I Guardiani delle Libere Nazioni

Questo argomento contiene 290 risposte, ha 6 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Ilmarien 6 anni, 6 mesi fa.

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  • #5044
     Meeme 
    Partecipante

    “Risparmia il fiato, soldato. Adesso diamo un’occhiata alle tue condizioni.” Esclamò decisa l’ex tenente a quello che indossava un’armatura da Inquisitore. L’altra donna aveva riportato solo una ferita superficiale alla spalle, niente di grave, per fortuna. L’inquisitore faceva fatica a respirare, analizzò il suo stato medico in modo da poter agire prima di tornare sul campo di battaglia.

    “Mister Leumann, potete aiutare questi due? Io vado ad occuparmi del resto di quella feccia!” domando al vecchio quasi di sicuro più esperto di lei in medicina.
    “Stan, coprimi! Vado a distribuire proiettili e carezze!” gridò pronta a rientrare in azione e rendere sicuro il perimetro intorno ai civili.

    #5048
     Elan 
    Partecipante

    Ecco, ci mancava solo la ferita alla spalla.
    Che era una cavolata di ferita leggera, probabilmente il livido le avrebbe fatto molto più male. Ma era una ferita a rischio di corruzione, e a Megan le ferite a rischio di corruzione piacevano davvero molto poco.
    In verità, la corruzione in generale le piaceva davvero molto poco.
    E dopo quella giornata a dirla tutta le piaceva ancora meno.

    Tuttavia, per lo meno forse avevano raggiunto un punto sicuro… o almeno avevano raggiunto altre persone che li avrebbero aiutati in quella insensata battaglia.
    “Grazie…” disse, senza essere sicura a chi si dovesse rivolgere. Richard era ancora piuttosto provato dall’attacco, e forse sarebbe stato meglio che si fosse riposato un poco.
    Aveva riconosciuto Leumann tra i loro soccorritori, e gli fece un cenno del capo a mo di saluto.

    “Quella sorta di nebbia è arrivata all’improvviso…” disse, cercando di fare un po’ il punto della situazione. “C’erano due tizi, prima che arrivasse. Non stavano combattendo, a differenza di tutti gli altri… sembravano piuttosto… guardare…”
    La giornalista rabbrividì al ricordo, erano stati tutti e due piuttosto inquietanti.
    “Poi se ne sono andati, ed è arrivata la nebbia.”
    Si massaggiò la spalla ferita, fare il punto della situazione in un momento del genere non era precisamente la cosa più semplice del mondo.
    “C’erano degli altri che stavano combattendo insieme a noi, sono fuggiti prima appena hanno visto la nebbia addensarsi. Avete visto nessuno, per caso?”
    Si riferiva ovviamente a Selim… il Doomtrooper non le aveva più risposto, e visto tutto quello che stava succedendo la cosa iniziava a preoccuparla non poco.

    #5051
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    La tensione si tagliava a fette ormai…tutto era in una pericolosa fase di stallo, ogni minimo movimento sbagliato avrebbe fatto ripartire la battaglia. Le due figure al centro erano imponenti a loro modo, una con la powersuit e l’altra sospesa da terra che dava veramente l’idea di nascondere un enorme potere.

    Abel era lì in fremente attesa quando finalmente scorse dei segnali di eresia dietro a Francis e dietro alla barricata e lo stesso volto di Francis sembrava tradire una certa corruzione…era troppo vecchio e malconcio rispetto alle foto, qualcosa doveva essergli capitato.

    Pryce però era talmente concentrato a far rinsavire il suo ex-discepolo che Abel dubitò che potesse essersi reso conto dell’ Oscura Simmetria, certo era un mistico ben molto più potente di lui, ma se veniva colto di sorpresa potevano dire addio a qualsiasi possibilità di vittoria quindi lo doveva avvisare e poteva farlo solo attraverso il canale radio.
    “Johnatan, c’è compagnia dietro a Francis…Oscura Simmetria, non ti so dire la loro giusta posizione ma stai attento”

    Era consapevole di essere uscito allo scoperto con quella rivelazione, ma se Pryce quasi certamente poteva averlo già dedotto da un pezzo, Lada si sarebbe fatta qualche domanda. Quello però non era il più importante dei suoi problemi ora, bisognava far uscire gli eretici allo scoperto ed eliminarli, questa era la loro priorità

    #5061
     Ilmarien 
    Partecipante

    Megan Reed e Kasey Bates
    L’intera squadra Cybertronic si concentrò nell’eliminare gli scheletri rimasti, riducendoli rapidamente in poltiglia con il loro fuoco coordinato: i Legionari erano temibili in numeri molto grandi, ma stavano rapidamente perdendo la superiorità numerica e il potere di Leumann oltre a dissolvere la nebbia sembrava averli temporaneamente disorientati. Un gruppo di loro stava prendendo di mira Stanford e il Corazziere sulle scale, e avrebbero causato problemi, se non fosse per il gruppo che uscì da una galleria laterale e li spazzò via con un nutrito fuoco di copertura. Kasey esaminò brevemente i nuovi arrivati: sembravano il resto della squadra di quell’Inquisitore, ma sembravano guidati da un individuo alto e smilzo che indossava un’uniforme del Cartello. Megan fu sollevata nel vedere la squadra di Richard irrompere nella sala, guidata da Selim. C’erano tutti tranne Jameson, e si stavano dando da fare per eliminare gli scheletri rimasti nella sala.

    Nel mentre Leumann le lanciò un’occhiata distratta, forse non si ricordava di lei, e quasi senza toccarla rimarginò la ferita alla spalla con un semplice gesto della mano, mentre diceva a Richard: “Cos’è successo? Pensavo che l’Inquisizione avesse ricevuto l’ordine di non indagare…”, Richard tentò di rispondere ma venne scosso da un nuovo attacco di tosse, evidentemente aveva ancora problemi a respirare. Leumann aveva parlato in tono piacevolmente sorpreso, come se fosse contento di vedere qualcuno della Fratellanza in mezzo a quel casino, ed esaminò il collo di Richard cercando di aiutarlo a respirare usando l’Arte. Megan conosceva Leumann come un fervente Mistico, e fermamente opposto all’idea di lavorare con la Cybertronic, ed era sorprendente vederlo lì con loro. Nel frattempo un gruppo di uomini dei Guardiani, a giudicare dai vestiti e dallo scarso armamentario, si erano uniti alla squadra Cybertronic e al team di Richard per ripulire la sala, e in breve tempo anche gli ultimi scheletri vennero spazzati via. Mentre il Corazziere si metteva all’ingresso, alcuni feriti si rialzarono, più o meno malconci.

