I Guardiani delle Libere Nazioni

Questo argomento contiene 290 risposte, ha 6 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Ilmarien 6 anni, 6 mesi fa.

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  • #2941
     Ilmarien 
    Partecipante

    Comunicato ufficiale del Cartello, 11 marzo 762 AC:

    Si comunica ai cittadini di Luna City, corporativi e indipendenti, che il Consiglio di Sicurezza del Cartello, riunitosi oggi 11 marzo nell’anno del Cardinale 762, dichiara che il Distretto 43 è da considerarsi zona pericolosa. Il Cartello intraprenderà tutte le azioni necessarie per il mantenimento dell’ospedale noto come Old Luna Memorial situato in Piazza delle Nazioni, e proteggerà la fermata della metropolitana e le attività in un raggio di centocinquanta metri dalla suddetta stazione. Per il volere delle corporazioni e per il bene dell’Umanità,
    Il Segretario Generale Teresa Wilcox

    Dal Capitol Daily News, edizione di Luna City, 12 marzo 762 Anno Cardinalis (AC), p.7. Articolo sponsorizzato da Star Soap, l’unica marca di sapone approvata dal Cardinale, per una purezza superiore.

    Con l’ordinanza odierna del Cartello, si sconsiglia a tutti i cittadini di Luna l’accesso al Distretto 43 fino a che l’ordine non sarà ripristinato. Tutto il distretto al di fuori di un raggio di 150 metri dall’ospedale locale (che include la fermata di Piazza delle Nazioni) è da considerarsi pericoloso. Se doveste aver bisogno di ulteriore equipaggiamento, la Capitol Eagle Arms possiede ogni articolo portato dai gloriosi soldati Capitol, per un armamento che fa una vera differenza. Il Cartello non ha fornito motivazioni per questa ordinanza e il Segretario Generale Teresa Wilcox non ha rilasciato commenti al riguardo, ma è chiaro che ormai da anni il distretto è in preda di terroristi che fanno di tutto per seminare il disordine. Il nostro corrispondente della Fratellanza ha riferito che l’Ordine della Fiamma Purificatrice è pronto a ripulire il distretto ma il Cardinale di Luna Dominic non ha confermato questa voce. L’Inquisizione ha precisato che è pronta all’azione ma per il momento non sono state trovate tracce dell’Oscura Simmetria, quasi smentendo le parole dell’Ordine.
    Alcuni rappresentanti della Mishima hanno lamentato la decisione, definendola “estrema e irresponsabile”, nonché “un affronto alla dignità del Signore Supremo”, ma non ci sono notizie di ulteriori pressioni nel Consiglio di Sicurezza. Secondo voci interne al Cartello, la Mishima intende proteggere i propri interessi all’interno del distretto, ma non intende contrastare apertamente la Fratellanza. Nessuna delle altre corporazioni ha commentato l’accaduto, e rimangono probabilmente in attesa di una dichiarazione ufficiale della Fratellanza. Luna Capitol Radio avrà aggiornamenti regolari sulla situazione durante il notiziario, disponibile 24 ore al giorno alla frequenza 525.4. Luna Capitol Radio, per essere sempre aggiornati.


    Megan Reed

    Megan entrò nell’Old Memorial Hospital che era ormai primo pomeriggio, anche se dalla poca luce pareva sera, dato che il distretto era perennemente all’ombra dei grandi edifici corporativi del centro città. Era una bella giornata, ma tirava un freddo vento che entrava nelle ossa. Il giornale l’aveva mandata a indagare sulla situazione nel distretto 43. Con tutti gli incarichi importanti che aveva avuto di recente, si era un po’ stupita di essere mandata così in prima linea di punto in bianco, ma dall’Inquisizione Richard le aveva detto di accettare senza far storie perché probabilmente c’era qualcosa dietro, e come al solito era stato parco di dettagli.

    Megan aveva appurato che il responsabile dell’ospedale , un certo Felipe Yulenkov, era ancora nel distretto, e probabilmente avrebbe saputo darle perlomeno qualche indicazione generica su quanto stava succedendo. L’ospedale, almeno all’ingresso, sembrava in stato d’assedio. Soldati del Cartello e quelli che probabilmente erano una compagnia mercenaria indipendente al soldo del Cartello erano schierati all’ingresso dietro diverse barriere metalliche. L’ospedale non era chiuso ma vagliavano attentamente i visitatori. Tuttavia, Megan non ebbe alcun problema ad oltrepassare le barriere e raggiungere l’edificio.

    Sulla porta si trovava un graduato, un sergente a giudicare dai gradi, e uno dei pochi in tenuta da battaglia. Non era un Doomtrooper, ma era parte della cosiddetta Luna Cartel Police, o LCP, una compagnia di sicurezza che si occupava dei Memorial Hospital di Luna. Comunque, rimaneva un soldato del Cartello, quindi in genere un veterano di una qualche corporazione, come si notava dai suoi capelli ormai bianchi e dal suo volto stanco e rugoso. “Buongiorno signorina, dalla barricata mi hanno detto che lei è una giornalista del Capitol Daily News. Cerca qualcuno in particolare?” aveva un tono formale e deferente, ma con il suo occhio attento Megan scorse un tatuaggio alla base del collo. Per quanto si vedesse poco, Megan riconobbe il simbolo dei Martian Banshee, una compagnia d’élite della Capitol, nota per le sue operazioni di guerriglia contro l’Oscura Legione, effettuate a bordo di veicoli a repulsione simili a motociclette adatti all’atmosfera e alla gravità marziana. Megan li aveva anche visti nella sua infanzia durante una parata militare a San Dorado.


    Seishin

    L’hovercraft si muoveva lentamente nei cieli di Luna City, mentre Seishin faceva il punto sulla missione. Da quanto aveva capito, le Hanshu Motors avevano bisogno di assistenza, e il Signore Supremo non aveva intenzione di occuparsene per timore di trovarsi contro la Fratellanza. E data la mancanza di dichiarazioni ufficiali, l’unico modo per scoprirne di più era mandare qualcuno, qualcuno come Seishin, ad indagare nel distretto 43 per capire esattamente cosa stava succedendo. Nota positiva, gli avevano dato una scorta di una decina di soldati, il cui scopo era rafforzare la guarnigione dell’Hanshu Motors senza destare le ire della Fratellanza. Sorvolando il distretto, Seishin vide soprattutto vecchi complessi industriali e le rovine dell’Empire Boulevard che sovrastavano i vecchi capannoni. Vide anche che all’interno del distretto c’era del movimento, notò diversi piccoli gruppi di persone, ma non riuscì a capire nulla di più preciso.

