Le Stagioni Evanescenti

Questo argomento contiene 293 risposte, ha 7 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Elan 7 anni, 8 mesi fa.

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  • #1414
     Elan 
    Partecipante

    – ARAN GOODMAN –
    Tutti avevano capito il piano, e Sakir aveva risposto tramite l’anello che sarebbe intervenuto ad ogni minimo cenno di emergenza e non li avrebbe mai persi d’occhio. Aran sapeva che non poteva affidarsi a mani migliori, e partì serenamente.

    Il Capo Ricognitore iniziò dunque a volare sopra i costrutti. Sapeva che Lethyr sarebbe rimasta poco distante, anche se aveva risposto solo con un cenno del capo ed aveva continuato a restare in silenzio per tutto il tempo.
    Quegli strani esseri sembravano completamente fatti di ghiaccio.
    Ora che li guardava più da vicino, Aran vide che la loro pelle era spessa robusta, e riluceva al sole dando quasi l’impressione che potessero sciogliersi da un momento all’altro.
    Ma era solo un’impressione, perché quegli esseri erano robusti e determinati, anche se lenti, e Aran non aveva dubbi che uno dei loro pugni potesse essere assolutamente devastante.

    Quando si trasformò di fronte a loro, comunque, si fermarono. Sembravano sorpresi della sua presenza, ma ascoltarono le sue parole senza attaccarlo.
    “Vattene.” disse uno di loro, ed era una voce stranissima: sembrava il boato di una valanga.
    “Siamo stati creati per tenere lontani chiunque dall’Inverno. Se non volete combattere lasciate queste terre e non vi sarà fatto alcun male.”
    La voce era potente, ma il tono non esprimeva alcuna minaccia.

    – NARWAIN GALATHIL-
    Skoll non aveva risposto alle sue parole, e tra i due sembrava essersi incrinato qualcosa quando il nano uscì dalla tenda per andare ad assolvere ai suoi doveri.
    Narwain trovò Bree seduta accanto al fuoco, concentrata e tranquilla mentre affilava le sue armi con perizia.

    La guardò incuriosita al suo arrivo, e alzò un sopracciglio.
    “Se gli orchi ci attaccassero mentre siamo impegnati su due fronti sarebbe un problema. Ma un loro attacco isolato non mi preoccupa. Non sono organizzati, l’avete visto. E da quanto ha detto Xeros non sono realmente molti quelli che amano il Capoguerra. Se dovessero vedere una situazione di svantaggio sono certa che impiegherebbero molto poco tempo ad abbandonarlo.”
    La mezz’orca era fiduciosa e tranquilla.
    I loro uomini erano più addestrati e organizzati. E lei aveva il massimo rispetto per colei che li guidava.

    Poi però alzò un sopracciglio.
    “Cos’è accaduto col Sergente Shadowblade? Mi ha riferito che abbandonerà la spedizione per qualche tempo, ma se n’è andato senza spiegami i dettagli.”

    – TORGAN –
    Astrid ascoltò attentamente le parole del mezz’orco mentre camminavano, e scosse la testa.
    “Perché non ha usato mezzi magici per avvisarci?” domandò, e non sembrava troppo contenta dell’iniziativa dell’orchessa.
    “Poteva inviarci… non lo so, un piccione, un falco o… una volpe, ecco! Un qualsiasi maledetto animale poteva portarci un messaggio in tutta sicurezza. Lei non avrebbe dovuto fare tutta questa strada, e noi non saremo stati in pericolo.”
    Sospirò. Sembrava sconcertata che fossero finiti in quella situazione.
    “Se gli orchi dovessero attaccarci mentre noi stiamo attaccando il nemico per cui ci hanno fatto venire fino a qui…” non concluse la frase, ma non era difficile capire cosa intendeva.
    Sarebbero stati letteralmente spazzati via!

    In quel momento, i due videro passare Skoll, e Astrid alzò un sopracciglio perplessa.
    Sembrava accigliatissimo e camminava veloce, parlando concitatamente con qualcuno al suo fianco. Erano entrambi bardatissimi per resistere al freddo dell’inverno, ma Torgan riconobbe subito l’altra figura.
    Era proprio quell’orchessa che appena pochi minuti prima aveva accompagnato dalla Vicecomandante.
    Stavano lasciando l’accampamento, e il nano non sembrava minimamente contento.

    – GRUBEN –
    Elvar sembrò presa in contropiede da quell’ordine, come se – allo stesso modo di Gruben – fosse combattuta sul cosa fare.
    Alla fine però sospirò ed annuì.
    “Non fare nulla di avventato.” si limito a raccomandargli, sapendo che lui avrebbe capito di cosa stava parlando. “E se hai bisogno di me chiamami subito.”
    La comunicazione mentale avrebbe continuato a funzionare anche se i due fossero stati distanti.
    Detto questo, la ragazza uscì dalla tenda e Gruben poté tornare a concentrarsi sullo gnomo.

    Le sue paure, sfortunatamente, erano più che fondate.
    Il piccoletto aveva gli occhi strabuzzati dalla paura, e si era circondato le ginocchia con le braccia, come se volesse farsi il più piccolo possibile e sparire da quel posto immediatamente.
    In quello, un’altra esplosione rimbombò poco distante, seguita da altre urla… urla di dolore e di morte… e lo gnomo riprese a tremare anche più forte di prima.
    “Cosa… cosa succede? Perché urlano tutti?” domandò terrorizzato.

    – KIRARA –
    L’urlo sortì – come previsto – l’effetto desiderato.
    Rhiannon e l’altra donna si bloccarono di colpo in ciò che stavano facendo, e si guardarono attorno, stordite e spaventate da quella improvvisa interruzione.
    Ci misero qualche secondo a capire cos’era successo, ma gli occhi di Rhiannon improvviso incrociarono i suoi, e la barda non ci mise molto a cogliere l’odio nei suoi occhi.
    L’aveva interrotta.
    L’aveva scoperta.
    L’avrebbe pagata.

    Le due però erano stordite, si stavano tenendo la testa come se fosse in procinto di esplodere da un momento all’alstro, e Kirara aveva un solo, preziosissimo istante per agire.

    Doveva essere svelta a pensare e decidere, perché non avrebbe avuto una seconda possibilità.

