Le Terre del Fuoco

Questo argomento contiene 185 risposte, ha 5 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Ilmarien 4 anni, 9 mesi fa.

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  • #6737
     Mordoth 
    Partecipante

    Finalmente si partiva!
    Inizialmente Jok’Nay era preoccupato che abbandonassero la sua collezione in mezzo a quel bosco, ma poi uno dei druidi animò un porta lame che fece rimanere di stucco il troll. In quel momento decise che ne voleva assolutamente uno… ma intanto seguiva placidamente quei bizzarri tipi ancora sani di mente.
    Ogni tanto rallentava volutamente, per farsi pungolare dalle lance e godersi il pizzicorio sulla schiena e i brividini che sentiva andare su e giù.
    La maghetta continuava a blaterare anche era evidente che quelli non volevano starla a sentire. Forse li stavano portando da qualcuno che poteva affrontare una discussione…
    Ehi e quello chi è? Un topolino curioso forse?
    Jok’Nay si girò fulmineamente e lanciò il pungolo che gli avevano lasciato contro l’ombra che li seguiva. Non voleva ucciderla, voleva solo rivelarla.
    “Zitta zuccherino!” Disse a Zatanja. “C’è un imbucato alla festicciola…” a meno che non fosse uno del gruppetto che li scortava.
    Cavoli, ora però era senza lame…

    #6747
     Elan 
    Partecipante

    – LA CACCIATRICE –
    La Cacciatrice attaccò con furia il primo druido, sottomettendolo senza fatica. Era certa di averlo rallentato a sufficienza col veleno, e si scagliò contro la pantera.
    La belva sembrava priva di ogni ragione, una macchina di morte programmata soltanto per massacrare chiunque avesse a portata di mano.
    Balzò contro l’Elfa, cercando di sbilanciarla, ma lei fu più veloce e si scansò, guadagnando secondi preziosi.
    Sentì gli artigli della pantera graffiarle di striscio la pelle di una spalla, ed anche quelli sembrarono bruciare come fuoco, ma non era nulla che potesse sopportare.

    Humar ringhiò con rabbia, e si lanciò contro il nemico con una ferocia incredibile, buttandolo a terra e dando modo alla propria compagna di caccia di finirlo, con un movimento preciso ed inclemente.
    La pantera ringhiò in un bagno di sangue, ma nel momento in cui cadde a terra si trasformò in un mucchietto di cenere informe.

    Fu in quel momento che la Cacciatrice si accorse che il fumo era stato diradato: era rimasto solo l’Orso, che stava combattendo contro un’Orchessa armata di spada a due mani. Poco lontano da loro, l’Elfa quasi non poteva crederlo, si trovava un Draenei che non fece fatica ad identificare come Gahain, lo shamano con cui aveva viaggiato pochi mesi prima.
    Fu tuttavia un lampo improvviso a cogliere la sua attenzione, e vide con suo immenso stupore il Druido che credeva di aver messo fuori gioco scagliarsi contro di lei, per poi venire abbattuto da un martello di luce. Un secondo Draenei aveva creato quell’incantesimo sacro e – non poteva averne dubbi – si trattava sicuramente di Nathaniel.

    – GAHAIN –
    Gahain generò un vortice d’aria, ringraziando il cielo che il contatto con gli elementi in quel momento fosse stabile, e il fumo si diradò nell’aria senza fatica alcuna.
    Forse il fuoco era stato generato tramite magia, ma il fumo in quel momento era completamente naturale – cosa che poteva essere sia negativa che positiva.

    Certo, quello che il Draenei vide entrando nella caverna non se lo sarebbe assolutamente aspettato: c’erano dei resti di cenere a terra, sparpagliati da quelle che sembravano impronte di una mandria inferocita. Sumyno stava combattendo contro un Orso dagli occhi rossi, i cui peli sembravano lingue di fuoco, e Nathaniel aveva appena abbattuto un Elfo della Notte grazie ad un martello di luce.
    Ma la cosa che forse stupì più di tutti il Draenei fu di vedere la Cacciatrice, proprio l’Elfa del Sangue che ricordava, maschera e tutto, che stava combattendo contro una pantera, affiancata dal suo fedele leone nero.

    La situazione sembrava sotto controllo per lei, che con un movimento preciso del pugnale lacerò la gola del nemico, ma appena questi toccò terra senza vita si trasformò in un mucchietto informe di cenere, come se fosse stato consumato dall’interno.

    – JARED –
    Alliria sbuffò seccata, stringendosi nel mantello con fare quasi difensivo.
    “Chiedilo a Marelli.” commentò acida, storcendo il naso tanto perfetto. “A lei, e alla gran Sacerdotessa di Teldrasill. Se fosse per loro questa guerra contro l’Orda probabilmente non esisterebbe nemmeno…”
    Fece una smorfia, per far intendere che non era un bene.
    “Certo, perché si farebbero sterminare senza alzare un muscolo. Qualche mese fa sono… stata costretta… ad affrontare un viaggio con dei membri dell’Orda. Avresti dovuto vedere che razza di bruti selvaggi! Li ho trattati come si meritavano, da creature inferiori quali sono… non dovrebbe essere loro permesso di lordare le terre di Azeroth.”
    Jared era certo che se non fosse stata una creatura così elegante e delicata, avrebbe sputato per terra per lo spregio.

    C’era tantissimo odio nella sua voce, un odio che contrastava terribilmente col suo volto delicato, appena baciato dai primi raggi lunari.
    Tuttavia, sembrò ignorare i complimenti che il guerriero le aveva rivolto, come se non li avesse nemmeno sentiti.

    Stava per aggiungere altro, quando il tremore della terra si fece più intenso e vicino. Jared vide gli alberi tremare, e poco dopo dalle fronde si fece strada una figura gigantesca, completamente fatta di pietra. La sua pelle erano massi, le sue mani sembravano piccole montagne ed i suoi occhi erano gialli.
    Quella che doveva essere la sua bocca era sporca di sangue, ed in mano teneva quelli che sembravano resti martoriati di…
    Jared non voleva nemmeno sapere di cosa o, peggio, di chi.

    Dall’accampamento si levarono delle grida di allarme, a cui il gigante reagì con un ruggito furioso, avanzando pericolosamente verso di loro.