    “C’è del movimento sul tetto” disse il pilota indicando il grande complesso della Hanshu Motors. Erano quattro grandi capannoni collegati tra loro, e contrariamente al resto del distretto, sembravano immuni alla decadenza che impregnava gli altri edifici. Una piattaforma rialzata indicava l’area di atterraggio dell’hovercraft, e da lì una scala scendeva sul tetto vero e proprio dell’edificio, dal quale si alzavano diverse tubazioni e ventilatori. Anche da quella distanza, Seishin vide chiaramente che c’era un combattimento sul tetto. Distinse alcune uniformi Mishima, e per un istante vide lo scintillio di una katana, ma sembravano in inferiorità numerica. “Che faccio? Se sparo rischio di danneggiare la fabbrica, provo ad atterrare lo stesso?” chiese il pilota incerto sul da farsi. Seishin fece rapidamente i conti: far atterrare l’hovercraft era un rischio, se gli attaccanti avevano dell’equipaggiamento pesante rischiavano di distruggere l’hovercraft con tutti dentro, ma d’altra parte era rischioso anche restare a guardare. Forse, se l’hovercraft volava sufficientemente basso, poteva riuscire a teletrasportarsi a terra e aiutare a liberare la zona di atterraggio.

    Kasey Bates
    Kasey uscì dalla metropolitana che era primo pomeriggio, e rimase colpita da quanta poca luce naturale ci fosse nel distretto, oscurato com’era dai grandi palazzi del centro città. Piazza delle Nazioni era in buona parte deserta, tranne in direzione dell’ospedale, dove vide alcuni posti di blocco. Notò una bizzarra costruzione d’acciaio e metalli vari nel centro della piazza. Avvicinandosi, vide una targa commemorativa:

    Qui le Nazioni atterrarono per la prima volta sulla Luna, in quello che all’epoca era il Mare delle Dune, AC -1031. Questa è una replica in grandezza naturale del modulo di atterraggio denominato ‘Apollo 11’, proprietà della Bauhaus Inc, AC 26, con la benedizione di Nathaniel I, Cardinale della Fratellanza. Sul sito si trovava questa targa, l’originale è custodito al Museo della Terra, sesto piano della Torre Est, ed è anch’esso proprietà della Bauhaus Inc.

    Kasey fece il punto: le era stato ordinato di arrivare alla stazione e da lì decifrare gli ordini che le erano stati inviati tramite il suo link neurale. La prima cosa che vide quando aprì il file fu una mappa del distretto, sicuramente non molto aggiornata ma poteva essere un buon punto di partenza. I nuovi ordini erano di recarsi in quello che sembrava un vecchio capannone industriale Bauhaus, probabilmente abbandonato da tempo, a qualche centinaio di metri dalla stazione, e lì mettersi a disposizione di Michael Stanford, il responsabile di uno dei laboratori segreti della compagnia.

    Si avviò a piedi, guardandosi intorno con attenzione. Man mano che si avvicinava alla destinazione sentiva un mormorio e vedeva piccoli gruppi di persone che si muovevano, apparentemente, verso la sua stessa destinazione. Continuò ad avvicinarsi con cautela, fino a trovarsi a una trentina di metri dalla destinazione, che si trovava in una piazzetta dietro l’angolo, mentre lei era in uno stretto passaggio, chiuso da un lato da un capannone, dall’altro da una vecchia recinzione di filo spinato. Il suo mirino cibernetico individuò una cinquantina di individui che riempivano completamente la piazzetta, e in mezzo a loro, qualcuno parlò: “Fratelli! L’ora è venuta di liberare la città di questi parassiti. Per anni sono vissuti tra di voi, diffondendo l’Oscura Simmetria. Ma ora la Fiamma Purificatrice del Cardinale li colpirà, e sarete finalmente vendicati!!”.

    Kasey si sporse e individuò colui che aveva parlato: nonostante l’inconfondibile tono da Missionario della Fratellanza, non aveva addosso altro che una lunga tunica, forse era un semplice Accolito. Tuttavia aveva parlato in tono decisamente convincente, la folla sembrava starlo a sentire ed erano tutti intenzionati a seguirlo. Il loro bersaglio purtroppo era la sede del laboratorio. Kasey valutò le alternative: poteva affrontare direttamente la folla, aggirarla e cercare di entrare dal retro, oppure contattare Stanford e stare a vedere.

    Abel Brandt
    La macchina si fermò ai piedi della rampa di fronte a una sorta di frettoloso posto di blocco della polizia di Luna City. Abel scese, controllò di non aver lasciato niente, e congedò l’autista con un rapido saluto militare. Gli ordini erano di raggiungere un edificio vicino alla rampa della Cardinal Highway, uno dei pochi accessi al distretto che non era completamente caduto in rovina. Apparentemente si trattava di una postazione segreta dell’Ufficio Informazioni, i cui impiegati erano stati come al solito estremamente parchi di dettagli. In ogni caso l’ordine era arrivato direttamente da Martha Hindenlang, e con la Direttrice Generale dell’Ufficio degli Standard non si discuteva.

    I poliziotti inizialmente si mossero, ma si fecero rapidamente da parte riconoscendo l’uniforme di Abel; per quanto la maggior parte dei poliziotti della LCPD [Luna City Police Department] fosse affiliata alla Capitol, nessuno di loro aveva mai molta voglia di intralciare degli agenti corporativi. Tuttavia Abel notò una straordinaria prontezza da parte loro: forse avevano ricevuto ordini espliciti in proposito, o forse la sua uniforme faceva più impressione di quanta non avesse voluto. Si strinse il cappotto, dato che per quanto la temperatura si fosse alzata, c’era un freddo vento marzolino che entrava nelle ossa. Giunse rapidamente alla propria destinazione, guardandosi nervosamente intorno.

    Il distretto per il momento sembrava tranquillo. Fin troppo tranquillo, dato che era primo pomeriggio e gli unici rumori erano quelli del viadotto sovrastante. Arrivò su una delle strade principali, e voltandosi indietro notò le sagome dei grandi grattacieli corporativi del centro città, sovrastati dall’immenso pinnacolo della Grande Cattedrale della Fratellanza. Oscurando la vista del sole pomeridiano, avevano un aspetto quasi opprimente. Concentrandosi nuovamente sul da farsi, arrivò davanti all’edificio in questione, un vecchio complesso di uffici in rovina. Il tetto aveva ceduto in più punti, e l’edificio sembrava abbandonato da lungo tempo, ma Abel notò che una porta laterale sembrava ancora in buone condizioni. Avvicinandosi, notò che pareva sigillata e non c’erano maniglie o altro modo di apertura. Notò anche che, abilmente mimetizzata da una grondaia, c’era una telecamera nascosta.

    #2952
     Elan 
    Partecipante

    Quella zona della città metteva a Megan una depressione terribile. Sempre così scura, sembrava quasi che venisse ridicolizzata dagli edifici corporativi che gettavano su di lei quell’ombra perenne.
    Ma il lavoro era lavoro, ed era meglio che se la sbrigasse il più in fretta possibile.
    *Prima mi occupo di questa situazione STRANISSIMA e prima me ne tornerò a casetta… come al solito, abbondiamo di informazioni Richard! Così si fa, yeah!* pensò sospirando rassegnata.

    Per lo meno, dopo gli ultimi fatti aveva ottenuto una certa libertà presso il Cartello. Vantaggio non indifferente nel momento in cui le permetteva di saltare una trafila infinita di pratiche, controlli e domande che le avrebbero fatto perdere decisamente troppo tempo.
    Voleva cavarsela il più in fretta possibile in quel posto, quindi quando incrociò il sergente sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi.
    Aveva visto da piccola dei Martian Banshee ma, nonostante tutto, non si era mai trovata così vicina ad uno di loro.