    – SAREF –
    L’effetto delle molteplici copie dello gnomo fu immediato.
    I drow iniziarono ad essere confusi e non sapere più chi attaccare, e le freccie iniziarono a volare in maniera confusa, disordinata.
    Questo gli fece guadagnare qualche secondo di tempo, un secondo fondamentale per farlo allontanare dal centro del ciclone: il drow che stava fuggendo, infatti, aveva raggiunto un gruppo di maghi nemici, che l’avevano individuato istantaneamente e lo stavano puntando.

    Il suo dardo incantato raggiunge l’informatore istantaneamente, facendolo cadere a terra, ma ormai era stato scoperto, il danno era fatto e non c’era tempo da perdere.
    Creata la melma, senza perdere un altro minuto si preparò ad allontanarsi.
    Fu questione di un istante.
    Aveva gia iniziato a intrecciare le dita per disegnare nell’aria gli intricati simboli dell’incantesimo, quando sentì una fitta lancinante ad una gamba: una freccia l’aveva preso!
    Vide alcuni drow ghignare per la soddisfazione: ora era riconoscibile dalle sue copie.
    Ma non doveva perdere la concentrazione, doveva sparire di lì al più presto!
    Pronunciò le parole necessarie, e stava per completare l’incantesimo quando: fuoco! Gli avevano scagliato addosso del fuoco, ed era stato sfortunato a prenderlo solo di striscio su di un braccio.

    Sentiva il calore, sentiva il dolore…
    Ma non perse la concentrazione e, ansimante, riuscì a completare l’incantesimo, sparendo da lì ed apparendo a diversi metri di distanza.
    Era finito in mezzo la combattimento in corpo a corpo e, poco distante da lui, Usharad stava combattendo come una furia con entrambe le lame sguainate, falciando drow come se non esistesse null’altro di importante al mondo.

    #1422
     Meeme 
    Partecipante

    La paladina elfa lasciò che lui si congedasse in silenzio, osservò la figura del sergente allontanarsi e sospirò. *Non mi perdonerà mai…* Si ritrovò a pensare e si accorse che quella verità non le era gradita. La compagnia del nano le sarebbe mancata ora che si era abituata ai modi di fare di lui, ma l’allontanamento era inevitabile considerando la diversità di vedute e di carattere. *No, non mi perdonerà mai per questo…* Scosse il viso ed uscì raggiungendo la sergente Bree.

    “Dipende da quanto ha impiegato il Capoguerra ad accorgersi della fuga della sua concubina.” Spiegò la paladina alla mezz’orca. “Dobbiamo essere preparati al peggio, potrebbero essere ad un giorno di marcia da noi… La situazione è precipitata, sergente Bree.” E la vita di tutti quei soldati dipendeva da loro. “Il Capoguerra è avvantaggiato, ha una città alle spalle in grado di sostenere un lungo assedio mentre noi non possiamo nutrirci di neve. Non siate così ottimista, sergente Bree… Zair Zelar conosce la guerra e sa come spronare i suoi uomini alla battaglia.” La Sergente non vedeva la guerra come la vedeva lei, ma era normale considerando che ricopriva non da molto il ruolo di ufficiale.

    Lo sguardo della paladina si fece distante quando la mezz’orca nominò il sergente nano. “Gli ho affidato la missione di riportare la concubina al Capoguerra, questo ci farà guadagnare del tempo, ed abbiamo anche avuto alcune divergenze.” Confidò con il solito tono gelido. “Finita questa missione lo farò assegnare al Lord Comandante.” Spiegò poi osservando la donna. “Il sergente Shadowblade non ha una buona opinione di me e non voglio si senta obbligato a seguire una donna che disprezza o che considera troppo severa.” Continuò senza mostrare nessun sentimento. “Il sergente è troppo impulsivo e passionale. Non pensa ai rischi o ai nostri soldati, lui vede solo un’orchessa fragile e si sente in dovere di proteggerla. Posso tollerare che mi si giudichi gelida e priva di sentimenti, ma non che mi si accusi di essere una sadica come il Capoguerra o i nostri nemici, i drow…” Scosse il viso e si perse ad osservare il paesaggio così bianco.

    #1506
     Andrew_The_Wolf 
    Partecipante

    Lo gnomo ringraziò i suoi avi per aver conferito a lui tutta quella fortuna… ma non così tanta da riuscire a scappare dove voleva lui: trovarsi in mezzo a quella confusione di lame e sangue non era nei piani.

    Bevve subito una pozione per evitare il possibile veleno drow in quelle freccie, giusto per non addormentarsi in mezzo alla battaglia. E poi cercò di lanciare un messaggio mentale alla sua squadra, in modo che qualcuno lo venisse a recuperare: al massimo poteva difendersi con copie di se stesso, qualche barriera e confondere il nemico facendosi passare per qualcuno di loro in combattimento.

    O evocare un aiuto: lanciò lo stesso il messaggio mentale, ma evocò anche un cacciatore invisibile che pian piano lo avrebbe sia trasportato più vicino al campo che protetto in attesa dei soccorsi, magari il messaggio sarebbe arrivato anche ad Usharad proprio lì vicino.

    #1508
     Ilmarien 
    Partecipante

    *Tenere lontani dall’Inverno?* Aran si guardò in giro *State facendo un ottimo lavoro!* pensò ironicamente osservando tutta la neve che gli stava intorno. Poi gli balenò un’idea in mente: e se fosse Inverno come uno degli Ospiti delle Stagioni? Quindi il Capo Orco, come si chiama, Zelar, cercava di mettere le mani su uno degli Ospiti, interessante.

    Ora però l’importante era evitare di far arrabbiare questi strani costrutti: “La Decima Legione non intende in alcun modo fare del male a Inverno, e ci impegniamo a lasciare queste terre” affermò con decisione. Ora si trattava di convincerli a parlare. Aran si sentiva a disagio, come un pesce fuor d’acqua. Quando si trattava di usare lo stocco, o le sue fidate pistole, era tranquillo, ma a parole… beh, diciamo che c’erano orsigufi molto più eloquenti di lui.

    “Sappiamo che gli Orchi vi stanno attaccando, e possiamo aiutare” proseguì immaginando di stare facendo il verso dell’orsogufo davanti a quei costrutti. Trovò il pensiero stranamente rilassante nella sua comicità “Tutto quello che chiediamo è che la nostra Comandante Narwain Galathil” *E stavolta l’ho detto giusto!* “Difensore della Legge e Protettrice degli Innocenti” *mi dovrà come minimo comprarmi da bere con tutto il bene che sto dicendo di lei! Ah, no, non lo farà, Sua Paladineria è troppo rigida per riconoscere un concetto estraneo come un complimento!* “possa parlare con il vostro Creatore”.
    Esitò, non gli sembrava abbastanza, forse era il caso di aggiungere qualcos’altro “Ehm… Vi prego, è importante sia per Inverno che per la Decima Legione. Ripeto che non vogliamo in alcun modo nuocere ad Inverno” disse ribadendo ancora una volta il concetto *e per le mutande di Calistria, non mettetevi ad attaccare per qualcosa che ho detto, altrimenti sia Lethyr che Sua Paladineria mi faranno un’infinita ramanzina!*.

