Le Terre del Fuoco

Questo argomento contiene 185 risposte, ha 5 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Ilmarien 4 anni, 9 mesi fa.

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  • #6578
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    Jared non aveva problemini a girare per Stormwind, era orgoglioso di come la gente stava ricostruendo di nuovo anche se non avrebbe dimenticato neanche a Gnomeregan dimenticavano.

    “non molto in realtà, anche se resta troppo la guerra contro l’orda era stata orribile ed ogni morte da entrambe le parti fu davvero futile, uno spreco inutile e le famiglie non avevano neanche il piccolo conforto di un sacrificio necessario “ma ho visto abbastanza da conoscerli, sono esploratore e sabotatore”

    Le parole dell’elfa stonavano così tanto uscendo sala sua bocca, cosa aveva provocato quell’odio? *ed i miei genitori odiano come lei?*.

    “ma quelli che ho affrontato non erano come quel troll, c’è qualcosa che puzza ma non io non so niente di magia “

    Sorrise quando lei si allontanò “non credo di potermi stancare di sentire la su voce” ma poi chiuse di scatto la bocca *e questa da dove viene?Jehenna si rotolerebbe dalle risate se l’avesse sentita *

    #6579
     Elan 
    Partecipante

    – LA CACCIATRICE –
    Thaidan sbuffò, si rendeva conto che la Cacciatrice aveva ragione, ma doveva essere estremamente stufo.
    “Preferirei sgranocchiare qualche osso di non morto, sinceramente. Loro, e le loro trovate infernali!” la sua voce si era fatta più bassa, nervosa. Stava ringhiando, e aveva anche rizzato il pelo come se avesse avuto un nemico proprio davanti agli occhi in quel momento.

    “Sai contro chi dovremo fare una guerra? Contro di loro! Epurarli dalla faccia di Azeroth, imprigionare quella loro maledetta Regina Banshee oppure distruggerla completamente! Sono certo che è sua la causa di tutto questo!”
    Non che fosse vero.
    Sylvanas Windrunner era sparita dopo che il Re dei Lich era stato sconfitto, nessuno aveva più avuto sue notizie, ed era proprio per questo che i Forsaken avevano iniziato a compiere quegli strani attacchi, tanto da essere allontanati dall’Orda stessa. Le parole di Thaidan erano dettate dalla furia per quello che gli era successo, e le sue emozioni erano probabilmente accentuate dalla sua forma animalesca: stava prendendo sempre di più il carattere della bestia che lo ospitava, perdendo lentamente l’umanità.

    – GAHAIN –
    Il clima scherzoso era l’ideale per quel viaggio. Quello strano e male assortito gruppo era partito nel migliore dei modi, con le risate sulle labbra che sembravano in grado di appianare tutte le differenze tra razze e tra fazioni.
    L’odio che aveva spinto Orchi e Draenei a massacrarsi a vicenda sembrava solo un lontano ricordo, e persino il paesaggio un poco desolato di Darkshore sembrava illuminarsi, man mano che si avvicinavano alla rigogliosa Ashenvale.

    Nathaniel scrutava pensieroso gli alberi, come se si aspettasse qualche nemico pronto a colpirli all’improvviso, ma alla risposta di Gahain scosse la testa.
    “No, non sto pensando ad una trappola. Non sarebbero venuti ad Exodar, avremo potuto chiamare le guardie in qualsiasi momento e i loro piani sarebbero andati in fumo. Inoltre, non siamo persone importanti nell’Alleanza, non saremo valsi particolari riscatti, o cose del genere.”
    Il paladino era obiettivo, come se stesse semplicemente ragionando ad alta voce.
    “Solo… questa cosa degli elementi che funzionano male mi preoccupa. Se il pianeta diventa instabile, potrebbe succedere la stessa cosa che è accaduta su Draenor…”
    Lasciò la frase in sospeso, ma Gahain sapeva bene cosa intendeva dire: un pianeta morto, arido, distrutto nelle sue stesse fondamenta… una cosa che nessuno di loro avrebbe mai voluto rivedere.

    – JARED –
    Alliria fece una smorfia a quelle parole, come se non avesse apprezzato di venire contraddetta nei riguardi del troll. I suoi occhi si scurirono, sembrò come se una nuvola di tempesta avesse coperto la luna.
    “Non ti fidare mai di quei mostri.” la sua voce era bassa, non lo stava più guardando adesso, come se non stesse nemmeno parlando con lui.
    “Ricordati cosa hanno fatto gli orchi! Hanno stretto patti con i demoni per avere più potere… non mi stupirebbe che quella… cosa… fosse un esperimento del genere…”
    Scosse la testa, sembrava odiare l’Orda con tutto il cuore e Jared non riusciva a capirne il motivo.

    Prima che sorgessero le nuove isole e ci fossero nuovi territori da conquistare, in fondo, tutto era andato piuttosto bene. Orda e Alleanza avevano persino collaborato per sconfiggere il perfido Re dei Lich e probabilmente se non fosse stato per quell’alleanza il folle paladino decaduto avrebbe ancora avuto la possibilità di espandere la sua Piaga per tutto Azeroth.

    Ma alle ultime parole del guerriero, un sorriso illuminò di nuovo quel volto delicato, i suoi occhi si schiarirono, e la Luna tornò di nuovo a brillare in essi.
    Lo osservò per un lungo istante, prima di sorridere di nuovo.
    “Venite alla taverna Lo Scoiattolo Dimenticato, questa sera. Canterò per voi, se vi farà piacere.”
    Non aggiunse altro, e semplicemente si allontanò, lasciandolo in mezzo alla strada.

    #6581
     Meeme 
    Partecipante

    “La Regina delle Banshee desiderava solo uccidere chi l’aveva uccisa…” Thaidan iniziava a mostrare preoccupanti segni di furia, la Cacciatrice controllò gli occhi e con naturalezza prese a giocare con una delle sue frecce, quella con del sonnifero per la precisione in caso il druidi iniziasse ad impazzire.
    “E per la colpa di pochi bisogna punire tutti? Questo è il modo di affrontare un problema? Un genocidio totale?” Scoprì i denti schifata dalla prospettiva.

