N7 Terra

Questo argomento contiene 444 risposte, ha 7 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Meeme 5 anni, 9 mesi fa.

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  • #2904
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    Colin rimase impietrito di fronte a quella scena: il suo stato d’animo era tutt’altro che tranquillo ma l’unica cosa a cui riusciva a pensare era “Wow!”. Era strabiliante ciò che aveva appena visto, chi poteva mai aver creato delle apparecchiature simili? Erano del tutto fuori dalla più comune immaginazione ma erano lì “vive” di fronte a lui ed era sicuro di non star sognando, altrimenti non ci sarebbe stata quella donna insieme a lui…tante volte il sogno l’aveva portato in situazioni surreali ma era sempre da solo perchè non voleva condividerle con nessun altro.

    Quando tutto fu finito si fece coraggio e chiese alla figura femminile che l’aveva protetto: “Chi siete? Perchè siete qui?”, non aveva idea di quale sarebbe stata la loro reazione ma doveva esserci un motivo se la loro furia si era scatenata solo sugli automi, o almeno così sperava…

    #2905
     snow 
    Partecipante

    Ma dove erano capitati.
    Neanche la più fervida immaginazione avrebbe potuto dare una spiegazione a quello che stava capitando.
    Fuori da quella sorta di locomotiva si stava combattendo una vera e propria battaglia.
    C’erano fiamme e distruzione ovunque.
    Peter si domandò cos’altro gli avrebbe riservato quella giornata.
    Cercò di cogliere qualsiasi movimento tra il bagliore delle esplosioni, quando ad un tratto scorse due figure ammantate in strane tute scure.
    Dalle forme e dalle movenze sembravano essere delle donne.
    La conferma giunse nel momento in cui una di loro sembrò comunicare qualcosa ad alta voce all’altra. La richiesta sembrava fosse quella di ripiegare verso qualcosa.
    Sembravano donne addestrate alla guerra ma, da dove venivano. Quelle che utilizzavano non erano di certo armi convenzionali, ma soprattutto, contro cosa stavano combattendo?
    Degli automi, ma completamente autosufficienti e in gradi di eseguire qualsiasi azione.
    Sembravano essere costruiti in un metallo nero lucido e le armi che usavano sembravano in grado di sbaragliare un intero plotone di cavalleggeri.
    Le due donne però, sembravano sapere il fatto loro e ad un certo punto una di loro iniziò a far fuoco con la sua arma che sembrava essere un fucile che sparava a ripetizione. Era avvolta in una luce azzurra che sembrava generata da uno strano pilone posizionato sul terreno accanto a lei. L’altra spariva e riappariva dietro gli automi facendoli letteralmente a fette. Peter rimase sorpreso dall’intraprendenza delle due donne.
    Oddio, potrei sposarla una donna così, cercando di capire da quale delle due fosse più attratto.
    Vista la portata delle armi del nemico non sapeva se i loro fucili avrebbero potuto qualcosa contro quelle creature metalliche, però non potevano restare con le mani in mano.
    Certo che anche il fratello avrebbe agito allo stesso modo scelse di allontanarsi di qualche metro e si preparò per far fuoco contro gli automi.
    Imbracciò il suo fucile, prese la mira e trattenne il respiro mentre premeva il grilletto. Bang…

    #2906
     Meeme 
    Partecipante

    CÉLINE e COLIN
    La donna in armatura fece per scattare contro Céline mentre lei puntava l’arma da fuoco sul viso del suo compagno, ma lui le fece cenno di fermarsi. “Tranquilla, Fury… non sono in pericolo.” aveva una voce possente e parlava un inglese dall’accento sconosciuto. L’uomo fece un passo verso la giornalista, alzò una mano e venne avvolto da una misteriosa nebbia azzurra e lucente. La pistola tra le mani di Céline si sciolse diventando metallo liquido che l’uomo fece vorticare sopra le dita trasformandolo prima in una sfera perfetta e poi modellandolo a forma di stella dalle molte punte.

    La donna con la maschera sembrò rilassarsi e si voltò verso Colin parlando tramite un respiratore che le modificava la voce altrimenti melodiosa. “Se volete vivere, dimenticherete di averci visto.” sussurrò. Una musica distante sembrò attirare entrambi. “Demolisher ci ucciderà, abbiamo parlato con dei civili!” disse la donna e sembrava elettrizzata dalla cosa. L’uomo consegnò la stella a Cèline e si esibì in un perfetto inchino da gentiluomo. “Addio, mademoiselle. Raggiungete un luogo sicuro e restateci.” le suggerì e poi le diede le spalle pronto a correre insieme alla sua compagna verso la musica.

    CORALIE BLANCHARD
    Amélie sembrava sconvolta come lei, si tenevano strette per mano cercando nel contatto un appiglio alla realtà per quanto cruda e spietata. “Sto… sto bene…” il suo sguardo era rivolto al corpo martoriato della Caposala. “Hai… hai ragione… dobbiamo allontanarci da qui…” Tremava anche lei di paura, le esplosioni non erano nulla in confronto con quello che le due avevano visto.

