Le Stagioni Evanescenti

Questo argomento contiene 293 risposte, ha 7 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Elan 7 anni, 8 mesi fa.

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  • #1670
     Ilmarien 
    Partecipante

    *Ah, quindi era nuocere, non cuocere… Comunque non ho idea di cosa voglia dire… Ehi! Razza senziente a chi?* pensò Aran vagamente risentito di quella che sembrava decisamente un’offesa. Tuttavia si morse le labbra e trattenne un commento: “Molto bene, vi faremo sapere a breve” disse facendo un breve inchino e congedandosi. Disse a Vuran di riferire tutto quanto, aggiungendo che si offriva volontario per essere il prigioniero di cui questi costrutti sembravano aver bisogno.

    “Lethyr, sei tu al comando finché non torno, qui ci sono le mie armi” e consegnò stocco, pistole, coltelli e quant’altro, tenendo solo un piccolo coltello da caccia, che eventualmente poteva servire per tagliare ramoscelli e fare un fuoco se avesse avuto freddo. Prese l’elfa un momento in disparte e disse: “Mi raccomando portali a casa sani e salvi e non preoccuparti per me” poi, dopo un momento di esitazione la abbracciò, baciandola su una guancia.

    Fece un saluto militare a Narwain: “Sissignora!” rispose alle sue osservazioni, mentre pensava *Non c’è pericolo che faccia l’eroe, Sua Paladineria può stare proprio tranquilla! Decima Legione, grande causa e tutto il resto, ma la pellaccia la voglio portare a casa*. Rimase più colpito dal commento su Skoll. Si riferiva a quando era finito a mollo? E per quale motivo era un’azione particolarmente eroica? Boh. Si stupì anche di non vederlo lì con lei, forse lo aveva mandato in missione.

    “Vicecomandante, da quello che ho avuto modo di capire sembra che non vogliano che noi ‘nuociamo all’Inverno’ qualunque cosa voglia dire, e ci hanno pure chiamato ‘razze senzienti’, e da come l’hanno detto sembrava un insulto. Insomma hanno una passione sperversa per i paroloni” riferì a Sua Paladineria mentre si muovevano verso il luogo designato. “Per il resto però sembrano disposti a parlamentare, per lo meno non hanno attaccato a vista” aggiunse alla fine.

    #1672
     Elan 
    Partecipante

    – ARAN e NARWAIN –
    Lethyr non sembrava troppo entusiasta della svolta che avevano preso gli eventi e, come se improvvisamente avesse dimenticato tutto quello che era successo negli ultimi giorni e la rabbia che l’aveva animata, aveva abbracciato con trasporto Aran, rimanendo stretta a lui per diversi minuti come se non lo volesse lasciare andare.
    “Torna da me… ti prego…” gli aveva sussurrato a bassa voce, prima che lui e Narwain si dirigessero al punto d’incontro.

    Bree era rimasta accanto ai due per tutto il tempo, e quando avevano raggiunto em costrutti era rimasta decisamente stupiti dalla loro imponenza, arretrando di un passo.
    Questi si erano animati ed avevano studiato la situazione.
    “La Vicecomandante della Decima Legione e la sua accompagnatrice possono incontrare Inverno. L’Ostaggio verrà scortato da uno di noi, che controllerà sempre la situazione.”
    Si spostarono di lato, creando un passaggio in mezzo a loro, ed uno di essi li raggiunse e afferrò Aran, sollevandolo dal terreno con decisione eppure una certa delicatezza. Il Capo Ricognitore capì istantaneamente che non correva alcun pericolo e che il costrutto non gli avrebbe fatto del male: lo posò su una delle sue spalle possenti, e quindi accompagnò Bree e Narwain al punto d’incontro.

    Dovettero camminare per diverso tempo prima di raggiungere il luogo. Erano entrati in una grotta stranamente illuminata: le pareti erano cristallizzate in immense lastre di ghiaccio, che riflettevano la luce esterna creando sorprendenti giochi di luce all’interno. E quando infine raggiunsero il Creatore dei Costrutti, non trovarono di certo il demone di cui il capoguerra aveva parlato.
    Si trattava di un orco: il suo volto era segnato da una profonda cicatrice, che partiva dall’occhio destro e si diramava sul naso fino a raggiungere il mento. em capelli bianchi e gli occhi azzurri gli conferivano un aspetto deciso e un poco inquietante, ma decisamente nessuno di loro avrebbe mai potuto definirlo un demone.
    Aran avvertì un freddo intenso in quel momento, molto più grande di qualsiasi cosa avesse mai provato prima.

    “Benvenuta, Vicecomandante della Decima Legione. Ho saputo che desideravate parlarmi.” disse l’orco con tranquillità, facendo cenno al costrutto di mettersi di lato. Aran ebbe allora una panoramica migliore della grotta: quasi interamente spoglia, come se l’orco non avesse bisogno né di un luogo per dormire né di uno per mangiare. C’era però una sorta di piccolo tavolino di neve, sopra al quale era posta una spessa lastra di ghiaccio con all’interno qualcosa di piuttosto sottile e dall’insolito colore viola.
    “Cosa desidera da me la Legione? Se lascerete queste terre vi garantisco che non verrà fatto alcun male né a voi né ai vostri uomini.”

    – TORGAN –
    Astrid era molto più che basita, era totalmente senza parole.
    Faceva passare lo sguardo da Torgan a Skoll, ormai nient’altro che un puntino all’orizzonte.
    “Non puoi dire sul serio!” sbottò alla fine, alle parole del mezz’orco. Lo guardò come se avesse visto un fantasma.
    “Ti rendi conto di cosa stiamo parlando vero?? Questa è insubordinazione! E’ tradimento!! E’…”
    La barbara era accalorata e agitata, e prese a camminare avanti e indietro come se non sapesse cosa fare.

    “Quel maledetto di un nano malefico!” sbottò infine. “Non poteva tenere la boccaccia chiusa almeno, no! Doveva spiattellarci em suoi piani in allegria, così da renderci suoi complici!”
    Si scompigliò em capelli con fare disperato, e quando ebbe finito la sua testa sembrava più che altro un cespuglio.
    “Dobbiamo inseguirlo e fermarlo!” dichiarò infine. “Se non vuoi che andiamo a rifrire tutto alla vicecomandante, dobbiamo andare da lui e fargli ritrovare il senno, anche a costo di prenderlo a pugni!
    Sembrava veramente agitata.
    “Ti rendi conto che la punizione per il tradimento è la morte, vero? Lady Galathil non lo perdonerà!”

    – GRUBEN –
    “E’ solo un graffio…” disse Elvar storcendo le labbra.
    Per gli occhi esperti di Gruben era evidente che non fosse soltanto un graffio, ma era altrettanto evidente che em pensieri dell’elfa fossero altrove.
    “Non possiamo rischiare ancora. Ormai non abbiamo più tempo, e se la sua mente dovesse essere in qualche modo collegata ai drow…” Elvar scosse la testa, dando voce ai suoi pensieri, poi guardò la corda e annuì.

    “Mi sembra una buona soluzione. Stai attento qui fuori. Il nostro amico sarà al sicuro.” sorrise, mentre si avvicinava allo gnomo ancora terrorizzato, e il suo sorriso fu l’ultima cosa che il mezz’orco vide prima di uscire dalla tenda.

    Fuori regnava il caos.
    em drow erano penetrati nel campo, e l’odore del fumo si mischiava con quello acre del sangue di centinaia di cadaveri che già si ammassavano al suolo, macchiando la neve di rosso.
    Gruben poteva distintamente sentire le urla degli ufficiali, che cercavano di arginare la situazione, miste a quelle dei feriti e dei morenti. Era arrivato l’attacco che tutti temevano: em drow avevano sfondato in massa le loro difese, ed ora li stavano decimando senza alcuna pietà.

