La Piaga

Questo argomento contiene 71 risposte, ha 5 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Meeme 8 anni, 1 mese fa.

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  • #2128
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    Gundigo’ot osservò lo svolgersi degli eventi nei pressi del Grande Druido: non aveva previsto un esito così banale, era quasi ovvio che sarebbe finita in quel modo, come aveva potuto non pensarci? La magia non era l’unica forma di attacco, il metallo svolgeva sempre egregiamente quel lavoro… forse inconsciamente aveva previsto che tra tutti quelli che erano lì intorno qualcuno sarebbe stato abbastanza rapido da intervenire per evitare un attacco fisico diretto, ma evidentemente gli eventi avevano preso tutti alla sprovvista.

    Ormai era tardi, però, per pensare se fosse stato meglio intervenire in un altro modo, doveva agire sulla base della situazione presente. Si lanciò, quindi, verso la zona del Grande Druido, consapevole che nella zona la magia sarebbe stata soppressa dall’incantesimo utilizzato prima. Quando arrivò al limitare della zona colpita si abbassò di quota per evitare di precipitare al suolo, e poi corse verso il Grande Druido per aiutare a portarlo via da lì mentre gli altri suoi compagni tenevano impegnato l’assalitore.

    Non appena si furono allontanati un po’ dalla zona, prese dallo zaino alcuni pacchetti contenenti unguenti ed erbe, per aiutare a curare le ferite… lo gnomo si rese conto, nonostante le sue competenze mediche non fossero molto sviluppate, che sarebbe servito l’intervento di un vero curatore per salvare Elrundel: il suo intervento poteva solo fargli guadagnare qualche minuto, ma non di certo salvargli la vita.

    #2132
     Meeme 
    Partecipante

    GUNDIGO’OT
    Lo gnomo si allontanò dal pericolo seguendo i druidi che stavano portando in salvo Elrundel. L’elfo aveva il volto pallido e sembrava aver perso molto sangue dalle ferite, ma era vivo e le prime cure sarebbero state essenziali per fermare l’emorragia. Il Grande Druido venne circondato dalla sua gente e Gundy per poco non venne spintonato contro una palizzata tanta era la confusione creatasi con quel attacco.
    L’unico che sembrava non curarsi del vecchio nemico sembrava proprio il Governatore che aveva preso tra le braccia il corpo della ragazza cigno e si era avvicinato con angoscia a Moira, la sacerdotessa nana, nella speranza di salvarla.

    Lo gnomo guardandosi intorno vide sangue e coloni con gli arti mozzati da qualche bestia, ma anche druidi trafitti dai forconi che morivano tenendosi le budella senza la speranza di una cura. Lady Icemirror era passata dall’attacco al tamponare le ferite, ma quella battaglia non sarebbe mai stata dimenticata.

    NIMUE, ULFRIC e ZALTAR
    Zaltar controllava la zona per evitare altri attacchi di sorpresa mentre Ulfric e Nimue affrontavano l’assalitore. L’elfo sembrava indemoniato e non potendo colpire il Grande Druido affondò il pugnale prima su Ulfric, ferendolo sulla coscia, e poi contro Nimue ferendola sull’addome. “Che Ghlaunder vi divori gli occhi!” gridò furente. “Io maledico voi e la vostra stirpe! L’acqua con cui vi disseterete ed il cibo con cui vi sfamerete!” Sembrava in trance mentre mormorava quelle parole, ma la magia era stata soppressa e sia Ulfric sia Nimue non subirono alcun effetto.

    L’elfo sapeva che contro il gigante non avrebbe avuto nessuna speranza e che era questione di pochi secondi prima che Ulfric lo uccidesse, così attaccò ancora una volta la mezz’elfa conficcandole il pugnale sulla spalla e cercando di cavarle gli occhi con le dita. Sbavava dalla bocca come se avesse assunto della droga prima di quella battaglia e non si sarebbe fermato per nessun motivo.

    #2140
     Andrew_The_Wolf 
    Partecipante

    Persino tra le ombre le urla di quel pazzo di un elfo gli trapanavano le orecchie. Un folle… ma se non fosse il solo? Al lanciarsi della mezzelfa per separare i due, venne letteralmente sputato fuori dalle ombre, ma sorpreso dalla cosa non esitò e si mise in guardia per vedere se ci fossero altri rinnegati tra i druidi.

