Le Terre del Fuoco

Questo argomento contiene 185 risposte, ha 5 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Ilmarien 4 anni, 9 mesi fa.

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  • #6827
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    Toh! aveva funzionato, non che si aspettasse che non funzionasse solo che sarebbero serviti più tentativi ma soprattutto non si aspettare quella reazione, che probabilmente aveva ucciso più persone dei suoi attacchi.

    *Dannazione! ma era l’unico modo per fermarlo* e Marelli non aveva esagerato riguardo alla paura del fuoco, forse l’aveva anche sottovalutats quello era terrore puro e profondo… Aiutà Alliria a rialzarsi “quel coso è scappato” lascuando una scia di distruzione devastante *oh titani!* “spero di non trovarne altri” *o qui siamo fottuti*.

    ora dovevano occuparsi dei feriti, potevano essere rimasti dei feriti vivi dopo il passaggio di una montagna che cammina? Controllò Alliria con lo sguardo nel caso fosse ferita “è scappato” ripete con più calma.

    #6830
     Meeme 
    Partecipante

    Nathaniel rideva, lei non credeva di poter essere divertente, ma lui rideva come se lo fosse stata e questo era strano. Erenion diceva sempre che era troppo seria, troppo preoccupata, troppo presa dalla missione; diceva che doveva imparare a rilassarsi e lasciare stare ogni problema. La Cacciatrice non era mai riuscita a farlo, era una combattente ed avrebbe continuato a combattere per quello in cui credeva.

    “Sì, sicuramente le due cose sono collegate, ma ne sapremo di più una volta arrivati ai piedi del monte Hyjal.” Almeno era quello che sperava. E quando le chiese di viaggiare di nuovo insieme provò un moto di ingiustificata felicità. “Mi piace stare da sola, è così, infatti…” rispose diretta. Sapeva che non doveva continuare a desiderare la compagnia del paladino, ma morire per delle idee di morte lenta non precludeva la compagnia. “Mi unirò a voi fino al monte… Se anche i tuoi compagni di viaggio saranno d’accordo.” precisò.

    “Se hai finito di raccogliere cenere possiamo andare dalle guardie ed avvertirle di quello che è successo e sarai tu a parlare. Io non sono brava con le persone…” continuò velenosa. Accarezzò Humar, nonostante i dubbi voleva davvero viaggiare con lui un’ultima volta e quello non le sembrava così sbagliato.

    #6837
     Mordoth 
    Partecipante

    Jok’Nay rimase da solo come un ebete. Si grattò il mento perplesso ripensando a quanto era appena successo.
    Zatanja aveva detto il suo nome proprio come aveva fatto lui, come quando ti strappano un dente malato. Ma la mano che teneva le pinze non si era vista. E non aveva fatto nulla neanche quando Fandral l’aveva avvolta con i suoi tentacoli… che intenzioni aveva quel lumacone? Quelli erano giochetti che neanche i giovani troll infoiati facevano!
    Però qualcosa gli puzzava…
    Tra un pensiero e l’altro aveva finito di rinfoderare al loro posto le lame di cui si era liberato davanti ai druidi. Non poteva rimanere lì ad aspettare e anche se erano passati pochi attimi poteva essere già tardi.
    Si nascose nelle ombre e procedette nella direzione in cui erano andati i due. Si muoveva rapido e silenzioso come quando era in missione per uno dei suoi affari: doveva recuperare il tempo perso a pensare e ritrovarli senza farsi rivelare.
    Ah… quanto gli piaceva la caccia…

    #6846
     Elan 
    Partecipante

    – LA CACCIATRICE –
    Nathaniel annuì, sembrava già pronto ad assecondare il suo desiderio di farla viaggiare da sola, e quando lei disse che si sarebbe unita a loro fino al monte parve stupito.
    “Sono certo che Gahain non avrà problemi a viaggiare in compagnia, e nemmeno Sumyno. Urok non verrà con noi, ma gli farà piacere salutarti, prima di partire.”
    Le sorrise, e dopo essersi rialzato chiuse la fialetta con la cenere e insieme uscirono dalla grotta.

    “Ricordi Virion?” le domandò, camminando accanto a lei. Humar li seguiva in silenzio, e così il Gufo spirituale di Hamuul. “Mi ha insegnato alcuni processi alchemici. Forse esaminare i resti di questi druidi potrà darci qualche indizio su come procedere. Non è molto, sicuramente si potrebbe ottenere qualcosa di più catturarndone uno vivo, ma immagino che per il momento sia tutto ciò che abbiamo.”
    Videro poco distante Gahain e Sumyno: la guerriera era seduta su una roccia mentre il Draenei la curava. Nathaniel indicò loro che stavano tornando verso Moonglade, prima di proseguire.

    La grande druida li aspettava insieme ad Urok. Avevano riunito una squadra di Tauren ed Elfi della Notte, ma quando li videro arrivare entrambi parvero sorpresi.
    “Cacciatrice? Sei proprio tu?” Urok andò incontro ai due a braccia aperte. “State bene? Il fumo…”
    Nathaniel scosse la testa.
    “C’erano dei druidi impazziti nel passaggio per Hyjal.” spiegò brevemente, con lo sguardo incupito. “Hanno attaccato la Cacciatrice e li abbiamo eliminati.” Mostrò l’ampollina piena di cenere. “Questo è tutto ciò che rimane di loro. Qualsiasi cosa stia accadendo ad Hyjal, dobbiamo agire il più in fretta possibile.”

    – GAHAIN –
    Sumyno ascoltò tutto con attenzione, e alla fine esclamò un “Ooooooooooooooh…” che andò a trasformarsi in un “Ahio!” quando lo shamano si mise a curarle la ferita.
    L’orchessa storse il naso, come se non fosse per niente contenta – in particolar modo di trovarsi col braccio bagnato – però non fece troppe storie.

