I Guardiani delle Libere Nazioni

Questo argomento contiene 290 risposte, ha 6 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Ilmarien 6 anni, 6 mesi fa.

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  • #5555
     Ilmarien 
    Partecipante

    Il resto dello scontro fu breve e brutale. Senza quel manto di oscurità gli Eretici si muovevano più lentamente, e usavano i loro poteri con maggiore difficoltà, forse ostacolati dalla vicinanza della Grande Cattedrale di Luna, il cui potere brillava come un faro nella notte. Il primo a cadere fu quello che sparava fiamme, stordito da Megan e abbattuto da un singolo colpo di spada di Selim, che lo tagliò in due all’altezza del torso. Kasey mollò un calcio a un altro, mandandolo dritto dritto addosso a Bob, che lo crivellò di almeno una ventina di colpi. Il terzo si lanciò addosso a Kasey, ma ormai era stanco e non rappresentava una vera minaccia per la Cybertronic, che schivò l’attacco e gli mollò un pugno, facendolo finire contro il muro stordito, dove Max lo finì rapidamente con un singolo colpo alla testa. Abel si concentrò sull’ultimo rimasto, che era concentrato sul cercare di raggiungere Leumann. Saori, che si era ripresa, lo bloccò a metà strada, ma era ancora dolorante delle ferite subite e non sarebbe durata a lungo. In quel momento Abel e Lada lo raggiunsero alle spalle, lui da sinistra, lei da destra. Lada lo colpì in basso, subito sotto il ginocchio, tagliando il tendine. L’Eretico cadde in avanti ma prima che potesse cadere Abel lo colpì dall’alto decapitandolo con un singolo fendente.

    Ci fu un momento di gradito silenzio quando l’ultimo Eretico cadde ucciso, e il gruppo ebbe il tempo di riprendersi mentre la Valchiria e Leumann fecero il giro curando i feriti. Alla fine erano morte le guardie Mishima e Mason, che era stato colpito da uno dei cecchini. La squadra dell’Inquisizione preparò una cassa in cui misero quello che restava del marchingegno in modo da poterlo studiare una volta al sicuro. Una volta ripresi dallo scontro, il gruppo si rimise in marcia tornando nella sala centrale del Gran Bazaar. Pryce era rimasto ad aspettarli, ma buona parte della sala si era svuotata. Restavano una trentina di Guardiani che sorvegliavano altrettanti prigionieri, tutti con l’uniforme della Luna Corporate Security, la compagnia che manteneva l’ordine al Gran Bazaar per conto dei vari cartelli criminali di Luna City.

    Pryce accolse il gruppo con un profondo sollievo: “Grazie per avere eliminato la minaccia dell’Oscura Simmetria. Non appena la luce è tornata, i Guardiani si sono diretti a Piazza delle Nazioni” spiegò Pryce “ho detto loro di aspettare il tuo arrivo, Francis” disse rivolgendosi al suo vecchio compagno, che fece un cenno d’assenso mentre si guardava intorno timoroso. “Signori, parliamoci con franchezza” proseguì l’ex-Mistico “siete l’unica forza nel Distretto in grado di fermare i Guardiani e disperdere la folla che si è radunata nella piazza. Personalmente vorrei che la rivolta avesse successo, ma d’altro canto vorrei evitare un bagno di sangue. Per quanto riguarda i Mishima presenti, posso assicurarvi che i vostri stabilimenti non saranno toccati: per quanto riguarda il Cartello” continuò rivolgendosi a Selim e a Megan “dobbiamo occupare l’ospedale ma ho dato ordini rigorosi di non ferire in alcun modo chi non oppone resistenza”. “Queste sono le richieste che i Guardiani delle Libere Nazioni intendono fare alle Corporazioni” e produsse alcuni fogli che fece passare al gruppo in modo che tutti potessero leggere.

    Manifesto delle Libere Nazioni:
    Noi, i Guardiani delle Libere Nazioni, chiediamo a Sua Santità il Cardinale Supremo Alexander VII:
    1. Di riconoscere gli obiettivi di giustizia sociale e la legittimità dei Guardiani delle Libere Nazioni di fronte alle corporazioni.
    2. Di rilasciare il Mistico Jonathan Pryce dalle carceri dell’Inquisizione, salvo accuse direttamente collegate all’Oscura Simmetria
    3. Di imporre alle corporazioni di destinare l’1% dei loro profitti a nutrire la popolazione povera di Luna City, in seguito da estendere agli altri pianeti del Sistema Solare
    4. Di imporre alle corporazioni di abbandonare il lavoro minorile al di fuori di mansioni leggere e comunque non superiore alle 12 ore a settimana.
    5. Di decretare, in accordo con i principi della Fratellanza, che tutti gli uomini e le donne hanno diritto a essere retribuiti per il proprio lavoro, condannando la schiavitù
    6. Di imporre al Cartello che un membro dei Guardiani sieda nel Consiglio di Sicurezza e abbia qualche voce in capitolo nella gestione delle risorse del Cartello a Luna City, in seguito da estendere agli altri pianeti del Sistema Solare.
    7. Di condannare come estremisti i membri dell’Ordine della Fiamma Purificatrice.
    8. Di destinare una parte delle entrate della Fratellanza nell’educazione pubblica degli abitanti di Luna City.
    9. Di creare dei consigli di cittadini in ogni distretto, finanziati tramite l’articolo 3, per migliorare le loro condizioni di vita. Tali consigli saranno strettamente monitorati dalla Fratellanza ma saranno indipendenti dalle corporazioni e dal Cartello.
    Questo noi chiediamo a Sua Santità, che la Luce della Fratellanza guidi i nostri passi.
    I Guardiani delle Libere Nazioni

    Francis lanciò un’occhiata al manifesto e disse a Pryce: “Thomas ha voluto aggiungere l’articolo 7 qualche tempo fa, io l’avevo fatto togliere, ma a questo punto non credo che nessuno obietterà” disse con un sorriso malinconico.

    #5563
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    Quando anche l’ultimo eretico venne ucciso, Abel si fermò un attimo e fece un bilancio della situazione: alla fine non era andata poi così male…certo avevano faticato per eliminarli ma il bilancio rispetto ai loro morti era nettamente superiore, paradossalmente la fatica più grande forse dovevano ancora affrontarla e si trovava in Piazza delle Nazioni.

    Abel già sapeva quello che Pryce avrebbe detto, nel tentativo di convincere tutto il gruppo a stare dalla sua parte e sapeva pure che avrebbe distribuito quei volantini che lui ovviamente non aveva bisogno di leggere, tuttavia non era sicuro che tutti lo potessero appoggiare quindi si sentì in qualche modo “costretto” a intervenire in suo favore.

    Si avvicinò quindi a Pryce e si rivolse a tutto il gruppo: “Personalmente io non posso che appoggiarlo…Signori, credo che voi tutti conosciate la sua storia per come ve l’hanno raccontata ed era più o meno quella che sapevo io prima di dovermi accertare se fosse davvero un pericolo per l’umanità e lasciarlo libero di combattere con noi. Ho avuto modo di documentarmi e parlare con lui e son certo che la sua fama malvagia è stata molto ingigantita rispetto alla realtà…e se pensate che abbia potuto influenzarmi con qualche potere vi sbagliate, ho una certa esperienza in interrogatori e so quando tentano di incastrarmi e in ogni caso Lada era con me fin dall’inizio e può confermare le mie parole” evitò di raccontare che, dalle carte che aveva letto, Pryce sembrava essere stato incastrato da poteri più forti di lui…quello forse sarebbe stato un tantino eccessivo da credere sulla parola.
    “Siete liberi di schierarvi dalla parte che volete ovviamente, io so che se cercheremo di appoggiarli anche in merito a quello che hanno fatto per noi oggi potremo trovare un accordo che soddisfi tutti quanti ed eviteremo spargimenti di sangue inutili”

    Non aveva idea di come avrebbero reagito, di certo non si sarebbero aspettati un discorso così da un “rigido” Bauhauser e sarebbe stato divertente vedere le loro reazioni, ma dopotutto Abel aveva deciso di giocare col fuoco ed era perfettamente consapevole di potersi bruciare ed ora non poteva più tornare indietro anche perchè non era nel suo carattere.