    Poi vide scendere dal cielo una massa di muscoli verso terra e riconobbe il gigante. Non cercò nemmeno di fermarlo: lo avrebbe trasformato in poltiglia se avesse cercato di bloccare la caduta fisicamente.
    Una volta caduto lo vide lanciarsi verso la mezzelfa in lotta con l’elfo folle, lui invece avrebbe protetto il gruppo che stava trasportando il grande druido: aveva con se delle boccette di magia curativa e le passò ad uno dei druidi urlando contro Tenete questa… io vi proteggo in caso di altri attacchi!

    #2147
     Elan 
    Partecipante

    “Ma tu sei un pazzo invasato!”
    Quella era la battaglia più assurda che Nimue si fosse mai trovata a dover affrontare. Un drogato isterico stava cercando di cavarle gli occhi, non poteva usare la magia e… basta, non c’era altro, ma era già più che sufficiente così!

    Le ferite le facevano un male cane, ma la sua attenzione era decisamente focalizzata sul salvarsi gli occhi, motivo per cui cercava di bloccare le mani dell’elfo psicopatico in ogni modo possibile.
    Con la forza dell’adrenalina generata dal panico gli tirò un pugno in piena faccia, cercando al tempo stesso di tirargli qualche calcio ben assestato in modo da colpirlo dove gli avrebbe fatto più male.

    Non aveva mai partecipato ad uno scontro così “rozzo”, comparabile quasi ad una rissa, ma non si sarebbe lasciata sopraffare senza combattere.

    #2307
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    La situazione, guardandola sotto un punto di vista particolarmente cinico, poteva sembrare quasi risolta: avevano smascherato chi stava dietro a tutta quella situazione, e ora gli abitanti di Ultimo Rifugio e i druidi avevano sostanzialmente cessato di massacrarsi inutilmente tra di loro. D’altro canto, un campo di battaglia era sempre lo stesso spettacolo, indipendentemente da tutto il resto.

    Lo gnomo si guardò intorno: ora Elrundel era circondato dai suoi che cercavano di curarlo come potevano dalle ferite riportate, e lui non sarebbe riuscito ad essere di nessun aiuto. Il loro nuovo nemico era fronteggiato già da abbastanza avversari, tra cui Ulfric, quindi anche lì il suo intervento, soprattutto ora che la magia non poteva essere utilizzata, sarebbe stato pressoché inutile, se non addirittura dannoso e controproducente.

    Decise quindi di aiutare, come meglio poteva, Lady Icemirror. Le sue abilità di curatore erano pressoché nulle, conosceva i rudimenti del pronto soccorso e nel suo zaino aveva alcune dosi di pozioni di guarigione e di altri rimedi più o meno utili. Fece quello che poteva per cercare di aiutare i feriti che c’erano intorno a lui, sapendo bene che per alcuni sarebbe bastato poco e forse anche lui sarebbe stato in grado di salvarli, mentre per altri non c’era più nulla da fare, e l’unica opzione che rimaneva al mago era cercare di lenire quanto più possibile il dolore nei loro ultimi momenti di vita.

    Nel frattempo sentiva che la battaglia alle sue spalle continuava. In cuor suo sperava ancora per poco…

    #2309
     snow 
    Partecipante

    Il maledetto aveva individuato in Nimue l’obiettivo più debole tra i due e ci si era scagliato contro con tutte le sue forze. Il bastardo aveva colto Ulfric di sorpresa rifilandogli un fendente alla coscia che aveva procurato una profonda ferita, che lo aveva costretto in ginocchio lasciando all’assassino la libertà di poter incalzare liberamente Nimue.
    Il gigante iniziava a pensare che quello scontro era durato anche troppo.
    Fu così che cercando di frapporsi tra il loro nemico e Nimue si scagliò contro l’elfo con tutta la forza che gli era rimasta in corpo.
    Cercò di sfruttare il momento in cui la sua compagna accennò ad una reazione contro i colpi che stava subendo.
    “Nimue! Stai indietro!!!”
    Vista la piega che aveva preso lo scontro e la vicinanza di Nimue all’assassino, invece che utilizzare la sua ascia decise di placcarlo lanciandocisi addosso per poter infierire su di lui con una selva di pugni.
    Avrebbero deciso poi i Druidi cosa farne del ragazzo…