    “Certo che è stato un colpo di fortuna non da poco esservi ritrovati allora! Con tanti pazzi dell’Orda che avremo potuto trovare e che avrebbero potuto attaccarvi, almeno abbiamo trovato qualcuno di affidabile e raccomandabile!”
    Gahain notò come parlasse sempre dell’Orda con fare distaccato, come se non se ne ritenesse propriamente parte. Non che la cosa fosse particolarmente strana, aveva sentito che alcuni, specie tra i troll, si ritenevano ancora indipendenti, ma era decisamente insolito sentire quel tono da un’orco.

    Prima che potesse pensarci più attentamente, però, lei batté le mani entusiasta, facendo un altro piccolo gemito perché la magia curativa ancora non era terminata. Ma lei parve non farci caso.
    “Diventeranno la mia missione personale, deciso!! Li farò svegliare, a costo di prenderli entrambi a pedate nel sedere!!” disse ridendo allegra, quasi fanciullescamente. Proprio in quel momento, videro i due uscire dalla caverna. Nathaniel fece loro un cenno, indicando che stavano tornando da Urok a Moonglade.
    “E noi orchi non soffriamo di… Machismo Compulsivo, quel che è!”</strong aggiunse, alzando il naso come se si fosse offesa. “Ma è ridicolo perdere tempo su ferite piccole e di poco rilievo.” sembrava un concetto estremamente basilare per lei.
    Gahain, nel mentre, aveva finito il procedimento curativo. Era andato tutto bene, ma aveva notato di averci impiegato un po’ più tempo del previsto. E, mentre usava la sua magia per far tornare l’acqua dentro l’Otre, per un istante il contatto con gli elementi gli scivolò tra le dita, facendo finire l’acqua a terra.

    – JARED –
    Alliria ancora tremava dopo quell’incontro, sembrava letteralmente una foglia sbattuta dal vento tanto che Jared fu costretto a sorreggerla a lungo per evitare che cadesse di nuovo.
    Passarono alcune ore a cercare superstiti, quella che poteva essere una buona serata di riposo si trasformò ben presto in una disperata caccia all’uomo.
    L’umano e l’Elfa della Notte andarono insieme a cercare superstiti, ma nessuno sembrava essersi salvato dalla fuga disperata del gigante di pietra.

    Trovarono corpi spiaccicati a terra, cadaveri macellati, come se fossero passati in un tritacarne, ed ogni volta la Sacerdotessa singhiozzava e riprendeva a tremare. Persino Jared non riusciva a restare impassibile di fronte a quella scena. Era una devastazione immensa, ed il loro gruppo era stato decimato come se niente fosse.
    Terminata quella ricerca disperata, Marelli li fece raccogliere di nuovo accanto al fuoco, impedendo chiunque, persino alla stessa Alliria, di allontanarsi.
    L’umore era a terra, nessuno voleva parlare e tanto meno cantare… non erano ancora arrivati a destinazione e già le perdite erano innumerevoli. In quanti sarebbero tornati a casa, una volta che tutto fosse finito?

    La mattina seguente si rimisero in viaggio all’alba.
    Nessuno aveva dormito tanto, e la loro marcia fu molto più lenta rispetto al giorno precedente. Oltre agli uomini, avevano perso numerosi cavalli e carri per i viveri.
    Riuscirono in ogni caso a lasciare in fretta Azshara, addentrandosi nelle foreste lussureggianti di Ashenvale.
    La terra stessa sembrava brillare di magia in quel luogo, pieno di alberi rigogliosi, ma c’era qualcosa che stonava: di alcuni alberi – troppi, forse – restavano unicamente dei tronchi morenti, tagliati da seghe incuranti di ciò che facevano.
    “Questa devastazione l’ha causata l’Orda la prima volta che è giunta a Kalimdor.” spiegò Alliria. La sua voce era ancora atona e piatta, sul limitare del pianto, e mentre si guardava attorno il suo sguardo era spento. “Hanno portato delle macchine per abbattere gli alberi, e hanno fatto scempio della foresta come se fosse loro di diritto. Alcune Sorelle della Notte hanno provato a scacciarli, ma è stato troppo tardi…”
    Scosse la testa, quel racconto sembrava aggiungere dolore a dolore.

    Era metà pomeriggio quando raggiunsero Astranaar, un piccolo villaggio situato nei pressi di un lago: era abitato solo da Elfi della Notte, ma quella spedizione sembrava essere attesa. Marelli parlò brevemente col capitano delle guardie del posto, e quando tornò da loro sembrava soddisfatta.
    Viaggiarono a dorso di grifone, un volo che Jared non si sarebbe mai aspettato, procedendo per tutta la notte: l’aria sferzava il volto del guerriero, e la cavalcatura volante sembrava dominare le correnti come se fosse nata per quello.
    E al mattino, quando il sole iniziò ad illuminare il mondo, i suoi raggi colpirono una visione a dir poco incantevole: Nordrasill, l’Albero del Mondo, si stagliava imponente di fronte a loro.

    – JOK’NAY –
    Nascosto tra le ombre, Jok’Nay si affrettò lungo la strada che avevano percorso Fandral e Zatanja. Dei due non c’era traccia, e lui era costretto a procedere lentamente per non farsi individuare.
    Di sicuro, però, in quel modo ebbe l’occasione di avere una panoramica del villaggio: c’era un gran fermento, come se fosse successo qualcosa di molto importante e tutti si stessero affaccendando per svolgere degli incarichi fondamentali.
    Vedeva Elfi della Notte correre avanti e indietro, e tutti sembravano avere come meta ultima una terrazza che dava su un lago, proprio il lago dove sorgeva Nordrasill.
    Il Troll non ne sapeva molto di storia, ma quel posto era importante per qualche motivo: non serviva essere un mago per percepire l’energia magica che sprigionava quel luogo.