    – JOK’NAY –
    La reazione dei druidi fu istantanea: appena il troll lanciò il proprio pugnale venne bloccato: dei fitti rampicanti gli bloccarono le braccia dietro la schiena, trascinandolo a terra in modo da costringerlo a stare in ginocchio. Volarono ordini, la druida che sembrava a capo del gruppo fu costretta ad alzare la voce per mantenere l’ordine, ma in breve sia Jok’Nay che Zatanja vennero immobilizzati.
    La maga non sembrò per niente contenta da quella reazione, e fulminò il furfante con uno sguardo che lui valutò essere molto – forse troppo – minaccioso.
    Non sapeva perché, ma era certo che se ne avesse avuto l’opportunità l’avrebbe preso personalmente a pugni.

    “Vi abbiamo dato l’occasione di parlare e spiegarci le vostre ragioni, e voi lanciate armi nel nostro suolo sacro!”
    La Tauren sembrava furiosa: aveva le froge del naso dilatate per la rabbia.

    “Via via, Halona, che modi sono.” fu un Elfo della Notte a rivelarsi dalle ombre. Jok’Nay strabuzzò gli occhi: teneva il suo pungolo con due dita, dal lato della lama, come se lo avesse preso al volo.
    “Il nostro ospite ha visto un movimento sospetto ed ha agito di conseguenza. Avrei potuto seguirvi fino a Nordrassil senza che notaste la mia presenza, se non fosse stato per lui.”
    La Tauren e tutti gli altri druidi ebbero una reazione inaspettata: si inginocchiarono tutti in terra, in segno di rispetto. “Arcidruido Fandral, non vi avevamo sentito arrivare.”
    L’arcidruido mosse una mano come se non fosse successo niente, e a quel gesto parve dissolvere i viticci che bloccavano i due troll.
    Il suo aspetto ostentava molta sicurezza: aveva gli occhi gialli tipici degli Elfi della Notte, ed i capelli erano di un verde piuttosto tenue. Ad un’occhiata più attenta, però, Jok’Nay si accorse che aveva dei fili arancioni tra i capelli, come se alcuni di essi avessero cambiato colore.

    Il druido sorrise, anche se era un sorriso che non gli scaldava gli occhi. Tutto in lui mostrava potere, sicurezza e… minaccia.
    Sorprendentemente, comunque, riconsegnò il pungolo al Troll.
    “Bella mira, ragazzo.” disse, come se stesse facendo una concessione ad un bambino. “La prossima volta però ti conviene fare meno rumore. Anche un Tauren sordo sarebbe scappato, sentendo tutto quel chiasso!”

    #6748
     Meeme 
    Partecipante

    I druidi, una volta uccisi, diventavano cenere e questo non era affatto normale. Era impossibile riuscire a studiare quel fenomeno senza corpi da analizzare. La Cacciatrice digrignò i denti per la nuova ferita, ma anche quella non era grave, l’ennesima cicatrice sul suo corpo, niente che non potesse sopportare.
    Si liberò della pantera grazie all’aiuto di Humar e cercò di individuare l’orso per impegnarlo in combattimento.

    Il fumo si era diradato dandole una visuale completa della situazione. Individuò l’orso che stava lottando con un’orchessa armata di spada. L’Elfa del Sangue non credeva che i druidi di Moonglade avessero mandato dei rinforzi, ma doveva essere così altrimenti non si poteva spiegare la presenza della guerriera. Le sorprese non erano finite perché chi aveva diradato il fumo era stato Gahain e l’elfa si stupì nel trovarlo lì; non riuscì a dire nulla, il druido che credeva di aver reso inoffensivo le si lanciò contro. L’Elfa del sangue sbuffò pronta a somministrargli una ulteriore dose di sonnifero, quando il druido venne abbattuto da un martello di luce.

    La Cacciatrice rimase sorpresa dall’accaduto, ma non impiegò molto a riconoscere l’autore di quel incantesimo sacro: Nathaniel…
    Rimase a fissare la figura del draenei cercando di capire se fosse reale oppure no e poi gli sorrise. Un sorriso divertito. “Quello mi serviva vivo…” mormorò sarcastica perché il Paladino era riuscito ad uccidere proprio l’unico druido che non doveva uccidere. Lei scosse il viso, scattò rapida verso l’orso riponendo il coltello, recuperò il suo arco da caccia e lanciò un richiamo ad Humar affinché restasse in guardia.
    La ferita alla spalla le bruciava, ma non le impedì di incoccare rapidamente due frecce ed indirizzarle contro l’orso; la prima freccia era diretta al collo dell’animale in modo da fargli muovere la testa, la seconda mirava all’occhio sinistro per raggiungere il cervello.
    Non doveva distrarsi, anche se la strana apparizione di Gahain e soprattutto di Nathaniel le scombussolava lo stomaco e la rendeva ingiustamente felice.

    #6751
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    Quella creatura celestiale era così piena di odio e rancore e rabbia e tristezza, che iniziava a risultare quasi più spaventosa degli occhi freddi di Marelli *uff è così difficile, è chiusa a riccio e concentrata sulle cose negative, non ha neanche sentito i miei complimenti… mi sembra di essere tornato un ragazzino*.

    l’Orda ha fatto terribili cose” ma poi la terra tremo, dovette inginocchiarsi per non perdere l’equilibrio ed apparve il gigante “Titani!” rimase per un attimo paralizzato ma non aveva tempo per quello, ringrazio l’addestramento e l’adrenalina, impugno lo scudo e praticamente corse per mettersi fra Alliria ed il coso roccioso di roccia che semprava piuttosto alterato, od incazzato nero avrebbe detto quel pazzo di firli, non che un misero umano avrebbe potuto fare, ed iniziò a caricare il meccanismo ad aria del ‘pungiglione metallico da sfondamento®’ sperando che avrebbe fatto qualcosa, in fondo era un pò come un piccone.

    come lo fermiamo questo sasso che cammina?