    Tra questi c’era uno dei difensori della barricata, che indossava un’armatura pesante Bauhaus, probabilmente rubata o comprata al mercato nero. Una volta calato il silenzio nella sala, tutti i gruppi si riunirono al centro della sala: Megan e Kasey fecero entrambe un rapido conto delle anime. Una quarantina di rivoltosi erano ancora in grado di combattere, e sembravano guidati da quel soldato con l’armatura Bauhaus, tuttavia i recenti eventi li avevano resi più prudenti e sembravano perlomeno disposti a parlare, mentre cercavano di medicare le ferite e recuperare le proprie armi. Il soldato sollevò l’elmo, rivelando un volto rugoso e scavato dalla fame, e prese la parola: “Grazie per il vostro rapido intervento” disse rivolto principalmente ai Cybertronic “Senza di voi saremmo probabilmente morti tutti. Mi chiamo Mason, e sono uno dei capi dei Guardiani delle Libere Nazioni. Abbiamo l’ordine di occupare e tenere questa fermata fino alla conquista del Gran Bazaar, per cui abbiamo… resistito contro la vostra squadra” disse rivolgendosi questa volta all’Inquisitore “non abbiamo nulla a che fare con questa nebbia, né intendiamo opporci al volere del Cardinale” e a queste parole gli uomini intorno a lui dissero: “Che la Sua Luce ci Guidi nell’Oscurità”. Megan esaminò i volti degli uomini che aveva davanti: c’era nei loro occhi una sincera devozione, non sembravano mentire.

    Maximilian Richthausen
    Saori e Seishin rimasero leggermente interdetti dalla bruschezza degli ordini di Max, dopotutto erano Mishima e non erano in alcun modo tenuti ad obbedirgli. Tuttavia quando i soldati guardarono Saori, lei fece un cenno di assenso, e le guardie ferite si misero nelle retrovie mentre gli altri si misero in marcia. Seishin andò avanti senza dire una parola, e il gruppo continuò ad avanzare nelle gallerie. Il rumore dello scontro era lentamente scemato fino a cessare quasi del tutto. Saori collegò tutti i comunicatori in modo che si potesse comunicare rapidamente e così facendo Max ebbe modo di sentire la voce di Seishin: “C’è un Mistico, almeno credo, che li sta tenendo a bada, ma non so quanto durerà, sono tutti molto nervosi… Vi conviene avvicinarvi finché sono calmi…” disse. Il gruppo si affretta lungo la galleria che continuava a scendere, per sbucare in una saletta che dava in un’ampia galleria, al momento gremita di persone. Stavano tutti guardando più avanti: qualcuno sorpreso, qualcuno esterrefatto, qualcuno addirittura piangeva. Vedendo il gruppo entrare, alcuni si misero in guardia, ma senza essere eccessivamente ostili, anzi tutti stavano osservando un religioso silenzio.

    Ci fu un breve lampo di luce, proveniente dalla loro sinistra, dove la galleria sembrava aprirsi. Poi di botto tutto diventò buio, erano circondati dall’oscurità più completa. Max riconobbe quell’oscurità, dato che l’aveva già vista diverse volte: era una tenebra magica, capace di oscurare ogni luce naturale o artificiale, ed era intrisa del potere dell’Oscura Simmetria. Mentre erano tutti sorpresi da quell’improvvisa oscurità, si sentirono diverse raffiche riecheggiare lungo il corridoio. La stanza intorno a loro si illuminò improvvisamente: Astrid teneva alzata la mano sinistra, e con essa scacciava le tenebre. Max vide che le luci normali erano a malapena visibili, come stelle nel cielo non riuscivano a illuminare l’ambiente circostante. Alcuni dei rivoltosi, vedendo la luce, si affrettarono dentro la stanza, ma in mezzo a loro piombò un gigantesco cane a tre teste, un Mastino di Ilian, che ne divorò due senza colpo ferire. “Qualcuno se ne occupi!” esclamò Astrid, che evidentemente doveva restare concentrata a respingere l’oscurità.

    Abel Brandt
    Lada lo guardò vagamente sorpresa ma non disse nulla. Pryce invece sussultò, e lanciò un’occhiata sospettosa a Francis. Quest’ultimo si guardò intorno, altrettanto sospettoso: in un attimo la situazione si era nuovamente raggelata. Mentre tutti erano incerti sul da farsi, Pryce tese una mano in avanti e un’ondata si luce si diffuse dalla sua mano, colpendo Francis in pieno. Francis istintivamente gli puntò la mitragliatrice contro ma non sparò quando si rese conto che la luce non sembrava danneggiarlo. Improvvisamente la sua armatura sfrigolò di elettricità e sembrò spegnersi: con essa, l’intera stanza piombò nell’oscurità più totale, una tenebra magica evocata dall’Oscura Simmetria. Una raffica di colpi risuonò nell’oscurità, amplificata dal soffitto a volta della sala, seguita da una serie di scariche lungo le varie gallerie. Abel, come paralizzato, individuò la direzione approssimativa da cui provenivano i colpi, e li sentì rimbalzare su qualcosa che si trovava più o meno nella zona di Francis e Pryce. Attivò nuovamente i suoi poteri, ma l’oscurità che lo circondava sembrava bloccarli in qualche modo, l’unica cosa che riusciva a percepire era quest’onnipresente manto di oscurità, che si era ora allargato all’intero complesso del Gran Bazaar. E sembrava avere un’origine, da qualche parte sotto il complesso, ma al momento il Bauhauser non riuscì a scoprire niente di più preciso.

    “Professa la tua Fede e Io ti Rivelerò la Luce della Salvezza!” tuonò Pryce citando la Terza Cronaca, e sovrastando per un attimo il rumore dello scontro. Nuovamente la sala venne illuminata, ma stavolta Pryce era l’unica sorgente di luce: il suo corpo brillava con l’intensità di una stella. Abel si guardò intorno: le numerose lampade che illuminavano prima la sala erano ancora accese… ma erano come lontane, come le stelle in un cielo notturno erano incapaci di perforare l’oscurità che li circondava, e notò che anche i poteri di Pryce, seppure notevoli, avevano dei limiti, dato che le gallerie sembravano immerse nell’oscurità più completa. In quel momento un singolo globo di oscurità si fece strada tra le ombre e proseguì diretto verso Pryce. Francis lo vide per primo e urlò per avvertirlo, al che Pryce semplicemente si lasciò cadere a terra e il globo passò sopra di lui, perdendosi nelle ombre che risalivano sul soffitto “Qualcuno sistemi quell’eretico!” sibilò Pryce nel comunicatore, il tono alterato dalla rabbia. Stavolta però Abel aveva individuato il colpevole: indossava un’armatura da mercenario e stava rapidamente cambiando posizione, forse sperando di poter colpire nuovamente il suo bersaglio. Abel valutò che usare il lanciafiamme o le granate era rischioso, poteva causare una strage con tutta la gente che c’era. Poteva trovare una posizione sopraelevata e sistemarlo con il suo fucile, oppure estrarre la spada e, insieme a Lada, affrontarlo in corpo a corpo.

    #5083
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    Quando l’oscurità si impadronì della stanza, Abel provò una sensazione di smarrimento…brancolare nel buio non era mai piacevole soprattutto se consapevoli di avere qualche eretico nelle vicinanze che ancora non era riuscito a visualizzare con certezza.
    Rimase sorpreso quando vide Pryce riuscire a penetrare l’oscurità con quella luce che sembrava sprigionare dal suo corpo, non l’aveva eliminata del tutto a almeno permetteva loro di vedere quello che succedeva nell’area.