    #5564
     Meeme 
    Partecipante

    L’ex-tenente aggrottò un sopracciglio sentendo le parole dell’ex-mistico. “A me non fanno impazzire le ribellioni e non appoggerò questi Guardiani, la mia Coorporazione, invece deciderà una volta ponderate al meglio tutte le opzioni, io non parlo per loro e non sono un portavoce.” Ribellione, ci mancava solo appoggiare una ribellione. Alcuni articoli potevano anche essere interessanti, ma negoziare con la prospettiva di un bagno di sangue metteva i Guardiani allo stesso livello di eretici fuori di testa e terroristi del cazz*. “Mi occuperò di evitare il bagno di sangue, perché è questa la cosa che ritengo più importante al momento.” specificò seria.

    “Mi occuperò di riferire alla mia Coorporazione queste richieste, decideranno loro se accettarle oppure no.” Parlare di politica in quel momento le sembrava una cosa assolutamente futile.
    “Ora se non avete altro da aggiungere direi di sbrigarsi a sedare questo assembramento di gente prima che ci scappi un morto scatenando il finimondo.”

    #5566
     Elan 
    Partecipante

    Megan non poteva crederci.
    Avevano sconfitto gli eretici, avevano respinto probabilmente una delle peggiori minacce che ci fossero state a Luna negli ultimi tempi… e l’unica cosa a cui quelli erano capaci di pensare era la politica.
    Cosa si aspettavano, poi? Che lei parlasse per la Fratellanza, o peggio, per il Cartello?
    Non se ne parlava proprio.
    Richard poteva parlare benissimo per la Fratellanza – di certo con molta più cognizione di lei. E di certo non avrebbe messo bocca sulle decisioni del Cartello.

    Poi, per carità del cielo, le richieste dei Guardiani non erano tutte così brutte. Nutrire la popolazione povera di Luna era un gesto davvero carino, e anche l’educazione pubblica avrebbe potuto essere una richiesta più che lecita.
    La giornalista già stava pensando alla bellezza degli articoli che sarebbero potuti uscire da un accordo del genere.
    Ma rilasciare Pryce…
    Forse pensava troppo emotivamente, forse era troppo coinvolta, come si diceva in quei casi…
    Ma fosse stato per lei, non sarebbe stato rilasciato nemmeno tra mille anni.

    “Non si aspetteranno mica che ogni singolo soldato dia il suo appoggio o meno a quelle richieste…” commentò mentalmente a Selim, storcendo il naso in una smorfia. E ci mancava soltanto il discorsetto di Abel…
    “Credo che l’unica persona che abbia centrato le vere priorità, in questo momento, sia l’ex-Tenente.” aggiunse ad alta voce, indicando Kasey con un cenno del capo.

    #5570
     Rilwen 
    Partecipante

    Lui era un uomo di spada e di pistola. La politica l’aveva sempre lasciata ad altri, e si era fatto nell’ombra perché la luce della Fratellanza brillasse. E ora aveva da decidere cose, e capire più politica di quanto non avesse fatto in tutti gli scorsi anni della sua vita.
    Lui, appunto, era l’ultimo degli ultimi, non aveva alcunissimo potere decisionale, e preferiva che così rimanesse. Così era più semplice, molto più semplice. Non necessariamente più nobile, ma uno che lavora nel buio e nell’ombra e nell’oscurità non è di luce che si adorna.
    “Come detto dalla Signorina, noi non siamo nessuno per decidere se appoggiare o meno la cosa.”
    Parlava dell’ex tenente, appunto.
    Le parole di Abel sembravano avere un senso, ma lui non lo conosceva minimamente, non sapeva nulla di lui, si erano a malapena visti durante lo scontro.
    “La cosa più importante è evitare appunti bagni di sangue.”
    Un po’ quello che dicevano tutti, insomma.
    “E riuscire ad essere più super partes possibile. I civili non hanno fatto nessun male a nessuno. E’ a loro che va il nostro pensiero, non alla politica, al momento. Non siamo i più adatti.”
    Anche se la questione dell’ospedale era qualcosa che aveva a cuore, lavorandoci sua sorella… ma non era il momento.
    “Andiamo velocemente. E facciamo presto.”
    Non aveva forse mai disperso della folla, ma pazienza.

    #5583
     Ilmarien 
    Partecipante

    Pryce fu visibilmente sollevato dalle parole di Abel, gli fece un leggero inchino con la testa e fece un cenno di assenso a Francis. Quando Kasey parlò contro la rivolta tutti gli altri Guardiani si irrigidirono, quando lo fece anche Megan impugnarono le armi ma vennero subito fermati da un rapido gesto di Francis. Quando Max proclamò la sua neutralità, Richard si fece avanti: “Come è stato detto, questa è una faccenda corporativa. Noi dell’Inquisizione siamo venuti qui… per fermare gli Eretici…” fece una lunga pausa “l’Inquisizione… è intervenuta cinque anni fa… quando le corporazioni erano unite…” lanciò un’occhiata ad Abel e Lada “e chiaramente non è questo il caso oggi… Quindi noi dell’Inquisizione siamo neutrali, non vi appoggiamo ma non vi ostacoliamo” concluse facendo segno alla sua squadra di mettersi da parte. [Megan: senti la voce di Edith nella tua testa: “Mantieni la copertura” e Richard ti fa un lieve cenno con la testa] In quel momento Leumann si fece avanti per parlare a sua volta: “Pryce, io non ho mai creduto alle accuse di Eresia nei vostri confronti, come hanno fatto molti dei Veggenti che conosco. Se stavolta la Bauhaus intende rimediare agli errori del passato, beh in tal caso i Guardiani hanno il mio appoggio!” si avvicinò a Pryce e gli strinse la mano. Astrid, la Valchiria, si rivolse a bassa voce direttamente a Max: “La mia missione è proteggere e servire le persone di questo distretto, e loro chiaramente sostengono i Guardiani, quindi il mio posto è al loro fianco” e senza aggiungere altro si schierò a fianco di Pryce. Saori e Seishin nel frattempo si erano avvicinati a Francis e i tre avevano confabulato a lungo, poi lei si girò verso gli altri e annunciò: “Io, Saori Hanshu, Samurai di Djang Hanshu, Liege Lord agli ordini del Signore Supremo della Mishima, dichiaro ufficialmente il supporto della Mishima nei confronti dei Guardiani delle Libere Nazioni” e con queste parole si schierò a fianco di Abel e Pryce.

    A questo punto fu Pryce stesso a prendere la parola: “Ringrazio tutti per il vostro appoggio e rispetto la vostra presa di posizione” guardò nello specifico i Cybertronic “anche se non la condivido. È chiaro che non avete i numeri per fermare i Guardiani, quindi ora sarete scortati in superficie e da lì verrete accompagnati fuori dal Distretto. Avete tutti espresso il desiderio di evitare ulteriori morti, un modo che avete per farlo è non avvertire le corporazioni del nostro arrivo, o ritardare l’annuncio il più a lungo possibile” concluse in tono pacato ma fermo. Francis prese la parola a sua volta: “Non intendiamo assalire le Corporazioni con le armi, il piano è di costringerle a negoziare con noi. Qualunque cosa possiate fare per limitare il numero dei morti e degli scontri aiuterà i negoziati e aumenterà le probabilità di raggiungere una soluzione pacifica” disse in tono conciliante, mentre i Guardiani cominciavano a mandare i prigionieri su per le scale.

