Storia di altri Romei e di altre Giuliette…

Questo argomento contiene 450 risposte, ha 5 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Meeme 3 anni, 11 mesi fa.

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  • #7095
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    è un bel nome” le disse Tinuviel, che poi annui all’angelico.. in effetti era stata stupida avrebbe dovuto pensarci che sarebbero state spiate discretamente, per fortuna lui aveva ben più controllo almeno in quella situazione.

    Si era lasciato catturare per uccidere tutti, e quel sorriso che normalmente l’avrebbe inquietata la fece eccitare e le ricordo se stessa quando era presa dall’adrenalina della caccia, soprattutto se a bersagli le cui azioni avevano attirato l’ira della barda o di qualcuno che amava. Come quella volta con Nolemoth e la sua tigre si ritrovarono a spazzare via un gruppo di umani che cacciavano senza controllo ne attenzione *oh la sua tigre abbastanza grande da essere cavalcata da entrambe, anche mentre avevo le dita dentro la mia Nolemoth* quasi sorrise al pensiero.

    Quando Lee ebbe detto tutto anche l’Usignolo inizio a parlare a bassa voce nella lingua angelica “e diamo loro questo spettacolo” strusciandosi in modo sensuale si congratulò di nuovo con se sessa per aver chiesto a Sigurd di insegnarle quella lingua, fra un avventura ed una scopata, in cambio di lezioni di lingua Silvana.
    Linguaggio che era stata molto utile per sedurre Nolemoth ed Urodien e jizriex, ma in quel caso forse era lei ad essere stata sedotta dalla musica magica del satiro.
    Emlin aveva rapidamente capito che solitamente le persone tendevano ad essere sedotte più facilmente da chi poteva farlo nella loro lingua natale.

    Sì , se serve le farò un riassunto in seguito” continuò nella lingua dei paradisi “stiamo cercando di screditare Rosaline per far prendere il suo posto alla cugina Juliette. Evitare uno scontro reso più probabile dalla morte di un Padrone, anche se sembra sempre più opera di elfi, e l’attacco di una folla al gala di ieri.

    Quando Ivette inizio a spogliarsi si piegò per prendere in bocca il capezzolo scoperto succhiandolo fra le labbra, Tinuviel amava le tette, prendendolo leggermente fra i denti perpassarci la punta della lingua orizzontalmente più volte prima di smettere “sei così bella” le dissa per poi tornare a parlare con Lee.

    Eravamo venuto qui con Sirion, è il fratello del Padrone ucciso, per cercare di convincere qualche guardia a parlare e denunciare quanto succede qui e chi dava ordini ad Altarael, ma chi non è direttamente coinvolto è troppo spaventato per farlo.
    Quindi ci siamo introdotte come compratrici per vedere di persona e trovare qualcuno per possa parlarne. Abbiamo detto loro che volevamo cavalcare una ragazza. Un graduato ci ha parlato di
    ” fece una pausa per baciarlo sulle labbra per nascondere un gesto di ribrezzo al pensiero della scusa usata “te come merce più economica perché troppo pericolosa“.

    Si alzò mettendosi per slacciare la cintura e far scivolare via i pantaloni, trascinati dal peso della spada li tolse e li spinse di lato con un piede poi voltandosi si piegò in avanti per sfilare anche la biancheria bagnata dalla sua eccitazione “dovrò buttarle” disse in elfico prima di lanciare fra la Genasi e la guaritrice per provocare un pochino la sua ex – non più ex? no, non ex, la sua ragazza.
    E tornare a strusciarsi e mordicchiare un orecchio di Ivette, il lobo dell’orecchio.

    Ehi Riel… penso che Ivette sarà nel nostro letto molte notti, anche solo per dormire fra le nostre braccia” disse seducente in elfico. Tecnicamente non avevano un letto condiviso ma sperava che dopo quel casino l’avrebbero avuto, nella dimora degli Ionnathithil o a casa del suo amore od in entrambi i luoghi magari.
    Voltandosi di nuovo verso il celestiale dandosi una pacca mentale sul sedere per come riuscisse ad usare le doti di barda per passare fra due discorsi completamente diversi sia come linguaggio che tono utilizzato.