    “Buongiorno Sergente, Megan Reed del Capitol Daily News.” si presentò educatamente, anche se era più che evidente che non ce ne fosse bisogno.
    Scorse rapidamente i suoi appunti per vedere il nome del responsabile con cui voleva parlare.
    “Sì, la ringrazio, cerco Felipe Yulenkov, il responsabile dell’ospedale. Dovrebbe essere ancora nel distretto… o almeno mi auguro!”
    Fece una piccola risata, in cui però si nascondeva una certa tensione all’idea di aver fatto tutta quella strada a vuoto.

    #2955
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    Non era la prima volta che gli capitava tra le mani una situazione del genere: l’ultima volta che, direttamente dai piani alti, gli era stato detto di presentarsi in un determinato luogo senza però avere dettagli in merito a quello che avrebbe dovuto realmente fare l’aveva portato a scoprire qualcosa di molto interessante e a cambiare ufficio anche se la sua vita e il suo modo di gestirla non era poi cambiato molto.

    Come al solito fece le cose con relativa calma, anche se gli ordini arrivavano direttamente dal suo superiore non era strettamente necessario agire frettolosamente…se doveva parlare con qualcuno quel qualcuno lo avrebbe aspettato quindi perchè preoccuparsi?

    Dopo essere sceso dalla macchina Abel si diresse verso il punto prestabilito salutando con un cenno qualche poliziotto della Capitol ” Di solito non sono così veloci a spostarsi per farmi procedere…faccio più paura del solito oggi?” pensava con un po’ di orgoglio personale anche se in effetti lui stava procedendo come se fosse una giornata di normale routine e la divisa che aveva addosso non era di certo quella della grandi occasioni…quindi poteva benissimo essere una sua impressione sbagliata.

    “Il posto perfetto per l’Ufficio Informazioni, praticamente insospettabile direi” e osservò con attenzione la decadenza del posto a cui era stato indirizzato: solo la sua esperienza lo aiutò a notare quella porticina e soprattutto quella telecamera nascosta…ci fosse stata qualsiasi altra persona al posto suo e la missione sarebbe finita ancor prima di cominciare, ma lui era Abel Brandt non una persona qualsiasi.
    La porta non aveva maniglie o meccanismi di apertura e si avvicinò per osservarla con più attenzione ma prima puntò con lo sguardo la telecamera e fece un cenno veloce con la mano…era quasi certo che qualcuno lo stesse osservando attraverso quell’obiettivo e che in qualche modo quella porta si sarebbe aperta: in caso contrario avrebbe trovato un sistema alternativo.

    #2958
     Meeme 
    Partecipante

    I civili erano bravi a riempirsi la bocca di stronzat* sulla libertà ed altre amenità che finivano con “” perché tanto c’erano i soldati a combattere le loro guerre del cazz*. Kasey si appoggiò al muro a braccia incrociate ascoltando quell’invettiva inutile e già sentita un’infinità di volte con varie sfumature diverse. Voleva proprio vederli quei parassiti civili in una vera guerra: avrebbero bagnato i pantaloni di piscio alla vista del nemico e si sarebbero fatti ammazzare alla prima ondata. Un buon soldato richiedeva anni di addestramento, disciplina, cameratismo e rispetto per i propri fratelli d’armi, tutte qualità difficili da trovare in una persona alle prime armi.

    La tenente scosse il viso e cercò un buon posto per osservare il predicatore con il mirino e tracciare un colpo secco alla nuca in caso di necessità. Il miglior deterrente del mondo: cervello a brandelli su volti stupefatti.
    Attivò il link neurale per contattare Stanford e richiedere istruzioni prima di agire in modo da spostarsi rapidamente dove più era necessaria la sua presenza.

    #2981
     Evanderiel Til Xalieran 
    Partecipante

    “Sparando rischieresti anche di uccidere i nostri. Senza uomini è difficile difendere qualcosa. Avvicinati il più possibile senza entrare nel loro raggio d’azione e cercherò di liberare l’area di atterraggio.”

    Seishin si calò il casco da combattimento sul viso. Aveva deciso di tenere il suo vecchio stile: nero come la notte e rapido a colpire grazie alla sua katana e alla possibilità di teletrasportarsi per brevi distanze.

    Mentre il pilota cercava di manovrare l’hovercraft si chiese perché in un modo o nell’altro si ritrovava sempre a lavorare in quartieri così devastati e soprattutto perché le sue missioni partivano sempre da un teletrasporto sul tetto di un capannone.
    Se non altro in questo caso stava difendendo una fabbrica Mishima, per quanto la Fratellanza non approvasse la tecnologia e gli mancasse il supporto da cecchino di Joan. In quel momento il suo fucile al plasma gli avrebbe fatto molto comodo.

    Mentre l’hovercraft si abbassava si preparò. Non voleva dare il tempo a nessuno di prendere di mira il velivolo, quindi avrebbe tentato un teletrasporto il prima possibile, ma questo poteva significare non arrivare proprio con i piedi a contatto con il tetto del capannone.

    #2992
     Ilmarien 
    Partecipante

    Abel Brandt
    Abel restò in attesa una ventina di secondi, e quando stava per chiedersi se sarebbe successo qualcosa la porta si aprì su una rampa di scale che scendeva sottoterra nell’oscurità. Abel scese per quasi quaranta gradini, passò sotto un’arcata davanti a una seconda porta chiusa stavolta blindata, chiaramente c’erano due punti di controllo, ma questo non sembrava attivo. La porta si aprì e si trovò di fronte a una donna sulla trentina, capelli neri raccolti in una coda e che indossava una semplice divisa Bauhaus priva di ogni indicazione specifica. Abel notò la coda perché in teoria il regolamento militare imponeva alle donne di raccogliere i capelli in un crocchio o tagliarli. Era un segno che all’interno della struttura il protocollo non era troppo rigido. “Cittadino Brandt” disse facendo un saluto militare “Lada Ponomariov Richthausen, Capitano dell’Ordine del Drago” e lo invitò ad entrare. L’Ordine del Drago era il nome piuttosto altisonante per la forza di sicurezza che obbediva direttamente alla famiglia Richthausen. Il fatto che qualcuno del loro ordine fosse coinvolto era un’ulteriore prova della segretezza della missione.

    Lada lo condusse attraverso un corridoio in una sala più grande dove c’erano diversi impiegati al lavoro, intenti ad ascoltare messaggi con delle cuffie. Era chiaro che si trattava di un centro di intercettazione. Abel notò anche diversi macchinari coperti i cui teli esibivano un certo strato di polvere. Sempre senza parlare, la Capitana lo fece entrare in una piccola sala riunioni con un grande schermo a parete. Dopo che lei ebbe chiuso la porta, attivò un comando sotto al tavolo e accese lo schermo, che dopo un momento proiettò il gigantesco volto di Martha Hindenlang Richthausen “Ah, Herr Brandt, benvenuto alla Casa di Cura del Distretto 43” esordì la Direttrice dell’Ufficio degli Standard.

