Tana del Bianconiglio

Questo argomento contiene 133 risposte, ha 3 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Draimas 7 anni, 5 mesi fa.

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  • #3323
     Elan 
    Partecipante

    Emily scosse la testa alla domanda di Sudhira, ancora profondamente turbata da ciò che stava succedendo.
    “Io… non lo so…” disse esitante. Come potevano conoscersi, in fondo? E perché mai Andrew si era trasformato in quella creatura di cera?
    Troppe domande a cui non riusciva a dare una risposta…

    Abbandonare suo fratello le sembrava un pensiero impossibile, ma anche rimanere lì poteva essere una follia. Decise così di ricorrere nuovamente a quel suo assurdo potere: poteva creare le cose dal nulla… poteva creare un modo per fuggire di lì più velocemente!
    Era un’idea talmente pazza… ma forse anche la più intelligente possibile.
    Così si concentrò.
    Non sapeva se i mezzi di spostamento potevano funzionare in quel mondo, ma tanto valeva provare: in fondo, era arrivata lì con una macchina…

    Fu proprio una macchina il suo pensiero.
    Un mezzo semplice, discreto, ma abbastanza veloce per permettere a entrambe loro di andarsene da lì velocemente, portando con loro anche quel corpo senza vita, un tempo suo fratello…

    [Disciplina 3, Follia 6]

    #3327
     Draimas 
    Partecipante

    disciplina(5,2,4) sfinimento(5,5,5,5) follia(6,2,4,3,3,4) 4 successi

    dolore (5,3,4,6,3) 2 successi
    L’azione è riuscita ma ha vinto dolore

    Il pensiero di portare al sicuro lei e Shudira con un veicolo sicuro e lo shock di aver visto suo fratello dopo tutto quel tempo morire sotto i suoi occhi si mescolarono nella sua testa in una maniera che non poteva prevedere. L’idea del veicolo sicuro era buona, ma il modo in cui si realizzò le fece venire un moto di orrore. Fu infatti il corpo di Andrew, o quello che rappresentava, a cominciare a mutare, insieme ad una serie di oggetti che si trovavano nelle vicinanze: pezzi di carta, schegge di pietra, la stessa sabbia del terreno cominciò a modellarsi sul corpo del cavaliere di cera che si sciolse e si ricompose più volte, fino a creare una grottesca 500 in cui si vedevano, anzi, si percepivano fattezze umane, ossa piegate a fare i paraurti, cera liquida nel serbatoio, un teschio pesantemente deformato a formare il volante. Tuttavia non aveva molta scelta, quel veicolo era il solo modo per allontanarsi da quel posto velocemente.

    #3330
     Elan 
    Partecipante

    L’orrore di Emily nel vedere il corpo di suo fratello trasformarsi nel veicolo fu talmente grande che non poté fare a meno urlare. Non doveva andare così, era sbagliato!! Non voleva questo!!
    “Andrew… Andrew…”
    Riusciva solamente a ripetere il nome del fratello, come in una sorta di trance.

    Aveva voluto quella macchina per portare in salvo tutti, anche suo fratello, e invece l’unica cosa che aveva ottenuto era stata di martoriare il suo corpo in quel modo orribile…
    Era un incubo…
    Doveva essere un incubo.

    Bloccata ora non solo più dalla paura e dal dolore, ma anche dall’orrore di ciò che era successo, rimaneva seduta a terra, incapace di fare altro se non guardare quella macchina orribile.
    Voleva solo svegliarsi e tornare a casa, e vedere le cose tornare alla normalità, come sempre…

    #3344
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    E vide Emily cercare di usare quella sua capacità, cosi complessa e potente per la quarta? Quinta volta in cosí poco tempo, *dovró fare in modo che non ne abbia tanto bisogno, sembra troppo… pericolosa… per un mortale*.

    Venne colpita dall’orrore che un errore nel suo uso pote a provocare, che terribile accumulo di emozioni dev’essere questo momento. Il cadavere di un fratello morto davanti ai tuoi occhi trasformato in un veicolo.

    Quella maledetta voce in scatola, avrebbe dovuto capire di non doversi fidare ma ormai era troppo tardi cerco di aiutarla ad alzarsi ad… entrare nel fratello.. *Bodhisatva che cosa assurda da pensare, di solito…*.

    Avrebbe guidato lei, non c’era nessun bisogno per Emily di stringere fra le mani quello che restava del teschio di Andrew.

