté fare a meno di pensare *ecco, questo è quello che succede quando parlo troppo presto!*. Ma la situazione si riequilibrò abbastanza in fretta, a conti fatti anche se erano un po’ malconci erano pur sempre otto contro uno. Quando Gahain si rese conto che Urok lo aveva appena salvato gli lanciò un’occhiata piena di gratitudine, mentre tossiva massaggiandosi la laringe *mannaggia, guarda che mi tocca fare, mi toccherà pure di ringraziarlo. Un orco!*.

    Poi si concentrò sul suo bersaglio, che proprio non ne voleva sapere di morire: vide che la Cacciatrice si era liberata ed era pronta a finire il lavoro, per cui decise di renderle il lavoro facile, dopotutto era sicuramente più brava lei a uccidere. L’altra volta si era lasciato trasportare, stavolta doveva fare le cose con calma, con la tradizionale freddezza che Caedfaen gli aveva insegnato. Due fruste di acqua eruppero improvvisamente dalla sua borraccia con un guizzo della sua mano destra, e si strinsero intorno ai polsi dell’elfo. Nel mentre a palmo aperto con un leggero movimento verso l’alto della sinistra fece crescere quattro rocce dal terreno. Con le due fruste d’acqua abbassò le braccia dell’elfo e unì le quattro rocce a due a due intorno ai polsi di Nefarian, imprigionandogli completamente le mani e rendendolo estremamente vulnerabile a chiunque volesse dargli il colpo di grazia. A quel punto guardò la Cacciatrice: “Uccidilo una volta per tutte”.

    #6098
     Meeme 
    Partecipante

    Odiava essere prigioniera, ma lei era una sopravvissuta ed avrebbe trovato il modo di liberarsi a costo di strapparsi pezzi di carne dal corpo. Il Paladino, invece, sembrava stanco, non si era del tutto ripreso dalle ferite subite ed i suoi occhi si erano fatti meno luminosi. La Cacciatrice digrignò i denti alle sue parole. “Devi resistere, Nathaniel! Noi non moriremo, non oggi, non in questo modo!” Gli sussurrò con la voce roca ed il sapore del sangue sulle labbra. “Combatti con me!” Il draenei non doveva arrendersi altrimenti i loro nemici avrebbero trionfato.

    Il combattimento infuriava intorno a loro, ma finalmente l’elfo ricevette un colpo tale da riuscire ad allentare la presa sui tentacoli, il Paladino ne approfittò per liberarla e lei non avrebbe sprecato quella occasione. Strinse tra le dita il suo pugnale da caccia, richiamò Humar per darle supporto e poi si avventò come una belva contro il loro nemico. Era intenzionata a strappargli il cuore dal petto e divorarlo perché lei era la Bestia…

    #6115
     Elan 
    Partecipante

    Il pugnale della Cacciatrice affondò in profondità nella carne dello strano Elfo, talmente in profondità che avvertì il suo sangue caldo sulle mani.
    Il mostro urlò di dolore e di rabbia, ma gli incantesimi di Urok e Gahain lo tenevano fermamente bloccato e non c’era nulla che potesse fare per liberarsi.
    “Pagherete per tutto questo, Mortali! L’ora del Crepuscolo si abbatterà su di voi con triplicata ferocia!!” urlò, prima che la sua bocca si riempisse del suo stesso sangue e la sua voce si trasformasse in un gorgoglio insensato.

    Fu allora che la Cacciatrice gli strappò il cuore, una massa nera e atrofizzata che nulla aveva di vivo.
    Lo strinse con ferocia, ruggendo tutta la sua rabbia di creatura selvaggia, ed il cuore si sbriciolò, sfuggendo tra le sue dita come sabbia.
    Tutte le creature che avevano assistito alla scena, quelle poche che si erano salvati alla carica selvaggia delle bestie evocate dall’Elfa del Sangue, rimasero pietrificate a quella vista e, lentamente, cercando di dare il meno nell’occhio possibile, fuggirono per non incorrere nell’ira di coloro che avevano sconfitto il loro padrone.