    Abel rabbrividì involontariamente al pensiero di trovarsi in una Casa di Cura, per quanto evidentemente fosse stata riconvertita ad uso dell’Ufficio Informazioni. Erano centri dell’Ufficio della Paura per i casi più ‘gravi’, dove venivano sperimentate le tecniche di interrogatorio più avanzate. Notoriamente, le Case di Cura erano uno dei pochi posti che ispirasse terrore anche agli stessi Commissari dell’Ufficio. Martha Hindenlang gli fece segno di accomodarsi e proseguì: “Il Cartello ha chiuso il distretto per un degrado dell’ordine pubblico, così come hanno dichiarato, ma c’è dell’altro. Pare che i Guardiani delle Libere Nazioni siano tornati a operare” disse mentre Lada Ponomariov consegnava ad Abel un grosso fascicolo contenente il materiale relativo ai Guardiani delle Libere Nazioni. Da quanto Abel si ricordava, erano un gruppo fanatico interno alla Fratellanza, e si erano radunati intorno alla figura di Jonathan Pryce, un Mistico di una certa fama, qualche anno fa. Tuttavia in breve tempo lui era stato accusato di eresia, arrestato dall’Inquisizione e quella era stata l’ultima volta in cui aveva sentito parlare dei Guardiani delle Libere Nazioni.

    “L’ultima volta che l’Inquisizione è intervenuta è stato per aiutare le corporazioni, e hanno messo a ferro e fuoco il distretto. Vorrebbero muoversi nuovamente ma il Cartello si è offerto di gestire la situazione e determinare se un intervento della Fratellanza sia necessario o meno. Questa è la vostra missione” continuò la Direttrice in tono pragmatico. “Tramite un accordo con il Cartello, l’Inquisizione ha rilasciato nella nostra custodia Jonathan Pryce in persona” e a questo punto la sua voce si fece meno sicura “apparentemente, l’accusa di eresia non è stata mai comprovata dalla Fratellanza, ragion per cui è stato imprigionato tutti questi anni, e si è dichiarato pronto a collaborare quando ha saputo che i Guardiani erano risorti. Devo ricordare a entrambi che nulla in questa missione è stato approvato in via ufficiale, quindi state attenti. Brandt, dato il vostro passato nell’Ufficio della Paura siete la persona giusta per valutare il grado di collaborazione di Pryce. Ci sono domande?” chiese alla fine.

    Kasey Bates
    Il link neurale con Stanford si attivò quasi subito: “C-Capitano Bates?” giunse una voce un po’ esitante. “Ottimo tempismo, dobbiamo liberarci di quella folla” disse dopo aver ascoltato il rapporto di Kasey. “Purtroppo non possiamo ucciderlo, per quanto sia solo un adepto è un membro della Fratellanza, e rischiamo guai grossi. Però possiamo catturarlo. Tra due minuti causeremo un diversivo per disperdere la folla, e lei può approfittare del momento per stordire quell’Adepto” ci fu una lunga pausa, tanto che Kasey credette che Stanford avesse riagganciato. Poi improvvisamente riprese: “Ehm, attenzione che… potrebbe conoscere l’Arte” e dopo un nuovo momento di silenzio “pa-passo e chiudo, ci si vede tra poco”.

    Dopo un paio di minuti, quando la folla stava per prendere d’assalto le porte del magazzino, da una finestra del secondo piano volò fuori un oggetto che Kasey riconobbe immediatamente in una bomba a grappolo, che quasi immediatamente disperse il suo carico sulla folla. Buona parte delle granate si attivò a mezz’aria, e contrariamente a quanto Kasey si aspettava non esplosero, rilasciando invece un gas verdastro. La folla immediatamente cominciò a tossire e a disperdersi, sorpresa dall’effetto dell’abbondante gas lacrimogeno, e Kasey poté vedere chiaramente l’Adepto che si metteva qualcosa sul volto. Vide anche che il gas era concentrato intorno a lui e che ora si sarebbe potuta avvicinare senza troppi ostacoli. Qualcuno avrebbe forse provato a fermarla ma poteva liberarsene o azzoppandoli prima col fucile o usando la sua CSA404 in modalità stordente in corpo a corpo.

    Seishin
    Seishin si teletrasportò a un paio di metri di altezza per paura di apparire troppo vicino al tetto, dato che aveva ancora la spinta del movimento dell’hovercraft. Atterrò agilmente su uno dei ventilatori e da lì saltò sul tetto usando uno degli altri ventilatori per rallentare. Prima che potesse guardarsi intorno uno degli aggressori lo prese di mira. Aveva un lungo coltello e quella che probabilmente era una vecchia tubatura convertita in una spranga. Attaccò Seishin immediatamente quando era ancora sbilanciato, e per quanto Seishin riuscisse a parare i colpi, incastrato com’era tra il massiccio ventilatore e il suo attaccante non aveva lo spazio materiale per usare la spada. Il suo avversario non usava tecniche sopraffine ma era veloce e risoluto, e aveva una buona esperienza nelle lotte di strada. Fortunatamente, anche Seishin ne sapeva qualcosa e usò la mano che reggeva la spada per vibrare un pugno al volto del suo aggressore, che fece per schivarlo. Tuttavia l’elsa della spada era troppo lunga per poterla schivare, e il suo avversario indietreggiò mentre il suo volto si riempiva di sangue da un taglio sopra l’occhio destro. Prima che potesse riprendersi Seishin gli tagliò un braccio con un colpo netto.

    Guardandosi intorno vide che le tre guardie presenti erano in difficoltà ma sembravano tener botta, ora che erano aiutati da un samurai in armatura. Tuttavia nuovi avversari continuavano a salire sul tetto, da un punto che Seishin riuscì a individuare ma che era coperto da delle grosse tubazioni. A giudicare da quanti salivano probabilmente usavano una scala di corda.

    Megan Reed
    “Beh, certo che è ancora qui. Noi del Cartello non abbandoniamo i cittadini di Luna nel momento del bisogno” replicò il sergente visibilmente risentito. “Terzo piano, comunque. Dopo le scale giri a sinistra, ed è la terza porta sulla destra, gli dirò che sta arrivando” continuò in tono formale. Megan salì le scale e notò che c’era un eccezionale numero di guardie e soldati della milizia del Cartello. L’ufficio di Felipe Yulenkov strabordava di scartoffie e burocrazia, e un individuo massiccio era intento a compilarle. Era quasi completamente calvo e il suo volto era pieno di rughe, mostrando circa 45 anni di età. Di fianco alla sua poltrona c’era una stampella. “Prego si accomodi” disse senza alzare gli occhi con una voce da basso profondo.

    #3002
     Meeme 
    Partecipante

    Stanford sembrava una giovane recluta dall’intonazione della voce, ma probabilmente non era così o almeno sperava non fosse così.
    ” Ricevuto, Stanford. Ci vediamo tra poco, prepara qualcosa da mangiare perché porterò un ospite. Bates, chiude.”
    Sorrise tra sé e si preparò a recuperare il pacco.

    Il predicatore aveva indossato una maschera antigas, era preparato ad un diversivo, ma lei era Kasey “Hound” Bates e quando afferrava una preda non la mollava più. Preparò la sua arma in modalità stordente per farsi strada tra la folla e si fece largo tra la gente per strappare la maschera antigas al predicatore prima di fargli assaggiare la specialità della casa: una scarica elettrica da fargli rizzare tutti i peli del corpo.