    Un’altra cosa che saltò agli occhi del Troll, fu la varietà di razze presenti in quel posto: o meglio, la mancanza di varietà di razze.
    Sapeva che i druidi erano un circolo molto ristretto, che accettavano solo chi aveva un legame profondo con Madre Terra. Eppure, anche se si vedeva qualche Tauren qui e là, la maggioranza erano Elfi della Notte. Nient’altro.

    Le stradine che percorreva erano un intricato dedalo: sembravano quasi delle grosse radici, per quanto erano disposte in maniera irregolare, ma seguirle non era di certo complicato.
    Riuscì anche a captare stralci di dialoghi mentre passava ma, ovviamente, non vedendolo la gente contivuana nelle proprie faccende.
    “Stanno arrivando…” dicevano in molti. “Tra pochi minuti…” “…atterrare…” “Ysera li riceverà…”
    Quegli stralci di discorso non sembravano avere alcun senso, ma sembrava evidente che qualcuno dovesse arrivare lì, quel giorno.

    Impiegò una mezz’ora abbondante a trovare i due che cercava.
    Fandral aveva portato Zatanja proprio nei pressi del lago, e le stava mostrando qualcosa. Ma da dove si trovava, Jok’Nay non era in grado di dire cosa.

    #6852
     Meeme 
    Partecipante

    Lo aveva sorpreso ed era divertita da questo.
    “Io volevo tenerne uno in vita, ma lo hai ucciso. Adesso dovrò faticare il doppio per farmi attaccare da altri druidi pazzi e lasciarne integro uno.” Continuava a prenderlo in giro e camminando al suo fianco si sentiva a proprio agio.
    “Mi farà piacere rivedere Urok…” rispose sincera durante il cammino e fece un cenno di saluto a Gahain ed alla guerriera lasciando che fosse Nathaniel a parlare.

    Lei preferiva mantenere il silenzio, camminava accanto al draenei e più di una volta ebbe l’istinto di sfiorargli una mano con le nocche delle dita solo per avvertire il contatto con lui. Cacciò quel desiderio ed accarezzò Humar in modo da tenersi occupata. Sapeva bene perché era così felice di rivederlo, ma non aveva importanza. C’era il mondo ad aver bisogno di aiuto e lei doveva occuparsi di questo perché non sarebbe vissuta a lungo e doveva assicurare la sopravvivenza di Thunder Bluff.

    Sorrise ad Urok, ma non si fece abbracciare e lasciò spiegare la situazione al Paladino concordando sul fatto che raggiungere in fretta il monte doveva essere la priorità.
    “Ci metteremo subito in marcia… Urok, spero di rivederti a Thunder Bluff per celebrare la fine della malattia che colpisce i druidi.” commentò cercando di trovare la speranza di assistere davvero ad una cosa simile e poi tornò nel suo silenzio in attesa di mettersi in marcia.

    #6856
     Ilmarien 
    Partecipante

    “Se fai fatica a muovere il braccio non è una ferita lieve, né di poco rilievo, e questo è proprio uno di quegli esempi del Machismo Compulsivo di cui sopra” spiegò Gahain in tono divertito. “Si, in ogni caso è un bene averla incontrata: per quanto sia completamente pazza se non altro vorrà anche lei risolvere questo problema, specialmente…” si interruppe mentre l’acqua gli scivolava via “Ma porca #@§[&%$£!!!” esclamò usando espressioni molto colorite tipiche di Exodar. “Ecco, ogni tanto succede così: dovremo fermarci a una sorgente per riempire l’otre, possiamo farlo mentre ritorniamo da Urok” concluse mentre i suoi occhi assunsero una tonalità arancione a causa dell’estrema frustrazione. Fece un cenno di saluto alla Cacciatrice mentre si avviavano per raggiungere Urok; durante il viaggio fece una piccola deviazione e riempì l’otre a una delle sorgenti locali.

    #6858
     Elan 
    Partecipante

    – GAHAIN –
    Sumyno guardò preoccupata lo shamano quando perse il contatto con gli elementi, non tanto per il linguaggio colorito (a cui parve non fare nemmeno caso), ma per l’evidente frustrazione che quella situazione doveva causarli.
    “Sì sì, tutte scuse queste!” esclamò, alzandosi in piedi, come a volerla buttare sul ridere. “Dì la verità che era acqua troppo vecchia e ti serviva una scusa a caso per liberartene!!”
    Aveva detto una cosa completamente a caso, era evidente, ma non voleva focalizzare l’attenzione sul problema che si era presentato.
    Fecero una piccola deviazione, riempiendo l’Otre al grande lago al centro di Moonglade e raggiunsero gli altri.

    – LA CACCIATRICE –
    “Perché fare il lavoro semplice quando ci si può complicare la vita? Poi si perde tutto il divertimento, no?” domandò il paladino sorridendole, mentre tornavano dagli altri.
    Il Paladino sembrava felice e anche Urok parve piacevolmente sorpreso dal rivedere la Cacciatrice.
    “Sono convinto che averti incontrata non sia una coincidenza. Qualsiasi cosa accadrà, insieme la affronterete molto meglio!” Urok era sempre stato molto spirituale, e quell’atteggiamento non faceva che confermarlo.

    – GAHAIN E LA CACCIATRICE –
    Il gruppo così assurdamente riunito si fermò a riposare poche ore. I druidi di Moonglade li accolsero, mettendo loro a disposizione giacigli comodi e ripari accoglienti, ma quella pausa durò appena poche ore.
    Non avevano tanto tempo da perdere, la follia che aveva toccato i druidi di Moonglade poteva espandersi da un momento all’altro, e nessuno aveva idea di cosa l’avesse causata.

    Si rimisero in viaggio in piena notte: per raggiungere Hyjal dovevano procedere all’interno di una caverna, le torce sarebbero bastate ad illuminare loro la strada.
    Sumyno sembrava conoscere perfettamente la via da percorrere, si destreggiava tra quei cunicoli come se ci fosse nata, girando con sicurezza senza mai perdersi.
    “Ho fatto tante volte questa strada con mio zio.” spiegò, come se fosse la cosa più normale del mondo. “E’ un peccato che lui non possa venire. Sarebbe stato un’ottima guida, e di sicuro sarebbe stato molto più veloce di me!”