    #2322
     Meeme 
    Partecipante

    GUNDIGO’OT, NIMUE, ULFRIC e ZALTAR
    L’intervento di Ulfric era stato provvidenziale per Nimue, il grosso barbaro aveva placcato l’assalitore ed era riuscito a rabbonirlo con qualche pugno sulla faccia. Urla e rumori della battaglia andavano scemando ed i druidi avevano interrotto l’attacco contro la città. Zaltar si assicurò che il perimetro fosse sicuro, ma ormai tutti compresero che quello scontro era giunto al termine. “Una vittoria che non è una vittoria.” Commentò Chezar rivolgendosi al cacciatore elfo. “Ci vorrà del tempo prima che certe ferite si rimarginino del tutto. Resterò qui ancora un po’, penso che le mie abilità di guaritore saranno utili al servizio del Grande Druido.”

    L’elfo impazzito venne ridotto in catene dalla maga dai capelli rossi e sarebbero stati gli altri figli di Elrundel a decidere della sua sorte. “Mi sbagliavo sul tuo conto, umano. Hai reso un grande servizio alla foresta e non verrà dimenticato.” disse l’incantatrice baciata dal fuoco e si tolse uno dei suoi bracciali per regalarlo ad Ulfric. “Quando sarai stanco della città, torna in questi boschi e forse potrò insegnarti come controllare il tuo sangue.” gli mormorò con un sorriso divertito.

    Nimue venne aiutata da alcuni cittadini e le sue ferite richiuse con unguenti ed erbe medicamentose. “Non mi avevi promesso di stare attenta?” Commentò Ragnar avvicinandosi alla sua branda di emergenza. Il druido aveva riportato qualche ferita di artigli sulla schiena, ma stava sicuramente meglio di lei. “Se questa è la tua idea di fare attenzione, credo che dovremo lavorare sulla prudenza la prossima volta che resteremo soli.” Il druido appoggiò la fronte su quella di lei e respirò lentamente. “Sono felice che tu sia ancora viva, Nim…” sussurrò con dolcezza chiudendo gli occhi.

    Gundigo’ot vicino alla maga mezz’elfa stava aiutando i feriti. “Eliza è morta… ma il Grande Druido vivrà.” commentò Icemirror chiudendo gli occhi della ragazza cigno. Il Governatore sembrava distrutto dal dolore e nemmeno la vicinanza di Harald sembrava aiutarlo. “Avrà bisogno di tempo per guarire dalla perdita, Eliza era sua moglie, una moglie che non amava, ma per cui provava tenerezza. La sua condizione di mutaforma era un abominio per Ultimo Rifugio e lui voleva solo proteggerla chiudendola in una stanza. Non possiamo proteggere qualcuno tenendolo in gabbia, anche mio padre lo ha capito con me.” commentò la maga con un sospiro. “Troveremo una cura per questa piaga, Elrundel non dimenticherà chi lo ha aiutato a sopravvivere…”

    #2323
     Elan 
    Partecipante

    Quindi era tutto finito.
    Nimue non era sicura di aver capito proprio con estrema precisione cosa era successo in quegli ultimi momenti: ricordava una gran confusione, urla, gente che si buttava contro altra gente, un gran male ovunque…
    Ma chi avesse fatto cosa a chi, non era del tutto sicura di averlo afferrato con certezza.
    Rimase più o meno in coma sulla branda: sperava soltanto che il Grande Druido fosse rimasto vivo, perché se dopo tutta la fatica che aveva fatto si fosse pure fatto ammazzare, lo avrebbe riportato in vita solo per il gusto di ammazzarlo a sua volta a suon di botte!