    #5613
     Ilmarien 
    Partecipante

    Il gruppo si incamminò su per le scale e tutti insieme raggiunsero la piazza.

    Abel Brandt
    Mentre salivano Pryce si accostò a Abel e Lada: “Grazie di tutto. Ho bisogno che voi andiate dalla Bauhaus e spieghiate le vostre azioni, io non voglio essere responsabile di una vostra esecuzione, e francamente mi farebbe comodo avere degli alleati all’interno di una Corporazione… e che non siano soltanto alleati di convenienza” disse alludendo ai Mishima.

    Tutti
    Piazza delle Nazioni era a mala pena riconoscibile: dalla posizione leggermente rialzata di una delle strade laterali si vedeva una marea di persone, centinaia di migliaia come minimo, al momento ferme davanti al Memorial Hospital, silenziosamente ostili e pronte all’azione. Dietro al sordo brontolio della folla, si poteva distinguere il rumore ritmico di alcuni elicotteri del Cartello che erano venuti a evacuare l’ospedale. Pryce fece un cenno a Francis e lui subito sparì in mezzo alla folla: poi si rivolse agli altri “Signori, innanzitutto grazie per avere eliminato gli Eretici. Verrete tutti quanti convocati all’inevitabile riunione del Consiglio di Sicurezza del Cartello che si svolgerà domani mattina, quindi avete alcune ore per informare la vostra Corporazione e decidere cosa dire pubblicamente. Vorrei avervi potuto convincere tutti, ma purtroppo non c’è stato tempo. Ora siete liberi di andare, la rivoluzione dei Guardiani è in marcia” e fece per andarsene levitando da terra. “Un momento!” disse Selim “quelli che difendono l’ospedale sono personale del Cartello e mercenari. Forse posso convincerli ad andarsene senza una sparatoria, fatemi arrivare là e datemi qualche minuto!” disse guardando i restanti Guardiani.

    Pryce dopo un momento di silenzio fece un cenno di assenso e Thomas, un altro dei capi dei Guardiani, scortò Selim e Megan attraverso la folla in direzione dell’ospedale. I mezzi di trasporto con cui erano arrivati, il furgone dell’Inquisizione e quello della Cybersecurity erano parcheggiati poco lontano, e la loro scorta di Guardiani si assicurò che nessuno li disturbasse mentre uscivano dal distretto. Mentre tutti si allontanavano dalla piazza, sentirono il fischio elettronico di un microfono e poi la voce di Francis che diceva: “Guardiani! Questa è l’ora della rivincita, il momento in cui le Corporazioni si piegheranno e la Fratellanza ci ascolterà. Prima il Distretto 43, poi Luna City!” concluse alzando il pugno mentre un urlo di trionfo si alzò dall’intera folla, centinaia di migliaia di voci urlarono all’unisono. Poi si quietarono di colpo, mentre Pryce prese la parola “Il mio nome è Jonathan Pryce e come avete sentito sono tornato! Grazie per aver continuato a credere nelle Libere Nazioni e per aver mantenuto viva la speranza di un domani migliore. Oggi è il momento in cui realizzeremo il nostro sogno. Per il Cardinale! Per la Fratellanza e per le Libere Nazioni!” . A queste parole la folla andò in delirio, con urla di giubilo e diversi che piangevano lacrime di gioia alla notizia. Pryce continuò a parlare mentre alcuni soldati uscivano dall’ospedale e venivano scortati lontano dalla piazza. Al termine del suo discorso la folla invase il Memorial Hospital.

    Megan Reed
    Prima che il discorso cominciasse, Thomas li aveva abilmente condotti, costeggiando la piazza in modo da evitare di restare incastrati nella folla, e sia Megan che Selim notarono che tutto intorno la piazza pulllulava di uomini armati, molti dei quali indossavano l’equipaggiamento che avevano notato poco prima sotto il Gran Bazaar. Una volta all’ospedale Selim mostrò il suo distintivo alla luce e lui e Megan vennero fatti entrare poco dopo, spostando leggermente la barriera per aprire un varco. Entrarono e si guardarono intorno. L’ingresso dell’ospedale era stato barricato e ora sembrava quasi una di quelle trincee che Megan aveva visto durante il suo servizio nelle Freedom Brigates. Qui c’erano una cinquantina di soldati del Cartello e altrettanti mercenari, determinati ma certamente molto spaventati dal massiccio assembramento subito fuori. Era chiaro che non avrebbero avuto speranze se la folla avesse fatto irruzione.

    Tra di loro Megan riconobbe il sergente che aveva incontrato all’inizio e il Direttore dell’Ospedale, quel Felipe Yulenkov che l’aveva indirizzata verso Selim quello stesso pomeriggio. Yulenkov era in piedi, rigido come un militare e si appoggiava a due robuste stampelle, probabilmente le sue gambe non lo reggevano più molto bene. Selim discusse brevemente con lui e, dopo essersi guardato in giro il Direttore fece un cenno di assenso e parlò con gli altri: “Uomini, questa posizione è indifendibile. Vi ordino di ritirarvi, questi Guardiani ci hanno assicurato che potranno scortarvi al sicuro fuori dal Distretto. Io resterò qui, chiunque prenderà il controllo del Memorial avrà bisogno di qualcuno come me” concluse mettendosi a sedere. Il sergente che Megan aveva incontrato quel pomeriggio disse: “Ma… non…” “Va bene così, Vince, non credo che mi faranno del male, e in ogni caso non ho più molto da vivere” lo interruppe Yulenkov. A questo punto Selim prese la parola “Forza, andiamocene prima che cambino idea!” e mercenari e soldati uscirono dalla struttura a mani alzate mentre Francis e Pryce finivano il loro discorso e la folla irrompeva nell’ospedale. Megan e Selim si ritrovarono a lato della piazza e con una scorta che li avrebbe portati fuori dal distretto. Selim le chiese: “Hai abbastanza materiale per… il tuo articolo o vuoi restare a vedere cosa succede?”

    Maximilian Richthausen
    Astrid gli si avvicinò poco prima che i Corporativi si allontanassero e gli disse: “Mi sono schierata a favore della rivolta ma non ho intenzione di accompagnarli passo passo, la presenza di una Valchiria come me potrebbe dare l’impressione sbagliata. Se devi fare rapporto a qualcuno ti posso accompagnare? Forse c’è qualche posto ancora aperto per quella cena di cui sopra?” suggerì con un sorriso complice.

    Kasey Bates
    Il furgone uscì dal distretto senza problemi. La scorta li accompagnò a passo d’uomo fino alla rampa dell’autostrada, che era stata pesantemente fortificata, tra blocchi di cemento, barricate, cavalli di Frisia e quant’altro ora per delle forze corporative sarebbe stato certamente complicato entrare nel Distretto 43. Alcune barricate vennero spostate per fare uscire il furgone, e una volta fuori presero rapidamente velocità. Stanford chiese: “Allora, una volta che abbiamo avvertito chi di dovere, che facciamo? Mi sa che sarà una lunga notte…” commentò con una punta di amarezza.