    Abel non impiegò molto a visualizzare l’eretico che aveva tentato di colpire il Mistico e, seppur consapevole dell’enorme rischio, sapeva di doverlo affrontare in corpo a corpo “L’ho visto, ci pensiamo noi” disse a Pryce.
    Poi tirò fuori la sua spada e subito prima di lanciarsi all’attacco disse a Lada: “Dobbiamo affrontarlo da vicino, sparare ci farebbe perdere solo munizioni e creare più panico…ti unisci a me?”

    #5084
     Elan 
    Partecipante

    Fantastico, Leumann non la riconosceva (ma le aveva curato la spalla, quindi era veramente fantastico!), Selim era arrivato coi rinforzi e i rivoltosi li stavano ringraziando per il loro pronto intervento.
    Tutto meraviglioso, a conti fatti…
    Eppure, per qualche strana ragione, Megan non si sentiva affatto tranquilla. Anzi.
    A dirla tutta, dopo il casino della giornata e tutto quello che avevano tirato fuori sui Guardiani delle Libere Nazioni, non era sicura di essere troppo felice di avere a che fare nientemeno che con uno dei loro capi.
    Anzi, a dirla tutta non era felice per niente.
    Per carità, quegli uomini sembravano davvero devoti e le loro parole erano tutte molto belle ma…
    Non lo sapeva nemmeno lei, ma non era convinta.

    “Chi ha a che fare con questa nebbia credo che sia scappato da un pezzo. C’erano due uomini, durante lo scontro, che se ne sono andati poco prima che la nebbia esplodesse…”
    Cercò di descriverli meglio che poteva – e meglio che si ricordava, visto quanto era stato concitato quel momento… raccogliere i dettagli era sempre stato il suo forte, ma durante un combattimento risultava sempre un filino complicato.
    “Chiunque fossero è evidente che non volevano assolutamente farvi tenere questa fermata.” sottolineare l’ovvio a volte era così divertente…
    “Chi è che si sta occupando della conquista del Gran Bazaar?” domandò dopo un po’. Stava facendo un sacco di domande, e parlando troppo, un pochino anche in maniera insensata forse, ma stava facendo davvero una fatica mostruosa a star dietro tutti i casini che stavano succedendo.

    #5086
     Rilwen 
    Partecipante

    Lui era un Bauhaus, in fondo. Portava un nome difficile. Era quasi normale per lui comandare. Quindi non diede minimamente peso allo sguardo altrui, mentre sistemava le proprie armi e controllava che non avesse dei danni particolari, che non ci fosse qualcosa che non aveva visto, qualcosa che magari era stato coperto e di cui non si era accorto.
    Ma sembrava che non ci fossero problemi.
    Problemi che, invece, c’erano più avanti. Dovevano colpire, colpire alla svelta, e quella era stata veramente solo una perdita di tempo totale, che aveva fatto solo del gran danno.
    Cominciò a correre in direzione di quello che poi si mostrò completamente buio, di quel buio dato dall’Oscurità che non si può dissolvere con la luce normale.
    Fu Astrid ad occuparsi, mentre un Mastino cominciò a sbranare persone. C’era poco da fare. Accese il comunicatore.
    “Seishin. Sai cosa fare.” Non voleva dargli ordini veri e propri, il Nishima sapeva bene cosa fare.
    E anche lui.
    Corse verso il Mastino, ma non lo attaccò direttamente: cercò di girargli intorno per andare a colpire le zampe del bestio, nello specifico i tendini o quello che c’era. E usò tutte le capacità di cui era provvista la sua arma: l’elettricità.

    #5090
     Ilmarien 
    Partecipante

    Kasey Bates e Megan Reed
    Megan descrisse in dettaglio i due uomini. Mason si guardò intorno, e si consultò brevemente con due dei suoi uomini che sembravano sapere qualcosa. Poi disse: “Quelli di cui state parlando sono entrambi membri dell’Ordine della Fiamma Purificatrice, non so i loro nomi, ma uno di loro è un Missionario, l’altro è… una sorta di aiutante di quella Forsythe, il Mistico a capo dell’Ordine” poi si rivolse alla squadra dell’Inquisizione e ai Cybertronic “Abbiamo fiducia nel Cartello, ma se ci sono degli Eretici è la Fratellanza che ci può proteggere” e a queste parole ci fu un mormorio di assenso “posso provare a contattare…” “NO!” gridò Leumann facendosi avanti. Da sotto il cappotto estrasse un medaglione “Sono un Mistico, dell’Ordine dei Veggenti” a queste parole ci fu un mormorio di sorpresa e tutti i ribelli si inginocchiarono prontamente. Leumann rimase leggermente interdetto, forse non ci era abituato, e disse: “Il Cartello e… la Cybertronic” e pronunciò queste parole con enorme fatica “stanno assistendo l’Inquisizione nel tracciare alcuni Eretici…” lasciò la frase in sospeso, con l’esitazione tipica di chi sta per fare un salto nell’abisso.

    Richard lo guardò, incerto se intervenire ma rimase in silenzio: dopotutto Leumann era di rango nettamente più alto e la responsabilità era sua. Mentre parlava Leumann aveva lanciato una nuova occhiata a Megan, forse l’aveva riconosciuta: “Gli Eretici che stiamo cercando si sono nascosti nell’Ordine della Fiamma, corrompendolo dall’interno” disse infine, forzandosi a continuare. Alle parole del vecchio ci fu un’esclamazione di stupore. Mason si rialzò e disse: “Allora siamo a vostra disposizione per fermare questi Eretici. Non…” “Eretici nella Fratellanza? Ci avete mentito!” gridò uno di loro visibilmente sconvolto “Si, dite di portare la Luce, ma non riuscite nemmeno…” “Basta!!”. Mason accompagnò l’ultima parola sparando un colpo in aria e si girò verso i suoi uomini “Recriminare non serve!” iniziò in tono che non ammetteva repliche “Tutti gli sforzi dei Guardiani sono in pericolo. Cosa penserebbe Pryce se vi vedesse in questo momento, a insultare la Fratellanza e collaborando con degli Eretici?” a queste parole tutti si zittirono e chinarono il capo.

    Megan rimase sorpresa: Jonathan Pryce, il Mistico responsabile dell’arresto dei suoi genitori, e il fondatore dei Guardiani. Non comandava più da quando era finito in prigione, eppure la semplice menzione del suo nome aveva avuto un immediato effetto calmante. “M-Mason, mi dispiace, io…” “Va bene così, siamo tutti nervosi” disse Mason mettendo un braccio sulla spalla del suo compagno, poi li guardò e disse: “Guardiani! Andiamo a redimere il nostro nome, e portiamo a termine ciò che abbiamo iniziato!” e alzò il fucile mentre dal gruppo si levava un urlo di approvazione. Poi si diresse verso gli altri per conferire a voce più bassa e una volta fuori dalla portata dei suoi uomini disse: “Non so quali siano le vostre intenzioni nei confronti dei Guardiani, ma al momento ciò che conta è fermare questi Eretici. Francis, il nostro capo, sta guidando l’attacco al centro del Bazaar. Suggerisco di muoversi in fretta, io vi accompagnerò davanti e cercherò di convincere i Guardiani a lasciarci passare, ma se i membri dell’Ordine sono Eretici faranno di tutto per convincerli del contrario…” lanciò un’occhiata preoccupata ai suoi uomini “I miei uomini possono offrire supporto da dietro e dai fianchi ma non hanno né la vostra potenza di fuoco né le vostre protezioni, quindi è meglio che andiate avanti voi” e tacque aspettando che gli altri parlassero.

