I Guardiani delle Libere Nazioni

Questo argomento contiene 290 risposte, ha 6 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Ilmarien 6 anni, 6 mesi fa.

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  • #5688
     Rilwen 
    Partecipante

    Rimaneva ad ascoltare Astrid con molta attenzione, perché voleva capire tutte le varie sfumature e perché di lei si fidava sufficientemente da considerare degne di attenzioni le sue opinioni. Annuì. Certo, il problema non si era ancora presentato, ma avrebbe potuto farlo, e sarebbe stato pericoloso, molto pericoloso.
    “Che cosa consigli per riuscire a tenere sotto controllo questa cosa? Non so come siano esattamente organizzati i Guardiani, c’è un consiglio, c’è un comando?”
    Sarà stato all’antica, ma qui c’era bisogno di cose serie, non di tanti idealisti messi lì un po’ per caso.
    “Non ho detto di non credere. Ho detto che non sono un idealista. Le cose sono diveerse.”
    A volte faceva fatica a ricordarsi l’origine del tutto, facea fatica a ricordarsi come tutto era iniziato.

    In quanto al proprio vestito, se ne preoccupò zero meno, e, anzi, sorrise al maggiordomo come se fosse stato fatto assolutamente apposta, e senza problemi alcuni. Certo. Come no. In realtà non ci aveva nemmeno pensato, ma questo lo sapeva solo lui.
    Fece però un cenno con la testa e un lieve inchino col corpo a Wellesley quando entrò, rimanendo sull’attenti e non azzardando un qualunque movimento che fosse a suo agio.
    “Le presento, appunto, la signorina MacMahon. Avrà presto il mio rapporto dettagliato, ma la situazione è questa. I Guardiani non sono parte dell’Oscura Simmetria, anzi. Sono stati, sotto la guida di Pryce, al fianco delle Corporazioni e della Fratellanza quando l’Oscura Simmetria si è mostrata. Questo certo non vuol dire che siano necessariamente dalla parte del bene o necessariamente dalla parte del male, ma una cosa è certa. Il quartiere si è sentito abbandonato dalle Corporazioni.”
    Parlava lentamente, fissando Wellesley e dando l’idea di essere completamente a proprio agio e tranquillo, nonsotante la situazione.
    “Non facciamo finire il tutto in un bagno di sangue. La popolazione non merita questo. Se si arrivasse a dei compromessi, se si riuscisse, con le altre Corporazioni, a chiarire bene i vari punti del loro manifesto… se si evitasse che altra gente morisse sarebbe la situazione ideale. No.”/, fece una pausa e alzò la mano. “Non posso garantire che sarà tutto rosa e fiori, e non posso garantire che Pryce sia la persona giusta. Ma ho sentito le loro ragioni. E ho visto la Fiamma cercare di distruggere quanto di buono si era stato fatto. Evitate bagni di sangue, è questa l’unica cosa importante.”
    Poi, se avesse voluto avere più specifiche, magari gliele avrebbe date, ma al momento gli premeva arrivare al punto.

    #5693
     Ilmarien 
    Partecipante

    Megan Reed
    Quando lei disse che si sarebbe dovuto fermare tutto prima, lui ci pensò su e poi rispose: “Mah, non ho molta esperienza nel fermare delle proteste, anche se… qui sembravano molto bene organizzati, ma dubito che si sarebbero mossi senza Francis… inoltre hanno nominato un paio di volte la metropolitana, forse se li avessimo fatti sgombrare li avremmo dissuasi… Pazienza, ormai quel che è fatto è fatto” disse. Quando lei lo accusò disse: “Ehi! Perché all’improvviso è colpa mia? Ti ricordo che le cose andavano bene finché TU non sei arrivata nel distretto, e tra l’altro è stata la Fratellanza a complicare le cose con culti eretici e quant’altro! Quindi diciamo che, come MINIMO è una colpa condivisa!” disse ridendo di gusto. Quando lei replicò in tono più dolce si lasciò sfuggire un: “Oooow…” di dolce e gradita sorpresa, poi disse: “Beh… diciamo che ho una chiave che apre tutte le stanze dell’albergo, e al momento non c’è nessuno, tra lo stato d’allarme e tutto il resto…” concluse alzandosi e tendendole la mano per aiutarla.

    Più tardi abbandonarono l’albergo facendo un giro largo per evitare la piazza e raggiunsero la macchina di Selim che lui aveva parcheggiato in una stradina all’ingresso del distretto. In una decina di minuti raggiunsero la Cupola, dove Selim la condusse rapidamente attraverso una serie di corridoi fino… all’ufficio del Segretario Generale [OOG: la carica più alta all’interno del Cartello] Teresa Wilcox. Prima di entrare Selim le disse: “Allora, è stata lei a darmi l’incarico di occuparmi dei Guardiani, e tra l’altro è stata lei a dirmi di non dire nulla a proposito del tuo vero lavoro, ok?” disse per mettere le cose in chiaro. Entrarono in una stanza ben illuminata con un’ampia scrivania al centro, bordata d’oro e fatta di legni chiaramente pregiati. Di lato c’erano altri due tavoli con macchine da scrivere, al momento vuoti, e dietro la scrivania sedeva Teresa Wilcox. Megan la riconobbe subito perché appariva spesso in televisione, specialmente nelle reti Capitol date le sue origini nella Corporazione, era una donna sui quaranta, capelli completamente bianchi e raccolti dietro, occhi neri molto penetranti e un’aria ancora relativamente giovanile nonostante l’età avanzata. I tabloids Imperiali l’avevano volgarmente soprannominata ‘la gilf delle Corporazioni’ e per quanto fosse un titolo molto poco elegante si capiva perché.

    “Accomodatevi” disse semplicemente, nonostante l’ora tarda stava ancora sbrigando delle pratiche “Agente Bahrani, le avevo detto di occuparsi del problema, non di scatenare una rivolta, evidentemente dovevo essere più chiara” iniziò in tono acido. Poi il suo tono si raddolcì: “Comunque apprezzo ciò che siete riusciti a fare, il personale del Cartello è arrivato sano e salvo insieme a quei mercenari che avevamo assoldato e poco fa mi ha chiamato Yulenkov per dirmi che sta bene e non gli hanno fatto del male, tutto sommato poteva andare peggio…” concluse prima di dare un foglio a Selim. Poi si girò verso Megan: “Signorina Reed, lei è in una situazione piuttosto interessante, diciamo che finché lei mi sarà utile non dirò a nessuno chi è e cosa fa per davvero. Quindi, veniamo al punto: cosa intende scrivere su quello che è successo stanotte?” chiese infine. Aveva parlato in tono molto tranquillo, le sue parole non suonavano minacciose, sembrava semplicemente affermare un dato di fatto.

    Abel Brandt
    Martha Hindenlang ascoltò con calma ciò che Abel aveva da dire, prendendo alcuni appunti tramite il suo telefono cellulare. Poi restò in silenzio, completamente assorta nei suoi pensieri mentre scrutava l’orizzonte: “Dubito che le Corporazioni possano uscirne con più prestigio di prima… però forse la Bauhaus potrà, nel qual caso andrà tutto bene… Bisognerà però muoversi prima della riunione del Cartello di domani mattina” e allungò una mano spegnendo il dispersore. In quel preciso momento suonò il telefono: “Questo è il Duca, vediamo se approva il piano” disse senza neanche guardare il telefono e indicando loro uno schermo a parete. Lo schermo si accese e tutti e tre videro il volto di Stanislav Richthausen, Duca Elettore e Ministro Supremo dell’Industria della Bauhaus, nonostante l’ora tarda era in alta uniforme, perfettamente vestito e con il suo caratteristico monocolo. Il simbolo del casato Richthausen, il drago all’interno della ruota dentata, era chiaramente visibile in argento sull’uniforme grigia, contrariamente alle apparizioni pubbliche non portava il cappello. Dietro di lui era chiaramente visibile lo sfondo diurno delle guglie gotiche di Heimburg, la città più importante di Venere e la sede corporativa più importante per la Bauhaus al di fuori di Luna City.

