N7 Terra

Questo argomento contiene 444 risposte, ha 7 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Meeme 5 anni, 9 mesi fa.

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  • #4257
     Elan 
    Partecipante

    Coralie rimase un poco stupita sapendo che la loro missione era di recuperare il terrorista vivo. Li aveva visti sempre come soldati il cui unico scopo era di eliminare quella minaccia, ma era evidente che ci fossero molte cose di quella missione che non sapeva.
    Tuttavia le sfuggì una risata al commento di Destroyer su Paladin.
    “Non lo sopporti proprio, vero?” domandò gentilmente. “Secondo me Paladin è una persona divertente, anche forse esagera un poco… mi sembra qualcuno che si diverte molto a scherzare anche per delle sciocchezze!”
    Non che fosse necessariamente un male, in realtà, ma le era sembrato davvero eccessivo certe volte, come quando aveva fatto le battute sul fatto che si cambiassero.
    Però rimase sconvolta sentendo che lui non era mai stato abbracciato o baciato.
    “Ecco, sì, erano un gesto carino…” spiegò un poco in imbarazzo.

    Ma tutto l’imbarazzo sparì quando lui fece quel commento sulla storia dei Miserabili, e Coralie non riuscì a trattenere una risata, sincera e davvero divertita.
    “Marius non era un terrorista!” esclamò divertita. “Anche se è veramente un personaggio insopportabile, sarebbe stato divertente vederlo scagliato il più lontano possibile!” commentò, sempre ridendo divertita.
    Destroyer era veramente estremo, ma quei commenti e quelle smorfie erano stati talmente divertenti da riuscire solo a farla ridere, nonostante il linguaggio volgare di lui.
    “Ma lui combatteva per quello che credeva, perché chi regnava a quel tempo era qualcuno di crudele che non rispettava i cittadini e aveva portato la Francia sull’orlo della crisi. Rischiava di morire, e Jean Valjean l’ha salvato, perché ciò che contava veramente per lui era la felicità della figlia. E sapeva che lei sarebbe stata felice solo vicino all’uomo che amava!”

    Però annuì alla sua domanda.
    “Non era uno sprovveduto, Jean Valjean. Era un uomo forte, talmente forte da riuscire ad alzare da solo un pesantissimo carro a mani nude! Però sì, penso vi assomigliate… per la società lui era nessuno, non aveva diritti, non aveva possibilità di essere nulla più di ciò che la società gli aveva imposto. Ma in realtà era molto più di quanto tutti credessero, e una persona migliore di tante altre…” spiegò infine.
    Quindi guardò il braccio che la vasca gli aveva miracolosamente rigenerato, e che lui continuava a massaggiare. Le sembrava quasi impossibile un prodigio del genere.
    “Ti fa ancora male?” domandò semplicemente.

    #4260
     snow 
    Partecipante

    Non vorrei essere nei tuoi panni. E’ una decisione difficilissima da prendere. Però potrebbe anche essere che Destroyer sia diverso dagli altri, forse il primo di una nuova razza e forse potrebbe diventare la guida dei cloni sul vostro pianeta. Non sono poi così esperto, però in un bambino non cercherei di modificare un suo comportamento o una sua decisione se questa lo spinge a fare del bene. Proverei a correggere invece un suo comportamento che lo spingerebbe a fare del male. Pensa se il processo di cancellazione della memoria non funzionasse del tutto e Destroyer riuscisse a ricordare cosa gli è stato fatto… non credo sarebbe molto contento del trattamento ricevuto. Ai nostri occhi siete un gruppo di super umani, un po’ scapestrato contando le sparate di Liu, la voglia di radere al suolo tutto di Destroyer e l’aria da giullare di Paladin, però tu sei un ottimo comandante e so che farai la scelta giusta.

    Prese la bottiglia di vino dalle mani di Demolisher, fece un lungo sorso e poi la riconsegnò alla ragazza…

    Credo che ti farò un po’ compagnia. Non crederai mica che basti una Liu qualsiasi per riuscire ad abbattere i famigerati fratelli Hudson? Ahahahah!!!

    Peter cercò di fare lo splendido, ma sapeva che il giorno dopo avrebbe risentito di quella sua decisione, però era quello che voleva fare e continuò…

    Ok ora penso di conoscere un po’ meglio Demolisher, comandante della super squadra di umani…
    Ma chi è in realtà Valentina e come è diventata una donna soldato dalle strabilianti qualità?

    Sembrava strano per primo a lui, ma Peter avrebbe voluto conoscere meglio Valentina, come se il tempo a sua disposizione fosse poco.

    …e quando tutto questo sarà finito ed Everton sconfitto, cosa accadrà? Sparirete come siete arrivati sulla vostra, come l’hai chiamata?… astronave??

    #4270
     Rilwen 
    Partecipante

    No, quel mondo di cui parlava lui Pentesilea non riusciva nemmeno ad immaginarlo.
    “Ma se tutto è riprodotto meccanicamente, dov’è l’anima? Dov’è il tremore in una lettera d’amore? Dove la lacrima in un quadro ad olio? Dove la mano che salta un paio di note difficili in un brano? Sono queste cose che creano la bellezza: la perfezione sta proprio nell’imperfezione.”
    E lei lo sapeva bene, sapeva bene cos’era o meno la perfezione, una come lei tale doveva essere, sempre perfetta, ed era la maschera sul suo viso che, celando una (non esistente) imperfezione, la creava.

    Si cominciava a sentire stanca, quasi non credeva al fatto che solo quella mattina tutto era normale e nulla era difficile. Ma ora tutto era da riscrivere, tutto era da inventare di nuovo.
    “E’ vero, non esiste un mondo perfetto. Ma deve esistere il mondo del rispetto. Io non voglio vivere in un mondo in cui ci saranno sempre delle prostitute. Io non voglio vivere in un mondo in cui io esisterò sempre.”
    Perché a lei piaceva quello che faceva. Ma non era piaciuto alla ragazzina spaventata di Venezia che veniva violentata, e quella ragazzina c’era ancora, e prepotentemente, soprattutto quando era più stanca.
    “Anche io ho una sorella. E’ anche per lei che mi sono venduta agli uomini, per farla stare bene, per darle tutte le possibilità del mondo. Siamo divise, ci separano miglia e miglia, ma lei è sempre con me. Forse vostra sorella avrebbe bisogno di sapervi a casa con lei piuttosto che a combattere le sue guerre. O, meglio, non solo.”