    #6753
     Ilmarien 
    Partecipante

    Gahain fece una buffa espressione di sorpresa e contentezza nel vedere la Cacciatrice: data l’apparente incompetenza dei Guardiani dell’Albero, vedere qualcuno non solo di conosciuto ma di cui ci si poteva fidare in combattimento fu un vero sollievo. Tuttavia al momento si concentrò nel neutralizzare quel gigantesco orso che stava minacciando Sumyno. “Teniamolo impegnato e cerchiamo di prenderlo vivo!” disse ai presenti. Era una chiara minaccia ma chissà che non fosse in grado di dar loro informazioni. Si mosse quindi intorno a lui, restando fuori dalla mischia e aspettando che gli altri lo distraessero, poi smosse la terra intorno a una delle zampe posteriori dell’orso per far affondare il piede e sbilanciarlo; subito dopo richiuse la terra intorno alla zampa e lo tenne bloccato con la mano sinistra, mentre si preparava a fare altrettanto con la destra.

    #6761
     Mordoth 
    Partecipante

    Eccheccacchio! Uno cerca di avvertire questi babbei di un pericolo e viene incaprettatto subito… per un attimo Jok’Nay ebbe il dubbio che quel gruppo di druidi avesse strani gusti ehm… beh, per fortuna non era così.
    Zatanja non era per niente contenta… ma il troll non sapeva se era per il ‘zuccherino’ o per la posizione erotica in cui i druidi li avevano messi. Oh beh!
    L’intruso che il seguiva a quanto pare era una conoscenza della combriccola che li scortava. *Appunto, zucche vuote!* Pensò il troll dopo le prime parole dell’elfo. Se non fosse stato amico sarebbero già tutti belli che spacciati.
    Finalmente libero dalle dubbie costrizioni Jok’Nay si rialzò per sgranchirsi, mentre i compagni della Tauren erano ancora in ginocchio. Era libero ma non riusciva a sentirsi sicuro, quel Fandral tutto sorrisi nascondeva molto sotto la superficie.
    “Oh grazie!” Esclamò come un ebete quando gli fu restituito il pungolo, con anche una lacrimuccia dato il valore affettivo che dava alla lama. “Io beh, mi ricorderò del suo consiglio.” Rispose. “In mia difesa posso dire che dipende tutto dalle intenzioni…” concluse con un sorrisetto.
    “Noi ehm… cioè, lei è qui per aiutarvi…” fece poi indicando la maga con il pollicione, “io sono qui per aiutarla. Ma forse questo lo aveva già sentito?”

    • Questa risposta è stata modificata 5 anni, 6 mesi fa da  Mordoth.
    #6765
     Elan 
    Partecipante

    – GAHAIN E LA CACCIATRICE –
    L’Orso ruggì di rabbia vedendosi circondato ed in evidente disparità numerica. Ruggì, alzandosi sulle zampe posteriori e tirò una zampata a Sumyno, colpendola in faccia e mandandola a sbattere su una delle pareti della caverna. La guerriera fece un gemito, ma non sembrava ferita gravemente: cercò immediatamente di rialzarsi, come se non fosse successo nulla.
    Ma non c’era tempo per fermarsi a pensare.
    L’Orso era stato colpito al collo dalla Cacciatrice e aveva ruggito di nuovo, ma era una creatura coriacea e resistente, non sarebbero bastati pochi colpi per mandarlo al tappeto.

    Con un altro ruggito, il bestione si preparò a caricare, aveva le narici dilatate per l’odore del sangue, e la sua pelliccia sembrava avvampare come se stesse andando a fuoco.
    Senza dare a nessuno il tempo di prendere fiato, l’orso si scagliò in un attacco furioso contro Gahain: il draenei venne colpito con una potente spallata, che non gli causò danno, ma lo fece arretrare e distrarre quel tanto che bastava da interrompere la sua concentrazione e bloccare i suoi incantesimi sul nascere.
    Ma il nemico si era distratto, e la Cacciatrice colse l’occasione per colpire: la sua freccia fu di una precisione letale, colpì la bestia feroce dentro l’occhio, trapassandogli il cervello.

    Non emise nemmeno un suono, il druido trasformato, mentre si accasciava a terra, trasformandosi in un mucchietto di cenere proprio come i suoi compagni…

    – JARED –
    Alliria sembrava paralizzata alla vista di quell’ammasso di roccia, in fondo si trattava di un mostro gigantesco ed orribile, e le sue fauci insanguinate non ispiravano di certo fiducia.
    Jared faticò a mantenere l’equilibrio per correre in difesa dell’Elfa della Notte, ogni passo del Gigante di Pietra faceva tremare la terra sotto i loro piedi, e con la coda dell’occhi l’umano si accorse che la sacerdotessa si era dovuta inginocchiare per non perdere l’equilibiro a sua volta.

    “Il fuoco!” sentì improvvisamente gridare dal centro dell’accampamento. Loro erano più lontani rispetto agli altri, ma la voce di Marelli era inconfondibile, fredda e calma come se non potesse conoscere la paura.
    Jared la vide in mezzo al resto dei soldati, la sua figura era circondata da un alone di luce, aveva eretto una barriera attorno agli uomini che la circondavano, ma dal suo volto traspariva solamente decisione. Era una figura che chiunque avrebbe seguito in battaglia fino alla morte, senza mai perdere la fiducia.
    “Queste creature temono il fuoco! Non risparmiate nemmeno una torcia!”
    Era impressionante come la sua voce si sentisse potente e decisa, anche a tutta quella distanza.

    – JOK’NAY –
    Il druido ricambiò il sorrisino di Jok’Nay, facendo un cenno vago con la mano come se non lo avesse nemmeno ascoltato per davvero. Ma al furfante non era sfuggita l’occhiata che aveva lanciato a Zatanja: non sapeva se avesse capito che era una maga o meno, ma i suoi occhi penetranti sembravano quasi febbrili, mentre la squadravano da capo a piedi.
    “Ma certo, aiutarci, certo…” ancora quel cenno con la mano, come se niente di ciò che avesse detto il troll fosse importante.