    Nefarian, il grande Drago Nero, il Principe dello Stormo Nero, era finalmente morto.

    #6116
     Meeme 
    Partecipante

    “Ma tu non vedrai nulla di tutto questo…” ringhiò la Cacciatrice mentre affondava il pugnale da caccia nel cuore dell’elfo uccidendolo. Glielo strappò dal petto con violenza e rimase quasi delusa vedendo come si dissolveva al vento. Era davvero finita, il suo nemico era morto, ma lei non era ancora sazia di sangue.
    Affondò le mani nel petto dell’elfo, spezzò le costole facendole fuoriuscire dal corpo, afferrò i polmoni e li strappò come carta gettandoli via. Gli strappò a morsi il collo fino all’osso, afferrò la testa e la fece sbattere sul pavimento fino a trasformarla in un ammasso insanguinato di cervella ed ossa.

    Urlò di rabbia e richiamò Humar affinché sbranasse insieme a lei il resto del corpo, non le bastava averlo ucciso, voleva annientarlo, dilaniarlo, rendere irriconoscibile quel corpo e lasciarlo insepolto per gli animali spazzini. Morsero e strapparono carne come due animali feroci, pezzo per pezzo l’elfo perdeva ogni parvenza di ciò che era stato in vita. Si fermarono quando il corpo fu ridotto a brandelli, la Cacciatrice diede una testata d’affetto al Leone nero e lui fece altrettanto. Si alzò in piedi, sputò del sangue non suo dalla bocca e finalmente si sentì soddisfatta. Si trascinò aiutata da Humar in un angolo e rimase ad aspettare che i suoi compagni riprendessero le forze prima di uscire da quel posto. Lei non era una guaritrice ed il suo aiuto sarebbe stato inutile. Regolarizzò il respiro e restò in silenzio con un sorriso inquietante ad incorniciarle il volto mascherato: la bestia era sazia…

    #6117
     Ilmarien 
    Partecipante

    Gahain osservò, inizialmente con soddisfazione, poi con crescente sconcerto mentre progressivamente gli si alzava il sopracciglio destro nel vedere il brutale spettacolo della Cacciatrice mentre uccideva quell’elfo. Si allontanò vagamente impressionato *Appunto personale: NON fare arrabbiare quell’elfa né darle valide ragioni per rendersela nemica. NON è salutare* pensò mentre si guardava intorno. Gli altri si stavano progressivamente riprendendo, il Draenei fece scorrere l’energia curatrice sul braccio danneggiato e sui piccoli tagli e graffi causati dallo scontro. Poi aspettò che tutti fossero pronti per ritirarsi dalla Fortezza. Sulla via avrebbe recuperato Alliria, che probabilmente dormiva ancora beatamente nell’angolino dove era stata lasciata.

    #6119
     Elan 
    Partecipante

    Dopo il caos della battaglia, tutto l’improvviso silenzio sembrava quasi innaturale.
    Non c’era più nebbia ad avvolgerli, non c’erano più nemici che attentassero alla loro vita, e solo i cadaveri dei loro nemici rimanevano come prova di ciò che era stato.

    Onyxia, le cui ferite emanavano un terribile fetore di putrefazione, stava lentamente scivolando di nuovo verso il baratro che l’aveva vista risorgere, mentre Nefarian giaceva in una massa sanguinolenta e ormai irriconoscibile.

    Humar si leccava ancora i baffi con soddisfazione, pulendosi il muso con le grosse zampe nere, mentre rimaneva accucciato fedelmente accanto alla Cacciatrice.
    All’improvviso emise un basso ringhio, e alzando lo sguardo l’Elfa del Sangue vide che Nathaniel si era avvicinato. Non sembrava impressionato dalla sua esternazione di ferocia, solo terribilmente stanco. Si reggeva un fianco, ma non sembrava ferito.
    “Combatti bene, Cacciatrice.” le disse, sedendosi accanto a lei senza fare caso a tutto il sangue. “La tua gente e la mia dovrebbero combattere più spesso insieme. I risultati mi sono sembrati… Eccezionali.”
    La sua voce era sempre gentile, anche se stanca. Non la stava prendendo in giro, pensava davvero che quella collaborazione sarebbe stata estremamente proficua.