    – KIRARA –
    Rhiannon dece un lungo respiro, come se stesse spiegando una cosa elementare ad una bambina, ma era rilassata e tranquilla.
    A Kirara non era sfuggito quel cambio di atteggiamento tanto improvviso.

    “Mio piccolo e ingenuo fiore…” disse con calma, senza però riuscire a nascondere del tutto una punta di fastidio nella voce. “Ho cercato di spiegartelo per tutto il tempo che sei venuta da me… speravo che la tua mente potesse capire, lo speravo davvero.” sospirò con calcolata tristezza. “Vedi, piccola mia, nell’esercito le cose non vanno così bene come sembra…”
    Trovò una sedia e prese posto, come se volesse far capire che era perfettamente a suo agio e volesse spiegare tutto il necessario con la massima tranquillità.
    “Risponderò in ordine alle tue domande.” disse, sorridendo ancora.
    “Prima di tutto, cosa stavamo facendo. Ebbene, stavamo cercando di imprigionare il sergente Zaymar Voidseeker, prima che potesse rivoltarsi contro di noi e consegnare la vittoria in mano ai drow. Quando sei arrivata il rituale era quasi concluso: ancora pochi minuti e il Sergente non avrebbe più potuto nuocere a nessuno.”
    Fuori dalla tenda, le urla si stavano facendo sempre più intense, e Rhiannon tirò un profondo sospiro nell’udirle.

    “Per quanto riguarda il perché… beh, tu non hai mai assistito ai consigli di guerra, piccola mia, non puoi capire. Io – nella posizione di Oracolo – venivo spesso convocata per illuminare con la mia saggezza le decisioni dei nostri superiori. Ed è stato in quelle occasioni che ho capito quanto il sergente Zaymar stesse manipolando l’esercito, soggiogando al suo volere la volontà stessa del nostro Lord Comandante.” fece un altro profondo sospiro.
    “Volevo liberare la Legione dal gioco del sergente, per permetterci di prevalere contro em drow. Ma adesso…”
    Scosse la testa.
    “Per quanto riguarda la… mia complice…” sorrise, come se il pensiero la divertisse. “Non sarà un mistero. Non per te almeno. Si tratta di Erumrae. Faceva parte del gruppo dei Genio Guastatori dell’Esercito ma mi… sorprende, che tu non l’abbia mai vista…”
    Il suo sorriso si fece più malizioso.
    “Diciamo solo che siamo amiche molto… speciali.” fece un gesto con una mano. “Vedi, piccola mia, per incastrare il sergente Zaymar c’era bisogno di qualcuno che conoscesse bene l’esercito, ma che potesse passare in osservato. Per questo la mia cara Erumrae ha inscenato la sua morte. In una missione di non molto tempo fa, ha finto di venire sopraffatta da un albero, e poi è tornata da me, e insieme abbiamo iniziato a cercare un modo di fermare il sergente.”

    Sospirò di nuovo e serrò gli occhi nell’udire ulteriori urla provenire dall’esterno.
    “Ho soddisfatto la tua curiosità, ora? Mi lascerai andare?”

    – SAREF –
    Quei cani infernali sembravano non finire mai.
    Saref era riuscito a contrastare il dolore delle ferite, ma il sangue perso era tantissimo, e lo gnomo si sentiva sempre più debole e sfinito. Tuttavia, la sua lealtà e la sua amicizia verso il compagno erano l’unica forza di cui aveva bisogno, in quel momento, e stringendo em denti riuscì a mantenere la concentrazione necessaria a sferrare il suo potente attacco.

    em cani parvero indietreggiare di fronte alla potenza di quell’incantesimo, ed alcuni di loro caddero a terra, gli occhi vitrei, la lingua penzoloni, irrimediabilmente morti. Ma era solo un istante. Nello stesso istante in cui il loro corpo senza vita toccava la neve si trasformava in una piccola scia di fumo, che volteggiava nell’aria e raggiungeva il drow, che ancora li osservava divertito dalla sommità della sfera infuocata.

    Andrej grazie al tempestivo intervento dello gnomo era riuscito a prendere un po’ di respiro ed eliminare altre di quelle creature. Ma, come le precedenti, em loro corpi si erano tramutati in fumo…
    Il tiefling si accostò allo gnomo, schiena contro schiena.
    “La festa sta iniziando ad essere un po’ troppo calda, non pensi anche tu?” domandò divertito. Era impressionante come riuscisse a non perdere mai il sorriso.
    Non era il solo, però.
    Il drow, dalla sua postazione di supremazia, stava ridendo diabolicamente, mentre altri segugi infernali apparivano dalla sfera infuocata stessa, come se fossero generati proprio da lei.

    #1673
     Meeme 
    Partecipante

    “Capo Ricognitore, i costrutti non provano emozioni e non sono in grado di insultare. Restate calmo in loro presenza ed evitate movimenti che potrebbero considerare ostili. Tornerò presto a liberarvi.” Ripose la paladina all’umano e poi si lasciò accompagnare fino al rifugio del creatore dei costrutti in compagnia della sergente Bree.

    La paladina non consegnò le armi all’entrata della grotta, ma non era intenzionata ad utilizzare la spada finché la situazione non fosse precipitata. L’orco davanti a loro doveva essere il legittimo condottiero di Ashford che a quanto pare non aveva la minima idea di come affrontare un incontro diplomatico. “Sono Narwain Galathil, Vicecomandate della Decima Legione. Lei è il mio sergente e l’ostaggio il nostro Capo Ricognitore.” Spiegò come prima cosa.
    “Sarò concisa e diretta dato che non avete intenzione di presentarvi.” continuò senza scomporsi mantenendo il suo solito tono gelido.

    “La Decima Legione è alleata con Ashford nella guerra contro i Drow, sono giunta in queste terre su richiesta dell’attuale Capoguerra per trovare e distruggere dei demoni di ghiaccio.” non aveva intenzione di nascondere nulla. “Purtroppo per il Capoguerra non ci sono demoni da scacciare, pensava di poter utilizzare la Legione per la sua guerra civile ed ha commesso un errore di valutazione.” Osservò l’orco senza mostrargli appoggio e poi proseguì. “Sono venuta qui per assicurarmi la vostra neutralità in caso di un conflitto diretto contro il Capoguerra Zair. Non abbiamo mire espansionistiche su questi territori e conclusa la nostra battaglia ci ritireremo una volta riforniti per affrontare il viaggio di ritorno. Potremo parlare ancora prima della nostra partenza se gli Dei ci assisteranno donandoci la vittoria.” Voleva accertarsi di ottenere la neutralità prima di capire le intenzioni dell’orco in caso di vittoria della Legione.

    #1676
     Elan 
    Partecipante

    – ARAN e NARWAIN –
    L’orco osservò per lunghi istanti la Paladina, come se stesse riflettendo, quindi le riservò un sorriso molto freddo, ma cordiale.
    “Perdonatemi. Io sono Davor. Un tempo condottiero del regno di Ashford, ora Ospite dell’Inverno.”

    Così, dunque, quello era un ospite.
    Non era nulla di eclatante o apocalittico come aveva raccontato Lilith: sembrava solo una persona normale, forse solo un po’ più triste e distante.
    L’orco in ogni caso non sembrava volersi vantare di quel titolo.

    “Quando venni scelto come Ospite decisi di affidare il comando di Ashford a mio fratello, e condurre una vita da eremita. Ma temo che la mia scelta si sia rivelata a dir poco sbagliata. Non ci sono demoni di ghiaccio, nei paraggi, soltanto io.”
    Come Narwain aveva sospettato, l’unico interesse di Zair Zelar era quello di distruggere il vero comandante degli orchi.