    Poi, però, il suo sguardo si spostò su di lui, fissandolo proprio come aveva fatto con Zatanja poco prima.
    “Perché non mi racconti qualcosa che non so, ragazzo?” domandò. La sua voce sarebbe potuta essere cordiale, ma c’era qualcosa nel suo tono e nel modo in cui lo aveva chiamato “ragazzo” che gli aveva fatto venire i brividi.
    “Ad esempio, potresti raccontarmi come pensi di aiutare una maga del Kirin Tor, da disarmato. Oppure per quale motivo ti sei liberato di tutte le tue difese come se niente fosse.”
    Il suo tono aveva quasi un che di minaccioso. Ma poi il suo volto sembrò distendersi, e così fece anche la sua voce.
    “Oppure potresti raccontarmi com’è il tempo alle Isole dell’Echo. E’ molto tempo che non visito quel posto, in effetti.”
    In un certo senso, sembrava quasi essere pazzo.

    #6766
     Meeme 
    Partecipante

    L’Elfa del Sangue non si lasciò distrarre dalla bestia, nemmeno quando scaraventò via la guerriera e buttò in terra Gahain. Lei era paziente, seguiva la preda, aspettava il momento giusto per finirla e restava concentrata sui movimenti dell’orso. Ormai non si poteva fare nulla per lui, era prigioniero della sua forma animale, non sarebbe stato utile per un interrogatorio e rischiava solo di ferire ed uccidere.

    L’orso ringhiò furioso e lei prese un respiro. Sentiva pulsare il cuore più forte, i rumori esterni erano spariti, esisteva solo lei, il suo arco e la sua preda. I suoi sensi dal cacciatore erano più sviluppati e quando lasciò partire la freccia quella seguì l’invisibile tracciato che lei aveva immaginato nella sua mente andando a conficcarsi nell’occhio dell’animale. Raggiunse il cervello ed uccise l’orso che come gli altri druidi divenne cenere.

    La Cacciatrice guardò la preda sparire e scosse il viso riponendo l’arco al suo posto ed avvicinandosi ad Humar rimasto in attesa. “State tutti bene?” domandò prima di sedersi e controllare le sue ferite. “Non credevo che da Moonglade arrivassero rinforzi, grazie per l’aiuto.” disse con la sua solita voce arrocchita. Slacciò gorgiera e spallaccio, recuperò una fiala per disinfettare la ferita sulla spalla e se la rovesciò addosso. Bruciava, ma era meglio di niente e soprattutto avrebbe evitato infezioni. Si mise un unguento per le ustioni sul collo mentre aspettava che l’effetto della pozione si esaurisse per potersi ricucire. “Vi credevo ad Exodar ed al sicuro.” ammise guardandoli da sotto la maschera con Humar al suo fianco e guardingo.

    #6770
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    Alliria era paralizzata dal terrore, dannazione Jared sarebbe paralizzato dal terrore se non fosse per lei… dopo anni a proteggere Jehenna il uo instinto protettivo non si sarebbe di certo fatto fermare da un gigante orribile ed insanguinato, che probabilmente aveva fatto fuori uno dei gruppi inviati a caccia.

    Quella montagna che cammina stava rendendo davvero difficile tenersi in piedi, faceva tremare la terra così tanto che Jared quasi si aspettava che iniziasse ad aprirsi.

    *fuoco? è fatto di roccia come fa ad aver paura di un fuocherello?* Jared si guardò intorno dovevano esseri torce accese o qualcosa da infiammare col suo acciarino, la posizione sembrava ideale per non provocare un incendio ma per essere più sicuro preparò un piccolo incavo nel terreno forse un bel fuoco l’avrebbe tenuto lontano dal’elfa.

    #6772
     Ilmarien 
    Partecipante

    “Ahiaporc!” fu il poco raffinato grido di battaglia del Draenei quando venne scagliato contro la parete. Reagì immediatamente preparandosi a lanciare una fiammata mentre i suoi occhi brillarono leggermente di luce arancione: “Brutto soprammobile ambulante, ti…” e interruppe la frase a metà quando la freccia si piantò nell’occhio dell’orso. La fiamma si spense com’era nata e così fece la luce arancione negli occhi: “Ehmmmmmmmm… nessun problema, fa sempre piacere sentirsi così… utili” rispose ironicamente alla Cacciatrice pensando che dopotutto non aveva combinato un granché in quello scontro. “Qualcuno ha bisogno di essere rimesso in sesto?” chiese sia a Sumyno che alla Cacciatrice, dato che in ogni caso era comunque in condizioni di usare il suo controllo sull’acqua per curare le ferite.

    “Siamo qui per conto di Urok, vogliamo indagare sui santuari del Monte Hyjal, questa è Sumyno, nipote di Urok. Sumyno, lei è la Cacciatrice, un’Elfa del Sangue che ha aiutato tuo zio, e me e Nathaniel, durante la missione in cui l’ho conosciuto l’anno scorso. Il Leone si chiama… Humar, giusto?” chiese infine presentando le due e mettendo in chiaro che ci si poteva fidare. Quando ci fu una pausa nella conversazione, guardò la Cacciatrice, poi Nathaniel, poi ancora la Cacciatrice. “Dunque, già, si, Sumyno… andiamo a… controllare… alcune… cose qua vicino” concluse bruscamente facendole segno di seguirlo per lasciare i due da soli.

    #6782
     Mordoth 
    Partecipante

    Ehi, ehi! Quell’elfo stava scuoiando Zatanja con gli occhi, che modi! Era proprio inquietante e minaccioso… Jok’Nay lo sperimentò anche sulla sua pelle quando Fandral spostò lo sguardo ad esaminare anche lui.
    Il suo modo di fare era cordiale ma allo stesso ambiguo. Il troll era teso come la lenza di una canna da pesca con un pesce all’amo. Non capiva, possibile che quello fosse il manifestarsi della pazzia di cui gli aveva parlato la maga? Bah, lui non ne sapeva molto, poteva solo stare all’erta.
    “Beh… in segno di pace.” Risposta semplice e ovvia, secondo lui. “Inoltre non mi sono liberato di tutte le mie difese.” E mostrò il pungolo che gli era appena stato restituito, anche se non era l’ultima difesa che gli era rimasta. C’era anche la lama che nascondeva sotto la lingua, per esempio.
    “Il tempo di casa? Ottimo, come sempre!” Continuò giulivo. “Magari alla fine di tutto questo avrà occasione di fare visita dalle nostre parti.” Un altro tentativo di far capire le loro buone intenzioni.
    Ma quel tipo era proprio inquietante, non si fidava ad invitarlo in casa sua. Forse avrebbe fatto meglio a convincere Zatanja ad invitarlo da lei… sì, ottima idea… così anche Jok’Nay avrebbe saputo dove abitava la maghetta e si sarebbe risparmiato la fatica di seguirla di soppiatto.