    Maximilian Richthausen
    Il comunicatore trasmise un forte brusio statico, ma Max riuscì a comunicare, dato che Seishin gli rispose con un cenno di assenso. Il Mortificator si lanciò sul Mastino, che ricambiò lanciandosi verso di lui: Max si buttò di lato e girò di scatto la lama che non colpì in profondità ma scavò un solco sulla spalla sinistra della bestia. Quest’ultima atterrò, i movimenti rallentati mentre cercava di recuperare la sensibilità nella zampa anteriore sinistra, dove la corrente elettrica della spada lo aveva colpito. E tuttavia scomparve e riapparve dietro al Mortificator, che nuovamente dovette balzare all’indietro per evitare il colpo. Per fortuna Max sapeva di quella bizzarra abilità dei Mastini in grado di teletrasportarsi a breve distanza durante uno scontro. La mandibola si chiuse evitando per un pelo la gamba di Max, che rotolò su se stesso e si rialzò. Il mastino si teletrasportò in avanti, riapparendo alle spalle di Max, il quale vedendolo sparire decise di provare a colpire alla cieca dietro di sé. Tuttavia il colpo non era preciso, e la bestia non ebbe problemi a evitarlo: mentre si preparava a un altro attacco, Seishin apparì improvvisamente a lato della bestia scavandole un solco profondo sul fianco con un singolo colpo di spada.

    Il Mastino ruggì, con un misto di rabbia e di paura, e fece per girarsi quando Saori, che fino a quel momento si era tenuta a distanza vicino ad Astrid, coprì la distanza che li separava a velocità innaturale, e, con tutta la spinta che aveva vibrò un fendente all’altezza del garrese. Il Mastino non riuscì a difendersi da quell’attacco inaspettato, che gli tranciò di netto la zampa posteriore. Prima che potesse scomparire nuovamente Max gli fu addosso e tirò un singolo, preciso affondo al volto. La lama entrò nella bocca della creatura e uscì perforandogli il cranio, uccidendolo all’istante. Diversi Guardiani avevano osservato la scena, sbalorditi. Astrid improvvisò e disse: “Dietro di noi c’è un’uscita, andate su per le scale, presto!” “Un’uscita, di qua, presto!” disse uno di loro e la voce si diffuse rapidamente, anche nella zona che era ancora immersa nella tenebra più completa. In poco tempo una settantina di persone stavano risalendo le scale verso Piazza delle Nazioni, e la squadra decise di muoversi in avanti. In quel momento Max distinse una figura umana nella penombra, pronta a colpire Astrid.

    Abel Brandt
    Lada obbedì prontamente, estraendo una spada dall’elsa finemente decorata, probabilmente un’arma di famiglia. Intercettarono l’individuo a una ventina di metri da Pryce: lui non si aspettava un attacco ma fu rapido a circondarsi di un’aura oscura, per cui il primo colpo di Abel venne semplicemente deviato. Lada fece per girargli intorno ma venne ostacolata dalla gente che si stava muovendo. L’Eretico dal canto suo rilasciò una fiammata dalle tonalità rosso cupo, che per un attimo riverberò nell’intera sala. Abel si buttò di lato ma non riuscì a impedire che alcuni venissero presi in pieno dalla fiammata. Il Bauhauser rotolò su se stesso e si rialzò, tirando un rapido affondo. L’Eretico non riuscì a evitarlo completamente: forse aveva sopravvalutato l’aura protettiva che lo circondava, forse non si aspettava che Abel fosse così svelto di riflessi, fatto sta che la lama lo colpì a un fianco penetrando di alcuni centimetri, prima che l’Eretico la deviasse con la sua spada, un’arma… della Fratellanza, almeno da quello che Abel poteva vedere al buio. Con la spada, l’Eretico incalzò rapidamente Abel: aveva una forza soprannaturale, e non sembrava curarsi minimamente della ferita, anche se stava palesemente sanguinando. In quel momento Lada gli fu addosso, rompendo l’attacco e costringendolo sulla difensiva, ma Abel capì che lo scontro era appena cominciato.

    #5104
     Meeme 
    Partecipante

    La gente parlava sempre troppo e quando succedeva qualcosa e le motivazioni per cui si stava combattendo subivano delle incertezze tutto sfociava nel dissenso. L’ex-tenente lo sapeva bene, motivare gli uomini era difficile, lei era riuscita a guadagnarsi la fiducia dei suoi commilitoni perché li aveva sempre protetti come una mamma orsa, aveva sanguinato insieme a loro, sudato, sparato una miriade di proiettili e riso alle lor battute. Aveva gioito con le loro famiglie, giocato a carte, bevuto birra e fumato sigari con loro condividendo sogni, speranze e paure. La linea che divideva un buon leader da un semplice capo era sottile e spesso chi si trovava al comando non la valicava mai credendosi superiore per grado o educazione.

    Si fece avanti risoluta con Stanford al suo fianco e sorrise. “Direi cosa stiamo aspettando?” Se era la potenza di fuoco che cercavano lei era la persona giusta, Bob era ancora funzionante e pronto a scaricare il suo arsenale a comando. “Sono un’ufficiale Cybertronic, io e Stanford, con il giusto supporto, possiamo darvi tutta la potenza di fuoco a nostra disposizione. Questi Eretici confondono le persone e le fanno dubitare. Andremo in aiuto del vostro capo, mister Mason, forse non siete abituati al supporto pesante, ma so come muovermi sul campo di battaglia e sono una specialista in situazioni di crisi. confermò pronta ad entrare in azione.

    #5105
     Elan 
    Partecipante

    Diamine se quei tizi erano dei fanatici!
    Gli era bastato sentire il nome di Pryce e subito si erano messi calmi, nonostante gli anni che il capo dei Guardiani aveva passato (e che – fino a prova contraria – ancora passava) in prigione.
    Megan scosse la testa.
    E poi la gente aveva il coraggio di dire che erano quelli della Fratellanza ad essere i fanatici…

    Poi si fece avanti quell’ufficiale Cybertronic, proponendo di muoversi, e furono probabilmente le parole più sensate che Megan avesse sentito da quando aveva messo piede in quel postaccio.
    “L’Ufficiale ha ragione. Gli Eretici, chiunque essi siano e chiunque essi fossero – lanciò un’occhiataccia a chi aveva accusato la Fratellanza poco prima – di sicuro non staranno ad aspettare che noi finiamo le nostre chiacchiere. Qualsiasi cosa abbiano intenzione di fare, lo faranno, e lo faranno molto più facilmente se non ci muoviamo ad andarli a fermare.”
    Mosse i piedi un poco a disagio, rimpiangendo come non mai i giorni di semplice, tranquillo e anonimo servizio dietro la sua adorata scrivania al giornale.