    Davor quindi si fermò per lunghi istanti, riflettendo attentamente, ed infine annuì.
    “Non mi immischierò nei vostri conflitti. Ho abbandonato la mia gente col cuore pesante, ma era la scelta giusta. Il Potere delle Stagioni è troppo selvaggio per poter essere affidato ad un condottiero.”
    Sembrava che ogni tanto la sua mente e i suoi discorsi si perdessero altrove, come se non fosse più abituato a parlare con qualcuno.
    “Avrete la mia neutralità, Vicecomandante della Decima Legione.” dichiarò infine.

    #1677
     Meeme 
    Partecipante

    “Non sono qui per giudicarvi, condottiero Davor Zelar…” La Consigliera Lilith parlava sempre con fare reverenziale degli Ospiti delle Stagioni come se fossero delle vere divinità in terra. Narwain Galathil vedeva solo un orco indebolito dalla solitudine e dal senso di colpa per aver lasciato la sua gente in mano ad un sanguinario fratello. I poteri degli Ospiti erano immensi, ma come tutti i poteri privi di controllo logoravano chi ne usufruiva portando ad una rapida morte. “I vostri costrutti non erano ostili, ho ritenuto saggio evitare uno scontro inutile considerando le menzogne di vostro fratello su presunti demoni ed immagino che non abbiate nemmeno attaccato intenzionalmente Ashford.” spiegò quella scelta e sorrise sentendo che non sarebbe intervenuto nel conflitto.

    “La vostra parola d’onore è sufficiente per siglare questo accordo di neutralità, Condottiero Zelar. Incontrare un Ospite è molto raro, ma non posso intrattenermi a lungo con voi anche se avrei alcune domande che potreste trovare interessanti. Ho una battaglia da combattere ed i miei soldati stanno aspettando la risoluzione di questa ambasciata.” Avrebbe voluto domandargli della Quinta Stagione, della Fenice e del Serpente, ma non era quello il momento. “Ci congediamo, condottiero Davor Zelar… parleremo ancora se sarà vostro fratello a cadere.” promise esibendosi in un saluto militare.

    #1693
     Andrew_The_Wolf 
    Partecipante

    Amico mio, quella cosina che risplende nelle mani? Beh Lui e quella cosina lì sono i nostri problemi… disse con una strizzatina d’occhio. Nel mentre toccò anche il compagno e utilizzò un incantesimo per rispedire indietro un pò di attacchi fisici [Deflettere].

    Comincio ad essere un filino stanco… vorrei tornare a dormire in tenda… disse tossendo un poco di sangue Cerca di proteggermi…. dovrò lanciare due incantesimi di fila e in queste condizioni saranno alquanto impegnativi…

    Cominciò intessendo il primo che avrebbe creato una fossa molto profonda con un regalino al suo interno e il secondo li avrebbe fatti ritornare direttamente nella tenda dei medici per rattopparli un poco [Fossa Acida + Teletrasporto Superiore].

    #1694
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    “Ma non vedi che è troppo tardi ormai? Skoll è troppo lontano e non ho intenzione di abbandonare il campo per inseguirlo, qualunque cosa vorrà fare di sicuro la porterà a termine e, come lui, ho una discreta certezza che il ritorno al campo di Lady Maransil non impedirà un attacco…se il Capoclan vuole distruggerci lo farà in ogni caso, non ti ricordi come ci hanno accolto nel loro accampamento e come ci guardavano?Le parole dell’orchessa non sono campate in aria e se si salverà, Skoll avrà fatto solo bene”

    Poi riprese fiato per qualche attimo, guardando Astrid e l’orizzonte…sapeva di aver alzato i toni come aveva fatto lei d’altronde e forse aveva pure esagerato con le parole…ora doveva rimediare se non voleva incrinare il rapporto che si era creato tra loro due, quindi con un tono più calmo ricominciò il discorso prendendole una mano e guardandola negli occhi:

    “Comprendo il tuo stato d’animo Astrid e anch’io sono nervoso quanto te ma, come ti ho già detto, abbiamo una sola scelta di fronte a noi cioè continuare ad agire come se nulla fosse accaduto…nessuno ha assistito al nostro dialogo e quindi ogni responsabilità cadrà su Skoll e nessuno sospetterà un nostro “appoggio” ma se le nostre posizioni dovessero cominciare a vacillare mi prenderò ogni responsabilità, tu non rischierai ma devi continuare a fidarti di me come hai già fatto in passato…dividersi sarebbe un danno per entrambi soprattutto in questo periodo.”

    #1696
     Ilmarien 
    Partecipante

    Aran ricambiò l’abbraccio di Lethyr, non senza un certo sollievo. C’era stato qualcosa nei giorni passati, una certa inspiegabile freddezza, ma non sembrava essere successo nulla, dopotutto. Si lasciò prendere dal costrutto ma una volta sollevato ebbe un improvviso moto di paura. Era abituato ad avere il controllo di dove si trovava, di come si muoveva. Essere trasportato così lo metteva estremamente a disagio. Cercò di controllare il proprio respiro, ripetendosi che era una situazione temporanea, che presto avrebbe rivisto Lethyr e che la Vicecomandante non lo avrebbe sacrificato… non inutilmente per lo meno.

    Si guardò intorno, sempre nervoso, e ebbe modo di osservare l’incontro tra l’Inverno e Narwain. Quindi lui era uno degli Ospiti? In effetti era… invernoso… per essere un orco. E stranamente non parlavano da gran signori, anzi Aran riuscì a seguire buona parte della conversazione. Quindi questo Inverno era fratello del capo orco, quello con tante zeta… Zair Zelar! si disse Aran ricordandosi il nome, e lui aveva mandato la Decima Legione con il pretesto di un’invasione di demoni a liberarsi del fratello. *Ma che bella famigliola!* pensò il Ricognitore guardando il costrutto che lo teneva su come un immaginario interlocutore dei suoi pensieri *Le riunioni di famiglia si svolgeranno in un’arena piena di bestie feroci!*.

    Vedendo che la Vicecomandante si stava congedando, si lasciò accompagnare fuori. Avrebbe voluto fare più domande all’Ospite, ma non c’era occasione di parlargli a tu per tu e non voleva far arrabbiare la Vicecomandante facendo domande inopportune e mettendo a rischio l’incontro.

    #1698
     Mordoth 
    Partecipante

    Gruben guardò in modo grave Elvar prima di uscire, ma non le disse niente… nè le comunicò niente. Quello a cui doveva pensare era nascondersi con lo gnomo.

    Fuori regnava il caos.
    La Decima Legione sembrava in rotta tanto brutta si vedeva la situazione. Ordini e gemiti riempivano le sue orecchie; l’odore di carne bruciata riempiva il suo naso; gli occhi erano pieni del rosso sangue di cui era macchiata la neve e del nero fumo che si vedeva salire poco distante. Ma nonostante tutto questo la sua mente era vuota.
    Niente panico, gli era stato insegnato.
    L’orda nera non era ancora arrivata alle prigioni, aveva ancora un po’ di tempo.

    I drow probabilmente volevano due cose. Il Cerusico non sapeva dove fosse l’arma, ma pensava che fosse ben difesa. Sapeva però dove tenevano il prigioniero e decise di andare a controllare.
    Quindi si mosse veloce cercando di evitare di essere visto da potenziali nemici.
    “Mi allontano un poco… voi siete al sicuro? Tutto a posto con lui?” Comunicò ad Elvar.

    #1699
     Deoris 
    Partecipante

    Kirara si concesse qualche secondo per riflettere. Non si fidava di Rhiannon, non aveva capito cosa stessero realmente facendo o perchè, tuttavia visto che Zaymar non c’era e che probabilmente sarebbe stato impegnato nella battaglia, era impossibile consegnargli l’Oracolo nel prossimo futuro e al momento vedeva molto difficile limitarne i movimenti visto che le guardie erano tutte lontane. Improvvisarsi carceriera non era tra i suoi compiti, così come tenerla in custodia con la forza fino all’arrivo di Zaymar. Vista la situazione tanto valeva assecondarle per cercare di capire quale fosse il loro scopo e fare quello che le riusciva meglio…la spia.