    C’erano molte fazioni, anche tra gli Elfi del Sangue era così, sterminare una razza non era accettabile ai suoi occhi. Stava ancora lottando contro il disgusto di se stessa per quello che era accaduto in passato e non poteva accettare come unica soluzione uno sterminio totale.
    “Spero per te che Virion trovi presto una cura, la pazzia ti sta divorando il cervello se pensi sul serio queste cose.” Era pur sempre il fratello di Alliria.
    “Voi Elfi della Notte non avete mai sbagliato? Pensa se avessero avuto il potere di sterminarvi tutti per la colpa di uno solo di voi e ragiona su questo prima di parlare.”

    Era stanca di tutto quel odio, di quella guerra, di quel dolore…
    “Io non sono la persona più adatta con cui conversare, meglio se torni dai tuoi amici druidi. Cerca Hamuul Runetotem, come ti ho detto, e vedi se ti può aiutare.” Lei era uno scorpione velenoso, la persona meno adatta a parlare con qualcuno, soprattutto qualcuno così pieno di rancore…

    #6582
     Ilmarien 
    Partecipante

    Gahain fu sollevato quando raggiunsero Ashenvale, il deserto, o comunque le zone particolarmente aride, gli erano fin troppo familiari, ed erano legate a brutti ricordi, specialmente mentre viaggiava con due orchi. Gli alberi invece erano una delle prime cose che aveva imparato ad apprezzare di Azeroth, così come l’odore del muschio e il lontano scroscio dei ruscelli nelle foreste. I suoi sensi restavano comunque all’erta, ma la frescura degli alberi era decisamente più piacevole. Ascoltò con attenzione le parole di Nathaniel e replicò: “Si, le implicazioni sono senza dubbio preoccupanti, infatti è per quello che ho tanto insistito sul coinvolgimento di Velen, se c’è qualcuno che è disposto a fare qualcosa è proprio lui. E nel caso Urok avesse torto e il problema non fosse all’Albero del Mondo o ai suoi Santuari, dovremo comunque scoprirne la causa…” concluse tra sé.

    #6583
     Elan 
    Partecipante

    – LA CACCIATRICE –
    Gli occhi di Thaidan erano normali, la sua furia non dipendeva dalla pazzia di cui aveva parlato Hamuul. Era solo una furia cieca per ciò che gli era successo, per ciò a cui era stato sottoposto per invertire il processo e, probabilmente, per tutto il tempo che stava perdendo senza poter vedere il mondo al di fuori di Moonglade.
    “Sono abomini, Cacciatrice!” ringhiò con rabbia. Credeva veramente a quello che diceva. “Mostri che non dovrebbero nemmeno essere in vita! Orda, Alleanza, quelle sono solo cavolate… ma quegli esseri erano creature già morte! E’ solo grazie a della magia blasfema che camminano ancora su Azeroth, e ogni loro passo contamina sempre di più il nostro suolo!”

    Il suo ringhio divenne più intenso quando lei accusò gli Elfi della Notte, e si alzò sulle quattro zampe, imitato da Humar che si pose in difesa della sua padrona.
    Il leone nero era irrequieto, Thaidan gli stava simpatico, ma tra i due avrebbe sempre preferito l’Elfa del Sangue.
    “La mia razza ha sempre cercato di rimediare ai danni fatti da altri! Quando il pozzo dell’eternità è stato distrutto, sono stati i maghi a cercare di sfruttarne il potere! I maghi che poi sono diventati gli Quel’Dorei! I vostri maghi!”
    Non c’era bisogno di quella lezione di storia. I Quel’Dorei avevano devastato il Pozzo dell’Eternità, e poi erano diventati Sin’Dorei quando il Pozzo Solare era stato a sua volta distrutto e contaminato da Arthas.

    “Ti lascio ai tuoi affari, Cacciatrice.” concluse, dicendo quell’ultima parola con un certo spregio, questa volta. “Andrò dal tuo druido. Magari saranno le sue le dita che staccherò, anziché quelle di Virion.”

    – GAHAIN –
    Nathaniel annuì pensieroso, quella situazione poteva rivelarsi tragica se fosse stata lasciata incontrollata a se stessa.
    “Spero che Velen venga lasciato libero di agire come ritiene giusto. Non è solo il nostro leader, deve rispondere a Re Varian adesso, che sembra fare fin troppo affidamento su di lui.” sospirò. “Se ci fosse ancora un Triumvirato, come quando vivevamo su Argus, forse riuscirebbe a gestire la situazione diversamente.”
    C’era una punta di tristezza nella sua voce.
    Gahain non aveva mai vissuto su Argus, ma sapeva come veniva amministrata la giustizia a quei tempi: Velen, insieme a Kil’Jaden e Archimonde, erano i più saggi tra loro, ed ogni Eredar si affidava a loro con la più totale fiducia.
    Se solo Sargeras non fosse mai giunto su quel pianeta…

    “Ehy, voi due!” fu la voce di Sumyno a strapparlo da quei pensieri tristi. L’Orchessa si era voltata, e li stava affrontando con entrambe le mani sui fianchi. “Ho capito che siete lenti, ma qui esageriamo! Se continuate di questo passo, ci impiegheremo delle Ere a raggiungere Hyjal!”
    Ormai erano arrivati ad Ashenvale, ma non potevano stare più tranquilli: avrebbero dovuto fare il giro largo, e passare ben distanti da Astranaar, l’avamposto dell’Alleanza di quella zona. Lì i conflitti erano più che mai accesi, e sarebbe bastato un attimo perché Sumyno e Urok venissero attaccati.

    Impiegarono il resto della giornata, ma prima di sera raggiunsero Ravenwood, l’ultima zona sicura prima di addentrarsi nelle profondità infette di Felwood.
    “Ci accamperemo tra gli alberi, per stanotte.” propose Urok, facendo fermare il grosso lupo nero con cui viaggiava. “Domani ci aspetta la parte più difficile del viaggio, Felwood non deve essere preso alla leggera, troppi demoni lo abitano ancora indisturbati.”

    #6584
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    Che odio intenso era nascosto in quella visione celestiale, Jared temeva che sarebbe servito qualcosa di davvero estremo per scalzare quell’estremismo, non c’è una buona dose di cautela non fosse ben più di un comportamento intelligente.

