Mutant Chronicles – Il Mare della Tranquillità

Questo argomento contiene 142 risposte, ha 4 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Meeme 4 anni, 11 mesi fa.

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  • #6328
     Meeme 
    Partecipante

    Kasey ricambiò il sorriso, annuì alle parole di Mark e dopo essersi congedata con un perfetto saluto militare si scollegò dal Cyberspazio per prepararsi all’incontro. 
    Scelse un completo comodo, nascose la piccola pistola P1000, in modo da avere un’arma di riserva in caso di colluttazione ravvicinata, recuperò il fedele fucile AR3000 e la spada CSA404 e sistemò entrambi dietro la schiena in modo da poterli raggiungere in sicurezza.  
     
    Si guardò allo specchio e si curò più del previsto, stava per rivedere Stan e non voleva avere l’aspetto di una appena uscita da una trincea. Era felice di avere un nuovo incarico ed anche di rivedere Stan. Evitiamo battute idiote questa volta! pensò mentre usciva e sapeva già che avrebbe fallito in partenza. 
     
    La metropolitana era affollata ed una volta uscita da quella scatola di sardine rimase in attesa della sua squadra. Il cecchino Fraser fu il primo ad arrivare, Kasey ricambiò il saluto con un cenno a sua volta. “Cecchino Fraser…” mormorò mantenendo una posa di riposo. 
    Poi arrivò Stan e lei sorrise felice di rivederlo. L’aveva chiamata Capitano, ma si accorse della sua esitazione, stava per chiamarla per nome? 
    “Tenente Stanford…” lo salutò a sua volta, ma aveva usato un tono più dolce del solito. Le era mancato, era stata ottusa a non richiamarlo, ma lei era un disastro nel “dopo”! 
     
    Cercò di concentrarsi sulla missione, informò i due uomini delle vicende che coinvolgevano il mistico Leumann, il suo presunto coinvolgimento in un omicidio e questi incontri con la misteriosa e sfuggente Alice Milligan. La loro missione era presenziare l’incontro ed in caso di problemi catturare il soggetto per eventuali interrogatori. 
    “Aspettiamoci il peggio…” Era per questo che aveva anche un cecchino in squadra. “Per prima cosa abbiamo bisogno di una panoramica della zona dell’incontro in modo da poterci piazzare in modo strategico.” disse risoluta pensando anche al cecchino. “E poi improvviseremo in caso di problemi, come sempre del resto!” concluse alzando le spalle e sorridendo. “Avremo copertura e potremo chiedere informazioni alla base. Mark è molto felice del suo nuovo lavoro.” Aggiunse guardando Stan, era sinceramente felice di rivederlo anche se non sapeva come affrontare il discorso, magari durante una pausa dal lavoro… 
    “Ci sono domande?” chiese alla fine.

    #6342
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    Forse Abel si era illuso un po’troppo: si era quasi convinto di poter trovare anche solo un piccolo elemento utile per farlo partire con delle indagini precise e invece si era trovato con un mucchio di scartoffie decisamente molto noiose e generiche.
    Quando alzò lo sguardo verso Lada notò che pure lei non sembrava entusiasta di quello che stava leggendo e considerato che della coppia era lei la “divoratrice” di documenti c’era quasi da doversi preoccupare.

    “Allora che ne pensi?” le chiese “come al solito sappiamo più o meno cosa dobbiamo fare ma non sappiamo da dove iniziare e queste carte di certo non ci facilitano la vita” le disse con un sorriso amaro.
    “Gli unici due personaggi che vengono continuamente menzionati sono Rotherberg e Giraud e se non abbiamo altro da visionare credo che l’unica strada sia quella di parlare con loro. Rotherberg potrebbe essere il primo…la Hindenlang mi ha dato uno spunto su di lui che potrebbe spingerlo a parlare, sempre se ha veramente qualcosa di interessante da dire.Tu hai altre idee?”

    #6347
     Ilmarien 
    Partecipante

    Megan Reed
    Pryce le fece un riconoscente cenno di saluto prima che lei se ne andasse. A Megan non fu difficile trovare la Mayfield&Associates, come aveva detto Pryce era una piccola azienda di trasporti Capitol, specializzata nel trasporto di roba fresca o deperibile, come frutta, carne, pesce ma anche surgelati. Stando alle loro pubblicità, effettuavano consegne solo su Luna City, prevalentemente a clienti ricchi o comunque abbienti che volevano roba più fresca di quanto non fosse disponibile nei supermercati. Non fu difficile per Megan trovare l’indirizzo del loro magazzino, che era anche la sede dell’azienda, era nel nono distretto, vicinissimo come posizione alla superstrada Capitol 3, che portava direttamente in centro città. Notò anche che avevano ricevuto la Certificazione Cardinalizia: non significava molto, diverse aziende su Luna ce l’avevano, però non era usuale per una piccola azienda Capitol ricevere un riconoscimento del genere, poteva indicare qualcosa di strano… oppure essere semplicemente il risultato di un cliente particolarmente riconoscente.

    Una volta arrivata, esaminò la zona in dettaglio: era un quartiere industriale inframmezzato da alcune piccole baraccopoli, costruite nelle rovine dei magazzini abbandonati e naturalmente sotto terra dove il freddo non arrivava. Non si era fatto troppo tardi, ma era chiaro che questo quartiere non dormiva mai, i magazzini erano sempre aperti e i lavoratori poveri andavano e venivano a tutte le ore. Megan ci mise un po’ a trovare il posto, non poteva andare in superfice a causa della nevicata e non poteva fare affidamento sull’aspetto esterno. Alla fine si lasciò guidare dal frastuono della superstrada e finalmente trovò un camion con la scritta Mayfield a lato e lo seguì fino a una rampa d’accesso. Fece il giro e trovò un’anonima porticina con un campanello che recitava “Mayfield&Associates – Uffici”. Megan rifletté che poteva anche entrare dalla rampa d’accesso dei camion e dare un’occhiata in giro senza farsi notare; oppure poteva semplicemente suonare il campanello e annunciarsi.

    Kasey Bates
    Fraser e Stanford ascoltarono con attenzione le parole del capitano, poi il secondo estrasse un tablet e disse: “Mark, sei in ascolto? Riesci a mandare un drone, che sorvegliamo la zona? Se lo facciamo noi a piedi ci mettiamo una vita, c’è un metro e mezzo di neve là fuori”. Ci fu un momento di silenzio, poi Mark rispose: “Dunque, direi di si, avevo pensato che vi potesse servire e lo stavo portando sopra… ecco, ci siamo, vi inoltro il segnale, lo vedete?” e a quelle parole i tre videro un’immagine sul tablet. Era estremamente sfocata e scattava in continuazione, probabilmente con la tormenta di neve il segnale non era un gran ché. “Ehm, Mark, giusto?” chiese Fraser per conferma “Qui non vediamo niente, riesci a fare delle foto e mandare quelle?” suggerì con un tono lievemente impaziente “Ehm… non so come…” seguì un lungo momento di silenzio, poi “Ah, ecco, ho trovato! Ora vedete qualcosa?”.