    La guerriera era allegra e apriva la strada con naturalezza, e ad un certo punto si accostò alla Cacciatrice con un sorriso, allontanandosi un po’ dagli altri due.
    “Gahain mi ha detto che avete viaggiato insieme mesi fa. E’ un tipo… interessante… non trovi?” domandò, senza smettere di avanzare con sicurezza nella caverna.

    Poco più indietro, Nathaniel procedeva accanto a Gahain, ma teneva gli occhi fissi sulle due poco più avanti. Reggeva una delle torce che si erano divisi, e esattamente come Gahain doveva procedere un po’ incurvato a causa del basso soffitto del tunnel dove si trovavano.
    “Mi preoccupano i druidi che hanno attaccato la Cacciatrice in quella grotta…” disse, quasi soprappensiero. “Ho raccolto un campione della loro cenere ma…” mostrò un’ampolla completamente vuota. “Quando l’ho controllata la cenere era sparita, come se non fosse mai esistita. Dobbiamo assolutamente riuscire a catturarne uno vivo, per capire cosa sta succedendo…”

    #6860
     Meeme 
    Partecipante

    La guerriera era pure troppo allegra, considerando la gravità del loro viaggio, ma almeno non era un’invasata pazza di gioia come Alliria. Quando si accostò alla Cacciatrice lei si spostò d’istinto ed Humar tirò indietro le orecchie in segno di avviso. L’Elfa del Sangue fece un cenno al suo compagno per farlo calmare e continuò a procedere nella grotta.

    A quanto pare l’orchessa aveva voglia di chiacchierare, peccato che lei fosse la persona sbagliata con cui tentare.
    “Sì, abbiamo viaggiato insieme. E non so se sia interessante. Se è così interessante per te vai da lui e lasciami da sola.” Il gufo spirituale le faceva strada ed era una compagnia indubbiamente più piacevole al momento.
    Quella poverette pensava di poter fare conversazione con lei, le faceva quasi tenerezza, ma l’Elfa del Sangue aveva altro a cui pensare ad esempio come catturare un druido senza ucciderlo…

    #6861
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    Durante tutte le ricerche Jared restò accanto ad Alliria, il più possibile cercando di confortarla, ma non sapeva cosa dirle o se dirle qualcosa avrebbe aiutato, probabilmente no, la vista delle vittime e le loro condizioni erano davvero terribili.
    Un gigante, il primo incontro della missione e già avevano subito innumerevoli perdite quella fermata per riposare era diventata un completo disastro, una tragedia si aspettava difficoltà ma non qualcosa del genere.

    Anche il giorno dopo, stanco per la mancanza di sonno e ancora sconvolto da quel numero enorme di perdite che nel sonno riportarono la sua mente all’ultimo disastro militare a cui aveva partecipato, restò con Alliria.

    Ed finalmente un villaggio, pieno di elfi della notte, il soldato era affascinato da loro quasi quanto lo era da Elliria. “Oh Titani!” esclamò osservando il modo in cui avrebbero eprcorso la prossima tappa, avrebbero usato dei grifoni! *non pensavo che avremmo volato* e si godette la cosa, tralasciando per qualche ora il fardello dei lutti, anche se non vedeva poi molto nel loroviaggio notturno.

    Ed infine al mattino eccolo “è magnifico“, disse quasi fra se e se, ma non certo con un tono basso.

    #6874
     Elan 
    Partecipante

    – LA CACCIATRICE –
    Sumyno parve per un attimo perplessa dalla risposta della Cacciatrice, ma poi alzò le spalle.
    “Abbiamo bevuto latte di Kodo inacidito per colazione? Guarda che non sono un’appestata, e fare due chiacchiere non ha mai ucciso nessuno! Tanto non è che possiamo inventarci molto altro da fare mentre camminiamo!”
    Non sembrava essersela presa, anzi le aveva risposto con naturalezza ed una punta di presa in giro.

    La guerriera si teneva ad opportuna distanza da lei, ma non sembrava intenzionata a lasciarla in pace.

    “Con lui ci ho già parlato! Volevo sapere un parere femminile! Non avrei mai pensato di dirlo, ma i Draenei sono davvero… affascinanti…”
    La guardò e le fece l’occhiolino, lasciando la frase vagamente in sospeso, come se stesse alludendo a qualcosa.

    – JARED –
    L’esclamazione di stupore di Jared non fu l’unica ad alzarsi nell’aria: molti dei soldati rimasti in quella spedizione probabilmente non avevano mai visto Nordrasill, ed era veramente impossibile trovarsi di fronte alla maestosità di quell’albero senza restarne completamente ammaliati.
    Alliria volava in un grifone accanto a quello di lui, e la vide mormorare qualcosa ad un filo di voce, anche se non riuscì a capire le sue parole: aveva gli occhi sbarrati per lo stupore e la meraviglia, e persino dal suo volto il dolore per ciò che era accaduto col gigante sembrava essere passato.

    Marelli forse era l’unica a non sembrare toccata dalla magnificenza dell’Albero del Mondo. Diede un’ordine, e alla sua voce tutti i grifoni si mossero all’unisono, virando in modo da planare in un punto ben definito.
    Atterrarono in uno spiazzo circolare: erano in un villaggio come Jared non ne aveva mai visti. Gli alberi stessi erano le case, le decorazioni, persino le strade di quel posto: le radici e le fronde degli alberi si intrecciavano in giochi complessi per creare la base d’appoggio, e le foglie creavano un morbido tappeto su cui camminare non poteva che risultare piacevole.
    “Benvenuti a Nordrasill.” li accolse una voce femminile, appartenente ad una Tauren. Il suo volto bovino stonava in mezzo a tutti gli altri Elfi della Notte che le si affaccendavano attorno, ma nessuno pareva farci caso e lei era perfettamente a suo agio in mezzo a loro.