    “no, non mi fido” e non lo faceva, dopo tutto quello che gli orchi avevano fatto, ma le due fazioni dovevano davvero trovare come convivere pacificamente quando non erano minacciate entrambe da qualcosa di molto grosso od alla lunga non sarà il prossimo re dei lich a distruggere tutto.

    ci sarò“.

    Ed ora doveva di nuovo trovare qualcosa da dare, riprese il suo giro per le strade di Stormwind ancor più pensieroso di prima e quella minaccia incombente…

    #6585
     Meeme 
    Partecipante

    L’Elfa del Sangue rise, una risata folle ed inquietante.
    “Ho combattuto il Flagello, Thaidan e questi Forsaken hanno qualcosa che tu forse non possiedi più. Hanno una morale e la libertà di scelta. Abomini li chiami? Loro possono scegliere come sfruttare la loro nuova vita, chi ti credi di essere per poterli giudicare come se tutti loro fossero dei mostri! E se fossero tornati indietro per avere una seconda possibilità? Ci hai mai pensato?” Thaidan era uguale a sua sorella, fingeva di comportarsi in modo diverso, ma ragionava come lei.
    “Continuate pure a giudicare tutte le razze per le colpe di pochi, prima o poi dovrete scendere dal vostro piedistallo e confrontarvi con problemi ben più gravi di stupide rivalità ed odio.” Incoccò la freccia puntandola contro l’occhio del druido.

    “Sei solo un fanatico che finge di mostrarsi gentile, raccontami ancora la storiella del Pozzo dell’Eternità, l’ho ascoltata così tante volte da farmi venire il voltastomaco. Ripetete sempre le stesse idiozie e quando qualcuno vi ricorda il vostro caro Illidan, tutti a negare che sia un Elfo della Notte. Se dovessimo giudicarvi per le sue azioni, secondo la tua logica deviata, solo il genocidio potrebbe essere la soluzione ai vostri peccati.” Digrignò i denti ed anche Humar fece lo stesso.
    “Aggredisci il druido che mi accompagna e ti squarterò come la bestia che sei diventato! Sei come tua sorella, vivi di assoluti ed odio!” E lui credeva davvero di essere diverso da Alliria?

    “Addio, Thaidan. Io farò qualcosa di concreto per questo mondo devastato mentre tu continuerai a frignare per la tua triste situazione!” Sperò davvero di non rivederlo mai più, né lui, né Alliria; non meritava altro che disprezzo dopo quello che aveva detto. Era però pericoloso lasciarlo andare via in quelle condizioni così fece partire la freccia soporifera stendendolo prima che potesse allontanarsi. Lo caricò su Humar per riportarlo dai druidi e farlo calmare e già che c’era recuperò la freccia con il suo sangue per Hamuul. “Sacche di carne…” pensò scuotendo il viso mascherato. “Non impareranno mai…”

    #6586
     Ilmarien 
    Partecipante

    “Il Triumvirato purtroppo non è finito bene neanche quello. Per via di Sargeras, d’accordo, ma non me la sento di incolpare solo lui: Archimonde e Kil’Jaden sono egualmente colpevoli di aver ceduto alla corruzione. Onestamente, è inutile piangere sul passato: dobbiamo guardare al futuro e trovare un modo di governarci insieme alle altre razze piuttosto che separatamente. Viviamo tutti su questo pianeta, dovremo lavorare insieme per impedirne la distruzione” concluse convinto.
    Sumyno li riportò alla realtà, e con un sorriso accelerò il passo per ricongiungersi agli altri. Quando fu il momento di accamparsi disse: “Buona idea, non sappiamo cosa ci attenda nelle profondità di Felwood. Facciamo turni di guardia? Va bene che siamo ancora in una zona sicura, ma non si sa mai…Io faccio il primo, Sumyno, mi fai compagnia?” chiese mentre iniziava a preparare la cena.

    #6587
     Elan 
    Partecipante

    – LA CACCIATRICE –
    Thaidan non le rispose nemmeno, non la degnò di altri sguardi e si allontanò con tutto il pelo irto per la furia. Doveva aver sentito quelle accuse un milione di volte e altrettanto spesso doveva aver risposto con la storia del pozzo dell’Eternità.
    Non era nulla di nuovo, nulla che sarebbe mai potuto cambiare.

    Ma quando la Cacciatrice lo colpì con la freccia si voltò per un attimo, stupito, prima di collassare al suolo con un ultimo ruggito.
    L’Elfa del Sangue si sarebbe aspettata di venire imprigionata per quello, aveva sfoderato le armi in un luogo che molti druidi consideravano sacro, ma sorprendentemente nessuno le si avvicinò, e lei poté raggiungere indisturbata la città insieme al suo carico.

    Ci mise un po’ a trovare Hamuul, intento a parlre animatamente con una Worgen. Il muso canino di lei era sereno, aveva il manto marrone e gli occhi verdi come due smeraldi. Quando però la videro, e videro il suo carico a dir poco singolare, la Worgen alzò una mano e dei viticci bloccarono sia lei che Humar sul posto.
    Il suo sguardo si era incupito, e persino Hamuul era perplesso.
    “Vorrei una spiegazione per quanto vedo, Elfa.” la voce della druida non era irata, sembrava calma, razionale, solo incuriosita. L’incantesimo che la bloccava era stata una precauzione, ma non le stava facendo del male.
    “Cosa è accaduto a fratello Thaidan?”
    Ai suoi occhi sembrava una normalissima pantera, ora che era addormentato, ma probabilmente i druidi erano in grado di vedere oltre la forma animale in cui era imprigionato.

    – GAHAIN –
    Nathaniel aveva annuito pensieroso, lo sguardo distante, ma anche lui aveva sorriso quando Sumyno li aveva rimproverati, e si era messo di buon passo dietro al resto del gruppo.