    #5616
     Meeme 
    Partecipante

    “Parlate come dei terroristi e questo mi convince ancora di più a non appoggiarvi. Le vostre richieste sono ragionevoli, il modo con cui intendete avanzarle non lo è affatto.” Kasey era seccata dal comportamento di quella marmaglia.
    Guardò con disprezzo quelli che avevano impugnato le armi. “Vi abbiamo aiutato ed abbiamo sanguinato per salvarvi il cul* a prescindere dai vostri ideali politici ed ora volete fare cosa? Massacrarci perché le nostre obiezioni sono ragionevoli?” Face spallucce e chiamò Bob a raccolta.
    “Se è questa la vostra idea di dialogare non abbiamo altro da dirci. Parlate di morti e di scontri e questo elimina qualsiasi possibilità di una soluzione pacifica.” Altro che soluzione pacifica.

    Si allontanò con Stanford ed avvertì la sua Corporazione di quello che stava per accadere.
    “Non lo so, Stan… tutta questa situazione è stressante. Vediamo cosa ci dicono ai piani alti e quali saranno le direttive…” commentò con un sorriso e rimase in attesa di comunicazioni.

    #5619
     Elan 
    Partecipante

    Megan aveva passato gli ultimi minuti chiusa in un silenzio corrucciato, imbronciata, cupa in volto e per niente felice della piega che avevano preso gli eventi.
    Ma proprio per niente felice.
    Cercò di fare un rapido calcolo di tutto quello che era successo, di tutto quello che aveva portato lei, insieme a tutti gli altri, a quel momento… e di nuovo scosse la testa. Non era bello, non era bello per nulla.

    Non che non fosse stata felice di seguire Selim all’interno dell’ospedale, in realtà. Stare nella piazza le metteva addosso una sensazione di impotenza colossale, perché sentiva di non avere il controllo di niente di ciò che stava succedendo. Era l’ultima dei signori nessuno, lì dentro, come avrebbe potuto avere un minimo di controllo?
    Ma la situazione all’interno dell’ospedale non era di certo più bella. Quegli uomini avevano paura, nonostante fossero uomini preparati alla guerra, abituati alla guerra, avevano davvero paura…

    Fu la voce di Selim a scuoterla da quei pensieri, e lo guardò scuotendo la testa.
    “Ero qui quando è iniziato tutto, sarò qui quando finirà tutto.” fece un sorriso, ma era un poco più triste di quanto non avrebbe voluto. “Sai che non mi piace lasciare le cose a metà!”
    Sorrise di nuovo, ma fu un sorriso che si spende subito, guardando Yulenkov. “Non dovreste rimanere nemmeno voi…” disse, spontaneamente, anche se sapeva che non aveva senso.

    Sospirò.
    “Non mi piace quello che è successo… I Guardiani, tutte queste schermaglie… Sembra passata una vita da quando abbiamo ritrovato quell’uovo dell’Oscura Simmetria…”
    Scosse la testa delusa.
    “Sarebbe quella l’unica cosa che dovremo considerare realmente nemica, invece litighiamo tra di noi come dei bambini capricciosi…”
    Era delusa, ecco. Molto più di quanto non avrebbe mai potuto crederlo possibile.

    #5620
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    Quando ascoltò le prime reazioni dei suoi compagni di battaglia contro gli eretici, Abel credeva di ritrovarsi da solo ad appoggiare i Guardiani…per un attimo pensò che tutte le possibili conseguenze delle loro azioni future sarebbero cadute solo sulla BauHaus e quindi tutte su di lui ma quando vide Leumann, la Valchiria e i Mishima affiancarsi a loro si rilassò un poco: certo nulla impediva loro di scostarsi non appena la rivolta avesse preso una brutta piega, ma almeno le premesse iniziali erano discretamente accettabili.

    Quando salirono in Piazza Abel rimase un po’sorpreso dalla richiesta di Pryce:“Credevo di poter esservi d’aiuto in caso di una negoziazione sul campo ma se ritieni più importante che vada subito alla BauHaus lo farò…credo che possiate cavarvela da soli ora e per quanto mi riguarda è inutile rimandare il giorno delle spiegazioni, tanto prima o poi doveva accadere no? Buona Fortuna Pryce e speriamo di rivederci ancora interi la prossima volta” gli disse accennando un sorriso e dopo avergli stretto la mano si congedò per dirigersi al suo quartier generale.

    Mentre percorreva la strada sentì le parole del Mistico e le grida di delirio della folla e ancora una volta, per quanto lui vivesse d’istinto, ebbe un fugace dubbio sulla correttezza delle sue azioni…la rivolta sarebbe stata veramente pacifica o era tutta apparenza?
    In quel momento si rese conto che Lada lo aveva seguito in quelle ultime fasi senza mai proferir parola: “Siamo alle fasi finali ormai, almeno per quanto riguarda il nostro futuro. Non so cosa succederà quando arriveremo alla nostra sede…io ormai non posso più tirarmi indietro e dovrò accettarne le conseguenze ma tu forse puoi ancora uscire indenne dalla situazione se le cose dovessero andare male: puoi dire che sei stata costretta da me o qualsiasi altra cosa che ti venga in mente, agisci come meglio credi, non voglio avere un peso sulla coscienza per le mie decisioni azzardate” le disse con una punta di preoccupazione

    • Questa risposta è stata modificata 6 anni, 8 mesi fa da  Sir Gruumsh.
    • Questa risposta è stata modificata 6 anni, 8 mesi fa da  Sir Gruumsh.
    #5624
     Rilwen 
    Partecipante

    Tutto quello era oltre le Corporazioni. Richard aveva ragione, mostrando la sua neutralità, perché la Fratellanza quello avrebbe dovuto fare. Certo, non gli piaceva che Astrid invece appoggiasse i Guardiani, ma c’era un po’ da aspettarselo. D’altra parte, lei era lì che aveva vissuto, lei era lì che aveva consumato l’ultimo periodo della sua vita.
    Ascoltò le parole di Pryce, quell’uomo continuava a non piacergli troppo, aveva il proverbiale senso del ragno che gli serpeggiava sulla schiena, e non gli piaceva avere questo proverbiale senso del ragno. Non gli piaceva perché c’era comunque una specie di disordine che gli veniva comunicato, e il disordine non era qualcosa che tollerava.
    “Devo avvisare, sì.”
    Fece una pausa.
    “Ma puoi convincermi a metterci più tempo del previsto. Spiegami, ti prego. Spiegami il tuo punto di vista. Voglio conoscerlo.”
    Parlava ad Astrid, mentre si allontanavamo. Si fidava di lei, ma voleva capire. Anzi, *quindi* voleva capire.
    “Dubito che avremo tempo adesso.”, sospirò con un sorriso un po’ lontano.
    “Ma domani a cena sei libera, vero?”
    Ovviamente si stava dirigendo da Wellesley, ma voleva capire, prima di tutto.

    #5628
     Ilmarien 
    Partecipante

    Kasey Bates
    Alle parole di Kasey i Guardiani strinsero le armi. Era chiaro che da parte di diversi elementi dei Guardiani c’era un odio profondo verso le corporazioni, una rabbia cieca: senza il gesto imperioso di Francis che li fermò, probabilmente qualcuno di loro si sarebbe messo a sparare. Mentre gli altri si allontanavano, Pryce si avvicinò ai Cybertronic e parlò: il suo tono era tranquillo ma fermo: “Come vi ho detto, vi siamo grati per l’aiuto che avete dato ai Guardiani e alla gente di questo Distretto contro l’Oscura Simmetria. Detto questo, le Corporazioni hanno ucciso milioni di persone, per prime” nei suoi occhi Kasey vide brillare una breve scintilla, spenta da lunghi anni passati in prigione e che ora, per la prima volta, riaffiorava “i vecchi troppo deboli per lavorare, gli operai schiacciati dai macchinari, i bambini morti di freddo per strada, i neonati rimasti soli… i Guardiani esistono per ognuno di questi morti, per questo sangue che per troppo tempo ha bagnato le strade di Luna City”.