    Provarono ad alzarsi, ma le ginocchia erano molli e le gambe sembravano tradirle. L’uomo con lo scudo sembrò accorgersi del loro terrore e gridò qualcosa al compagno in un inglese dall’accento sconosciuto. “Destroyer, le comunicazioni sono saltate di nuovo! Elimina gli ultimi inseguitori, io mi occupo dei civili!” E tornò verso di loro. Lo scudo scomparve e l’uomo alzò le mani per dimostrare che non era armato. “Buone, ragazzine… ora è tutto finito, non vi faranno più del male.” aveva la voce bassa e roca, ma parlava in modo pacato. L’altro uomo sembrava un mostro infernale, si muoveva in modo lento, e stava facendo a pezzi da solo tutti gli automi nascosti tra le ombre. Imbracciava uno strano fucile, dalla forma di una mitragliatrice, ma più leggero, perché sembrava senza peso tra le sue braccia enormi. L’uomo con lo scudo si rese conto che il suo compagno stava spaventando le ragazze così parlò ancora. “Nemmeno lui vi farà del male, fa parte dei buoni, ma non diteglielo altrimenti potrebbe arrossire.”

    E poi arrivò la musica, era distante e non si capiva bene che aria fosse, ma l’uomo con lo scudo sembrò interessarsene ed anche il suo enorme compagno si fermò ad ascoltare dopo aver fatto a pezzi gli ultimi automi rimasti. “Quel piccolo rottame sarà il prossimo a saltare in aria, non mi importa cosa pensa Demolisher!” sbraitò l’uomo enorme con la sua voce cavernosa.

    WILLIAM e PETER HUDSON
    I due fratelli fecero fuoco contro gli automi, un centro perfetto che però scalfì l’armatura di quegli esseri senza provocargli alcun danno.
    La donna con la spada fu la prima ad accorgersi degli americani, eseguì una mezza piroetta in volo e la lama venne attraversata da scariche elettriche che investirono alcuni automi che si stavano avvicinando a Peter. Scomparve di nuovo tra le ombre ed eseguì un’altra mezza piroetta schiantando gli automi che cercavano di forzare la copertura dell’americano.
    Si fermò solo pochi secondi, sembrava incuriosita, fece un cenno incomprensibile a Peter e poi scomparve probabilmente per raggiungere la locomotiva come le era stato ordinato.

    L’altra donna manteneva la posizione incurante delle esplosioni causate dagli automi, quando la sua postazione venne fatta saltare corse rapida e si buttò dietro un albero per una nuova copertura. Lanciò delle granate per rallentare gli inseguitori e poi un altro tipo di bomba che li fece saltare in aria. Il rumore dei proiettili che esplodevano dalla sua arma non era niente di conosciuto da William, doveva essere un prototipo di qualche fucile inventato da un vero genio bellico. Ogni colpo spaccava in due parte degli automi ed aveva una capienza per le munizioni davvero incredibile. La donna continuava a mantenere la posizione quando arrivò la musica. I due americani non riconobbero la melodia, ma la donna in armatura sembrò riconoscerla perché urlò qualcosa alla sua compagna nascosta. “1812 è nei guai! Ripiegare! Ripiegare!” Uscì dalla copertura ed evitò le esplosioni correndo a zig-zag. “Quanti rottami conteneva quella maledetta Lancia! E dove è il Clone quando serve?” Si accorse di William e lo afferrò per un braccio trascinandolo via dalla copertura prima che questa venisse fatta saltare ed intimandolo di correre verso la locomotiva.

    #2907
     Elan 
    Partecipante

    Coralie non aveva la forza per muoversi. Le sue gambe non la reggevano e il terrore la teneva ancorata a terra.
    Così, quando uno di quei due individui si avvicinò a lei ed Amélie, non poté far altro che rannicchiarsi il più possibile su se stessa, forse nella speranza di sparire.

    Certo non si aspettava che si sarebbe messo a parlarle. Sentire quelle parole in inglese un poco la tranquillizzò: anche se l’accento era strano, per lo meno quelle parole lo identificavano come una persona civile.
    Non era di certo più tranquilla, ma rimase ad ascoltare le sue parole, abbozzando un piccolo sorriso quando sentì che il suo compagno avrebbe potuto arrossire.

    “Chi… chi siete…?” domandò istintivamente, facendo spaziare lo sguardo tra i due uomini. “Siete caduti dal cielo insieme alla stella?”
    La sua curiosità era troppo grande, e persino in un momento come quello riusciva a vincere su tutto.
    “E cos’erano quelle… quelle…” gli occhi le si riempirono di lacrime. Non avrebbe mai dimenticato gli orrori che avevano vissuto pochi istanti prima. “Quelle cose…?” riuscì infine a domandare.

    Poi sentì anche lei quella musica, e quando anche l’altro uomo parlò istintivamente lei si zittì, spaventata da quella voce e dalla sua stazza così imponente.