    Anche gli altri si stavano riprendendo un po’ alla volta.
    Urok si avvicinò stancamente a Gahain, dandogli una pacca cameratesca sulla spalla in segno di rispetto e ringraziamento, e anche Virion e Zatanja si erano avvicinati. La troll sembrava estremamente provata, ed evitava accuratamente di guardare lo scempio fatto dalla Cacciatrice del cadavere di Nefarian. Le sue guance azzurre avevano assunto una sfumatura verdognola, come fosse nauseata.

    “Quasi non ci credo…” commentò il worgen scuotendo la testa. “È stato… È stato…”
    “È stato terribile.” concluse per lui Urok, lo sguardo grave. Non sembrava avere intenzione di esultare per la vittoria.
    “Quello che abbiamo affrontato oggi, quella nebbia, quegli esperimenti… Non sono altro che una goccia in un oceano più vasto. Qualcosa si sta per abbattere su Azeroth, qualcosa che rischia di sconvoglerci per sempre. Non dobbiamo abbassare la guardia, ora più che mai…”

    #6120
     Meeme 
    Partecipante

    L’Elfa del Sangue alzò il viso verso il Draenei dopo aver fatto in cenno ad Humar indicandogli di restare calmo.
    “Sono solo abituata a combattere in branco.” spiegò con la voce affaticata. Il Paladino anche sembrava stanco, come tutti del resto, quello scontro li aveva provati. Lo ignorò per molti minuti perché aveva bisogno di regolarizzare il corpo dopo quella battaglia. Era ancora viva e già questa era una vittoria.

    “Avrai modo di combattere con altri della mia razza, la battaglia non è ancora finita.” sussurrò ricordando le minacce dell’elfo. Sembravano troppo vere per essere considerate solo un tentativo di spaventarli. “Il mondo verrà colpito da qualcosa di terribile.” E lei non sapeva se sarebbe stata ancora viva o in grado di contrastare la minaccia. Doveva capire prima di tutto quanti danni avesse subito il suo corpo prima di poter combattere ancora e poteva farlo solo abbassando l’adrenalina e tornando a regime normale.
    “E la nebbia… qui è scomparsa, ma io non sono in grado di capire se è stata debellata ovunque, oppure no. Non ho magia da poter usare per capirlo.” Lei era brava solo ad uccidere come una Bestia assetata di sangue.

    #6121
     Elan 
    Partecipante

    – LA CACCIATRICE –

    Il Draenei annuì alle sue parole, guardandola.
    “E’ un modo di combattere… particolare.” disse, anche se non sembrava convinto del termine che aveva usato. “Poter sempre fare affidamento su qualcuno… non è molto diverso dal combattere nel cuore di un esercito, alla fine solo che tu e i tuoi animali sembrate molto più legati. E’ bello.”

    Le sorrise, ma il suo volto si incupì poco dopo.
    “Sì, ci sarà modo di combattere ancora. Azeroth non è ancora al sicuro, questi due… draghi… erano solo un’anticipazione di qualcosa di ben più grande.”
    Scosse la testa. Sembrava credere che non ci sarebbe mai potuta essere pace per quel mondo, ma i suoi occhi erano quelli di un guerriero che non si sarebbe mai arreso, e che avrebbe continuato a combattere per sempre per un ideale bellissimo chiamato pace.