    #1521
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    Forse sapeva che mandare un messaggio attraverso qualche animale non avrebbe sortito l’effetto desiderato e quindi ha voluto esporsi di persona non considerando i pericoli che avrebbe causato a noi e io ho permesso che ciò accadesse anche se inconsapevolmente ma…”

    Si interruppe appena vide passare Skoll con l’orchessa che lui aveva salvato poco tempo prima e quasi istintivamente allungò il passo per cercare di capire cosa era stato deciso, probabilmente non avrebbe ricevuto una risposta lunga vista anche l’espressione del nano, ma questo non frenava la sua curiosità.

    Sergente dove state andando? Lady Galathil ha preso una decisione?”

    Gli disse non appena si fu avvicinato quel tanto che bastava dal farsi sentire.

     

    #1543
     Mordoth 
    Partecipante

    Gruben fece cenno di sì con la testa in riposta ad Elvar, non aveva intenzione di tradire la sua fiducia.
    “Stai tranquilla… appena la situazione si mette male torna, avremo bisogno del tuo aiuto per nasconderci.”

    Lo gnomo era palesemente terrorizzato, ma non aveva smesso di parlargli.
    “Non è nulla di cui devi preoccuparti…” rispose allo gnomo, lo guardava negli occhi per farlo concentrare su di sé. “Ogni tanto i drow si suicidano contro le nostre difese.”
    Gli spinse vicino il vassoio di frutta con un’occhiata eloquente. “Ti va di dirmi ancora della signora dai capelli rossi e dei drow?”

    #1553
     Deoris 
    Partecipante

    Kirara doveva decidere cosa fare, e in fretta. Non aveva la più pallida idea di chi fosse l’altra figura, ma il suo grido era riuscito a spiazzare entrambe, anche se forse solo per pochi secondi. Non poteva affrontarle ora, sapeva troppo poco e il rischio era troppo grande. L’unica cosa che voleva era interrompere quel rito che non prometteva nulla di buono.
    Si portò davanti a Rhiannon e la prese per mano, guardandola fissa negli occhi, parlandole con un tono di voce a metà tra un ordine e una strofa cantilenata ” Ora verrai con me, milady, senza ribellarti, e non ti verrà fatto alcun male “ ( costrizione) poi senza perdere il contatto visivo cercò di ignorare tutto quello che aveva intorno per concentrarsi sulla tenda di Zaymar ( fuga). Non le fu difficile immaginare l’aspetto di quel tiranno scorbutico, visto che era colpa sua se si era ritrovata in quella situazione.

    #1563
     Elan 
    Partecipante

    – ARAN GOODMAN –
    I costrutti parvero presi in contropiede a quelle parole, ed esitarono. Aran ebbe l’impressione che stessero confabulando tra loro, ma sapeva che non era possibile: era piuttosto il loro creatore, chiunque egli fosse, che stava valutando come reagire a quelle parole.
    Passarono diversi minuti, carichi di tensione come raramente l’esploratore ne aveva vissuti, ed alla fine il costrutto a cui si era rivolto inizialmente gli parlò di nuovo.

    “Voi non potete nuocere all’Inverno.” esclamò, come se affermasse una verità importantissima. “Ma lui può nuocere a voi. Il suo esilio è voluto, per proteggere coloro che ama, per impedire che a causa di gesti sconsiderati, innocenti debbano pagare.”
    Le sue parole suonavano molto solenni.
    “Sarà concessa un’udienza a Narwain Galathil.” dichiarò alla fine. “Ma vogliamo una garanzia. Un’assicurazione che non cercherete di nuocere in alcun modo all’Inverno.”
    Lo guardò.
    “Non per la sua sicurezza, ma per la vostra.” ripeté, come se fosse la cosa più importante del mondo.

    – NARWAIN GALATHIL-
    Bree ascoltò con attenzione le parole della Vicecomandante, annuendo composta, decisa ad apprendere sempre di più da chi aveva un’esperienza nettamente superiore alla sua.
    “Certo, il nostro svantaggio è palese…” ammise. Non si poteva nascondere l’evidenza.
    “Ma non potremo avere la speranza… non saprei… trovare un modo per far rivoltare i sudditi del capoguerra? Se è vero che gira tanto malcontento, potremo sfruttarlo a nostro vantaggio.”

    Sembrava piena di aspettative a riguardo, come se quello potesse rappresentare una svolta, ma alle parole su Skoll si rabbuiò.
    “Io non credo che il sergente Shadowblade abbia una cattiva opinione di voi.” spiegò con lo stesso tono addolcito che aveva tenuto quando avevano parlato giorni prima.
    “Se vi reputasse sadica, se vi disprezzasse come dite, non si prenderebbe a cuore di parlare con voi ed esporvi i suoi dubbi e le sue idee.” sorrise comprensiva, come se alla paladina sfuggisse qualche realtà illuminante.
    “Io penso, piuttosto, che vi stimi moltissimo. E proprio per questo desideri trovare un dialogo con voi, anche se questo spesso può portare ad una totale divergenza di pensieri.”

    Non era ancora giunta alcuna novità dai ricognitori, e questo dava alle due un po’ di tempo per parlare.

    – TORGAN –
    Astrid scosse la testa, per niente convinta da quelle parole.
    “Si potevano trovare altri modi! Così ha messo in pericolo non solo noi, ma anche la sua gente! Se il capoguerra è orribile anche solo la metà degli orchi che abbiamo incontrato…”
    Lasciò la frase in sospeso, ma Torgan aveva quasi l’impressione di poterle leggere nella mente ormai: se il capoguerra era come i suoi fedeli sudditi, non si sarebbe fatto scrupoli ad uccidere chiunque sospettasse di aver toccato la sua donna…

    Quei pensieri vennero però interrotti dall’arrivo di Skoll.
    Il nano era incredibilmente cupo e tetro, un’espressione che Torgan non ricordava di aver mai visto sul suo volto sepre allegro e cordiale.
    “Sono incaricato di ricondurre Lady Maransìl dal capoguerra.” disse, ma il suo tono parlava molto più delle parole: trovava quell’ordine la cosa più sbagliata del mondo.
    “Ha ascoltato le parole di Milady, ed ha stabilito che la cosa ipù sicura da fare sia riportarla dalla sua gente.” storse le labbra in una smorfia per nulla allegra.