    Immediatamente Abel e Lada si inginocchiarono, come voleva l’etichetta: “Martha, qui su Heimburg stanno giungendo le notizie più disparate, cosa sta succedendo esattamente?” chiese in tono preoccupato. Mentre la Hindenlang aggiornava il Duca sugli ultimi sviluppi, Abel rifletté: al momento i Duchi non erano su Luna, ma erano tutti su Heimburg per una delle riunioni di bilancio. Questo voleva dire che qualcun altro avrebbe dovuto rappresentare la Corporazione nel Consiglio di Sicurezza del Cartello. “…quindi ora la rivolta si sta diffondendo nei vari distretti, e molto più rapidamente di quanto non avessimo pensato. Tuttavia la Seconda e la Terza Divisione Lunare sono già schierate a difesa delle nostre proprietà, e hanno per il momento l’ordine di non ingaggiare tranne in caso di legittima difesa. Finora ci sono stati alcuni piccoli scontri ma niente incidenti grossi: io e Wilhelm stiamo valutando di appoggiare la rivolta, dopotutto la Fratellanza è favorevole e dubito che si sarà una occasione migliore per ricucire i rapporti” concluse la Hindenlang. Abel pensò a chi poteva essere Wilhelm, e gli venne in mente solo Wilhelm Saglielli, Segretario del Ministero della Fede, probabilmente una delle cariche più alte al momento in città.

    Il Duca restò un momento in silenzio, poi disse: “Una proposta azzardata, e perfettamente nel suo stile, Martha, ma cinque anni fa fu la Fratellanza a proporre di agire contro Pryce” replicò incerto “Vero, ma cinque anni fa c’era Nathaniel come Cardinale Supremo, Alexander è famoso per le sue aperture, dubito che sarebbe altrettanto pronto a condannare un Mistico. Inoltre, cinque anni fa non c’era la faccenda dell’Ordine della Fiamma Purificatrice” insistette la donna con un sorriso, mettendo in chiaro che ciò che proponeva era un rischio calcolato. Il Duca a queste parole restò un momento in silenzio, poi sorrise e disse: “Molto bene, convoco il Consiglio e le faremo sapere, credo che in ogni caso sarà lei a rappresentarci di fronte al Cartello. Arrivederci” e l’immagine si spense. Martha Hindenlang tirò un sospiro di sollievo, poi disse: “Direi che l’ho convinto, ma bisogna che l’intero Consiglio approvi. Il vostro lavoro qui è finito, avevo solo bisogno che il Duca vi vedesse perché gli fosse chiaro che avevo degli agenti sul campo e non avevo trascurato la cosa” spiegò. Abel valutò che in effetti bastava guardare ai loro vestiti sporchi di sangue e quant’altro per farsi un’idea di cosa avevano passato.

    “Potete andare” proseguì la Hindenlang “avete alcune ore di libertà, presentatevi domani mattina alle otto alla Cupola [OOG: la sede del Cartello su Luna City] ad assistere alla riunione, qualcuno degli altri corporativi potrebbe chiamare dei testimoni” e mentre li congedava aggiunse “Comunque vadano le cose, non dimenticherò ciò che avete fatto e il vostro ruolo nel fermare gli Eretici”. Una volta fuori dall’ufficio, Lada disse: “Ok, sento il bisogno di farmi una doccia, poi vuoi andare a cena? Il ristorante al terzo piano dovrebbe essere ancora aperto, e forse è l’ultima volta che possiamo mangiare con uno stipendio corporativo” disse ridendo per mascherare la tensione.

    Kasey Bates
    Stanford sorrise un po’ imbarazzato e poi disse: “Non me lo aveva mai detto nessuno… Ma una doccia, una cena e una camera da letto vanno benissimo” disse mentre gli si illuminavano gli occhi “se non vuoi spendere può andar bene anche casa mia? Lavorando nel distretto vivo qui vicino… Possiamo anche prendere la cena e mangiarcela a casa…” suggerì alla fine, era chiaro che era aperto a tutte le idee.

    Maximilian Richthausen
    Alla sua domanda Astrid strinse le labbra e replicò: “Eeeeh, buona domanda, la loro organizzazione interna per me è un mistero, e secondo me la vogliono tenere segreta. Ci sono chiaramente alcuni capi, come Francis, Pryce, Mason, quello che è morto, o Thomas, quello col cappello che girava con un fucile a pompa Imperiale, però non ho idea di come funzioni o di come vengano prese le decisioni…” concluse incerta.

    Wellesley lo ascoltò facendosi sempre più corrucciato, e a metà strada lo fermò: “Un attimo, questo lo deve sentire anche Romanov” e poco dopo il volto dell’anziano Custode dell’Arte Sergej Romanov comparve sulla parete. Ascoltò il rapido rapporto di Max, e poi rispose: “L’Ordine della Fiamma un gruppo di Eretici, avevo ricevuto la notizia ma onestamente pensavo che l’avessero esagerata… E purtroppo faremo fatica…” si interruppe sentendo squillare il telefono “scusate un momento… Qui Romanov… Ah, buona sera… Si, immaginavo che mi avrebbe contattato… Ah… Si… No, non ho ancora sentito nulla… Va bene… No, è presto per una dichiarazione pubblica, ma apprezzo che lei mi abbia fatto sapere… Prego, buonasera!” e riattaccò perplesso ma come vagamente sollevato “Herr Richthausen, le Corporazioni presenti come hanno reagito? Ho dato per scontato che fossero ostili, ma ho appena ricevuto una telefonata da Martha Hindenlang, appartenente al suo casato originario nella Bauhaus, che mi fa pensare il contrario…” disse guardando Max.

    #5708
     Meeme 
    Partecipante

    “Direi che c’è sempre una prima volta per tutto…” commentò lei divertita dall’imbarazzo di lui. Stan le piaceva perché era un uomo buono, tranquillo ed un ottimo partner di lavoro. “Mi piacerebbe vedere la tua casa, fare la doccia con te e mangiare in camera da letto, suona tutto in modo molto intimo.” sorrise anche se forse lui non intendeva proprio quel programma, ma non aveva importanza.

    Le andava di restare da sola con lui senza pensare al lavoro ed anche Stan sembrava della stessa idea. Si lasciò portare a casa sua molto volentieri commentando che quello sarebbe stato un passo avanti nella loro relazione, ovviamente scherzando, ma lasciando anche il dubbio che pensasse sul serio quelle cose. La cosa più importante, oltre a non farsi ammazzare domani per motivi futili, era divertirsi e passare del tempo insieme a lui.

    #5713
     Elan 
    Partecipante

    “Questo sì che significa essere attrezzati!!” esclamò Megan con una risata in grado di scaricare tutta la tensione. Si alzò, fece per precederlo, poi si voltò un istante e fece una smorfia buffa.
    “Comunque la colpa resta tua!” esclamò, scherzando. Ma voleva solo ridere, non incolparlo davvero, come quello fosse il solo modo per smettere di pensare alle cose brutte.