    Stanford sorrise isolando momentaneamente la comunicazione: “Beh, per essere un novellino non se la cava male, quell’interfaccia è tutt’altro che intuitiva” spiegò agli altri due mentre esaminavano le foto che arrivavano pian piano. Purtroppo non sapevano il piano esatto in cui si sarebbe svolto l’incontro, il che complicava le cose. “Qua!” disse Fraser indicando un palazzo adiacente più basso che appariva in molte foto “se mi metto sul tetto di quel palazzo dovrei riuscire a coprire almeno due facciate, e ho l’attrezzatura mimetica nello zaino… altrimenti…” scorse le varie foto “posso fare il giro e andare qui” disse indicando un altro palazzo un po’ più lontano, stavolta della stessa altezza di quello in cui ci sarebbe stato l’incontro.

    Kasey rifletté che entrambe le postazioni erano valide: il palazzo più basso non era ottimale ma era vicino, e se c’erano problemi avrebbero potuto riunirsi in fretta; al contrario l’edificio più lontano era una postazione ottima, e riusciva a coprire anche l’ingresso, l’unico inconveniente era che era un po’ lontano e se qualcosa andava storto potevano perdere la comunicazione. Mentre rifletteva Stanford parlò: “Quindi io sto in riserva fuori dalla sala mentre lei presenzia all’incontro” disse riferendosi a Kasey “e durante il tutto provo a vedere se scopro qualcos’altro o se intercetto comunicazioni sospette. O andiamo dentro in due?” chiese esitando “siamo più sicuri, però forse rischiamo di attirare l’attenzione…”.

    Abel Brandt
    “No, è materiale generico, potrebbero esserci dei problemi ma senza indicazioni specifiche è come cercare un ago in un pagliaio… strano, considerando l’usuale precisione della Direttrice” commentò Lada “però… qui forse c’è qualcosa che potrebbe essere utile” prese un plico di fogli “l’ufficio ha preso l’abitudine di registrare tutte le discrepanze, esaminando quelle più rilevanti. Ora, al momento non saprei cosa cercare, e sono oltre cinquemila segnalazioni ma se abbiamo una pista potremmo vedere se ci sono delle cose che sono state trascurate” disse mettendo da parte i fogli. “Inoltre” proseguì “qui c’è un elenco di transazioni fatte tra imprese Bauhaus di rilievo e imprese di altre Corporazioni, o addirittura Indipendenti. Sono state ovviamente vagliate dall’Ufficio Diplomatico, quindi sono transazioni legittime, però mi ha stupito la quantità. Non avevo idea che l’Ufficio degli Standard trattasse così tanti affari intercorporativi, ma in effetti se ci si pensa è sensato, sono quelli che hanno l’autorità per farlo senza creare troppi sospetti o farsi sommergere dalla burocrazia” rifletté “purtroppo non abbiamo l’autorità per ispezionare queste imprese esterne, però potrebbero esserci dei collegamenti interessanti, dopotutto la Hindenlang ha detto che è stato un’aggressione dall’esterno” concluse mettendo da parte anche quella pila.

    “Si, li ho visti nominati anch’io, inoltre se Sua Eccellenza il Duca li ritiene possibili colpevoli direi che dobbiamo parlarci in ogni caso, se non altro per eliminarli dalla lista dei possibili sospetti” disse Lada concordando con le parole di Abel. In quel momento, la porta si aprì e un individuo sbirciò all’interno prima di aprire la porta ed entrare: era di carnagione chiara sui cinquanta, capelli completamente bianchi e alcune rughe in faccia ma per il resto sembrava molto in forma, aveva un modo di muoversi scattante che indicava un fisico allenato. Gli occhi verdi sembravano scrutarli ma senza essere eccessivamente severi “Ah, siete qui, Sua Altezza il Duca Saglielli mi ha detto di seguire l’indagine insieme a voi” e a queste parole fece un formale saluto militare mentre si presentava “Julius Hahn, Ispettore Generale del Ministero Supremo della Fede”. A sentire il nome Abel sussultò: aveva sentito parlare più volte di Julius Hahn, ex-militare, in gioventù aveva servito negli Etoiles Mortant, i commandos di infiltrazione marziani della Ruota Dentata, noti per il loro utilizzo delle Discipline dell’Arte. Quando si era unito all’Ufficio della Paura aveva rapidamente scalato i ranghi, fino a ottenere la nomina a Ispettore Generale, veniva considerato uno degli uomini di fiducia del Duca Saglielli. Se non altro era una conferma che il Duca Saglielli aveva preso sul serio le parole della Hindenlang.

    #6348
     Elan 
    Partecipante

    E si ricominciava a investigare.
    A Megan era sempre piaciuta quella parte del suo lavoro – o almeno, le era sempre piaciuta quando non implicava problemi particolari – ed essere sul campo almeno le permetteva di non pensare a Pryce, al fascicolo che le aveva dato, ai suoi genitori e a tutto il resto.
    A dire la verità, ci aveva messo un po’ troppo tempo a decidere di mettersi ad indagare senza prima aver letto il fascicolo. La curiosità la divorava ma, come al solito, prima il dovere e poi il piacere.
    Sempre se quello si poteva definire piacere…

    Fece quindi una panoramica approfondita di questa Mayfield&Associati… una volta riuscita a trovarla, ovviamente.
    Non sembrava un’azienda particolarmente grande, anzi, e la Certificazione Cardinalizia la stupì non poco, tanto che la spinse a prendere nota della cosa sul suo blocchetto.
    Un indagine più approfondita sarebbe stata interessante, sperndo che non la portsse ad un gigantesco e clamoroso buco nell’acqua.
    “Te lo giuro Pryce, se mi stai facendo fare tutto questo casino per niente, ti farò fare la tratta Luna-Marte a calci in cul* in tempo zero!” borbottò tra sé e sé, non particolarmente felice all’improvvisa idea di stare perdendo il proprio tempo.
    Oh, quanto lo avrebbe preso volentieri a calci in cul*!!

    Arrivata agli uffici, si fermò per un attimo a valutare la situazione.
    Strada semplice o strada difficile…
    Sembrava la storia della sua vita!
    “E prendiamocela comoda per una volta!!” esclamò.
    Questa cosa di parlare tra sé e sé le stava leggermente sfuggendo di mano, ma le capitava sempre più spesso, quando stava da sola, da quando aveva iniziato a convivere con Selim.
    Decise quindi di suonare al campanello degli Uffici: era una maledetta giornalista curiosa, e sarebbe stata trattata come tale, né era certa, ma era pronta ad affrontare la scena senza grossi drammi.

    #6434
     Meeme 
    Partecipante

    Mark si stava rivelando un’ottima risorsa, era stato un bene averlo reclutato la scorsa missione, conosceva il suo lavoro ed era bravo nel risolvere i problemi.
    Osservò i due palazzo e dopo qualche secondo di riflessione prese la sua decisione.
    “Meglio mettersi nel palazzo più alto e distante. Lì la vista è ottimale, vero che in caso di problemi sarà più difficile riunirsi, ma preferisco avere una copertura migliore. Sono ben armata e penso di poter gestire situazioni a rischio.” specificò.

    “Entrerò da sola, meglio non rischiare. Sarò collegata alla rete e chiederò aiuto dovesse servirmi supporto all’interno.” continuò sicura di sé. Era abituata alle situazioni senza uscita e poi c’era Stan, lui le avrebbe guardato le spalle. Sorrise con dolcezza ripensando alle due settimane che avevano passato insieme. Era persino riuscito a trascinarla a vedere una partita di quello sport di cui non conosceva nemmeno le regole. Pochi uomini avrebbero osato tanto.