    “Non sempe serve la magia.” disse dopo un po’, appoggiando la schiena alla parete con un sospiro stanco. “A volte è persino controproducente!”
    Quei tentacoli sembravano aver avuto un effetto particolarmente devastante su di lui, e forse era a quello che si riferiva.
    “Comunque, penso che non dovremo più preoccuparci della nebbia. Non penso nemmeno che fosse creata intenzionalmente, in realtà. Ha iniziato a sparire quando abbiamo tolto quelle uova dalla lava… deve essersi trattato di una sorta di effetto collaterale, o qualcosa del genere…”
    Prese uno di quei blocchi lucidi tanto da sembrare pietra, che tanto a fatica avevano salvato.
    “Mi auguro solo che sia valsa la pena tutto questo. Queste creature non hanno colpe…”

    #6122
     Meeme 
    Partecipante

    “Non ho mai combattuto nel cuore di un esercito. Il Flagello devastava ogni cosa ed io utilizzavo tecniche di guerriglia per sopravvivere e lottare un altro giorno.” Spiegò alzando le spalle. Il Paladino era come sempre curioso, anche troppo a volte, ma non lo faceva di proposito.

    “Affronterò qualsiasi minaccia o morirò nel tentativo di combatterla.” Era quello il motivo per cui si era proposta volontaria. “E tu dovresti occuparti dei feriti invece di perdere tempo a parlare con me.” Non voleva si accorgesse che anche lei aveva subito traumi abbastanza gravi da non essere in grado di mettersi in marcia prima di un minimo di riposo. “La magia non mi compete, ma spero che la Nebbia sia davvero scomparsa dal villaggio in modo da limitare il contagio.” La Cacciatrice preferiva ragionare in modo pratico.

    Le uova, si stava quasi dimenticando di quelle strane uova. “Il colpevole ha pagato e mi sono assicurata che niente, nemmeno il suo corpo, possa essere utilizzato per distruggere di nuovo.” Il sangue la mandava in estasi, proprio come aveva sempre sostenuto Erenion. “Controlla i feriti e riposati. Abbiamo tutti bisogno di riposo…”

    #6123
     Elan 
    Partecipante

    – LA CACCIATRICE –

    Il paladino la ascoltò restando a lungo in silenzio. L’Elfa del Sangue, osservandolo, notò che sembrava più stanco di quanto non desse a vedere. I suoi occhi erano spenti e anche il suo respiro era più veloce del solito.
    Un normale osservatore non ci avrebbe mai fatto caso, ma a lei quei dettagli non sarebbero mai potuto sfuggire.

    Si riprese sol quando lei lo apostrofò dicendo che avrebbe dovuto occuparsi dei feriti.
    “Abbiamo tutti bisogno di soccorso, e Urok e Gahain possono occuparsi degli altri. Ma anche tu hai combattuto, e anche tu sei stata ferita.” disse, come se fosse la cosa più semplice e logica della terra.
    Non le chiese se volesse le sue cure, né accennò ad usare la sua magia su di lei, ma non si mosse da dove si trovava.

    “Quel villaggio deve la sua salvezza anche a te. Sono certo che nessuno di loro lo dimenticherà mai”

    #6124
     Meeme 
    Partecipante

    La Cacciatrice appoggiò il mento sulle ginocchia e si rannicchiò in una posizione più raccolta. “Sei tu ad aver bisogno di cure e riposo. La magia oscura ti ha fatto qualcosa, me ne sono accorta durante il combattimento.” rispose sincera perché aveva notato quei cambiamenti in lui. “Occupati di te stesso, io non sono stata ferita.” Spiegò diretta. Humar strusciò il muso contro una spalla di lei e l’Elfa del sangue lo accarezzò per rassicurarlo.

    “Devo ricordarti che ti sei lasciato colpire come uno sciocco?” Aggiunse con un sorrisetto velenoso. Il draenei l’aveva quasi aggredita quando si era ferita le mani con la lava e lei non aveva dimenticato quello che le aveva detto. “Humar ti ha dovuto trascinare via come un sacco di patate, solo molto più pesante! Dovrei essere io a sgridarti dandoti del ritardato incosciente!” Continuò diretta ed anche un po’ spietata.
    Lei non era ferita, stava solo cercando di recuperare le forze e di capire se il suo corpo sarebbe stato in grado di affrontare un viaggio.

    “È merito di tutti e non mi interessa essere ricordata. Voglio solo fare la mia parte, ripagare il popolo di Thunder Bluff per la loro ospitalità e poi tornare alla mia solitudine.” Confidò non aggiungendo altro.