    E quando diceva che avrebbe voluto passare con lui tutto il tempo del mondo, diceva sul serio.
    Megan non era una persona timida, una persona riservata o pudica… ai tempi della scuola aveva avuto le sue belle avventure, e non ne faceva un dramma.
    Ma Selim riusciva a tirarle fuori una dolcezza particolare che, a dirla tutta, non le faceva per niente rimpiangere quei giorni allucinanti e quella sequela di situazioni assurde in cui si era ritrovata da quando l’aveva conosciuto.
    Perché, a voler ben vedere, era stato proprio grazie a quelle situazioni assurde che l’aveva conosciuto…

    Quando infine dovettero lasciare l’albergo, per quanto non fosse per niente contenta della cosa, si sentiva per lo meno rincuorata dalla presenza di Selim accanto a sé.
    Non disse nulla quando arrivarono all’ufficio del Segretario Generale, annuì alla spiegazione di lui ed ascoltò quanto la Wilcox avesse da dire.
    Aveva un pochino lo stomaco attorcigliato, in realtà (non era sicura di quali potessero essere le conseguenze se le cose fossero andate male, per lei… e non era sicura di volerlo sapere), ma quando le venne domandato cosa intendesse scrivere fece un gran respiro.
    “La verità.” disse, senza tanti giri di parole. “I miei articoli non girano intorno ai fatti, abbellendoli o indorando la pillola in qualche modo. E non ho intenzione di farlo nemmeno questa volta. Da quel maledetto uovo nelle fogne alla rivolta dei Guardiani.”
    Rimase un attimo in silenzio, pensierosa, come se stesse elaborando l’articolo davanti agli occhi in quello stesso momento.
    “Non che abbia intenzione di esaltare la rivolta, né tantomeno l’operato dei Guardiani. Non sono molto… felice… di come sono andate le cose, a dire la verità.”
    Fece una smorfia a metà tra un sorriso e rimane in attesa.

    #5715
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    Quando uscì dall’ufficio della Hindenlang Abel ebbe modo di riflettere con lucidità su quello che era appena accaduto: la comparsa del Duca Richthausen era stata decisamente inaspettata ma fu alquanto sorprendente la velocità con la quale si fece convincere dalla Hindenlang sulla possibile apertura con i Guardiani.
    A ben pensarci sarebbe stato più o meno il discorso che avrebbe fatto lui, esattamente con lo stesso stile…anche se usare la tecnica del tenere in apprensione due agenti col cruccio di aver causato una rivolta di proporzioni epiche non era proprio nelle sue corde, o almeno lui non aveva ancora avuto modo di farlo.
    Di certo loro due erano l’ultimo anello della catena, la Hindenlang aveva già preso i contatti con Saglielli, la cui famiglia era stata parecchio importante per l’inizio carriera di Abel, e aveva solo bisogno di una conferma delle sue teorie sul campo che avrebbe ottenuto usando solo il massimo della sua severità.
    Insomma ora tutto aveva una logica nella sua testa e ora si sentiva più tranquillo, nonostante la riunione decisiva che si sarebbe svolta l’indomani.

    “Sì, credo che fra un po’la fame si farà sentire e ne possiamo approfittare per rilassarci un po’…chissà magari potremo cenare insieme anche domani ancora da corporativi” disse a Lada sorridendo.
    Non aveva idea di come sarebbe andata a finire la cena e se ci sarebbe stato un eventuale, e forse ben gradito, post-cena…era meglio non pensarci troppo e godersi quel poco di relax che gli rimaneva prima del giorno del giudizio.

    #5716
     Rilwen 
    Partecipante

    Un gruppo senza un ordine ben preciso può essere devastante. In se stesso e anche fuori da se sesso. Non gli piaceva l’idea che questi Guardiani non avessero ben identificato una gerarchia, fatta eccezione per i soliti noti. Ma era qualcosa su cui Max non aveva e non avrebbe avuto modo né motivo di interferire. Forse la sua missione era finita lì, forse era tutto concluso, almeno su Luna.
    Certo, non con Astrid, per lo meno non era nelle sue intenzioni.
    E quando la vide ingozzarsi di cioccolatini rise debolmente:
    “Ehi, non ingozzarti, che poi domani sera non hai fame.”
    Oh, non aveva mica dimenticato, tutt’altro.

    E ora bisognava parlare con tutti. E con “tutti” intendeva Wellesley, certo. Ma anche Romanov. Giusto perché così era tutto molto più semplice. Sospirò, e scosse la testa, dopo averlo salutato in maniera militare.
    “L’idea comune di tutte le corporazioni è stata quella di evitare spargimenti di sangue. Si vuole arrivare ad un accordo, signori, e un accordo è l’unico modo in cui ci si distingue dagli Eretici. Trovate il modo di aiutare questi accordi, perché solo così la Fratellanza avrà veramente la meglio.”

    #5723
     Ilmarien 
    Partecipante

    Maximilian Richthausen
    Alle parole di Max, il Custode scosse la testa e replicò: “Questa è una notizia estremamente scontata, cosa hanno detto di preciso? Non l’ho mandata in missione per avere risposte approssimative, Herr Richthausen!” aggiunse in tono visibilmente seccato. “Se permettete, Vostra Eccellenza” intervenne Astrid vedendo il Mortificator in difficoltà “gli agenti della Bauhaus si sono schierati a favore della rivolta, insieme alla Samurai Mishima che era presente. Gli agenti Cybertronic si sono opposti ma erano gli unici, io e il Mistico Marcus Leumann ci siamo schierati a favore, mentre Richard… qualcosa, non mi ricordo il suo cognome, comunque è un Inquisitore, direi Majoris ma non ne sono sicura perché la sua armatura era stata danneggiata, in ogni caso sembrava piuttosto esperto, doveva avere anni di esp…” si interruppe a un’occhiataccia di Wellesley, dato che stava perdendo il filo del discorso. “Ehm, dicevo” proseguì “l’Inquisitore e la sua squadra non si sono schierati, hanno detto che erano venuti per fermare l’Oscura Legione e dopo che l’hanno fatto se ne sono andati” concluse. Aveva parlato evitando di guardare il Custode direttamente, tenendo la testa bassa in segno di deferenza, anche se era visibilmente emozionata da quanto stava accadendo.

    Il Custode lanciò un’occhiata a Wellesley, il quale sedeva con aria meditabonda: “Senti i tuoi familiari e dimmi cosa ne pensano” gli ordinò semplicemente e a queste parole il nano scese dalla sedia e andò nell’altra stanza a telefonare. Il volto del Custode rimase meditabondo, poi proseguì rivolto ai due: “Dopo il disastro dell’Ordine della Fiamma Purificatrice non potremo dire granché alla seduta del Cartello, e un bagno di sangue a Luna City potrebbe essere la scintilla che scatena una guerra Corporativa… Dovremo muoverci con prudenza…” rifletté visibilmente frustrato dall’intera situazione “Mandate a chiamare Marcus Leumann” disse girandosi a qualcuno che era nella stanza con lui. “Avete qualche ora di libertà, non so se ci sarà bisogno di voi in qualità di testimoni, ma in ogni caso vi farò entrare alla riunione del Consiglio di Sicurezza del Cartello che si terrà domani mattina, fatevi trovare alle otto davanti alla Cupola. Speriamo che questa faccenda si risolva per il meglio e che la Luce del Cardinale ci accompagni!” concluse spegnendo la comunicazione. Il maggiordomo li accompagnò alla porta e prese i loro numeri in caso ci fosse stato bisogno di contattarli. Una volta fuori, Astrid disse: “Un Custode dell’Arte?!?!? Non mi hai detto che avevi a che fare con un Custode dell’Arte!!! Wow! Questa faccenda è veramente importante, allora! Ha parlato di guerra corporativa, speriamo che non sia vero, altrimenti chissà cosa succederà…” si interruppe come vagamente spaventata da quella possibilità, poi si girò nuovamente verso di lui “Se ci chiamano a testimoniare dovremo fare in modo di dire più o meno le stesse cose, andiamo a mangiare qualcosa e ne parliamo un momento?” propose distrattamente.

    Megan Reed
    Trascorsero una buona oretta in quella camera d’albergo, e per Megan fu un ottimo modo per scaricare tutta quella tensione accumulata nel corso di quella pazzesca giornata. E anche il braccio cibernetico di Selim non la turbò più di tanto, ormai si era abituata all’idea.