    Quindi non sono qui per uccidere anche se una parte di me, Emlin la cacciatrice, vorrebbe farlo. Ma Naltariel come ho detto è una guaritrice, non le piace la violenza. Siamo qui per… com’era? ah sì! ricognizione ed estrazione” Terminò il tutto con un termine militare appreso da una delle sue prima amanti, che era da poco vedova e nei primi mesi della seconda gravidanza.

    #7096
     Meeme 
    Partecipante

    NIRAI 
    Muad’Dib la fissò a lungo senza dire nulla, poi sospirò e scosse il viso. “Non potrai impedirmi di rischiare la vita, lo sai. Ho sempre saputo che la mia esistenza era destinata al sacrificio. Non cerco la morte, ma lei è mia amica e mi sta aspettando.” Non aveva paura e parlava di quelle cose come se fossero discorsi normali. 
     
    Le sorrise, un sorriso un po’sorpreso. “Ed io non sono abituato alla compagnia… Non sono mai stato bravo con le donne.” Ammise sincero guardandola negli occhi. “E ti chiedo perdono… Non avrei dovuto baciarti, ho sempre cercato di mantenere il controllo sulle mie emozioni e sono poche le donne in grado da farmi perdere di vista il controllo. ” Una doveva essere stata Ann, la moglie di Wallach.  
     
    “Resta con me, Nirai… Ti prometto che manterrò il controllo e non ti bacerò di nuovo.” Era un po’ teso, Nirai vedeva i muscoli guizzare da sotto la tunica da monaco che stava indossando in quel momento. Gli occhi erano di pace e nonostante l’aspetto demoniaco sembrava così tranquillo, così pacato, così stoico da confonderla in tutto. 
     
    TINUVIEL 
    La genasi gemette dolcemente quando Tinuviel le baciò il seno, il gladiatore sembrava divertito da quella situazione. “Quindi mi stai suggerendo che ammazzarli tutti non è una buoa idea. Molto meglio renderli inermi e trascinare questi schifosi davanti ai Padroni per mostrare a tutti quello che succede davanti ai loro occhi!” Il celestiale si lasciò baciare e rispose al bacio con passione e furia. Tinuviel avvertì un brivido mentre lui le faceva socchiudere le labbra per scambiarsi il sapore.  
     
    La genasi fece cadere il vestito e baciò a sua volta la barda per darle piacere. Riel era rimasta imbambolata davanti a quelle scene non sapendo cosa fare e da dove iniziare. Aveva lo sguardo di una bambina davanti ad un negozio di dolci indecisa su cosa fare. 
    “Facciamo in modo che gli ufficiali ci considerino innocui e poi li prenderemo prigionieri, almeno quelli che saranno abbastanza intelligenti da non farsi uccidere per proteggere i loro capi.” Propose il celestiale staccandosi dalla barda. Odorava di acciaio e sangue, mentre la genasi di brezza primaverile. 
     
    Il gladiatore fece un passo verso Riel e gli porse le mani ancora incatenate. La guaritrice si avvicinò e gli tolse le catene. Lui la prese per la vita e la portò tra Tinuviel e la genasi che continuava a muoversi sulla barda come una ballerina sensuale. “Non sento più le gambe, Tin… se continua a guardarmi così penso che sverrò di piacere. E non voglio svenire, non prima di aver assaggiato tutto, soprattutto te…” Ammise divertita. 
    L’angelo si tolse gli abiti da schiavo, restando nudo e per poco Riel non svenne sul serio, non aveva mai visto un celestiale ed era magnifico in tutti i sensi. 
     
    Il gladiatore la baciò sulle labbra e per poco la guaritrice non cadde addosso alla barda ed alla genasi. Il celestiale doveva essere abituato a soddisfare le Padrone che venivano a vederlo combattere ed era per questo che non era a disagio in quella situazione. La Guaritrice, invece, non aveva avuto molte occasioni per sperimentare certe cose e si aggrappò a lui per non cadere in ginocchio. Lee le fece scivolare via gli abiti e si chinò su di lei adagiandola su dei cuscini. La genasi prese per mano Tinuviel e la adagiò a sua volta accanto a Riel. La Guaritrice baciò la barda mentre la genasi le accarezzava entrambe. Lee, invece, dava piacere alle due elfe con le mani, Riel gemette mentre baciava Tinuviel, la barda avvertì l’eccitazione della sua amante, pronta a provare il brivido di assaggiare un celestiale per la prima volta e completamente. 