    Si presentò come Choluna, e disse che i Druidi erano al loro servizio per permettere di riposarsi prima di intraprendere la loro missione. Sembrava informata del motivo per cui si trovavano lì, ed aveva il pieno controllo della situazione.
    In breve, Jared si trovò circondato da almeno una mezza dozzina di Elfi della Notte pronti a servirlo e perse di vista sia Marelli che Alliria.

    #6875
     Meeme 
    Partecipante

    A quanto pare la velata allusione sull’essere lasciata in pace non aveva avuto effetto, la guerriera sembrava insistere sull’argomento, ma sarebbe stato tutto vano. La Cacciatrice decise di essere molto più diretta a questo punto. “Tu non avrai molto da fare, ma io sto cercando di fare attenzione ad eventuali rumori sospetti e mi stai disturbando.” Aveva risposto nel solito modo velenoso ed anche Humar iniziava ad innervosirsi. L’Elfa del Sangue controllava ogni piccolo rumore e viveva nella perenne attesa di essere attaccata. “La mia gente macellava i Draenei per divertimento. Ti basta come opinione femminile?” continuò seccata dall’insistenza della guerriera.

    “Se li trovi affascinanti, buon per te. Vallo a dire a loro altrimenti lo farò io per te.” Avevano l’aspetto di demoni, forse era per quello che Sumyno li trovava tanto affascinanti e voleva approfondire l’argomento. “Ti sembro una draenei? Se vuoi sapere di loro, chiedi a loro. Io sono la Cacciatrice ed il mio scopo è quello di massacrare chi ci attaccherà.” Non riusciva a capire quanti anni avesse la guerriera, doveva essere giovane e magari la sua curiosità era dovuta alla sua età. Un po’ le ricordava Zatanja, la maga troll, anche se Sumyno era molto più curiosa e spigliata.

    #6879
     Elan 
    Partecipante

    – LA CACCIATRICE –
    Sumyno roteò gli occhi con una malcelata esasperazione.
    “Sì, certo, tutto molto bello. La tua gente massacrava i Draenei, gli orchi sono grandi grossi puzzolenti e corrotti dai demoni e i nani sono degli abomini generati da un errore di Azeroth! Ma andiamo, siamo tutte e due più intelligenti per pensare che solo perché abbiamo la pelle verde o le orecchie a punta allora dobbiamo essere come tutti gli altri pelle verde o orecchie a punta.”
    Sumyno aveva pochi peli sulla lingua, diceva quello che doveva dire senza tanti giri di parole e non si faceva spaventare da velate minacce.

    “Abbiamo quattro paia di occhi e orecchie. Anzi, sei paia se contiamo il tuo micione e quel bel gufetto. E quel bell’imbusto mezzo nudo lì dietro può spiaccicare i nemici grazie alla magia. Secondo me i druidi o qualsiasi altra cosa si terranno ben distanti da noi per un bel po’. Inoltre, siamo lungo il passaggio per Monte Hyjal: nessuno è così stupido da attaccare nessuno, qui dentro, nemmeno gli animali!”
    Sembrava molto sicura di quello che diceva.

    “Tra parentesi, il bell’imbusto mezzo nudo ti guarda con un’adorazione invidiabile! Conosco tipe che avrebbero ucciso pur di vedere una simile adorazione, e non scherzo!!”
    Quei discorsi non sembravano metterla a disagio, anzi sembrava molto tranquilla come se stesse semplicemente parlando del più e del meno.

    #6880
     Meeme 
    Partecipante

    Continuava a parlare, forse soffriva di qualche malattia mentale che le impediva di restare in silenzio, ma non le interessava. “Mi stai disturbando. Non mi interessa quello che hai da dire. Capisci la mia lingua, oppure devo parlare piano, come ad un cucciolo?” Stavolta mostrò i denti proprio come un animale furioso e di conseguenza anche Humar snudò le zanne avvertendo il nervosismo della sua compagna. La guerriera stava passando il segno, lei non aveva voglia di stare a sentire una che soffriva di incontinenza verbale.

    “Viaggerò con voi, ma non mi importa se sei la nipote di Urok, lui aveva la saggezza di non disturbare le bestie. Impara da tuo zio e stammi alla larga.” Ringhiò visibilmente seccata, era quasi tentata di strapparle la pelle a morsi, ma si trattenne. Riuscì a ricacciare la furia dentro di sé ed a calmare la bestia assetata di sangue. “Sì, ne ho conosciuta una di queste invasate di cui parli e non so se sia stata peggio lei, oppure tu che continui a parlare a vanvera.” Ed ora anche il commento su Nathaniel, peccato che lui non la guardava affatto con adorazione, era solo gentile perché la considerava una bambina sperduta e questo era tutto.
    “Ti piacciono i draenei? Divertiti con uno di loro e non disturbare me.”
    Le fece un gesto seccato con le mani, digrignò i denti per farsi seguire da Humar e dal gufo spirituale e poi accelerò il passo per seminare la seccatrice.

    #6914
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    Quel volo sembrava aver distratto Alliria dal rimugginare sugli ultimi eventi traumatici, questo fece sentire Jared ancora meglio e non era facile superare quel volo.

    Ovviamente Marelli era indifferente *immagino non sia una vista nuova per lei, anche se non penso riuscirei a perdere la meraviglia di vedere l’albero del mondo*, ed infine arrivarono in un villaggio si sentiva meglio in mezzo agente nuova che viveva in quella regione *sarà dovuto alla magia* un intero villaggio fatto di alberi quando si siceva abitare inarmonia con la natura, se più razze fossero capaci di farlo.