    ” Ancora non posso fidarmi ciecamente di voi, milady.” disse con sincerità. ” Ma vi darò la possibilità di provarmi che siete nel giusto. Verrò con voi e vi aiuterò se necessario, ma per convincermi dovreste fare qualcosa di più che rispondere alle mie domande…provatemi che siete nel giusto e potrete contare su di me. “

    Non aveva molta scelta, si disse. In questo modo se Rhiannon era nel torto l’avrebbe seguita e avrebbe avuto notizie di prima mano per provare la sua colpevolezza, cosa che in effetti ancora non poteva dire di avere ottenuto se non un comportamento sicuramente sospetto, ma giustificato dalle sue parole. Dall’altra se Zaymar era davvero il traditore ne avrebbe avuto le prove e avrebbe capito da che parte stare.

    ” Fatemi strada, milady” concluse.

    #1701
     Elan 
    Partecipante

    – ARAN e NARWAIN e TORGAN –
    Narwain ed Aran tornarono al campo poco dopo. Astrid ancora non era stata convinta del tutto dalle parole di Torgan, ma gli aveva stretto la mano con forza ed aveva taciuto, segno che si sarebbe fidata di lui, per il momento. Somfur li aveva raggiunti poco dopo, e i due avevano taciuto, preferendo non coinvolgere il superiore.
    Il tempo per parlare, tuttavia, era ormai finito per tutti.

    Narwain, una volta radunati gli uomini, riferì brevemente ciò che stava succedendo.
    Aveva scoperto che non c’era alcun demone in quelle montagne, e che il Capoguerra Zair Zelar stava marciando contro di loro per schiacciarli. Non spiegò il motivo, ma era tesa, e la situazione non sembrava delle migliori.

    Gli uomini della Decima Legione invertirono così la marcia: dovevano prepararsi ad un attacco, da un momento all’altro, e la stanchezza e il territorio erano contro di loro…
    Ma forse era già troppo tardi.
    Quando giunsero le prime urla avevano ripreso il cammino da appena poche ore. Li avevano presi dai lati, accerchiandoli in un modo che nessuno avrebbe mai creduto possibile, ed alcuni dei loro erano già caduti, trucidati senza pietà con asce lanciate con potenza e precisione. Nessuno aveva visto il nemico, ma tutti sapevano ormai che era lì, ed il panico aveva iniziato a serpeggiare tra i soldati: un nemico impossibile da vedere era un nemico impossibile da uccidere…
    “Decima Legione!!” l’urlo mostruoso giunse inaspettato. Sembrava provenire da tutt’intorno a loro, e al tempo stesso da nessuna parte in particolare. Ma la sua voce era inconfondibile: si trattava del capoguerra Zair Zelar.
    “Voi mi avete sottratto qualcosa che mi apparteneva, e così facendo avete scatenato la mia ira! Ora pagherete col sangue questo affronto! Nessuno dei vostri uomini verrà risparmiato!”
    La voce era stata crudele e spietata, e quando aveva taciuto un grido esultante, composto da mille e più voci diverse, si era alzato a suo sostegno.

    – GRUBEN –
    Gruben era rimasto sconvolto dal caos che regnava all’esterno della tenda. Non pensava che i drow potessero schiacciarli in un modo tanto estremo, e vedere i soldati della Legione riversi a terra ormai privi di vita era un’immagine dolorosa e soffocante.
    Raggiunse a rapidi passi la tenda in cui era custodito il capitano drow e riuscì ad entrare non senza una certa fatica.
    i combattimenti al suo esterno erano micidiali, ma i soldati della Legione stavano riuscendo a resistere e – per il momento – nessuno ancora era riuscito ad entrare.
    “E’ tutto sotto controllo.” fu la rapida risposta di Elvar.

    Rassicurato per la sorte dei due, il Cerusico si concentrò dunque sull’interno della tenda. Era molto buia, come se qualsiasi fonte di luce fosse stata di proposito oscurata, ma coi suoi occhi orcheschi era in grado di distinguere le diverse figure. i soldati di guardia erano ancora in piedi, sani, e lo riconobbero senza fatica, permettendogli di avvicinarsi al prigioniero.
    Chiuso nella sua cella contenitiva, il Capitano Drow sembrava essere impossibilitato a fare qualsiasi cosa, ma quando vide il mezz’orco gli regalò un sorriso beffardo.
    “Io ve l’avevo detto che non sareste rimasti impuniti…” lo canzonò, gongolante.
    “Oh, ma forse sei qui per entrare nella cella? Sì, capisco che possa sembrare un posto abbastanza sicuro, in effetti. Beh, non fare complimenti, sembra abbastanza grande per tutti e due!”
    Era terribilmente tranquillo – al limite dell’insopportabile – per essere un prigioniero.

    – KIRARA –
    Rhiannon sorrise a quelle parole. Un sorriso che Kirara non riusciva a interpretare: era sincero, e c’era soddisfazione in esso. Ma per quale ragione?
    Era contenta di essere stata ascoltata?
    Oppure stava tramando qualcosa?
    Kirara si sentiva confusa, come se le girasse la testa, e sentì quella stretta al cuore farsi più forte. Da quando era entrata nella tenda di Zaymar non l’aveva mai abbandonata, ma mai come adesso era stata pressante.
    “Sono certa che non ti pentirai della tua scelta.” disse Rhiannon con voce quasi di sogno.

    Senza mostrare la minima esitazione, l’Oracolo uscì dunque dalla tenda, seguita da Kirara.
    Fuori regnava il caos.
    i drow erano ovunque, penetrati nel cuore stesso dell’accampamento e, a terra, ormai privi di vita erano i cadaveri dei soldati della Decima Legione a risaltare.
    Ma Rhiannon pareva non far caso a niente di tutto ciò.
    Camminava decisa, ma non sembrava dare l’intenzione di voler scappare, anzi: spesso si voltava a guardare la Demone Volpe, e le sorrideva.

    Ma Kirara quasi non vedeva più quel sorriso. Appena erano uscite, la stretta attorno al suo cuore si era fatta ancora più forte, tanto da toglierle il fiato. Camminava lentamente, a volte incespicando, molto più distratta di quanto non avrebbe voluto essere…
    E quando si accorse delle fiamme era ormai troppo tardi.
    Erano tornate al luogo del braciere, e la donna coi capelli rossi era nuovamente accanto a Rhiannon, e scambiava con lei un bacio appassionato.
    “Sei tornata…” stava dicendo con voce sottile, quasi incurante di Kirara.
    “Non è stato difficile…” rispondeva Rhiannon, sorridendo di nuovo alla barda.
    Ma la demone volpe si sentiva schiacciata, ormai. La stretta attorno al suo cuore era diventata tanto opprimente da schiacciarla, persino la sua vista si era fatta più sfocata, e all’improvviso Kirara sentì le forse venirle meno. Era cosciente, ma era caduta in ginocchio, troppo provata per qualsiasi altra cosa.

    “Ora, mio bel fiore delicato…” disse Rhiannon, avvicinandosi di nuovo a lei.
    “Ora pagherai per aver interrotto una cosa tanto importante. Ora vedrai l’ascesa dell’Oscurità per un mondo migliore, e la caduta della Legione. Vedrai tutto questo, e non potrai fare nulla per fermarlo…”
    Sorrise con cattiveria, tornando poi ad avvicinarsi alle fiamme.
    Kirara si sentiva sempre più oppressa e schiacciata, e non era nemmeno più in grado di capire cosa l’Oracolo stesse dicendo. Ma mentre vedeva una figura levarsi nuovamente dalle fiamme, si accorse di una sfera luminosa stretta tra le mani della donna coi capelli rossi. La luce al suo interno pareva pulsare, e pulsava al ritmo del suo stesso cuore…

    – SAREF –
    L’incantesimo di Saref sembrava aver dato un po’ di tregua ai due: i cani continuavano ad avventarsi contro di loro, ma i loro attacchi venivano tenuti a distanza dalla magia dello gnomo.
    Andrej approfittò di quell’attimo per indietreggiare un poco, e frugare nelle sue innumerevoli tasche.