    #7097
     Elan 
    Partecipante

    Nirai sbuffò seccata, e scosse la testa, mettendosi in ginocchio per avvicinarsi a Muad’dib e puntandogli un dito contro il petto.
    “Sei un grosso bestione cocciuto!” disse, continuando a battergli il dito sul petto ad ogni parola come a sottolineare il concetto. “Ho capito che la morte non ti fa paura, cocciuto idiota che non sei altro, ma non è un buon motivo per essere così maledettamente pessimisti e catastrofisti! Cavolo, sembra che tu non aspetti altro!”
    Non era andata lì per litigare, non voleva nemmeno farlo in realtà, ma era più forte di lei. Non riusciva a sopportare quel modo di fare così negativo.

    Poi però si fermò a guardarlo, sedendosi sui talloni.
    “Io… scusami, non volevo darti dell’idiota… Di nuovo.” abbassò la testa tristemente. “È solo che… Sembri non volere altro che farti ammazzare, e non voglio che succeda.” scosse la testa sospirando.

    Poi tornò a guardarlo e sorrise triste.
    “Non dovresti farmi promesse che non voglio che tu mantenga…” disse a bassa voce, prima di avvicinarsi di nuovo a lui e baciarlo con dolcezza.

    #7099
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    Tinuviel si stava facendo predere dal piacere carnale ma anche dall’incertezza su quale sarebbe stata la cosa migliore da fare “lo credo, ma forse solo perché non mi piace uccidere elfi neanche quelli che non meritano di esserlo. ma… ma… sono così furiosa con lo per le mutilazioni cher infliggono, e gli stupri. Io non ho mai stuprato nessuno! è crudele ed abominevole” nonostante la rabbia che stava sentendo mugolò per il piacere.

    mi sembra un ottima idea e per farlo potrei iniziare pagando per voi due“.

    Poi osservò Naltariel per un attimo prima di riportare l’attenzione alla genasi continuando a baciarle le labbra, i capezzoli e più in basso anche se una parte di lei si sentiva in colpa come non era mai successo, perché ora Naltariel era tornata a desiderarla e dovrebbe essere l’unica ad avere il corpo della barda, così com’è l’unica ad avere il suo cuore, ma questo era una nota piacevole per entrambe e forse poi Ivette sarebbe rimasta ma questa volta Tinuviel sapeva che non si sarebbe innamorata di lei, ma l’avrebbe comunque protetta e coccolata *mi chiedo cosa sappia fare oltre a dare piacere*.

    E la guaritrice quais le cadde addosso “resisti macushla, assaggia Lee… che poi penso io a farti vedere le stelle” poi canto sommessamente qualche strofa una canzone d’amore carnale continuando a sfiorare e baciare e mordicchiare i suoi tre compagni in quelo spettacolo di carne e sudore, ed altri liquidi.

    Poi vennero sdraiate vicine e Riel la baciò, Tinuviel rise piena id gioia e vita, la sua amata era lì nuda accanto a lei anche se non erano soli “oh Riel, ti amo così tanto” le sfugì un sospiro di sollievo e gioia nella lingua dei boschi e strinse a se la genasi passandole un dito fra le altre labbra per poi succhiarlo sentendone il sapore “hai un sapore fottutamente buono” rise di nuovo “non avevo mai fatto una cosa simile, sesso con tre persone intendo” anche una volta era stata con due elfe bionde gemelle dopo una spacevole avventura in una miniera invasa da banditi coboldi.
    Erano identiche, si vestivano in modo identico e continuavano a scambiarsi i ruoli facendo impazzire Tinuviel che non sapeva mai con quale delle due stesse parlando, o quale stesse baciando.