    “La strada di Felwood è ancora piuttosto rischiosa.” spiegò Urok, mentre accendeva il fuoco per l’accampamento. A Gahain non sfuggì il fatto che avesse evitato di usare i propri poteri shamanici, come se preferisse risparmiarli per momenti più importanti. In altre occasioni, nessuno di loro si sarebbe posto nemmeno il problema. Ma, in quel momento, quella scelta più rozza sembrava la migliore che potessero fare.
    “Da quando Azeroth ha iniziato a tremare e cambiare, è successo qualcosa anche lì. E’ come se fosse… esplosa una sacca di veleno, o qualcosa del genere: tutti i laghi e i fiumi ne sono stati contaminati, e sarà buona cosa tenercene alla larga se non vogliamo rischiare di fare una brutta fine.”
    Divisero altre Crepes, e Sumyno si occupò di cucinare la carne che aveva cacciato quel pomeriggio stesso.
    “La parte più difficile sarà attraversare Jaedenar. I demoni che vivono lì una volta erano contenuti, ma i sigilli si sono spaccati e adesso è facile vederli attraversare tutta la regione.” spiegò ancora il grosso orco con un sospiro. “Sarà meglio essere il più riposati possibile per affrontarli.”

    Sumyno si stiracchiò, e alla proposta del Draenei annuì. “Vedi di non approfittare del fatto che siamo in due, e addormentarti come un Tabulk! Non ho intenzione di fare il turno anche al posto tuo, e se ti addormenti ti assicuro che ti prenderò a calci finché non ti svegli!” rise di nuovo, e anche Urok sorrise, doveva essere un modo tipico di scherzare per gli orchi.

    – JARED –
    Quando Alliria si allontanò da lui, Jared ebbe l’impressione che il mondo fosse diventato più grigio e spento, come se fosse stata lei ad illuminarlo e renderlo più bello fino ad un attimo prima.
    Un poco stordito, il guerriero decise di approfittare di quelle ore per prepararsi al viaggio del giorno successivo: non sapeva cosa gli sarebbe servito, in realtà non sapeva nemmeno cosa aspettarsi, ma era un guerriero ed in qualche modo sarebbe stato pronto a tutto.
    Affilò la spada e fece lucidare l’armatura e lo scudo. Tutto doveva essere perfetto e privo del minimo difetto, perché qualsiasi nemico avessero trovato avrebbe approfittato di ogni sua debolezza per sconfiggerlo.

    Furono attività che gli impiegarono l’intera giornata, e almeno per quelle ore riuscì a non pensare troppo. Avrebbe seguito gli ordini, come sempre.
    In fondo, anche se gli aveva fatto correre un brivido di paura lungo la schiena, Marelli sembrava un condottiero determinato: di certo Re Varian non si sarebbe fidato di lei se fosse stato il contrario. Certo le parole di Alliria avevano instillato in lui il dubbio, ma anche l’Elfa della Notte la seguiva, pur sembrando non avere altra scelta.
    Era pronto a partire quando giunse sera.
    Lo Scoiattolo Dimenticato era una locanda situata nel quartiere dei Maghi, al confine col piccolo boschetto sacro che i druidi avevano piantato all’interno della città. Jared non vi si era mai recato, e rimase incantato vedendo quanto fosse un paesaggio da sogno.
    Tanti piccoli globi luminosi erano sospesi in aria, sicuramente alimentati dalla magia della Torre che sorgeva poco distante, e persino le foglie degli alberi sembravano risplendere di un verde talmente brillante da far pensare che fossero piccole lanterne.

    In quello scenario paradisiaco, sentì la musica ancora prima di entrare in locanda. Era un canto dolce, la voce di Alliria era eterea proprio come la sua figura. Aprendo la porta, Jared la vide immersa nella luce della luna, splendida, in un abito argentato che la faceva assomigliare ad Elune in persona.
    I suoi capelli erano decorati con fili di perline che strappavano riflessi delicati ogni volta che si muoveva, e aveva gli occhi chiusi mentre cantava.
    Non che lui capisse una sola parola: doveva essere una canzone nella lingua degli Elfi della Notte, ma quelle note dolci gli facevano vibrare l’anima come se potessero risveglire ricordi ancestrali da tempo sopiti.
    La taverna era piena di uomini, tutti assorti a guardare quella figura celestiale, ma quando lui entrò per un istante Alliria aprì gli occhi e, tra tutti, sorrise unicamente a lui.

    #6588
     Meeme 
    Partecipante

    La Cacciatrice recuperò il coltello legato sul polpaccio per tagliare i viticci e liberare se stessa ed Humar. Era già stanca di quel posto e della gente che lo frequentava. “La spiegazione la puoi avere anche senza imprigionarmi, Worgen…” Rispose velenosa calcando bene il disprezzo sulla parola “worgen”, giusto per farle capire che la sua reazione eccessiva era stata una vera sciocchezza. Era bello doversi sentire giudicata perché elfa, worgen o altro?

    “Conosco Thaidan, ho viaggiato con lui, Virion può confermalo, so che è qui ad aiutare con l’antidoto.” Continuò togliendosi di dosso quella robaccia. “Se fosse svenuto e lo stessi portando da voi è questa l’accoglienza che riservate ai non druidi, vero?” Era schifata dal gesto della worgen, stufa di dover sempre combattere con quelle sacche di carne anche in ambiente neutrale.
    “Thaidan è una testa calda, abbiamo avuto una conversazione accesa ed ha minacciato di staccare le dita ad Hamuul, l’ho sedato e l’ho portato da voi così potrete aiutarlo a darsi una calmata.” Rispose sincera.
    “Speravo potessi aiutarlo, Hamuul, un parere diverso sul veleno che lo ha costretto in forma animale forse poteva essere utile, ma non merita il tuo tempo.” Scaricò il corpo addormentato dell’Elfo della Notte in terra e poi fece spallucce.
    “Vi lascio ai vostri affari, me ne vado a Nord, ti aspetto domani mattina sulla strada principale, Hamuul così possiamo proseguire.”

    Lei non avrebbe passato un minuti di più in quel posto pieno di sacche di carne e non le importava nemmeno di rivedere Virion. Aspettò il consenso del suo compagno di viaggio prima di incamminarsi con Humar lontano dalla civiltà.