    Convincere gli alberi a crescere in quel modo non doveva essere facile e Jared per un pò si perse nei dettagli, non sembrava un luogo che necessitava di inggneri.

    al mio serivizio?” Non credeva a cosa stava succedendo e perse di vista Marelli, non una gran perdita in quella situazione, che Alliria, quella sì lo ratristò un pò anche circondato da elfi, Elfi della Notte pronti a servirlo, servire lui un semplice soldato esploratore con doti da ingegnere.

    vi ringrazio non c’è bisogno, non sono nessuno” era imbarazzato da quelle attenzioni “un pò di cibo, magari un secchio d’acqua sono sufficienti“, come poteva essere serivto da creature divine?

    #6915
     Ilmarien 
    Partecipante

    Gahain approfittò della pausa per dormire un po’, tra il viaggio e lo scontro era piuttosto stanco. Dopo quel breve riposo, proseguirono il viaggio e entrarono in quegli stretti cunicoli. Quando Nathaniel gli parlò si riscosse da pensieri cupi riguardo i suoi poteri e si concentrò su quanto il paladino gli stava dicendo: “Sono sparite? Quasi come se… è possibile che questi druidi pazzi fossero… illusioni? O un qualche tipo di proiezioni? Spiegherebbe perché svaniscano nel nulla… voglio dire la materia del mondo non sparisce semplicemente, si dovrebbe trasformare in qualcos’altro… almeno questo è quello che mi diceva Caedfaen tra un esercizio e l’altro” aggiunse confessando la propria ignoranza in materia. “Catturarne uno vivo è sicuramente una priorità, altrimenti si potrebbe cercare di risalire all’origine della magia, ma ci vorrebbe uno studioso dell’arcano… Cambiando discorso, e so benissimo che non sono affari miei, ma… cosa c’è tra te e la Cacciatrice?” chiese con aria curiosa andando dritto al punto. “Di nuovo, non c’è niente di male, e preciso che è solo un’innocente curiosità, sia durante la missione che ora ho notato… una certa attrazione reciproca…” concluse con un sorriso vagamente divertito.

    #6918
     Mordoth 
    Partecipante

    Ma quante belle formichine!
    Tutte uguali e tutte a correre a destra e a manca per chissà quale motivo. Il fermento era evidente e anche il luogo dove andavano, ma di più non poteva intuire.
    Neanche le poche parole che carpiva muovendosi nelle ombre aiutavano. Qualcuno sarebbe arrivato di lì a poco e Ysera, che non aveva la minima idea di chi fosse, li avrebbe ricevuti. Che stessero parlando di lui e Zatanja? E perchè sarebbero stati così tanto attesi? Bah, gli pareva improbabile che quel gruppo di formichine stesse aspettando qualcuno che fino a poco tempo prima tenevano a fil di lancia.
    Ma dove si erano cacciati Fandral e la maghetta? Diamine doveva ancora trovarli, in mezzo a tutto quel trambusto!
    Ah eccoli finalmente!
    Erano vicini al lago… sembrava troppo romantico per i gusti del troll, quel Fandral era proprio un lumacone! E Jok’Nay non riusciva a capire di cosa stessero confabulando da dov’era, il druido sembrava far vedere qualcosa a Zatanja… ma cosa?
    Uhm, che fare?… il troll ci pensò un poco su e poi prese ad arrampicarsi su un albero i cui grossi rami si protendevano verso i due. Raggiunse un ramo secondo lui abbastanza robusto per sostenerlo e iniziò a strisciarvici sopra, cercando di avvicinarsi il più possibile senza che questo si spezzasse. Per fortuna, lungo il grosso ramo c’erano alcuni rami di rampicante a cui potersi aggrappare.

    • Questa risposta è stata modificata 5 anni, 5 mesi fa da  Mordoth.
    #6924
     Elan 
    Partecipante

    – LA CACCIATRICE –
    Sumyno alzò gli occhi al cielo.
    “Cavolo, quel latte di Kodo era veramente andato a male di grosso! Dovresti mangiare più leggero a colazione, questo caratteraccio non ti porterà da nessuna parte!”
    Non sembrava essersela presa, anzi, pareva quasi divertita, ma alzò le spalle con rassegnazione.
    “Anche le bestie comunicano tra di loro! Non ti farebbe male chiacchierare con qualcuno ogni tanto!!” le urlò dietro mentre lei si allontanava.
    Non c’era offesa nella sua voce, ma le sue parole rincorsero la Cacciatrice a lungo, me se avessero fatto eco nella sua mente.

    L’Elfa del Sangue proseguì nei cunicoli, finalmente in pace e senza nessuno a disturbarla. Non conosceva la strada, ma il gufo di Hamuul la guidava con precisione: quel luogo doveva essere strutturato apposta come un labirinto. Chiunque non fosse stato invitato, si sarebbe perso per sempre in un intreccio di viuzze da cui difficilmente sarebbe uscito vivo, a meno che qualcuno non lo avesse voluto.
    Si rese altresì conto che, ad intervalli regolari, il Gufo sembrava come tremolare. Non se ne intendeva di magia, ma doveva esserci una sorta di protezione contro gli incantesimi, in quel posto. Ma la natura del gufo doveva permettergli di resistere senza problemi.
    Ma c’era ancora una cosa che, nonostante tutto, non gli tornava. In quei cunicoli non c’era nessuno.
    Non un cadavere, non un animale, non qualcuno che si era perso.
    Era tutto estremamente vuoto, talmente tanto da mettere i brividi.

    – GAHAIN –
    Nathaniel alzò le spalle con una certa rassegnazione.
    “Ti confesso che non avevo mai visto una cosa del genere. Ho provato anche ad analizzare l’interno dell’ampolla, ma sembra che non ci fosse presenza di magia attiva. Solo una debole traccia, probabilmente dovuta alla cenere stessa.”
    Il paladino sembrava un poco frustrato da quell’incapacità di capire.
    “Non credo fossero illusioni, da quello che so di loro non sarebbero rimaste nemmeno le ceneri. Eppure ci deve essere qualcosa dietro… Tu hai più avuto… problemi?”
    Non c’era un modo delicato per chiederlo, ma era qualcosa di troppo importante per essere semplicemente ignorato.