    #2910
     Deoris 
    Partecipante

    Celine guardò come ipnotizzata la sua arma ( a cui tra l’altro era molto affezionata e che si vantava di conoscere meglio di sè stessa ), sciogliersi tra le sue mani insieme alla sua spavalderia. Quelle…persone…non erano di questo mondo. Lo sentiva dentro le ossa, e la sua mente continuava a ripeterlo come una nenia. Quando lui le porse ciò che rimaneva della sua adorata pistola non potè fare a meno di ridere, confusa da quella galanteria così umana.

    Quando li vide allontanarsi come niente fosse successo fu come scossa da una trance e sbottò.
    ” Voi…voi non potete lasciarci qui facendo finta che non sia successo niente! “ gesticolava con il viso rosso dall’eccitazione e dall’urgenza di fermare la loro corsa ” Gli automi, la stella, tutta questa distruzione DEVONO significare qualcosa, non potete classificarci come civili e lavarvene le mani!”

    #2911
     Meeme 
    Partecipante

    CÉLINE e COLIN
    I due stranieri si fermarono alle parole di Céline e sembravano indecisi su cosa dire e come comportarsi. “Avete la fortuna di non essere classificati come danni collaterali!” Rispose la donna diretta e l’uomo le mise una mano sulla spalla per farla calmare. “Questa è un’operazione bellica, Mademoiselle. La zona è teatro di guerra e non è posto per i civili.” disse l’uomo in modo garbato.

    “Non possiamo scortare voi e vostro marito al sicuro, non fa parte dei nostri obblighi militari e me ne dispiace.” continuò. “Il nostro mezzo di trasporto è sotto attacco e non possiamo attardarci. Trovate un posto dove nascondervi e restate nascosti. Ci sono delle case, raggiungetene una e restate dietro un muro portante finché non finirà la musica. La zona sarà stata resa sicura per allora e potrete tornare dai vostri familiari.” concluse in modo gentile e diplomatico per rassicurarla.

    CORALIE BLANCHARD
    “Non posso rispondere, ragazzina” disse l’uomo in modo pacato, ma il suo compagno si risentì per quella conversazione. “La zona è stata epurata. Demolisher aspetta il nostro aiuto.” sembrava seccato dalla presenza delle due infermiere e spingeva per mettersi in marcia. “Le stai spaventando a morte, Destroyer” ribadì quello con lo scudo e l’altro fece spallucce. “Sono ancora vive, no? Vuol dire che non le sto spaventando abbastanza…” rispose stizzito riponendo la grossa arma.

    “Cercate un posto dove nascondervi e poi tornate a casa, d’accordo?” suggerì l’uomo pacato ed Amélie guardò la sua compagna con un’espressione sconvolta. “Non potete lasciarci qui! Sono… sono tutti morti!” L’uomo enorme ignorò la richiesta, mentre l’altro sospirò. “La zona ora è sicura e non torneranno. Noi dobbiamo andare…” si alzò e fece un cenno al suo compagno pronti a mettersi in marcia verso la musica.

    #2912
     Elan 
    Partecipante

    Quando l’altro uomo parlò, quello che era stato chiamato Destroyer, Coralie si rannicchiò ancora di più su se stessa.
    “Per… perdonateci, non volevamo farvi perdere tempo…” balbettò come scusa all’omone più grosso, anche se non aveva il coraggio di guardarlo, Aveva paura che se solo l’avesse fissato troppo a lungo si sarebbe potuto arrabbiare e massacrarle entrambe.

    “E’ solo che se… se quelle… cose… dovessero tornare…” rabbrividì, senza riuscire nemmeno a completare la frase.

    Ma quando vide che il più pacato e gentile tra i due si stava alzando per andarsene, d’istinto si alzò anche lei.
    “Lasciateci almeno venire con voi, vi prego…” mormorò con la voce ancora tremante, sforzandosi di non guardarsi attorno.
    “Non vi daremo fastidio, ve lo giuro…”

    #2919
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    “Di che guerra state parlando?”
    Venne istintivo a Colin fare quella domanda, non si curò nemmeno del fatto che quella cratura avesse equivocato sul fatto che lui fosse sposato con quella donna.

    “è un nostro dovere informare i cittadini di quello che succede qui e non possiamo far finta di niente…staremo nascosti come desiderate voi e non vi disturberemo ma dobbiamo assistere a quello che accade in queste zone.”

    In verità gli interessava ben poco, ora, la prospettiva di fare una cronaca per la popolazione…voleva vedere solo per se stesso: era un’ occasione unica e irripetibile e non se la sarebbe lasciata scappare.

    ” Almeno ci ho provato…spero che non perdano definitivamente la pazienza dopo queste parole”

    #2920
     snow 
    Partecipante

    Niente, nulla, appena un graffio.
    Come aveva ipotizzato il loro fucile nulla poteva contro quelle cose che avanzavano verso di loro. Eh già perché ora avevano attirato la loro attenzione.
    Peter stava già pensando ad un modo per ripiegare cercando di restare vivo, quando vide la donna con la spada comparire nel mezzo del campo di battaglia e falciare un paio di quei super automi, sparire e comparire di nuovo dopo pochi istanti per abbatterne ancora. Sembrava uno spettro, un fantasma.
    Dopo l’ultimo attacco si voltò verso Peter facendo un cenno. Il ragazzo non capì bene cosa avesse voluto intendere con quel gesto. Poi la vide sparire e ricomparire in direzione della grande locomotiva. Peter decise di seguirla.
    Fece un fischio e un cenno al fratello per indicargli le sue intenzioni anche se con tutto il frastuono causato dalle esplosioni non era sicuro lo avrebbe sentito.
    Decise comunque di andare…
    Nel mentre ricaricò il suo fucile anche se credeva non gli sarebbe stato poi così utile.