    #3003
     Elan 
    Partecipante

    “Ehm, sì, certamente, non intendevo di sicuro insinuare qualcosa del genere, perdonatemi.”
    Megan sì mordicchiò un labbro per il nervosismo.
    *Ecco, vai così Megan, iniziamo bene con una bella figura di m*rda*
    “La ringrazio per le informazioni, davvero. Buona giornata!” si affrettò ad aggiungere, correndo su per le scale per evitare di dover parlare di nuovo col sergente.

    Appena fu fuori vista, la giornalista si fermò per ricomporsi e tirare un sospiro di sollievo.
    Quella giornata era iniziata proprio nel migliore del modi…
    Già…

    Una volta ritrovata un minimo di compostezza raggiunse con calma l’ufficio di Felipe. Scartoffie ovunque, nemmeno un saluto… solita routine insomma.
    Quanto odiava quel tipo di lavori!
    “Ehm.” si schiarì brevemente la voce, accomodandosi. “Buongiorno signor Yulenkov, le chiedo perdono per il disturbo.” si guardò attorno mentre prendeva il suo fedele taccuino per gli appunti.
    “Sono Megan Reed, giornalista del Capitol Daily News. Potrebbe dedicarmi qualche minuto? Siamo tutti curiosi di sapere cosa sta succedendo qui nel distretto 43!” assunse il tono più cordiale che aveva, sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi.

    Aveva quasi dimenticato quanto fosse orribilmente noioso il lavoro di prima linea. Sperava solo di cavarsela il più in fretta possibile.

    #3010
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    Quando la donna sui trent’anni si presentò Abel, più che per l’ordine a cui apparteneva, si stupì del suo cognome “Chissà se ha qualche legame di parentela col mio sfortunato compagno di missione…glielo dovrò chiedere se ce ne sarà la possibilità”

    Essere in una Casa di Cura, anche se ormai riconvertita, non era di certo piacevole…Abel sapeva bene cosa accadeva lì dentro e anche se lui era sempre dalla parte del carnefice il solo minimo pensiero di ritrovarsi dall’altra parte della barricata lo faceva rabbrividire leggermente.

    Cercò però di non farsi distrarre troppo da quel luogo e ascoltò con attenzione tutto quello che il suo diretto superiore gli stava dicendo e cominciò a spulciare l’enorme dossier che Lada Ponomariov gli aveva sporto.
    “Quindi volete che io verifichi prima di tutto se ci si può fidare di Jonathan Pryce e se il mio giudizio sarà positivo dovremmo avvicinarci ai Guardiani delle Libere Nazioni? Quanto tempo ho prima del colloquio?”

    Non sarebbe stata per niente una missione facile, soprattutto la seconda parte perchè avrebbe implicato un contatto diretto con una fazione probabilmente eretica e avrebbe dovuto agire con una cautela che mai avrebbe pensato di usare…anche il colloquio con Pryce non sarebbe stato facile perchè doveva convincersi totalmente della sua disponibilità a non tradirli ma si riteneva abbastanza esperto in quel campo anche se un po’arrugginito.
    Abel non amava perdere molto tempo leggendo dossier, soprattutto se lunghi, ma spulciandolo un po’, avendone la possibilità, avrebbe potuto conoscere meglio la storia dei Guardiani e anche un po’ il carattere del presunto eretico, tutti elementi che gli sarebbero tornati utili durante l’interrogatorio.

    #3014
     Evanderiel Til Xalieran 
    Partecipante

    “Tenete la posizione!” Gridò il samurai alle guardie della fabbrica; doveva assolutamente bloccare il flusso di guardie, ma non aveva la visuale libera e non poteva nemmeno concentrarsi abbastanza in quel momento per espandere i suoi sensi al punto di capire qual’era la situazione. Non poteva fare altro che andare di sfondamento e farsi strada fino alla fonte.
    Forse era ancora in grado di fare un teletrasporto a corto raggio. Arrivando sopra i tubi avrebbe evitato parte delle guardie e li avrebbe colti di sorpresa.

    #3017
     Ilmarien 
    Partecipante

    Seishin
    Seishin si piazzò sopra i tubi e vide due individui, uno era appena salito, l’altro sembrava sorvegliare quella che era una scaletta di corda, rudimentale ma funzionale, e che collegava il tetto su cui si trovavano al tetto di un altro capannone che si trovava alcuni metri più in basso. Il Mishima vide che c’erano una trentina di persone sul capannone, la maggior parte con armi bianche ma qualcuno stava anche sparando in aria, forse per colpire l’hovercraft che per fortuna era abbastanza lontano. Seishin scese dai tubi tirando un calcio a quello che era appena salito facendolo volare giù, parò un colpo dell’altro e, girando rapidamente la lama, gli fece un taglio profondo sotto l’ascella, da cui sprizzò un violento getto di sangue.

    Mentre la guardia cadeva a terra urlante e sanguinante, il samurai tirò due colpi precisi, tranciando le estremità della scaletta di corda. Un urlo di disappunto si levò da quelli presenti sul tetto e dalla folla sottostante che osservava la scena. L’altro samurai in armatura arrivò sulla scena saltando direttamente sopra la tubatura, si guardò in giro per rendersi conto di cosa stava succedendo, poi gli fece segno di procedere e fare atterrare l’hovercraft. Nel mentre si mise in copertura dietro il parapetto ed estrasse un fucile d’assalto Tambu Shogun, preparandosi a difendere la posizione. Dal canto loro, gli uomini sull’altro tetto stavano portando delle travi, forse per preparare un altro ponte, mentre alcuni colpi isolati cominciavano a fioccare, accompagnati da armi più rudimentali come mattoni e pietre.

    Megan Reed
    Yulenkov si rilassò un istante sulla poltrona, mentre pensava a una possibile risposta: “Posso dirle che le strutture del Cartello resteranno operative durante questa emergenza, e questo lo può scrivere” aggiunse lanciandole un’occhiata significativa. “Quello che non può scrivere è che al momento abbiamo a malapena il personale per mantenere l’ospedale funzionante, e solo la medicina d’urgenza. Riguardo al resto del distretto, e anche questo non lo può scrivere, i Guardiani delle Libere Nazioni sono tornati nel distretto” concluse accendendosi una sigaretta. Megan non sapeva cosa fossero i Guardiani delle Libere Nazioni: il nome risultava vagamente familiare, ma non riusciva a ricordarsi dove o come lo avesse sentito.

    Abel Brandt
    “Esatto, stando alla Fratellanza, Pryce dice di voler collaborare. Valutate se è vero e poi agite sulla base delle informazioni che vi fornirà. In caso contrario contattatemi e vedremo il da farsi. Per quanto riguarda il tempo, è una faccenda urgente che va sbrigata il prima possibile, non avrete altri incarichi fintanto che questo non sarà terminato” aggiunse la Hindenlang.