    #6786
     Elan 
    Partecipante

    – LA CACCIATRICE –
    L’orchessa presentata come Sumyno sembrava stupita, aveva ancora la spada a due mani impugnata saldamente, come se non si sentisse del tutto al sicuro. Solo quando Gahain introdusse tutti sembrò riscuotersi, e fece spaziare lo sguardo da una parte all’altra della grotta.
    “Oh… ehm… salve allora.” disse, grattandosi la testa. Sembrava poco convinta, ma forse più che altro era ancora stordita per la botta che aveva preso. Ripose l’arma e si massaggiò una spalla come se avesse male.
    “E’ un piacere conoscere altri amici di mio zio.” chiuse un attimo gli occhi come se avesse avuto una fitta di dolore, ma quando Gahain si offrì di curarla si riprese di botto.
    “Uno di quei tuoi biscotti al cioccolato basterà!” esclamò ridendo, come se avesse fatto una battuta. “Non dirmi che ricorrete alla magia anche per una sbucciatura!!”
    Non sembrava arrabbiata, la Cacciatrice ebbe l’impressione che fosse il suo modo di scherzare e prendere in giro lo shamano.
    Quindi l’Orchessa guardò prima l’Elfa del Sangue e poi Nathaniel, annuendo decisa.
    “Andiamo ad avvisare mio zio che siamo tutti vivi! Anche la Grande Druida sarà sollevata che la sua bella foresta non abbia preso fuoco!”
    Fece un bel sorriso, uscendo dalla grotta con Gahain.

    Nathaniel era rimasto in silenzio tutto il tempo, sembrava stupito e sorpreso di aver rincontrato la Cacciatrice, ma si era fermato ad analizzare quei mucchietti di cenere che erano stati i druidi.
    Quando Gahain e Sumyno uscirono dalla grotta si alzò, pulendosi le mani dalla cenere.
    “Manteniamo la tradizione, io e te, vedo.” le disse con quella sua voce calda che l’Elfa del Sangue ricordava, e quel sorriso buono sul viso. “Ci incontriamo sempre nelle situazioni più pericolose.
    Sorrise e le si avvicinò, senza toccarla, per controllare la ferita che aveva sul collo.
    “Posso…?” domandò, ben sapendo che lei non voleva farsi curare.
    Quindi, dopo qualche attimo di silenzio, la guardò di nuovo con un sorriso.
    “Sono contento di vederti.”

    – GAHAIN –
    Sumyno sembrava stupita, aveva ancora la spada a due mani impugnata saldamente, come se non si sentisse del tutto al sicuro. Solo quando Gahain introdusse tutti sembrò riscuotersi, e fece spaziare lo sguardo da una parte all’altra della grotta.
    “Oh… ehm… salve allora.” disse, grattandosi la testa. Sembrava poco convinta, ma forse più che altro era ancora stordita per la botta che aveva preso. Ripose l’arma e si massaggiò una spalla come se avesse male.
    “E’ un piacere conoscere altri amici di mio zio.” chiuse un attimo gli occhi come se avesse avuto una fitta di dolore, ma quando Gahain si offrì di curarla si riprese di botto.
    “Uno di quei tuoi biscotti al cioccolato basterà!” esclamò ridendo, come se avesse fatto una battuta. “Non dirmi che ricorrete alla magia anche per una sbucciatura!!”
    Non sembrava arrabbiata, la Cacciatrice ebbe l’impressione che fosse il suo modo di scherzare e prendere in giro lo shamano.
    Quindi l’Orchessa guardò prima l’Elfa del Sangue e poi Nathaniel, annuendo decisa.
    “Andiamo ad avvisare mio zio che siamo tutti vivi! Anche la Grande Druida sarà sollevata che la sua bella foresta non abbia preso fuoco!”
    Fece un bel sorriso, uscendo dalla grotta con Gahain.

    Prese il Draenei sottobraccio con un gesto non particolarmente aggraziato, semplicemente come se volesse farlo affrettare ad uscire da lì, e camminò fischiettando accanto a lui come se niente fosse.
    “C’è una tensione tra quei due che si potrebbe tagliare con una spada! Non voglio trovarmici in mezzo se dovessero esplodere!” commentò, quando furono abbastanza lontani per non farsi sentire.
    “Ma… hai detto che vi conoscevate già? E’… successo qualcosa? So che non corre buon sangue tra gli Elfi del Sangue e i Draenei, anche se non ho mai capito bene la loro storia.”
    Si bloccò, come se fosse stata fulminata da un dubbio improvviso.
    “Non è che rischino di ammazzarsi, vero?? Ci manca solo una strage alle pendici di Hyjal! Quello sì sarebbe uno scandalo indimenticabile!!”
    Sembrava non dare peso al fatto che si fosse schiantata addosso alla parete, ma Gahain notò che muoveva a fatica il braccio che prima si stava massaggiando.

    – JARED –
    Il campo era circondato da torce, Jared non fece fatica a notarle, e ne prese una per accendere un fuoco più grande.
    Non fu particolarmente semplice, quel tremore costante nel terreno rischiava di farlo cadere da un momento all’altro. Non senza difficoltà, alla fine riuscì ad accendere un falò, ma la situazione sembrava disperata.

    Pur con qualche esitazione, il gigante si era avvicinato all’accampamento. Jared si accorse che evitava accuratamente il loro fuoco, che scoppiettava potente nell’incavo che aveva creato, ma non si faceva troppi problemi ad attaccare i soldati armati di torcia.
    Li afferrava con le mani possenti e staccava loro la testa a morsi, o li spiaccicava a terra in una poltiglia sanguinolenta.
    Alle sue spalle, sentì che Alliria singhiozzava per il terrore ma, apparentemente, per ora loro sembravano al sicuro. Nonostante questo, però, la situazione sembrava davvero disperata…

    – JOK’NAY –
    Zatanja non sembrava particolarmente desiderosa di parlare, come se l’occhiata che Fandral le aveva rivolto fosse stata sufficiente a congelarle la lingua. Solo, rivolse una lunga occhiata a Jok’Nay, e fece un microscopico cenno del capo, come se stesse scuotendo impercettibilmente la testa.