    Ma rimase comunque bloccata per dei lunghi secondi dopo averla toccata, nonostante la mancanza di un qualunque legame con il cavaliere di cera, Sudhira si sentiva troppo calma per quello che aveva passato e visto e fatto ma si costrinse a non restare bloccata, nessuna delle due poteva permetterselo se voleva restare viva ed Emily.. era strano, terribile e..
    andiamo Emily” si mosse.

    #3376
     Draimas 
    Partecipante

    Alle parole di Shudirà la macchina tremò, braccia e arti di carne e cera scattarono fuori dalla macchina e la sollevarono da terra e l’auto cominciò a correre nei corridoi di carta. Gli uomini Grigi provarono ad afferrarli inutilmene muovendo i giganteschi timbri cercavano di colpirli ma tutti i loro tentativi erano vani li avevano oramai superati.

    Salirono le scale senza alcuna idea di dove stessero andando attraverso corridoi circolari di gomma la macchina si aggrappava attraverso le finestre videro la città immensa sotto di loro tremare come un corpo senza requie “Si calmi signora”.
    Alla fine del viaggio furono di nuovo in un piccolo corridoio illuminato fiocamente in un condominio anonimo, il meccanismo si fermò di fronte alla porta coperta di nastri della polizia. Per Emily era di nuovo l’inizio del viaggio, era casa sua.

    La porta era certamente la sua era coperta di nastri della polizia ed era stato inciso il nome “sharp” sul legno.

    #3383
     Elan 
    Partecipante

    Emily aveva percorso tutto il viaggio in una sorta di stato catatonico. Guardava dritta di fronte a sé, guardando la macchina pur senza vedere realmente nulla.
    Non poteva credere a ciò che stava succedendo attorno a sé, talmente orribile era quella situazione. Le sembrava di dover impazzire da un momento all’altro.

    Solo quando la macchina si fermò e si accorse di dove si trovavano, si riscosse.
    Quella era casa sua, il suo condominio, la sua porta…
    E quei nastri…
    Con uno sforzo – talmente deleterio da sembrarle sovrumano – si costrinse ad uscire dalla macchina, e guardò i nastri, passando le dita sulla scritta “sharp” incisa sul legno.
    “Sharp sono io…” spiegò a Sudhira, alla quale tutto doveva sembrare assurdo tanto quanto a lei. “Questa è casa mia ma… perché…?”
    Guardò la compagna di viaggio, gli occhi pieni di lacrime e talmente distanti da sembrare quelli di una pazza.

    Poi, cercando di non pensare a niente, aprì la porta.
    Doveva vedere, doveva capire…

    #3388
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    Quel veicolo improvvisato risulto ancor più assurdo e folle, creato con un cadavere e robe a caso non solo si guidava da dolo ma parlava , Sudhira non riusciva a parlare ne quasi a pensare durante quel precipitoso viaggio.

    Quella folle città tremava come carne viva.

    “La tua casa? Siamo tornate” tornate dove non riusciva a dirlo.

    #3417
     Draimas 
    Partecipante

    Visto dall’esterno non c’era alcun dubbio che quell’edificio fosse casa sua. Non solo la casa ma anche gli immediati dintorni sembravano presi dalla sua realtà e trapiantati lì, in quel mondo. La casa emanava sensazioni familiari, quasi come se a tutti gli effetti quella fosse una uscita dall’incubo. Avevano seminato gli uomini grigi lasciandoli dietro di sè fino a che non erano scomparsi dalla vista. Persino l’auto, così grottescamente creatasi in seguito a suo potere, sembrava solo uno scherzo di cattivo gusto di una ambientazione da incubo. Emily si chiese come aveva fatto a pensare anche solo per un momento che quell’essere dalle fattezze di suo fratello fosse effettivamente lui in carne e ossa. Tutto sembava lontano nel tempo e nello spazio davanti a quella casa.

    Dopo essersi accertati che nei dintorni non ci fosse niente di particolare da investigare, non rimaneva loro che l’entrata. Una volta passato l’ingresso, tuttavia, l’aspetto della casa cambiava, pur senza perdere la sua atmosfera di familiarità. La porta dava su quella che sembrava una anonima sala d’attesa di un ufficio e profumava piacevolmente di legno trattato e deodorante per ambienti. Oltre le poltrone in pelle e le sedie pieghevoli spiccava una porta in legno e vetro smerigliato con una scritta incisa e laccata in ottone: “prahS”.

    La porta era aperta.