    #7100
     Meeme 
    Partecipante

    NIRAI 
    Muad’Dib si lasciò insultare senza replicare, non provò a fermarla perché sapeva che sarebbe stato tutto inutile con lei. “Inizio ad abituarmi ad essere aggredito verbalmente e fisicamente da te.” Accennò un piccolo sorriso perché lui non era abituato a tutto quel ardore. Era diverso dal resto degli uomini, sembrava ascetico e contemplativo. 
    “Forse penso di meritare la morte, Nirai… sono sopravvissuto ai miei amici e mi sento colpevole per questo. Sarei dovuto morire io al posto loro e questo pensiero è costante nella mia mente.” Sapeva anche che la felinide si sarebbe arrabbiata per questo, ma non voleva mentirle. 
     
    “Ogni respiro che faccio è un respiro che ho tolto a loro.” Sembrava un condannato a morte, ma la guardò con dolcezza e scosse il viso davanti alle sue scuse. “Merito la tua furia, so che il mio comportamento e le mie emozioni non sono come quelli degli altri uomini. So di essere un essere difficile e comprendo la rabbia che provoco in te.” 
     
    E quando Nirai lo baciò con dolcezza, la strinse per un attimo assaporando quel bacio ed il corpo della felinide contro di lui. I muscoli erano sempre tesi e si irrigidirono di più a quel contatto. Una sensazione appagante che durò pochi secondi perché con decisione decise di allontanarla da lui. “Nirai… non puoi volere questo, non hai paura che io possa farti del male?” Aveva pur sempre sangue di demone e quel sangue doveva bruciargli le vene come un incendio. Aveva bruciato il volto del capitano delle guardie, forse tutto il suo corpo poteva prendere fuoco. “Non… non vuoi sapere perché Ann non ha scelto me?” Sembrava una cosa seria qualcosa che doveva riguardare la sua discendenza demoniaca ed il suo retaggio. Ann era un’umana, forse temeva di mettere al mondo una creatura dal sangue demoniaco come Muad’Dib. 
     
    TINUVIEL 
    Il Gladiatore annuì alle parole di Tinuviel, finito quello spettacolo si sarebbero occupati insieme degli ufficiali del Capitano delle guardie. Quello però non era il momento di parlare, perché le candele stavano facendo effetto ed il loro profumo mandava in estasi liberando la mente da ogni preoccupazione. 
     
    Riel riuscì a mormorare che anche lei amava la barda tra un gemito ed un sospiro di piacere, poi la voce le venne meno quando prese coraggio ed assaggiò il celestiale. Lee la prese sovrastandola con il corpo muscoloso, la guaritrice rovesciò gli occhi all’indietro mentre lui la prendeva e spalancò le labbra nel pieno della passione. Lee si muoveva con forza e decisione, Riel assecondava i movimenti del corpo del celestiale mentre con una mano accarezzava Tinuviel. La genasi sorrise mordicchiando la barda sui seni, mentre gli spasmi di Riel si facevano più intensi. Ivette si toccava voluttuosa invitando Tinuviel ad assaggiarla meglio, le indicò il suo fiore più segreto e dolcemente si sdraiò sulla barda, assaggiandola a sua volta con dolcezza e passione. 
     
    Sudore, umori e gemiti erano intensi. Riel mugolò ed emise un sospiro più profondo quando Lee aumentò il ritmo. La genasi succhiava Tinuviel e quando sentì Riel arrivare alla passione più intensa sorrise birichina. Il gladiatore si staccò da Riel lasciandola umida e calda e si mise di schiena, la guaritrice strisciò su di lui, ne voleva ancora e lo cavalcò con ritrovato coraggio urlando di piacere. Ivette prese Tinuviel e la fece sedere su Lee. Il gladiatore la baciò tra le cosce e Riel afferrò Tinuviel baciandola sulla bocca. La guaritrice era in estasi mentre si muoveva sul gladiatore. Ivette appoggiò il seno sulla schiena di Tinuviel e le cinse il corpo dandole piacere con le dita mentre il celestiale faceva lo stesso con la lingua. “Oh, Tin… Ne voglio ancora… ancora… ancora…” Forse era l’effetto delle candele, ma Riel sembrava estasiata e pronta a volare libera e senza inibizioni di alcun tipo. 

    #7101
     Elan 
    Partecipante

    Nirai sbuffò incrociando le braccia.
    “Non dovresti abituarti! Perché poi mi tocca inventare nuovi modi per insultarti ed aggredirti, e non va bene! Non sono così fantasiosa!”
    Stava cercando di buttarla sul ridere, ma alle sue parole si bloccò di colpo, guardandolo seriamente.