    Si erano accampati, e osservava la tenda con un certo stupore. Insomma, erano tutte cose nuove, e una mente, per quanto aperta, ha bisogno di tempo e di elaborare nostre strane successe.
    Ma poi quelle parole.
    Lo guardò vagamente sconvolta, perché era raro che qualcuno si preoccupasse così tanto per lei, e gli sorrise, facendogli un piccolo inchino.
    “Forse voi non sarete l’imperatore. Ma siete un principe.”
    Era un gran complimento, nelle sue idee.
    Si sdraiò nella tenda, e non si tolse la maschera: doveva rimanere sempre sul suo volto, principi, imperatori e attentatori o meno. Aveva bisogno di dormire, e lo sapeva, ma era sovreccitata e stanca nello stesso modo.
    Così, recitò a memoria i versi di un poeta greco, colui che aveva narrato la storia della sua ava omonima.
    “E Pentesilea, caduta nel sangue e nella polvere, scopre sotto l’arco grazioso delle sue ciglia il viso di cui la morte non ha toccato la beltà. E gli Arrivi intorno si meravigliano guardandola: come assomiglia agli Immortali! A vederla riposare sul suolo, nella sua armatura, la si direbbe la figlia di Zeus, l’indomabile Artemide, quando dorma, il corpo stanco di aver forzato sulle montagne i leoni alla corsa. Ma Achille dona libero sfogo contro i rimorsi del suo cuore: perché l’ha uccisa piuttosto che portarla come sposa nella sua Stia, il paese dei puledri, quella femmina divina la cui statura e bellezza così perfette la rendono alla pari degli Immortali?”
    Achille non avrebbe mai più dovuto ucciderla.

    #4274
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    William ascoltò con un orecchio solo quello che Valentina stava dicendo su Destroyer: al momento era troppo impegnato ad ascoltare le fitte di dolore che iniziavano a salire violente da ogni centimetro del suo corpo…

    Si rese conto che non stava capendo quello che sentiva dire a lei e suo fratello, e probabilmente li stava guardando con un’espressione da completo babbeo. Sperò solo che loro non si accorgessero di lui: sembravano abbastanza presi dal loro discoro.

    A fatica prese dalla sacca la sua fiaschetta e fece un lungo sorso, ma non era stata una buona idea: il liquido gli bruciò la gola come fosse fuoco liquido, e per poco non gli andò di traverso. Mise via tutto, e si avviò mesto verso la sua tenda, facendo un mezzo cenno con la mano a Peter e Valentina… “Dai fratellino, vedi di andare a segno stasera, tu che puoi…” pensò mentre si voltava.

    Entrato nella tenda, e vedendo quello che aveva le sembianze di un letto – anche se poteva benissimo essere uno straccio buttato a terra – si lasciò cadere, senza nemmeno preoccuparsi di spogliarsi…

    #4275
     Meeme 
    Partecipante

    COLIN, PETER e WILLIAM
    “So solo che mi dispiacerebbe resettare la memoria al Clone, si è sempre comportato bene…” ammise con un sorriso. “In pratica devo fargli da madre, accidenti a lui! Dovrei chiedere consiglio a Shadow, è l’unica ad avere un figlio tra tutti noi! Anche se mi spaventa pensare a lei come ad una madre…” scosse il viso e rise allegra. “Liu era la migliore del suo corso, tuo fratello è fortunato ad avere ancora ossa su cui sostenersi, ma ammetto che è stato uno spettacolo divertente!” Anche William avrebbe avuto da ridire su simili affermazioni.

    “Sono figlia di militari, entrambe le mie madri sono soldati al servizio della nostra Imperatrice, anche i miei nonni erano militari… Diciamo che è una tradizione di famiglia! A 8 anni sapevo già smontare e rimontare il mio fucile nel tempo stabilito ed ancora oggi mi rilassa prendermi cura delle armi.” Doveva sembrargli totalmente strana, ma lei si stava divertendo. “Allenamento, rispetto per i miei superiori, dedizione alla causa. Non riuscirei a pensare ad una vita da civile, mi piace l’ambiente militare e quando mi dicono che essere un soldato non è tutto io rispondo: no, ma è il mio mondo e mi piace!” sorrise, sembrava una brava ragazza. “Ognuno dovrebbe coltivare i propri talenti, giusto?” Alzò le spalle sorpresa che lui non scappasse intimorito da qualche parte. “E comunque nemmeno voi siete male per essere degli uomini del passato. Mi aspettavo scappaste in preda al panico alla vista di Destroyer, invece vi siete adattati alla situazione e ci state aiutando.” Era colpita da questa cosa.

    “Esiste la possibilità che non torneremo più a casa, ci sono molti fattori da tenere in considerazione ed analizzarli ora non ci aiuterà a fermare quel pazzo assassino. Preferisco concentrarmi su un problema alla volta anche la squadra mi ringrazierà. E se dovessimo restare qui, almeno avremo degli amici! Non saremo soli!” fece un piccolo brindisi e poi lo lasciò andare a riposare.

    Il mattino dopo i tre uomini si svegliarono a scaglioni e con ancora i dolori dei lividi. Demolisher stava sistemando gli equipaggiamenti, mentre Shadow affilava la sua spada elettrificata. “Paladin e Fury sono sulla via del ritorno, hanno salvato solo il fratello di Céline, Everton è arrivato al padre e lo ha eliminato. Slayer mi ha comunicato che le fogne sono il luogo ideale dove nascondere l’Arca e Destroyer ha salvato lo zio di Coralie e ferito pesantemente il terrorista. Il bastardo si troverà sulla sua nave per rigenerarsi.” Spiegò Valentina con ritrovato ottimismo. “Possiamo colpirlo nelle fogne se ve la sentite di venire con noi…” Concluse la Caposquadra mentre Shadow sembrava piuttosto silenziosa ed abbattuta.

    CORALIE BLANCHARD
    “Il suo non è un gesto carino, vuole fare il simpatico, ma io non sono suo amico e non lo sarò mai.” specificò seccato. Sembrò pensare a cosa dire e poi sbuffò. “Il bacio che mi hai dato sulla guancia o quel abbraccio sono gesti… carini…” Fece un’espressione tra il disgustato e l’imbarazzato che risultò nell’insieme molto buffa. “Ecco… almeno credo. Non mi avevano mai riservato gesti carini come hai fatto tu.” Scosse il viso un po’ a disagio e preferì concentrarsi sugli strani personaggi della storia spiegata da Coralie.

    “Era uno fottut* terrorista con manie di libertà. Lo avrei preso e lanciato via come un sassolino fastidioso!” insistette lui serio e rimane sorpreso dalla risata della ragazza. “Mi trovi divertente, pensavo di farti paura…” sussurrò massaggiandosi la nuca nervoso. “Sei strana, ma almeno hai smesso di piangere…” commentò con un sorriso. “Praticamente mi reputi simile a questo tizio perché siamo due bestioni in grado di sollevare roba pesante. Mi sta bene.” ammise per nulla offeso.

    “No, il braccio non mi fa male, mi prude.” le spiegò alzando le spalle e stava per dire altro quando dalle ombre comparve Shadow con le braccia incrociate ed un’espressione buffa. “Ma insomma! Siete due imbranati! Bestione ritardato cosa aspetti a baciarla? Sai almeno come si fa, oppure hai bisogno di un disegnino!?” Destroyer rimase paralizzato per qualche secondo strabuzzando gli occhi. “Uff… lasciamo stare… vado a svegliare gli altri, torniamo operativi tra 5 minuti.” Il Clone attese che Shadow se ne fosse andata per guardare Coralie a disagio. “Io… non credevo volessi essere… ehm… quello…” biascicò massaggiandosi il collo e poi sembrò capire e digrignò i denti. “Aspetta… Shadow ci stava prendendo in giro, vero? Fottut* mondo! Il suo sarcasmo lo capisce solo Demolisher!” sospirò come se fosse stato vittima di uno scherzo e cercò la sua armatura da indossare per raggiungere gli altri.