    #6126
     Elan 
    Partecipante

    – LA CACCIATRICE –

    Il Draenei rimase come perplesso per un istante, guardando l’Elfa del Sangue. Poi all’improvviso scoppiò a ridere, una risata calda che risuonò nella grande sala e che sembrò scacciare via l’oscurità che la permeava.
    “Hai proprio ragione, mi sono fatto colpire come uno sciocco! Avevo sentito parlare dei draghi, ma mai nessuno di loro aveva usato l’elettricità in quel modo.” come al solito non se l’era presa per l’acidità di lei, anzi, non sembrava poter essere più tranquillo. “Ma vediamo il lato positivo! Potrò fare un resoconto completo agli studiosi di questa specie degli effetti molto poco piacevoli di questa nuova scoperta! Magari a qualcuno tornerà utile in futuro!”
    Trovare il lato positivo in ogni cosa sembrava del tutto naturale per lui, ed ora che il combattimento era finito sembrava molto più tranquillo e rilassato.

    “Però hai ragione, quei tentacoli mi hanno letteralmente esaurito. Su di voi non hanno avuto lo stesso effetto, quindi immagino che si tratti di qualcosa legato alla Luce ed all’Ombra…”
    Il suo sguardo spaziò per un attimo dove si sarebbe dovuto trovare il cadavere dell’Elfo.

    “Si stanno scatenando forze ben al di là della nostra comprensione. Azeroth avrà nuovamente bisogno di tutti gli eroi che potrà trovare, nessuno escluso…”

    #6127
     Meeme 
    Partecipante

    La Cacciatrice storse la bocca in una smorfia seccata. 
    “Tu sei… bah!” mormorò a denti stretti non sapendo come altro definirlo se non “ritardato”. “Sei seccante, ritardato e fastidioso. Non troverai mai una donna se continui così e ti toccherà sopportare Alliria fino alla fine dei tuoi giorni!” lo minacciò sconvolta dalla sua totale leggerezza davanti a quella situazione. “Vai a riposare in qualche angolo sperduto, io non ho bisogno di cure o supporto psicologico. Ho solo bisogno di un bagno per togliermi di dosso questa lordura.” Disse acida mostrandogli le mani sporche di sangue. Era tutta sporca di sangue, proprio come un animale che ha appena banchettato su una preda, ma il Paladino non sembrava impressionato. 
     
    “Potrebbe anche scatenarsi l’Apocalisse, non mi importerebbe, combatterò finché ne sarò in grado e poi andrò a morire sola.” Accarezzò Humar, doveva solo trovare qualcuno che prendesse il suo posto come compagno per il Leone Nero. “Ho ucciso chi mi ha uccisa, non ho niente da perdere e non ho paura di nulla. Sono una bomba ad orologeria pronta ad esplodere, una scheggia impazzita e folle. Se Thunder Bluff chiedesse una attacco suicida e disperato, io sarei la prima a lanciarmi e morire.” Si alzò facendo cenno ad Humar di alzarsi a sua volta. “E tu, Paladino, dovresti starmi lontano ed andare ad occuparti di chi vuole aiuto.” E non era lei, non voleva essere aiutata e non voleva essere compresa. “Non mi importa se trovi divertente la mia compagnia, abbiamo solo combattuto bene insieme, nella disperazione si creano le alleanze più assurde, ma non sarò mai tua amica.” Non voleva nemmeno chiamarlo per nome come aveva fatto in battaglia, non voleva che si creasse un legame, non voleva che lui le stesse vicino. Non voleva troppe cose perché in fondo trovava piacevole la compagnia del Draenei e non poteva permettersi amicizie, non nella sua situazione. 