    Abel rifletté che l’incarico in questo caso era probabilmente venuto direttamente dall’Inquisizione, che non voleva sporcarsi le mani, o forse semplicemente non voleva mobilitare le proprie risorse senza prima saperne di più. Quindi una buona ragione in più per non farli aspettare. “In ogni caso tenetemi aggiornata sui vostri progressi, Gloria alla Ruota Dentata e tutta questa specie di cose, Hindenlang chiude” concluse sbrigativamente al termine della conversazione prima che lo schermo si riempisse di statica per poi spegnersi poco dopo. “Mi pareva di averlo già sentito nominare” disse Lada facendogli segno di alzarsi “quando lo avevano portato ci avevano solo detto il nome, e nient’altro” lo condusse per un paio di corridoi e giù per una scaletta che portava a un’altra area di detenzione, completa di muri insonorizzati.

    Entrarono in una stanzetta con un tavolo e un microfono. Una delle pareti era di vetro, probabilmente trasparente solo da un lato, e dava su un’altra stanzetta bianca, con al centro un uomo seduto su una sedia. Aveva un cappuccio calato sul volto, ed era saldamente legato alla sedia, Abel notò anche che le cinghie erano legate piuttosto strette, forse chi lo aveva legato voleva assicurarsi che non facesse cose strane. “Possiamo lavorare qui al dossier, tanto non può sentirci, anche attraverso quella parete, la Fratellanza ha detto che non è in grado di usare l’Arte” disse Lada sedendosi e invitandolo a fare altrettanto. “Vuole sentire prima cos’ha da dire mentre osserviamo il dossier o vuole che ci documentiamo prima di interrogarlo?” gli chiese dividendo i documenti a metà tra lei e Abel.

    Kasey Bates
    La Capitana si lanciò nella piazza, stordendo tutto quello che le capitava a tiro, giusto per non correre rischi. Quando si trovò a un paio di metri di distanza, l’adepto la vide con la coda dell’occhio che correva verso di lui. Si girò di scatto ma ormai lei gli era addosso. Alzò la mano per parare il colpo e con stupore di Kasey la sua arma si bloccò a mezz’aria, tenuta ferma da quello che pareva un potere dell’Arte. Il braccio rallentò la sua corsa fino a fermarsi del tutto a pochi centimetri dalla mano dell’Adepto. Il quale non perse tempo e prima che Kasey potesse tirargli un pugno incrociò gli avambracci davanti a sé dicendo: “Che la Luce mi guidi!” e un’ondata di forza colpì la capitana in pieno petto. Un umano normale sarebbe probabilmente stato scagliato lontano, ma lei riuscì a offrire una certa resistenza e indietreggiò solo di qualche metro.

    L’Adepto la guardò con un sorriso trionfante pronto a colpirla di nuovo, e fece per arringare nuovamente la folla quando un proiettile gli si piantò nella gamba all’altezza del polpaccio. Kasey vide dalla finestra una figura in penombra che le fece un cenno. L’Adepto perse l’equilibrio e cadde urlando di dolore con una vocetta acuta e stridula a malapena celata dalla maschera. In un attimo Kasey gli fu addosso pronta a finirlo.

    #3021
     Elan 
    Partecipante

    Megan abbozzò un tiratissimo sorriso ascoltando la risposta di Yulenkov.
    *Beeeeeenissimo, quindi se non posso scrivere niente cosa diavolo ci faccio qui?* si domandò rassegnata. Aveva già capito come sarebbero andate le cose quel giorno: mal di testa epico e tantissima fatica per non ottenere nemmeno mezza informazione risicata.
    Quasi quasi rimpiangeva le azioni di combattimento: erano disgustose e pericolose, ma per lo meno si arruvava quasi sempre ad un risultato.

    “Ehm, sì, ecco, la ringrazio moltissimo per queste informazioni.” disse infine, concedendosi appena un sospiro. “Siete proprio certo che non possa divulgare nessuna informazione? Sa, a volte con gli articoli si possono riuscire a fare miracoli, dicendo tutto quello che serve senza però dire niente! E magari potreste riuscire ad ottenere fondi, o qualsiasi altra cosa vi serva per affrontare questa crisi…” si esibì in uno dei suoi migliori sorrisi.
    Detestava l’idea di aver fatto tutta quella strada a vuoto.

    Poi però l’ultima frase attirò la sua attenzione.
    “Cosa…” si fermò. Eppure quel nome l’aveva già sentito da qualche parte. Scosse le spalle, ormai sinceramente incuriosita.
    “Cosa sono i Guardiani delle Libere Nazioni?” domandò infine.

    #3024
     Evanderiel Til Xalieran 
    Partecipante

    Seishin contattò l’hovercraft per farlo atterrare, ma era stupito per l’attacco che la fabbrica stava subendo. Inizialmente aveva pensato si trattasse di qualcosa di organizzato, ma ora vedendo le armi utilizzate dagli attaccanti si chiedeva che cosa stesse realmente accadendo in quel luogo. Quella sembrava una folla in rivolta… ci mancavano solo i forconi e le torce e la si sarebbe potuta ritrarre con le descrizioni di quegli libri Terrestri risalenti a secoli prima, quando ancora i demoni erano fantasie e non servi dell’Oscura Simmetria.

    Preparò anche il suo fucile d’assalto e imitando l’altro samurai si nascose dietro ad alcuni tubi pronto per entrare in azione. “Cosa sta succedendo?” chiese all’uomo in armatura.

    #3025
     Meeme 
    Partecipante

    Kasey non perse tempo, strappò la maschera antigas dalla faccia dell’adepto e gli mollò un pugno sul naso. “Ora non ridi più, vero?” commentò buttandolo a pancia in su e torcendogli le braccia sulla schiena. Gli infilò in gola un pezzo di stoffa per impedirgli di parlare e dopo avergli spezzato entrambe le braccia se lo caricò sulle spalle.

    “Stanford, ho il pacco. Procedo al punto di raccolta. Offrirò da bere a quel cecchino ed anche un sigaro se gli piace fumare!” comunicò sorridendo. I fanatici erano i suoi preferiti da catturare, tolti i poteri non erano che ragazzini troppo cresciuti e con la mente piena di pigne. Si fece largo tra la folla elargendo qualche spallata ai più restii ad allontanarsi mentre procedeva verso il punto di raccolta.

    #3033
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    “Controlliamo il dossier prima, vediamo quali sono le sue origini perchè ha voluto fondare questa Fratellanza e cosa ha detto dopo essere stato catturato, se riusciamo inoltre a intuire se ha qualche punto debole meglio ancora…prima di cominciare un interrogatorio è sempre bene avere un’idea di base su chi si ha di fronte; tante volte ho fatto affidamento solo sul mio istinto ma avere un dossier di tanto in tanto aiuta soprattutto in una questione delicata come questa e Pryce di certo non potrà lamentarsi dell’attesa”

    Il prigioniero non poteva scappare, su questo Abel non aveva dubbi…lo preoccupava di più il fatto che una missione così delicata fosse capitata proprio nelle sue mani perchè sicuramente la sua carriera avrebbe avuto una bella svolta sia in caso di successo sia in caso di fallimento, ma non era il caso di arrovellarsi troppo si sarebbe solo deconcentrato.

    Cominciò quindi a studiare l’incartamento che aveva davanti alla ricerca delle informazioni più importanti.