    “Ottimo, sul fatto che poteva andare meglio siamo tutti d’accordo” replicò la Wilcox in tono visibilmente frustrato “diciamo, tornando al discorso di un suo possibile articolo, che la verità è un fiume con molti affluenti” a queste parole Selim sussultò, e Megan si rese conto che la Wilcox aveva appena citato uno dei Sette Saggi della Mishima. Stava per riprendere, quando il telefono si Selim si mise a suonare, e lui, dopo un cenno di assenso della Wilcox, si alzò e si allontanò per rispondere. “Tralasciando le formalità, tutto dipende dalla riunione del Consiglio di Sicurezza del Cartello di domani mattina: saranno loro a decidere se negoziare con i Guardiani o soffocare la rivolta con un intervento corporativo congiunto. Ho bisogno che lei appoggi la decisione che verrà presa nel Consiglio di Sicurezza” e tacque per farle capire che la richiesta era sincera. “Il Consiglio di Sicurezza negli ultimi due anni ha evitato ben cinque volte che scoppiasse una guerra corporativa su larga scala. Se la stampa lo delegittima in qualunque modo, per esempio criticando una decisione presa, le singole corporazioni negozieranno separatamente, e questo renderà la situazione molto più instabile, basterà una singola scintilla per far scoppiare una guerra corporativa e né io né la Fratellanza potremo impedirlo. Tutto chiaro?” chiese alla fine. In quel momento Selim tornò: “Sono arrivati dei rapporti dagli altri Memorial di Luna City, la rivolta si sta diffondendo a macchia d’olio, qualunque cosa vogliano fare si sono organizzati molto bene… In ogni caso nessuno degli ospedali è stato preso d’assalto e al momento le violenze sono… contenute…” riferì Selim. Teresa Wilcox fece un cenno d’assenso e guardò Megan in attesa di una risposta.

    #5739
     Elan 
    Partecipante

    Megan inarcò un sopracciglio alle parole della Wilcox. Sospettava dove sarebbe voluta andare a parare, ed era un terreno che non le piaceva poi così tanto.
    Aspettò che Selim rispondesse al telefono prima di dire qualcosa, approfittando di quella breve distrazione per raccogliere le idee e pensare bene a cosa dire.
    Alla fine, prese un grosso sospiro.

    “Sono sincera. Preferirei appoggiare la decisione del Consiglio se decidesse di soffocare la rivolta. Non mi sono piaciute le proposte mosse dai guardiani e, più in linea generale, non sono precisamente una loro fervida sostenitrice.”
    Tacque un secondo. Voleva che quel punto fosse ben chiaro.
    Sospirò.
    “Tuttavia.” aggiunse, dopo un momento. “Mi rendo conto della situazione, mi rendo conto della vostra posizione, e mi rendo conto che qualsiasi cosa verrà decisa, andrà ad influenzare in maniera non indifferente probabilmente tutta la città.”
    Sicuramente, avrebbe influenzato le loro vite, nel bene o nel male.
    “E, per quanto possibile, voglio aiutarvi.” guardò nella direzione in cui Selim si era allontanato. “Quindi appoggerò la decisione del Consiglio, se è questo di cui avete bisogno.”

    Sì, principalmente lo faceva per Selim.
    Perché non voleva metterlo nei casini, perché non voleva rendergli la vita un inferno e perché… beh, ci teneva a lui.
    Se solo quella decisione fosse stata quella che lei sperava, sarebbe stato tutto indubbiamente più facile.

    Non aggiunse altro quando lui tornò, ma aggrottò la fronte alle sue parole.
    “Contenute?” lui non sembrava particolarmente convinto, e lei lo era ancora meno.

    #5741
     Rilwen 
    Partecipante

    Lasciò che fosse Astrid a parlare per lui, a spiegare chiaramente come funzionava la cosa, come ogni Corporazione aveva deciso più o meno apertamente di schierarsi. Lui non era fatto per la politica, e se ne accorgeva molto chiaramente. Non era quello il suo mondo, il suo mondo era fatto di sangue, di polvere, di buio.
    Buio per far trionfare la Luce, ma sempre buio rimaneva.
    Ne approfittò per guardare bene Wellesley e il Custode, come a cercar di capire bene che cosa passasse per le loro teste, che cosa pensassero, che cosa avessero in mente. Certo, il Custode dava un sacco di ordini e stava smuovendo un sacco di persone, ma Wellesley sembrava nello stesso tempo una trottola che andava di qua e di là e molto preoccupato.
    Luna non era la sua casa. Ma era la casa di sua sorella, e non voleva che qualcosa succedesse, che rendesse la vita a lei difficile.
    “Evitatelo, il bagno di sangue. A tutti i costi. Ne siete in grado. Dovete solo volerlo.”

    Uscì dalla stanza dopo aver salutato tutti quanti, in modo formale e appropriato ai ranghi vari ed eventuali, e sorrise, vedendo l’entusiasmo di Astrid. Era davvero… esuberante.
    “Beh. Visto che ho scioccato il maggiordomo con il mio outfit poco elegante e il sangue dovunque… potremmo prima andarci a cambiare e trovarci al ristorante. Scegli tu, ma offro io, e non si discute.”
    Cercò di prenderle la mano, per darle un lieve bacio, galante ma nello stesso tempo piuttosto ammiccante.

    #5756
     Ilmarien 
    Partecipante

    Megan Reed
    “Grazie, e naturalmente lei è invitata ad assistere alla riunione di domani, non credo che la chiameranno a testimoniare dato che era pieno di agenti corporativi, ma non si sa mai” disse la Wilcox con un sorriso e una sincera stretta di mano. “Dai vari rapporti sembra che non puntino alle installazioni corporative quanto a riempire le strade” spiegò Selim “infatti ci sono stati alcuni feriti vicino ad alcune strutture corporative sorvegliate ma finora nessun morto, in altre parole se incontrano resistenza semplicemente si spostano in un’altra zona…” concluse. Teresa Wilcox si lasciò andare con stanchezza sullo schienale e disse a Selim: “Comunica loro di passarmi tutti i rapporti e vediamo com’è la situazione domani mattina, e vediamo di evitare una guerra corporativa” poi si rivolse a entrambi “la riunione sarà domattina alle otto, se volete stare qui ci sono alloggi per entrambi” concluse congedandoli e preparandosi probabilmente a una lunga notte di telefonate. Visto che ormai si era fatto tardi, Megan e Selim dormirono negli alloggi per gli Agenti del Cartello situati nei sotterranei della Cupola. Non erano alloggi spaziosi, ma almeno i letti erano comodi con stanze separate.

    Maximilian Richthausen

    Fece per baciare il guanto dell’armatura quando si rese conto che era quasi completamente incrostato di sangue, icore e residui dalla zona fognaria in cui avevano combattuto. Astrid, nel vedere il gesto e la sua conseguente ritrosia, soffocò a malapena una risata, poi disse con dolcezza: “D’accordo su tutto, ma prima di ogni altra cosa dobbiamo farci una doccia, io…” stava per aggiungere qualcosa quando la porta si riaprì, e il maggiordomo, ormai con aria rassegnata disse: “Se i signori vogliono darsi una ripulita, qui c’è tutto l’occorrente…”. Astrid approfittò dell’offerta dato che non voleva ritornare a casa propria con tutto il casino che c’era in giro, e i due si ritrovarono al ristorante. Trascorsero una piacevole cena, un momento per rilassarsi dopo tutta quella snervante faccenda, e dopo cena Astrid si fermò a dormire con Max.

    Kasey Bates
    Kasey e Stanford trascorsero piacevolmente il resto della notte. Ordinarono da mangiare e dopo essersi ripuliti mangiarono in casa, rilassandosi e scaricando la tensione accumulata in quella turbolenta giornata.

    Abel Brandt
    La cena con Lada si rivelò più piacevole del previsto: entrambi volevano rilassarsi e non pensare al domani, dato che, per quanto la Hindenlang li avesse rassicurati, non c’erano comunque certezze, quindi finirono un po’ brilli negli alloggi degli ufficiali della Torre Est, dove alla fine il sonno li colse.