    Guardò Leumann.
    “Non si sono mai visti Inquisizione, Cartello e Cybertronic lavorare insieme… ma magari potrebbe venire finalmente fuori qualcosa di buono.”
    E, sicuramente, a ben pensarci sarebbe stato un articolo capace di far faville…

    #5108
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    In quel breve momento di pausa creato grazie all’intervento tempestivo di Lada, Abel disse a Pryce: “Ci serve qualcosa che ci permetta di vederlo…lo stiamo impegnando ma è dannatamente ostico”.

    Non aveva idea di quello che stava succedendo intorno a lui ovviamente, sapeva solo che stavano lottando in mezzo alla gente e che qualcuno era stato involontariamente vittima di colpi diretti a lui.
    “Joan, se hai possibilità mandaci qualcuno in supporto e che sappia cavarsela nel corpo a corpo!” disse infine prima di rilanciarsi nella mischia.
    L’unica cosa di cui era quasi certo è che doveva trattarsi di un membro della Fratellanza, ma visto che dovevano muoversi al buio l’unica via plausibile era cercare di sovrastarlo nel numero.

    #5109
     Rilwen 
    Partecipante

    Però non era male poter dire di aver ucciso un Mastino. Non tutti potevano dirlo, soprattutto non tutti potevano dire di essere sopravvissuti a tale incontro. Era stata anche fortuna, era stato anche grazie all’aiuto dei suoi compagni. Fece un cenno a Saori e a Seishin in segno di ringraziamento, cominciando poi a correre insieme agli altri. Sentiva l’adrenalina vibrargli nel corpo, sentiva di essere potente, sentiva di non essere fermabile.
    Aveva energia da vendere, stava facendo cose che non si sarebbe mai aspettato di fare.
    … e Astrid era in pericolo.
    Si era instaurato, forse, una specie di rapporto tra i due, quantomeno di rispetto per l’abilità dell’altro, e non voleva che tale rapporto si rompesse.
    Chiuse gli occhi e raccolse a sé le abilità che gli era stata concessa dall’Arte: fece muovere la polvere che sicuramente si era creata in tutto quel casino per creare una specie di barriera prima di Astrid, cui gridò nel comunicatore “ATTENTA. Davanti a te!”

    #5112
     Ilmarien 
    Partecipante

    Megan Reed
    Mentre gli altri parlavano sentì la voce di Leumann nella sua testa: “Signorina Reed, mi scusi se non l’ho riconosciuta, l’uniforme del Cartello mi ha confuso. Presumo che il Doomtrooper sia al corrente della sua posizione dato che sta lavorando con la sua squadra sul campo. Le consiglio tuttavia di non farsi vedere senza elmo, se uno di questi poveracci ala riconosce la sua carriera di giornalista è a rischio…”. Il tono era sincero e preoccupato, con una nota di pragmatismo in mezzo. Rispetto a come lo aveva visto in passato, sembrava spaesato, come in balia degli eventi.

    Megan Reed e Kasey Bates

    Le parole delle due donne colsero nel segno. Mason fece segno ai suoi uomini di muoversi e disse: “Andiamo, prima li fermiamo, meglio è”. Il gruppo si mosse, con la squadra dell’Inquisizione e della Cybertronic in prima linea, e il resto del gruppo dietro pronto a dare supporto. Salirono la scala e girarono nel grande corridoio che portava al Bazaar e qui si fermarono. A metà del corridoio c’era una barriera di oscurità, che sembrava assorbire ogni luce, e pareva refrattaria anche agli infrarossi e alla tecnologia Cybertronic. Leumann si fece avanti, si circondò di un’aura di luce, alzò la mano sinistra e una pulsazione di luce, simile a quella che aveva distrutto gli scheletri, emanò dalla sua mano verso la zona di oscurità.

    Quando entrò in contatto con l’oscurità la luce si affievolì ma sembrava respingerla e riuscirono a intravvedere la fine del corridoio, quando si apriva in quello che probabilmente era il Bazaar. Poi l’onda di luce si dissolse e l’oscurità invase nuovamente metà del corridoio. “Che il Cardinale ci protegga!” disse una voce spaventata dalle retrovie “Che il Cardinale strafulmini questi Eretici!” replicò Leumann stizzito. Si girò verso gli altri: “Non va bene, hanno un qualche tipo di artefatto che genera questa cupola di oscurità. Posso proteggere alcuni di noi, ma non tutti” disse, rivolgendosi nello specifico a Mason. Quest’ultimo annuì e tornò verso i suoi uomini, prendendone alcuni in disparte [Kasey: senti che sta ordinando loro di tenere la stazione della metro, senza ostacolare la Fratellanza o dei Corporativi che vengano a combattere gli Eretici]. Poi tornò verso la squadra e disse: “Io vi accompagno, ci vorrà qualcuno che spieghi la situazione a Francis… se è ancora vivo. Padre” proseguì rivolto al Mistico “il nostro capo aveva un’armatura potenziata Mishima, pensate che l’oscurità possa corromperla?”. Leumann esitò un istante, poi rispose: “è ancora presto per trarre delle conclusioni, affrettiamoci e vedremo, al momento restate tutti vicino a me”.

    Megan notò la faccia estremamente scettica di Selim, nonostante le parole di Leumann il Doomtrooper non sembrava nutrire molte speranze al riguardo. La mano sinistra di Leumann si illuminò nuovamente di luce, questa volta continuata, e il gruppo si avviò mentre le tenebre recedevano lentamente all’avanzare del Mistico, ma le luci normali comunque non funzionavano più, era come se fossero incapaci di diffondere la luce nell’ambiente, come stelle in un cielo notturno. La tensione nel gruppo era palpabile mentre avanzavano, erano tutti molto nervosi nei confronti di quel muro di oscurità, pronti a veder comparire non so quale immonda bestia.

    Kasey Bates
    Nel momento in cui la Cybertronic entrò nella zona, sentì immediatamente una serie di sussurri nella penombra: controllò nervosamente i propri impianti. Le numerose protezioni della Cybertronic aiutavano, così come la presenza di Leumann, ma non completamente. Mentre cercava di ignorare i sussurri, sentì la voce di Stanford nella propria mente: “Me*da! Te l’ho mai detto che ODIO l’Oscura Simmetria? Qualsiasi cosa abbiano fatto dev’essere veramente forte, direi di spegnere tutti gli impianti fino a quando non c’è da combattere, tenendo attivo solo il link per comunicare, almeno minimizziamo i rischi di corruzione…” disse mentre i suoi movimenti si facevano meno sciolti.