    #6591
     Ilmarien 
    Partecipante

    “Va bene, cerchiamo però di evitare conflitti prolungati. Uccidere demoni è cosa buona e giusta, ma abbiamo comunque una certa fretta di arrivare al Monte Hyjal, cerchiamo di tirar dritto, a meno che ovviamente non ci sia gente che ha bisogno di aiuto” disse Gahain rispondendo a Urok. Quando Sumyno gli disse che lo avrebbe preso a calci rimase interdetto per qualche secondo, poi scoppiò a ridere all’assurdità della scena. “Non preoccuparti, non farò il Talbuk, e se anche talbuccassi di do il permesso di detalbuccarmi” disse sprecando neologismi “poi non c’è pericolo, non posso addormentarmi con i miei fedeli biscotti di cioccolata, compagni di mille veglie notturne, al mio fianco” e ne estrasse uno dalla borsa con un gesto comicamente plateale, come se fosse chissà quale oggetto arcano. Una volta che rimase da solo con Sumyno, le offrì un biscotto e chiese: “Cosa ne pensi di tutta questa faccenda?”

    #6596
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    Jared rimase interdetto dall’effetto che l’allontanamento di Alliria ebbe su di lui, non era mai successo prima, dev’esere una cosa da elfi, cercò di razionalizzare, lui si trovava meglio quando riusciva a trovare motivi logici alle cose.

    Fortunatamente preparare l’equipaggiamento al probabilmente lungo viaggio che l’attendeva tenette ben occupata la sua mente, insieme a qualche idea su come sviluppare quel sistema di purificazione dell’acqua che sarebbe stato utili su una nave.

    Infine giunse l’ora di raggiungere la locanda indicata da Alliria, era davvero curioso di sentirla cantare, di sapere se il suo canto era davvero divino come il resto di lei, pensarla così un pò turbava Jared, l’elfa aveva degli scatti e comportamenti che non riusciva a comprendere, comprendere non era però il termine adatto, da quei pochi minuti insieme Alliria sembrava avere due personalità completamente diverse.

    Lo Scoiattolo Dimenticato era come un sogno, un paesaggio fantasmagorico alimentato dalla magia, sembrava uno sforzo un pò eccessivo per una locanda, ma di nuovo, Jared non sapeva niente di magia e forse cose del genere erano piccolezze assai comuni per gli incantatori.
    Ma ancor più splendido delle luci era il canto melodioso, il canto di Alliria immersa nella luce della luna che così sembrava fatta solo per baciare il suo corpo *è un elfa nella Notte*.

    Non comprendeva le parole, ma riusciva comunque a toccare qualcosa di nascosto, chissà se un umano poteva imparare quella lingua così…. musicale? celestiale? sublime? tutto quello probabilmente.
    *Ha sorriso a me? a me? ma… ma… wow, va bene questa dev’essere la personalità dolce e carina* non poté evitare di sorridere a sua volta, in effetti neanche provò ad evitarlo, cercò un posto libero per avvicinarsi a lei. Pensava comunque che avrebbe dovuto fare attenzione, molta attenzione, era come avvicinarsi ad una fiamma che arde in una notte gelida, non tutto quel che brilla è oro *cosa dicevano i nani sull’oro e gli elfi?* ma anche non tutto quel che oro brilla.

    #6608
     Elan 
    Partecipante

    – LA CACCIATRICE –
    La Worgen guardò perplessa la Cacciatrice, non ebbe alcuna reazione quando si liberò dai viticci che la tenevano bloccata, e fermò alcune guardie che si erano avvicinate.
    “Grazie per aver riportato fratello Thaidan. La rabbia cova ancora incontrollata nel suo cuore, e non riusciamo a sedarla, proprio come non riusciamo a riportarlo alla sua forma normale.” spiegò, avvicinandosi e appoggiando una mano sulla fronte dell’Elfo della Notte.

    Non si era giustificata per averla imprigionata, e guardò Hamuul per un attimo.
    “Questo era il druido di cui ti stavo parlando.” spiegò sintetica. Non c’era astio nel suo sguardo, anche se appartenevano a due fazioni opposte.
    Il Tauren annuì, ma scrollò le grosse spalle in un gesto dispiaciuto.
    “Non posso dedicarmi a lui, Grande Druida. Altri affari mi portano a nord, ad Hyjal.”
    La Worgen annuì con un sospiro rassegnato e tornò ad occuparsi dell’Elfo della Notte svenuto.

    Hamuul invece si avvicinò alla Cacciatrice.
    “Speravo avremo avuto qualche aiuto a Moonglade, i nostri Ippogrifi sono in grado di raggiungere Hyjal in poche ore, ma sono impegnati in altro. Dovremo fare la strada alla buona vecchia maniera.”
    Il Tauren non sembrava scosso da quello che era successo, e non accennò a Thaidan o ad altro.
    “Sulla strada per Hyjal, a un paio di chilometri da qui c’è una caverna. Puoi aspettarmi lì, è riparata e sicura. Ti raggiungerò domattina all’alba, così non perderemo altro tempo.” la voce del Tauren era forte, ma c’era una nota di delusione anche se l’Elfa del Sangue era certa che non fosse stata causata da lei.

    – GAHAIN –
    L’Orchessa assaggiò il biscotto un poco guardinga, e fece una faccia buffa e stupita quando sentì quanto dolce fosse.
    Lo mangiò di gusto, finendo per imbriciolarsi tutte le dita e con la bocca talmente impastata che le ci volle qualche minuto per riuscire a rispondergli.
    “Ma come vi siete inventati una cosa tanto dolce??” domanò stupita.

    Alla sua domanda però scosse le spalle.
    “Questo pianeta è sempre stato pieno di problemi, da che ricordi. Questo sembra un problema particolarmente… problematico… ma sono sicura che riusciremo a risolverlo! Bisogna partire ottimisti, altrimenti si è già ad un passo dal fallimento.”
    Lo guardò attentamente, alzandosi per stiracchiarsi un poco. Sembrava una fonte inesauribile di energie, come se fosse potuta partire a cacciare di nuovo anche in quel momento.

    “Io non riesco a percepire questa differenza.” spiegò alla fine, dopo averlo guardato a lungo, come a studiarlo. “Ma ho visto il viso di zio Urok quando ha iniziato a perdere il controllo sugli elementi. La prima volta è sembrato come che qualcuno l’avesese pugnalato al cuore.”
    In effetti, la sensazione di abbandono era tale che la descrizione era più che azzeccata.
    “E io non sopporto chi fa del male a mio zio.” lo guardò torva, come se gli stesse lanciando una leggera minaccia. “Quindi per me c’è solo una cosa da fare. Trovare qualsiasi cosa stia succedendo, e metterla a posto. Malattia, maledizione, cattivone brutto grosso e puzzolente… non c’è un problema a cui non si possa trovare un rimedio estremamente efficace!”