    PENTESILEA MAREGA
    …la viola del pensiero ai miei piedi
    ripete lo stesso racconto:
    dov’è scappato il barlume visionario?
    dove sono ora, la gloria e il sogno?

    Recitò Slayer a memoria con la voce poderosa, non era un poeta e non sapeva pronunciare quelle parole nel giusto tono, ma risultò comunque ispirato. “L’anima non morirà mai, mademoiselle. C’è sempre l’uomo mortale dietro la tecnologia, le cose si sono fatte più comode, ma c’è ancora quel calore che sono l’anima può ricreare.” Sorrise guardandola. “Persino 1812 ed il suo continuo salmodiare l’ouverture inserita nel suo disco da Paladin la rende unica e viva. Ascoltatelo bene e sentirete i suoi errori a voi così cari.” Sorrise ancora ed il piccolo robottino cinguettò allegro la melodia dandogli un tono unico, felice, divertito e straordinariamente vivo.

    “Nel mio mondo non abbiamo bisogno di prostitute. Le nostre donne combattono al nostro fianco, i rapporti sentimentali sono diretti e rinneghiamo gelosie o possesso. Non dovendoci preoccupare di procreare a tutti i costi, viviamo l’intimità in maniera più rilassata e felice. I legami che formiamo possono essere occasionali o fortemente monogami, dipende dalle attitudini e desideri della coppia purché il tutto si basi sul rispetto reciproco.” le spiegò.
    “Mia sorella mi vorrebbe al sicuro, ma non è nella mia indole lasciare che altri combattano le nostre guerre. Ho lo stesso temperamento di mio padre e credo che mia sorella abbia timore che anche io perda la vita in battaglia come è successo a lui.” raccontò. “Se fosse solo lo spazio e non il tempo a separarci, forse mia sorella vorrebbe incontrare la vostra così potrebbero lamentarsi insieme delle nostre scelte.” accennò un sorriso galante e divertito e la lasciò entrare nella tenda restando colpito dal suo commento finale.

    Pentesila si addormentò al sicuro, con 1812 che emetteva piccoli suoni felici tracciando percorsi sconosciuti. Si svegliò rilassata e rinvigorita, le fogne erano sempre orrende, ma tutto sembrava migliore con le giuste ore di sonno. Slayer era seduto con le gambe e le braccia muscolose incrociate in meditazione da battaglia. La spada levitava intorno a lui e per farla volteggiare doveva mantenere la concentrazione sui suoi poteri biotici. 1812 cinguettò allegro quando la cortigiana si alzò e l’uomo interruppe la meditazione rialzandosi lentamente. “Destroyer ha impegnato il nostro terrorista causandogli gravi danni, ho suggerito a Demolisher di raggiungerci qui per cacciare la nostra preda prima che riesca a rigenerarsi totalmente.” le spiegò serio. “Vi piacerebbe imparare a difendervi con una spada, mademoiselle?” Le domandò con un sorriso divertito porgendole la sua spada corta. “Sarebbe più galante offrirvi la colazione, ma abbiamo i soliti noiosi cubetti nutritivi e sbrigheremo la faccenda in pochi istanti.” le disse offrendole mezzo cubetto come cibo abbastanza sostanzioso nella realtà da sostenerla per due giorni.

    • Questa risposta è stata modificata 7 anni, 5 mesi fa da  Meeme.
    #4281
     Elan 
    Partecipante

    Coralie rispettò senza problemi l’evidente cambio di discorso di Destroyer, ma era rimasta veramente sconvolta dal fatto che nessuno gli avesse mai riservato gesti carini…
    Certo, aveva vissuto in una colonia penale, con centinaia – forse migliaia – di persone identiche a lui… ma per quanto si sforzasse, non riusciva a concepire come delle persone potessero trattare in quel modo un altro essere vivente.
    Era schiavitù, forse anche peggio di schiavitù, e se il futuro era veramente quello allora avevano davvero fallito nel loro progresso…

    Ma accantonò quei pensieri, tornando a ridacchiare sentendo come il Clone avrebbe trattato Marius.
    “Sarebbe stato davvero divertente veder Marius lanciato via come un sassolino!” esclamò senza riuscire a smettere di ridere.
    Quindi lo guardò, allegra.
    “Non mi fai paura! La prima volta che ti ho visto ero intimorita, e anche Amélie era un poco spaventata. Ma era una paura dettata dall’aspetto più che altro! Sembravi…” ci pensò un po’ “Un armadio in armatura che portava in giro una grossa arma strana e pericolos!” esclamò alla fine.
    “Ma fermarsi solo all’aspetto fisico è sbagliato, e parlando con te ho capito che non ho motivo di avere paura! Non sei una persona cattiva, e tanto basta!”
    Sorrise, e stava per aggiungere altro quando dalle ombre apparve Shadow.

    Coralie rimase davvero sconvolta dal carattere davvero terribile di quella ragazza, che sembrava divertirsi come una matta a prenderli in giro. E, in tutta onestà, non avrebbe mai potuto pensare che avrebbe usato il suo sistema mimetico per spiarli.
    Era una cosa davvero scorretta!
    E quelle sue battute così crudelmente ironiche riuscirono a mettere tutti terribilmente in imbarazzo. Lei era arrossita di nuovo, e non parlò fino a che la ragazza non se ne fu andata, e anche Destroyer sembrava decisamente a disagio.
    “Liu è… strana…” disse, parecchio a disagio. “Penso si diverta a mettere in imbarazzo la gente…”
    Fece un sorriso un poco tirato, e scosse la testa.
    “Torniamo dagli altri! Ho paura che questo per Liu sarà soltanto l’inizio di una lunga serie di battutine…” fece un sospiro rassegnato e cercò di sorridere, questa volta un po’ più convinta. “Il trucco potrebbe essere tutto nel far finta di non sentirla, penso!”

    #4288
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    Al risveglio William passò alcuni minuti immobile ad ascoltare il suo corpo: voleva capire se era ancora tutto al suo posto. Rispetto alla sera prima, alcune zone avevano smesso di pulsare dal dolore, e la cosa gli sembrava strana… però sembrava tutto in ordine. La cosa lo rincuorò, e guardò con un sorriso la fiaschetta che spuntava dalla giacca appoggiata di lato “Grazie, vecchia amica” disse sorridendo.

    Mentre si dava una sistemata per uscire, però, ricominciò a sentire quasi tutte le fitte che cercava prima: questo significava che era tutto in ordine. Però ora era un dolore sopportabile, non gli avrebbe creato particolari problemi.

    Uscì dalla sua tenda e iniziò a preparare l’occorrente per accendere il fuoco, ma poi si rese conto che sarebbe stato inutile, dato che non avevano nulla da cucinare “Non so nel futuro come siate abituati, ma qui noi siamo abituati a mangiare, almeno saltuariamente… e la mattina è uno dei momenti in cui è più difficile saltare questa abitudine… Come ci organizziamo?”

    Poi guardò un po’ tutti, e si rese conto che nonostante tutto c’era un’aria un po’ pesante. Soprattutto Shadow sembrava particolarmente scura in volto. “Cosa mi sono perso? Ho sentito mentre mi preparavo che il nostro amico è stato ferito e ora sarà nelle fogne a curarsi… non sarà finita, ma perché questo clima così tetro? C’è qualcos’altro che è successo nel frattempo?”