    Gli prese il viso tra le mani, guardandolo fissa negli occhi.
    “Essere vivo non è una colpa. Gli unici responsabili della morte dei tuoi amici sono gli elfi che hanno corrotto questa città col marciume del loro cuore.” gli lasciò il viso e sospirò triste. “Non sono brava con queste cose. Ma nel mio villaggio gli anziani dicevano che chi abbiamo conosciuto non muore mai davvero, finché vive nei nostri ricordi…”
    Agitò le orecchie un po’ a disagio.
    “Insomma… non sono brava con queste cose. Ma non sei tu colpevole di tutto questo, e meriti di vivere felice, come chiunque altro…”
    Era davvero triste quello che lui aveva detto, e lei forse era la persona meno indicata al mondo per fare discorsi delicati e gentili.

    Si perse però per un attimo in quel bacio, talmente che quando lui la allontanò con decisione per un attimo restò stordita, guardandolo senza capire.
    Sbatté alcune volte gli occhi, quindi scosse la testa incredula.
    “Perché… perché dovrei aver paura che tu mi faccia del male?” domandò, con sincero stupore.
    Tornò a sedersi, allontanandosi un poco da lui, con un misto di imbarazzo e di disagio. Però alla sua domanda incrociò le braccia.
    “Non vedo perché la motivazione di qualcun altro dovrebbe riguardare me.” disse diretta e indelicata come al suo solito. Poi sospirò, e cercò di addolcire il tono. “Ma sembra una cosa importante per te. Quindi, avanti. Perché Ann non ha scelto te?”

    #7107
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    Ed ora che si erano messi d’accordo su cosa fare Tinuviel si lasciò andare quasi del tutto, una piccola parte di lei le diceva di trattenersi di godersi quel momento ma di perdersi davvero solo in Riel, quasi la ignoro. “mi piace il tuo corpo sul mio, Ivie” e piego la testa per baciarla, la genasi le faceva quasi ricordare qualcosa ma non riusciva ad afferrarlo soprattutto ora sdotto l’effetto di quelle candele, Tinuviel non aveva mai uato qualcosa di simile, candele profumate in stanze buie per creare l’atmosfera sì, ed aveva imparato la danza dei ventre che faceva a volte mentre si spogliava per le ragazze che seduceva *dovrò farlo per Riel* urlo di piacere e gioia.

    Quei due sapevano cosa stavano facendo “allora prendi di più” si piegò per prendere un capezzolo in bocca e ripetere i ltrattamento che aveva dato alla genasi mentre con una mano giocava e sfiorava la sua perla mentre con l’altra si teneva in equilibrio sul mezzo angelo.

    Ma poi porto dietro di se per toccare la genasi, sfiorarle le cosce ed i glutei sodi “è bellissimo” non pensava di poter continuare a lungo, il piacere era sempre più intenso dopo poco irigidi la schiena lasciando andare il capezzolo di Naltariel, irgidi la schieda e piegò indietro la testa per lanciare un urlo di piacere per restare ferma ansimando a riprendere fiato.

    #7109
     Meeme 
    Partecipante

    NIRAI
    Muad’Dib chiuse gli occhi. “Forse un giorno potrei perdonarmi, ma non è questo il giorno. Perdona questo mostro che non riesce a perdonare se stesso per la vita che sta vivendo.” Gli occhi del mezzodemone erano limpidi e solo il tempo avrebbe eliminato quel senso di colpa. La Felinide sperò che ci fosse del tempo da vivere dopo quello che sarebbe successo l’indomani.

    Voleva tenerla distante, ma una parte di lui lottava per non farlo.
    “Hai visto cosa è accaduto al Capitano delle Guardie… Il mio corpo è un grado di catalizzare il fuoco su di sé. Se perdessi il controllo potrei farti del male. Il mio mentore ha passato anni ad addestrarmi a controllare i miei poteri, ma non so cosa potrebbe succedere se dovessi unirmi a qualcuno. Potrei perdere il controllo e fargli del male…” Ammise di non aver mai avuto una donna con la stessa sincerità con cui parlava di tutto il resto. “Non voglio farti del male, Nirai… Come potresti volere una cosa del genere?” Emise un lungo sospiro. Doveva essere questa una delle ragioni per cui aveva rinunciato ad Ann, ma non solo per questo.