    – JARED –
    Il canto dell’Elfa della Notte andò avanti ancora per ore ed ore, come se lei potesse cantare tutta la notte senza problemi. L’umano aveva sentito delle storie sulla bellezza ultraterrena di quelle creature, che avevano un legame particolare con la Dea Luna, ma non avrebbe mai pensato che quelle storie corrispondessero a realtà.
    Alliria era assorta nel suo canto, ma Jared ci mise poco a notare che sorrideva ad ogni nuovo avventore che entrava nella locanda, proprio come aveva sorriso a lui. Eppure non gli importava, perché sembrava che il mondo fosse più luminoso solo quando lei sorrideva.

    La notte passò così, forse una delle più serene che Jared potesse ricordare, e la mattina si risvegliò trovandosi addormentato ad un tavolo di quella stessa locanda. Doveva essersi addormentato di botto, senza nemmeno accorgersene.
    Per fortuna non era in ritardo per la chiamata, ma fece comunque una lunga corsa fino al porto per evitare di arrivare in ritardo.

    Salì sulla nave che li avrebbe ospitati, la King’s Wrath, senza troppe cerimonie e lì riconobbe Alliria, ed un altro paio di soldati con cui aveva bevuto di tanto in tanto. Tutti erano intenti ad osservare la figura ferma e glaciale di Marelli, che li osservava con quel suo sguardo deciso.
    “La missione che stiamo per intraprendere potrebbe portarci ad affrontare le minacce più disparate.” iniziò, una volta assicurata che tutti fossero presenti. “Viaggeremo verso il Monte Hyjal. Pare che una strana follia si sia generata nei druidi che risiedono in quella terra, una follia che li costringe in forma animale, prima di farli consumare lentamente e ridurli infine letteralmente in cenere. Il nostro obiettivo è catturare quanti più di questi individui possibile, isolarli e sedarli in modo da renderli inoffensivi. Ucciderli deve essere la nostra ultima risorsa.”
    La sua voce era ferma, ma si preoccupava della vita dei suoi avversari molto più di quanto non avrebbe dato da pensare.
    “Potremo dover affrontare creature molto più pericolose di quelle che abbiate mai visto. Se qualcuno vuole tirarsi indietro, questo è il momento di farlo.”

    Uno degli altri soldati fece un passo indietro, incerto come se gli tremassero le gambe, e la Draenei fece un gesto secco con il viso. Due guardie afferrarono l’uomo per le braccia, portandolo via dalla nave prima che potesse cadere a terra.
    “Ci sono domande?” domandò infine, scrutando i voldi di ognuno come se stesse scrutando nelle profondità del loro animo.

    #6611
     Meeme 
    Partecipante

    Hamuul sembrava davvero dispiaciuto di non poter aiutare l’altra druida, Thaidan forse non meritava l’aiuto del Tauren, ma anche ad uno stupido come lui serviva un po’ di speranza, speranza che il giovane druido poteva dargli. La Cacciatrice sospirò come se avesse preso una difficile decisione e poi si rivolse direttamente al suo compagno di viaggio.
    “Se puoi aiutarlo dovresti farlo. Questa rabbia gli annebbia la mente, rischia di farsi ammazzare se continua a comportarsi in modo tanto violento.” La worgen era rassegnata per la sorte dell’Elfo della Notte ed era palese che sperasse nella collaborazione di Hamuul.

    “Posso raggiungere da sola Hyjal.” sussurrò con quella voce arrocchita.
    “Immagino tu abbia un contatto lì a cui potrei rivolgermi per dare una mano una volta arrivata.” Era abituata a viaggiare con l’unica compagnia di Humar. “Se qui puoi fare la differenza, per Thaidan e per coloro che sono stati colpiti da questo veleno, dovresti restare…” Era seria mentre diceva quelle cose, lei poteva riposare poche ore e rimettersi subito in viaggio, mentre il Tauren sembrava ancora un po’ provato dalla fatica.

    “Lasciami un animale guida che possa indicarmi la strada, prenditi cura di Thaidan ed anche di te stesso.” La luce era sbagliata in quel luogo di pace per quelle come lei e nel profondo sentiva che lasciare indietro il giovane Tauren era la cosa giusta da fare, per Thaidan e per la speranza di un antidoto, era il suo istinto a darle quella consapevolezza animale e voleva ascoltarlo anche questa volta.

    #6612
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    Il canto di Alliria era quasi ipntico e tenne lo sguardo di Jared quasi fisso sull’elfa per ore ed ore, mentre ascoltava niente altro aveva davvero significato e si risvegliò senza sapere quando si fosse addormentato.

    *oh titani* pensò mentre correva verso la sua destinazione portandosi dietro il suo equipaggiamento e qualche pezzo che potrebbe risultare utile per creare qualcosa durante il viaggio.

    Arrivvò alla sua meta senza problemi e tirò un sospiro di sollievo, vedendo Aliria, sospiro con cui quasi si strozzò quando il suo sguardo si posò su Marelli, quella draenei faceva davvero pizzicare il suo quinto senso e mezzo, aveva l’impressione che con quel suo sguardo potesse congelarli il sangue spedendo piccoli frammenti di ghiaccio dritti verso il suo cuore, che sensazione strana e fastidiosa.

    *creature pericolose, catturare druidi impazziti bloccati in forma animale, oh la gioia* pensò Jared ma la sua mente stava già lavorando su come farlo, immaginava che avessero già tutto pronto da manette a celle di isolamento, di certo non si erano limitati a portare delle gabbie *forse mi permetteranno di vedere cosa hanno, voglio essere pronto ad usarlo*.

    E quello sguardò si poso di nuovo su Jared, forse non lui specificatamente, ma dava prorpio quell’impressione e sembrava uno di quei quadri inquetanti con gli occhi che danno l’illusione di seguirti.

    e cosa useremo per catturarli e tenerli separati?“.