    Quelli erano più o meno i suoi pensieri mentre gli abitanti di Ultimo Rifugio la medicavano, almeno finché non sentì la voce di Ragnar, che le strappò un sorriso.
    Fece per alzarsi di botto per parlargli, ma non ci mise molto a capire che era davvero una pessima idea.
    “Ehy, io sono stata attentissima!” esclamò tutta seria. Aveva ritrovato il buonumore con incredibile velocità. “E’ che vedi, quell’elfo, quello un po’ pazzo, col pugnale… ecco, sì, credo che sia scivolato e mi sia finito addosso! Quindi, a conti fatti, è stato lui a non stare attento!”
    Rise, perché si rese conto che quel discorso non aveva senso. Ma anche se le faceva male tutto, era contenta di ridere, e soprattutto di poterlo ancora fare, insieme a Ragnar…

    Alle sue parole, però, le sfuggì un sorriso ammiccante.
    “Non ti offendere… ma la prossima volta che resteremo da soli preferirei davvero dover lavorare su… qualcos’altro…” ammiccò, e chiuse a sua volta gli occhi, godendosi la vicinanza di lui al buio.

    “Anche io sono felice che tu sia vivo, Ragny… non avrei davvero sopportato di farmi rapire da qualcun altro!”

    #2352
     snow 
    Partecipante

    Da quella distanza l’assassino non riuscì a sfuggire al placcaggio di Ulfric.
    Bastò qualche pugno ben assestato per renderlo innocuo.

    Alla maga dai capelli rossi spettò il compito di porre in catene l’elfo ribelle.
    Si avvicinò ad Ulfric, gli porse uno dei suoi bracciali e poi si rivolse a lui…

    …Le sue parole lasciarono confusione nella mente del guerriero.
    Chi e cos’era lui veramente???

    “Aspetta! Dimmi almeno il tuo nome!”

    #2354
     Andrew_The_Wolf 
    Partecipante

    Non lasciò il grande druido per un momento. Lui era sospettoso per natura, quindi non sapeva se fosse realmente finito tutto. Almeno finché Lady Icemirror non gli disse il contrario, allora i suoi nervi e i suoi sensi si rilassarono definitivamente.

    Cercò in quel trambusto, di trovare un luogo appartato e farsi una dormita. Erano giorni che dormiva poco, anche per un elfo, figurarsi per lui che veniva ritenuto un ghiro.

    Poi attese con pazienza il compenso dovuto, aiutando chi poteva.

    #2362
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    “In questa terra sembra che tutti dovranno fare i conti con i fantasmi delle loro scelte passate” disse il mago a Lady Icemirror “Non è stato solo il Governatore a sbagliare pensando di poter salvare Eliza rinchiudendola, ma anche Elrundel, che era talmente accecato dalle sue convinzioni da non vedere ad un palmo dal suo naso…”

    Lo gnomo aiutò come poté, continuando ad assistere i feriti. Non c’era molto altro da fare, al momento. Quando avessero finito di soccorrere chi poteva essere curato, avrebbe tentato, magari con l’aiuto di Chezar, di parlare ad Elrundel, per cercare di trovare una soluzione alla piaga che affliggeva Ultimo Rifugio e la foresta circostante.

    #2380
     Meeme 
    Partecipante

    EPILOGHI

    “La natura è una nube mutevole che è sempre e mai la stessa.”
    Ralph Waldo Emerson

    GUNDIGO’OT
    “Io spero che quella di Eliza sia l’ultima morte inutile di questa guerra…” commentò la maga mezz’elfa. “Ora è nostro dovere trovare una cura. Ci saranno sempre persone incapaci di accettare una tregua, ma dicono che il tempo guarisca tutte le ferite. Spero sia vero…” concluse la maga occupandosi dei feriti.

    Elrundel si riprese dalle ferite inferte durante la battaglia e l’arroganza dimostrata sembrò mitigata dalla riconoscenza per aver avuto salva la vita. Chezar e Gundigo’ot non dormirono per molte notti lavorando a stretto contatto con il Grande Druido ed il mezz’orco ebbe ragione su una cosa: senza la conoscenza di Elrundel non sarebbe stato possibile trovare una cura. L’antico elfo possedeva una mente brillante e grazie alle scoperte fatte dallo gnomo e dai suoi compagni la cura divenne una realtà. Le prime sperimentazioni furono un fallimento, i soggetti infettati da troppo tempo non sopravvivevano alla somministrazione che poche ore e la disperazione accompagnò le settimane successive alla battaglia.