    Non aveva veramente la più pallida idea di cosa fosse accaduto, né del perché ci fossero quelle facce in giro… sperava solo di non aver complicato ulteriormente la questione con le sue uscite sulla colazione.

    #4291
     Rilwen 
    Partecipante

    Onestamente non si aspettava quelle parole, quella poesia. Non si aspettava nulla di tutto ciò, per cui lo guardò vagamente sconvolta, con quegli occhi azzurri che spuntavano da dietro la maschera e che guardavano tutto cercando di non essere guardata.
    “Che cos’è?”, chiese con una curiosità vera, non tanto per dire o per mostrarsi interessata quando non lo era.
    No, quell’uomo la interessava, tanto. La interessava come uomo del futuro e di un altro luogo e la interessava come uomo tout-court. Erano rari, ormai, quelli che riuscivano a smuoverle questa emozione, erano rari e quindi si sentiva spinta a fargli quelle domande, anche se probabilmente non avrebbe mai potuto capire del tutto nessuna risposta.
    “Devo ancora abituarmi al vostro modo di ragionare, di pensare, di vivere.”, confessò con un sorriso flebile, guardando anche 1812 e facendogli una specie di ciao-ciao con la mano.
    E restò ad ascoltare le parole sulla sorella, e si sentiva vagamente triste, vagamente pensierosa.
    “Avete un’immagine di lei? Vi deve mancare veramente molto.”
    E a volte ci si sacrifica perché le proprie sorelle ottengano quello che vogliono, quelle per cui sono nate. La sua storia, quella, e la storia di Vela.

    Si addormentò quasi subito, senza sognare, e quando si svegliò prese uno di quei cubetti con lo sguardo del gatto curioso e vagamente diffidente.
    ” Quando tutto sarà finito, vi preparerò un caffè come si deve.”, gli disse facendogli una specie di occhiolino mentre si sistemava i lunghissimi capelli neri in un concio elegante, per difenderli un po’ anche da tutta l’umidità di quelle fogne.
    “Beh, Pentesilea era regina delle Amazzoni… dovrò prima o poi imparare ad usare una spada, no?”

    Era *vagamente* più rilassata del giorno prima.

    #4292
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    Al risveglio Colin fece fatica a mettersi seduto, tutti i dolori che ieri non aveva percepito ora gli stavano rendendo la mattinata difficile anche se per fortuna era riuscito a dormire per qualche ora anche se non sapeva per quanto esattamente.
    Con molta fatica uscì dal giaciglio e pian piano si riunì al gruppetto che era lì fuori a passo sempre più spedito mano a mano che prendeva abitudine ai suoi dolori.

    Si sentì sollevato nel sapere che Fury stava ritornando da loro ma cercò di non farsi vedere troppo allegro dato che la missione che loro si erano preposti era comunque in parte fallita…non aveva idea di quale potesse essere stata la reazione di Celine, da quel che gli sembrava lei aveva un carattere abbastanza forte ma non poteva esserne così sicuro.

    “Speravo in un posto più agevole per combattere ma d’altronde se ci state allenando per sopravvivere dovremmo pur metterci alla prova in qualche modo quindi parteciperò, quel folle deve morire al più presto.”
    Si augurava comunque di ricevere qualche dritta in più prima di addentrarsi in quel posto puzzolente ed era certo che gli sarebbero capitati dei ruoli da retrovia, che era forse la cosa che sperava di più.

    #4298
     snow 
    Partecipante

    Il risveglio fu veramente difficile…
    Peter sentiva dolori in ogni parte del corpo e non avrebbe voluto alzarsi.
    Probabilmente se fosse andato a dormire prima avrebbe recuperato meglio. Chissà se i suoi compagni disponevano di qualche altra diavoleria che potesse alleviare il dolore e rimetterli in sesto in un attimo.
    Uscito dalla tenda vide che erano già tutti in fermento. Forse era stato l’ultimo ad alzarsi, giusto in tempo per ascoltare il resoconto di Valentina…

    “Non c’è neanche da chiederlo… Quando si parte?”

    Peter pensava che non potevano perdere quell’occasione. Se veramente Everton era stato ferito forse avevano una possibilità di fermarlo.
    Iniziò a prepararsi e a controllare il suo equipaggiamento, anche se non gli sarebbe dispiaciuto mettere qualcosa sotto i denti.

    #4327
     Meeme 
    Partecipante

    COLIN, PETER e WILLIAM
    Valentina sembrava lei stessa sorpresa dalla cupezza di Shadow e quando William fece quella domanda si limitò ad un’alzata di spalle. La spadaccina non diede spiegazioni e recuperò dei cubetti nutritivi da dare al gruppo. Erano insipidi, ma metà cubetto era in grado di tenere in piedi una persona per un giorno intero. Destroyer e Coralie li raggiunsero poco dopo, il Clone non riportava nessuna ferita dallo scontro con il terrorista, la strana vasca in cui dormiva lo aveva completamente rigenerato. Destroyer lanciò un’occhiataccia a Shadow e Liu sbuffò seccata senza dare spiegazioni.

    “Destroyer, sei tornato operativo. Ho saputo che la missione non è andata come preventivato.” Esordì Demolisher cercando le parole per introdurre il problema. Il Clone alzò le spalle facendo poi un gesto ad indicare che tutto andava bene. “Va bene… Sai cosa succede ai Cloni che si allontanano dalla loro programmazione originaria?” domandò allora la donna e guardò Peter perché voleva dimostrargli che avrebbe dato una possibilità a Destroyer. “La loro memoria viene cancellata, conosco la procedura. La mia memoria dovrà essere cancellata?” chiese il Clone senza mostrare il minimo disappunto. “I Genetisti prevedono questo ed anche i Sapienti concorderebbero che è pericoloso lasciare piena libertà ad un Clone.” continuò Valentina. “Io sono la Caposquadra e ritengo tu abbia agito al meglio per questo non verrà eseguita la procedura di cancellazione per il momento. Discuteremo di questo dopo aver preso a calci Everton.” Destroyer non mostrò nessun segno di sollievo e preparò le sue armi senza dire una parola. Shadow, invece alzò gli occhi al cielo. “Discuteremo di questo a tempo debito, Liu. Smettila di fare la melodrammatica!” disse Valentina e Shadow incrociò la braccia al petto e sbuffò.

    Paladin e Fury tornarono alla base piuttosto avviliti, John raccontò che avevano salvato il fratello della giornalista, ma Everton aveva ammazzato il padre. “Mademoiselle Renoir accompagnerà suo fratello a prendere un treno verso una nazione sicura, poi tornerà qui e resterà al riparo insieme alle due infermiere. Noi raggiungeremo Slayer nelle fogne per una fantastica e puzzolente gita!” disse Paladin cercando di portare un po’ di allegria in quella mattinata cupa. “Qualcuno mi aggiorna sulle novità?” domandò guardando gli americani. “Sono fiero di voi, siete ancora vivi! Pensavo che Liu vi avesse massacrato a forza di bastonate! Lieto di essermi sbagliato!” rise allegro Paladin.