    #6614
     Ilmarien 
    Partecipante

    “Per schifare gli orchi, ovviamente, quando attaccavano i nostri campi nel Draenor li allontanavamo lanciando loro contro scatole di biscotti di cioccolata. Alcune tribù del Draenor cuocevano questi biscotti in formato gigante che poi lanciavano come dischi o rompevano sulle teste degli orchi più zucconi” rispose Gahain con il tono didascalico di chi spiega una grande verità. Quando il discorso si fece serio, lui disse: “Si, immagino che si possa dire così: noi Draenei siamo per natura più pessimisti, dopotutto abbiamo visto e vissuto in prima persona cosa succede quando questi ‘problemi’” e fece il segno delle virgolette con le mani “… sfuggono di mano e l’intero mondo viene distrutto, come se non fosse mai esistito…” lasciò la frase in sospeso, guardando le fiamme mentre era perso nei ricordi dell’esodo.

    Quando lei parlò della reazione di Urok si riscosse e replicò: “Si, immagino che non sia stato bello accorgersene, per me in realtà…” si interruppe un istante, incerto se rivelare o meno la cosa all’orchessa. Risolse di rivelare la cosa, dopotutto era meglio che l’orchessa si fidasse si lui, per cui dopo un momento di riflessione proseguì: “Per me in realtà è stato a lungo un problema: non so se hai notato, ma tendo ad essere… emotivo… per non dire incauto rispetto alla maggior parte dei miei simili, soprattutto rispetto agli altri shamani” disse con molta autocritica. “In poche parole, ho tendenza a usare le mie emozioni per scatenare le mie abilità: ha i suoi pregi in combattimento, ma tende in generale ad essere un pochino imprevedibile…” spiegò in tono serio, scandendo le parole come se facesse fatica ad esprimere il concetto: poi di colpo la sua voce tornò normale e proseguì in tono scherzoso “Quindi quando è successo non mi sono nemmeno posto il problema che fosse qualcosa di legato all’equilibrio di Azeroth o men che meno all’Albero del Mondo, pensavo di essere io che come al solito non riuscivo a controllare i miei poteri” disse ridendosi dietro.

    “Comunque ti capisco” disse quando lei parlò del bisogno che sentiva di proteggere suo zio “in un certo senso per me è lo stesso, sento il bisogno di… ‘rimediare’” e fece nuovamente il segno delle virgolette con le mani “chiunque rechi danno a Exodar, qualsiasi cosa pur di evitare ciò che è successo nel Draenor” e concluse serio e torvo, guardandola dritta negli occhi, restituendole la velata minaccia. Nonostante l’occasionale momento serio, Gahain era vagamente intrigato dall’orchessa, dopotutto non aveva mai avuto l’occasione di parlare approfonditamente con una di loro.

    #6629
     Mordoth 
    Partecipante

    Jok’Nay annuì con il dito in bocca come un bimbo, mentre Zatanja gli chiedeva se poteva badare a sè stesso. Aveva raccolto il coltellino da lancio e ci stava giocando con la mano sana.
    Non capiva la perplessità della maga, per lui era del tutto normale quel comportamento. Ma forse aveva altri problemi che lui non sapeva… eh sì, non si sapeva mai tutto dei panni degli altri, per cui accettò l’esasperazione come qualcosa non legato a lui. Meglio non contraddire la femmina!
    “Capisco…” fece alla spiegazione della troll. Quel concilio di maghi non voleva sporcarsi per capire che succedeva e sperava che l’alta marea che sarebbe arrivata non gli bagnasse le piante dei piedi.
    “La punta di un pugnale può essere più letale della lama di uno spadone.” Rispose roteando il piccolo pugnale davanti gli occhi.
    “Prendiamo quello che ci serve e partiamo, capo? O dobbiamo raccattare qualche altra testa pensante?” Chiese non vedendo l’ora di cominciare il viaggio.

    #6630
     Elan 
    Partecipante

    – LA CACCIATRICE –
    Hamuul guardò stupito l’Elfa del Sangue. Non si aspettava quella richiesta, e lei si accorse dal suo sguardo che era combattuto.
    “La strada verso Hyjal non è semplice.” spiegò dopo un po’, non particolarmente convinto. “Compiere quel tragitto da soli potrebbe essere molto rischioso, specie con quello che sta succedendo…”

    Tacque di nuovo, riflettendo, mentre faceva passare lo sguardo tra la Cacciatrice e la Worgen. Alla fine, fece un lungo sospiro come se la decisione gli fosse costata moltissimo.
    Sulla sua spalla, all’improvviso, apparve un bellissimo gufo: era etereo, trasparente, e sembrava che tutta la sua sagoma fosse verde smeraldo, lo stesso colore degli alberi di quella terra incantevole.
    La Sindorei non ne era sicura, ma aveva l’impressione che fosse persino impalpabile, per quanto fosse appoggiato placidamente sulla spalla del Tauren.
    “Il mio spirito guida è un animale nobile e leale. Non l’ho mai affidato a nessuno, ma so che con te sarà in buone mani.”
    La Worgen sembrò stupita, ma annuì a quella decisione.

    “Lui ti guiderà lungo il sentiero giusto. Una volta arrivata ad Hyjal dovrai cercare Choluna. E’ una Tauren, un druido dell’artiglio votata alla difesa di Hyjal.”
    Le fornì una breve descrizione della druida, in modo che potesse riconoscerla, spiegando che comunque il suo animale totem l’avrebbe guidata da lei senza problemi. Quindi le consegnò un piccolo artiglio, più piccolo di una mano, coperto da strane rune che non riusciva a decifrare.
    “Con questo, Choluna capirà che ti ho mandato io.”
    La guardò di nuovo, a lungo, e alla fine le regalò un sorriso grato.
    “Grazie per il tuo aiuto, Cacciatrice. I druidi ti saranno per sempre riconoscenti per il tuo aiuto.”

    – GAHAIN –
    Sumyno rise di gusto al racconto di Gahain sui biscotti, continuando a mangiare di gusto il suo. Sembrava fosse la cosa più buona che avesse mai mangiato.
    “Non avrei mai creduto che voi Draenei foste così buffi!!” esclamò divertita. L’orchessa non sembrava pensare che magari potesse risultare offensiva, o altro. Era stato un commento sincero e spontaneo, forse un po’ troppo sincero e spontaneo.
    “Avete un senso dell’umorismo meraviglioso, e fate delle battute divertentissime!”
    Si bloccò per un istante, col dolce mezzo morsicato ancora in mano, e per un attimo guardò Gahain come se avesse avuto un’illuminazione terribile.
    “Perché… stavi scherzando, vero? Voglio dire, non li usavate veramente come arma!”