    Tutti
    Da una balconata laterale poterono osservare la Sala del Consiglio di Sicurezza del Cartello, con i vari rappresentanti Corporativi: Michael Wellesley [Direttore della sede Capitol di Luna City e membro del CdA Capitol] per la Capitol, Martha Hindenlang per la Bauhaus [Direttrice dell’Ufficio degli Standard per conto del Ministero Supremo dell’Industria della Bauhaus], il Signore Supremo per la Mishima, Jonathan Paladine per gli Imperiali [Primo Ministro di Sua Maestà Victoria Paladine] e Marcy West per la Cybertronic [Azionista di minoranza della Cybertronic e volto pubblico della corporazione]. A presiedere la riunione, il Segretario Generale del Cartello Teresa Wilcox, e a lato fuori dal semicerchio sedeva il Custode dell’Arte Sergej Romanov in qualità di rappresentante della Fratellanza.
    Il Cartello aveva sempre difeso la sua autonomia dalla Fratellanza in quanto consorzio corporativo, ma nelle riunioni più importanti le Corporazioni potevano richiedere un rappresentante che portasse la volontà del Cardinale direttamente al Consiglio di Sicurezza. Date le sue origini Bauhaus e i buoni rapporti con la Mishima e con la Cybertronic, il Custode Romanov era stato spesso scelto come rappresentante, anche prima della morte di Nathaniel VII e l’ascesa dell’attuale Cardinale Supremo Alexander. Tuttavia i presenti vedevano che il Custode era chiaramente a disagio di fronte alle Corporazioni, e lanciava continue occhiate ai membri del Consiglio in attesa che iniziasse la riunione.

    A un certo punto Teresa Wilcox batté il martello per chiedere silenzio e parlò: “Si apre la riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza del Cartello. Per i nostri Padri che conquistarono le Stelle, Gloria alle Corporazioni e Gloria all’Umanità intera!” e a queste parole ci fu un inchino di tutti i Corporativi e del Custode. Era lo stesso augurio con cui si era aperta ogni singola riunione del Cartello, fin dalla sua fondazione agli albori dell’Età dell’Oro, quando il nemico erano ancora le Nazioni della Terra. “Siamo qui riuniti perché ieri notte è scoppiato un tumulto nel Distretto 43” proseguì la Wilcox “e stamattina oltre sei milioni di abitanti di Luna City sono per le strade, e sempre più distretti sono coinvolti nella protesta, incluso il centro città. La protesta è anti-corporativa e guidata da un gruppo politico chiamato i Guardiani delle Libere Nazioni. Cinque anni fa il gruppo tentò un approccio meno violento sotto la guida di Jonathan Pryce: la decisione del Cartello fu di utilizzare la Fratellanza per disfarsi di Pryce e far crollare la rivolta. Oggi Pryce è tornato recentemente a capo della rivolta dopo” e mentre parlava lanciò un’occhiata al Custode Romanov “dopo aver contribuito a fermare un attacco di Eretici ed essere stato prosciolto da ogni accusa di Eresia da parte di Sua Eccellenza il Custode Romanov. L’altro comandante della rivolta è un individuo conosciuto solo come Francis, e il Cartello ritiene sia stato lui il principale organizzatore della rivolta attualmente in corso. Al momento due rapporti separati dell’Inquisizione lo ritengono prosciolto da qualsivoglia accusa di Eresia. La Fratellanza ha dichiarato che Pryce deve essere ritenuto un Mistico nel pieno e legittimo esercizio delle sue funzioni, tuttavia” e guardò nuovamente Romanov “non ci sono state dichiarazioni contrarie o a favore sui Guardiani delle Libere Nazioni o sui ribelli che infestano le nostre strade” e tacque mentre beveva alcuni sorsi.

    Nel momento di silenzio i rappresentanti corporativi si scambiarono alcune occhiate, e Paladine, il rappresentante Imperiale, chiese la parola. “L’ultima notizia è che Pryce ha inoltrato una formale richiesta a questo Consiglio di poter parlare a nome dei Guardiani, in caso non ne siate al corrente qui c’è una copia di ciò di cui vorranno negoziare” proseguì la Wilcox facendo girare alcuni fogli tra i presenti. “Apro quindi la discussione in merito, il Cartello è pronto ad appoggiare un intervento corporativo congiunto ma ricorda a tutti i presenti le tensioni dell’ultimo anno e auspica che il corso intrapreso sarà nell’interesse delle Corporazioni e del Cartello stesso. Colgo anche l’occasione per avvertire che un satellite della Fratellanza ha individuato una flotta dell’Oscura Simmetria in viaggio verso i pianeti interni, probabilmente Venere o Mercurio” concluse. A tutti i presenti fu chiaro che la Wilcox, in qualità di Segretario Generale, stava cercando di ricordare alle corporazioni la necessità di lavorare insieme.

    Jonathan Paladine, portavoce Imperiale, si alzò e si schiarì la voce prima di parlare a sua volta: “Prima di dibattere la questione, vorremmo condividere pubblicamente alcune informazioni, per segnalare la nostra volontà di collaborare con il Cartello e con le altre Corporazioni” disse facendo un lieve cenno del capo verso la Wilcox “questo Francis era conosciuto come Alexander Francis Grant, era un membro dell’esercito Imperiale e del Clan Macguire, ha servito per anni… nell’Intellligence di Sua Maestà, prima di cadere in disgrazia ed essere espulso dalla Corporazione” concluse sedendosi. Wellesley della Capitol prese a sua volta la parola, con voce esitante, quasi come se non volesse parlare: “Ci risulta che l’attacco Eretico sventato dal Mistico Pryce e da alcuni agenti corporativi fosse stato operato da un gruppo noto come l’Ordine della Fiamma Purificatrice, un ordine fanatico interno alla Fratellanza, Custode, potete confermare queste notizie?”. A queste parole Romanov si alzò e disse: “Sembra che alcuni Eretici si fossero mascherati da membri della Fratellanza per infiltrarsi tra i ribelli… qualsiasi altra notizia è falsa” aggiunse rimettendosi a sedere.

    A quel punto il Signore Supremo della Mishima si alzò e con voce calma e serena prese la parola. Era un vecchio dall’aria innocua, che in gioventù aveva rinunciato al proprio nome per il bene della Corporazione, e come tutti sapevano, ricopriva oggi un ruolo simbolico, dato che la corporazione era divisa tra i suoi tre figli: “Signori Corporativi, possiamo attribuire colpe oppure possiamo trovare una soluzione al problema. Cinque anni fa ci siamo trovati davanti allo stesso problema, e abbiamo chiesto alla Fratellanza di intervenire. Oggi hanno dichiarato la loro neutralità, per cui possiamo soffocare la rivolta solo attraverso un intervento corporativo congiunto” e a queste parole scambiò un’occhiata con Teresa Wilcox “oppure possiamo sentire quello che Pryce propone e provare a raggiungere un accordo con lui. Nella presente situazione, trovo dispendioso e controproducente soffocare la rivolta prima di aver sentito se sono disposti a negoziare. Io rappresento una singola corporazione e non posso parlare per tutti, ma molte di queste richieste mi sembrano… quantomeno ragionevoli” concluse con una certa sorpresa dei presenti, che si scambiarono occhiate nervose. Mentre il Mishima parlava, Martha Hindenlang si era chinata all’orecchio dell’Imperiale, il quale l’aveva ascoltata e poi aveva risposto con un cenno del capo.