    Fece una pausa, poi proseguì: “Non chiediamo alle corporazioni di pagare per questo sangue, chiediamo di fermare il massacro di cui voi ci state incolpando: cinque anni fa feci la stessa richiesta, e per risposta venni falsamente accusato e rinchiuso in prigione. L’Inquisizione e la Bauhaus hanno deciso di non ripetere gli errori del passato e per la Luce del Cardinale prego che stavolta anche le altre Corporazioni accettino i nostri termini” tacque e sembrava incerto su come proseguire, quando Francis che aveva ascoltato in silenzio, si intromise nella conversazione: “Siete liberi di disapprovare quello che facciamo, in sostanza sarà il Cartello a decidere se negoziare o meno: vi chiedo però di riflettere. Ho guidato i Guardiani per quasi quattro anni e posso affermare che nessuno di noi ha mai commesso un massacro di vittime innocenti. Potete onestamente dire lo stesso delle Corporazioni?” concluse prima di allontanarsi e dare ordini agli altri.

    Una volta che furono al sicuro fuori dal Distretto sia Kasey che Stanford si collegarono al cyberspazio usando la connessione del furgone, dopotutto non erano lontani dalla sede della Cybertronic: i due si ritrovarono entrambi in una sala spoglia e buia. Davanti a loro c’era una tavola con una tovaglia bianca che formava una grande C intorno a loro. In principio erano soli, poi alla loro destra comparve un individuo seduto a tavola che li guardava, il volto completamente in ombra e sotto a lui una targa indicava un numero: 23. Rapidamente comparvero una serie di altri individui seduti, ognuno accompagnato da una targa con un numero. Kasey riconobbe il posto, c’era stata una sola volta, molti anni fa, quando era stata reclutata nella Corporazione: era il Consiglio di Amministrazione della Cybertronic, che esisteva nel cyberspazio e quegli individui in ombra erano i vari azionisti. L’ultimo a comparire fu l’azionista numero 1, e poco dopo l’azionista 12 prese la parola: “Kasey Bates e Michael Stanford, modelli TIFF per la Cybersecurity, hanno accompagnato un Mistico nel Distretto 43 e assistito a una rivolta” disse presentandoli con voce profonda e autorevole a tutto l’auditorio “Cosa vogliono questi Guardiani e come, secondo voi, dovremmo comportarci?” chiese la voce, rivolgendosi direttamente a loro due.

    Megan Reed
    Alle sue parole Yulenkov le rivolse un sorriso e fece un cenno di saluto col capo. Selim e Megan restarono in disparte mentre la folla invadeva l’ospedale. Selim la guidò restando ai margini della piazza e la accompagnò nell’albergo dove si erano incontrati qualche ora prima e avevano cominciato insieme l’indagine. La fece entrare nell’ascensore e la portò fino sul tetto dell’edificio, che non era altissimo ma abbastanza da avere una vista d’insieme della piazza, e, più lontano, dei grattacieli del centro città. La gente stava continuando ad arrivare dal lato dove si trovavano loro, mentre da alcune delle strade più grandi già cominciavano a muoversi verso il centro della città e verso gli altri distretti, alcuni armati, alcuni semplicemente con delle torce. Al centro era ancora visibile Pryce, circondato da un’aura luminosa. Non lontano da loro c’erano un paio di cecchini appostati, probabilmente mercenari ingaggiati da Francis che stavano sorvegliando la piazza.

    Selim si tolse l’elmo e si sedette sul tetto, invitandola a fare altrettanto: “Se non altro saranno molto contenti al giornale” disse con un sorriso amaro “hai praticamente l’esclusiva su quanto sta accadendo!”. Poi si fece più serio alle parole di lei: “Mah, guarda, è un po’ che sono qui e non ho visto altro che miseria e povertà. La mia impressione è che si ribellino perché non hanno niente da perdere… e per spezzare una pallottola a loro favore, tutti quelli con cui abbiamo parlato sembravano pensarla come te, nessuno di loro aveva dubbi sul fatto che l’Oscura Legione fosse il nemico… tuttavia ho visto molto rancore verso le Corporazioni, quando quella Cybertronic ha parlato ho creduto che si mettessero a sparare…” concluse mentre osservava la folla sotto di loro.

    Abel Brandt
    Pryce gli strinse la mano con un sorriso e quando lo toccò Abel sentì una sensazione di rinnovato vigore, per quanto fosse stanco ora era in grado di pensare con maggiore chiarezza. Pryce salutò Lada allo stesso modo, e i due si congedarono allontanandosi rapidamente. Lada, che fino a quel momento era rimasta pensierosa, si riscosse alle parole di Abel: “Guarda, al tuo posto credo che avrei fatto la stessa cosa: è vero che è in apparente contraddizione con il nostro essere Corporativi, ma se avessimo dovuto fermarli credo che Martha Hindenlang ce lo avrebbe detto senza mezzi termini. Invece ordini precisi non ne avevamo, quindi tecnicamente non abbiamo disubbidito…” disse con una certa esitazione, è chiaro che stava speculando. Tuttavia Abel rifletté che per quanto sembrasse molto ottimista non era un pensiero completamente infondato: non dare ordini era una tecnica che l’esercito Bauhaus aveva perfezionato ed evoluto in una forma d’arte, dato che dare un ordine di ritirata poteva essere visto come un disonore. E ciò nonostante non poteva esserne sicuro. Ritornarono alla vecchia casa di cura, si rimisero le loro uniformi e da lì presero la macchina di Lada che li portò rapidamente sotto le Torri Gemelle della Bauhaus.

    Salirono l’ascensore non senza una certa trepidazione e raggiunsero l’ufficio di Martha Hindenlang, Direttore dell’Ufficio degli Standard del Ministero dell’Industria. L’ufficio era molto ampio, con due sale laterali e un salotto separato, e con una magnifica vista del centro città, con i vari palazzi e dietro il grande lago che chiudeva la città a Ovest. In quel momento una pallida Terra, visibile da dietro una coltre di nuvole, illuminava da dietro i grandi palazzi corporativi e l’immensa guglia della Grande Cattedrale, creando, insieme al proprio riflesso sulla superfice del lago, un’atmosfera quasi onirica. Martha Hindenlang li stava aspettando nel salotto, anche lei in divisa, e li invitò ad accomodarsi con un cenno della mano. Abel, per quanto un po’ preoccupato, notò che sul tavolo c’era un dispersore attivo: erano apparecchi che oscuravano microfoni, telecamere e altri dispositivi di registrazione. “Herr Brandt, cos’è successo al Gran Bazaar? La rivolta è in corso, da quanto mi è stato detto… Che ne è stato di Jonathan Pryce?” chiese in tono tranquillo, senza distogliere gli occhi dalla vista sulla città.