    Fury sospirò ed andò da Colin. “Shadow non ti ha picchiato troppo forte vero? Ho consolato mademoiselle Renoir ed è stato orribile, poverina. Quando saremo davanti ad Everton cerca di restare al sicuro, va bene?”

    CORALIE BLANCHARD
    “Ed io pensavo saresti scappata via al primo sguardo incattivito, invece sei ancora qui con me.” Scosse il viso sorpreso ed un po’ a disagio, disagio che si centuplicò con la trovata di Shadow. “Liu è stata segregata in una prigione per non so quanti mesi, immagino si sia bruciata il cervello da sola al buio completo.” commentò il Clone notando l’imbarazzo di lei ed il suo rossore. “Ehm… non dargli soddisfazione, se arrossisci in questo modo penserà peggio. Ho capito, da quel poco che ho visto, che nel vostro mondo molte cose sono sconvenienti.” disse per aiutarla. “Tuo zio è al sicuro, tu sei al sicuro e queste sono le uniche cose a cui dovrai pensare.” sistemò l’armatura, ma non indossò l’elmo. “Ed ora andiamo a stanare quel figlio di puttan*.” concluse con un sorriso.

    Quando raggiunsero gli altri stavano facendo colazione con i soliti cubetti nutritivi, anche Amélie si era riposata e stava molto meglio.
    Destroyer lanciò un’occhiataccia a Shadow e Liu sbuffò seccata senza dare spiegazioni.
    “Destroyer, sei tornato operativo. Ho saputo che la missione non è andata come preventivato.” Esordì Demolisher cercando le parole per introdurre il problema. Il Clone alzò le spalle facendo poi un gesto ad indicare che tutto andava bene. “Va bene… Sai cosa succede ai Cloni che si allontanano dalla loro programmazione originaria?” domandò allora la donna e guardò Peter perché voleva dimostrargli che avrebbe dato una possibilità a Destroyer. “La loro memoria viene cancellata, conosco la procedura. La mia memoria dovrà essere cancellata?” chiese il Clone senza mostrare il minimo disappunto. “I Genetisti prevedono questo ed anche i Sapienti concorderebbero che è pericoloso lasciare piena libertà ad un Clone.” continuò Valentina. “Io sono la Caposquadra e ritengo tu abbia agito al meglio per questo non verrà eseguita la procedura di cancellazione per il momento. Discuteremo di questo dopo aver preso a calci Everton.” Destroyer non mostrò nessun segno di sollievo e preparò le sue armi senza dire una parola. Shadow, invece alzò gli occhi al cielo. “Discuteremo di questo a tempo debito, Liu. Smettila di fare la melodrammatica!” disse Valentina e Shadow incrociò la braccia al petto e sbuffò.

    Paladin e Fury tornarono alla base piuttosto avviliti, John raccontò che avevano salvato il fratello della giornalista, ma Everton aveva ammazzato il padre. “Mademoiselle Renoir accompagnerà suo fratello a prendere un treno verso una nazione sicura, poi tornerà qui e resterà al riparo insieme alle due infermiere. Noi raggiungeremo Slayer nelle fogne per una fantastica e puzzolente gita!” disse Paladin cercando di portare un po’ di allegria in quella mattinata cupa. “Qualcuno mi aggiorna sulle novità?” domandò guardando gli americani. “Sono fiero di voi, siete ancora vivi! Pensavo che Liu vi avesse massacrato a forza di bastonate! Lieto di essermi sbagliato!” rise allegro Paladin mentre Fury sospirò e si avvicinò a Colin.

    PENTESILEA MAREGA
    “Credo sia un frammento di poesia di William Wordsworth, un poeta romantico della vostra Inghilterra.” le spiegò con un sorriso. “Ho cercato di studiare qualcosa del passato, ma ammetto che ricordo solo questo o poco altro. Voi non conoscete nulla del mio mondo ed io niente del vostro, mademoiselle. Spero avremo il tempo di colmare queste lacune.” disse sincero. E scosse il viso perché non aveva immagini di sua sorella da mostrarle. “Mia sorella è molto bella, una principessa elegante e fiera. Vi piacerebbe, ha il cuore di una bambina, ma l’animo di una guerriera. Dovrò essere solidale al coraggioso che vorrà sposarla!” rise, una risata allegra, doveva essere un fratello maggiore protettivo e molto paziente.

    Il risveglio fu meno traumatico ed il sonno aveva giovato alla cortigiana più di quanto immaginasse. “Non ho mai assaggiato del caffè, ma accetterò volentieri.” Marcos Vela era sempre galante nei modi e nei toni e rendeva persino le fogne migliori da affrontare. “Prometto che sarò gentile, Shadow vi avrebbe insegnato a forza di lividi e pestaggi, io preferisco essere un maestro severo, ma non violento.” E Pentesilea si ritrovò a doversi difendere con una spada futuristica da attacchi rapidi ed imprevedibili, Vela era veloce, ma si fermava sempre prima di colpirla, calcolava la giusta distanza, faceva in modo che capisse gli errori, ma misurava la forza senza mai gettarla a terra.

    Pentesilea era impacciata, all’inizio, poi divenne più facile muoversi anche se non aveva abiti adatti al combattimento e comprese il perché le avevano fatto indossare una delle loro tute, erano fatte per muoversi agilmente nelle condizioni peggiori. Una mossa più audace di lei la fece inciampare, ma prima di toccare il suolo, Slayer aveva fermato la caduta tenendola con un braccio solo, sembrava quasi di ballare se non fosse per la spada. “Chiedetemi di fermarmi quando sarete stanca.” le sussurrò lui con quel sorriso galante. Slayer si stava divertendo, ma non perché lei non era in grado di difendersi, si divertiva perché gli piaceva il combattimento.

    #4332
     Elan 
    Partecipante

    Coralie fece un sorriso divertito.
    “Sono molto più cocciuta di quanto sembro!! Mio zio si è rassegnato da tanto tempo con me, non sono una che si spaventa facilmente!”
    Rise ancora, ma si rabbuiò un poco quando sentì del passato di Liu. Quindi c’era un motivo per cui quella ragazza era sempre così… strana…
    “Immagino che debba aver trascorso una vita difficile. Mi ha detto che ha lasciato un figlio nel vostro tempo… ci vuole molta forza per abbandonare qualcuno di così caro per una missione del genere…”
    Scosse la testa, c’erano tante cose che non capiva di quel futuro da cui venivano, ma Liu non era una ragazza da disprezzare, ne era sempre più convinta.

    Scosse la testa e insieme al Clone alla fine raggiunse gli altri. Era felice di vedere che Amélie stesse bene, e quando la vide la strinse in un grosso abbraccio, dicendole che era andato tutto bene e suo zio era al sicuro.
    “Destroyer ci ha salvati proprio come un vero eroe!” le disse sottovoce, con sincera gratitudine nella voce.
    Poi rimase ad ascoltare Demolisher. Il piano era semplice, raggiungere Everton nelle fogne.
    Sembrava tutto semplice, e forse nelle condizioni in cui lo aveva ridotto Destroyer avrebbero avuto un vantaggio non indifferente.
    “Non rimarrò qui al sicuro mentre voi andate contro Everton.” specificò solamente. “Ha distrutto casa mia e ha quasi ucciso mio zio. Ho intenzione di aiutarvi in qualsiasi modo possibile!”
    Ma in tutto quel discorso, c’era stata una cosa che l’aveva colpita. Un fulmine che le era entrato in testa, che aveva dovuto elaborare con un po’ di tempo.