    Teresa Wilcox a questo punto interruppe il dibattito: “Una delle Corporazioni ha chiesto di aggiornare la seduta a quanto sarà possibile chiamare il Mistico Jonathan Pryce a testimoniare davanti a questo consiglio. Qualcun altro sostiene la proposta?” immediatamente Paladine, il portavoce Imperiale, alzò la mano, seguito a ruota dalla Hindenlang, e sebbene a malavoglia, da Michael Wellesley. Marcy West della Cybertronic invece parlò a sua volta: “Ascoltarlo vorrebbe dire legittimare parzialmente la rivolta, la mia Corporazione è contraria” a queste parole Teresa Wilcox le lanciò un’occhiata allarmata, invitandola a riconsiderare la propria posizione. Dopo una lunga pausa, Marcy West aggiunse: “Tuttavia accettiamo la decisione della maggioranza” e fece un cenno del capo in segno di rispetto verso gli altri “chiediamo tuttavia che gli venga concessa un’udienza privata, niente spettatori o giornalisti”. La Wilcox osservò i presenti per controllare che nessuno obiettasse, poi disse: “Molto bene, se non ci sono obiezioni la riunione è aggiornata tra mezz’ora” disse dopo aver scambiato un’occhiata con il Custode dell’Arte.

    Capitol
    Michael Wellesley ascoltò le parole di Pryce, e personalmente fu lieto di sentire nuovamente i suoi discorsi, dopotutto il Mistico era sempre stato un ottimo oratore, fin dall’inizio della sua carriera a San Dorado, su Marte. E quello sarebbe stato il suo unico sollievo: aveva usato la propria popolarità su Luna per avere un maggior peso in Consiglio di Amministrazione, ma non aveva considerato la rivolta. E ora sia il suo vecchio rivale il Presidente Colding, sia la Hindenlang, lo avevano messo con le spalle al muro, l’uno obbligandolo di fatto a rappresentare la Capitol davanti al Cartello, l’altra mobilitando le élite Capitol di Luna contro di lui. La sua unica via di uscita era accontentare entrambi e cercare di tirare i remi in barca e non apparire troppo debole mentre difendeva il Mistico davanti alle Corporazioni. Per cui prese pazientemente appunti, e una volta che il Consiglio iniziò a deliberare, utilizzò tutto il suo talento diplomatico e la sua influenza su Luna per dare inizio ai negoziati con i Guardiani delle Libere Nazioni. Al tempo stesso cercò di prendere tempo, di rinviare il più possibile il negoziato vero e proprio.

    Quando a fine giornata rientrò finalmente nel proprio ufficio alla sommità del Pinnacolo, prese il telefono e chiamò San Dorado, chiedendo di parlare con il Presidente Colding: “Buonasera Michael” disse la calma e fredda voce del Presidente Capitol “come è andata?” chiese con una punta di sarcasmo. Michael sapeva che in ogni modo Colding era già stato informato, quindi era inutile tergiversare: “Avrò ancora il mio posto” affermò Wellesley restituendo l’ironia “dovremo passare una mozione per donare l’1% dei profitti alla Fratellanza e accettare la supervisione del Cartello in certe zone di Luna, ma l’alternativa era una guerra corporativa, e in cambio la Fratellanza manderà un esercito su Marte”. “Molto bene” rispose Colding “sarà una seduta movimentata, ma con il sostegno dei democratici non sarà un problema. A domani!” e riattaccò. Wellesley disse alla sua segretaria di fare le necessarie telefonate, poi si alzò e osservò il panorama di Luna. Ormai era sera e le piazze del centro città erano ancora piene di quei maledetti Guardiani, anche se i rapporti sulle violenze erano molto diminuiti. Mentre il sole tramontava, Michael si passò una mano sulla fronte riflettendo sul trono di paglia su cui era seduto e che poteva prender fuoco in qualunque momento. Ma per questa notte era ancora il più grande azionista Capitol di Luna.

    Cybertronic
    Marcy West concluse il suo rapporto davanti alla tavola di azionisti nel cyberspazio. Era raro vedere una riunione al gran completo, stavolta tutti i grandi azionisti della Cybertronic avevano fatto in modo di partecipare. Numero 1 prese la parola e disse: “Ciò che è avvenuto è preoccupante e troveremo il modo di occuparcene nei prossimi giorni. Intanto abbiamo il sostegno Bauhaus su Callisto e potremo approfittare della situazione su Venere grazie all’attacco congiunto del Cartello. Numero 23, coordina le truppe su Luna per minimizzare le perdite, questo consiglio vuole un aggiornamento costante dei danni, a noi e alle altre corporazioni, se i negoziati si riveleranno troppo costosi il Cartello dovrà riconsiderare un intervento militare per schiacciare i Guardiani”. Conclusa la riunione, il numero 1 si scollegò dal cyberspazio e si diresse nel suo piccolo salotto, dove si sedette sul sofà e accese il televisore, aspettando di vedere il comunicato del Cartello. In breve la sua personalità secondaria si sarebbe attivata, e vedere la notizia sarebbe stata una brutta sorpresa per Bob, il capitano in pensione. Ormai si era abituato a questi cambi rapidi di personalità: si chiese per un attimo se il capitano realmente disapprovasse, oppure se sotto sotto fosse contento di tutti questi sacrifici per i poveri di Luna, dopotutto non conosceva i dettagli di quello che era successo… Bob Danvers si risvegliò sul sofà dopo un lungo riposo pomeridiano, e ormai era sera: guardò le notizie con una certa preoccupazione, tutte queste violenze sotto casa sua disturbavano la sua routine quotidiana di pensionato. Mentre stava per mettersi a cena, si chiese se dopotutto non fosse una buona idea che il Cartello si adoperasse così tanto per i poveri della città.

    Mishima
    Il Signore Supremo si sedette a gambe incrociate mentre il suo assaggiatore controllava la sua cena. Gli inviati dei suoi figli avevano appena lasciato il palazzo, e gli avevano detto che per il momento nessuno di loro voleva una guerra corporativa. Dopotutto non era stata una brutta giornata: spesso si era depresso nel vedere la sua corporazione divisa, e ben poco poteva la sua scarsa influenza sulle lotte interne dei suoi figli. Tutto ciò che era rimasto al vecchio erano alcune imprese su Luna e la sua guardia del corpo, ben poco a confronto con le caverne di Mercurio su cui regnava Moya, le giungle di Venere di Maru e le praterie di Marte che Mariko aveva strappato alla Capitol. Tutto ciò che poteva fare era proteggere Luna e impedire alle altre corporazioni di scatenare una guerra in cui la Mishima sarebbe stata debole, e divisa. E ci era riuscito, almeno per oggi, trovando un inaspettato alleato nei Guardiani delle Libere Nazioni, e in una Fratellanza umiliata e troppo preoccupata dalla presenza di Eretici nei loro ranghi per negare richieste corporative. Il suo aggiatore fece un profondo inchino e gli indicò che poteva iniziare a mangiare: mentre prendeva le bacchette lo guardò allontanarsi. Nemmeno il suo assaggiatore era completamente fidato: certo, era un Mishima, e nessuna corporazione avrebbe mai potuto corromperlo; ma serviva lui o uno dei suoi figli? A chi era veramente leale? Si mise in bocca il riso con una certa sicurezza: sapeva che, almeno per stasera, i suoi figli non lo avrebbero avvelenato.