    Maximilian Richthausen
    “Direi che domani riesco, se la città non esplode…” disse con un sorriso ironico. Ascoltò le sue parole con attenzione, e alla sua richiesta si fece pensosa: “Dunque, non è facile spiegare, ma questo distretto ha, da sempre, o per lo meno da molti anni ospitato i reietti, quelli che venivano rifiutati dalle corporazioni, e per i motivi più strani…” tacque, cercando di trovare le parole più adatte. Scosse la testa frustrata, poi proseguì: “Forse è meglio se ti faccio un esempio. Prendi Miguel Leichner, un assiduo frequentatore della mia cappella e devoto fedele della Fratellanza: era un cittadino Bauhaus, una persona rispettata, con una casa, una macchina. Sono sempre rimasta colpita dalla dedizione al suo lavoro. Eppure un giorno un nobile gli ruba il lavoro e la casa, lo sbatte fuori dalla corporazione, la moglie e i due figli muoiono di freddo nelle prime settimane e lui sopravvive solo grazie alla solidarietà della gente del distretto. E così, quando sente che chi ha organizzato il distretto anni fa sono stati i Guardiani, e lo hanno fatto per un giorno colpire le Corporazioni, Miguel ovviamente li aiuta, anzi partecipa. E Miguel è solo uno di migliaia, anzi no, dei sette milioni di persone che la società ha rifiutato e che sono finiti qui. Per quelli come Miguel, i Guardiani sono la speranza di un futuro migliore, e le Corporazioni un simbolo di tutto ciò che è sbagliato a Luna City. Vero, ci sono alcune teste calde che vorrebbero far guerra alle Corporazioni e che vedrebbero volentieri un bagno di sangue, ma non mi pare che questo sia il desiderio dei capi. Conoscevo quel manifesto già da prima, e vista la rabbia che aleggia nel quartiere non posso che vederlo come una buona cosa: non mi sembra che vogliano vendetta, mi sembra che vogliano giustizia. E la Quarta Cronaca dice che ‘all’interno della Luce non si trovano iniquità, ma solo Verità e Giustizia’. Quindi, come ho detto prima, non posso che appoggiarli, del resto è quello che ha fatto anche Leumann” tacque mentre scendevano dal furgone dell’Inquisizione e si incamminavano per le strade del centro città diretti all’abitazione di Wellesley. “E questo senza contare che ho un debito personale nei confronti di Jonathan Pryce: ascoltavo spesso i suoi sermoni quando combattevo sul fronte, e spesso erano l’unica cosa che mi dava conforto…” aggiunse mentre il suo sguardo si perdeva nei ricordi.

    #5633
     Elan 
    Partecipante

    Se la situazione fosse stata diversa, se il clima fosse stato diverso, probabilmente Megan avrebbe trovato quel posto quasi romantico, mentre si sedeva sul tetto togliendosi il casco.
    In fondo Luna City era veramente bella, con i grattacieli in lontananza, la piazza illuminata… sì, poteva essere davvero un posto romantico.
    Però le parole di Selim le strapparono un sorriso amaro.
    “Gran consolazione…” disse con voce più dura di quanto non avrebbe voluto.
    Poi sospirò e scosse la testa.
    “Scusami… non ce l’ho con te, è solo che mi sembra tutto troppo… stupido.” non trovava un termine migliore.
    “Se solo non comportasse il mio immediato licenziamento, probabilmente il titolo migliore per questa storia sarebbe Ammasso di cretini fanno tanto baccano per un pugno di cavolate.”
    Cercò di immaginarsi la faccia del redattore alla vista di un titolo del genere, e per un attimo le tornò il sorriso.
    “Sì, sarebbe davvero un gran bel titolo!”

    Scosse la testa tornando seria, e sospirò di nuovo appoggiando la testa sulla spalla di Selim.
    “Poi non è che tutte le loro richieste siano stupide, eh? Aiutare la popolazione povera, abbandonare il lavoro minorile, abolire la schiavitù, l’istruzione… sono delle bellissime iniziative, solo uno stupido potrebbe negarlo. Però vogliono ottenerle nel modo sbagliato…”
    Le Corporazioni… pareva che la colpa di tutto fossero proprio loro.
    Scrollò le spalle, rassegnata.
    “Oppure probabilmente sono troppo di parte io per riuscire a vedere questa cosa con l’ottimismo che meriterebbe. Tutto può essere.”
    In effetti, l’idea che Pryce venisse rilasciato le faceva storcere il naso, probabilmente più di tutto il resto messo insieme.

    #5636
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    “è un giusto ragionamento quello che hai appena fatto, tecnicamente non abbiamo disubbidito ma ci è stata data una libertà di scelta, se così la possiamo definire, e questa potrebbe essere un’arma a doppio taglio per noi…se tutto dovesse filare liscio tutti saranno soddisfatti ma se qualcosa andrà storto sarà facile per le Corporazioni trovare dei colpevoli e credo che lo scopriremo molto presto ormai”
    Anche lui ormai era in una fase di pura speculazione ma d’altronde non c’era altro che potesse fare.

    Era piuttosto teso quando entrò nell’ufficio della Hindenlang, il paesaggio che si vedeva al di fuori del palazzo era piuttosto affascinante ma Abel era piuttosto distratto per poterlo guardare con una certa ammirazione.
    La sua tensione si smorzò, anche se cercò di non darlo a vedere, quando vide un dispersore attivo sulla tavola dopo essersi accomodato di fronte al Direttore.

    “Al Gran Bazaar c’è stato un scontro con l’Oscura Simmetria che è stato vinto grazie all’aiuto di Jonathan Pryce e dei suoi ritrovati Guardiani che non sono mai stati corrotti…ora la rivolta è in atto e Pryce è alla loro guida. Mi ha assicurato che non userà la violenza ma vogliono essere ascoltati”
    Abel evitò considerazioni personali sul Mistico e avrebbe continuato a farlo finchè non avesse ricevuto una domanda diretta…era quasi certo che potesse parlare in confidenza, vista la presenza del dispersone, ma doveva esserne più che certo.

    #5642
     Meeme 
    Partecipante

    “Mi dispiace, sembra tutto molto ipocrita, le Corporazioni vi hanno fatto del male ed ora volete fargliela pagare, i poveri potevate aiutarli in altro modo non certo imbracciando le armi e dicendo ‘oh, ma noi vogliamo evitare un bagno di sangue!’. Io sono un soldato, è il mio mestiere, non faccio politica e non me ne frega un ca**o dei vostri risentimenti. La mia Corporazione è la mia famiglia, sbaglierà alcune cose, ma su altre avrà ragione. E voi siete tutti carichi di rimorso ed astio, non ve ne frega niente dei poveri, dei bambini e dei vecchi, forse ad alcuni di voi, ma gli altri vogliono solo dimostrare qualcosa alle Corporazioni e questo vi rende dei terroristi. Ho visto come ci guardavate nonostante vi avessimo aiutato, non siete meglio delle Corporazioni che tanto odiate. Volete uccidere per vendetta, fatevi una bel esame di coscienza prima di parlare e vediamo a quanti di voi frega sul serio degli ultimi.” Era stufa di stare a sentire quei selvaggi. Si fottesser* tutti con quelle loro stronzat* da rivoluzionari sbavanti.
    “Io proteggo i miei soldati, la mia famiglia, i civili e non che si cacciano nei guai. Non si guarda indietro, mister Pryce, sempre avanti.”

    Collegata al cyberspazio riportò con perizia il manifesto dei Guardiani, come tutte le rivoluzioni alcuni elementi sarebbero stati buone persone con cui ragionare, ma la marmaglia un muro insormontabile da scavalcare. Riferì anche la conversazione avuta con mister Pryce e le reazioni dei presenti in modo da fornire anche un’idea generale degli altri corporativi.
    “Preferirei evitare una strage, se possibile, ritengo che sia saggio prendere contatto con le altre Corporazioni e scegliere una via comune in modo da avere più forza in eventuali negoziati.”
    Certo che tra tutti i corporativi chiedevano proprio a lei che mal sopportava la politica!