    “Non c’è tempo per fermarsi a riposare!” esclamò, sconcenrtato alla sola idea. Quelli sono dappertutto! Ormai saranno già entrati nel campo!!”
    Era affannato e stanco, ma le sue ferite sembravano solo superficiali.
    Tirò fuori una palla metallica dalla sua borsa, quindi guardò il compagno e corrugò la fronte.
    “Tu vai! Hai bisogno di cure. Io cerco di raggiungere Usharad. Siamo nella mer** fino al collo amico!”

    Non aspettò una risposta.
    Mentre Saref lanciava i suoi incantesimi e la pozza acida si allargava sotto ai piedi dei Segugi, strappando loro lamenti di dolore, lanciò quella sfera dritta contro il drow.
    Un rumore assordante si diffuse nell’aria, stordendo i nemici, e insieme ad esso dalla palla di metallo scaturì un pesantissimo fumo nero, che si spanse nell’aria limitando la vista.
    Dopodiché, Saref non vide più nulla: il teletrasporto aveva funzionato, ma era da solo… completamente solo. Andrej era rimasto indietro, ma non era solo quello: la tenda dei guaritori era totalmente deserta e silente. Gli unici suoni provenivano dall’esterno, ed erano grida di dolore e morte.
    i drow erano penetrati all’interno dell’accampamento…

    #1704
     Meeme 
    Partecipante

    Il tempo era contro di loro, la paladina aveva dato ordine di invertire la marcia ed incamminarsi verso Ashford in assetto da battaglia. Tutti i reparti erano stati allertati del pericolo, le macchine da guerra caricate e gli arcieri e la fanteria pronti ad impegnare il nemico. “Il Capoguerra ci ha condotti qui con l’inganno! Desiderava che la Decima Legione uccidesse suo fratello!” Spiegò la paladina ai soldati. “Non ci sono demoni solo menzogne! Zair Zelar non è più un nostro alleato e ci difenderemo in caso di attacco! Noi siamo la Legione!” Incitò l’elfa con determinazione. “Esploratore Xeros, vi accorderò una tregua in caso vogliate tornare dal Capoguerra, ma se deciderete di restare vi accoglieremo come uno di noi.” Si rivolse diretta al giovane orco perché doveva decidere ora il suo destino.

    Aveva poi ordinato ai Corvi Rossi di muoversi oltre le linee nemiche, raggiungere Ashford e tagliare i rifornimenti all’esercito orchesco; agli Optimi di proteggere le retrovie per evitare di essere circondati ed alla sergente Bree di marciare al suo fianco alla testa dell’esercito. “Il diversivo non ha funzionato ed il sergente Shadowblade è nuovamente in ritardo. Dovrò spiegargli quanto non apprezzi le entrate a sorpresa.” sussurrò alla mezz’orca ripensando al processo.

    La Decima Legione si aspettava un attacco, ma questo era giunto troppo presto colpendo i lati e causando le prime vittime di quel conflitto. “Scorpioni pronti a difendere i fianchi!” Urlò la paladina dando ordine di far partire la prima salva per allontanare gli attaccanti. “La Legione non vi ha rubato nulla, Capoguerra! La vostra concubina è fuggita per scatenare questo conflitto, ho dato ordine al mio sergente di ricondurla da voi, non vi ha forse raggiunti per consegnarvela?” domandò individuando la provenienza della voce del leader orchesco. “Siete voi ad aver tradito la fiducia del Lord Comandante pensando di poter usare la Legione in questa guerra civile contro vostro fratello!” rivelò la paladina. “Mostratevi e risolveremo questo conflitto con un duello tra campioni, siate saggio e risparmieremo molte vite oggi! Rifiutate e verrò a cercarvi nel campo di battaglia!” Tuonò severa.

    #1713
     Elan 
    Partecipante

    – ARAN GOODMAN –
    La voce del capoguerra era risuonata nuovamente nell’aria, non solo crudele, ma anche sprezzante. Era evidente che non reputasse nessuno di loro, tantomeno la Vicecomandante, degno di rispetto.
    “Il vostro sergente? Parlate di quello stupido nano che ha cercato di assassinarmi?”
    La risata del capoguerra fu ancora più spietata, e dalla neve all’improvviso l’esercito vide avanzare alcune figure. Gli arcieri erano già pronte ad abbatterle, quando riconobbero tra essere il sergente Shadowblade: era davvero malconcio per le innumerevoli ferite, ma vivo.
    “Questo è il vostro sergente, Vicecomandante! Solo, così come solo è giunto da me. E questa è la mia risposta al vostro duello! Massacrerò personalmente ognuno dei vostri uomini!”

    Aran e i Corvi rossi non sentirono altro.
    Seguendo gli ordini di Narwain, avevano superato l’esercito per andarsi ad infiltrare nelle linee nemiche: il difficile iniziava adesso.
    Fu difficile individuare l’esercito Orchesco.
    Per quanto fosse grande – immenso, a dire la verità – per quanto sembrassero disorganizzati e rozzi, avevano imparato abilmente a nascondere le loro tracce e mimetizzarsi nella neve. Fu necessario lo sforzo combinato di tutti loro per tracciare una via sicura per muoversi alle loro spalle.

    Si muovevano stringendo i denti, trattenendo il respiro, temendo ogni più piccolo rumore prodotto dai loro passi… Gli incantesimi di Vuran avevano fatto moltissimo, ma il terrore di essere scoperti era sempre costante…
    E, infine, si trovarono a metà strada tra il villaggio orchesco e il campo di battaglia. In lontananza, attutiti dalla neve, sentivano già i primi suoni della schermaglia. Dovevano solo decidere come muoversi per tagliare i rifornimenti al nemico.

    – NARWAIN GALATHIL –
    Xeros sembrava terrorizzato e confuso da quella situazione.
    Era evidente che si aspettava un reale demone da affrontare, ed aver scoperto che il suo capoguerra aveva mentito a tutti loro era stato un duro colpo, difficile da digerire.
    Tuttavia, combattere contro la sua gente doveva essere una scelta davvero difficile per lui.
    “Preferirei…” iniziò, tremando. “Preferirei restare con voi, Lady Galathil.” decise infine. “Ma non fatemi combattere contro i miei fratelli, vi prego…”

    La voce del capoguerra era risuonata nuovamente nell’aria, non solo crudele, ma anche sprezzante. Era evidente che non reputasse nessuno di loro, tantomeno la Vicecomandante, degno di rispetto.
    “Il vostro sergente? Parlate di quello stupido nano che ha cercato di assassinarmi?”
    La risata del capoguerra fu ancora più spietata, e dalla neve all’improvviso l’esercito vide avanzare alcune figure. Gli arcieri erano già pronte ad abbatterle, quando riconobbero tra essere il sergente Shadowblade: era davvero malconcio per le innumerevoli ferite, ma vivo.
    “Questo è il vostro sergente, Vicecomandante! Solo, così come solo è giunto da me. E questa è la mia risposta al vostro duello! Massacrerò personalmente ognuno dei vostri uomini!”

    Gli orchi lasciarono il Sergente poco distante dalle linee della Legione, e alcuni uomini andarono a recuperarlo per condurlo da Narwain.
    Skoll era in condizioni veramente gravi, ma fortunatamente non sembrava in pericolo di vita. Era vigile, e appena venne condotto dalla paladina alzò gli occhi su di lei.
    “Perdonatemi Lady Galathil…” furono le uniche parole che riuscì a dire.