    Imperiale
    Jonathan Paladine, Primo Ministro di Sua Maestà Imperiale Victoria Paladine, entrò nell’ufficio di sua cugina per aggiornarla sulla situazione, mentre i suoi sottoposti correvano a informare i rappresentanti dei vari Clan in cui la corporazione era divisa. Mentre aspettava ricordò il giorno in cui era entrato per la prima volta in quell’ufficio, per ricevere ufficialmente l’incarico di Primo Ministro. I Clan lo avevano scelto sei anni fa in seguito a un compromesso, dopo che il suo predecessore si era ucciso in seguito al crollo delle azioni Imperiali. E durante tutti quegli anni si era barcamenato, tra la Fratellanza che pretendeva di controllarlo, ai Clan che protestavano ogni volta che c’era da aiutarsi a vicenda, alle altre Corporazioni che si erano approfittate della crisi, all’Oscura Legione che premeva lungo la Fascia degli Asteroidi. E tuttavia era rimasto al potere, un po’ grazie a sua cugina, un po’ grazie al fatto che per molti Clan lui era il minore di innumerevoli mali. Il volto di Sua Maestà Victoria comparve sullo schermo, mentre si stabiliva la comunicazione audio. “Primo Ministro, ho ricevuto il Vostro messaggio” disse la Regina aprendo la comunicazione, come era d’uso nelle trasmissioni ufficiali. Jonathan Paladine rimase un po’ sorpreso dalla freddezza del suo tono, aprì la bocca per esternare la propria confusione, quando la Regina, evidentemente non riuscendo più a trattenersi, scoppiò a ridere. Per riflesso anche Jonathan la imitò. “Seriamente, Jonathan, come hai fatto?” chiese Victoria finendo di ridere “questi Guardiani sono stati una manna!” spiegò Jonathan, contento di poter finalmente parlare “quei bellimbusti della Fratellanza sono rimasti zitti, e la Bauhaus ha visto un’occasione per fare concorrenza alla Capitol, favorendoci. Erano anni che non partecipavo a una riunione così soddisfacente!” concluse alzando un calice di vino alla salute dell’Imperatrice. “Ottimo” replicò Victoria “dovremo dare alcuni fondi in più al Cartello, ma i Clan saranno più che soddisfatti, e l’appoggio Bauhaus su Ganimede e nella Fascia sarà un toccasana per l’intero fronte bellico. Ah, non mi hai scritto se questi Guardiani sono un pericolo o meno” aggiunse in un secondo momento. A queste parole il Primo Ministro smise di ridere e si fece serio: “Onestamente sul lungo periodo potrebbero diventarlo, per il momento sono molto più scomodi alla Capitol e alla Cybertronic, quindi lunga vita alle Libere Nazioni!” concluse. “Non alla Bauhaus? Luna City è uno dei loro mercati più forti…” chiese dubbiosa Victoria “no, hanno qualcosa in mente, secondo me sono in grado di controllarli in qualche modo, fatto sta che hanno appoggiato la rivolta fin da subito…” rispose Jonathan “in ogni caso devo riconoscere che hanno saputo approfittare della situazione senza scatenare una guerra corporativa…” e qui si fermò pensieroso “quando finalmente verranno alle mani, allora verrà il nostro momento”.

    Bauhaus
    Jonathan Pryce osservò con una certa soddisfazione la sua nuova veste di Mistico, mentre entrava in una sala laterale della Grande Cattedrale. Dopo che il Custode Romanov aveva confermato la sua nomina, aveva avuto una breve conversazione con quell’Inquisitore, Richard Booth, il quale si era ripreso dalle sue ferite e stava cercando di catturare tutti i membri dell’Ordine della Fiamma Purificatrice, ora considerati Eretici. Gli era stato detto che qualcuno lo aspettava nella sala laterale, e dal tono sembrava una persona importante. Si mise a sedere, vagamente nervoso, e attese alcuni secondi prima che una porta segreta si aprisse di fianco a lui. Entrò nel passaggio, chiedendosi chi avesse questo tipo di accesso segreto, e si ritrovò in una piccola stanza: davanti a sé c’era una donna sui quaranta, con un’aria molto giovanile e una tenuta da ufficio estremamente elegante. Fece un cenno del capo quando lo vide entrare e lo invitò ad accomodarsi davanti a lei. Pryce si guardò intorno, un po’ sorpreso che fossero soli, poi si sedette e disse: “Signora Hindenlang, direi, le foto nei giornali Capitol non le rendono giustizia” e fece un inchino con un leggero sorriso. “Grazie Herr Pryce” rispose Martha Hindenlang nella sua melodica voce contraltile “mi dispiace disturbarla nel suo momento di maggior trionfo, volevo offrirle i miei più sentiti ringraziamenti da parte del Ministero Supremo dell’Industria per avere risparmiato le proprietà Bauhaus in città”. Pryce meditò alle parole di lei prima di rispondere: “Non che avessi molta scelta in proposito, non finché ho addosso il collare…” disse infine additando il meccanismo di sicurezza che ancora portava al collo “Si ha sempre una scelta, Herr Pryce, avrebbe potuto passar parola alla Fratellanza” replicò la Hindenlang. “Sono stati loro a consegnarmi alla Bauhaus, dubito che mi vogliano… completamente libero” disse con un attimo di esitazione “in ogni caso sono io che devo ringraziare lei, pensavo non avrebbe esitato a estorcere ogni possibile concessione dai negoziati. Immagino che non l’abbia fatto per i poveri di Luna City, ma in ogni caso le sono grato…” aggiunse Pryce con un lieve inchino; “Gli altri Corporativi e il suo amico Francis non devono sospettare nulla, inoltre pagare per la Bauhaus è un problema relativo, dopotutto le nostre proprietà non sono state danneggiate” spiegò la Hindenlang. La donna lo guardò meditabonda, poi aggiunse: “L’ho fatto perché avevo bisogno di qualcuno che mettesse pressione alle altre Corporazioni sul lungo periodo, la Bauhaus ha già le strutture necessarie per il vostro programma, si tratta solo di ampliare la produzione. Per le altre Corporazioni i costi materiali saranno più alti, in poche parole, i Guardiani mi sono e mi saranno utili. Detto questo, non mi ritenga completamente senza cuore, sono contenta per i poveri di Luna City, dopotutto ero una di loro vent’anni fa…” e strinse le spalle con un sorriso amaro “Non la tratterrò oltre, volevo solo assicurarmi che non ci fossero state conseguenze dopo i lunghi negoziati, dopotutto lei è sopravvissuto a un attacco Eretico, sarà stata una giornata molto intensa per lei”. Mentre la donna parlava fece un segno con le dita, come se qualcuno fosse in ascolto, e estrasse dal gilè un foglio, che mostrò a Pryce. Era il suo ordine di scarcerazione, il documento che lo aveva messo nelle mani della Bauhaus, con l’assicurazione che restasse vivo, in modo che potesse collaborare alle indagini sui Guardiani delle Libere Nazioni. Pryce sbiancò vedendo il sigillo e la firma chiaramente leggibile del Cardinale Supremo Alexander VII.

    #5757
     Ilmarien 
    Partecipante

    EPILOGO
    Megan Reed
    L’articolo di Megan fece il giro della città, e tutti ebbero modo di leggere la storia del valoroso gruppo di agenti corporativi che avevano sgominato uno dei più pericolosi attentati Eretici degli ultimi venti anni, e al tempo stesso aveva favorito una soluzione non violenta al problema dei Guardiani. Una parte della stampa vedeva le azioni del Cartello come una concessione, ma l’articolo di Megan permise al Cartello di presentarsi come una forza mediatrice, al di sopra sia delle Corporazioni che dei Guardiani, favorendo un ritorno alla normalità. Con l’aiuto di Selim e il benestare della Wilcox, Megan ebbe modo di osservare le strutture che il Cartello stava mettendo in piedi per soccorrere ed educare i poveri di Luna: forse non era al livello voluto da Francis e da Pryce, ma era comunque uno sviluppo positivo da tutto quel pasticcio iniziato nel Gran Bazaar. Più tardi ebbe anche modo di ritornare nel quartiere, dove i Guardiani si stavano riorganizzando come milizia al servizio del Cartello, e per il momento tenevano lontana la normale polizia Capitol. Richard la chiamò alcuni giorni dopo per un rapporto conclusivo sulla vicenda: l’Ordine della Fiamma Purificatrice si era rivelato un covo di Eretici, e buona parte del Primo Direttorato [I Mistici] era occupato a negare la cosa e dichiarare che c’erano alcuni infiltrati ma erano ‘casi isolati’. Purtroppo Karen Forsythe, l’organizzatrice e Mistico a capo del culto, era riuscita a fuggire, l’Inquisizione aveva perso le sue tracce vicino a Heimburg, su Venere. Nei giorni seguenti lei e Selim si videro spesso, un po’ per lavoro, un po’ per passare del tempo insieme, dopotutto dovevano dimostrare a loro stessi che potevano stare insieme anche senza qualcuno che sparasse loro addosso.