    Maximilian Richthausen
    La ventata di polvere e detriti colpì la figura in pieno mentre si stava lanciando fuori dal nascondiglio, sbilanciandola, anche se non abbastanza da farle interrompere l’attacco. Saori afferrò al balzo la situazione e si lanciò in avanti, deviando la lama che mancò Astrid di pochi centimetri. Saori vibrò un rapido colpo di taglio, ma la figura svanì, come immergendosi nelle ombre circostanti. “Fate scudo intorno a lei!” ordinò Saori alle guardie che l’accompagnavano, le quali circondarono subito Astrid, al momento la loro unica sorgente di luce. E non un attimo troppo presto, la figura ricomparve tranciando a metà due delle guardie e vibrando un colpo alla testa della Valchiria, che riuscì a deviarlo con la sua lancia. Quando Astrid perse la concentrazione l’intera zona di luce tremolò e fu quasi sul punto di scomparire: “Qualcuno mi levi questo §#£&%$* di dosso!!!” disse Astrid dando sfogo a una serie di espressioni molto colorite. Aveva bloccato il suo attaccante, ma usando una mano sola non poteva impedire alla spada nemica di scivolare lentamente verso di lei.

    In quel momento Seishin apparve all’improvviso di fianco al nemico, che si girò di scatto per parare l’attacco. Seishin tuttavia scomparve nuovamente prima di attaccare e ricomparve dall’altra parte, mollandogli un violentissimo calcio all’addome. Max fu rapidissimo a intuire le intenzioni del Samurai, si era messo in modo da disorientarlo, allontanarlo da Astrid e poi lo aveva spinto dritto in mezzo alla folla, dove per lui era difficile concentrarsi e svanire nuovamente. Nel fare tutto questo, lo aveva avvicinato al Mortificator, che fino a quel momento era stato impossibilitato a intervenire a causa della folla di persone che stava passando. Non appena fu a portata vide che il loro avversario si stava concentrando nuovamente, pronto a usare un Dono Oscuro contro di loro. Vibrò un colpo di taglio e successivamente lo colpì al colto con il calcio della pistola, e vide l’energia oscura disperdersi. Mentre si preparava ad affrontarlo, il Mortificator vide che Saori e Seshin stavano prendendo posizione intorno all’Eretico, pronti ad attaccare.

    Abel Brandt
    “Con questo buio non ci vedo niente, e il mio visore non funziona!” disse Joan nel comunicatore in un violento sfogo di rabbia e frustrazione. Improvvisamente l’Eretico rilasciò un violento getto di fulmini, che colpì sia Abel che Lada, stordendoli temporaneamente. Abel attraverso il dolore lo vide prendere la spinta e saltare, con una forza innaturale, verso Pryce. Improvvisamente un singolo colpo di fucile a pompa lo prese in pieno petto, scagliandolo all’indietro, dove rotolò e si rialzò in piedi, prima di ricevere un secondo colpo che lo sbalzò nuovamente all’indietro. Abel ora riusciva a muoversi e senza por tempo in mezzo ingaggiò nuovamente il suo avversario con una serie di fendenti mirati a distrarlo più che a un piano d’attacco preciso: dopotutto il suo scopo era guadagnare qualche secondo per riacquistare la piena mobilità e dare tempo anche a Lada di riprendersi.

    Finalmente ebbe modo di vedere che era stato Thomas a sparare: si teneva abbastanza lontano, privo com’era di un’armatura, ma il suo fucile a pompa era un vecchio modello Mandible, e la sua discreta potenza d’impatto faceva egregiamente il suo lavoro anche contro quell’Eretico. Quest’ultimo rotolò in avanti per liberarsi di Thomas mentre quest’ultimo stava ricaricando, ma Lada si frappose deviando il colpo e bloccando l’attacco. Abel ne approfittò per attaccare anche lui, ma l’Eretico si girò e parò il colpo. Abel abbassò il tiro e il colpo strisciò sulla gamba dell’avversario, senza però riuscire a ferirlo. L’Eretico balzò all’indietro e si preparò per un nuovo attacco: in quel momento Abel sentì la voce ansimante di Thomas, per fortuna ancora illeso “Ci serve un piano. Idee?”.

    #5117
     Rilwen 
    Partecipante

    Il problema di tutto ciò era, tra le altre cose, che quella era una stanza in cui non si vedeva praticamente nulla – fatta eccezione per la luce di Astrid – e in cui c’erano un pochino troppe più persone di quanto avrebbe voluto. Chiamatelo problema da poco.
    Seishin aveva portato l’Eretico, in qualche modo, accanto a lui, o, meglio, in mezzo al casino, così che fosse più difficile per l’altro concentrarsi e *fare cose* (non siate maliziosi). Era molto abile, il Mishima, e Max si rendeva conto di quanto fosse davvero importante equilibrare le abilità tra i vari combattenti, unirle, per un fine più alto e migliore.

    Era praticamente accanto a lui, ora, e Seishin e Saori erano pronti a vibrare il loro colpo.
    “Insieme. Al mio tre. Ognuno da una parte diversa. Io prendo il petto.”, disse nel comunicatore, mentre attivava la spada Mortis per lanciarsi contro di lui, di petto, e cercar di finire tutto quel casino.

    #5141
     Meeme 
    Partecipante

    Una semplice passeggiata al buio non sarebbe stata così terrificante, lei era una veterana, aveva combattuto contro esseri guidati dall’oscura simmetria, ma ogni volta era sempre peggio.
    La voce di Stanford nella testa le fece dimenticare quello che era successo quando aveva smesso di essere una tenente unendosi alla Cybertronic.
    *Va tutto bene, Stan. Spegniamo gli impianti e restiamo calmi e concentrati.* gli mormorò attraverso il link neurale.

    Dovevano fidarsi di Leumann e della sua capacità di tenerli al sicuro, avrebbe avuto la sua occasione per rompere la faccia ai servi dell’oscura simmetria, ma doveva restare concentrata e paziente.
    Si sarebbe volentieri accesa un sigaro, ma si limitò a stringere la mano a Stanford sorridendogli.
    *Vedrai che ce la caveremo. Ho davvero voglia di portarti fuori a cena, Stan e non sarà l’oscura simmetria a fermarmi!* gli sussurrò via link facendogli l’occhiolino.
    L’unica cosa che potevano fare al momento era proseguire e restare calmi.

    #5144
     Elan 
    Partecipante

    Megan non si aspettava quella comunicazione mentale, e rimase per un attimo sorpresa e piacevolmente colpita dalla preoccupazione di Leumann. Non ricordava di averlo mai visto così – in un certo senso – premuroso e gentile, ma soprattutto spaesato.
    “Non vi preoccupate… non sono sicura di riconoscermi nemmeno io!” gli rispose in tono conciliante.
    “Non ho davvero intenzione di farmi riconoscere da tutti, e questo è il travestimento migliore del mondo!” avrebbe riso, in una situazione diversa, ma non si sentiva ancora del tutto completamente a suo agio.

    Non che la situazione lo permettesse, in realtà, ma se avessero iniziato ad agitarsi le cose non avrebbero fatto altro che precipitare ancora di più.