    #6136
     Ilmarien 
    Partecipante

    Gahain bruciò il corpo della draghessa, giusto per essere sicuri visto che doveva essere già morta, e ne raccolse i frammenti del cranio in modo da avere qualcosa dietro nel caso qualcuno riprovasse a resuscitarla. Sempre per prudenza raccolse il misero teschio da quel macello che era rimasto dell’elfaccio, prima di incenerire il tutto. Dopotutto, nessuno era mai morto per eccesso di prudenza, anche se il suo maestro Caedfaen l’avrebbe probabilmente chiamata paranoia. Distribuì cure a chi ne aveva bisogno e si rimise in sesto, poi andò a controllare lo stato di Alliria, ed eventualmente svegliarla. Poi si rivolse a Urok: “Che facciamo? Secondo me dobbiamo andarcene, certamente questa fortezza non è disabitata e gli altri Dragonkin… beh diciamo che se chiediamo alloggio probabilmente non seguiranno le sacre leggi dell’ospitalità” aggiunse invitando gli altri a muoversi.

    #6143
     Elan 
    Partecipante

    Dopo aver recuperato Alliria – ancora priva di sensi – ed essersi in qualche modo ristabiliti da quello scontro terribile, l’improvvisato gruppo lasciò infine la fortezza per tornare sui propri passi.

    Nessuno di loro aveva molta voglia di parlare. Erano vittoriosi, sì, ma tra di loro non c’era un reale affiatamento.
    Urok cercava in tutti i modi di tenere alto il morale: ciò che avevano fatto avrebbe salvato un intero villaggio, e questo nessuno avrebbe mai potuto negarlo.
    Zatanja era l’unica a sembrare davvero entusiasta a quel pensiero: il Kirin-Tor si sarebbe fermato e nessun altro avrebbe più dovuto soffrire per quella stupida nebbia. Era un pensiero confortante, ma nemmeno lei poteva dimenticare tutte le vittime che i due folli draghi neri avevano causato.

    Mille domande, inoltre, aleggiavano silenziose nell’aria: chi li aveva risvegliati? Cosa si nascondeva dietro a quei folli esperimenti? Cos’era l’Ora del Crepuscolo di cui Nefarian aveva tanto vaneggiato?
    Una volta tornati dai comandanti dell’Orda e dell’Alleanza forse avrebbero ottenuto delle risposte. Ma, fino a quel momento, il dubbio li avrebbe accompagnati.

    Il risveglio di Alliria non migliorò di certo l’umore generale. Virion era stato costantemente accanto all’Elfa della Notte e a suo fratello, studiando gli effetti della trasformazione di lui e le piaghe sulla gamba di lei. Ma quando la Sacerdotessa di Elune si era accorta di quanto la sua pelle fosse stata deturpata, aveva iniziato ad urlare, inveendo contro chiunque le si avvicinasse.
    Virion alla fine era stato costretto a sintetizzare un nuovo sedativo per tranquillizzarla, o avrebbe rischiato di spaccare i timpani a tutti quanti per il resto del viaggio.
    Solo Nathaniel era sempre silenzioso. In qualche modo, quello scontro finale sembrava aver richiesto un prezzo più grande a lui rispetto a tutti gli altri. C’era come un velo sui suoi occhi, e la sua mente sembrava altrove. Non aveva più tormentato la Cacciatrice, non aveva più parlato a Gahain, ed era rimasto in disparte, chiudendo il gruppo.

    Di certo, il viaggio fu molto più breve rispetto all’andata. La nebbia era completamente scomparsa, e già i benefici potevano vedersi sugli alberi e gli animali, che iniziavano timidamente ad uscire di nuovo dalle loro tane.
    Persino il villaggio, quando lo raggiunsero, sembrava rinato.
    Vennero accolti come degli eroi, i loro salvatori. Tutti volevano far loro domande su ciò che era accaduto. I due piccoli Draenei che la Cacciatrice aveva conosciuto tornarono ad abbracciarla, e fu l’unico momento in cui l’Elfa del Sangue notò un accenno di sorriso sul volto spento di Nathaniel.