    Alla sua domanda diretta tuttavia perse un passo, come se fosse stato preso in contropiede.
    “Direi tante battute, ringhi e tentativi di ammazzarmi da parte sua!” esclamò, buttando palesemente la cosa a ridere.
    Osservò per un attimo la Cacciatrice, sembrava discutere animatamente con Sumyno e poco dopo allungò il passo, sparendo tra i cunicoli.
    “Se mi chiedi cosa pensi di lei, la trovo affascinante.” confessò quindi, senza il minimo imbarazzo. “Non ho mai conosciuto qualcuno come lei.” guardò il compagno con un sorriso. “Ma probabilmente potrebbe uccidermi se solo mi azzardassi a toccarla per sbaglio, quindi dubito che da parte sua ci sia tutto questo interesse.”
    C’era una sorta di tristezza nella sua voce, eppure non sembrava veramente demoralizzato.

    In quel momento, Sumyno tornò verso di loro con le mani alzate a mo di resa.
    “Ma sul serio voi due ci avete viaggiato assieme e siete sopravvissuti?!” esclamò. Sembrava divertita, non arrabbiata, e nei suoi occhi brillava una luce che Gahain non poté che definire pericolosa, come un bambino che vuole combinare qualche guaio. “Davvero, è una bomba ad orologeria quella tipa! Signor Paladino, se non fai in modo di darle una calmata potrebbe esplodere da un momento all’altro!”
    Rise, perfettamente a suo agio. Doveva essersi palesemente scontrata col carattere difficile dell’Elfa del Sangue, ma non sembrava averlo accusato più di tanto.

    – JARED –
    “Signore, la vostra visita per noi è un grande onore!” disse un’elfa minuta. A Jared non poté sfuggire che tutte quelle creature così dolci e delicate, nonostante il luogo magico in cui si trovavano, non avessero quell’aura quasi divina che invece permeava Alliria.
    In qualche modo sembravano molto più umane.
    O forse era quel luogo ad essere troppo incantevole da mettere tutto il resto in secondo piano.

    Le si avvicinò un’altra elfa: aveva i capelli verde smeraldo, e la pelle era diafana, quasi bianca. Lo prese per mano come se volesse condurlo con sé.
    “Un ospite come voi deve essere servito. Siete venuto con Lady Marelli a salvare il nostro Albero!” sembrava una cosa estremamente solenne, detta in quel modo.

    In quel momento, però, il guerriero sentì un urlo di rabbia, e distinse chiaramente la voce di Alliria.
    “Vi ho detto di lasciarmi in pace!!! Andate via, adesso!!!!”
    C’era quasi panico nel tono con cui aveva urlato, ma probabilmente stava ricevendo un trattamento molto simile a quello che era stato riservato a lui.

    – JOK’NAY –
    Da quella posizione sopraelevata, Jok’Nay riuscì a vedere meglio la situazione.
    Fandral stava mostrando uno strano oggetto a Zatanja: era una sfera, e nonostante si trovasse lontano il troll si accorse subito che brillava di un’intensa luce rossa, vorticante, come se al suo interno fosse rinchiuso un vapore che mutava, cambiava, si contorceva e tornava a rilassarsi.

    Era quasi ipnotica, tanto che per un istante Jok’Nay quasi cadde dal ramo, incantato a guardare quei mutamenti. Fu solo l’oscillazione improvvisa a farlo riprendere, per sua fortuna, altrimenti probabilmente sarebbe caduto in testa a quei due come una mela.
    Anche Zatanja pareva incantata: stava dicendo qualcosa, ma lui non era in grado di sentire cosa.

    Poi fu un attimo: la sfera iniziò a brillare più intensamente, e parve ingrandirsi, come se un’incendio stesse scoppiando all’improvviso in quel pozzo, pronto ad inglobare tutti quanti. Ma solamente lui pareva essersene accorto…

    #6927
     Ilmarien 
    Partecipante

    “Si, ho avuto un momento poco fa in cui ho perso il controllo degli elementi” ammise Gahain con il tono da cane bastonato di chi è stato scoperto a combinare chissà quale marachella. “Quindi non sono illusioni, però c’è qualcosa o qualcuno che li controlla e che li… incenerizza?” si fermò, incerto se fosse la parola giusta “Riduce in cenere” si corresse poi “Mi chiedo se durante uno scontro fosse possibile cercare di risalire e individuare questo legame, più che altro perché stiamo veramente brancolando nel buio…” concluse vagamente frustrato.

    Riguardo alla Cacciatrice, ascoltò le parole del paladino con genuina curiosità, poi disse: “Mah, guarda, io sono solo un osservatore esterno che ne è stato… incuriosito, ma l’impressione che ho avuto della Cacciatrice è di qualcuno che faccia una fatica tremenda non solo ad ammettere ma anche a identificare e interpretare le proprie emozioni… Per carità, sono molto contento che sia con noi, è una persona di indubbia competenza in combattimento, diciamo però che non la manderei mai a negoziare o a fare qualsiasi altra cosa che richieda anche solo un minimo di capacità sociali” disse rassicurando Nathaniel che in ogni caso approvava. “Detto ciò, ha detto più volte che vuole ucciderti, ma ce la vedi davvero a farlo? Mi sembra più una reazione a sue emozioni interne che, appunto, fatica a interpretare… Voglio dire, non mi sembra il tipo da dire a qualcuno: ‘Sono felice di rivederti’, e tra parentesi a me non lo ha detto” disse facendo una buffa faccia offesa per buttare la cosa in ridere. “Quindi se lo ha detto a te evidentemente è perché sotto sotto qualcosa prova” disse con il tono di un matematico che dimostra un teorema “Quindi non ti scoraggiare, e forse un giorno arriverà anche lei alla mia conclusione…” concluse con una pacca di incoraggiamento.