    “Signori, non vi dirò buona fortuna, la fortuna non ci serve, abbiamo le pallottole…” Ammiccò. Rilassò le spalle e controllò un’ultima volta il suo equipaggiamento.
    Isolò un canale con Stan prima di presenziare all’incontro, se si fosse beccata un proiettile in testa voleva almeno scusarsi con lui per essere stata una negata cronica.
    Mi dispiace di non averti mai richiamato mentre ero al fronte, Stan… Se sopravvivo voglio chiederti scusa di persona. Avrebbe voluto dirgli che le era mancato, ma prese un respiro, si accese un sigaro, fece una boccata e poi lo gettò prima di entrare.

    #6479
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    “Beh almeno abbiamo un plico di fogli su cui eventualmente concentrare la nostra attenzione…saranno pure cinquemila segnalazioni ma se cominciamo a fare qualche domanda in giro e a trovare qualcosa che possa coincidere magari troveremo qualche pista utile”
    Certo non sarebbe stato facile incrociare le informazioni coi rapporti ma stando così le cose non potevano fare altro.
    “Sai non mi sono mai molto interessato alle varie transazioni tra il nostro Ufficio e altre corporazioni, o almeno non mi sono mai posto il problema su quanti collegamenti potesse avere…ho sempre preferito l’azione allo studio delle carte e forse è anche per quello che siamo così compatibile” disse sorridendo “c’è però qualche impresa esterna che spicca più delle altre?”

    Molto probabilmente il passo successivo sarebbe stato l’individuare dove si trovavano i due unici soggetti da interrogare ma l’arrivo di Hahn scombinò i suoi piani.
    Abel fece il consueto saluto militare ma in cuor suo non avrebbe voluto un uomo di fiducia di Saglielli tra i piedi…per la sua esperienza sarebbe stato utile ma per tutto il resto non sapeva se sarebbe stato d’intralcio: non aveva certo bisogno di uno pronto a interferire nelle sue decisioni ed era quello che Abel temeva considerata la situazione.

    Dopo aver fatto le classiche presentazioni di rito Abel cercò di passare subito al sodo: “Stavamo giusto esaminando le carte che ci sono state consegnate per l’indagine Herr Hahn…non abbiamo ancora trovato una pista vera e propria ma stavamo considerando l’idea di fare qualche domanda a Giraud e Rotherberg visto che i loro nomi appaiono spesso tra questi documenti.”

    Buttarlo subito nella mischia era l’unico modo per valutare il loro futuro rapporto lavorativo.

    #6481
     Ilmarien 
    Partecipante

    Abel Brandt
    Quando lui disse che erano compatibili, lei si lasciò sfuggire un sorriso di tenerezza: “Dunque, non c’è un singolo nome, come ti ho detto c’è un po’ di tutto. Molte compagnie sono Indipendenti, però magari alcune sono legate a delle Corporazioni, quindi non si può dire a prima vista” replicò Lada, e Brandt rifletté che era prassi condurre affari intercorporativi tramite aziende indipendenti. Queste ultime a volte erano realmente non-affiliate, a volte erano indirettamente controllate da una Corporazione e quindi erano Indipendenti solo di nome. Julius Hahn ascoltò con attenzione le parole di Abel, poi disse: “Molto bene, aggiornatemi sui vostri progressi finora, se non vi dispiace”.

    Mentre Abel e Lada gli mostravano i documenti su cui avevano lavorato finora, Abel sentì una presenza estranea nella propria mente. Reagì attivando i propri poteri dell’Arte per individuarne l’origine e i suoi sensi si concentrarono immediatamente su Julius Hahn. Sembrava che li stesse sondando per capire se stavano dicendo la verità, ma senza alterare i loro schemi mentali, in altre parole senza cercare di controllarli. Abel rifletté che se lui non avesse conosciuto l’Arte della Premonizione probabilmente non si sarebbe nemmeno accorto di quello che stava succedendo, ed era poco probabile che Lada lo avesse notato. Al termine della spiegazione Julius prese qualche appunto, poi disse: “Cittadini, sarò franco con voi, tra oggi e domani ho diversi incarichi che richiedono la mia immediata attenzione. Qui c’è un mio contatto, siete liberi di contattarmi se vi servono informazioni sul Ministero della Fede o se incontrate resistenza e avete bisogno che eserciti la mia autorità per farvi accedere in luoghi riservati” disse dando loro due biglietti da visita con un numero di telefono.

    “Al momento proseguite pure voi con l’indagine, vi chiedo di fare rapporto domani sera e vediamo come stanno le cose. Se può servire, so che Friedrich Rotherberg è qui nella Torre Ovest, doveva ispezionare alcune delle copisterie corporative, quelle che stampano il materiale di propaganda della Ruota Dentata. Mi dispiace di non darvi più tempo ma purtroppo l’ordine di Sua Altezza arriva al momento meno opportuno”. E dopo queste parole fece un nuovo saluto militare e si congedò. Una volta che furono nuovamente soli, Lada guardò Abel perplessa: “Che strano incontro: sembrava quasi che volesse aiutarci ma se n’è andato così di fretta. Sai qualcosa di più preciso su di lui? Dici che possiamo fidarci?” chiese dubbiosa.

    Megan Reed
    Una giovane donna aprì a Megan, invitandola ad entrare in una spartana sala d’ingresso, con un massiccio bancone a lato. La ragazza doveva essere sui venti-venticinque, il tesserino aziendale che portava sull’uniforme la indicava come Becca e la scrutò per alcuni secondi prima di esclamare: “Lei è… quella giornalista… Reed!” disse come se si fosse appena ricordata il nome “Quella che ha scritto dei Guardiani delle Libere Nazioni, giusto? Prego si accomodi, e benvenuta alla Mayfield&Associates, dove la freschezza arriva direttamente a casa tua!” disse ripetendo meccanicamente lo slogan dell’azienda. “Mi dica cosa posso fare per lei, la avviso che al momento il personale non è accessibile per commenti o interviste” disse la sua interlocutrice mettendo le mani avanti con aria vagamente rattristata.

    Megan si guardò subito intorno: sembrava una normale azienda Capitol di piccole dimensioni, da quanto poteva vedere tutto sembrava piuttosto nuovo, il posto non aveva aperto da più di cinque anni. Da dietro le sottili pareti di plastica degli uffici sentiva il rimbombo dell’attività all’interno del magazzino. Megan notò anche che, al di là dell’apparenza spartana, sembrava esserci un certo gusto nella disposizione e scelta del mobilio, e i fiori freschi erano un indubbio segnale che l’azienda non stava andando male sul mercato.

    Kasey Bates
    “Si, signora!” disse Fraser scattando in direzione del palazzo, e mentre si allontanava disse tramite radio neurale “Vi segnalo quando mi sono sistemato, mentre ci spostiamo probabilmente non potremo comunicare, passo e chiudo!” concluse chiudendo bruscamente la comunicazione. Kasey si avviò all’incontro, Stan la avrebbe seguita a breve per non dare sospetti: quando lei isolò il canale ci furono alcuni secondi di silenzio, seguiti da: “Non preoccuparti, ne parliamo dopo” alcuni secondi seguirono mentre la comunicazione restava aperta “Ehm, parlando d’altro, Fraser è a posto? Non l’ho mai visto qui su Luna, è anche lui della Cyberforce?” chiese Stan con un accenno di curiosità nella voce.