    “La ragione è Chad…” Nirai non comprese all’inizio cosa centrasse il figlio di Ann e Wallach, almeno finché Muad’Dib non continuò. “La mia natura è ibrida e questo mi rende sterile. Ann desiderava un figlio più di ogni altra cosa, un figlio suo… Io non avrei potuto far avverare questo suo sogno.” Non era triste per questo, forse preferiva così piuttosto che infettare il mondo con la sua progenie dannata. Il respiro di Muad’Dib era regolare, era abituato a mantenere la calma in qualsiasi situazione anche se guardava Nirai con dolcezza ed una sorta di desiderio nascosto dal suo estremo stoicismo.

    TINUVIEL
    Gli ufficiali che stavano ascoltando non potevano avere dei dubbi su quello che stava succedendo, le urla di passione erano vere, vero era il piacere così come quel desiderio carnale che divorava sia Riel, sia la barda.
    La guaritrice sorrise quando Tin le baciò il seno, un sorriso estasiato, gli occhi della sua amante erano vacui, cavalcava con un’intensità sempre maggiore, Lee la aiutava afferrandole le gambe e guidandola nel movimento. Quando Tinuviel avvertì il piacere più intenso, la genasi mugolò e si sostituì al Gladiatore nel darle piacere con la lingua. La barda avvertì una scarica estatica di passione mentre la genasi beveva il suo nettare più puro e strusciava il corpo sodo su quello di lei.
    Tinuviel riprese fiato, appagata da quella passione e vide Riel abbandonarsi sul celestiale, lui la baciò sulle labbra, aveva ancora il sapore della barda sulla lingua e quel sapore ora era di Riel.

    La genasi andò sul celestiale e Riel era sdraiata a riprendere fiato a sua volta. Ivette iniziò ad occuparsi di Lee arrampicandoglisi addosso e scivolando sul corpo muscoloso dell’uomo come una ballerina. Lui strinse quel corpo ed iniziarono una danza fatta di sospiri e passione.
    Riel aveva ancora degli spasmi dovuti al piacere appena provato, il celestiale aveva appagato con successo il suo desiderio proibito e la Guaritrice avvertiva ancora quel piacere su di sé. Gli occhi, gli occhi erano però per Tinuviel. “Amami, amore mio… voglio te… ora e per sempre…” la supplicò con voce melodiosa e arrochita.

    #7111
     Elan 
    Partecipante

    Nirai sospirò: quello che diceva Muad’dib era davvero tanto triste, e lei non sapeva cosa poter dire per consolarlo. Forse non era nemmeno possibile, di sicuro non in breve tempo… e il tempo, in quel momento, probabilmente era proprio il loro peggior nemico. Eppure, almeno qualcuno doveva provare ad essere ottimista.
    Quindi, gli prese una mano tra le sue con un sorriso.
    “Non hai nulla di cui farti perdonare da me. E per il resto, mi impegno solennemente a farti auto-perdonare, anche a costo di consumare tutto il mio repertorio di insulti!!”
    Cercò per lo meno di strappargli una risata, fare la tenera non era davvero cosa per lei, ma a volte un sorriso faceva molto più di tante parole.

    Poi lo ascoltò con attenzione.
    Erano veramente una quantità notevole di informazioni, e le ci volle un po’ di tempo per elaborarle tutte.
    Punto primo, Muad’dib non era mai stato con una donna. E va bene, quello era decisamente il problema minore.
    Punto secondo, rischiava di darle fuoco a caso. E quello, in effetti, poteva essere un problema non indifferente.
    Fu il sospirò di lui che la strappò a quei pensieri, e lo guardò a lungo, restando in silenzio solo per qualche momento.
    “Una volta, una persona molto saggia mi disse che non si può vivere nella paura.” disse con voce distante.
    “Io ho vissuto nella paura tanto a lungo, senza fidarmi di nessuno.” quasi scoppiò a ridere. “E’ assurdo che sia dovuta arrivare in questa città per fidarmi di nuovo di qualcuno. Ma, adesso, voglio fidarmi e voglio non aver paura di te.”
    Probabilmente una persona normale l’avrebbe presa per pazza, e forse lei lo era realmente. Ma andava bene così.