    Quando entrarono la vista che gli si parò davanti trasmetteva allo stesso tempo un senso di orrore e di calma. Quello che sembrava il corpo di Emily era appeso al soffitto tramite un intreccio di cavi le cui luci ad intermittenza illuminavano fievolmente il suo volto, sereno, quasi addormentato, sebbene la bocca socchiusa fosse scura, come se avesse messo un rossetto dai colori troppo spenti. I cavi la tenevano sospesa per il collo e i piedi penzolavano, come mossi da una piacevole brezza estiva. Poco distante stava la sua familiare sedia sui cui aveva passato svariate ore, ma non scalciata lontano come si potrebbe immaginare, bensì a poca distanza dai suoi piedi, quasi potesse ripoggiarli da un momento all’altro.

    ” Salve, Emily” disse improvvisamente la donna alzando il volto e sorridendo accogliente ” e Benvenute”.

    #3428
     Elan 
    Partecipante

    Nulla aveva più alcun senso.
    Quella casa, quel posto, quella macchina…
    Era veramente suo fratello?
    O forse era stato solo uno scherzo di cattivo gusto della sua mente?
    Non lo sapeva, non sapeva più niente.

    E poi… poi entrarono nella casa.
    Emily non sapeva nemmeno realmente cosa aspettarsi, forse in cuor suo sperava di aprire quella porta e trovarsi davanti alla sua scrivania, in preda di un attacco di sonnambulismo. Sarebbe stato divertente, tutto sommato! Scoprire di aver vissuto una sorta di sogno avrebbe reso tutto molto più semplice da digerire!
    E invece si trovò di fronte a una scena da incubo…

    Lei stessa…
    Appesa al soffitto con dei cavi, come morta…
    Era terrorizzata, e per poco non svenì a quella vista, tanto era orribile. Cosa era successo? Cosa LE era successo?
    Ma, soprattutto… com’era possibile?
    Pensava di non poter vedere nulla di più terribile di quanto stava accadendo di fronte ai suoi occhi, ma quando all’improvviso l’altra lei parlò, l’intero mondo parve crollarle addosso.
    Nulla aveva più senso…
    Forse nulla lo avrebbe più avuto.
    “Chi…” riuscì a bisbigliare. Aveva la gola secca, e un enorme senso di nausea la pervadeva. “Come…”
    Scosse la testa.
    Non riusciva nemmeno a ragionare lucidamente.
    “Dove siamo…?” riuscì alla fine a domandare, anche se forse era la più stupida tra le domande.

    #3880
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    Dopo un assurdo viaggio su un assurdo veicolo erano forse giunti in un luogo sicuro, credeva, sperava di per riprendere fiato e di essere tornata alla realtà. Se non è uno di quegli incubi in cui credo di svegliarti ma invece continuano ed è peggio.

    Entrarono nell’edificio, una stanza che le fece pensare allo studio di un medico, data la situazione uno psichiatra sembrava appropriato.

    Poi entrò nella stanza della targhetta d’ottone vedendo il corpo appeso a quello che sembrava un filo di luci da festa.
    Sudhira iniziò a piangere in silenzio, grosse lacrime scivolarono lungo il volto. Orrore? Dolore? Terrore?

    *ed è peggiorato. Quindi o siamo finite insieme in un angolo buio e nascosto di un mondo malato, o sto sognando tutto e nessuna delle due Emily é reale*

    Non sapeva quante volte aveva aveva pensato la stessa cosa nelle ultime ore, non che le importasse.
    *oh Bodhisatva, é più folle sognare questo o sperare che sia reale perché lo sia anche lei? Quella non impiccata al filo di luci da festa.

    Le servirono alcuni secondi prima di riuscire a comprendere quello che veniva detto “salve” rispose, senza davvero pensarci o volerlo, con il tono che userebbe in una situazione del tutto normale e noiosa forse per un eccessivo tentativo di non diventare isterica.