    #2921
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    Prendi questo! Esclamò William tra sé e sé quando vide che il suo colpo aveva colpito in pieno quell’affare. Il suo entusiasmo durò però molto poco: si rese conto che a parte la prodezza balistica, non aveva ottenuto altro. Solo di una cosa fu certo: aveva attirato l’attenzione, esattamente come aveva immaginato. Purtroppo, non quella della ragazza, che si accorse di lui solo quando l’automa iniziò a far fuoco sulla posizione dell’americano.

    Lui inizialmente rimase in copertura, mentre ricaricava la sua arma, e guardava la ragazza che non smetteva di combattere. Le sue armi avevano un qualcosa di assolutamente fantastico: non era solo la loro potenza, era anche il fatto che potesse sparare tutti quei colpi senza ricaricare, e poi il fatto che fosse imbracciata da una ragazza la rendeva ancora più affascinante.

    Ad un certo punto, mentre William si stava per preparare a sparare di nuovo, la ragazza arrivò di corsa nella sua posizione, si abbassò per evitare una raffica di colpi, e poi lo prese per un braccio e lo trascinò verso il punto da cui erano arrivati lui e il fratello. Vedeva anche Peter correre nella stessa direzione: si era perso qualcosa? Perché improvvisamente tutti ripiegavano? Si accorse di ricordare di aver sentito una musica, alla quale però non aveva prestato attenzione: forse c’era stata qualche comunicazione, e lui era stato troppo distratto a guardare la ragazza e le sue armi…

    In ogni caso, ormai il messaggio era chiaro, e iniziò a correre verso quella strana locomotiva, cercando di raggiungere il fratello che aveva qualche metro di vantaggio su di lui.

    #2928
     Meeme 
    Partecipante

    CÉLINE e COLIN
    “Non siamo autorizzati a rivelare informazioni riservate su questa guerra. E se divulgherete notizie compromettenti ai cittadini… moriranno in migliaia.” Rispose l’uomo. “Volete davvero essere artefici di un genocidio? ” continuò con la voce possente. La musica in lontananza sembrava affievolirsi ed i due si erano fermati abbastanza.
    “Provate a seguirci, se davvero vi interessa capire cosa sta succedendo, ma avrete sonni più tranquilli tornando a casa.” concluse l’uomo e fece un cenno alla sua compagna.
    “Fury, non impedire loro di seguirci… vediamo se ne saranno in grado…” forse stava sorridendo sotto la tuta e poi lasciò che quella strana nebbia azzurra avvolgesse il suo corpo scattando rapido verso la musica.

    La donna si voltò una sola volta verso di loro e poi scomparve lasciando al suo posto una sottile scia oscura di materia sconosciuta. In pochi secondi erano scomparsi, sembravano in grado di correre più veloci di un normale essere umano ed una sorta di magia procurava loro dei poteri misteriosi. La musica però non aveva ancora smesso di suonare ed era lì che i due stranieri si erano diretti…

    CORALIE BLANCHARD
    “Quelle cose non torneranno, Destroyer le ha fatte a pezzi.” rispose il più gentile tra i due. “Paladin… prendi una ca**o di decisione con queste due primitive prima che mi venga il prurito di far salare in aria tutta la fottut* zona!!” esclamò l’uomo enorme ed Amélie si strinse alla sua amica.
    Quello che doveva chiamarsi Paladin fece spallucce e si rivolse al compagno con divertimento. “Come preferisci, Destroyer… Portiamole con noi, saranno più al sicuro dietro al tuo grasso sedere di sociopatico.” Il grosso uomo grugnì seccato. “Sono graciline e ci rallenteranno! Demolisher ha bisogno del nostro intervento.” incrociò le braccia al petto e disattivò il piccolo cannone che aveva sulla spalla.

    “Le porterai tu, come hai detto: sono graciline. Non ti saranno d’impiccio” Si fece una risata mentre l’altro lo mandò a quel paese. “Pagherai ogni stronzat*, Tutore! Ti ammazzerò prima di morire, te o prometto!” concluse l’uomo enorme e poi si inginocchiò davanti alle due ragazze. “Aggrappatevi ai supporti sulla mia schiena e poggiate i piedi qui. Non azzardatevi a frignare o gridare vicino al mio visore o vi lancio davanti agli incursori nemici!” Mostrò loro dove agganciarsi e rimase in attesa. Amélie lanciò uno sguardo terrorizzato alla sua compagna non sapendo cosa fare mentre l’altro uomo commentava con un pacato. “Su, non vi farà del male. Non gli è permesso farlo!”