    Quindi scrollò le spalle, alla spiegazione della scelta di Ann.
    “Tutto qui, quindi? E io che mi ero già immaginata le peggio cose, catastrofi e cataclismi!” sorrise, per sdrammatizzare. “A ognuno le sue priorità. A me non interessano i bambini, e se un giorno dovessi svegliarmi impazzita… ok, diciamo più pazza di adesso… con l’improvvisa voglia di mettere alla prova la mia proverbiale pazienza allevando cose, si possono sempre trovare mille mila soluzioni diverse.
    Le faceva un po’ strano fare certi discorsi, a dirla tutta, ma era la verità e lei come al solito non girava troppo attorno alle questioni.

    Si avvicinò di nuovo, passando il volto su quello di lui in una sorta di carezza.
    “Io non ho paura di te, Muad’dib. Non averne tu per me.”

    #7114
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    Tinuviel era certa che almeno stava dando un ottimo spettacolo a quegli stronzi guardoni e corrotti, quello era il suo lavoro anche se in quel caso non veniva pagata in denaro, forse ne avrebbe speso, ma con piacere non solo carnale ma nell’aiuto che avrebbe dato alle vittime di quel luogo e nel tempo che avrebbe passato con una nuova amica, amica con benefici ma comunque amica perché l’avrebbe liberata sperando che sarebbe rimasta con lei e Naltariel.

    Ed anche con la mente vuota, accecata da giganteschi lampi bianchi di piacere, c’erano comunque posto per due meravigliose creature.. la sua Riel ed Ivette.
    Appagata e sudata restò ad osservare mentre la ragazza blu prendeva il posto della guaritrice sopra Lee.

    Alle parole di Riel la sua mente si snebbiò e trovo un attenzione simile a quando andava a caccia, tutto era come a rallentatore.
    strinse Naltariel e la baciò di nuovo con passione ed amore sulle labbra, mordicchiando e leccandole il labbro inferiore “tutto quello che vuoi Riel, finalmente, per sempre” baciò di nuovo le sue labbra poi le guance, le palebre, diede morsetti ai lobi degli orecchi per poi tornare a baciare e accarezzare il collo, le spalle i seni, il ventre e giu il monte di venere e le labbra sentendo sulla lingua i sapori mischiati.

    Succhio la perla e sentendo che la sua anima era pronta la penetro con due dita poi tre, inziando un ritmo lento, dolce piano e profondo, alternato con brevi momenti in cui accelerava prima di rallentare nuovamente per piegare le dita una alla volta come per massaggiare il punto più sensibile della sua Naltariel, senza fermare labbra e lingua.

    E quando Riel raggiunse l’apice del piacere rallento il ritmo sempre più per guidarla sulla via del ritorno riprendendo a baciarla seguendo al ritroso il sentiero fino a passare la lingua sotto al mento di Riel mentre cavalcava letteralmente una delle sue cosce bagnandola ancor di più col proprio piacere.

    Poi le venne in mente qualcosa, aveva con se un anello che aveva impiegato anni a forgiare anche solo per i materiali che aveva usato: Aurorum e le gemme più rare.

    Piena di piacere e sollievo per essere li fra le braccia del suo amore, di nuovo insieme nonostante la situazione in cui erano, ed in cui era la loro città che sì molto di quella città faceva schifo e ribrezzo ma era comunque la loro casa e l’avrebbero migliorata, non importa quanti pezzi avrebbero dovuto bruciare e ricostruire.

    Non riusciva davvero a pensare chiaramente, fra le candele ed il piacere, razionalmente sapeva che forse non era il momento più adatto o romantico ma la sua mente stava ignorando la cosa, fottute candele!

    Con la mano sinistra cercò il sacchettino che portava senpre vicino al cuore e ne estrasse un anello d’acciaio con riflessi indaco con un rubino ed uno smeraldo, due delle gemme più splendenti su cui Tinuviel abbia mai messo mano, incastonati nel simbolo dell’infinito su cui splendevano vari piccolissimi diamanti bianchi e puri.