    – GRUBEN –
    Elvar annuì, e Gruben ebbe l’impressione che si fidasse realmente di lui, nonostantante tutto. Uscì dalla tenda, certa che non sarebbe stata delusa, ed il mezz’orco sentì l’impeto della battaglia farsi più vicino.
    I drow stavano entrando nel campo!
    E, avendo trovato un nemico, era probabile che avessero ingaggiato battaglia!
    La tensione era alle stelle… perché i loro uomini non riuscivano a respingerli una volta per tutte?

    Ma il Cerusico aveva altre cose di cui occuparsi, in quel momento.
    Lo gnomettino lo guardava terrorizzato, facendo spaziare lo sguardo da lui all’ingresso della tenda, e tremando ad ogni clangore di spada.
    “Sono qui… sono venuti… per me…?” domandò con una vocina talmente esile da ispirare soltanto pietà.

    Non sembrava avere più fame, come se la paura avesse spazzato via tutto il resto, e scosse energicamente la testa.
    “No… no! La signora dai capelli rossi sa tutto!! Se io racconto qualcosa a qualcuno… lei mi verrà a prendere, mi ucciderà!!”
    Si guardò attorno smarrito. Non sembrava un necromante malvagio, ma soltanto un bambino impaurito.
    “Lei e la regina dei drow sono amiche! Vogliono uccidermi! Vogliono…” la voce gli morì in gola, e si cinse le ginocchia con le braccia, scoppiando a piangere.
    “Io non voglio morire… voglio vedere di nuovo i miei genitori, e i miei nonni… ma non so dove siano. Me li hanno strappati via… via…”

    – KIRARA –
    Rhiannon sembrava guardare il suo fiore più prezioso con un disprezzo senza eguali e, al tempo stesso, con una malia irresistibile.
    “Tu… tu… hai rovinato tutto, piccola stupida!” disse, ma la sua voce era confusa, distorta, ed il suo braccio era inerme nelle mani della demone volpe: aveva vinto le sue difese, ora l’avrebbe condotta ovunque voleva!

    Ma mentre Kirara lanciava il suo incantesimo, l’altra donna aveva iniziato a riprendersi.
    “Non ti permetterò di rovinare tutto in questo modo!” urlò con rabbia. Si teneva la testa con le mani, e sembrava fare una fatica immensa anche solo per rimanere fissa in piedi, ma nei suoi occhi lampeggiava un odio talmente grande che, per un istante, la barda si sent incendiare quasi come se fosse stata spinta all’interno del rogo che avvampava alle sue spalle.
    La donna dai capelli rossi protese entrambe le mani verso di lei, come ad afferrarle il collo, ma non fece in tempo.
    In un sottile spiraglio di fumo, Kirara e Rhiannon erano sparite nel nulla.

    La tenda di Zaymar era esattamente come la ricordava: perfetta, ordinata, austera… e terribilmente vuota. Il Sergente elfo non si vedeva da nessuna parte.
    Rhiannon sembrava aver accusato malamente l’incantesimo, e si guardava attorno con occhi vitrei e sperduti, come se non si rendesse realmente conto di cosa stava accadendo.
    Kirara sapeva che quel suo disorientamento non sarebbe durato per molto, ma le avrebbe dato un certo vantaggio.
    C’era una sensazione, però, che la turbava, una sensazione che non riusciva a spiegarsi: il suo incantesimo aveva operato alla perfezione, portandole intatte nel luogo che si era figurata…
    Eppure, da quando erano apparse nella tenda del Sergente, Kirara sentiva una strana stretta al cuore, come se una morsa cupa e letale si fosse stretta attorno a lei.

    – SAREF –
    Inizialmente, nessuno rispose all’appello dello gnomo.
    Saref aveva bevuto la pozione quasi con disperazione, sentendo già l’effetto debilitante del veleno drow farsi strada nella sua mente e nel suo corpo. Ma quando aveva ingurgitato l’intruglio accuratamente studiato da Zinnastina, il torpore aveva iniziato quasi istantaneamente a passare.
    Stava funzionando!
    Forse avevano trovato realmente una soluzione definitiva!!

    Ma questo non cambiava il fatto che la sua situazione fosse a dir poco disperata.
    Il Servitore Magico venne evocato non senza una certa difficoltà, ma era impalpabile e leggero, e faticava a trasportare anche il leggero peso di Saref. Probabilmente – anzi, lo gnomo ne era quasi certo – se fosse stato anche di poco più pesante, sarebbe stato del tutto inutile.
    Nessuno della sua squadra stava accorrendo in sui aiuto, e lui si sentiva sempre di più debole, indifeso, vulnerabile…

    In particolare quando, mentre arrancava disperatamente nella neve, venne circondato da un gruppo di sei drow.
    Lo osservavano sogghignando, certi di aver trovato una preda facile, e tre di loro sfoderarono delle lunghe spade ricurve, pronti a colpire.

    Ma in quel momento, un lampo rosso balenò di fronte agli occhi dello gnomo, e prima che qualcuno fosse in grado di accorgersi di cos’era accaduto, uno dei drow giaceva a terra, morto, e Andrej gli si accostava, preoccupato ma con sempre il solito sorriso soddisfatto sul viso. “Problemi?” domandò divertito.
    I drow urlarono per chiamare rinforzi, ed il tiefling partì all’istante per ingaggiarne un altro.
    Ma ne rimanevano altri quattro e, adesso, due di quelli che ancora non si erano gettati nello scontro stavano salmodiando qualcosa, concentratissimi, come se si stessero preparando ad un rituale estremamente complesso.