    Ci volle un mese per perfezionare l’intruglio in modo che garantisse la sopravvivenza del soggetto ed i primi che vennero vaccinati furono i bambini. Salvando i più giovani assicurarono un futuro al Clan degli Orsi che era stato il più colpito dalla piaga. La natura si dimostrò più forte degli esseri umani e auto-guarì con la scomparsa dell’untore e della Regina degli insetti. Il Governatore aveva abbandonato l’incarico di guida per Ultimo Rifugio, lasciando il compito a lady Icemirror, figlia del Grande Druido e protettrice della città. Harald, l’oste nano, tentò di assassinare il Grande Druido quando la cura fu completata, ma il suo tentativo si rivelò fallimentare ed il nano si salvò dall’impiccagione solo grazie alla pietà della maga mezz’elfa che gli rese la vita. Lady Icemirror si rivelò una guida migliore rispetto al vendicativo Logan Steelhand che però non venne dimenticato dalla popolazione. La maga preferì nominarlo guardiano di Ultimo Rifugio, un ruolo di difesa che aiutò i cittadini ad accettare il cambiamento. Il matrimonio tra il Governatore ed una delle figlie di Elrundel pose fine alla loro vendetta ed anche Harald accettò quella risoluzione per fedeltà al suo più caro amico.

    Lady Icemirror ricompensò coloro che l’avevano aiutata a portare equilibrio nella Foresta. Figlia di due mondi, cresciuta dai druidi ed affezionata ad Ultimo Rifugio, la mezz’elfa portò prosperità e tranquillità tra gli abitanti e quando prese per marito Kam, il fabbro della città, anche suo padre comprese come la scelta della figlia fosse quella più diplomatica e fruttuosa per entrambe le fazioni.
    Gli alberi tornarono rigogliosi, gli animali guarirono dalle ferite ed i druidi iniziarono ad aiutare la città con la promessa che mai più Ultimo Rifugio avrebbe distrutto la Foresta che li sfamava e proteggeva da millenni. Il seguace di Glaunder era stato giustiziato dalla maga dai capelli rossi e con lui la minaccia scomparsa per sempre.

    Gundigo’ot fu molto impegnato con la cura per occuparsi di tutto il resto, la sua dedizione alla conoscenza trovò ricompensa una volta debellata la malattia che tanto aveva fatto soffrire quella gente. Il mago lavorò a stretto contatto con Chezar e Moira, la sacerdotessa della città, somministrando la cura a tutti coloro che recavano i segni della piaga. Il clan degli orsi subì molte perdite, ma la salvezza dei bambini segnò la svolta verso la ripresa ed un nuovo inizio. Ulfric passava molto tempo con la maga dai capelli rossi e lei lo aiutò a ricordare chi fosse e perché la sua mente cedeva il passo alla furia durante le battaglie più pericolose. Gundigo’ot pensò che fosse giunto il tempo di separarsi dall’amico di sempre, certo che Ulfric volesse cercare la sua gente e ritrovare la sua vera casa. Il grosso barbaro però aveva trovato una nuova casa ed una nuova famiglia ad Ultimo Rifugio e rinunciò al suo passato in favore di un futuro incerto. C’erano molte altre avventure a cui partecipare ed incantesimi da imparare, così quando il lavoro lo richiese i due si misero in marcia per risolvere casi disperati e senza speranza. I due amici se la sarebbero sempre cavata ed Ultimo Rifugio sarebbe stato un buon posto dove tornare a mangiare e riposare dopo i loro viaggi insieme.

    NIMUE
    Ragnar rise, una risata che scaldava il cuore. “Elrundel vivrà e questo darà speranza alla mia gente. La cura non è più mera utopia ed io ti ringrazio perché anche nelle tenebre hai continuato a sperare.” le sussurrò con dolcezza. “Aspettami perché verrò a rapirti appena mi sarà possibile. Dovrai essere paziente ed io farò di tutto per tornare da te.” e con quella promessa un po’ assurda i due si salutarono.