    #3056
     Ilmarien 
    Partecipante

    Kasey Bates
    La folla osservò inorridita mentre cominciava a disperdersi, un po’ per allontanarsi dal gas lacrimogeno, un po’ per paura ora che il loro capo era stato fatto prigioniero. L’Adepto dal canto suo ora si limitava a urlare selvaggiamente, o mugolare dato che aveva lo straccio in bocca. Mentre lo trascinava la voce di Stanford risuonò ancora una volta nel comunicatore: “Ricevuto, apro la porta di racc… ehm, il punto di raccolta” disse e a queste parole l’ingresso principale si aprì lentamente. Una volta entrata venne accolta da due civili in camice che sedarono immediatamente l’Adepto il cui continuo mugolio di dolore si spense in un buffo versetto acuto mentre si accasciò a terra privo di conoscenza.

    “Portatelo via e medicate le sue ferite” disse Stanford scendendo le scale. Era un uomo sul metro e ottanta, ben piantato e indossava un lungo camice da laboratorio sotto il quale era visibile il corpetto da combattimento. Kasey notò quasi subito che la sua pelle nera era quasi priva di cicatrici, segno che non doveva aver visto molti combattimenti. Il suo passo sembrava però quello di un militare, quindi doveva aver avuto un qualche tipo di addestramento. “Capitano Bates, grazie per l’intervento tempestivo, sono Michael Stanford, capo tecnico del laboratorio 43, ho fatto quel che potevo dalla finestra” disse toccando la pistola che portava al fianco “ma questo laboratorio in teoria doveva essere segreto, non siamo attrezzati per affrontare una folla” disse accigliandosi. “Gli ordini al momento sono di operare per conto nostro, e di identificare la minaccia alla nostra sicurezza. Direi che quel prigioniero potrebbe saperne qualcosa, lei è esperta di tecniche di interrogatorio?” chiese alla fine mentre meditava sul da farsi.

    Seishin
    “Stiamo venendo attaccati dagli abitanti del Distretto” rispose la samurai in una voce contraltile. “Saori Hanshu, molto piacere” e a queste parole si sporse e fece partire una raffica mietendo alcune vittime, mentre le altre cominciavano una confusa ritirata. “Cosa? Si… Arrivo subito!” disse nel comunicatore. Gli fece segno di avviarsi e gli disse: “Schiera i rinforzi qui sul tetto, io devo andare a proteggere l’ingresso principale, a dopo le spiegazioni” e a queste parole semplicemente saltò dal tetto verso le strade sottostanti. Seishin guardò verso il basso e vide il combattimento che infuriava davanti all’ingresso principale della fabbrica. Poteva raggiungerla con il teletrasporto oppure aiutare i suoi soldati a prendere posizione per difendere il tetto.

    Megan Reed
    “Forse nei prossimi giorni, ma per il momento le regole sono queste” disse in tono asciutto. All’ultima domanda di Megan alzò un sopracciglio: “Evidentemente non era su Luna cinque anni fa. Sono un… beh li si potrebbe definire un’organizzazione terroristica, ma non erano cominciati così. All’inizio sembravano più un gruppo politico anti-corporativo radunatosi intorno a Jonathan Pryce, un Mistico della Fratellanza”.

    Il nome Jonathan Pryce non era nuovo a Megan, era stato uno dei Mistici responsabili dell’arresto dei suoi genitori. “Lui aveva radunato un certo seguito” proseguì Yulenkov “in particolare dopo un grande discorso fatto proprio qui in Piazza delle Nazioni, finendo su tutti i giornali. Pochi giorni dopo fu accusato di eresia dalla Fratellanza e i Guardiani delle Libere Nazioni, la sua organizzazione, venne sciolta… o perlomeno ufficialmente, dato che nel distretto sono rimasti sempre attivi. Hanno mantenuto una base di appoggio popolare e ultimamente si sono fatti più spavaldi, rendendo la vita difficile al Cartello” concluse mentre cercava un foglio in mezzo alle varie scartoffie. Esitò un istante, poi disse: “guardi, non posso prometterle niente, ma se si impegna a non pubblicare niente prima dell’approvazione del Cartello posso metterla in contatto con una delle nostre squadre operative del quartiere, ma sarà a suo rischio e pericolo” disse e attese una risposta da parte di Megan.

    Abel Brandt
    Abel studiò metà di quell’ampio fascicolo cercando di farsi un’idea di chi aveva davanti. I primi documenti erano un certificato di nascita e diverse pagelle, tutte con voti eccellenti, di Jonathan Archibald Pryce, Clan Bartholomew, Corporazione Imperiale, marziano di origine ma cresciuto tra Luna City e San Dorado [OOG: la capitale di Marte]. A tredici anni aveva superato, anche qui con voti molto alti, l’esame attitudinale per l’ingresso nella Fratellanza. Anche Abel lo aveva sostenuto, fallendolo anche se di poco, e rimase stupito del punteggio di Pryce, specie considerando che l’esame veniva normalmente sostenuto a quindici anni, non tredici. Da quello che poteva vedere veniva da una famiglia benestante, dato che aveva ricevuto un’educazione di prim’ordine. Riguardo ai suoi trascorsi nella Fratellanza, c’erano diversi esempi della sua attività da Missionario a Luna City, dove si era guadagnato un seguito, specie tra i più poveri, e qui Abel trovò i primi riferimenti al distretto 43.

    L’apice della carriera di Pryce erano stati i suoi anni come Mistico, impegnato su Marte contro l’Oscura Legione, dove si era distinto sia in battaglia, dove i suoi discorsi avevano più volte risollevato il morale dei soldati, sia a fianco dell’Inquisizione, dove aveva saputo destreggiarsi nell’ambiente politico Capitol su Marte rivelando una rete di corruzione dell’Oscura Simmetria che arrivava fin nel Consiglio di Amministrazione della Capitol. Queste ultime notizie erano ovviamente rimaste segrete, e Abel non si stupì di vedere dappertutto il logo dell’Ufficio Informazioni.

    Dopo aver esaminato i documenti, Lada gli disse: “Dunque, da quello che ho capito Pryce ha creato i Guardiani delle Libere Nazioni dopo un litigio con uno dei Custodi dell’Arte. L’organizzazione, nelle intenzioni di Pryce, doveva essere un movimento politico anti-corporativo per migliorare le condizioni di vita dei più poveri di Luna. Qui c’è un sacco di corrispondenza tra i vari uffici delle Corporazioni e diverse delibere del Cartello. Mi pare che le Corporazioni fossero restie a occuparsi di Pryce in quanto Mistico della Fratellanza. Dopo alcuni episodi di violenza da parte di alcuni sostenitori dei Guardiani, la Fratellanza è intervenuta accusando Pryce di eresia e sciogliendo ufficialmente l’organizzazione” tacque un istante mentre recuperava un foglio tra i vari documenti. “Sembra però che l’Inquisizione non abbia trovato tracce di Oscura Simmetria, anche se Pryce è rimasto in prigione tutti questi anni. Questo forse spiegherebbe come mai i Guardiani sono ancora attivi, l’Inquisizione non li ha completamente distrutti, ma ha rimosso i loro capi e l’organizzazione è sopravvissuta” concluse.

    “Lei cos’ha trovato?” chiese ad Abel. Mentre Lada Ponomariov parlava, Abel utilizzò i suoi poteri per confermare quello che il fascicolo gli stava dicendo: Jonathan Pryce non era stato corrotto dall’Oscura Simmetria, anzi la sua aura sembrava proprio quella di un Mistico della Fratellanza.