    #3922
     Draimas 
    Partecipante

    ” sei in camera tua, ma non credo sia quella la tua domanda” Prese un respiro mentre piccole luci viaggiavano attraverso le terminazioni ” Ma tu non saresti soddisfatta da questo. Continuerai a chiedermelo tu sei dentro te stessa, chiamalo viaggio astrale o rivelazione ma io la chiamo tortura” Apri gli occhi e li puntò su quelli degli ospiti e con una risata chioccia continuò ” Ho provato di tutto per portarti qui ed è un piacere sapere che siete venute qui di vostra volontà “

    “Io sono vittima della tua disperazione e del tuo vittimismo Emily sono qui attaccata a questo soffitto perchè hai deciso di arrenderti e morire, tutto per colpa della donna che ti porti appresso. Se non fosse stato per lei saremmo ancora vive”

    #3923
     Elan 
    Partecipante

    “Cosa?!” la domanda uscì dalla gola di Emily in una sorta di urlo strozzato.
    Sperava di ricevere delle risposte da quella sorta di “altra lei”, ma le sue parole non avevano assolutamente senso.

    “Stai dicendo cose senza senso!” esclamò, adesso più arrabbiata. Era stanca, stanca di viaggiare a vuoto, stanca di continuare a girare senza una vera meta, stanca di non ricevere risposte.
    “Senza Sudhira non sarei nemmeno riuscita ad arrivare qui!! Lei mi ha aiutata ad andare avanti, non mi ha fatta arrendere!!”
    Scosse violentemente la testa, guardando la compagna di viaggio. Non poteva nemmeno immaginare cosa sarebbe successo se non l’avesse trovata.

    “Hai detto di aver fatto di tutto per cercare di portarci qui. Spiegaci il perché! Ma non accusare qualcuno che non ha colpe!”
    Aveva gli occhi pieni di lacrime, ma questa volta per la frustrazione.

    #3957
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    Non riusciva a comprendere le parole della falsa Emily, erano dentro una proiezione della sua mente? Od una qualche sorta di scherzo crudele organizzato con la stessa magia che le due avevano iniziato ad usare?

    Come poteva essere colpa sua ed Emily non era di certo morta *oppure?* no quel pensiero avrebbe portato dove non era ancora pronta .

    ci siamo incontrate solo poche fa, cisa le avrei fatto?

    #3981
     Draimas 
    Partecipante

    Sospirò teatralmente mentre dolcemente ondeggiava dal soffitto “vedo che dovrò essere più precisa, perchè alla fine di tutto sono l’unica che può raccontare la storia dall’inizio alla fine, senza giri di parole brutale come la verità che nessuno ti ha raccontata” Prese fiato e cominciò con voce bassa come se raccontasse una storia che si sia ripercorsa molte volte nella sua mente ” Andrew è morto” cominciò, la stanza mentre parlava cominciò a cambiare quello che sembrava un cumulo di rifiuto ora era un ragazzo esanime steso nella strada di notte, poco lontano una macchina.

    Ricomparve per Shudira una forte sensazione di dejavu che scomparve insieme all’immagine che sharp aveva creato

    ” Fu così che io nacqui, o almeno presi forza, sei rimasta dodici giorni di fila attaccata alla macchina dove lavori. Io li prosperai perchè tra me e te non c’era alcuna differenza avremmo fatto grandi cose se non avessi avuto questa malaugurata idea di attaccarti al soffitto, furono dei vicini che sentirono i rumori a chiamare la polizia. “ prese un colorito malsano e bluastro “quando arrivarono era troppo tardi per riportarti indietro ma anche troppo tardi per lasciarti andare. Immobili siamo lì non so più neanche da quanto tempo immobilizzati dai farmaci, io invece sono rimasta legata alla tua scelta a questo soffitto per morire e tornare ogni giorno.”

    #3982
     Elan 
    Partecipante

    “Cos…” ad Emily morirono le parole sulle labbra quando quell’immagine apparve di fronte a loro, non più reale di tutto il resto del mondo.
    La sua mente ormai no riusciva ad accettare più nulla, e probabilmente non ci sarebbe mai più riuscita.
    “Andrew non è morto!” dichiarò alla fine, con la voce più decisa che riuscisse ad avere in quel momento.

    Si prese per un attimo la testa tra le mani, come se volesse evitare che le scoppiasse. Quindi la scosse con decisione.
    “Se le tue parole sono vere, dimostramelo! Ma non con stupide visioni, mostrami qualcosa di reale!”
    Si stava aggrappando alla rabbia per non crollare, ma non era certa di quanto ancora sarebbe riuscita ad andare avanti in quel modo.
    “Inoltre non ci hai ancora detto cosa vorresti da noi!”

    #4000
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    Sudhira osservò l’altro corpo apparso dolo per qualche attimo nella stanza, ricordava qualcosa ma la sensazione scomparve insieme alla visione *che sia per il ragazzo caduto dal tetto?*.