    Elrundel si riprese dalle ferite inferte durante la battaglia e l’arroganza dimostrata sembrò mitigata dalla riconoscenza per aver avuto salva la vita. Chezar e Gundigo’ot non dormirono per molte notti lavorando a stretto contatto con il Grande Druido ed il mezz’orco ebbe ragione su una cosa: senza la conoscenza di Elrundel non sarebbe stato possibile trovare una cura. L’antico elfo possedeva una mente brillante e grazie alle scoperte fatte dallo gnomo e dai suoi compagni la cura divenne una realtà. Le prime sperimentazioni furono un fallimento, i soggetti infettati da troppo tempo non sopravvivevano alla somministrazione che poche ore e la disperazione accompagnò le settimane successive alla battaglia.

    Ci volle un mese per perfezionare l’intruglio in modo che garantisse la sopravvivenza del soggetto ed i primi che vennero vaccinati furono i bambini. Salvando i più giovani assicurarono un futuro al Clan degli Orsi che era stato il più colpito dalla piaga. La natura si dimostrò più forte degli esseri umani e auto-guarì con la scomparsa dell’untore e della Regina degli insetti. Il Governatore aveva abbandonato l’incarico di guida per Ultimo Rifugio, lasciando il compito a lady Icemirror, figlia del Grande Druido e protettrice della città. Harald, l’oste nano, tentò di assassinare il Grande Druido quando la cura fu completata, ma il suo tentativo si rivelò fallimentare ed il nano si salvò dall’impiccagione solo grazie alla pietà della maga mezz’elfa che gli rese la vita. Lady Icemirror si rivelò una guida migliore rispetto al vendicativo Logan Steelhand che però non venne dimenticato dalla popolazione. La maga preferì nominarlo guardiano di Ultimo Rifugio, un ruolo di difesa che aiutò i cittadini ad accettare il cambiamento. Il matrimonio tra il Governatore ed una delle figlie di Elrundel pose fine alla loro vendetta ed anche Harald accettò quella risoluzione per fedeltà al suo più caro amico.

    Lady Icemirror ricompensò coloro che l’avevano aiutata a portare equilibrio nella Foresta. Figlia di due mondi, cresciuta dai druidi ed affezionata ad Ultimo Rifugio, la mezz’elfa portò prosperità e tranquillità tra gli abitanti e quando prese per marito Kam, il fabbro della città, anche suo padre comprese come la scelta della figlia fosse quella più diplomatica e fruttuosa per entrambe le fazioni.
    Gli alberi tornarono rigogliosi, gli animali guarirono dalle ferite ed i druidi iniziarono ad aiutare la città con la promessa che mai più Ultimo Rifugio avrebbe distrutto la Foresta che li sfamava e proteggeva da millenni. Il seguace di Glaunder era stato giustiziato dalla maga dai capelli rossi e con lui la minaccia scomparsa per sempre.

    Nimue restò ad Ultimo Rifugio per poche settimane, assicurandosi che fosse creata la cura, fu poi costretta a tornare da Nouran per riferire quello che era successo e fare rapporto sulla situazione. Anche suo fratello Aredian era tornato da una missione ed i due si riunirono per qualche giorno prima di partire nuovamente verso altri incarichi. La mezz’elfa aveva quasi perso le speranze di rivedere il druido mutaforma e dopo aver risolto un caso su uno strano omicidio era salita nella sua camera per rinfrescarsi prima della partenza. Entrata nella stanza avvertì un odore acre, ma solitamente familiare ed osservando meglio nella camera notò un grosso orso che la stava aspettando. “Non ti ho mai dimenticata, Nim…” disse l’orso assumendo forma umana. “Sono qui per portarti via con me, se lo vorrai…” Ragnar sorrise, aveva un aspetto sano e le macchie nere della malattia completamente scomparse. Le tese la mano e la barda la strinse senza tentennare nemmeno un secondo. “Siamo soli e riesco a pensare a qualcosa di piacevole prima di metterci in viaggio…” Disse lui stringendosela al petto e baciandola con desiderio.

    ULFRIC
    “Mi chiamo Rhis Wildspirit… ricordati il mio nome.” rispose la donna baciata dal fuoco con un sorriso. Ulfric era certo che l’avrebbe rivista presto, c’erano domande che volevano una risposta e forse le risposte sarebbero arrivate al prossimo cambio di stagione.