    E quasi a confermare i suoi pensieri, la faccia di Selim parlava più di mille parole.
    Era scettico, e forse anche un pochino disilluso.
    Gli si avvicinò, e lo colpì piano con una spalla, per attirare la sua attenzione e fargli sentire la sua vicinanza.
    “Se continui a fare quella faccia rischi che Leumann te la dissolva come sta facendo con questa oscurità!” gli disse divertita.
    Si sentiva sempre più sicura quando stava vicino a lui.
    “Vedrai che in qualche modo la scamperemo anche questa volta… anche se non ho ancora capito se tutte situazioni in cui andiamo a picchiare i cattivi insieme valgono come appuntamenti oppure no!”

    #5147
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    Abel in quel momento cercò di visualizzare la posizione dell’eretico per verificare la presenza in lui di qualche impianto cibernetico da poter eventualmente mettere fuori uso e poi si rivolse ai suoi compagni.

    “Non abbiamo molte alternative se non quella di continuare ad attaccare in corpo a corpo…Thomas tu aspetta un mio segnale e fai fuoco quando te lo dico io, vediamo se così riusciamo a eliminarlo definitivamente, tu hai altre idee Lada?” chiese prima di ripartire all’attacco.

    In quel momento l’unica soluzione era giocare di squadra, lui non vedeva altre alternative e più di così non avrebbe proprio saputo che fare.
    “Lo stiamo mettendo in difficoltà, dovrà cedere prima o poi”

    #5153
     Ilmarien 
    Partecipante

    Abel Brandt
    Lada non rispose a voce ma gli fece invece segno di mettersi in posizione, in modo che potessero avvicinare l’Eretico da parti opposte. Lei si lanciò in avanti in una serie di finte per dare tempo ad Abel e a Thomas di prepararsi, mentre Thomas ricaricava freneticamente il fucile. Lada fece per allontanarsi ma l’Eretico non le diede tregua, vibrando un colpo all’addome con forza sovrannaturale. Lei riuscì a evitare buona parte del colpo ma Abel la vide piegarsi in due. Tuttavia in questo modo l’Eretico si era esposto e Thomas gli scaricò in faccia due colpi di fucile: il primo venne assorbito da quelle strane ombre che lo circondavano, ma il secondo lo prese in pieno petto, strappandogli la pelle e rivelando del metallo e dei cavi, probabilmente indicativi di impianti necrobionici. L’Eretico reagì con rabbia scagliandosi contro Thomas ma a quel punto fu Abel ad attaccare: aveva pazientemente aspettato che il suo avversario fosse distratto, e ora era arrivato il suo momento. Vibrò un pericoloso affondo alla testa che l’Eretico riuscì a malapena a deviare; immediatamente girò la spada mentre passava oltre il suo avversario e tirò un colpo, forte ma non particolarmente preciso, alla gamba. Sentì la lama scivolare su qualcosa di molto resistente mentre rotolava rapidamente fuori pericolo.

    L’Eretico vibrò un pericoloso fendente verso Thomas, che fu rapido da allontanarsi: l’Eretico lo avrebbe incalzato ma di colpo la gamba colpita cedette e fu costretto ad abbandonare l’attacco per riprendersi. Abel ebbe il tempo di esaminare la situazione: il colpo alla gamba lo aveva ferito molto più seriamente di quanto non avesse sospettato, perché pur non essendo penetrata molto in profondità la spada di Abel gli aveva tagliato di netto il tendine, ed era solo grazie agli impianti necrobionici che il loro avversario riusciva ancora a stare in piedi. Thomas, che stava dimostrando una notevole presenza di spirito, approfittò quasi subito della difficoltà del suo avversario per sparargli un colpo a bruciapelo, questa volta colpendolo alla testa, strappando completamente la pelle dal teschio di metallo, che ora baluginava di un’inquietante luce verdastra. Lada improvvisamente rientrò in scena e lei e Abel attaccarono insieme, giusto mentre l’Eretico estraeva una pistola per restituire il favore a Thomas e Lada lo colpì con estrema violenza al polso, tranciandoglielo di netto. L’Eretico, apparentemente insensibile al dolore, reagì tracciando un ampio arco con la sua spada per colpirla alla testa: lei parò il colpo all’ultimo momento e una pioggia di scintille si scatenò quando le due armi cozzarono a così grande velocità.

    Lada si tuffò rapidamente fuori pericolo lasciandosi cadere, e questo lasciò l’Eretico nuovamente scoperto per un attacco di Abel, questa volta un preciso, chirurgico colpo alla base del collo, accompagnato dal peso del corpo e dalla spinta della rincorsa. La spada del Bauhauser penetrò in profondità nel collo dell’Eretico, stridendo mentre incontrava ancora una volta il metallo. Per un attimo Abel ebbe timore che la sua arma non ce la facesse e restasse incastrata nel collo dell’avversario, poi con un innaturale rumore metallico la spada tranciò gli impianti dell’avversario e il suo corpo senza testa cadde a terra. Osservando il corpo dell’avversario, Abel capì di avere appena sconfitto un Cacciatore Oscuro, una delle macchine da guerra dell’Oscura Legione, individui completamente ricostruiti e ciecamente devoti all’Oscura Simmetria. Thomas era pallido come un cencio, e dopo poco si girò e vomitò quanto aveva nello stomaco, non aiutato dall’odore di decomposizione che emanava dal corpo. Lada si rialzò stancamente tenendosi l’addome: quando Abel le si avvicinò si appoggiò a lui e disse: “Sto bene… tenevo la pistola… alla cintola…” disse mentre cercava di respirare per riprendere fiato “e ha assorbito… buona parte dell’urto… avrò solo… un gigantesco livido probabilmente” disse lasciandosi sfuggire un sorriso di vittoria.

    Abel si guardò intorno per valutare se ci fossero altri rischi e vide avvicinarsi Joan, che si muoveva a tentoni, evidentemente senza il visore non ci vedeva al buio. Vide anche, in quel momento, una seconda luce, molto più piccola, entrare da uno dei corridoi del Bazaar, proveniva dalla mano alzata di una donna con l’armatura delle Valchirie [OOG: uno dei corpi d’élite della Fratellanza], e di fianco a lei vide alcuni Mishima, tra cui riconobbe Seishin, quello strano Samurai che lo aveva aiutato qualche mese fa.

    Maximilian Richthausen
    Vedendosi circondato, l’Eretico cercò nuovamente di usare un Dono Oscuro, e Max vide una parte del suo volto venire consumata dall’energia oscura che aveva evocato. Conosceva quei sintomi: quando un Eretico non riusciva a usare i Doni poteva appellarsi all’Oscura Simmetria per farlo ma a caro prezzo sulla propria pelle. Era una soluzione estrema, e voleva dire che l’Eretico era in seria difficoltà. Tuttavia il Dono Oscuro si attivò e l’Eretico scomparve per riapparire alle spalle di Astrid: tuttavia il Mortificator aveva intuito le sue intenzioni e, impossibilitato a raggiungerlo, gli sparò tre colpi in faccia per interrompere il suo attacco, poi scagliò la sua spada attraverso la stanza. L’arma volò in una nuvola di elettricità e scintille prima di piantarsi nel petto dell’Eretico: una violenta scarica elettrica attraversò il corpo dell’avversario, paralizzandolo, mentre Max rapidamente chiudeva la distanza aiutato dal jetpack dell’armatura. Estrasse la spada dal petto dell’Eretico, che cadde in avanti: prima che potesse crollare su un lato, il Mortificator lo decapitò con un colpo netto, scagliando il suo corpo a terra e facendo volare la testa per la stanza. Astrid tirò un grosso sospiro di sollievo, mentre Seishin, che aveva estratto un fazzoletto per pulire la sua spada, disse: “Un Mortificator” e c’era una chiara nota di ammirazione nella sua voce “se non altro la Fratellanza ha mandato il meglio del meglio ad aiutarci” disse a Saori. “Già, ma direi che è meglio muoversi, mi pare…” si concentrò un istante “c’è qualcuno che sa usare l’Arte in… quella direzione… qualcuno di molto potente, i suoi poteri sono come un faro nella notte” disse con una certa sorpresa.