    Quando Kasey entrò nel palazzo il segnale con Stan si indebolì, ma riuscivano ancora a comunicare, evidentemente il tenente si teneva a distanza ma non troppo lontano, così da evitare troppa interferenza. Kasey si trovava in un condominio piuttosto fatiscente ma a parte l’intonaco l’edificio sembrava piuttosto solido. Non ebbe difficoltà a trovare il luogo dell’incontro all’interno dell’edificio, dato che era abbondantemente segnalato con numerosi pezzi di carta a forma di freccia con colori sgargianti. Mentre saliva nell’ascensore sentì nuovamente la rete neurale attivarsi: “Sono in —ione, —-mo piano” fu quello che riuscì a sentire attraverso la statica. Ci furono alcuni secondi di silenzio, poi la voce di Mark arrivò, forte e chiara: “Ecco, vi ho collegato attraverso il drone, ora non dovreste avere problemi, Fraser è appostato al venticinquesimo piano” “Ricevuto… sono al ventiseiesimo” replicò Fraser “Ah” replicò Mark restando zitto alcuni secondi “Si, sono ventisei, avevo sbagliato a contare, scusate” disse dopo aver verificato.

    Mentre lo scambio tra i due terminava, Kasey uscì dall’ascensore e si trovò al quattordicesimo piano dell’edificio, da lì si diresse verso la sala che occupava buona parte del piano stesso, e all’ingresso una donna stava facendo entrare un anziano veterano Capitol che aveva chiaramente una protesi meccanica a una delle gambe e per questo si appoggiava a una stampella. “Benvenuta all’incontro dei Veterani Corporativi, organizzato dalla Sacra…” e si interruppe per un istante guardando Kasey. Il capitano esaminò la donna: era sui trentacinque, e rispondeva alla descrizione di Alice Milligan, e aveva una vistosa benda che le copriva l’occhio sinistro e buona parte della faccia, probabilmente dovuta a un recente intervento chirurgico di ricostruzione facciale. Si era interrotta riconoscendo Kasey come una Cybertronic, probabilmente non vedeva di buon occhio la Quinta Corporazione. Si riprese però in fretta: “Dicevo, benvenuta all’incontro organizzato dalla Sacra Cappella del Distretto 29, per volontà di Sua Eminenza il Cardinale Aurelius Dominic. È la prima volta che viene? Mi chiamo Alice, e devo chiederle le armi, all’interno per ragioni di sicurezza è permessa una singola pistola, e devo controllare che la sicura sia impostata” disse con un sorriso accomodante, indicandole un armadio dove anche gli altri avevano messo le armi.

    #6484
     Elan 
    Partecipante

    Il fiume delle parole della ragazza investì incredibilmente Megan, facendola rimanere per un attimo spaesata.
    “Ehm, sì. Salve, sono proprio io.” disse un poco esitante. Certo, quell’articolo le aveva fatto fare davvero un bel salto, ma ancora non era abituata ad essere riconosciuta tanto facilmente, e la cosa tendeva sempre a metterla un po’ a disagio.
    Era… strano.
    Era un sogno che si realizzava, per quanto tempo aveva sognato di diventare famosa un giorno, in fondo?
    Eppure, ora che lo era diventata – in qualche modo – quello stesso sogno la rendeva inquieta. Ogni tanto le sarebbe piaciuto dire “No, sa, mi ha confuso con qualcun altra!” solo per vedere la faccia che avrebbe fatto il suo interlocutore.

    In ogni caso, non era quello il momento.
    Anzi, quello era il momento in cui essere conosciuta forse avrebbe potuto farle davvero bene, quindi cerco di recuperare un certo contegno.
    Fece uno dei suoi migliori sorrisi, rassicuranti e piacevoli.
    “Ma certo, posso immaginare che il personale adesso sia completamente impegnato, Signorina Becca, non si preoccupi.”
    Sperava davvero con tutto il cuore che l’inconveniente dipendesse più che altro dall’orario forse poco appropriato. Ma, almeno, forse avrebbe potuto ottenere qualcosa da quella ragazzina.

    “In realtà, voglio essere sincera con lei, la vostra azienda mi incuriosisce davvero molto. Sembrate davvero un posto piccino, eppure guardi qui!” aprì le braccia come se volesse abbracciare la stanza.
    “Siete proprio nel fiore degli affari, e la fortuna sembra a dir poco sorridervi. E’ un peccato che il proprietario di questo splendido posto non sia qui per festeggiare con voi tutti questi risultati.”
    Sorrise, un sorriso che era per metà triste e per metà comprensivo.
    Non fece domande più specifiche, voleva vedere la reazione della ragazza per il momento. Col tempo, poi, sarebbero arrivate anche quelle.

    #6505
     Meeme 
    Partecipante

    Le andava benissimo parlarne dopo, magari davanti ad una birra fredda, e riguardo a Fraser rispose che non era uno dei loro e che lei aveva già lavorato in sua compagnia, un tipo a posto, ma un po’ troppo sicuro sulle sue capacità.

    Chiuso il canale con Stan si preparò all’incontro, sorrise alla donna notando la stampella e pensò che una buona protesi avrebbe potuto sistemarle al meglio la gamba. Peccato che i Capitol non erano come la Cybertronic…

    “Prima volta, esatto! C’è sempre una prima volta per tutto, non crede?” Sorrise tranquilla ed aprì un canale sicuro con la sua squadra. “Sono davanti al bersaglio, recente intervento chirurgico di ricostruzione facciale, potrebbe essere una falsa pista. Vi invio lo scanner della sua retina, controlliamo se è veramente chi dice di essere.”
    Tornò ad occuparsi del bersaglio guardandola fissa negli occhi con un sorriso accomodante. “Certo, sia mai che qualcuno si tagli con questo!” Mostrò la spada da combattimento prima di riporla nell’armadietto delle armi, sistemò anche il fucile d’assalto e si tenne la sola pistola, almeno quella per non sentirsi nuda!
    “C’è una etichetta da tenere? Sapete, la prima volta…” Ammise sincera tenendo il contatto visivo con il volto della donna prima di entrare e presenziare all’incotro.

    #6508
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    Hahn aveva appena sondato le loro menti e, a ben pensarci, era un atteggiamento logico da parte sua…questo gli avrebbe sicuramente permesso di occuparsi di altre faccende dopo essersi assicurato della loro totale fedeltà; Abel pensò inoltre che ad Hahn non sarebbe sfuggito il suo uso della Premonizione e che questo avrebbe potuto influire positivamente sul loro rapporto.

    Non appena Hahn ebbe finito di dar loro le indicazioni, Abel non potè fare altro che acconsentire e rispondere al saluto…alla fine si stava comportando esattamente come desiderava.

    “Non l’ho mai conosciuto di persona ma ne ho sentito parlare spesso, apparteneva come me all’Ufficio della Paura e già a quel tempo era noto per certi casi a cui aveva partecipato…conoscendo la sua fama è positivo che ci lasci liberi di agire per il momento: deve essersi convinto che per ora non ci sono molte altre strade da percorrere, a parte quelle che gli abbiamo illustrato, e forse ci ritiene abbastanza svegli da continuare l’indagine temporaneamente senza di lui” disse con un mezzo sorriso “francamente mi va bene così..l’idea di averlo costantemente dietro mi avrebbe infastidito, per quanto possa essere una persona di alto profilo.”
    Probabilmente avrebbero pure concordato su certe azioni da intraprendere, avendo lavorato per lo stesso Ufficio, ma era pur sempre un uomo di fiducia di Saglielli ed era un particolare da tenere costantemente in testa.