    Elrundel si riprese dalle ferite inferte durante la battaglia e l’arroganza dimostrata sembrò mitigata dalla riconoscenza per aver avuto salva la vita. Chezar e Gundigo’ot non dormirono per molte notti lavorando a stretto contatto con il Grande Druido ed il mezz’orco ebbe ragione su una cosa: senza la conoscenza di Elrundel non sarebbe stato possibile trovare una cura. L’antico elfo possedeva una mente brillante e grazie alle scoperte fatte dallo gnomo e dai suoi compagni la cura divenne una realtà. Le prime sperimentazioni furono un fallimento, i soggetti infettati da troppo tempo non sopravvivevano alla somministrazione che poche ore e la disperazione accompagnò le settimane successive alla battaglia.

    Ci volle un mese per perfezionare l’intruglio in modo che garantisse la sopravvivenza del soggetto ed i primi che vennero vaccinati furono i bambini. Salvando i più giovani assicurarono un futuro al Clan degli Orsi che era stato il più colpito dalla piaga. La natura si dimostrò più forte degli esseri umani e auto-guarì con la scomparsa dell’untore e della Regina degli insetti. Il Governatore aveva abbandonato l’incarico di guida per Ultimo Rifugio, lasciando il compito a lady Icemirror, figlia del Grande Druido e protettrice della città. Harald, l’oste nano, tentò di assassinare il Grande Druido quando la cura fu completata, ma il suo tentativo si rivelò fallimentare ed il nano si salvò dall’impiccagione solo grazie alla pietà della maga mezz’elfa che gli rese la vita. Lady Icemirror si rivelò una guida migliore rispetto al vendicativo Logan Steelhand che però non venne dimenticato dalla popolazione. La maga preferì nominarlo guardiano di Ultimo Rifugio, un ruolo di difesa che aiutò i cittadini ad accettare il cambiamento. Il matrimonio tra il Governatore ed una delle figlie di Elrundel pose fine alla loro vendetta ed anche Harald accettò quella risoluzione per fedeltà al suo più caro amico.

    Lady Icemirror ricompensò coloro che l’avevano aiutata a portare equilibrio nella Foresta. Figlia di due mondi, cresciuta dai druidi ed affezionata ad Ultimo Rifugio, la mezz’elfa portò prosperità e tranquillità tra gli abitanti e quando prese per marito Kam, il fabbro della città, anche suo padre comprese come la scelta della figlia fosse quella più diplomatica e fruttuosa per entrambe le fazioni.
    Gli alberi tornarono rigogliosi, gli animali guarirono dalle ferite ed i druidi iniziarono ad aiutare la città con la promessa che mai più Ultimo Rifugio avrebbe distrutto la Foresta che li sfamava e proteggeva da millenni. Il seguace di Glaunder era stato giustiziato dalla maga dai capelli rossi e con lui la minaccia scomparsa per sempre.

    Il grosso barbaro fu costretto a passare molto tempo ad Ultimo Rifugio in attesa che Gundigo’ot completasse la cura. Il richiamo della foresta si faceva ogni giorno più forte anche se lui non ne comprendeva il motivo. Fu Rhis a spiegargli perché avvertisse il sangue bruciare e quali dovevano essere le sue origini. “Alcune tribù di barbari delle montagne abbandonano le loro terre in cerca di un degno rivale da affrontare come prova del loro coraggio. Il tuo modo di combattere ricorda questi signori della guerra e credo che la tua casa si trovi lontano da qui… A Nord del mondo conosciuto.” La maga dai capelli rossi lo aveva preso in simpatia dopo la battaglia e sembrava felice di aiutarlo a ricordare. “Quando un duello è troppo rischioso, il cervello decide che la scelta migliore è ritirarsi, ma per voi non è così. Convogliate la furia per interrompere il collegamento con la mente ed agire di pure istinto predatorio. Il tempo ti aiuterà a controllare questa furia per dirigerla a tuo piacimento e senza il rischio di ferire i tuoi amici.” E lei sembrava felice di aiutarlo. La Foresta divenne una nuova casa per lui e rinunciò al suo passato in favore di un futuro incerto per restare con il suo amico gnomo. C’erano molte altre avventure a cui partecipare, così quando il lavoro lo richiese i due si misero in marcia per risolvere casi disperati e senza speranza. I due amici se la sarebbero sempre cavata ed Ultimo Rifugio sarebbe stato un buon posto dove tornare a mangiare e riposare dopo i loro viaggi insieme.