    In quel momento arrivò Sumyno e disse: “Fammi indovinare, hai cercato di avere un’interazione sociale di qualche tipo con lei?” disse con aria estremamente divertita, immaginandosi l’assurda conversazione che doveva essere avvenuta. “Nah, non è così male” disse a Sumyno rassicurandola “molto di quello che dice è tutto fumo e niente stufato di Kodo, se non la punzecchi è anzi molto utile, e soprattutto è un alleato fidato” disse prevenendo la risposta di Nathaniel.

    #6929
     Meeme 
    Partecipante

    Il gufo di Hamuul era un’ottima guida attraverso quei cunicoli privi di punti di riferimento, l’Elfa del Sangue era finalmente sola con i suoi compagni animali e riuscì a tirare un sospiro di sollievo. Era tutto così sbagliato in lei, aveva scelto di viaggiare in compagnia e poi cercava la solitudine. Le sacche di carne riuscivano quasi sempre ad irritarla e lei non era abituata a sopportarle, almeno la maggior parte di loro. I Tauren che l’avevano accolta erano stati gentili con lei e, come ad un animale ferito, erano riusciti ad avvicinarsi con calma e pazienza. Nathaniel era riuscito a fare lo stesso, all’inizio l’aveva irritata, poi si era avvicinato a lei con dolcezza ed ora era il motivo per cui si trovava ancora una volta insieme a delle sacche di carne.
    Il motivo per cui si sentiva felice e colpevole.

    I cunicoli dovevano alterare la magia in qualche modo, lei continuava a camminare mantenendo i sensi allerta, ma rallentò il passo in modo da non seminare i compagni di viaggio. Quel luogo così inquietante le ricordava il pozzo…
    Erano soli in quel pozzo, soli e spaventati. L’unico suono che riuscivano a distinguere era quello del loro stesso battito; si ripetevano nella mente che sarebbero morti, che li avrebbero trovati e dilaniati come il resto del villaggio, ma nella paura avevano trovato la forza di sopravvivere, insieme ed insieme in ogni cosa finché non erano stati separati da scelte di vita diverse.
    I cunicoli le ricordavano anche la prigione: fredda, stretta e terribile. Si era imposta di sopravvivere anche quella volta a costo di dilaniarsi pezzo per pezzo.

    Adesso iniziava ad essere stanca, stanca di dover sempre sopravvivere, stanca di dover sempre combattere. Thunder Bluff aveva chiamato e lei doveva loro ogni cosa. Avevano guarito la sua anima, non abbastanza da darle la consapevolezza di voler sopravvivere ancora, ma erano stati gentili e meritavano di vivere in un mondo migliore. Lei era stanca della guerra, stanca di doversi sempre guardare le spalle e stanca di quel senso di colpa difficile da eliminare.
    Accarezzò Humar e sorrise in modo triste.
    Sarebbe morta in un mondo in guerra…

    Credeva nella missione ed avrebbe cercato una soluzione, ma forse, viaggiare da sola avrebbe reso le cose più facili. Inseguire un breve attimo di felicità l’aveva costretta ad affrontare quel cammino in compagnia e non era in grado di farlo. La consapevolezza di ciò che provava per Nathaniel non la rendeva triste, l’idea che fosse una cosa sbagliata non la rendeva triste. La rendeva triste la certezza di non potersi avvicinare a lui, non solo perché appartenevano a mondi troppo diversi ed il paladino pensava a lei solo come ad una bambina da salvare, ma perché lei aveva un obiettivo e questo obiettivo non coincideva con i sentimenti che provava per Nathaniel.
    “In un’altra vita forse avrei rischiato, ma ho ucciso chi mi ha uccisa e mi resta solo il tempo di dire addio e sognare un mondo che non vedrò mai…” Pensò mesta chiudendo gli occhi.
    Istintivamente si portò una mano al petto, il marchio sotto l’armatura le bruciava come la prima volta e sembrava ricordarle continuamente quello che era e che sarebbe sempre stata.

    #6932
     Mordoth 
    Partecipante

    Uoah! Jok’Nay si aggrappò appena in tempo!
    Il ramo stava ancora oscillando sotto di lui e con il cuore in gola guardò giù verso i due piccioncini. Sarebbe stato divertente cadere sopra a quel tronfio druido, ma poi sarebbe stato un guaio tutto in il salita come un razzo goblin.
    E’ stata tutta colpa di quella sfera o bolla o che diamine era… ti incantava come una fiamma sotto l’arrosto con quel suo gorgoglio rosso. Ecco proprio quello che il troll era tornato a guardare ormai abituatosi all’oscillazione del ramo che andava scemando, ma piano piano.
    Gorgoliava, vorticava, il rosso cambiava di intensità in continuazione. Ormai Zatanja che muoveva le labbra era solo un’immagine periferica. Il vortice rosso sembrava ingrandito, copriva tutto il campo visivo di Jok’Nay che lo guardava meravigliato.
    Poi arrivò l’agitazione, si stava allargando troppo quel coso rosso, il troll ebbe l’impressione di esserne circondato e il cuore prese a battergli in gola. Senza accorgersene si aggrappò con più vigore al ramo, che prese ad oscillare un po’ di più…
    La rinnovata oscillazione fece uscire dal fodero il pungolo lungo quanto un’unghia, quello che aveva lanciato contro Fandral qualche tempo prima. Il pungolo era uscito un po’ dal suo fodero alla prima oscillazione e la seconda lo aveva liberato del tutto. Ora cadeva verso la libertà e verso i due piccioncini sotto il ladro… non era certo una minaccia guidato dalla sola forza di gravità, ma avrebbe comunque potuto ferire in modo lieve la maga o il druido.
    Ma di questo il troll non si rese conto, perchè ormai non vedeva altro che una vorticante nuvola rossa attorno a sè…

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