    – TORGAN –
    La voce del capoguerra era risuonata nuovamente nell’aria, non solo crudele, ma anche sprezzante. Era evidente che non reputasse nessuno di loro, tantomeno la Vicecomandante, degno di rispetto.
    “Il vostro sergente? Parlate di quello stupido nano che ha cercato di assassinarmi?”
    La risata del capoguerra fu ancora più spietata, e dalla neve all’improvviso l’esercito vide avanzare alcune figure. Gli arcieri erano già pronte ad abbatterle, quando riconobbero tra essere il sergente Shadowblade: era davvero malconcio per le innumerevoli ferite, ma vivo.
    “Questo è il vostro sergente, Vicecomandante! Solo, così come solo è giunto da me. E questa è la mia risposta al vostro duello! Massacrerò personalmente ognuno dei vostri uomini!”

    Gli Optimi presero posto nelle retrovie com’era stato loro ordinato, ma la situazione era già disperata.
    L’esercito nemico li aveva circondati, e persino alle loro spalle la situazione era grave.
    Quando gli Optimi raggiunsero la postazione a loro assegnata, alcuni piccoli scontri erano già in corso. Gli orchi sembravano imponenti con la loro forza schiacciante, e Somfur per un attimo ebbe un’esitazione sugli ordini da impartire.
    Fu Astrid stessa a rompere l’esitazione.
    Con un urlo di incoraggiamento si gettò in mezzo agli scontro, affrontando da sola con coraggio una decina di orchi.
    Torgan non ci mise molto a capire cosa l’avesse spinta con tanto impeto.
    Tra quegli orchi aveva riconosciuto coloro che l’avevano importunata all’accampamento…

    #1714
     Meeme 
    Partecipante

    La paladina addolcì un sorriso alle parole dell’orco. “Aiuterete i guaritori a portare al sicuro i feriti, esploratore Xeros.” Si sarebbe sentito utile, ma non avrebbe combattuto contro i suoi fratelli. Dovevano vincere quella battaglia, prima di pensare a come collocarlo nella Legione, e le forze degli orchi non andavano sottovalutate.
    Narwain sperava di evitare un inutile bagno di sangue, ma Zair Zelar era crudele e vigliacco. Restò spiazzata dalla risposta del Capoguerra riguardo il sergente, ma quando lo vide ferito, tutta la situazione divenne chiara. Quel pazzo aveva ignorato gli ordini, protetto la concubina dell’orco e tentato di assassinare lo stesso Zair Zelar.

    Lo condussero al suo cospetto e l’elfa lo guardò negli occhi mentre chiedeva perdono. “Non c’è perdono per voi, sergente Shadowblade. Avete disobbedito ai miei ordini e molti bravi soldati sono morti anche a causa della vostra stoltezza.” esordì severa non mostrando alcuna pietà. “Soldato Shadowblade, questa battaglia vi è proibita. I guaritori si occuperanno delle vostre ferite. Siete agli arresti fino a mio nuovo ordine.” Era stata dura e spietata, ma non poteva fare altrimenti o non avrebbe mai imparato la lezione. Provava delusione per il comportamento di lui, rabbia per l’insubordinazione e dispiacere per le sue condizioni, ma ogni sentimento era nascosto da un muro di ghiaccio. “Conclusa questa battaglia deciderò della vostra sorte tenendo presente i servizi resi per la cattura della traditrice Morouse.” Voleva dargli una speranza e prendere tempo prima di punirlo con l’esilio dalla Legione.

    Sospirò, non credeva di poter avvertire del dolore per qualcosa che riteneva giusto e si sorprese di questo. Il nano voleva salvare l’orchessa con un gesto folle e passionale; lo ammirava per quel coraggio, ma non poteva giustificarlo. “Mi fidavo di voi, avreste dovuto fare altrettanto…” mormorò non riuscendo a staccare gli occhi grigi da lui ed il tono parve meno freddo, ma solo per un istante. “Portatelo via…” Annunciò spezzando il contatto per rivolgersi ad uno dei guaritori. “Sergente. Bree, con me!” Tuonò sfoderando la spada ed incendiandola. *Findeladlara, donami la morte o la vittoria!* Pregò devota rendendosi luce. “Capoguerra Zair Zelar! Consegnerò la vostra testa al Lord Comandante!” Gridò trasformandosi nella santa vivente, manifestazione della Dea, perché lei era Herisilma, la Dama Splendente…
    “Nessuna compassione! Nessun rimorso! Nessuna paura! SIGNA INFERRE!!” Incitò lei marciando alla testa dei suoi uomini per abbattere ogni nemico.

    #1716
     Andrew_The_Wolf 
    Partecipante

    Lo gnomo rimase basito dalla scelta del tiefling Follia…. follia pura e guardandosi in giro notò che non c’era nessuno nello stesso momento in cui stava per urlare Medico!….

    Tutti indaffarati a fare altro… magari alla taverna… ahia! disse cercando di autoconvincersi che andava bene e stava bene, cercando anche di alzarsi in piedi. Dal dolore doveva avere un paio di costole incrinate. Cercò di vedere se trovava qualche pozione o pergamena per alleviare il dolore e proseguire ad aiutare i suoi amici là fuori e se non lo avesse trovato avrebbe cercato fuori un chierico.

    Comincio ad essere troppo pigro per la guerra… disse con fare da veterano uscito da migliaia di battaglie, con decine di onorificenze per essere sopravvissuto in chissà quale guerra ai confini del mondo o piano di esistenza. Ma era solo un modo di fare per darsi un segnale positivo in una situazione che di positivo aveva solo il perchè erano lì in quel momento storico difficile.

    Su forza, pigro di uno gnomo… è ora di tornare a fare lo sbruffone lì fuori

    #1725
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    Ora erano finalmente chiare a tutti le intenzioni di Zair Zelar: la Decima Legione gli serviva solo per le sue ambizioni di potere e non era da escludere che una volta ottenuto ciò che voleva non avrebbe esitato ad uccidere pure loro e questo confermava tutti i suoi pensieri su Lady Maransil.

    Non aveva però avuto modo di pensare ulteriormente alla situazione perchè ora stava avvenendo quello che tutti temevano anche se ormai la causa di tutto era chiaramente un pretesto, almeno per lui, ed era rimasto decisamente di sasso quando scoprì il grande “diversivo” di Skoll “Assassinare il Capoclan…razza di idiota, e idiota io a lasciarti andare, non credevo che un Sergente potesse combinare un tale follia, avrei dovuto farti inseguire da Astrid e…”

    E fu in quel momento, mentre tutti si preparavano con una certa tensione allo scontro, che la barbara partì all’attacco “Con questa sua impulsività…mi farà impazzire” e anche lui aveva notato gli orchi con cui avevano imbastito quel pacifico colloquio al campo base.
    “Coprite Astrid e tutti quelli coinvolti nelle mischie, mirate ai loro punti scoperti, non possiamo permetterci di perdere troppi uomini e munizioni!”
    Gli venne istintivo dare quei comandi alle persone che stavano intorno a lui…non si era nemmeno accorto se Somfur avesse pronunciato qualche comando, ma lui si era focalizzato sui suoi obiettivi e sui punti vitali che doveva colpire con le sue frecce: occhi e collo erano quelli più sensibili e mortali anche se molto difficili da inquadrare, tutto il resto era facilmente raggiungibile ma, per la situazione, poco efficace dal punto di vista della battaglia.

    #1726
     Ilmarien 
    Partecipante

    Aran fu visibilmente sollevato quando quel coso di ghiaccio lo mise a terra e fu nuovamente in grado di muoversi, e non poté fare a meno di tirare un sospiro ed esibire un largo sorriso. Abbracciò Lethyr al ritorno e rapidamente condusse indietro i suoi uomini. La marcia affrettata non fu un problema per i Corvi Rossi, che con il loro equipaggiamento comodo e leggero non avevano problemi ad accelerare il passo.