    WILLIAM e PETER HUDSON
    La corsa verso la locomotiva sembrava eterna in mezzo ad esplosioni e pezzi di roccia che schizzavano in ogni dove. I due fratelli tornarono allo strano mezzo di trasporto ed ad attenderli c’era 1812, il grosso insettone, che correva in tutte le direzione suonando musica disperato. “Calmati, 1812 e lavora a quelle maledette comunicazioni! Ho bisogno di Paladin e Destroyer!” ordinò la donna con il fucile a ripetizione. “Shadow, proteggi il perimetro, se quei bastardi distruggono l’Event Horizon saremo condannati a restare qui per tutta la vita e gradirei tornare a casa!” ordinò all’altra donna che fece un cenno di assenso e scomparve di nuovo alla vista.
    “Per quanto riguarda voi due, primitivi… cercate solo di non farvi ammazzare. Preferirei evitare vittime civili per quanto possibile!” commentò mentre piazzava un pilone vicino a loro. “Restate nel raggio d’azione di questa tecnologia e sarete protetti. Le vostre armi sono obsolete contro gli incursori.” continuò mentre 1812 lavorava sulle comunicazioni. “Preparami un impulso EMP abbastanza ampio da friggere il cervello degli incursori nemici, 1812. Se non riusciamo a respingerli manderò K.O. l’Event Horizon sperando di poterla riattivare in un secondo momento.” il grosso insetto sembrava spaventato da quella risoluzione, ma obbedì collegando cavi e circuiti.

    La seconda donna comparve di nuovo affianco dell’altra e parlò per la prima volta con una voce morbida e sussurrata. “Slayer e Fury in avvicinamento. Una decina di incursori convergono nella loro direzione. Quali sono i nuovo ordini, Demolisher?” domandò educata e stranamente calma nonostante la situazione. “Proteggiamo il perimetro e lasciamoli creare un diversivo, loro sanno cosa fare. Ci sono altre domande?” disse e sembrava si stesse rivolgendo anche ai due americani…

    #2929
     Elan 
    Partecipante

    Quindi sarebbero veramente andate con loro alla fine!
    Coralie era al tempo stesso sollevata e terrorizzata a quell’idea: l’uomo chiamato Paladin le ispirava sicurezza e simpatia, tutto il contrario però del suo compagno Destroyer, tanto che quando le si avvicinò indietreggiò un poco, spaventata.

    Tuttavia, l’alternativa di vedere di nuovo quei mostri la terrorizzava ancora di più, quindi si fece coraggio e – anche se un poco tremante – annuì ad Amélie.
    “Ci hanno salvate…” disse all’amica a bassa voce. “Non credo vogliano farci del male…”
    Cercò di sorriderle per rassicurarla, ma il massacro che regnava ancora tutto attorno a loro uccise quel tentativo sul nascere.

    Così, guardando Destroyer con un certo timore, alla fine si aggrappò ai supporti della sua armatura, mormorando un timorosissimo “Grazie.” a dir poco terrorizzato.
    Quella situazione era strana e bizzarra, nemmeno nei suoi libri aveva mai letto una storia del genere, e forse in altre circostanze si sarebbe sentita elettrizzata. Ma aveva visto troppo orrore in una volta soltanto, e dubitava avrebbe mai dimenticato quel massacro…
    “Quindi… Destroyer e Paladin… sono i vostri nomi, giusto?” domandò dopo un po’ a fil di voce, stringendosi all’armatura del più grosso e burbero dei due, terrorizzata dall’idea di cadere.

    #2936
     Meeme 
    Partecipante

    CORALIE BLANCHARD
    “No, non credo vogliano farci del male. Ma non riesco a non avere paura di loro…” mormorò la sua amica con timore. “Quello chiamato Paladin sembra il più affidabile, l’altro deve essere uscito da un Ospedale Psichiatrico… Madame Bonnet avrebbe saputo come comportarsi con lui. Noi dobbiamo stare attente.” confidò con un sospiro e poi si aggrappò a sua volta ai supporti di Destroyer.

    Paladin copriva le spalle al compagno, lo scudo di vetro arancione al suo fianco lo faceva assomigliare ad un cavaliere arturiano se non fosse per la grossa pistola in sostituzione alla classica spada. “No, Paladin e Destroyer sono i nostri nomi in codice. Si usano in missione come soprannomi. Molto più comodo che chiamare: Valentina Vladimirovna Tereškova, difendiamo la posizione!” Rise mentre il suo compagno sbuffava seccato.
    “Io mi chiamo John Crichton, mentre i mio compagno non ha ancora un nome! È mia intenzione trovargliene uno!” ammise divertito.
    “Prova a darmi un nome e mi faccio esplodere.” ringhiò l’altro furioso.
    Amélie guardò la sua amica incuriosita. “Non avete un nome o non lo ricordate, Monsieur?” provò a chiedere educata ed in risposta ottenne solo un grugnito arrabbiato.
    “Esiste un modo per silenziare queste due ragazzine? Trovamelo, Paladin!” disse Destroyer e l’altro rise. “Basterebbe rispondere in modo da appagare la loro curiosità.” rispose Paladin ridendo. “Non ha un nome perché è un detenuto ed i detenuti non hanno nomi, ma numeri.” rispose l’uomo con lo scudo ad Amélie e lei annuì guardando Coralie. “È Jean Valjean…” sussurrò alla sua amica sperando di non farsi sentire dal grosso uomo.