    #5652
     Rilwen 
    Partecipante

    Sorrise, a quelle parole, annuendo. Era stata una giornata lunga, forse parte di lui era stanca, forse stava cercando di capirci qualcosa, qualcosa dentro di sé e fuori di sé anche, ma non era evidente. Insomma, una cosa è la giustizia, un’altra cosa è la legge. Cose diametralmente opposte, in certi casi.
    “Mi dovrai fare da guida, da quando sono a Luna non è che sia uscito poi tanto spesso.”
    Sperava *davvero* che tutto rimanesse fermo e non saltasse per aria. Sarebbe stato molto brutto il contrario.
    Ma rimaneva comunque ad ascoltarla, mentre si avvicinavano sempre di più a Wellesley, e annuiva, ogni tanto.
    “E’ che temo le teste calde, Astrid.”, confessò. “Temo che per ogni Miguel e ogni Astrid ci siano dei fanatici che distruggano tutto ciò di cui siete portatori, cose potenzialmente giuste, ma anche potenzialmente molto pericolose.”
    Parlava con calma, tranquillo, la voce piuttosto monotona.
    “A volte i capi possono essere le persone più giuste della terra, ma basta un manipolo di scriteriati a far crollare tutto. E’ questo ciò di cui ho paura. E’ questo il motivo per cui sono scettico. Mi dirai che tutte le rivoluzioni maggiori sono nate perché c’è stata gente che, a differenza di me, ha creduto.”
    Fece una pausa, e sorrise amaramente.
    “Forse il problema è che non sono abbastanza idealista, a differenza di te, e nessuno mi ha mai emozionato coi suoi discorsi.”
    Lui uccideva. Lui si nascondeva ed uccideva. E non aveva rimorsi, e non aveva rimpianti.
    “Ma va bene. Intercederò per evitare un bagno di sangue, questo te lo posso promettere.”
    Da qui a schierarsi pro c’era un abisso, ma, almeno, era qualcosa.

    #5653
     Ilmarien 
    Partecipante

    Maximilian Richthausen
    “Si, è un rischio. Però io finora non ho visto quegli estremisti di cui parli. Ho considerato la cosa: avrebbero potuto assalire il Memorial [l’ospedale] e uccidere il personale del Cartello, ma non l’hanno fatto. Avrebbero potuto uccidere i criminali nel Gran Bazaar, invece li hanno disarmati e fatti prigionieri. Se devo essere sincera, al loro posto li avrei eliminati, sono un ostacolo per i loro obiettivi. Eppure non lo hanno fatto, hanno ucciso e sparato il meno possibile, secondo me vogliono negoziare” disse Astrid con una certa convinzione anche se era chiaro che stava azzardando delle ipotesi. Quando lui disse che era privo di emozioni, lei replicò: “E tuttavia credi nel Cardinale e nella Fratellanza, o non faresti il Mortificator a tempo pieno” disse con un sorriso “qualcuno dovrà pur averti convinto…” aggiunse con una punta di ironia.

    Quando lui disse che avrebbe cercato di evitare un bagno di sangue lei assentì: “Grazie, se le Corporazioni decidono di reprimere la rivolta le strade saranno bagnate del sangue di migliaia di brave persone…” concluse mentre alzò lo sguardo, dato che erano ormai arrivati alla casa di Wellesley. Salirono le scale in relativo silenzio, e davanti alla finestra Astrid commentò: “Un altro ‘Pirati degli Asteroidi’? Ma la gente non si stanca di vedere sempre lo stesso film?”. Il maggiordomo strabuzzò gli occhi a vederli e solo in quel momento Max si rese conto di essere abbastanza impresentabile, aveva addosso tutta la sporcizia delle fogne e il sangue dello scontro. Dopo un momento di imbarazzato silenzio, il maggiordomo disse: “P-prego, accomodatevi, il signor Wellesley vi raggiungerà a breve” e li fece accomodare in salotto mettendo frettolosamente alcune lenzuola sulle poltrone. Mentre aspettavano Astrid si concentrò sulla ciotola di cioccolatini e ne attinse a piene mani: “Che c’è? Ho fame” disse con aria colpevole continuando a mangiare. Archibald entrò nella stanza a piccoli passetti veloci: era vestito come Max lo aveva visto la prima volta, solo che stavolta era chiaro che si era vestito in fretta. “Ah, Maximilian Richthausen, e lei dev’essere la signorina MacMahon. Che notizie mi portate?” chiese in tono preoccupato con la sua voce un po’ acuta.

    Kasey Bates
    Pryce non rispose alle sue osservazioni, invece scosse la testa con una certa tristezza e si congedò con un cenno del capo.

    Alle parole di Kasey Stanford parlò a sua volta: “Sono d’accordo con quanto ha detto il Capitano Bates, aggiungo anche che Francis, l’organizzatore della sommossa, non mi sembra il primo venuto. Non ho trovato riferimenti diretti nel database, ma direi che è stato addestrato come spia, oserei azzardare nella Corporazione Imperiale” concluse facendo poi un passo indietro. Kasey non ci aveva pensato al momento, ma le parole di Stanford le suonavano corrette, anche in combattimento quell’uomo non si muoveva come un soldato normale ma piuttosto come qualcuno abituato a nascondersi, in altre parole una spia. Ci fu un momento di silenzio mentre gli azionisti confabulavano tra di loro, poi 32 prese la parola: “Possiamo soffocare la rivolta? Quali sono le nostre forze su Luna?” “La Quarta e la Quinta Compagnia, oltre alla Cybersecurity” rispose 24. 13 si intromise: “rischiamo una guerra corporativa se interveniamo in città su larga scala, siamo direttamente minacciati?” “è solo questione di tempo” rispose 32 “come ha detto il Capitano bisogna fermarli” concluse. “E se fosse un tentativo della Corporazione Imperiale di colpirci?” intervenne 37 “Lo escludiamo” disse con voce sicura il numero 6. Kasey sapeva che il sesto azionista era a capo della rete di spie della Cybertronic, probabilmente la sua parola era legge in questi casi.

    Improvvisamente tutte le voci tacquero e 2 prese la parola: “Grazie per il vostro rapporto” cominciò rivolto a Kasey e Stanford “direi che dobbiamo mettere la Quinta Compagnia in stato d’allarme. Se vogliono attaccare direttamente le Corporazioni dobbiamo essere preparati, 24, schierate la Quarta davanti alla sede corporativa, se ci attaccano saremo pronti a respingerli” un mormorio di assenso seguì queste parole. 6 intervenne e aggiunse: “Suggerisco anche di proteggere le nostre proprietà su Luna usando la Cybersecurity, la rivolta si sta diffondendo rapidamente” “Sarà fatto, erano già in stato d’allerta” rispose 14. A questo punto 4 comparve alla tavolata, seduto di fianco a 2, Kasey sapeva che era Marcy West, una bionda piuttosto minuta e dall’aria inoffensiva che era il volto pubblico della corporazione. Non solo era l’unica azionista il cui nome fosse pubblico, ma era anche il rappresentante della Cybertronic nel Consiglio di Sicurezza del Cartello. 4 parlò con la sua solita voce melodiosa che Kasey aveva sentito diverse volte nei notiziari: “Qualsiasi intervento della Cybertronic al di fuori di una semplice difesa delle sue proprietà su Luna City verrà visto dalle altre Corporazioni come una dichiarazione di guerra. Per questo motivo, suggerisco che difendiamo le nostre proprietà e puntiamo a soffocare la rivolta tramite un’azione congiunta del Cartello. Ho appena ricevuto una convocazione del Consiglio di Sicurezza per domani mattina alle otto. Capitano Bates, Tenente Stanford, avete alcune ore di libertà, approfittatene per dormire, dovrete presentarvi domani alla Cupola [OOG: la sede del Cartello su Luna], il Cartello e le altre corporazioni potrebbero avere bisogno di sentire la vostra testimonianza” concluse. 2 riprese la parola e disse: “Questa seduta del Consiglio di Amministrazione è aggiornata, 6 ci terrà informati sul procedere della sommossa durante la notte” e a queste parole Kasey e Stanford si ritrovarono nel furgone, che in quel preciso momento arrivò di fronte all’enorme grattacielo della Cybertronic, nel centro di Luna City.