    #1589
     Meeme 
    Partecipante

    “Le guerre non si vincono con la speranza, sergente Bree… La speranza aiuta a superare le difficoltà, ma ingannarsi per sentirsi meglio non salverà nessuno.” Rispose la paladina. “Dobbiamo dimostrare di essere più forti del Capoguerra e questo significa distruggere il suo esercito ed ucciderlo. Il popolo ci temerà solo quando gli porteremo la testa del loro leader infilzata su una picca.” E si sarebbe assicurata di persona di mandare quel messaggio. “Avrò bisogno di guadagnarmi la neutralità dell’evocatore di costrutti, se riusciamo ad evitare la battaglia potrò convogliare le nostre forze sull’esercito orchesco in marcia contro di noi.” Spiegò alla sergente facendole sapere che lei l’avrebbe accompagnata in questa trattativa. “Come vedete la speranza è inutile…” concluse con un sorriso severo.

    Scosse il viso ascoltando le parole della mezz’orca sul sergente nano. “Il sergente Shadowblade ha espresso la sua opinione a riguardo con molta fermezza. Non perdonerà mai la mia decisione di riconsegnare lady Maransìl al Capoguerra e di conseguenza chi ha emesso questo ordine.” Osservò la sergente Bree perché lei aveva un’alta opinione del nano. “Comprendo il suo disagio ed è questo il motivo per cui preferisco allontanarlo. So di essere dura, severa ed algida, non posso fare affidamento su qualcuno che obietta i miei ordini senza analizzare la situazione con mente fredda.” Specificò tornando sul paesaggio innevato. “Non possiamo permetterci il dialogo, sergente Bree, dobbiamo prendere decisioni importanti in situazioni critiche e mentre noi dialoghiamo i soldati muoiono. Al sergente Shadowblade non è chiaro tutto questo e temo se ne renderà conto nel modo più doloroso.” E non era serena a riguardo.

    “Sono a conoscenza di informazioni personali su di lui, non chiedetemi quali siano, se non vi ha parlato del suo passato non è giusto che sia io a raccontarvelo, ma sappiate che la sua allegria potrebbe essere solo una maschera per nascondere il dolore. Vi chiedo di tenerlo d’occhio quando tornerà dalla missione, non voglio che si metta in pericolo stupidamente.” concluse sospirando pensierosa.

    #1602
     Ilmarien 
    Partecipante

    *Ehm, che vuol dire che non possiamo cuocere all’Inverno? Mica si mangia!* si disse Aran che di tutto quel discorso che avevano fatto aveva capito molto poco. C’erano un po’ troppi paroloni, di quelli che un sacerdote di Irori avrebbe potuto usare, molti dei quali erano sconosciuti al Ricognitore. *Questa è la ragione principale per cui non faccio l’ambasciatore, ovvero che qualcuno comincia a fare il gran signore e parlare di assicurazioni, di garze, garanzie, quello che è, e il sottoscritto non ci capisce più nulla!* pensò frustrato.

    La sostanza sembrava essere che non erano particolarmente arrabbiati, non si sentivano minacciati, e volevano… qualcosa? “Ehm, non sono sicuro di avere capito” disse Aran con un sorriso imbarazzato “volete un’assicurazione, tipo su un pezzo di carta?” chiese sperando di averci azzeccato “In questo caso non ci sono problemi, la Vicecomandante sarà più che lieta di procurarvela” tacque un istante, nella consapevolezza di essere un pesce fuor d’acqua, anzi un pesce sul ghiaccio, nella fine arte della diplomazia.

    “Sarebbe opportuno e nell’interesse di tutti che questo Inverno e la Vicecomandante Galathil si incontrassero al più presto, questo può essere un buon luogo di incontro? Se avete timore che vogliamo ingannarvi, possiamo fare indietreggiare il resto degli uomini, e la Vicecomandante verrà solo con una scorta minima… come si conviene a una persona del suo rango” si affrettò ad aggiungere *e che sa usare tutti questi paroloni!*. Organizzare un incontro, quello lo sapeva fare. Certo, la Vicecomandante si sarebbe esposta, ma era un rischio ragionevole, e in caso la squadra avrebbe potuto coprirla, se il dialogo fosse andato storto.

    Se i costrutti gli avessero dato conferma, avrebbe comunicato immediatamente a Vuran, il quale avrebbe riferito a Narwain. Nella comunicazione si preoccupò di includere anche quella strana richiesta per un’assicurazione, qualunque cosa volesse dire.

    #1621
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    “Ha preso la decisione che sospettavo dunque…sarà la scelta giusta?” pensò non appena sentì le parole di Skoll.

    “Anch’io mi aspettavo una scelta diversa inizialmente ma evidentemente ragioniamo senza valutare tutte le conseguenze…lei forse avrà intuito qualcosa che noi non vediamo.”

    Voleva fargli capire di essere d’accordo con i suoi pensieri, ma che d’altronde gli ordini non si potevano discutere e che bisognava essere capaci di accettarli ed entrambi dovevano farsene una ragione

    “Mi raccomando, fai attenzione quando ritornerai da loro, io non ho conosciuto il Capoclan ma non mi è piaciuta l’atmosfera che ho respirato dentro l’accampamento: saranno sicuramente infuriati e sospettosi e non vorrei che succedesse qualcosa di inaspettato.Se potessi venire con te lo farei, ma purtroppo non sono io quello che decide e non sono nelle condizioni per poter agire di testa mia quindi sii prudente”

    #1624
     Andrew_The_Wolf 
    Partecipante

    Era nei guai, ma il Cacciatore Invisibile lo avrebbe protetto quel tanto che bastava per aspettare rinforzi o lanciare un altro incantesimo per prendere tempo… ma non dovette aspettare molto: alla fine il buon tiefling arrivò con quel suo sorriso beffardo e la sola cosa che disse fù una battuta!

    Problemi chiedi tu?! Vedi quanti amici si sono autoinvitati alla festa? disse ridendo, se pur con qualche difficoltà. Ma la sua attenzione fu subito attratta dai drow e onde evitare attacchi magici usò un incantesimo che desse il tempo ad Andreji di colpirli tutti: tirò fuori una piccola palla di catrame e cantilenò un incantesimo proprio ai piedi dei drow e se avesse funzionato non solo sarebbero stati intralciati ma si sarebbero fatti parecchio male [Pozza di Catrame]

    #1625
     Mordoth 
    Partecipante

    Gruben non si preoccupava troppo di quel che accadeva fuori, contando su Elvar per essere avvertito in tempo.
    Il piccolo gnomo era davvero spaventato… anche il suo incantesimo non poteva molto contro tanto terrore. Ma la magia non poteva tutto.
    “Non possono sapere che tu sei qui, stai tranquillo.” Gli disse per tranquilizzarlo, ma poteva anche essere un modo per sapere se in realtà fosse ancora in contatto con i drow.