    Ma purtroppo non conoscevano il terreno così bene, e la squadra non avvistò l’imboscata, e quando sentirono il rumore di armi capirono che era troppo tardi. Unica nota positiva, erano finalmente, dopo tanto penare e tanti incantesimi di Vuran, riusciti a girare intorno all’esercito orchesco. Aran ricondusse rapidamente la squadra sul sentiero principale, a metà strada tra Ashford e il luogo dello scontro. Un po’ lontano dall’esercito principale per attaccare battaglia, almeno per i gusti di Aran, ma d’altra parte quando si è in ballo…

    “Lethyr, trovati un punto di osservazione e comunica ogni movimento nemico. L’esercito si è nascosto per tendere un’imboscata, dubito che i rifornimenti faranno altrettanto. Koras, Sakir, voglio due mine, con alcune granate delle tue in mezzo, una poco più in là, per fermare i rifornimenti, e una più in basso, per tagliare loro la via di fuga, così si sentiranno in trappola. Se abbiamo tempo, anche una nel mezzo, dove si raduneranno. Ricordatevi che dobbiamo far prendere tempo ai nostri, cerchiamo di spaventare i nemici, e cerchiamo soprattutto di disperderli” e qui si fermò per assicurarsi che tutti avessero capito che non si doveva restare in mischia a lungo.
    “Vuran” proseguì “segui Lethyr al punto di osservazione, usa le tue illusioni e facci sembrare molti di più. Lascia però alcune vie di fuga verso il bosco, dove i soldati siano invogliati a scappare. Durante lo scontro dovremo muoverci molto, Lethyr, tu avrai una visione dall’alto, quindi guidaci se vedi delle aperture, o un capo che cerca di radunare i soldati, che ce ne possiamo occupare se le frecce non bastano. Forza, al lavoro e per la Decima Legione!” concluse incitando tutti, mentre si preparava ad aiutare Sakir e Koras nel piazzare le mine.

    #1727
     Mordoth 
    Partecipante

    “Bene…” rispose ad Elvar, pensando tra sè e sè *almeno lì*.
    Li stavano schiacciando, che sapessero della mancanza del contingente partito in missione? Ah! Era inutile pensare a complotti in quel momento, anche solo uno di loro che teneva d’occhio il campo avrebbe visto il contingente partire e avvertire le forze nemiche del momento propizio.

    Non capiva perchè all’interno della tenda fosse così buio, ma i soldati sembravano tranquilli nonostante tutto e quindi non ci badò.
    Gruben ascoltò con disgusto l’impertinenza del drow e quando ebbe finito estrasse la sua arma e lo colpì pesantemente col piatto della lama buttandolo a terra col suo bel sorrisino stampato in faccia. Si chinò quindi su di lui per accertarsi che fosse svenuto e che non stesse fingendo.
    “Lurido figlio di una scrofa…” sibilò.
    “Ehi voi,” apostrofò le guardie probabilmente attonite, “l’aria si fa calda lì fuori, quali ordini avete? Verranno a cercarlo e non vedo molte speranze qui dentro…”

    #1752
     Deoris 
    Partecipante

    Kirara si sentiva debole, impotente…come aveva potuto credere di poter controllare la situazione? Era andata così bene la prima volta da farle pensare di potersela cavare anche una seconda. Che sciocca…aveva frainteso il carattere odioso e la scarsa condivisione di informazioni di Zaymar come una possibilità di doppio gioco, quando sapeva benissimo che la persona che più sa fingere al mondo è proprio la prostituta. Non che si fosse fidata…però voleva vederci chiaro, e per fare questo aveva abbassato le sue difese, cosa che ora stava pagando a caro prezzo.

    Tuttavia qualcosa stava sormontando dentro di sè, delusione, amarezza, impotenza…ma qualcosa che bruciava, nel profondo, qualcosa di simile ad un fuoco che stava prendendo forza, alimentato da una rabbia crescente. Lei era una mezzo demone, non si sarebbe fatta sopraffare facilmente.

    Si concentrò su quello che voleva fare, sapeva bene di avere un’unica possibilità e che il tempo degli incantesimi e dei giochetti di magia era finito. Raccolse tutte le forze che le erano rimaste, senza proferire una sola parola, tendendo i muscoli fino a sentirli dolere…per poi scattare in avanti con un balzo degno della volpe che era, verso la sfera bianca che era sicura essere la fonte del potere che le stava risucchiando ogni residuo di forza vitale.
    Non aveva grossi piani o strategie…voleva solo coglierla di sorpresa e sottrargliela per poi mandarla a infrangere nelle fiamme ardenti a pochi passi da lei.

    #1753
     Elan 
    Partecipante

    – ARAN GOODMAN –
    La tensione era alle stelle, e quando Aran ebbe terminato di assegnare i rispettivi compiti, tutto ciò che riuscirono a fare fu annuire.
    Sakir e Koras partirono istantaneamente, Vuran si avvolse da un’incantesimo di invisibilità per non essere individuato in mezzo alle sue illusioni e, pochi istanti dopo, Lethyr ed Aran rimasero da soli, in mezzo ad una ventina di figure illusorie.
    L’elfa lo guardò a lungo in silenzio, poi gli regalò un tenero bacio silenzioso.
    “Fai attenzione…” disse muovendo unicamente le labbra. “E torna da me…”
    Detto questo, senza lasciargli tempo di rispondere, sparì arrampicandosi agilmente su alcuni rami di un albero, fino a scomparire tra le sue fronde innevate.

    Aran era circondato dal silenzio, un silenzio che mai come in quel momento era stato minaccioso ed inquietante, ma quando avvertì la prima esplosione le urla che la seguirono non lo fecero esultare come aveva sperato.
    Era la voce di Koras…

    Il Capo Ricognitore si alzò in volo come un corvo, e col cuore che batteva a mille raggiunse il luogo da cui aveva sentito provenire le urla.
    *Sono decine!* arrivò all’improvviso la voce di Lethyr nella sua mente.
    *Sembrava che ci stessero aspettando! Attento, alla tua destra!*
    Aran cambiò direzione di volo appena in tempo per evitare una salva di frecce dirette contro di lui.
    *Sakir, vattene da lì! Ne stanno arrivando altri! – Dannazione Lethyr, qualcosa di un po’ più specifico? – Torna verso il campo! Sembra la via più sicura!!*
    Ci furono altre esplosioni ed urla, questa volta degli orchi, che venivano abilmente convogliati sopra le trappole dalle immagini illusorie di Vuran.
    Aran, intanto, aveva raggiunto il luogo da cui aveva sentito provenire la voce di Koras, e il fiato gli si spezzò in gola.

    Il nano era riverso a terra, il volto stretto nella morsa mortale di una delle sue stesse trappole, immobile e senza vita.
    Koras non sbagliava mai… era stato spinto in quella trappola di proposito.

    – NARWAIN GALATHIL –
    Narwain vide il dolore negli occhi di Skoll, un dolore che andava ben oltre le ferite fisiche. Venne condotto distante da lei in silenzio, con una remissività che mal si adattava alla sua figura spavalda.
    Ma la paladina non aveva tempo per curarsi del Sergente, perché quello era il momento per cui era nata, l’istante per cui aveva sudato e sanguinato una vita intera.