    L’Elfo della Notte tuttavia sembrava catalizzare completamente l’attenzione di tutti, ed il troll si trovò suo malgrado ad osservarlo di nuovo, mentre il druido scoppiava a ridere.
    “Il buon Vol’Jin è sempre lì a scaldarsi i piedi al sole immagino!”
    Zatanja si scurì tantissimo in volto a quelle parole, ma lui non pareva farci caso: non sembrava avere il minimo rispetto per nulla, eppure tutti sembravano rispettare lui.
    Tutto ad un tratto batté le mani, e le druide scattarono in piedi.
    “Via via, avrete di sicuro altro da fare voialtre. Lasciate a me i nostri ospiti, e andate a fare un giro. Correre!”
    Il suo non era stato un ordine, ma le druide avevano reagito come se lo fossero, disperdendosi e lasciando i tre da soli. Persino Zatanja sembrava sconvolta da quella reazione.

    L’Elfo della Notte tuttavia sembrò soddisfatto, e incrociò le mani dietro alla schiena, invitando i suoi due “ospiti” a seguirlo mentre passeggiava.
    “Bene, ora siamo da soli. Nessuno vi minaccerà più finché siete qui!” spiegò tranquillamente come se non fosse successo niente.
    “Quindi… credo di non aver ancora afferrato bene i vostri nomi, sapete?”

    #6788
     Meeme 
    Partecipante

    “Un utile diversivo…” aggiunse sarcastica notando il tono ironico di Gahain che doveva essersi sentito davvero poco utile.
    Fece un cenno del capo in direzione di Sumyno ed annuì quando lo sciamano azzeccò il nome del suo leone nero. “Ed io sono a caccia di druidi…” rispose senza dare spiegazioni, si fidava di Gahain, ma le tensioni tra Orda ed Alleanza richiedevano più prudenza nonostante la presenza di Sumyno.

    Reclinò il viso dubbiosa quando lo sciamano se la diede a gambe portandosi dietro la guerriera e fece spallucce. “Salutatemi Urok…” rispose lasciandoli allontanare. Il comportamento di Gahain era strano, lei però non aveva voglia di investigare sul perché di quella reazione.
    Era rimasta sola con il paladino e si sarebbe sentita a disagio senza la presenza di Humar…
    Osservò il Draenei e quando le disse dei loro incontri in situazioni di pericolo, sorrise. ” La colpa è tua, paladino. Dovevi restare ad Exodar e al sicuro…” rispose falsamente seccata.

    Si tirò indietro quando lui si avvicinò. “No, non puoi.” Rispose sulla difensiva. “È solo una ferita da nulla, niente che un semplice unguento non possa sistemare.” aggiunse. Anche lei era contenta di rivederlo, ma non sapeva come dirlo. Nathaniel non era affatto cambiato da come lo ricordava, sempre con quel sorriso dolce e quei modi di fare gentili che la mettevano in imbarazzo.
    “Hai ucciso il druido che mi serviva. Dovrei punirti per questo, ma devo rimettermi in viaggio.” Finì di cauterizzare le ferite e riallacciò le parti di armatura che si erano danneggiate; le avrebbe riparate durante il viaggio, nei tempi morti e le pause.

    Recuperò la coperta che lui le aveva dato e gliela porse.
    “L’ho rovinata durante i miei viaggi, ma non ti ho mai ringraziato per avermela prestata.” Non credeva di incontrarlo di nuovo, aveva pensato a lui, ma come qualcosa di distante ed averlo lì a pochi passi da lei le provocava emozioni contrastanti.
    “Sono… sono felice anche io di rivederti… Nathaniel…” mormorò con la voce roca ed un sorriso sincero.

    #6793
     Elan 
    Partecipante

    – LA CACCIATRICE –
    Nathaniel non insistette quando l’Elfa del Sangue rifiutò di farsi curare, sembrava aspettarsi quella reazione e si limitò a sorridere ed annuire.
    “Rimanere ad Exodar mentre tutti gli altri si mettono nei guai? Non sarebbe stato divertente!” esclamò con un mezzo sorriso.

    Non era offeso dai modi sempre bruschi della Cacciatrice, anzi, era come se tutto quello gli fosse mancato.
    Guardò con un certo dispiacere le ceneri che erano stati i druidi e scosse la testa.
    “Immagino siano questi i druidi pazzi di cui ci ha parlato Urok. Sarà il caso di avvisare le guardie di Moonglade, se si sono spinti così vicini potrebbero progettare un attacco.”
    Tornò a guardarla con quegli occhi sempre così buoni.
    “Mi spiace aver eliminato la tua preda.”
    Non le domando perché lo stesse cacciando, né per quale motivo fosse lì, ma quando lei gli porse la coperta la guardo con sincero stupore.
    “Non te l’ho prestata, ma regalata. È tua ora.”

    Le sorrise, ma lo stupore non sparì dal suo sguardo che sembrava quasi addolcito.
    “Mi spiace sia passato così tanto tempo. Avrei voluto che tu fossi potuta venire ad Exodar. Anche i piccoli draenei sarebbero sicuramente felici di rivederti.”

    #6794
     Meeme 
    Partecipante

    L’Elfa del Sangue sospirò, il paladino era davvero senza speranza quando si trattava di dire cose divertenti e gli riusciva sempre malissimo. “Vuoi ancora proteggere tutti, per questo hai deciso di partire.” disse facendo spallucce. Sembrava fossero passati pochi giorni da quando si erano separati…
    “Non è vero, lo hai fatto di proposito per farmi arrabbiare con te. Ti piace quando mi arrabbio e ti urlo contro.” Lo stava prendendo in giro, perché doveva sempre prenderlo in giro?