    Riuscirono a fatica a svicolare dai curiosi, e si ritirarono un ultima volta tra di loro.
    Quel viaggio era giunto a conclusione, e presto si sarebbero divisi, tornando ognuno alle proprie case e alle proprie fazioni.
    “Qualsiasi cosa succederà in futuro, non dobbiamo mai dimenticare ciò che abbiamo visto in questi giorni.” disse Urok, con voce decisa, dando una pacca sulla spalla di Gahain in segno di amicizia.
    “Abbiamo combattuto bene, ma soprattutto abbiamo combattuto insieme. E questo è un segno che i tempi stanno cambiando, forse per sempre.”
    Nathaniel annuì, senza parlare, Thaidan agitò la coda e Virion controllò la temperatura di Alliria, sedata anche in quel momento per mantenerla tranquilla.
    Zatanja era l’unica allegra, con un sorriso splendente che le attraversava il volto, ma vedendo l’umore degli altri anche lei parve spegnersi.
    Sembrava che tutti loro volessero dire qualcosa, ma nessuno avesse il coraggio di farlo.

    #6144
     Ilmarien 
    Partecipante

    Durante il viaggio Alliria si era fatta sempre più insopportabile, e per quanto Gahain stimasse Thaidan si chiedeva come mai fratello e sorella fossero così diversi, uno così stoico, l’altra così piantagrane. E nonostante l’umore tetro della maggioranza dei presenti, Gahain non poté fare a meno di simpatizzare con Zatanja, dato che in ogni caso la missione era stata compiuta. Vero, non c’erano tutte le risposte, ma i cattivi erano morti, il cupo paladino sembrava pronto a sposare la Cacciatrice solitaria, la natura stava rinascendo, il villaggio di innocenti li celebrava come eroi, insomma, un finale così positivo che gli mancava solo la calda luce del tramonto per rientrare nella categoria del ‘e vissero felici e contenti’.

    Quando Urok parlò non si aspettava la pacca sulla spalla, tanto che gli venne da ridere: al termine del discorso parlò a sua volta “Urok ha ragione, dovremmo fare tesoro di questa esperienza perché ci potrà capitare nuovamente in futuro. Siamo usciti da quella fortezza con molte domande, e credo che dobbiamo a noi stessi alcune risposte. Ciò che chiederei a tutti voi nei vostri viaggi, nelle vostre ricerche, è di cercare segni simili a ciò che abbiamo visto in quella fortezza, possibili significati di questa Ora del Crepuscolo di cui parlava quell’elfo e indicazioni su chi potesse essere il burattinaio dietro questa faccenda. E propongo anche di ritrovarci periodicamente, con il beneplacito del Circolo della Terra ovviamente” aggiunse guardando Urok “per fare il punto e vedere se ci sono novità al riguardo. Qualunque sia la nostra causa, che si tratti dell’Orda o dell’Alleanza, minacce come questa non devono essere sottovalutate” e tacque in attesa dell’approvazione degli altri.

    #6147
     Meeme 
    Partecipante

    L’Elfa del Sangue si mise in testa al gruppo procedendo a ritroso lungo la via che li avrebbe ripotarti al villaggio; fu grata a Virion per aver nuovamente sedato Alliria, la sacerdotessa di Elune aveva rischiato di farsi sgozzare come un animale dalla Cacciatrice a causa dei suoi continui lamenti e piagnistei.
    La strada verso il villaggio fu molto più sicura rispetto all’andata, la nebbia sembrava davvero scomparsa e la vita stava tornando nella foresta lì attorno. La Cacciatrice restò in silenzio per tutto il viaggio seguita, come sempre, dal fedele leone nero; non aveva voglia di sprecare energie e fiato per litigare con il Paladino e per fortuna anche lui sembrava dello stesso avviso.

    Ricambiò l’abbraccio dei cuccioli al villaggio un po’ a disagio perché non era abituata a quelle dimostrazioni di affetto, soprattutto da parte di una razza che era stata cacciata dalla sua come fosse solo una preda, ma li tenne stretti con sincero trasporto e senza pronunciare una sola parola.