    “Almeno ora sappiamo dove trovare Rotherberg no? Direi di ridare un’occhiata alle carte dove spunta il suo nome e poi di andare a fargli visita…”

    #6526
     Ilmarien 
    Partecipante

    Kasey Bates
    La donna la aiutò a riporre le armi, e controllò personalmente che la pistola avesse la sicura attiva. “So che sono regole piuttosto severe, il nostro scopo è quello di prevenire incidenti e creare un ambiente in cui i veterani possano condividere esperienze al di fuori della loro appartenenza corporativa… Detto ciò, è un discreto arsenale” commentò osservando le diverse armi. Aveva un modo di fare piuttosto sciolto, chiaramente non era la prima volta che gestiva un incontro di veterani: nel frattempo il cervello positronico di Kasey stava analizzando i movimenti della donna per verificare la corrispondenza con Alice Milligan. Kasey era sempre piuttosto impaziente di sapere i risultati, ma sapeva che per queste cose ci voleva tempo. “Per l’etichetta non si preoccupi, spiegherò tutto all’inizio che anche agli altri non fa male sentire di nuovo le regole, intanto vada pure dentro, io la raggiungo subito che tra poco cominciamo…” aggiunse la donna con un sorriso mezzo nascosto dalla benda, facendole un cenno con la mano mentre la invitava ad entrare.

    Kasey entrò e si guardò intorno: si trovava in un’ampia sala squadrata e vagamente rimbombante, le pareti dell’edificio erano di mattoni, che nella sala erano a vista, intervallati da ampie finestre. Il soffitto era sostenuto da massicci piloni di cemento armato, cosparsi per la sala a intervalli regolari. C’erano alcuni tavoli a lato con alcune bevande e biscotti, in fondo Kasey poté vedere che disponevano anche di un angolo cucina: al centro della sala, nello spazio aperto, erano state messe una quindicina di sedie, in cerchio, con altrettanti sgabelli messi di fronte alle sedie. Oltre al veterano con la stampella che aveva visto entrare pocanzi, c’erano altre sette persone, la maggior parte ancora in piedi, che aspettavano, un po’ nervosamente, che cominciasse l’incontro. Quando Kasey entrò tutti gli sguardi si rivolsero verso di lei, ma solo per un istante: l’unico a salutare fu il veterano con la stampella, il quale le fece un cenno con il capo. “Qui Fraser, la vedo Capitano, pronto a intervenire” sentì Kasey nella rete neurale, e girandosi vide, per un attimo, il riflesso del mirino di Fraser dalla distanza. Il veterano con la stampella invitò Kasey ad accomodarsi e disse: “Benvenuta! La prima volta? Non l’ho mai vista qui…” poi la scrutò intensamente per un paio di secondi, prima di dire: “hmmm… Direi o tenente medico o capitano di fanteria… Ci ho preso?” disse con un sorriso per tirare a indovinare.

    In quel momento alle spalle di Kasey suonò una campanella: “Forza, mettetevi a sedere che tra poco cominciamo!” disse la donna invitando i presenti a sedersi “Intanto vi suono qualcosa, prendete un biscotto e ascoltate” disse invitando i presenti a rifornirsi ai tavoli mentre si metteva vicino a uno strano congegno di metallo che aveva delle strane risonanze elettromagnetiche. Nel momento in cui lo fece partire, una forte interferenza colpì il link neurale di Kasey, disattivandolo temporaneamente: non c’erano stati danni, ma data l’interferenza finché durava la musica non sarebbe riuscita a comunicare. Era una musica stranissima, il cervello positronico la identificò come la Variazione Goldberg n.25, di un certo J.S. Bach, compositore terrestre del Mille AT [Aetas Tenebrae, l’epoca prima dell’avvento del Cardinale Nathaniel]: sembrava quasi una voce umana, e aveva questa strana melodia, onirica e vagamente melancolica, eppure era in qualche modo rilassante, tranquillizzante.

    Kasey si rilassò sulla sedia, dopotutto era in un posto sicuro dove non le poteva accadere nulla di male. In quel preciso momento, il cervello positronico di Kasey aveva terminato l’analisi, trovando una corrispondenza del 91,6%. Non era una corrispondenza perfetta, ma era abbastanza da essere ragionevolmente sicuri che fosse la stessa persona. L’attivazione del cervello positronico la riscosse da quello stato di strana rilassatezza in cui sembrava essere piombata e tornò subito all’erta.

    Notò che anche gli altri sembravano aver subito lo stesso effetto dalla musica, erano più rilassati, più tranquilli rispetto al nervosismo iniziale: fece immediatamente partire una diagnostica sul proprio organismo ma il cervello positronico non rivelò nulla di anormale, era semplicemente molto rilassata. I sensori olfattivi rilevarono una piccola quantità del genotipo THCA, un tranquillante e leggero antidolorifico derivato dalla pianta conosciuta come cannabis sativa. Si trovava nel biscotto che aveva in mano e che non aveva ancora assaggiato: era una quantità molto bassa, priva di effetti collaterali tranne forse amplificare il senso di rilassamento, e in caso i suoi organi cibernetici erano in grado di compensare immediatamente. Kasey tornò a concentrarsi sulla musica, dato era la prima volta che sentiva un effetto di questo tipo: le venne in mente che, se questa Alice era un Missionario, poteva stare usando dei poteri dell’Arte per influenzare le menti del gruppo.

    Abel Brandt
    “Ah, quindi è un uomo di fiducia del Duca, sospettavo che fosse il caso. Beh, sono d’accordo, direi che è buon segno che ci lasci fare, dovremo fargli rapporto ma se non altro non lo avremo tra i piedi mentre indaghiamo. Bene, controlliamo i dati di Rotherberg, e poi facciamogli visita!” concluse Lada rituffando la testa tra le carte con rinnovato vigore.

    Il materiale su Rotherberg era ampio: il casato controllava direttamente quasi un terzo delle transazioni finanziarie della Ruota Dentata. Dall’inizio della recessione avevano notevolmente ridotto il volume dei loro investimenti, ma c’erano comunque centinaia di transazioni ogni mese. Abel sapeva che il casato Rotherberg aveva a lungo mantenuto il monopolio dell’Ufficio degli Standard, e da quando la Hindenlang ne aveva preso il controllo il loro lavoro era diventato molto più complicato. “Questi fanno soprattutto affari e speculazioni in Borsa, comprano e vendono azioni corporative, scommettono, insomma, cose del genere. Sembra però che lo facciano piuttosto bene, a stare ai profitti che hanno dichiarato l’anno scorso” disse Lada passando ad Abel un foglio che conteneva i dati essenziali di bilancio del Rotherberg Finance Group, il quale segnalava una crescita dell’8%, un dato notevole considerando che l’anno scorso la corporazione era cresciuta solo del 5%. Le copisterie di cui parlava Hahn erano probabilmente affiliate con la Bauhaus Gazette, il quotidiano con le principali notizie corporative, e che appunto aveva la sua sede nella Torre Ovest. Terminato l’esame dei documenti, i due si diressero alla Torre Ovest usando la passerella che collegava i due edifici e successivamente presero l’ascensore per scendere al terzo piano, dove si trovavano gli uffici della Bauhaus Gazette e all’ingresso vennero fermati da un sottufficiale del Ministero della Verità: “Buongiorno Cittadini, benvenuti alla Gazette! Cosa posso fare per voi?”