    Humar si strusciò su di lei e la Cacciatrice gli grattò il muso con dolcezza. Il Leone Nero era rilassato con Nathaniel, lo considerava un compagno di battaglia e per questo non si sentiva minacciato dalla sua presenza.
    Rimase un po’ sorpresa quando le lasciò la coperta, lo osservò da sotto la maschera, guardandolo con dolcezza. “Hai ragione. È sporca e rovinata, fai bene a non volerla indietro. La terrò io e finirò di distruggerla, allora.” Voleva ringraziarlo per il regalo e quello era il suo modo goffo di farlo.

    “Le tensioni tra le nostre fazioni richiedono prudenza sui motivi dei nostri viaggi, ma immagino che Gahain sia stato sincero e voglio esserlo anche io con voi. Sono diretta alle pendici del Monte Hyjal per investigare sulla pazzia dei druidi.” ammise sincera. “Stavo per mettermi in marcia quando questi druidi mi hanno attaccata. Ora continuerò il mio viaggio.” Forse potevano viaggiare insieme, sarebbe stato bello poter stare qualche giorno insieme a lui ed allo sciamano, ma da una parte non voleva avere una crisi davanti al paladino…
    “Thaidan aveva ragione allora… Hai portato i due cuccioli tra la tua gente.” Nathaniel era un uomo buono e si sarebbe preso cura dei due piccoli. “Non sarei mai potuta entrare ad Exodar e dubito i due cuccioli si ricordino di me.” Era stato gentile a dirle quelle cose, doveva aver lasciato i piccoli alla sua compagna e quel pensiero la sollevava.
    “Cerca di prenderti cura di te, Nathaniel…” sussurrò. Lo aveva rivisto un’ultima volta, si sarebbe ricordata di lui fino alla fine e senza rimpianti.

    #6795
     Ilmarien 
    Partecipante

    “D’accordo, ne parliamo dopo” disse alla Cacciatrice mentre si allontanava. Il Draenei ascoltò le parole di Sumyno mentre si incamminava, lanciando un occhio attento ai suoi movimenti, vedendo che nonostante le sue parole comunque era di più di una semplice sbucciatura. Quando lei si mostrò allarmata si affrettò a tranquillizzarla: “No, no, non ti preoccupare, non è quel genere di tensione e se c’è azione tra quei due non sarà dannosa per nessuno… anzi, probabilmente farebbe bene a entrambi” aggiunse vagamente sconsolato, dato che era sicuro che non avrebbero combinato un accidente. “Tornando a noi, sicura di essere a posto? Se fai fatica a muoverti non è una sbucciatura e i biscotti al cioccolato, per quanto siano una creazione divina distillata dall’ambrosia, non hanno il potere di guarire” disse buttandola in ridere. “Seriamente, ci metto cinque minuti” aggiunse sempre in tono leggero prendendo l’otre in cui teneva l’acqua che utilizzava per curare.

    #6817
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    Oh bene, ci mise un bel pò ma il falò acceso sembrava funzionare come doveva, proteggere Alliria anche se l’elfa era comunque terrorizzata dall distruzione che stava seminando quel mostro enorme, Jared non poteva certo caricarlo con lo scudo sarebbe stato un suicidio inutile ma guardando lo scudo ebbe un idea ma non aveva molto tempo per applicarla.

    Prese i suoi attrezzi e restando in ginocchio modificò temporaneamnete il meccanismo dello scudo per trasformarlo almeno temporanemanete in una sorta di balestra ed usare le torce come proiettili, non sapeva quanto sarebbe stata precisa il meccanismo non era certo pensato per fare quello e lo scudo non era cert oil modo migliore per mirare.

    #6818
     Mordoth 
    Partecipante

    Jok’Nay non capiva perchè Zatanja gli avesse fatto quel cenno. Aveva forse detto troppo? Eppure non gli sembrava. E non capiva come mai lei non dicesse nulla, considerata la situazione.
    Quel Fandral era proprio uno strano tipo. Riempiva di tensione l’aria attorno a sè eppure si permetteva il lusso di farsi due risate come se niente fosse. Proprio sicuro di sè!
    E gli altri druidi facevano quello che diceva come dei piccoli raptor ammaestrati. In un batter d’occhio si volatilizzarono tutti, lasciandoli soli. O erano molto sciocchi a lasciare il loro capo da solo con due stranieri di cui non sapevano le intenzioni… o erano certi che gli stranieri non avrebbero potuto nulla contro Fandral.
    Il ladro recuperò in fretta le sue adorate lame prima di seguire il druido, sfortunatamente il porta lame di rametti e radici non funzionava più. Uffi, avrebbe voluto portarsene a casa uno…
    Lanciò un’occhiata un po’ allarmata a Zatanja quando Fandral disse che nessuno li avrebbe più minacciati ora, era strano sentirselo dire proprio dalla minaccia! E anche alla richiesta del nome si affacciò un po’ di panico, continuando a non sapere come interpretare il cenno della maga di poco prima.
    “Jok’Nay.” Rispose in modo lapidario e meccanico, giusto per non essere scortese. Non disse altro per timore di rivelare troppo, lasciando alla troll l’onere di presentarsi da sè.

    #6823
     Elan 
    Partecipante

    – LA CACCIATRICE –
    Il paladino rise alle parole della Cacciatrice: la sua risata era calda e dolce come lei la ricordava, e non era di scherno, ma di vero divertimento. Aveva trovato divertente ciò che lei aveva detto.
    “E io che pensavo di passare inosservato! Mi hai proprio smascherato!” disse, continuando a sorridere.

    Si chinò a raccogliere la cenere rimasta dai druidi che l’avevano attaccato, conservandola in una piccola ampollina di vetro. Sembrava molto attento a quello che faceva, ma quando lei spiegò le ragioni del suo viaggio alzò lo sguardo e parve sinceramente stupito.
    “Urok ha parlato anche a noi di druidi impazziti. E’ assurdo, ma potrebbe essere tutto collegato…”
    Stava cercando di analizzare i fatti il più logicamente possibile, ma il fatto che i due gruppi fossero lì per lo stesso motivo sembrava veramente un’ipotesi troppo assurda.
    “In ogni caso, anche noi siamo diretti ad Hyjal.” le sorrise di nuovo.
    “So che preferisci viaggiare e muoverti da sola, ma potremo fare questo ultimo tratto insieme. Non ti saremo d’intralcio e non ti disturberemo più del necessario.”
    Era una proposta sincera la sua, che per qualche motivo gli aveva illuminato gli occhi.