    Abel Brandt
    Martha Hindenlang si girò e guardò Abel dritto negli occhi senza dire nulla. Poi guardò Lada che era rimasta nervosamente in piedi e le fece nuovamente segno di mettersi a sedere. Poi disse: “Sono quasi commossa dal vostro idealismo, sicuramente la rivolta danneggerà le Corporazioni e il loro prestigio nel Sistema Solare” disse in tono estremamente serio. “Le avevo chiesto che la situazione non sfuggisse di mano, Herr Brandt, una rivolta su questa scala non era esattamente quello che avevo in mente” aggiunse rivolgendosi direttamente a lui “spero si renda conto che se l’intera faccenda finisce male non potrò fare molto per proteggerla” concluse. Poi la sua espressione si rilassò: “E tuttavia possiamo ancora trarre vantaggio dalla situazione. Joan mi ha fatto avere una copia del loro manifesto, e dopotutto abbiamo ancora il controllo di Pryce. Joan mi ha detto che c’erano altri agenti corporativi con voi, come hanno reagito alla rivolta?” chiese mentre ponderava sulla situazione.

    Megan Reed
    Selim rise al titolo assurdo, e quando lei mise la testa sulla sua spalla la avvolse con il suo braccio meccanico in modo che lei potesse accoccolarsi. Poi disse: “Mah, non sono particolarmente ottimista neanch’io, molti di questi Guardiani hanno l’aria disperata, non mi aspettavo che saremmo riusciti a fare uscire la gente dall’ospedale senza spargimento di sangue. Inoltre, qui le forze corporative non erano una minaccia, mi chiedo cosa succederà quando lo diventeranno, è vero che molti dei Guardiani sono armati, ma dubito che i Corporativi si faranno degli scrupoli a sterminarli…” aggiunse cupo. Poi si riscosse quando il suo cellulare squillò: “Pronto, Agente Bahrani… Si, il pericolo è passato, ma la rivolta sta procedendo… No, hanno il controllo della metropolitana e probabilmente anche degli accessi principali al distretto… Si, senza un intervento corporativo o della Fratellanza è impensabile… Cosa?… Ah… Adesso? Io pensavo… Sissignore, sarà fatto signore!” e riattaccò vagamente seccato. “Dunque, hanno bisogno che faccia rapporto alla Cupola [OOG: la sede del Cartello su Luna], e hanno richiesto anche la tua presenza, mi accompagni?” tacque un attimo, poi si guardò intorno “probabilmente abbiamo un po’ di tempo se vogliamo farli aspettare…” concluse in tono complice.

    #5679
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    Le frasi che la Hindenlang gli aveva rivolto erano state dure, forse più dure di quelle che si aspettava…o forse era stato semplicemente un illuso a credere che il colloquio potesse avviarsi su toni più leggeri, vedendo gli aggeggi sopra la scrivania.
    Prima di rispondere Abel si girò verso Lada e le fece segno di sedersi, comprendeva il suo nervosismo ma così avrebbe solo peggiorato la faccenda…anche lui era nervoso ma aveva imparato a non darlo a vedere anche se aveva impiegato parecchio tempo.

    “Niente di questa situazione è stato preso alla leggera, mi è stato chiesto di valutare il profilo di Pryce e l’ho fatto…ho studiato il problema prima di prendere una decisione e sono consapevole che se la rivolta dovesse finire male sarò il primo a pagarne le conseguenze ma ho avuto modo di conoscere Pryce e son certo che la rivolta non finirà nel sangue se si riuscirà a trovare un punto d’incontro e magari le Corporazioni potranno uscirne con più prestigio di prima” Abel mantenne un tono di voce calmo e sicuro, non voleva che quel suo discorso venisse preso come un banale discorso da idealista…avrebbe voluto che anche Lada esprimesse la sua opinione ma non era certo della sua reale utilità.
    “Ci sono state reazioni diverse da parte di tutti i membri che erano lì in quel momento: i Mishima si sono affiancati a Pryce così come il mistico Leumann e la Valchiria Astrid MacMahon, i Cybertronic hanno preso lo distanze e l’Inquisizione ha mantenuto la neutralità e ognuno di loro aveva dei validi motivi per giustificare quella scelta…”

    Abel ora non aveva molto altro da dire, Martha aveva un’idea in mente e lui ora era in attesa di capire quale potesse essere e soprattutto se potevano ancora essere utili alla causa o se erano definitivamente compromessi.

    #5682
     Meeme 
    Partecipante

    “Ci aggiorneremo per i dettagli domani mattina, perfetto.”
    Concluse Kasey e si congedò con un perfetto saluto militare. Aveva proprio bisogno di una pausa, era stanca, affamata e voleva farsi una doccia.
    “E’ stata una giornata molto lunga e faticosa, Stan… Ci siamo meritati un po’ di tranquillità.” commentò durante il viaggio e quando si fermarono si stiracchiò sonoramente.

    “Hai fame, Stan? Io sto morendo di fame, potrei iniziare ad addentare questo furgone o svenire!” sorrise ammiccando al suo tenente. “Troviamo un posto dove riposare, una bella doccia, un paio di drink e ci facciamo portare la cena in camera?” Avevano davvero bisogno di quel momento di stacco dal lavoro.

    Le vennero in mente una serie di opzioni per rilassarsi, ma non era del tutto sicura. “Sei un brav’uomo, tenente Michael Stanford, alle ragazze piacciono i tipi in grado di mettere le mani in quelle cose tecnologiche bene come fai tu. Trovano tutto questo molto affascinante.” sorrise ancora flirtando con lui.
    “Sei sicuro di non avere una fidanzata nascosta in qualche rifugio? Vorrei evitare di dovermi azzuffare con donne gelose in caso decidessi di entrare in doccia durante il tuo turno di acqua calda.” Lo disse un po’ scherzando, un po’ ammiccando, Stan le piaceva, ma voleva comunque tastare il terreno prima di combinare qualche disastro o metterlo in imbarazzo. *Gli hai praticamente detto che vuoi entrare in doccia con lui, direi che questo è abbastanza imbarazzante…* Ragionò un attimo divertita dalla cosa. “Lo so, questo approccio fa schifo! Sono più brava a sparare rispetto a rimorchiare, ma almeno apprezza il tentativo!” rise allegra arrendendosi all’evidenza con un’alzata di spalle.

    #5684
     Elan 
    Partecipante

    Megan sospirò, per nulla rassicurata dalle parole di Selim, e scosse la testa.
    ”In qualsiasi modo andrà, non finirà bene temo. Avremo dovuto fermare questa follia sul nascere, in qualche modo. Non so come, ma avremo dovuto.”
    Ripensava ancora a com’era iniziata quella giornata assurda, come aveva girato come una pazza fino a trovare Selim, e come poi si erano trovati a disattivare quello stupido congegno nella tana di quella… cosa…

    No, non era stata una giornata tranquilla. Iniziata male e finita peggio.
    Almeno, non poteva lamentartsi della compagnia, in quel momento.

    Stava per dire altro, quando Selim ricevette quella chiamata. Capì la metà delle cose che stava dicendo, ma quando riagganciò e le spiegò la situazione si irrigidí di colpo.
    ”Ci mancava la convocazione del Cartello…” commentò, storgendo le labbra in un sorriso tirato.
    Sospirò di nuovo, rassegnata.
    ”E va bene, facciamo anche questa. Ma te le metterò tutte in conto, sappilo! Sono convinta che sia colpa tua tutta questa bruttissima situazione!”
    Cercava palesemente di sdrammatizzare, ma si accoccolò di nuovo a lui, come in cerca di protezione.
    ”Resterei qui a vita…” mormorò ad un certo punto, addolcendo il tono. ”O anche da qualsiasi altra parte, con te…”

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