    Era davvero terrorizzato. Il mezzorco venne preso da un moto di pietà e quasi cedette ad abbracciare il piccolo gnomo, ma non voleva abbassare troppo la guardia. Da quello che diceva, la donna dai capelli rossi era stata in contatto con la regina dei drow. E a quanto pareva i suoi cari erano spariti: forse rapiti per costringerlo a far qualcosa? La sua teoria che quello gnomo fosse una pedina sotto costrizione dei drow stava trovando sempre più basi.
    Gruben si avvicinò al prigioniero e gli prese le mani guardandolo negli occhi.
    “Non morirari… e anche se dovesse succedere io potrei aiutarti lo stesso a ritrovare i tuoi cari.” Gli disse.
    “Come va lì fuori? Forse per capire di più devo entrare in contatto con lui.” Comunicò nel mentre ad Elvar.
    “La donna dai capelli rossi non può più farti del male. Le è caduto un albero addosso, ricordi? Non è più tra noi. Dimmi cosa ti hanno fatto.”

    #1635
     Deoris 
    Partecipante

    La mente di Kirara si riempì di dubbi: sino ad ora aveva eseguito gli ordini di Zaymar, non ne aveva dubitato neanche un istante. C’erano tuttavia troppe cose che non capiva, che non sapeva. Continuava a rimbombarle in testa le parole che aveva pronunciato Rhiannon quando aveva interrotto quella sorta di rito e ora quella sensazione la colmava di disagio e ansietà, che una parte di lei non riusciva a distinguere da una certa dose di senso di colpa.

    Agendo di istinto prese Rhiannon per le spalle e se la portò di fronte, guardandola negli occhi.
    Zymar non c’è, come vedi, hai ancora una possibilità per spiegarti prima che io ti consegni a lui come mi ha ordinato. Fonti attendibili mi hanno detto che di lui ci si può fidare, e lui ha detto che tu sei una traditrice che dovevo fermare ad ogni costo. Questa è la tua sola occasione di raccontarmi la tua versione, non so quanto tempo avrai ma sicuramente è molto poco. Convincimi che fermare qualunque cosa tu stessi facendo lì, di nascosto a tutti, sia stato un errore, e io valuterò se portare a termine l’ordine oppure no.”

    #1639
     Elan 
    Partecipante

    – ARAN GOODMAN –
    Il costrutto con cui aveva parlato fino a quel momento scosse la testa.
    “Vogliamo che uno dei vostri uomini ci venga consegnato come prigioniero. A lui non verrà fatto alcun male, se nessuno cercherà di nuocere ad Inverno. Vogliamo proteggervi, ma le razze senzienti sono talmente ottuse…”

    Il costrutto lo guardò con quei suoi occhi che parevano lastre di ghiaccio, animate da una luce magica.
    Aran era certo che non stesse mentendo: chiunque fosse stato l’ostaggio che gli avessero concesso sarebbe stato al sicuro, finché nessuno avesse compiuto gesti avventati…

    “Avete tempo fino al tramonto. Noi vi attenderemo qui. L’Inverno si mostrerà a voi una volta che ci avrete consegnato uno dei vostri.”
    Con queste parole, in un solo istante, tutti i costrutti parvero spegnersi all’improvviso. La luce arcana abbandonò i loro occhi, e loro rimasero lì, immobili.
    Rapidamente e senza perdere altro tempo, Aran richiamò Lethyr e tornò dove aveva lasciato gli altri, ordinando a Vuran di riferire a Narwain dell’accaduto.
    Avevano poche ore per decidere cosa fare…

    – NARWAIN GALATHIL-
    Bree annuì seriamente, come se le parole di Narwain avessero un senso che lei da sola non sarebbe mai riuscita a capire.
    “Potremo cercare di ottenere informazioni sui punti deboli del capoguerra da quell’orco, Xeros. E’ molto ingenuo, ma non mi è sembrato malvagio… forse si potrebbe riuscire a mostrargli la verità sul signore che serve.”
    La mezz’orca ce la stava mettendo tutta per dare consigli, nella speranza che questi potessero rivelarsi realmente validi.

    Però scosse la testa riguardo Skoll. Narwain aveva più esperienza di lei in guerra, ma faticava a capire le persone.
    “Il sergente ha espresso la sua opinione perché vi rispetta, Lady Galathil. Forse l’ha espressa con parole dure, forse era mosso dalla rabbia… ma sapeva che le sue parole non avrebbero incontrato una muraglia.” sorrise, come se ciò che stava cercando di spiegarle fosse evidente.
    “Se si permette di esprimere il suo parere è perché vi stima e vi rispetta, più di quanto non possiate immaginare. E sa che le sue parole non rimarranno inascoltate.”
    Sorrise.
    “Forse ha dei modi un po’… bruschi, ecco. E sicuramente non ragiona molto su quello che dice…” scosse la testa, ma sembrava divertita. “Ma di una cosa sono certa: vi rispetta moltissimo, anche se non lo dimostra nel modo in cui siete abituata.”
    Appartenevano pur sempre a due razze diverse, con abitudini diverse…
    Narwain era abituata al rispetto assoluto, nessun elfo avrebbe mai osato rivolgerle parole del genere.
    Ma tra i nani, evidentemente, le cose non funzionavano proprio allo stesso modo.

    In quello, la voce di Vuran si insinuò nella mente della Paladina.
    “Aran ha stabilito un contatto coi costrutti. Hanno accettato di farvi parlamentare col loro creatore, un essere che chiamano Inverno, ma solo a condizione di affidare loro un prigioniero come garanzia che non attaccheremo. Sembrano sinceri. Abbiamo tempo fino al tramonto per decidere.

    – TORGAN –
    Skoll storse il naso. Aveva lasciato l’orchessa poco distante da loro, ma ogni tanto le lanciava uno sguardo preoccupato, come se temesse per la sua salute anche in quel momento.
    “Il capoguerra è una creatura mostruosa. Non si merita il rispetto e l’amore della sua gente…” scosse la testa.
    I suoi occhi sembravano stessero lavorando freneticamente, come alla ricerca di una via di fuga, e alla fine sorrise deciso.