    Quando si ritirarono per discutere dell’accaduto ascoltò le parole di Urok e poi quelle di Gahain con la solita calma di un animale in attesa. Storse la bocca in una smorfia infastidita quando lo shamano draenei accennò al ritrovarsi periodicamente e decise che era tempo di andare. “Shorel’aran…” pronunciò nella sua lingua natale. “Addio…” tradusse laconica abbandonando quella riunione senza aggiungere altro. Avrebbe indagato per quanto possibile in solitaria, non era nemmeno certa di sopravvivere abbastanza da fronteggiare questa eventuale Ora del Crepuscolo, ma sarebbe tornata a Thunder Bluff in attesa di intervenire ancora una volta prima della fine.
    Il viaggio era lungo, ma lei sapeva muoversi rapida attraverso le zone selvagge. “Torniamo nel Mulgore, amico mio… ” sussurrò grattando con affetto il muso del suo compagno animale. La Cacciatrice si mise in marcia lasciandosi tutto alle spalle perché il suo posto nel mondo era stato spezzato da tempo…

    #6176
     Elan 
    Partecipante

    – EPILOGO –

    Non erano mai stati un gruppo molto affiatato, e non lo furono nemmeno nel momento di salutarsi.
    La proposta di Gahain si perse nell’aria mentre si allontavano gli uni dagli altri, ognuno per tornare alla propria casa. Avrebbero ascoltato il suggerimento dello shamano? O l’orgoglio avrebbe avuto la meglio, condannando il mondo a nuove ed ancora peggiori minacce?
    Nessuno di loro lo avrebbe detto agli altri, forse non si sarebbero neanche più parlati, probabilmente nemmeno rivisti. O, se si fossero rivisti, forse lo avrebbero fatto come nemici sul campo di battaglia.
    Thunderbluff, Darnassus, Silvermoon, Stormwind…
    Quello che era stato un gruppo si sparse di nuovo ai quattro angoli delle terre conosciute, di nuovo estranei come prima che quell’avventua avesse avuto inizio, e riferendo ai loro capi ciò che avevano scoperto.

    Gahain, Nathaniel, Alliria e Thaidan per l’Alleanza.
    Gugnir, Daellen e La Cacciatrice per l’Orda.
    Virion si ritirò in mezzo alla sua gente, ancora troppo temuta per essere veramente schierata.
    Zatanja, avvolta dalla magia, venne trascinata dal Kirin Tor stesso nella lontana Dalaran, nelle fredde terre del Northrend.

    La minaccia era stata sventata, per ora. Questo fu il loro resoconto.
    Nefarian, il terribile Drago dello Stormo d’Ebano aveva riportato alla vita la sua folle sorella, Onyxia grazie all’aiuto di un folle pseudo-drago scienziato improvvisato.
    Ma gli esperimenti non si limitavano solo alla manipolazione della morte e della vita. Uova di altri Stormi Cromatici erano state ritrovate, alcune ormai irrimediabilmente corrotte.
    Lo scopo di quegli ultimi esperimenti?
    Nessuno di loro seppe dirlo, ma tutti erano d’accordo che centrasse qualcosa l’Ora del Crepuscolo, qualsiasi cosa fosse.
    La maledizione della pietra che aveva colpito Thelsamar era stato solo uno spiacevole effetto collaterale di una minaccia ben più grave, questa era l’unica certezza. Ma, per lo meno, quel povero villaggio era stato salvato, e col tempo, la natura avrebbe guarito le ferite che quel morbo aveva causato alla terra.

    Sarebbe bastato?
    Potevano solamente sperarlo, ed essere pronti ad agire nuovamente, per affrontare qualsiasi nuova minaccia.

    La terra continuava a tremare, i mari si ritiravano scoprendo nuove terre inesplorate, i deserti venivano innondati dalle acque.
    Nulla sarebbe più stato come prima.
    Sarebbe stato per il Cataclisma imminente?
    Sarebbe stato per l’Ora del Crepuscolo di cui aveva parlato Nefarian?

    Nessuno di loro poteva saperlo.

    Ma, presto, Azeroth non sarebbe ma più stata la stessa.

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