    #2937
     Elan 
    Partecipante

    Coralie annuì. Condivideva il timore della sua amica nei confronti dei due uomini, ma il terrore di rimanere in quel luogo di massacro era molto più grande.

    “Oh, perdonatemi Monsieur, non ne avevo idea…” si scusò per la questione dei nomi, ma le sfuggì una piccola risata all’idea di quel nome complicatissimo pronunciato nel bel mezzo di una battaglia.
    “Piacere allora, Monsieur Crichton. Io sono Coralie Blanchard.”
    In qualche modo bizzarro e assolutamente insensato quei due uomini la incuriosivano e la affascinavano terribilmente, per quanto non smettessero nemmeno per un secondo di farle paura.

    Una curiosità che non fece che accrescere quando seppe che l’altro uomo non aveva nemmeno un nome. Ascoltò rapita la spiegazione del suo compagno, strabuzzando gli occhi quando seppe che Destroyer era un detenuto.
    Guardò Amélie ed annuì alla sua idea.
    “Forse anche lui ha solo bisogno della sua possibilità…” le rispose sussurrando.
    Chiacchierare in quel modo la stava facendo rilassare, e la sua fantasia aveva ripreso a viaggiare, stimolata tantissimo dalla presenza di quei due uomini così misteriosi.
    Erano due cavalieri che le avevano salvate da un orribile mostro… d’altronde tutti i libri più belli non iniziavano forse in quel modo?

    “Potreste spiegarci cosa fossero quelle… cose… Monsieur?” domandò dopo un po’, troppo curiosa per tenere a freno la lingua. “Mi ricordavano gli automi che giocano a scacchi in piazza a Parigi, però erano… erano veramente orribili…” scosse la testa, cercando di scacciare dalla mente il loro ricordo.

    #2938
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    “Sta dicendo la verità o lo fa solo per spaventarci ulteriormente?” pensava Colin mentre il tizio rispondeva alla sua domanda, ma qualunque fosse stata la risposta avrebbe fatto di tutto per scoprirlo con i propri occhi ed ora che era stato “sfidato” a parole di certo non si sarebbe più tirato indietro.

    Prima di proseguire verso la direzione della musica si voltò in direzione della donna che era stata scambiata per sua moglie: “Mademoiselle, sono Colin Dixon giornalista del Daily News di Londra…ho intenzione di seguire quelle persone e vedere cosa c’è lì in fondo, non ho problemi a fare il tragitto con lei ma forse le conviene andare a ripararsi in qualche luogo sicuro come è stato suggerito”

    Ritornò quindi sui suoi passi alla ricerca del campo di battaglia: di solito non voltava mai le spalle ad una persona, soprattutto se donna, senza darle il tempo almeno di rispondere ma questo era un caso del tutto eccezionale e non c’era tempo da perdere…avrebbero dialogato più tardi se ce ne fosse stata l’occasione.

    #2954
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    Durante la loro corsa per tornare a quella specie di locomotiva, William fece poco: si limitò a cercare di correre il più velocemente possibile, e tenne bassa la testa. Gli inseguitori continuavano a sparare come forsennati, ma per fortuna la zona offriva diversi ripari, quindi prendere la mira era complicato.

    Infine arrivarono e ritrovarono quel piccolo esserino metallico che sembrava impazzito: correva da una parte all’altra come un animale in gabbia.

    Non si intromise quando le donne parlarono, anzi cercò di valutare la situazione. Quando la tipa con quell’arma fantastica gli disse che il suo fucile era obsoleto, però, si sentì ferito nell’orgoglio “Obsoleto un tubo! Questo fucile ha lasciato sul campo un numero inenarrabile di nemici, signora, e continuerà a farlo ancora per un bel pezzo! Senza contare che la parte più importante di un’arma è sempre chi la impugna: e in questo caso, questo è un’arma micidiale! cercò lo sguardo del fratello, sperando che lo supportasse “In ogni caso ho visto che quei cosi hanno delle protezioni, per le quali non mi sono ancora potuto attrezzare… sapete, stavamo trascorrendo una piacevolissima serata, sorseggiando ottimi liquori, quando è successo il finimondo… mi scusi se non ho portato l’artiglieria, né la tromba per chiamare la cavalleria…”

    Nel frattempo, comunque, fece come gli era stato consigliato, e trovò un riparo all’interno della zona illuminata da quello strano affare “Ad ogni modo, se foste così gentile da darci delle armi migliori, sapremo mostrarvi che cosa siamo in grado di fare… signora”

    #2956
     snow 
    Partecipante

    Peter corse a perdifiato verso la grande locomotiva per cercare di stare dietro alla donna fantasma ma niente, era troppo veloce per lui.
    In più faceva fatica ad evitare i detriti alzati dalle esplosioni provocate dai colpi sparati dai loro inseguitori.
    Alla fine riuscì a raggiungere il mezzo e una volta all’interno ritrovò il piccolo essere metallico, che sembrava molto agitato.
    Nel riprendere fiato poggiò le mani sulle ginocchia ansimante.
    Con sua piacevole sorpresa si accorse che anche William e l’altra donna avevano ripiegato in tempo.