    Il gruppo si mosse rapidamente, mentre la gente continuava a fuggire dalle scale che loro avevano liberato e presto arrivarono in una zona illuminata, la sala centrale del Gran Bazaar. Quella strana oscurità era ancora attiva, ma la luce proveniva da una singola figura, il cui corpo brillava come una stella: “Oh, Wow!” disse Astrid guardando la sua piccola lucina “quello è almeno un Mistico, forse addirittura un Custode dell’Arte” disse agli altri. Max rifletté che aveva ragione: non era un esperto dell’Arte dell’Esorcismo, ma ci voleva un notevole quantitativo di potere per allontanare le tenebre in un’area così vasta.

    Abel Brandt e Maximilian Richthausen
    Dalla parte opposta in cui si trovavano, una terza luce comparve nella stanza, emanata dalla figura minuta di un vecchio. Pur non essendo neanche lontanamente paragonabile a quella della figura principale, era sicuramente di più della piccola luce della mano della Valchiria. Intorno a questo vecchio c’erano due figure in armatura pesante da Mirromen accompagnate da un gigantesco Corazziere, quindi probabilmente anche degli agenti Cybertronic erano stati coinvolti. Di fianco erano visibili anche un’armatura Bauhaus, due armature leggere del Cartello e un’armatura da Inquisitore della Fratellanza che dalla distanza sembrava danneggiata.

    Megan Reed
    Leumann le rispose con un sorriso e un cenno del capo, mentre si concentrava sull’oscurità che si ergeva davanti a loro. Selim le rispose invece sottovoce: “Mah, la tecnologia Mishima non è… molto resistente… è vero che siamo su Luna, dove la presenza del Cardinale rende tutto più resistente, però non mi farei molte illusioni”. Alle parole successive di lei sorrise dolcemente e rispose: “Direi che contano, vuoi mettere quanti argomenti di conversazione hanno scatenato?” disse ridendo.

    Kasey Bates
    “Si, hai ragione” le rispose Stanford recuperando la calma. Quando lei gli strinse la mano fu vagamente sorpreso ma dopo un momento gliela strinse a sua volta “D’accordo, sistemiamo questi Eretici e poi andiamo a cena, e in fretta, dato che mi è tornata fame” aggiunse ridendo. Kasey fece un rapido controllo a Bob, ma la tecnologia rozza dei suoi impianti sembrava sufficientemente schermata contro l’Oscura Simmetria da rendere il Corazziere immune all’oscurità.

    Kasey Bates e Megan Reed
    Il gruppo proseguì raggiungendo diversi gruppi dei ribelli, che si erano rifugiati all’interno dei vari negozi. Mason si fece riconoscere e disse loro di andare alla stazione della metropolitana. C’erano anche decine di morti a terra, tra cui anche dei carnofagi e qualche sparuta guardia in armatura. Raggiunsero presto la sala centrale dell’intero complesso del Gran Bazaar, che contrariamente alle loro aspettative era illuminata. L’aura di oscurità era ancora attiva, ma una singola figura, che brillava come una stella, aveva confinato le tenebre nei recessi più oscuri della sala. “Probabilmente un altro Mistico” disse Leumann agli altri. C’era anche un’altra luce nella parte opposta della sala, apparentemente emanava dalla mano di una figura in armatura. [Megan Reed: riconosci la figura che brilla come una stella, è il Mistico Jonathan Pryce, quello che ha fatto arrestare i tuoi genitori, e che in teoria doveva essere in prigione].

    #5172
     Meeme 
    Partecipante

    Il contatto con Stanford era piacevole e serviva ad entrambi per continuare a camminare in mezzo a quella oscurità deforme. Rise anche lei quando lui ammise di avere fame. “Ho fame anche io, non temere!” aggiunse con un pizzico di malizia non del tutto voluta. Aveva voglia di baciarlo, ma quello non era il momento opportuno e poi non stavano ancora per morire, voleva giocarsi la carta “bacio” in situazioni di vera emergenza in modo da poter essere giustificata.
    Stava ragionando sull’aria fritta, ma anche quello la aiutava a respingere l’Oscura Simmetria, quello e la mano di Stanford nella sua.

    Bob procedeva insieme a loro, il bestione era ben schermato e Kasey sperò bastasse a tenerlo al sicuro, l’ultima cosa che desiderava era un Bob arrabbiato e pronto a rivoltarsi contro di loro.

    “Spero sia dalla nostra parte, altrimenti lo userò come bersaglio per le armi pesanti!” disse l’ex tenente scherzando per alleviare la tensione. Tutti quei morti sarebbero stati difficili da dimenticare, ma lei era un soldato e quella vista era normale per lei, normale e terribile nella sua normalità.

    #5281
     Elan 
    Partecipante

    Scherzare con Selim le faceva bene ed era sempre piacevole. Avrebbe voluto avere più tempo da trascorrere con lui, magari da soli, magari senza cattivi random che volevano uccidere tutti.
    Ma, evidentemente, era un desiderio più utopico che altro. Per questo quei piccoli momenti di risata erano indubbiamente la cosa migliore che potesse avere.
    “Devi essere più ottimista! In fondo siamo ancora vivi – nonostante tutto – e ti posso assicurare che in molte occasioni non ci avrei scommesso un soldo bucato!”

    Stava ancora sorridendo, quando raggiunsero la sala centrale del Gran Bazaar.
    Ci mise un pochino ad adattare gli occhi a quella luce tanto forte, ma quando riconobbe la persona che la emanava per poco non fece un colpo. Si bloccò di scatto, stringendo più forte la mano di Selim.
    “E’ Jonathan Pryce…” disse in un sussurro – meno di un filo di voce – a Selim. Non sapeva se l’avrebbe riconosciuta, non sapeva se si ricordava dei suoi genitori, e in realtà non sapeva nemmeno il perché di quella sua… paura. Però era così. Quella presenza le faceva paura, e non poca.

    Comunicò la stessa cosa mentalmente anche a Richard e a Leumann – essere messi al corrente di chi avevano di fronte non sarebbe stato un male – e poi aggiunse un incerto “Non sarebbe dovuto essere in prigione…?”
    Era solo una comunicazione mentale, ma la sua insicurezza – e probabilmente anche la sua paura – trasparivano comunque.

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