    Guardò il biscotto per un attimo, ma quando lui si mise a parlare di Draenor si incupì.
    “Io sono nata ad Azeroth.” spiegò semplicemente. “Gli orchi non sono longevi come voi e molti di noi non ricordano cosa è successo a quel pianeta. Io ne conosco la storia solo grazie ai racconti di mio zio, ma non l’ho mai visitato.”
    Sembrava dispiaciuta, quasi arrabbiata, come se fosse qualcosa che aveva sempre voluto fare, ma non aveva mai ricevuto il permesso per fare.
    Scosse la testa.
    “Gli orchi che hanno vissuto lì in quel periodo sono stati degli stupidi. Hanno portato a morire un pianeta. Ma qui non lasceremo che succedano le stesse cose.”
    Il suo sorriso era deciso. Forse non sapeva cos’era successo realmente, non conosceva tutti i dettagli, ma nei suoi occhi si leggeva una determinazione impossibile da distruggere.

    “Tra gli orchi il tuo carattere sarebbe apprezzatissimo!” esclamò quindi, di nuovo senza pensare troppo a cosa diceva. “Anche per questo non mi piacciono quei vecchiacci noiosi del Kirin Tor. Troppe chiacchiere, troppe riflessioni, poca azione. E tempo che loro finiscono di parlare, parlare e ancora parlare, i problemi potrebbero averci mangiati tutti!”
    Sorrise, come se avesse detto qualcosa di divertente.
    “Io preferisco agire, invece che parlare o piangermi addosso.”
    Diede un altro morso al dolce, come se avesse dimenticato i discorsi di prima di usarli come armi.

    – JARED –
    Lo sguardò di Marelli lo trafisse come una lancia. Sembrava che stesse scandagliando le profondità stesse della sua anima, come se stesse valutando le sue intenzioni. Alla fine annuì.
    “Abbiamo chiesto agli gnomi di costruire delle speciali celle di contenimento. Alcuni sacerdoti, quindi, le hannoo infuse di complicati incantesimi, in grado di sopprimere la magia all’interno delle celle stesse. Il nostro obiettivo è catturare questi druidi vivi. Una volta inseriti in queste celle dovrebbero tornare normali. A quel punto il piano prevede di poterli esaminare in una forma stabile e non rischiosa.”
    Aveva calcato particolarmente l’attenzione sulla parola “vivi”, come se lo ritenesse un dettaglio estremamente importante.

    “Non stiamo andando ad Hyjal per sterminare l’Orda, vorrei che questo fosse chiaro. Il monte è una zona sacra e neutrale, qualsiasi conflitto che possiate aver avuto in passato deve essere dimenticato. Portate rispetto ai druidi, e loro ne porteranno a voi.”
    Il suo tono non ammetteva repliche, ma Jared si accorse che Alliria aveva sbuffato e aveva assunto un’espressione scontrosa, come se non fosse per niente favorevole a quella linea di condotta.

    – JOK’NAY –
    Zatanja lo sguardò a lungo, in silenzio. I suoi occhi erano parecchio dubbiosi, ma sembrava non avere alternative.
    Alla fine sospirò e annuì.
    “Mi auguro che non abbiate tante cose da dover recuperare. Partiremo immediatamente.”
    Lo guardò seria: non stava scherzando e, come a sottolineare quelle parole, le sue mani iniziarono a risplendere di violacea energia arcana.
    Le congiunse, quindi disegnò un cerchio nell’aria, grande abbastanza per contenere due persone.

    Fu istantaneo.
    Davanti ai due troll, si aprì un passaggio: al suo interno, Jok’Nay poteva vedere una foresta, alberi lussureggianti, e persino un lago. Tutto era lattigginoso, opaco, distorto in maniera innaturale, eppure al tempo stesso era concreto… probabilmente si trattava del luogo che avrebbero raggiunto, il famoso Monte Hyjal.

    “Mi dispiace, temo che non avremo tempo per i saluti e i convenevoli. Se avete messaggi da lasciare ai vostri familiari o ai vostri amici, potete riferirmeli: li farò recapitare da un emissario magico, veloce e discreto.”
    Sorrise, ma sembrava nervosa e preoccupata, ed il troll non era sicuro se fosse per la fatica di tenere aperto il portale o per la paura di ciò che li avrebbe attesi dall’altra parte.

    #6632
     Mordoth 
    Partecipante

    Jok’Nay scosse la testa. “Ho tutto con me.” Disse solamente, battendo con una mano la sella del raptor. L’affermazione e il tono con qui era stata detta lasciava trapelare il dubbio che il ladro non avesse un posto dove dover andare a prendere le sue cose.
    Il troll rimase come sempre di stucco al vedere aprire il portale, ma poi fece una smorfia di fastidio sapendo che il suo raptor non gradiva quel metodo di viaggio.
    Si fece serio d’un tratto, una profonda malinconia negli occhi. “Nessun messaggio.” Sibilò, poi tirò un forte pugno in testa al raptor. La bestia accusò il colpo senza cadere a terra stordito, ma lingua già penzolante sembrò uscire ancora di più dalla bocca. “Andiamo Zukko, non fare storie e entra lì dentro!” Intimò con rabbia il troll spingendo il raptor nel portale.
    “Ci vediamo dall’altra parte.” Disse ancora serio e imbronciato alla maga, poi saltò nel portale.

    #6633
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    Prigioni magiche, Jared non poteva farci niente, ma sembrava che fosse tutto pronto *con un pò di fortuna avremo un viaggio noioso.*

    “Sisignora” si limitò a rispondere quelli che aveva combattuto non sembravano mostri furiosi.
    Alliria non sembrava contenta da non poter uccidere quelli dell’orda anche Jared avrebbe avuto motivi per odiarli, ma l’odio non aiutava nessuno ma accecava soltanto.

    “spero facciano altrettanto” mormorò, no, non si fidava dell’Orda ma aveva qualche speranza per una pace stabile fra le due fazioni.

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