    Megan Reed
    Becca diventò tutta rossa alle parole di Megan: “Beh, ecco, vedete, serviamo una clientela benestante e… abbiamo un servizio molto affidabile, per cui i nostri clienti… tornano spesso” disse con un largo e impacciato sorriso. “Ma prego, si accomodi, ora provo a vedere se c’è qualcuno con cui può parlare” proseguì tornando dietro il bancone. Megan si mise a sedere mentre faceva il punto sulla ragazza con cui aveva parlato: era chiaramente nervosa, tanto che un semplice complimento l’aveva messa a disagio. Evidentemente doveva aver ricevuto istruzioni abbastanza precise ma non se l’era sentita di metterla alla porta. In quel momento la porta in fondo si aprì e un uomo sui quaranta entrò nella stanza: aveva i capelli grigi tutti scompigliati, ed era molto sudato, come se avesse fatto uno sforzo fisico intenso. “Cosa c’è?” chiese alla ragazza, prima di notare Megan “Ah, buonasera, Arthur Forrester… chi è e cosa posso fare per lei?” disse rassettando rapidamente la camicia. Megan lo esaminò rapidamente: appariva vagamente seccato ma al tempo stesso disposto a starla a sentire, e rispetto a Becca sembrava in una posizione di maggiore autorità.

    #6533
     Meeme 
    Partecipante

    “Ho un debole per le armi, più grosse sono, meglio è!”
    Commentò con un sorriso divertito ed dopo aver analizzato a sufficienza la sua retina entrò nella sala in attesa del riscontro.

    Si promise di non mangiare nulla di quella roba, sia mai che contenesse qualche sostanza strana, e ricambiò il cenno di saluto del veterano con la stampella continuando a pensare allo spreco di uomini delle altre corporazioni. “Più o meno il secondo…” rispose con un sorriso gentile senza però aggiungere altro. Aveva copertura da parte di Fraser e quella era un’ottima cosa, non le piaceva troppo la situazione per non parlare di quella strana musica. Cosa positiva Alice era chi diceva di essere, o almeno in considerevole percentuale esatta, un problema di meno da risolvere al momento…

    “Stan, riesci a sentirmi? Fraser?” provò la comunicazione, ma niente e questo la rendeva molto sospettosa. Tutti sembravano rilassati, Kasey però non avrebbe abbassato la guardia per della musichetta ed i biscotti. Continuò con la diagnostica di sistema ed ignorò la musica mettendosi a canticchiare con la mente la sigla di qualche prodotto commerciale. Doveva essere paziente altrimenti non sarebbe servito a molto quello strano incontro.

    #6536
     Elan 
    Partecipante

    Megan sollevò un sopracciglio, perplessa. Tutto quell’imbrazzo e disagio per un piccolo complimento? Se prima c’era qualcosa che non le tornava, adesso tutta la faccenda iniziava a puzzare di marcio in maniera disgustosissima.
    Stava per dire che non era necessario chiamare qualcun altro, avrebbero potuto chiacchierare tra di loro senza problemi, quando si presentò quel nuovo individuo.

    La giornalista fece un profondo respiro.
    Le sarebbe servita molta calma e moltissima diplomazia per uscirne viva, ne era certa.

    “Buonasera signor Forrester, lieta di conoscerla. Sono Megan Reed.” elencò un po’ di titoli associati al giornale per cui lavorava, che di solito facevano sempre un grande effetto.
    Non che ci contasse molto, ma ormai era diventata quasi un’abitudine presentarsi in quel modo, e voleva vedere fin dove riusciva ad arrivare in quel modo, prima di ricorrere a mezzi un po’ meno convenzionali.
    “Ho saputo della recente scomparsa del signor Mayfield… una vera tragedia per un’azienda in evidente e florida espansansione come la vostra!” fece un sorriso ammirato, d’altronde non poteva negare che stessero facendo davvero un ottimo lavoro.
    “Posso chiederle una dichiarazione sull’accaduto? I miei lettori impazziscono per questo tipo di misteri.”

    #6594
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    “Se sono molto bravi a speculare in Borsa, e le carte mi sembra che lo confermino, posso anche un po’comprendere come l’ascesa della Hindenlang li abbia un po’infastiditi…sicuramente non possono più agire come facevano qualche tempo fa quando il nostro Ufficio era prevalentemente gestito da loro. Certo che sono cresciuti notevolmente rispetto all’anno scorso…o sono dei fenomeni o non mi stupirei se ci fosse qualcosa sotto.”

    Finì di parlare poco prima di arrivare alla Bauhaus Gazette dove trovò il classico sottufficiale a guardia degli uffici.
    “Salve, siamo Abel Brandt e Lada Ponomariov dell’Ufficio degli Standard: ci è stato riferito che dovrebbe trovarsi nei vostri uffici Friedrich Rotherberg…avremmo necessità di parlare con lui, se non è impegnato in affari urgenti ovviamente” disse con tono rilassato e affabile: la richiesta di un colloquio urgente sarebbe stata totalmente fuoriluogo in quel momento

    • Questa risposta è stata modificata 5 anni, 8 mesi fa da  Sir Gruumsh.
    #6606
     Ilmarien 
    Partecipante

    Abel Brandt
    Il sottufficiale li scrutò per un breve istante, prima di dire: “Molto bene, un momento” e prese il citofono per dire: “Maggiore, qui ci sono due dall’Ufficio degli Standard per Rotherberg… Sissignore… sissignore!” e riattaccò. Poco dopo la porta dietro di lui si aprì e un maggiore dell’Ordine dell’Orso, anche lui probabilmente al servizio del Ministero della Verità, entrò e disse: “Buongiorno, cosa volete da Friedrich Rotherberg? È piuttosto occupato al momento” disse in tono categorico. Lada intervenne dicendo: “Vorremmo parlargli, è una questione urgente, siamo qui per ordine di Sua Altezza Theodor Saglielli” e mostrò il foglio che Julius Hahn aveva dato loro poco prima. A vedere il foglio il maggiore fece tanto d’occhi e disse: “Ah” restando interdetto qualche secondo. Poi si scosse e si schiarì rumorosamente la voce: “Eh-ehm, molto bene, seguitemi” e aprì la porta invitandoli ad entrare. Abel e Lada lo seguirono in una serie di corridoi, in una larga sala tipografica, in un ampio laboratorio grafico e infine nell’ufficio di redazione vero e proprio. Qui Abel vide una sala conferenze con una ventina di persone, a una prima occhiata sembravano tutti ufficiali, in parte del Ministero della Verità, in parte analisti del Rotherberg Finance Group, ed erano intenti a discutere.

    Il maggiore fermò Abel e Lada, dicendo: “Aspettate qui” ed entrò avvicinando un individuo corpulento al centro della sala. Il maggiore gli disse alcune parole sottovoce e l’individuo lanciò un’occhiata dubbiosa ad Abel e Lada, prima di uscire dalla sala e avvicinarsi. Era sulla cinquantina, un’uniforme un po’ stretta per la sua massiccia corporatura e un monocolo all’occhio sinistro, Friedrich Rotherberg sembrava l’incarnazione del vecchio nobile Bauhaus, il volto perennemente storto in una smorfia di disapprovazione. “Cittadini” disse accennando un saluto militare “Stiamo discutendo come presentare un’acquisizione al pubblico, come potete immaginare è una questione delicata e sono sicuro che Frau Hindenlang non vorrà problemi di immagine da questo” aggiunse con vaga ironia. “Quindi veniamo al punto, cosa volete?”