    I Soldati della Decima Legione caricarono con foga ed entusiasmo, seguendo la loro leader con fiducia ed orgoglio, e presto tutto attorno a loro fu morte, sangue e sofferenza.
    Gli orchi li accerchiarono da ogni lato.
    Combattevano una ferocia mai vista, senza fermarsi di fronte a nulla, e le loro armi non erano solo asce o spade. Se disarmati, aggredivano coi denti e con le unghie, smembravano, squarciavano…
    Era una carneficina, i soldati della Legione stavano venendo letteralmente schiacciati…
    Erano quegli orchi i veri demoni…

    Narwain era circondata da una ventina di orchi, grondanti di sangue, quando avvertì alle sue spalle una presenza malefica. Non dovette nemmeno voltarsi per identificarla come quella del capoguerra.
    I suoi sensi acuti le permettevano quasi di vedere la sua figura: era dietro di lei e, approfittando della sua distrazione, stava cercando di porre fine a quello scontro nel più infido dei modi: assassinandola vigliaccamente.

    – TORGAN –
    I soldati attorno a Torgan parvero stupiti alle parole del mezz’orco, come se non si aspettassero quei comandi gridati da lui, ma non esitarono a muoversi con precisione, come se fosse stato lo stesso Somfur a gridarli.
    Il nano era circondato da dozzine di orchi, come tutti loro: l’inferiorità numerica era schiacciante, soffocante e terribilmente preoccupante. Non avrebbero retto a lungo uno scontro, questa era una realtà da cui non sarebbero potuti fuggire.

    Astrid combatteva come una furia.
    Torgan non si era mai trovato tanto vicino a lei da poterla osservare direttamente, ma ora che la guardava sembrava realmente una dea della guerra.
    Sembrava che la battaglia l’avesse trasfigurata, come se non esistesse nient’altro al mondo che lei e il suo avversario.
    Gli orchi che la affrontavano sembravano spiazzati da quella furia barbarica, ma forti della loro superiorità numerica contiuavano ad incalzarla, sempre più violentemente.
    Alla fine, nonostante la sua tenacia, Astrid commise un passo falso, e fu in quello che gli orchi ne approfittarono.

    Torgan però era pronto a colpire proprio per un evenienza del genere.
    Le sue frecce furono precise e letali. Mentre due orchi si gettavano su Astrid per infierire su di lei mentre era a terra, altri tre cadevano a terra , trafitti con precisione al cranio da tre diverse frette, lanciate talmente rapidamente da non riuscire nemmeno a distinguere il momento esatto dello scatto.
    Ma uno era ancora in piedi, e quando vide Torgan e capì ciò che aveva fatto non esitò a scagliarsi contro di lui, per ingaggiarlo in uno scontro a corpo a corpo, un ghigno di folle soddisfazione sul volto.
    Il mezz’orco ci mise un po’ a focalizzare la sua figura, ma alla fine lo riconobbe senza ombra di dubbio: era il capo della banda degli orchi.

    – GRUBEN –
    Il drow era realmente svenuto e le guardie erano rimaste a dir poco perplesse dalle azioni di Gruben. Stavano quasi per intervenire e fermarlo quando lui parlò, cogliendole impreparate.
    “Noi…” si guardarono a vicenda, facendo spallucce.
    “I nostri ordini sono quelli di sorvegliare il prigioniero, Cerusico Gruben, anche a costo della vita!” dichiarò infine uno dei due, dimostrando insindacabilmente di averlo riconosciuto.

    “Abbiamo creato un’oscurità magica per cercare di mascherare la nostra presenza, di sicuro una luce in una tenda avrebbe attirato l’attenzione dei nemici.” aggiunse l’altro, come se fosse orgoglioso di un’idea che evidentemente doveva essere stata sua.
    “Fin’ora nessuno pare essersi accorto di noi, ma lì fuori…”
    Chissà quanto doveva essere penoso per loro, costretti a rimanere in quella tenda, mentre fuori da essa amici e affetti combattevano fino alla morte per difendere la Legione…

    “Possiamo sapere perché avete agito in questo modo, Cerusico?” domandò il primo dei due soldati che aveva parlato.

    – KIRARA –
    Le due donne parevano troppo concentrate per accorgersi delle azioni di Kirara, probabilmente sicure che fosse ormai inoffensiva.
    Per questo la demone-volpe non incontrò alcuna resistenza, e il suo ultimo balzo fu preciso, elegante, talmente delicato da sembrare essere mosso dal vento stesso.

    Rhiannon si accorse all’ultimo momento delle sue azioni, e tirò un urlo che mise in allerta anche la sua compagna.
    Ma ormai era troppo tardi.
    La sfera finì tra le fiamme, che iniziarono a sfrigolare più intensamente, come se al loro interno fosse stato gettato un combustibile di potenza inaudita.
    Tuttavia, Kirara non sentiva tornare le sue forze…
    “Piccola insolente!” urlò Rhiannon, tirandole un ceffone.
    Kirara, ormai del tutto stremata, cadde a terra senza forze, appena cosciente di ciò che accadeva.

    Fu in quel momento che vide un ombra calare sopra di lei.
    Era veloce e precisa come un fulmine, o almeno questo era ciò che le sembrava, e calò sopra di lei, Rhiannon e l’altra donna come un angelo vendicatore.
    Kirara sentì delle urla confuse, poi vide una luce oscura calare sopra le fiamme come il martello della giustizia.
    E, istantaneamente, le forze le tornarono.
    Fu come se l’aria le riempisse i polmoni tutta in una volta, e fu doloroso e meraviglioso al tempo stesso. Gli occhi le si riempirono di lacrime per il dolore, ma era un dolore che portava in sé la vita, e lo accolse come se fosse la cosa più bella dell’universo.

    Solo allora riuscì a capire cosa stava accadendo.
    Accanto a lei c’era Zaymar, circondato da un’aura terribile, che aveva eretto attorno alla demone volpe una barriera di energia oscura in grado di respingere qualsiasi attacco.
    Poco distante, il fuoco era ormai del tutto estinto, e tra le sue ceneri si stagliavano i frammenti di quella che era stata la sfera, completamente distrutta.
    Ma la cosa più importante erano le condizioni delle due donne: la rossa, compagna di Rhiannon, giaceva a terra prima di conoscenza.
    Mentre la stessa Rhiannon, presa evidentemente alla sprovvista, era a terra a indietreggiava spaventata, mormorando parole che sembravano quelle di incantesimi.
    Zaymar però era impassibile.
    Kirara non l’avevam ia visto nel mezzo di uno scontro, ed era… bello…

    I suoi occhi parevano vuoti, ma non come quelli di un cieco: c’era la vera Oscurità all’interno di essi, come se i suoi poteri si nutrissero dei meandri più nascosti della sua stessa anima. E mentre fronteggiava Rhiannon, distruggendo i suoi incantesimi ancora prima che potessero essere lanciati, era fermo ed impassibile.
    Era una bellezza teerribile la sua, ma non per questo meno affascinante.

    – SAREF –
    Saref non dovette cercare a lungo: l’interno della tenda era pieno di pozioni curative, pergamene, e altri piccoli ammenicoli che – all’occorrenza – avrebbero potuto sicuramente curare le più gravi delle ferite.
    Lo gnomo prese una boccetta senza tanto starci a pensare, trangugiandola in tutta fretta.

    La pozione curativa fece istantaneamente effetto, e lo gnomo si sentì rinvigorito. Le sue ferite si stavano lentamente rimarginando ed il dolore spariva sempre di più, fino quasi a sparire del tutto.
    Fu solo in quel momento che, rinfrancato dalla cura, ebbe modo di fermarsi a prendere fiato, e allora realizzò. Era stato ferito da armi drow, sicuramente avvelenate, ma non ne aveva subito l’effetto.
    Questo poteva voler dire solo una cosa: l’antidoto di sua sorella stava iniziando a fare effetto!!

    Non ebbe però tempo per festeggiare.
    Fuori dalla tenda, in un crescendo costante, le urla si facevano sempre più intense. I drow erano indubbiamente penetrati nell’accampamento, e stavano sterminando ogni soldato della Legione che si parasse di fronte a loro.

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