    “Avete veramente intenzione di valutare se cancellare la memoria a Destroyer?” era sconvolta, non stava assolutamente urlando o facendo scenate strane, ma era un’ipotesi talmente orribile che non riusciva a capacitarsene.
    “Solo perché… ha salvato la vita a me e a mio zio?!” scosse la testa, non riusciva a credere che un gesto bello come quello comportasse una pena del genere.
    Si guardò attorno, ma nessuno sembrava turbato dalla cosa, nemmeno lo stesso Destroyer.
    “Forse in passato i Cloni vi hanno traditi, hanno causato dei danni che non potrete mai dimenticare. Lo capisco. Ma un’azione bella non può essere punita! Non è… giusto!”
    E la cancellazione della memoria – qualunque fosse il modo in cui lo facevano, cosa a cui non voleva nemmeno pensare – era una punizione molto più orribile anche della morte stessa…

    #4354
     Rilwen 
    Partecipante

    “La differenza tra un essere umano e un automa è che l’essere umano vuole imparare, vuole migliorare, vuole aprire i propri orizzonti. Se io non volessi conoscere il vostro mondo e voi non voleste conoscere il mio saremmo solo automi senza nulla in noi.”
    Faceva ancora un po’ fatica (ma giusto poco poco) a pensare che ci potessero essere automi in grado di evolversi, o di migliorare, insomma, una cosa alla volta. A lei importava l’umanità prima di tutto, e forse era un po’ ristretta, ma solo il giorno prima pensava che ci fosse solo un mondo e solo una linea temporale, quindi già era qualcosa che arrivasse a quei discorsi. E l’umanità la fece sorridere quando lui parlò della sorella.
    “Non ne parliamo. Penso che chiunque sposerà mia sorella sarà impietosamente messo a giudizio.”
    Da una cortigiana, tra l’altro.

    Una cortigiana che si accorgeva lentamente che tutto poteva e doveva essere modificato, il suo vestire, le sue abitudini, tutto quanto. Se ne accorgeva quando lui cominciò ad allenarla con la spada, e allora si tolse del tutto il vestito che l’aveva accompagnata sin dall’inizio di quel loro strano viaggio, rimanendo in quella tuta che aiutava nei movimenti e che non ne intralciava nessuno. Solo la maschera rimaneva lì, sul suo viso, come se non le desse fastidio, come se fosse una cosa normalissima e assolutamente integrata in lei. Un po’ era così.
    E, diciamola tutta, si sentiva anche abbastanza imbranata, perché era impacciatissima. Colpo dopo colpo, se ne accorgeva sempre di più, ma Roma non fu creata in un giorno. E quando inciampò scoppiò a ridere, scuotendo la testa, i capelli che, raccolti in un complicatissimo concio, cominciavano ad attaccarsi alle sue tempie per il sudore.
    “Sono un disastro.”
    C’è da dire che erano altre le sue abilità, per dirla elegantemente.
    “Non sono stanca, proseguiamo ancora. Insegnatemi tutto quello che posso fare.”

    #4360
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    William accettò di buon grado il cubetto nutritivo che gli era stato dato, per poi pentirsene non appena si rese conto della cosa… “Sarà pure sufficiente a tenerci in piedi per una giornata, però rimane uno schifo! Come fate a vivere in queste condizioni? Non vi rendete conto che state combattendo per il nulla? Cioè, la vostra ricompensa una volta tornati a casa cosa sarà, una pacca sulla spalla, una cerimonia con la banda che suona, e poi via per un’altra missione? Sono stato anch’io un soldato durante la guerra, so come funzionano queste cose, ma noi ogni tanto avevamo qualche premio, fosse anche solo un pezzo di tacchino… qualcosa che desse un senso alla vita però!” Si accese un sigaro, per avere qualcosa con un po’ di sapore, e aggiunse, dopo aver chiesto a Paladin e agli altri se ne volessero “Nuovo obiettivo, e non volermene Valentina, ma su questo la tua autorità non può nulla: una volta finito tutto questo casino, prenderemo armi e bagagli e ce ne andremo in Italia, dalle parti di Firenze, a mangiare una vera bistecca e a distruggerci di ottimo vino… vedrete che poi capirete cosa intendo!”

    Dopodiché si avvicinò un po’ sconsolato a Paladin, e gli raccontò di come era stato bravo con Liu “Pensa che sono riuscito ad intercettare ogni suo colpo! Non ne è andato a vuoto nemmeno uno!” disse per sdrammatizzare “E a voi invece com’è andata?” concluse.

    Poi iniziò a prepararsi: si infilò la tuta, e dopo essersi assicurato che fosse tutto a posto, iniziò a prendere l’equipaggiamento. Prese il primo fucile che aveva provato, quello con quel mirino fantastico. Non era sicuro che un’arma del genere potesse essere utile nel breve termine, ma durante gli anni di servizio aveva imparato che era meglio portarsi qualcosa che poi non veniva utilizzato, che essere senza quando si presentava l’occasione. Trovò un porta arma specifico per quell’arma, che permetteva di tenerlo sulla schiena. Prese poi anche quello che chiamavano Typhoon: aveva un conto in sospeso con quell’arma, e lo avrebbe saldato facendo saltare un po’ di teste avversarie. Aggiunse al tutto un po’ di quelle granate che aveva suggerito Valentina, e le legò ad una bandoliera sulla quale aveva caricato anche qualche caricatore extra.
    Quando poi prese la sua cara vecchia Colt la guardò con aria sconsolata “Tu cara mia questa volta rimarrai qui… dove stiamo andare le tue capacità sarebbero inutili… ma tornerò a prenderti!” e prese una pistola come quella che aveva visto usare a Paladin: non l’aveva provata, ma l’aveva vista in azione ed era in grado di stimarne il funzionamento… “e poi diamine, una pistola è pur sempre una pistola!” Quindi la prese e la inserì in una fondina legata alla coscia destra.

    Quando si sentì pronto si diresse verso il centro del campo, e guardò gli altri “Io credo di esser pronto… dite che ho dimenticato qualcosa?”

    #4363
     snow 
    Partecipante

    Peter, in risposta al commento del fratello disse…
    “Sono d’accordo con te fratello! Ma che roba è questa? Bleah!!! Spero la usiate solo quando siete in missione!
    Oh mamma ricordi quella locanda vicino Ponte vecchio! Ah siiiiiii…. cosa darei ora per un bel trancio di quella carne succulenta!”

    Peter si avvicinò a Paladin e William e proseguì la discussione con loro.

    Poi seguendo l’esempio del fratello si andò a preparare.
    Decise di lasciare le proprie armi all’accampamento. Erano pressoché inutili contro il loro nemico.
    Preso tutto l’occorrente, fucile di precisione e granate, indossò la tutina che tanto adorava.
    In quel mentre si rese conto di non avere con se un’arma a corto raggio.
    Uscì dalla tenda e cercò Valentina.
    “Ehi capo, con questo sono a posto per le lunghe distanze”. Indicando il fucile di precisione… “Avresti mica qualcosa di utile per gli incontri ravvicinati? Sai mi sembra che ci stiamo recando nelle fogne e un fucile di precisione laggiù potrebbe non fare proprio al caso nostro. Cosa mi proponi di buono? Dai fammi vedere tutto quello che hai”.