    Kasey Bates
    “Ha! Venti anni nella fanteria Capitol mi hanno insegnato a riconoscere il portamento di un graduato. Non è un metodo perfetto, ma è abbastanza preciso!” rispose il veterano con un ampio sorriso e tendendole la mano. Quando Kasey comunicò da principio non ricevette risposta, poi il link si riattivò brevemente e sentì chiaramente la voce di Mark attraverso l’interferenza: “…pitano, c’è… provvisa. …vando a fare…osa…” e il link si disattivò nuovamente. Kasey lanciò un diagnostico sul link neurale che continuava a disattivarsi: si stava sovraccaricando in continuazione e non sembrava riuscire a filtrare le onde elettromagnetiche emesse da quello strano strumento. Infine la musica terminò, e nella sala scese il silenzio.

    In quel momento, la donna parlò: “Benvenuti a questo incontro, per i nuovi venuti il mio nome è Alice Milligan. Vi invito a tirare un bel respiro e, se siete credenti, una breve preghiera al Cardinale vi rinfrancherà lo spirito. Intanto, mettete tutti la vostra arma sullo sgabello di fronte a voi, la canna puntata verso di voi” e tutti i presenti obbedirono.. Al termine della musica, Alice riprese a parlare “Ricordatevi, siamo qui per condividere esperienze di guerra in un contesto dove ci possiamo tutti sentire sicuri” proseguì mentre allontanava leggermente gli sgabelli da tutti, mettendoli in un cerchio più ristretto all’interno del cerchio di sedie. Kasey valutò rapidamente che alzandosi di scatto poteva raggiungere l’arma senza problemi, probabilmente era una comprensibile precauzione per evitare gesti sconsiderati ma allo stesso tempo avere modo di proteggersi da una minaccia esterna. “A questo scopo, potete parlare di quello che volete, intervenire non è obbligatorio ma è consigliato, dopotutto siete tutti qui per ascoltare e per essere ascoltati. Raccomando però di mantenere anonimato sui luoghi e sui nomi dei reparti o dei comandanti. Descrivete ambienti, ma senza nomi, d’accordo?” e ricevuto un cenno di assenso da tutti si sedette e guardò i presenti per controllare chi volesse intervenire.

    Mentre la donna parlava il link neurale si era ristabilizzato e Kasey sentì: “Qui Fraser. Cos’è successo?” “Qui Mark, non ho capito, c’è stata un’interferenza vicino al capitano, ma ora sembra essersi risolta, Capitano ci sente?” chiese. Il veterano con cui Kasey aveva parlato alzò la mano: “Mi chiamo Vance. Quattro anni fa stavamo pattugliando… una zona di frontiera che di lì a poco sarebbe stata invasa dall’Oscura Legione. Ma allora non lo sapevamo: per me, per Fred e per Ramon era un lavoro leggero e ben pagato, considerando che dovevamo solo pattugliare e nei tre mesi che avevamo fatto lì non avevamo sparato nemmeno un colpo. L’invasione arrivò durante una delle pattuglie: all’improvviso siamo stati circondati dall’oscurità. Mi era già successo un’altra volta, e istintivamente mi sono messo a correre in una direzione a caso, qualsiasi cosa pur di sopravvivere: Fred e Ramon hanno seguito il protocollo militare e si sono messi a combattere fianco a fianco, solo per restare uccisi. Passai quasi quindici giorni in mezzo alla foresta, cercando di sfuggire alle loro pattuglie, bevendo acqua probabilmente contaminata e mangiando quel poco che riuscivo a racimolare…” si fermò, lo sguardo perso nel vuoto “poi sono riuscito a ritornare al quartier generale, dove si stavano preparando ad evacuare. Mi sono precipitato a fare rapporto su quello che avevo visto e ho trovato.. il mio comandante che stava ascoltando il rapporto di… Ramon” deglutì e fece una lunga pausa mentre beveva un sorso d’acqua “Sapevo… sapevo che non poteva essere scampato, ma… una parte di me voleva… credere che fosse ancora vivo” fece una nuova pausa, mentre la voce si rompeva “Non ho esitato, non un singolo istante, ho estratto la pistola e gli ho svuotato l’intero caricatore addosso. Per fortuna… uno dei proiettili gli ha perforato il cranio, uccidendolo prima… prima che potesse reagire, altrimenti avrebbe probabilmente… ucciso tutti” e tacque mentre cercava di soffocare le lacrime. Kasey rifletté che purtroppo era una storia molto comune: commilitoni che venivano catturati e poi corrotti e, come Eretici o come Cacciatori Oscuri seminavano il panico tra i commilitoni. “Grazie Vance di averci raccontato la tua storia” disse Alice “Grazie Vance” dissero tutti i presenti. “Qualcun altro vuole condividere? La nostra nuova arrivata forse?” chiese rivolgendo una gentile occhiata di incoraggiamento a Kasey.

    Megan Reed
    Forrester ascoltò con attenzione quello che lei aveva da dire, poi replicò: “Grazie delle sue gentili parole, signorina Reed. Allora, noi piangiamo la scomparsa del nostro socio fondatore e ci auguriamo che venga presto ritrovato. Tuttavia, posso rassicurare lei, i nostri clienti e il suo pubblico che la Mayfield&Associates continuerà ad effettuare consegne secondo la programmazione, e che non ci saranno ritardi” concluse. Aveva parlato in tono sicuro e determinato, sembrava a tutti gli effetti una risposta programmata. Megan notò anche che, per quanto Forrester avesse un sorriso affabile, Becca invece appariva un po’ inquieta, lanciando continue occhiate alla conversazione mentre tornava nella sua posizione dietro il banco.

    #6610
     Meeme 
    Partecipante

    L’interferenza si stava attenuando, riusciva a ricevere parte di messaggi segno che il sistema stava iniziando a gestire il problema. “C’è stata un’interferenza, della musica causata da un qualche potere causato dall’uso dell’arte, e somministrano anche dei biscotti soporiferi come tranquillante, genotipo THCA. Ora sembra tutto tornato alla normalità.” rispose sul canale protetto per spiegare la situazione.
    “La tipa è chi dice di essere, una percentuale del 91.6%, abbastanza alta, ma restiamo comunque in allerta non si sa mai.” La prudenza non era mai troppa.

    Ascoltò la storia del veterano, storie simili erano accadute a tanti soldati che conosceva e lei era solidale con quel poveretto, se l’era vista brutta e queste sedute servivano proprio ad esorcizzare il dolore parlandone con altri. Sistemò meglio la pistola, si sentiva nuda a vederla lì davanti a lei senza poterla tenere addosso, ma doveva resistere.
    Ripeté anche lei un “Grazie Vance” E poi sorrise verso la donna scuotendo il viso alla sua richiesta.
    “Sono qui per ascoltare, grazie comunque…” Ammise sincera.

    #6616
     Elan 
    Partecipante

    Megan fece un sorriso di cortesia a quella risposta. Un sorriso, in realtà, un poco più freddo del precedente. Era abituata a intervistare le persone più reticenti, e quella risposta era la classica del ‘grazie, ma non vogliamo rotture di palle maggiori di quelle che abbiamo già avuto’.
    Tuttavia, avevano dato quella risposta alla persona sbagliata… non avevano fatto altro che farle venire voglia di indagare ancora più a fondo.