    “Non riporterò Lady Maransìl all’accampamento orchesco.” dichiarò con decisione.
    “Lady Galathil mi metterà alla gogna probabilmente, se non peggio…” fece un piccolo sorriso, a metà tra il divertito e il rassegnato. “Ma non lascerò che quella ragazza venga massacrata dal capoguerra.”
    Astrid sembrava sconvolta da quella rivelazione.
    “Ma state disobbidendo agli ordini della vostra Comandante! Questa è insubordinazione!!”
    Skoll fece l’occhiolino.
    “Lo so. Ma a volte bisogna agire come si ritiene più giusto. Ascoltate…”

    Abbassò la voce, come se temesse che qualcuno potesse sentirlo.
    “Nasconderò la Lady in qualche grotta, in modo che possa rimanere al sicuro. Quindi andrò dal Capoguerra orchesco. Lady Galathil su una cosa ha ragione: avete bisogno di tempo. E io vi darò il vostro diversivo in… beh, un modo o nell’altro!”
    Sorrise determinato, mentre Astrid scuoteva sempre più intensamente la testa.
    “E’ una pessima, pessima, pessima idea!” continuava a ripetere.
    “Forse… ma non lascerò che una persona innocente muoia solo perché ha voluto avvertirci! Tenete gli occhi aperti, amici miei… mi assicurerò di lasciarvi un diversivo davvero spettacolare!”
    Sorrise determinato, e quindi salutò i due, sparendo all’orizzonte insieme all’orchessa.

    Astrid era rimasta letteralmente senza parole.

    – GRUBEN –
    “Loro… loro possono invece!!!” lo gnometto era terrorizzato e si guardava attorno come se si aspettasse di veder apparire la regina drow da un momento all’altro.
    “Loro sanno tutto! Ma non vedi? Non capisci?? Loro sono qui, anche adesso!!!”
    La pazia sembrava essere tornato ad avvolgerlo ma possibile che, in fondo, quella pazia potesse avere un fondo di verità?
    Possibile che gli inquisitori ci avessero visto giusto?

    Quei pensieri furono interrotti da un movimento alle sue spalle.
    Elvar era entrata di nuovo nella tenda. Aveva una brutta ferita su un braccio, che le impediva di muovere agevolmente la spada, ma a parte quello sembrava stare bene.
    *Sono ovunque.* dichiarò, parlando nella mente di Gruben per evitare di spaventare lo gnomo. *Sono riusciti a penetrare le nostre linee, sono entrati nel campo… sembra che stiano cercando qualcosa…*
    Storse le labbra.
    Il congegno che avevano rubato nel sottosuolo… doveva trattarsi di quello!

    Lo gnomo, quando l’aveva vista rientrare in quel modo, però, si era ritratto ancora di più in un angolo, piangendo.
    “La donna di fuoco… lei… lei è viva!! Lei sa! Mi ha insegnato a chiamare i morti!! Io volevo solo parlare con i miei amici, tutti quelli che avevano ucciso!! Ma lei… lei può fare di tutto con la morte!!”
    Singhiozzava ormai incontrollabilmente, ma si stava lasciando andare ad informazioni davvero preziose.

    – KIRARA –
    Rhiannon non aveva perso quello sguardo astioso.
    Sembrava ancora stordita, tra l’incantesimo e l’improvviso spostamento magico, ma i suoi occhi erano focalizzati di Kirara, pieni di rabbia come mai la demone volpe li aveva visti.
    “Non ti rendi conto di cosa hai fatto, piccola stupida!!” le urlò contro con rabbia.
    E, a quell’urlo tanto astioso, Kirara sentì la presa sul suo cuore farsi ancora più stretta. Era come se una mano invisibile lo stesse stringendo, bloccandolo, togliendole il respiro ed impedendole quasi di muoversi tanto forte era il dolore che provava.
    “Avevamo quasi termitato!! Eravamo…”

    Ma non terminò la frase.
    Le parole pronunciate dalla demone-volpe l’avevano fatta bloccare, e la sua espressione era mutata di colpo, come se avesse fatto una scoperta importantissima.
    “Tu… tu davvero non riesci a vedere?”
    La sua voce si era addolcita all’improvviso.
    “Oh, povera piccola Kirara… quante menzogne ti hanno riferito…” scosse la testa, e si avvicinò a lei di un passo, allungando una mano per carezzarle il volto delicato.
    “Davvero tu credi che di Zaymar ci si possa fidare? Davvero tu credi alle tue fonti? Non ti rendi conto di cosa ci circonda?”
    Sorrise, come se stesse spiegando una cosa elementare ad una bambina.
    “Zaymar vuole il potere, tesoro mio. E per ottenerlo si sta muovendo per corrompere la Legione. Perché mai credi che passi tanto tempo accanto a Lord Julian? Sussurra al suo orecchio parole di odio, corrompe la sua mente col suo potere malvagio, lo soggioga al suo volere…”
    Scosse la testa.
    “Noi dovevamo fermarlo, bambina mia. La battaglia era un momento perfetto, perché le sue difese sarebbero state più deboli, perché doveva recitare la sua parte e avrebbe abbassato la guardia…”
    Scosse la testa, come se ormai fosse tutto perduto.
    “Ma possiamo ancora rimediare!” disse all’improvviso, piena di un rinnovato entusiasmo!
    “Tu ed io, insieme! Possiamo ancora fermarlo! Dobbiamo tornare dalla mia alleata, piccola mia… dobbiamo fare in fretta!”

    – SAREF –
    Andrej sembrava di buonumore, come sempre.
    Da che Saref ricordava, non aveva mai visto il tiefling imbronciato, preoccupato o depresso. Prendeva tutto ciò che capitava come una risata, ci scherzava sopra… e se proprio non trovava un’alternativa, ci beveva qualcosa di forte su, in modo da non pensare più a niente!
    “Che festa sarebbe senza un po’ di imbucati?” domandò ridendo, mentre infilzava un altro drow con perizia.
    “Non sarebbe stato un successo, non pensi?”

    L’incantesimo dello gnomo si espanse rapidamente sotto i piedi dei loro nemici, che iniziarono a scivolare su quel materiale oleoso, cadendo a terra e respirandone i fumi mefitici che emanava.
    Presto, dei sei drow che li avevano circondati, non ne rimase in piedi neanche uno.
    “Ecco, visto? Problema risolt…” Andrej non fece a tempo a finire la frase, che masso infuocato precipitò a pochissimi centimetri da loro.
    I drow ancora stesi a terra vennero schiacchiati da quell’enormità, e la neve iniziò a sciogliersi tutto attorno a loro.
    “Dobbiamo andarcene di qui!!” urlò il tiefling, per sovrastare il crepitio delle fiamme.