    La donna con il fucile che sparava colpi a ripetizione sembrava essere in qualche modo il capo. Era lei che impartiva ordini e in men che non si dica iniziò a buttar giù una strategia e ad impartirne sia al piccolo essere metallico che alla donna “ombra”.
    Era così che l’altra l’aveva chiamata “Shadow”. Sarà stato un nome in codice.
    Il capo doveva chiamarsi invece Demolisher e a quanto pare altri due si sarebbero uniti alla festa Slayer e Fury.

    Demolisher ordinò loro di restare all’interno di una luce generata da uno strano oggetto posto a terra, poi prese ad offendere i loro fucili classificandoli come obsoleti.
    Peter non fece neanche in tempo a rispondere che immediatamente William si scagliò contro la donna…

    “Ben detto fratello! Facile parlare quando si ha un…un… coso di quelli in mano.” Indicando il fucile della donna. “Si, la prossima volta che ci invitano a bere qualcosa dobbiamo ricordare di portare un cannone, visto che non si può mai sapere cosa potrebbe capitare…
    Ora, come stava dicendo mio fratello, non è che per caso avreste qualche altro gingillo da prestarci in modo da potervi essere un po’ più di supporto?”

    La cosa che poteva odiare di più al mondo era essere costretto a starsene con le mani in mano perché assolutamente inutile. Non poteva sopportarlo. In più quelle erano donne. Donne combattenti. I suoi avi si sarebbero rivoltati nelle tombe.
    Lui sarebbe stato difeso da delle donne? Ma da dove diavolo erano saltate fuori?!

    #2957
     Deoris 
    Partecipante

    Celine aprì bocca per rispondere con un sorriso tendendo la mano, ma l’uomo si era già avviato prima ancora che potesse articolare i primi rapidi convenevoli di presentazione. Indispettita si affrettò a mettersi in pari affiancando il “gentiluomo” con fare impettito.
    ” Potreste almeno far finta che vi importi qualcosa della risposta altrui e perdere così ancora meno tempo nelle presentazioni. Purtuttavia poichè non vi sbarazzerete di me così facilmente come sperate sarò anche io a presentarmi. Sono Celine, giornalista in cerca di uno scoop, proprio come voi.” Sorrise impettita ” Ora capite perchè non posso lasciarvi andare da solo, e vi consiglio di evitare battute, riferimenti o false speranze a causa della mio essere una donna. Nonostante i tacchi alti ono arrivata qui prima di molti uomini, gradirei ne teneste conto.” Così dicendo prese senza alcuna esitazione l’orlo del vestito e lo strappò sonoramente con un rapido gesto deciso per poi assicurarlo all’altezza della coscia.

    Nonostante la fin troppo evidente spavalderia, mossa soprattutto dall’orgoglio per il comportamento dell’uomo, Celine era ben consapevole del fatto che stessero andando verso un pericolo ignoto, forse maggiore di qualunque pericolo potesse mai incontrare nella sua “banale” vita. E non intendeva farselo soffiare da sotto il naso da quel maleducato maschilista.

    #2960
     Meeme 
    Partecipante

    CÉLINE e COLIN
    I due giornalisti proseguirono seguendo la musica, la strada era disseminata da detriti di varia natura e dai resti di quegli strani automi fatti a pezzi. Ogni tanto intravedevano l’uomo in armatura nera che si muoveva ad una velocità impossibile per un normale essere umano. Continuava a caricare gli automi schiantandoli e sembrava far loro strada o comunque tenerli al sicuro.
    Céline e Colin, camminando veloci, si ritrovarono in una zona di guerra fatta di esplosioni e proiettili vaganti. Riconobbero la donna in armatura con il respiratore che lanciava in aria gli automi usando una qualche magia ed il suo compagno che li faceva esplodere scagliando proiettili magici dalla mano.

    Sembrava magia azzurra, qualcosa che non avevano mai visto prima ed a cui nessuno avrebbe mai creduto. “Fury, crea un campo biotico per proteggerli mentre io mi occupo degli incursori! Ci apriremo la strada combattendo!” ordinò l’uomo dalla voce possente e la donna ubbidì avvicinandosi a loro e concentrandosi per creare una bolla di magia azzurro-violacea che inglobava lei stessa ed i due giornalisti. “Restate all’interno del campo e muovetevi quando lo faccio anche io, Slayer proteggerà il nostro cammino.” disse con la voce spezzata dalla concentrazione. Slayer era l’uomo dalla voce possente e come aveva detto la sua compagna proteggeva la via distruggendo gli automi che si avvicinavano troppo a loro deviando i detriti facendoli a pezzi. “Non credevate alle mie parole, vero?” domandò Slayer con sarcasmo spaccando con le mani uno degli automi.