    Raccolse qualche altro campione di cenere, e parve nuovamente stupito quando lei parlò di Thaidan, ma scosse le spalle.
    “In realtà hanno chiesto di te molte volte.” raccontò sinceramente, la voce addolcita. “Ma immagino che un’Elfa del Sangue ad Exodar non sarebbe proprio passata inosservata.”
    Il suo sguardo parve incupirsi per un attimo. Lei sapeva che Nathaniel non amava quella guerra tanto assurda, e quelle parole ne erano la riprova costante.

    – GAHAIN –
    “Cosa vuoi dire?” Sumyno parve letteralmente cadere dalle nuvole alle parole di Gahain, poi lo guardò meglio, guardò l’ingresso della caverna e sgranò gli occhi.
    “Ooooooooooooooooooooooooooooooooooh!!!! Ho capito!!!!”
    Sembrava stordita e anche un po’ shockata, ma lanciò al draenei uno sguardo che sembrava voler dire “prova a metterti a ridere e ti prendo a pugni”.
    E, probabilmente, visto il tipo sarebbe stata davvero capace di prenderlo a pugni.
    “Ma lui… e lei… cioè… loro…” esitò per un istante, poi alzò entrambe le mani al cielo. “No, aspetta, preferisco non sapere niente!”

    Nel fare quel gesto, però, aveva fatto una smorfia che allo shamano non era sfuggita.

    “E va bene, mettimi apposto questa spalla!” sembrava avergli fatto la concessione più grande della terra, ma il suo sguardo era ancora minaccioso, una minaccia rivolta principalmente a quell’otre d’acqua.
    “Però poi voglio un biscotto al cioccolato, ecco!” fece una smorfia buffa e falsamente imbronciata, per poi scoppiare a ridere come se nulla fosse.

    – JARED –
    L’idea di Jared fu geniale e colpì nel segno.
    La prima torcia mancò clamorosamente il bersaglio, la seconda gli passò di striscio accanto ad un’orecchio, ma la terza lo colpì in pieno petto.
    La reazione del gigante di pietra fu impressionante: non era stata altro che una semplice fiammellina, ma lui urlò e si dimenò come se stesse andando letteralmente a fuoco. Pestò con i piedi talmente forte, a terra, che alla fine anche Jared perse l’equilibrio, calpestando alberi e persone come se niente fosse.

    Il guerriero si accorse che stava correndo, per scappare il più lontano possibile da quella minaccia. Sembrava veramente impossibile eppure, dopo una corsa di chissà quanti chilometri, Jared lo vide cadere a terra, e rotolarsi.
    La terra tremò ancora a lungo, scossa da tremiti accompagnati da nient’altro che i gemiti e le urla di quella creatura.
    Poi, improvvisamente, ci fu il silenzio.
    Jared alzò lo sguardo con una certa titubanza: del mostro non c’era più alcuna traccia, a parte la devastazione che aveva lasciato dietro di sé. Cadaveri sanguinolenti erano sparsi attorno a loro, alberi spaccati a metà o schiacciati come se fossero dei rametti, e persino il terreno sembrava soffrire da quell’incontro: dei solchi giganteschi segnavano i punti dove il gigante aveva camminato.
    Ma, del mostro, non c’era più alcuna traccia.

    – JOK’NAY –
    Fandral annuì, sentendo il nome del Troll, poi fissò lo sguardo su Zatanja che, quasi a malincuore, alla fine si presentò a sua volta.
    “Io sono Zatanja, maga del Kirin Tor…” disse, ma Jok’Nay ebbe uno strano brivido, come se le parole della Troll le fossero state strappate di bocca… non riusciva a spiegarselo, ma era una cosa davvero innaturale.

    Fandral, invece, sembrava non aver fatto caso a nulla, ma quando entrambi si furono presentati batté le mani come se fosse contento.
    “Bene bene, miei cari ospiti, sono davvero contento! In fondo, presentarsi è la prima regola di cortesia, giusto?” sorrise, quindi passò un braccio attorno alle spalle di Zatanja. Il furfante era certo che lei gli avrebbe tirato un pugno, o l’avrebbe congelato sul posto, o l’avrebbe trasformato in una pecora – sapeva che alcuni maghi lo facevano, anche se non aveva ancora capito come.
    Invece, lei non fece proprio un bel niente, ma si lasciò accompagnare molto remissivamente, seguendo il Grande Druido come se fossero vecchi amici.

    “Bene, ora, Jok’Nay, vorrei parlare con la nostra maga da solo. Poi parlerò anche con te. Uno alla volta, le conversazioni sono più… tranquille, non trovi?” gli fece l’occhiolino, quindi senza tante cerimonie spinse ancora Zatanja, che rivolse solo uno sguardo al troll prima di seguirlo remissivamente e in silenzio.

    #6825
     Ilmarien 
    Partecipante

    Gahain osservò tutta quella scena buffa facendo del suo meglio per restare serio, poi alla fine sorrise e fece un lungo sospiro: “Il fatto è questo: non conosco le specifiche, ma durante la missione che abbiamo fatto con Urok loro due sono andati da qualche parte da soli, mi pare sul fondo di un lago… Fatto sta che da quel momento in avanti la tensione sessuale tra di loro si taglia col coltello” nel mentre le fece segno di accomodarsi su una roccia mentre usava l’acqua e risanava il braccio ferito. “Il problema è che sono entrambi troppo suonati per rendersi conto che… insomma, come dice il celebre poeta di Stormwind Laurentius Du Pont, ‘possibile è la cosa, e naturale’, e quindi non dovrebbero stare a farsi così tanti problemi” concluse. Conclusa la magia curativa, fece abilmente ritornare l’acqua rimasta dentro l’otre. “Ecco qua” disse dandole uno dei biscotti come promesso “e approfitto per dire che non c’è niente di male a farsi curare, so che voi orchi, almeno stando agli inaffidabili racconti dell’Alleanza, soffrite di MCC, ovvero di Machismo Compulsivo Cronico, ma non è davvero il caso quando si tratta di ferite debilitanti” concluse ridendo.

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