    “Ma certo, immagino che tutti voi non desideriate altro che il vostro fondatore venga ritrovato ben presto! Sarebbe una vera tragedia se gli fosse successo qualcosa di grave!”
    Fece una pausa studiata, lanciando una lunga occhiata a Becca. Era talmente nervosa, che era certa sarebbe potuta saltare sulla sedia al minimo rumore. Sarebbe quasi scoppiata a ridere, se non avesse avuto un minimo di serietà professionale da mantenere.
    “E sono altrettanto convinta che la vostra impeccabilità sarà rispettata”
    Il suo sorriso fu un po’ più accondiscendente e comprensivo, questa volta.
    “Ma davvero non conoscete nessuno che possa… non saprei… avercela avuta col vostro fondatore? Insomma, tutto questo successo così all’improvviso, si sa che porta sempre qualche inimicizia! Concorrenti poco felici della cosa, gente con cui si sono fatti un po’ troppi debiti… cose così, insomma!” sorrise ancora, con un piccolo occhiolino, come se intendesse che la sapeva lunga su certe cose.

    #6617
     Ilmarien 
    Partecipante

    Megan Reed
    Il tono di Forrester si fece serio e vagamente più sciolto, e a Megan non sfuggì l’occhiata di disapprovazione nei confronti di Becca. “Sarebbe davvero una tragedia, come socio fondatore e azionista di maggioranza saremmo costretti a cedere buona parte delle azioni a una Corporazione per evitare di chiudere” spiegò alla giornalista “Il personale dell’azienda, e i soci, sono tutti Capitol, ma l’azienda è formalmente slegata da legami corporativi: questo perché la nostra clientela appartiene a tutte le corporazioni, più o meno in misura uguale, e utilizzano noi proprio perché siamo al di fuori di circuiti corporativi e non rischiano nulla. E queste sono informazioni che preferirei non divulgasse subito, se fosse possibile, Signorina Reed, almeno fino a dopodomani” spiegò Forrester.

    Megan rifletté che la situazione non era insolita per una piccola compagnia Capitol: senza dichiararsi tale, erano formalmente Indipendenti potevano servire tutte le élite di Luna senza preoccuparsi di creare incidenti corporativi, e tra il fatto che erano comunque tutti Capitol e che avevano una preziosa Certificazione Cardinalizia, la Corporazione non era intervenuta. Era un delicato equilibrio per loro, e l’eventuale morte di Sebastian Mayfield, che chiaramente era il loro fondatore e socio di maggioranza, metteva l’intera azienda a rischio. Era probabile in questo caso che Forrester stesse cercando di spingere gli altri soci a comprare la quota di Mayfield prima che l’informazione diventasse pubblica e qualche corporativo Capitol influente si interessasse all’azienda e cercasse di comprarla. Detto ciò, era possibile che Forrester sapesse di più, o addirittura sapesse che fine aveva fatto Mayfield, e stesse ritardando la notizia della morte per evitare di attirare attenzioni indesiderate.

    #6618
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    Rotherberg dava l’impressione di essere un tipo molto scaltro… Abel era sicuro che il maggiore gli avesse già detto che erano lì per conto di Saglielli ma nonostante ciò non aveva mostrato nessuna insicurezza e anzi li stava invitando, con una certa faccia tosta, a chiudere in fretta la questione.
    Con lui non si potevano fare troppi giri di parole o probabilmente sarebbero usciti da quella stanza con un nulla di fatto…il suo scopo probabilmente era quello di intimidirli un po’ ma Abel non era nato per tirarsi indietro.

    “Bene, Herr Rotherberg, siamo gli Agenti Brandt e Ponomariov e come probabilmente sa già siamo qui per ordine di sua Altezza Theodor Saglielli” mentre si apprestava a continuare il discorso Abel si teneva già pronto ad utilizzare i poteri dell’Arte per sondare Rotherberg ” sarà già a conoscenza del fatto che la Hindenlang ultimamente si sia ritrovata in pochi mesi a corto dei suoi uomini più fidati… quello che ci interessa sapere è se ha mai notato o se gli è mai stato riferito qualche segnale di irrequietezza da parte di qualcuno dei vostri uomini verso di lei. Ovviamente non stiamo montando nessuna accusa nei vostri confronti ma abbiamo solo bisogno di collaborazione da parte vostra”

    Abel non poteva essere più chiaro di così…ora Rotherberg poteva solo esplodere o mantenere un rigido autocontrollo.

    #6627
     Ilmarien 
    Partecipante

    Kasey Bates
    “THCA? Marijuana? Si trattano bene…” commentò Mark con una palpabile punta di invidia, poi restò in silenzio per qualche secondo mentre Stanford interveniva: “91,6 mi sembra abbastanza alta come percentuale. So che ci sono poteri in grado di mimare l’aspetto esterno, ma il programma esamina anche la gestualità, i movimenti del corpo, il modo di camminare, tutte queste cose, se è un sosia vuol dire che è veramente bravo…” disse con una certa sicurezza. Quando Kasey disse che non voleva parlare, la donna rispose con un sorriso accomodante e un cenno del capo. Altri due veterani parlarono, uno di un terribile scontro in trincea che lo aveva lasciato in fin di vita contro l’Oscura Legione su Venere, un altro di un’offensiva Imperiale in quello che dalla descrizione generica sembra territorio Mishima, probabilmente su Mercurio vicino alla colonia Imperiale di Fukido.

    Alice ringraziò entrambi e poi si rivolse al gruppo: “Bene, ora potete recuperare le vostre armi che facciamo una pausa di dieci minuti, direi che ce la siamo tutti meritata. C’è acqua nel serbatoio all’angolo, c’è del tè caldo, la camomilla sta finendo di riscaldarsi sul fuoco e ci sono ancora dei biscotti se avete fame. Se volete donare qualcosa alla causa ogni donazione, anche la più piccola è benvenuta, ci aiuta a tirare avanti e a organizzare questi incontri, parlate con Clarke” disse indicando un impiegato dall’aria sparuta che era comparso in quel momento sulla porta. E tutti si rilassarono mentre c’era un momento di pausa: Alice scambiò qualche parola con Clarke prima di portare tè e biscotti al veterano senza una gamba. Assicuratasi che tutti prendessero da mangiare, si avvicinò a Kasey: “Allora? Come si è trovata finora? Cosa ne pensa del nostro piccolo gruppo?” chiese educatamente.

    Abel Brandt
    Friedrich Rotherberg osservò i due, poi fece segno di mettersi un momento in disparte. Si allontanarono un momento dal gruppo per parlare senza pericolo di essere sentiti: “Si, sono al corrente della cosa ma non avevo idea che fosse così grave da mobilitare addirittura uno dei Duchi Elettori” disse con una fredda calma ma anche con una certa meraviglia nella voce. Fissò lungamente i due, poi disse: “Certamente se è stato coinvolto Saglielli dev’esserci qualcos’altro sotto. Vi posso dire che né io né la mia famiglia siamo coinvolti in queste sparizioni, e aggiungo anche che io e la mia famiglia faremo il possibile per sostenere Frau Hindenlang e la sua amministrazione dell’Ufficio degli Standard” disse con fredda decisione.

    Abel lo scrutò attentamente mentre parlava: la gestualità era minima ma precisa, purtroppo era un individuo abituato a nascondere il proprio comportamento e questo non rendeva facile identificare il problema. Notò però un accento sincero quando parlò di appoggiare la Hindenlang, sembrava perlomeno convinto di quello. “Posso anche dirvi che non ho incontrato problemi di sorta con il mio personale e se Frau Hindenlang necessita di uomini fidati sono a sua disposizione” proseguì, e Abel notò una lievissima accelerazione alla fine della frase, che poteva indicare una menzogna o una mezza verità, anche se era difficile capire qualcosa di più preciso.

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