    #4364
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    Colin si rese conto di essere a stomaco vuoto da parecchio tempo quando gli venne offerto il cubetto nutritivo e lo mangiò volentieri salvo poi pentirsene una volta sentito il sapore:“William ha ragione, dovreste abituarvi a qualche altro tipo di nutrimento…non so come facciate a vivere sempre con questo tipo di razioni”

    Quando vide tornare Fury e Paladin all’accampamento, Colin non ci impiegò molto ad avvicinarsi a lei “Son contento che sei ritornata sana e salva dalla missione, Shadow ha bastonato per bene tutti e tre…devo dire che ho fatto bene a non parlarle in merito a quello che mi hai detto su di lei” disse sorridendo “comunque ho imparato a maneggiare un’arma per la prima volta nella mia vita e chissà magari riuscirò anche a colpire qualche nemico…stando ben attento a ripararmi in caso di serio pericolo ovviamente”

    Poi si infilò la tuta protettiva e prese l’arma con cui si era allenato e un po’ di granate per le emergenze e poteva considerarsi pronto per quel fantastico tour delle fogne.
    “Dici che possa bastare o mi serve qualche arma in più?” chiese a Saoirse infine “anche se forse ciò che mi servirebbe di più sarebbe un po’ di quella tua capacità di rigenerare le ferite”

    #4374
     Meeme 
    Partecipante

    COLIN, CORALIE, PETER e WILLIAM
    Demolisher alzò gli occhi al cielo sentendo le proteste di Coralie ed i commenti sul loro cibo.
    “Resterai nelle retrovie al sicuro e qualcuno le dia un’arma!” esclamò Valentina sospirando. “Parleremo di cosa fare della memoria di Destroyer dopo aver reso innocuo il bastardo.” concluse lanciando uno sguardo eloquente alla giovane infermiera. Paladin alzò le spalle e consegnò a Coralie una pistola leggera ed automatica. “Basta premere il grilletto e prendere la mira, ma non avere fretta di usarla, d’accordo, ragazzina?” le fece l’occhiolino sorridendo e rise all’idea della vacanza proposta da William. “Non so dove sia questo posto, ma se si mangia bene e si beve meglio contate su di me! Potrei anche chiedere il trasferimento alla nostra graziosa Imperatrice!” concluse.

    Shadow passò dalla cupezza al divertimento notando la reazione della giovane infermiera, sogghignò verso Coralie e diede una gomitata a Demolisher. “Visto? È innamorata del nostro Clone! Avevo ragione io!” Valentina sospirò mentre Destroyer si limitò a sbuffare stanco del sarcasmo di Liu. Recuperarono tutto il possibile, Amélie abbracciò la sua amica di sempre e si nascose nell’Event Horizon in attesa di Céline con la promessa che sarebbe stata al sicuro. “Destroyer è un uomo buono, avevamo ragione su di lui.” commentò solo sorridendo complice.

    Saoirse consegnò a Colin anche una piccola mitragliatrice. “Poca precisione, tanti colpi. Servirà a creare un diversivo in caso di pericolo. Stai accanto a me e ti proteggerò con i miei poteri.” gli sussurrò con dolcezza la biotica armandosi a sua volta. Shadow scosse il viso notando William con il Typhoon e gli diede una piccola pacca sulla spalla, proprio su uno dei lividi, come se lo avesse fatto di proposito. “Sei buffo…” commentò per poi mettersi in testa al gruppo attivando il suo sistema mimetico. Peter si vide consegnare da Valentina il fucile pesante che aveva provato. “Il Saber va bene per gli scontri ravvicinati ed una piccola lama elettrica in caso fossero troppo ravvicinati! E niente Capo, solo Valentina…” mormorò dato l’ordine di mettersi in marcia.

    Tracciarono il segnale di 1812 scendendo nelle fogne, lì l’odore era nauseabondo, ma la squadra attivò i filtri per l’aria e Fury allontanò il peggio con i suoi poteri biotici in modo da non rallentare il passo. Trovarono Slayer e Pentesilea lungo la via, il Principe trasferì i dati raccolti da 1812 a Demolisher che scosse il viso. “Nessuna traccia dell’Arca, ma il bastardo ha lasciato qualche scia di ferormoni che possiamo recuperare.” commentò Valentina e proseguirono il cammino. Ormai doveva essere di nuovo sera, anche se le fogne sembravano tutte uguali e c’era la luce innaturale prodotta da piccoli oggetti lasciati cadere in terra da Demolisher; erano quasi pronti a fermarsi quando vennero intercettati da una squadra di automi da combattimento. “Al riparo! Impegniamo il nemico.” ordinò Valentina ed indicò delle coperture da sfruttare. Gli automi erano una ventina, ma questo significava che il terrorista non doveva essere così distante…

    PENTESILEA MAREGA
    “No, non lo siete… Siete impacciata ed è normale.” Le spiegò lui paziente e sincero. Passarono la mattinata ad allenarsi e dopo molti tentativi Pentesilea riuscì quasi a colpirlo, quasi perché Slayer schivò all’ultimo e le fermò il polso. “Ottimo lavoro, se il terrorista si avvicinerà a voi non troverà una vittima contro cui sfogarsi.” le sorrise e le insegnò ad usare la lama come difesa in modo da poterla sfruttare come scudo prima di trovare un riparo. “Ricordatevi sempre di colpire e poi allontanarvi, non cercate di sferrare degli attacchi contro di lui, schivate, colpite per rallentare e poi trovate un riparo.” Le consegnò una pistola futuristica dalla forma particolare. “Si chiama Acolyte, spara proiettili ad elemento zero, simili a delle granate, ma concentrati su un unico bersaglio. Pochi colpi, ma è leggera e stabile. Consideratela un regalo di un maestro ad una novizia.” le spiegò con orgoglio.

    Pentesilea provò a sparare, Slayer le spiegò che doveva caricare il colpo e poi lasciare il grilletto, quando lei sparò una sfera di luce partì dall’arma ed esplose su un muro con un’onda azzurra. Slayer aveva ragione, era leggera, ma efficace e danni prodotti devastanti. “Preferite sempre lo scontro a distanza, io e Shadow ci occuperemo del corpo a corpo.” Le spiegò e le mostrò come ricaricare. Sparare era divertente, l’arma scagliava la luce e poi esplodeva come una piccola stella azzurra. “Squadra in avvicinamento…” le disse dopo qualche ora di allenamento e le diede il tempo di sistemarsi ed asciugarsi il sudore mentre 1812 inviava le coordinate al resto del gruppo.