    “Oh no… non così in fretta…”
    Era stata una voce malvagia a parlare. Proveniva dal masso stesso e, guardandolo meglio, i due videro che sopra quell’enormità di fuoco si stagliava un drow… tranquillissimo… intoccato dalle fiamme.
    “Dove pensate di andare? I miei amichetti ancora non si sono divertiti…” sorrise spietato e i due videro uscire, da dentro la roccia stessa, una marea di segugi infernali. Erano tantissimi, non riuscivano nemmeno a contarli, e si stavano avvicinando loro con le fauci grondandi bava infuocata…

    “Merda…” fu la sola parola che riuscì a dire Andrej, prima che una decina di quelle creature di scagliasse contro di lui, buttandolo a terra.

    #1651
     Meeme 
    Partecipante

    “Il ragazzo non è pronto a tradire il Capoguerra, non conosce il valore della Legione.” Rispose la paladina. “Dovrà decidere il suo destino durante la battaglia ed essere trattato da nemico in caso decida di restare fedele a Zelar Zair.” Spiegò seria.

    “Il sergente Shadowblade ha un modo inconsueto per dimostrare la sua stima.” disse accigliandosi. “In altre circostanze avrei apprezzato la sua passione alla causa, ma non è questo il momento. Non posso fare affidamento su un sergente così emotivo in battaglia, è un pericolo per se stesso e per gli altri.” Sospirò scacciando a forza la preoccupazione altre questioni ben più importanti andavano affrontate.

    Comunicò mentalmente all’illusionista Thaurissan che si sarebbe recata subito lì per parlamentare, non potevano temporeggiare. Si fece seguire dalla sergente Bree e ricevette la proposta del Capo ricognitore Goodman. Raggiunti i Corvi Rossi si rivolse direttamente all’umano pronto a fare da ostaggio per i costrutti. “In caso di pericolo non fate l’eroe, Capo Ricognitore. La follia del sergente Shadowblade durante la missione nel Sottosuolo mi è bastata e non credo di poter sopportare altre iniziative simili.” Commentò senza mostrare il minimo sorriso. “Sergente Bree, con me… Andiamo ad incontrare questo pericoloso demone.” concluse sarcastica pensando alla conversazione con il Capoguerra.

    #1661
     Mordoth 
    Partecipante

    “Sanguini!” Esclamò Gruben alzandosi e andando verso Elvar. Diede uno sguardo alla ferita e prese a medicarla con le sue arti. Era necessario, ma era anche un modo per prendere tempo.

    Guardò Elvar e poi lo gnomo… stavano parlando della stessa cosa: l’oggetto che lui e gli altri avevano trafugato durante la missione nel regno dei Drow. Ne aveva visto gli effetti e poi, arrivati al campo, non ne aveva più avuto notizie… in fondo aveva avuto altre preoccupazioni!
    “Già, immaginavo che avrebbero tentato di recuperare la loro arma…” pensò di rimando all’elfa, “e non potevano capitare in un momento peggiore.” Una parte delle loro forze erano partite da poco in missione, una parte importante da quel poco che sapeva.

    Il mezzorco la guardò dritta negli occhi sciorinando tutto quello che gli veniva in mente, sperando di non confonderla troppo… non sapeva quanto le era noto. “Si sta sbottonando, senti?… Dannazione! Forse non cercano solo l’arma… stanno venendo anche da questa parte? Hanno bisogno di aiuto là fuori?… Ahhh, che fare, che fare?!?”
    Il Cerusico roteò la testa frustrato per l’indecisione, poi all’improvviso si fermò e i suoi occhi puntarono qualcosa come un cane da caccia. Qualche passò e prese una corda che lanciò subito all’elfa: “Immagino tu sappia come usarla per nascondervi… fai in fretta, io vado a dare un’occhiata fuori.”

    Lei e lo gnomo sarebbero stati al sicuro mentre lui valutava la situazione all’esterno e quindi il da farsi.

    #1662
     Deoris 
    Partecipante

    Il discorso di Rhiannon fece passare subito Kirara sulla difensiva.

    ” Capisco il tuo entusiasmo milady, ma prima di scegliere da che parte stare dovrei prima sapere COSA stavate facendo e soprattutto PERCHE’. Dici che sono cieca, che non riesco a vedere, che mi riempiono di menzogne…benissimo, allora illuminami, provami che Zaymar sia un traditore e rivaluterò la mia posizione. Buttare fango su di lui o spendere parole di elogio su ciò che stavate facendo tu e la tua compagna non basterà.”

    Kirara sorrise e il suo sorriso non era rassicurante nè ingenuo come quello che Rhiannon poteva ricordare.
    ” Come hai potuto vedere non sono un fiorellino indifeso. Se dici di avere poco tempo benissimo, io ti ascolto. A partire dall’identità della tua complice dai capelli rossi.”

    #1663
     Andrew_The_Wolf 
    Partecipante

    Vedere Andrej così contento lo rincuorava… almeno finchè non arrivò quello: Perchè non stiamo zitti una volta tanto… magari ci va meglio? Disse con sarcasmo Chi è che porta iella qui?!

    Poi prese una boccetta per cercare di alleviare il dolore che provava e poter dare ad Andrej una mano visto che quei bei cagnoni erano saltati direttamente su di lui.

    Nella sua mente cominciò a cercare incantesimi utili, quindi usò subito un incantesimo per creare copie di sè e poter circondare e confondere i cani Immagine scioccante per poi utilizzare un incantesimo per colpirli tutti contemporaneamente Dardi Tempestosi.

    #1669
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    Torgan rimase esattamente come Astrid…era senza parole mentre osservava Skoll e Lady Maransil scomparire all’orizzonte “il sergente ha fegato non c’è che dire…si sta prendendo un grosso rischio e forse sta pure facendo la cosa più giusta. Certo che poteva pure fare a meno di coinvolgerci, sia dannata la mia curiosità”

    Non possiamo fare altro che aspettare e vedere di che diversivo sta parlando, ormai siamo in gioco anche se involontariamente e non possiamo più tirarci indietro…ora dobbiamo proteggere lui e soprattutto noi stessi, quindi non un parola con nessuno a partire da Somfur e Lady Galathil giusto?

    Sapeva che Astrid era la più restia a comportarsi in questa maniera, ma avrebbe dovuto farlo…lui di certo non avrebbe tradito Skoll e lei ora si trovava in un bivio: o andava a riferire subito a chi di dovere oppure avrebbe dovuto mantenere il segreto per la sicurezza di tutti.

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