    Kasey Bates
    Il giorno dopo Kasey venne continuamente mandata in giro in vari posti di Luna a controllare i danni ed eventualmente respingere gli assalti. Già due giorni dopo la vicenda al Gran Bazaar la situazione si stava già stabilizzando, e fu libera di aiutare Stanford a muovere il laboratorio dal Distretto 43, la Corporazione aveva deciso che tenerlo lì era un rischio troppo alto, per cui spostarono tutte le apparecchiature alla sede centrale. Più tardi venne a sapere che gli Eretici erano stati tutti presi tranne una, l’organizzatrice, quella Karen Forsythe che lei aveva pazientemente cercato, la quale era riuscita a fuggire. Scoprì anche che quel Gallagher, l’ex-Missionario che trafficava informazioni, era stato trovato morto, i Guardiani avevano consegnato il suo cadavere all’Inquisizione. Dal rapporto che l’Inquisizione aveva fatto al Cartello sembrava che fosse morto carbonizzato, ucciso da un qualche tipo di Dono Oscuro: il corpo era a malapena riconoscibile, tanto che l’avevano identificato solo grazie alla dentatura. Poco dopo la Cybertronic chiuse ufficialmente il caso e rilevò quella piccola installazione che lei e Stanford avevano assalito, con somma gioia di Mark, l’impiegato che li aveva aiutati. I giorni restanti Kasey li passò in licenza, anche Stanford aveva chiesto un periodo di riposo e così trascorsero insieme quasi due settimane, riuscendo perfino ad andare a vedere una partita di starball prima che Kasey venisse nuovamente trasferita su Venere, tornando dalla sua unità. Contrariamente al solito, stavolta per Kasey fu più difficile lasciare Luna per tornare sul fronte.

    Abel Brandt
    Dopo ventiquattro lunghissime ore, un interrogatorio per fortuna senza torture dell’Ufficio della Paura e una snervante attesa davanti all’ufficio della Hindenlang, Abel e Lada furono certi che non sarebbero finiti ‘in vacanza’ su Venere, ma avrebbero continuato a lavorare per la Direttrice dell’Ufficio degli Standard. La Hindenlang fu abbastanza generosa con loro, anche se era chiaro che non tutta la Corporazione aveva approvato una manovra così rischiosa. Alla fine il Ministero Supremo della Fede si sarebbe occupato di gestire il rapporto con i Guardiani e con Pryce, tagliando fuori l’Ufficio degli Standard, che avrebbe continuato a occuparsi delle mansioni normali. E tuttavia ad Abel fu chiaro nei giorni seguenti che sia lui che la Hindenlang avevano avuto successo: la povera gente di Luna City stava ricevendo un po’ di aiuti e la Bauhaus era uscita indenne dai disordini. Inoltre l’opinione pubblica era per il momento a favore della Ruota Dentata, lodata non solo per il sostegno ai poveri di Luna ma anche per la rapidità con cui avevano ripreso a funzionare mentre le altre corporazioni facevano più fatica. Alcuni giorni dopo ebbero un altro colloquio con il Ministro dell’Industria, il quale lodò le loro azioni e la loro lungimiranza, ma diede istruzioni molto precise riguardo ad alcune compagnie. Come spiegò più tardi la Hindenlang, la Cybertronic non era stata contenta di essere messa in minoranza di fronte al Cartello, e ora si trattava di aggiustare i rapporti con quella che dopotutto era il principale partner commerciale della Bauhaus. Lada chiese un trasferimento e lo ottenne, diventando la nuova partner di Abel, e insieme poterono continuare a fare il loro lavoro per la corporazione, e ogni tanto passare del tempo insieme in via non ufficiale, a casa loro o ad ascoltare i discorsi di Pryce.

    Maximilian Richthausen
    Max vide sua sorella l’indomani: alla fine era stata portata via insieme al personale del Cartello, e poco dopo fu in grado di rientrare nell’ospedale, tenuto sotto stretto controllo da una milizia gestita dai Guardiani stessi, che nei giorni seguenti sembrava lentamente venire trasformata in un piccolo corpo autonomo gestito dal Cartello. Astrid aveva avuto diverse occasioni di parlare con i Guardiani, e sembrava che gli elementi più radicali fossero sotto controllo, dato che la maggioranza era soddisfatta dal procedere dei negoziati e dall’immediato invio degli aiuti da parte del Cartello e della Bauhaus. Max ebbe un’ultima conversazione con il Custode Romanov, in cui venne a sapere che l’Ordine della Fiamma Purificatrice si era rivelato un covo di Eretici ma le Corporazioni avevano accettato di mantenere il silenzio in cambio di alcune concessioni: purtroppo il capo dell’Ordine, il Mistico Karen Forsythe, era riuscita a fuggire, e l’Inquisizione ne aveva perso le tracce su Venere. Nei giorni seguenti Max e Astrid si videro spesso ed ebbero modo di trascorrere del tempo insieme senza violenze o Eretici tra i piedi. Così tanto che Max fece più fatica a tornare in servizio quando la sua licenza terminò.

    Fine
    Karen Forsythe si guardò allo specchio, riuscendo a malapena a riconoscersi: aveva abbandonato le vesti di Mistico, e ora era vestita come un semplice viaggiatore di origini Imperiali, i capelli biondi erano diventati scuri, gli occhi neri avevano lenti azzurre e la pelle rosea era non solo piuttosto sporca ma anche decisamente pallida. Anni di lavoro sprecati, buttati nel fango grazie a uno stupido barbone paranoide che non voleva farsi corrompere, un Mistico dai poteri straordinari nel posto sbagliato al momento sbagliato e come se non bastasse accompagnato da un gruppo di agenti corporativi fastidiosamente competenti. Aveva previsto che l’Inquisizione ci avrebbe messo becco, ma il resto era stato decisamente troppo. Capendo che il piano era fallito, era fuggita, e da allora non si era mai fermata. Aveva raggiunto il porto e da lì aveva preso una nave per Venere. Prese con sé i suoi averi e sbarcò, lasciando il materiale compromettente sulla nave, dopotutto non erano passate neanche trentasei ore, prima o poi avrebbero trovato la sua roba, ma i suoi contatti l’avrebbero portata in mezzo alla giungla, dove nemmeno la lunga mano della Fratellanza avrebbe potuto raggiungerla. I due giorni seguenti furono uno sballottamento continuo, tra gli autobus carichi di gente e la motocicletta nelle strade dissestate in mezzo alla giungla, finalmente Karen arrivò al luogo dell’appuntamento. Era una radura, non lontana dal fronte, e al centro c’era una pietra nera, al centro della quale era visibile il triangolo rovesciato simbolo di Ilian. Lo aveva sognato molte volte negli ultimi mesi, come un premio a cui aspirare, ma ora, dopo il suo recente fallimento, ne aveva quasi paura. La Signora del Vuoto l’avrebbe premiata o l’avrebbe uccisa? Con quella domanda in testa, avanzò cautamente verso il centro della radura e toccò la pietra. La tenebra la circondò mentre sentiva una voce: “Hai servito il volere della Dea?” “Si, ora e per l’eternità!” rispose lei, ferma nella sua fede. Strappò il suo medaglione dal collo, l’ultimo legame che ancora aveva con la sua vita nella Fratellanza: “Che io possa servirLa e guidare le sue Legioni!” gridò mentre la tenebra la inghiottiva.

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