    Valentina ed il resto della squadra si presentò poco dopo, erano tutti armati e pronti ad affrontare qualsiasi pericolo. Il Principe trasferì i dati raccolti da 1812 a Demolisher che scosse il viso. “Nessuna traccia dell’Arca, ma il bastardo ha lasciato qualche scia di ferormoni che possiamo recuperare.” commentò Valentina e proseguirono il cammino. Ormai doveva essere di nuovo sera, anche se le fogne sembravano tutte uguali e c’era la luce innaturale prodotta da piccoli oggetti lasciati cadere in terra da Demolisher; erano quasi pronti a fermarsi quando vennero intercettati da una squadra di automi da combattimento. “Al riparo! Impegniamo il nemico.” ordinò Valentina ed indicò delle coperture da sfruttare. Gli automi erano una ventina, ma questo significava che il terrorista non doveva essere così distante…

    #4379
     Elan 
    Partecipante

    Coralie non era troppo contenta che il discorso di Destroyer fosse stato accantonato in quel modo, e mostrò il suo disappunto scuotendo la testa.
    Aveva sognato tante volte come sarebbe potuto essere il futuro, leggendo il romanzo di Wells o i racconti bizzarri di Verne. Erano futuri a volte terribili, a volte bizzarri… eppure, all’improvviso, nemmeno i Morlocchi le sembravano più tanto orribili, in confronto a quella che sarebbe potuta essere la realtà…
    Sospirò, cercando di ignorare la battutina di Liu e sforzandosi senza troppo successo di evitare di arrossire ancora ma, alla fine, si concentrò sulla pistola consegnatale da Paladin, cercando di capire bene come funzionasse.
    “Prendere la mira e premere il grilletto.” ripeté come a memorizzare quelle istruzioni e annuendo, anche se molto poco convinta.
    Era contenta che Amélie rimanesse al sicuro, e alle sue parole sorrise.
    “Tu avevi ragione! E’ proprio come Jean Valjean!!” le confermò sorridendo, anche se con un certo imbarazzo.

    Non era però mai stata nelle fogne, e quel viaggio improvviso non fu di certo piacevole. Nonostante i poteri di Fury e gli strani filtri che usava la squadra, respirare era piuttosto complicato, e la puzza talmente fetida da togliere il fiato.
    Ma per quanto orribile, Coralie era sufficientemente testarda da non farsi demoralizzare. Aveva detto che voleva essere d’aiuto, e non si sarebbe fatta fermare nemmeno da quel tanfo. D’altronde, pensava, non esisteva avventura che non passasse per momenti cupi o difficili, e anche eroi leggendari erano dovuti passare per prove a volte disgustose.
    Fu felice di reincontrare Pentesilea, e vedere che nonostante tutto sembrasse stare bene.

    Ma quella felicità fu rapida a sparire.
    Di tutte le cose che avrebbe voluto rivedere al mondo, quegli automi orribili erano davvero l’ultima. Ricordava ancora il fuoco, ricordava la gente disperata, e soprattutto ricordava madame Bonnet, e il modo in cui era stata massacrata…
    La sua prima reazione fu di terrore puro.
    Quelle creature erano dei mostri da incubo, e l’unica cosa che riuscì a fare fu nascondersi dietro uno dei ripari indicati da Valentina.
    Si sentiva inutile, e anche incredibilmente d’intralcio, perché sapeva che non avrebbe potuto fare niente contro quei mostri, rischiando invece di mettere in pericolo gli altri che avrebbero dovuto difenderla.
    Poi però ricordò la pistola, e stringendola forte con entrambe le mani si fece coraggio.
    Si girò, le mani che un poco le tremavano, e fece quello che le aveva detto Paladin.
    “Prendere la mira e premere il grilletto.” disse ancora, sottovoce, mentre eseguiva le istruzioni.
    Forse non avrebbe fatto niente, ma sarebbe stata la sua personale vendetta per Madame Bonnet.

    #4405
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    Colin prese la mitraglietta che gli consegnò Fury: “Due armi con cui non serve essere molto precisi con la mira…almeno non mi sentirò in colpa dovessi sprecare troppi proiettili; cercherò di starti vicino il più possibile, potrebbe servire anche a te qualcuno pronto a difenderti nel pericolo”

    Entrare nelle fogne non fu piacevole, come aveva previsto, più di qualche volta si ritrovò a chiedersi cosa stesse calpestando ma evitò prontamente di guardare: la vera fortuna era che vicino a Saoirse gli odori che c’erano nel sottosuolo erano in qualche modo scomparsi e quindi gli riusciva facile starle vicino durante l’esplorazione
    e le stette ancora più vicino quando quel gruppo di automi si palesò davanti a loro… subito andò a trovare un riparo come aveva ordinato Paladin e rimase per un attimo ad osservarli.

    Si ricordò della prima volta che ebbe a che fare con loro e non era stata un’esperienza piacevole tanto da rischiarci la pelle assieme a Celine ed aveva quindi la giusta dose di timore, ma d’altra parte una piccola voce nella sua testa voleva vendicarsi su di loro e questo lo portò a prendere in mano la mitraglietta e a tenerla puntata su quegli esseri: “Se servirà sparare lo farò”

    #4411
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    William fece un sorriso di circostanza a Shadow quando lei gli si avvicinò, ma non era riuscito ad evitare il contatto con lei: sembrava quasi che la ragazza sapesse, tra tutti i lividi che gli aveva regalato, che quello fosse uno di quelli che più gli dolevano… Ma forse, in effetti, lo sapeva. In ogni caso, la guardò andare in testa al gruppo e poi svanire… Si rese conto però che non era stato catturato tanto dal fatto che la ragazza si fosse come volatilizzata – ormai cercava di non farsi stupire troppo da tutte le loro diavolerie – ma da una cosa molto più semplice… era rimasto incantato a guardare il suo ancheggiare, ben evidenziato dalla tuta che indossava… Si accese quindi un sigaro, mentre si mettevano in marcia, e tra sé e sé pensò che nonostante tutto, forse tutti quei lividi avrebbero potuto portare a qualcosa di buono… Se lo augurava di cuore, perché altrimenti non sapeva come avrebbe fatto il suo orgoglio a riprendersi!

    Il loro avanzare nelle fogne era fortunatamente rapido, ma l’aria era pressoché irrespirabile: non aveva mai sentito nulla del genere, nemmeno sul campo di battaglia quando alla fine dello scontro si andavano a cercare i feriti. Definire quell’odore nauseabondo sarebbe stato a dir poco un eufemismo.

    Poco dopo essersi uniti agli altri – e si sorprese nel constatare di essere felice di rivedere quel piccolo coso metallico – arrivò il momento che da un certo punto di vista stava aspettando: continuare ad avanzare cercando avversari era snervante, e sapeva bene che rischiava di creare più problemi dei nemici veri: alla fine, per ogni uomo, la guerra non è solo contro il nemico, ma anche contro se stessi.

    Mentre Valentina ordinava di mettersi al riparo, William si era già buttato contro un muro, riparato anche da una colonna. Un pezzo della volta era crollato proprio lì, e creava una piccola barriera anche davanti a lui: la sfruttò per mettersi in posizione di tiro appoggiando l’arma sulle macerie: di sicuro sarebbe stato più semplice tenerla sotto controllo che non affidandosi solo alla resistenza offerta dalle sue braccia.

    Gli altri iniziavano a sparare, e lui, ricordando quanto aveva appreso durante l’addestramento, si mise in posizione, prese la mira, e fece unire al coro delle armi dei suoi amici il cupo urlo della sua arma…

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