    **no no no* doveva essere una menzogna, un qualche trucco perché se Emily era davvero in coma da qualche parte tenuta in vita dopo un tentato suicidio, cosa erano queste due e cosa era lei? Delle proiezioni astrali?

    Doveva trovare una via d’uscita, qualcosa da dire per far sparire quello, ma se l’impiccata in fondo aveva detto il vero non sapeva cosa sarebbe accaduto poi.
    *forse Emily non può svegliarsi per dei danni al cervello per la mancanza di ossigeno, rimediabili? L’impiccagione di solito uccide spezzando il collo… credo*

    portó una mano al volto sentendo solo ora le lacrime.

    #4014
     Draimas 
    Partecipante

    ” Prove? Tu sei un vegetale sopra un letto di ospedale cosa pensi che io possa fare legata a una corda nella tua stanza fittizia, io voglio che tu mi liberi e voglio uscire con il tuo corpo da questa prigione. Tu ti sei gettata nella disperazione e hai perso la tua chance lascia che sia io a guidarti e a sobbarcarmi i tuoi problemi tu potrai riposare e piangere come meglio desideri”

    Lanciò un occhiata di sghembo a Shudira persa nei suoi dubbi e nel suo dolore “Cominci a ricordare quando lo hai messo sotto con l’auto, hai distrutto le nostre vite poco importa che tu ti sia fermata. Ma dimmi una cosa quale sono state le sue ultime parole?”

    #4015
     Elan 
    Partecipante

    “E per quale ragione io dovrei volerti liberare?!?” domandò Emily, questa volta palesemente con rabbia nella voce.
    “Sei… un’immagine, un sogno, anzi un incubo! Nessuno può dimostrarmi sia reale tutto ciò, tu meno di tutti! Quindi per quale ragione dovrei volere la tua libertà?!”
    Era furiosa, perché non aveva mai vissuto una situazione così assurda, così priva di senso… avrebbe solo voluto prendere a pugni quella finta lei, fino a stancarsi.

    Eppure, nonostante tutto, non riuscì a non guardare Shudira.
    “È… È vero?”
    Le domandò esitante.

    #4037
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    Ok, questo davvero non se lo aspettava, e proprio non riusciva a ricordare nessun incidente od essersi fermata o di aver parlato con lui.

    *ed io avrei ucciso il fratello di Emily? E lei si è quasi uccisa per questo. Ho praticamente ucciso anche lei, non é possibile* la guardò ma stravolta sperando non fosse vero “hanno detto che siamo collegate”.

    Ed ora cosa poteva fare? “non ricordo niente, tranne un immagine” la mente umana fa molte cose tremende “e se é vero non puoi prendere il suo posto” ma se era vero serviva una soluzione, molto buona, e comunque Emily non vorrà più vederla.

    E con questo sono tre, che pessima buddista.

    #4076
     Draimas 
    Partecipante

    La falsa Emily rise, e alla sua risata le lucine del cappio lameggiarono come fossero le sue stesse terminazioni nervose ” non ricordi vero? Bene, non faccio fatica a crederlo. Molte persone, quando entrano in Madworld perdono parte di sè, a volte incoscentemente a volte vendendole in cambio di qualcosa…protezione, indicazioni, persino oggetti. A volte sono ricordi futili, a volte, per scherzo del destino, perdono il ricordo del motivo stesso che le ha portate qui.”
    Girò la testa verso Emily, facendo una piccola pausa ” Non è cosa voglio da voi, ma cosa voglio da TE. Tu, Emily, non accettavi la morte di tuo fratello, ed è stata per tua stessa volontà che hai rimosso, generando me. Sarebbe stato tutto perfetto se non fossi crollata, se non ti fossi arresa. Ma neanche quello sei riuscita a fare fino in fondo, e ora siamo qui, tu ed io, mentre il nostro corpo ci aspetta oltre Madworld, attaccato ad altre macchine, attaccato ad altri fili. Volevi morire, ebbene ti sto facendo questo regalo: tuo fratello è morto, ed è stata lei ad ucciderlo. Poni fine alla tua sofferenza e lascia a me il diritto di vivere la vita che tu non hai più voluto.”

    La guardò intensamente e nei suoi occhi non c’era più nè scherno nè insofferenza, se non fosse stata appesa ad un cappio avrebbe potuto dire che il suo era lo sguardo di una sorella che le stava chiedendo un ultimo, grande favore. ” Non ho bisogno di mostrarti niente. In fondo lo sai che è la verità.”

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