    CORALIE BLANCHARD
    “Ed io sono Amélie Moreau! Siamo delle infermiere.” si presentò lei specificando anche il loro mestiere per abitudine. Il grosso uomo sembrava sul punto di perdere la pazienza. “Lui è C-90 88 34. Destroyer come nome in codice.” spiegò Paladin allegro e l’altro ringhiò. “Vi siete tutti presentati, ma bravi!” commentò sarcastico procedendo lungo la strada. Amélie guardò la sua amica e sperò fosse vero quello che aveva detto riguardo il grosso uomo.

    “Erano degli incursori nemici. Ci hanno seguiti per eliminarci, niente di preoccupante! Rottamare quelle cose è la nostra specialità!” Indicò un punto distante da dove provenivano esplosioni e colpi di arma da fuoco. “Stiamo combattendo una guerra.” spiegò tranquillo.
    Corsero rapidi verso la zona di guerra e Coralie vide altri automi che avanzavano verso una strana locomotiva dalla forma sconosciuta. “Siamo arrivati! Ragazzine, sganciatevi.” gridò Destroyer con la voce cavernosa mentre il suo compagno le copriva. “Restatemi accanto, vi porterò al sicuro!” Amélie si sganciò per prima e guardò il grosso uomo ringraziandolo. Quello non considerò le due, imbracciò la mitragliatrice ed attivò il cannone sulla spalla preparandosi a distruggere il nemico. “Modalità Devastazione attivata.” disse lanciandosi verso la zona di guerra.

    WILLIAM e PETER HUDSON
    “Hanno spirito di iniziativa.” commentò Shadow facendo roteare l’impugnatura della sua spada tra le dita. “Gli ordini prevedono di armare dei civili?” domandò a quella che sembrava il capo e l’altra sbuffò. “1812, prendi nota: Uccidere Paladin,” l’esserino emise un suono buffo e Demolisher rise. “Vediamo cosa sapete fare, civili.” ordinò alla sua compagna di coprirla mentre apriva uno scomparto rivelando un paio di fucili di metallo nero e sconosciuto. “Questo è un Black Widow, trapassa armature come fossero burro ed un colpo alla testa è letale. Visto il tipo di fucile che imbracciate dovrebbe andare bene rispetto ad altre tipologie di armi da fuoco. Dovrete solo abituarvi al mirino telescopico.” mostrò loro come avveniva il caricamento, prese la mira e sparò un colpo che fece saltare la testa di un automa abbattendolo. “Un colpo. Un morto. Avete tre proiettili in canna, poi dovrete ricaricare.” consegnò loro un fucile a testa e poi tornò ad imbracciare la sua arma a ripetizione.

    “Se intravedete degli uomini con armature simili alle nostre non sparate, ma se vedete un uomo con uno scudo arancione: sparategli al sedere.” commentò ridendo. “Arruolamento di civili… i Maestri di Spada non lo avrebbero mai permesso.” disse Shadow sorpresa. “Tra i Sapienti la regola è più semplice: Vittoria ad ogni costo. E se per vincere dovrò armare dei civili, armerò dei civili.” Scagliò un paio di granate elettrificate in modo da bloccare gli automi e facilitare il compito dei due americani. La sua compagna sparì diretta sul campo di battaglia trapassando i nemici con la sua spada. “Avete un nome, civili? Almeno saprò cosa far scrivere sul vostro memoriale se vi farete ammazzare.” chiese Demolisher tra una granata e l’altra.

    #2966
     Elan 
    Partecipante

    “Incursori… nemici…?”
    Coralie rimase piuttosto turbata da quelle poche parole. Quindi quegli uomini avevano portato una guerra a Parigi? Chi potevano essere i nemici?
    E – soprattutto – come avrebbero potuto i soldati di Parigi fronteggiare quei mostri che sputavano fuoco?
    Scosse la testa, ma non poté rifletterci oltre perché Destroyer dette ordine di sganciarsi.

    Coralie non perse tempo, e si rintanò vicino a Paladin, piuttosto terrorizzata quando si accorse che c’erano altri di quei mostri. Si stavano avvicinando ad una sorta di locomotiva, e sembravano non averli notati, ma non era comunque una situazione rassicurante.
    “Fortuna che avevano detto che non ce ne dovevano essere altri…” borbottò a bassa voce ad Amélie. Mai come in quel momento la scelta di restare vicino ai loro due salvatori le era sembrata saggia.

    Poi però Destroyer dichiarò di aver attivato la modalità distruzione, e l’infermiera guardò preoccupata l’altro guerriero.
    “Ma è sicuro…” esitò un secondo cercando le parole adatte. “Insomma, è normale che faccia così? Quegli esseri infernali potrebbero ucciderlo!”
    Cercava in tutti i modi di dimenticare il massacro che aveva visto, ma più si sforzava di escluderle, più quelle immagini sembravano ripetersi nella sua mente.

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