    #3070
     Meeme 
    Partecipante

    ” Capo tecnico Stanford…” salutò a sua volta con un sorriso. ” Ottima copertura, avete vinto un sigaro ed una birra. Occupiamoci del disadattato e poi sceglierete un locale dove festeggiare.” continuò divertita. Era un ex militare, doveva essersi specializzato in laboratorio dopo aver lasciato l’esercito. Sembrava un tipo apposto ed aveva una buona mira.

    ” Ho ricevuto un’infarinatura in caso di emergenza. Poliziotto cattivo, soprattutto…” ammiccò e stiracchiò i muscoli. ” Sarò lieta di assistere e dare una mano al vostro esperto di interrogatori. In mancanza di tale ruolo proverò io a far parlare l’adepto. Mi serviranno giusto un paio di pinze di diverse dimensioni e della fiamma ossidrica.” rise cercando di studiare le reazioni del capo tecnico.

    #3071
     Elan 
    Partecipante

    A sentire quel nome per poco Megan non fece un salto sulla sedia. Cercava sempre di evitare di pensare all’arresto dei suoi genitori e di sicuro non si aspettava di sentire parlare così di uno dei responsabili.
    “Capisco, quindi hanno ripreso a dare problemi… posso chiedere cosa ha fatto Pryce per essere dichiarato eretico?”
    Aveva per un momento quasi dimenticato perché si trovasse lì.
    “Non ho intenzione di scrivere un articolo a riguardo, non si preoccupi!!” si affrettò ad aggiungere con un sorriso un po’ tirato.

    La proposta di Yukenkov comunque sembrava interessante, e non poteva perdere quel poco di professionalità che stava cercando di conservare.
    D’altronde, non aveva ottenuto veramente nulla da quella chiacchierata, non poteva tornarsene a casa a mani vuote.
    “Mi sembra un compromesso vantaggioso per entrambi, la ringrazio per l’offerta!” disse quindi, sempre sorridendo e accettando la proposta.

    Certo, la parte del pericoloso non suonava particolarmente rassicurante, ma detestava tornare a casa a mani vuote.

    #3088
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    “Era un mistico della Fratellanza, anche piuttosto bravo da quanto ho potuto leggere e da quanto è scritto sul dossier non si riesce bene a comprendere quale sia la vera motivazione per cui è stato imprigionato qui…è una situazione piuttosto strana per il momento vero?”

    Più che strana Abel l’avrebbe considerata assurda quella situazione ma si tenne per se quella parola…Pryce era stato e forse poteva ancora essere un Mistico perfetto ma allora perchè era stato rinchiuso lì dentro? Da quello che gli avevano suggerito i suoi poteri il prigioniero non era mai stato corrotto e da quel che Abel sapeva se un membro piuttosto rilevante della Fratellanza faceva qualcosa di sbagliato di norma veniva invitato a farla finita…quindi che cosa gli stava sfuggendo ancora?Aveva solo un modo per scoprilo:

    ” Penso che siamo pronti a dialogare con lui…sentiamo cosa ha da dirci di interessante.”

    #3094
     Ilmarien 
    Partecipante

    Kasey Bates
    Stanford la ascoltò attentamente, poi sorridendo disse: “Ehm, va bene, ma non ho idea di quanto esattamente possiamo malmenarlo, se in qualche modo rintracciano che l’abbiamo conciato malamente si rischia un incidente con la Fratellanza. Purtroppo non abbiamo nessun esperto qui, normalmente siamo una postazione d’ascolto, e normalmente il mio lavoro è molto più tranquillo di così” aggiunge con una punta di autocommiserazione.

    “Comunque se lei può fare il poliziotto cattivo eventualmente io posso fare quello buono, intanto forse la corporazione ha degli archivi su possibili tecniche di interrogatorio, provi a controllare mentre io vado a preparare una stanza” concluse avviandosi. Kasey si mise su una delle sedie e si collegò al database Cybertronic che fortunatamente su Luna City era disponibile in qualsiasi avamposto della compagnia.

    Ebbe una leggera vertigine mentre si precipitava in mezzo agli archivi, ma sapeva di non essere in reale pericolo. Per sua fortuna trovò diverso materiale. In generale sconsigliavano la tortura come mezzo per ottenere informazioni perché veniva considerata inaffidabile, tuttavia poteva essere un buon mezzo indiretto: iniziando con una buona dose di torture e poi cercando di costruire un rapporto con la vittima se si era in due poteva funzionare. In alternativa veniva menzionata anche la possibilità di collegare la vittima al cyberspazio, creare uno scenario in cui fosse a suo agio ed estorcergli le informazioni con l’inganno.

    Megan Reed
    “Non ricordo ma mi pareva che fosse stato imprigionato dall’Inquisizione, quindi in teoria qualcosa avrà pur fatto…” rispose cercando di ricordarsi. Quando Megan accettò la proposta le diede il foglio che aveva in mano e disse: “Allora, prima di tutto devo farle firmare una liberatoria che liberi il Cartello da ogni responsabilità”. Megan diede un’occhiata approfondita al foglio ma sembrava una liberatoria ordinaria del Cartello, senza clausole strane o sospette.

    Una volta che lei ebbe firmato, Yulenkov proseguì: “Allora, c’è un vecchio albergo ancora aperto a circa 500 metri, di fianco alla vecchia uscita dell’Empire Boulevard” si avvicinò alla finestra e le mostrò più o meno dov’era situato. “Se lei dice all’usciere che sta cercando un corporativo con un garofano la farà accedere. Mi raccomando non pubblichi niente fino a quando non ha ricevuto il via libera, altrimenti rischia di finire nei guai” raccomandò nuovamente prima di congedarla.

    Abel Brandt
    Lada replicò: “Si, è una situazione un po’ strana. Qui facciamo del lavoro di sorveglianza o di spionaggio, prevalentemente, dato che siamo così vicini ai palazzi corporativi del centro. Non ci saremmo mai sognati che arrivasse qualcuno dall’Ufficio degli Standard e addirittura che la Direttrice fosse coinvolta”. Fece una pausa, poi aggiunse con un sorriso: “e devo dire che da una certa soddisfazione, in genere tutto quello che facciamo è passare le più svariate informazioni alle Torri Gemelle e non sappiamo se abbiano un qualche tipo di impatto sui profitti della Corporazione. Almeno stavolta sappiamo che è importante” concluse.

    “Bene, io allora resto dietro il vetro, in caso tu abbia bisogno di informazioni posso consultare rapidamente il dossier” disse dandogli un auricolare per comunicare senza che Pryce li potesse sentire. Abel entrò nella stanza con il prigioniero che, come aveva sospettato, aveva un grande specchio al posto del vetro dell’altra stanza. Sollevò il cappuccio e incontrò gli occhi grigi del prigioniero, il quale sbatté più volte le palpebre per adattarsi alla luce. Si guardò un momento in giro per rendersi conto di dov’era, poi guardò il suo interlocutore, il bavaglio al momento gli impediva di parlare. Sembrava, almeno all’apparenza, molto tranquillo.

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