    ZALTAR
    “Il Governatore manterrà la sua promessa di ricompensarci. Non gli abbiamo portata la testa di Elrundel, ma una cura per questa malattia gioverà più di ogni assassinio.” commentò Chezar osservando Ultimo Rifugio.

    Elrundel si riprese dalle ferite inferte durante la battaglia e l’arroganza dimostrata sembrò mitigata dalla riconoscenza per aver avuto salva la vita. Chezar e Gundigo’ot non dormirono per molte notti lavorando a stretto contatto con il Grande Druido ed il mezz’orco ebbe ragione su una cosa: senza la conoscenza di Elrundel non sarebbe stato possibile trovare una cura. L’antico elfo possedeva una mente brillante e grazie alle scoperte fatte dallo gnomo e dai suoi compagni la cura divenne una realtà. Le prime sperimentazioni furono un fallimento, i soggetti infettati da troppo tempo non sopravvivevano alla somministrazione che poche ore e la disperazione accompagnò le settimane successive alla battaglia.

    Ci volle un mese per perfezionare l’intruglio in modo che garantisse la sopravvivenza del soggetto ed i primi che vennero vaccinati furono i bambini. Salvando i più giovani assicurarono un futuro al Clan degli Orsi che era stato il più colpito dalla piaga. La natura si dimostrò più forte degli esseri umani e auto-guarì con la scomparsa dell’untore e della Regina degli insetti. Il Governatore aveva abbandonato l’incarico di guida per Ultimo Rifugio, lasciando il compito a lady Icemirror, figlia del Grande Druido e protettrice della città. Harald, l’oste nano, tentò di assassinare il Grande Druido quando la cura fu completata, ma il suo tentativo si rivelò fallimentare ed il nano si salvò dall’impiccagione solo grazie alla pietà della maga mezz’elfa che gli rese la vita. Lady Icemirror si rivelò una guida migliore rispetto al vendicativo Logan Steelhand che però non venne dimenticato dalla popolazione. La maga preferì nominarlo guardiano di Ultimo Rifugio, un ruolo di difesa che aiutò i cittadini ad accettare il cambiamento. Il matrimonio tra il Governatore ed una delle figlie di Elrundel pose fine alla loro vendetta ed anche Harald accettò quella risoluzione per fedeltà al suo più caro amico.

    Lady Icemirror ricompensò coloro che l’avevano aiutata a portare equilibrio nella Foresta. Figlia di due mondi, cresciuta dai druidi ed affezionata ad Ultimo Rifugio, la mezz’elfa portò prosperità e tranquillità tra gli abitanti e quando prese per marito Kam, il fabbro della città, anche suo padre comprese come la scelta della figlia fosse quella più diplomatica e fruttuosa per entrambe le fazioni.
    Gli alberi tornarono rigogliosi, gli animali guarirono dalle ferite ed i druidi iniziarono ad aiutare la città con la promessa che mai più Ultimo Rifugio avrebbe distrutto la Foresta che li sfamava e proteggeva da millenni. Il seguace di Glaunder era stato giustiziato dalla maga dai capelli rossi e con lui la minaccia scomparsa per sempre.

    Il Cacciatore elfo ricevette la giusta ricompensa per il lavoro svolto e con pazienza ricostruì la piccola golem andata distrutta durante quella guerra. Il Golem più grande su molto felice di riavere al suo fianco la compagna di sempre e tutto sembrò tornare alla normalità per Zaltar.
    La cura sviluppata dallo gnomo e dal mezz’orco fu la salvezza per la Foresta e per Ultimo Rifugio e dopo essersi assicurato che l’equilibrio fosse stato ristabilito si rimise in marcia verso altre avventure e luoghi distanti. Il brivido della caccia lo accompagnava missione dopo missione e nonostante avesse ormai messo da parte un discreto tesoro non si tirò mai indietro davanti ad una nuova avventura.

    “Siamo una cosa sola con gli esseri selvatici. La vita sboccia tra le nostre dita e la Natura risponde alle nostre evocazioni.”
    Dottrina di Giada

    FINE

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