    Cercò di ricomporsi ma non era possiblile farlo perché era in un bordello, accanto ad un aasimar ed una genasi ancora presi dal sesso, era spettinata, nuda, sudata, bagnata di piacere e saliva e forse anche sperma, con forse gli occhi ancora rossi per le lacrime versate, ma completamente soddisfatta e felice ma sopratuttto era ancora a cavalcioni di Riel!

    Naltariel, sei il mio sole, la mia casa, la mia vita ed il mio tutto. In questi quindici anni lontano da te ho cercato di nascondere a me stessa la profindità del mio amore per te, di nascondere quanto il mio cuore ed il mio corpo avessero bisogno del tuo tocco. Ma ora che siamo di nuovo insieme non ti lascerò di nuovo. Se farò un viaggio sarà con te al mio fianco.” le mostro l’anello ancora ansimando, con le mani che ancora tremavano per tutto il pacere che aveva ricevuto in quei minuti od ore o giorni, non lo sapeva, la sua percezione del tempo era completamente spenta ma provava anche ansia e paura e speranza ma sapera di essere un idiota.

    mi vuoi sposare?

    #7116
     Meeme 
    Partecipante

    NIRAI
    Muad’Dib le sorrise. “Ammiro la tua capacità di sdrammatizzare anche le cose peggiori. In questo sei simile a Wallach.” Tra i due amici il mezzodemone era quello riflessivo, stoico ed ascetico. La furia si manifestava in lui come arma per terrorizzare i nemici, Nirai ricordava di aver provato paura la prima volta che l’aveva visto, una paura che gli elfi di Torvael provavano a loro volta.

    Sembrò sorpreso che lei prendesse tutto come un gioco, quella spensieratezza gli era nuova e non capiva come faceva la felinide, che aveva sofferto tanto, a mostrarsi così sicura o così pazza. Chiuse gli occhi quando lei gli sfiorò il volto e dolcemente le accarezzò la schiena.
    “Se tu non hai paura… io non avrò paura…” mormorò con quella voce bassa e profonda. I muscoli del mezzodemone, sotto la tunica da monaco, si rilassarono e poi si tesero di nuovo al contatto con lei. La guardò negli occhi, sembravano gelidi, ma Nirai vide fiducia e dolcezza. Lui non le faceva più paura…
    La spogliò con delicatezza, come se non volesse romperla, la felinide non pensava potesse essere così gentile, la sua stazza faceva credere il contrario, ma lui la baciò sulle guance, sulla fronte e poi sulle labbra. Sperava di mantenere i controllo fino alla fine perché non voleva farle del male…

    TINUVIEL
    Riel era ancora presa dalla passione quando Tinuviel le fece quella proposta. La guaritrice spalancò gli occhi sorpresa, poi abbracciò la sua amante e le mormorò in un orecchio. “Certo che voglio sposarti, amore mio! Quando ti ho rivista ho sperato di poter avere un’altra possibilità con te, perché ero stata ingenua e sciocca a lasciarti andare per delle paure infondate! Temevo che mi avresti gettata via per un’altra migliore di me!” Si godette quel abbraccio e cullata dei gemiti della genasi e del celestiale si addormentò felice.

    Lee si era abbandonato nella genasi e lei, voluttuosa si era staccata da lui lasciandolo riposare, accese una nuova candela il cui odore era più intenso tanto che anche Tinuviel si abbandonò al sonno seguita dal gladiatore.
    Si svegliò pochi minuti dopo sentendo dei gemiti di passione vicino a lei, era nuda e legata da delle catene che la sollevavano da terra, al suo fianco c’era Lee, imprigionato allo stesso modo e Ivette che libera e sorridente li guardava entrambi con malizia.
    Riel, la sua Riel stava dando piacere a tre degli ufficiali del Capitano, stavano abusando di lei, ma la guaritrice sembrava drogata ed era come una bambola nelle loro mani.
    Quando i tre finirono con lei, Ivette la trascinò dall’ufficiale che aveva accolto le due. L’elfo baciò la genasi e poi si rivolse a Tinuviel.

    “Credevi davvero che non ti avessimo riconosciuta? Proprio tu che hai lasciato che il nostro Capitano perisse contro Muad’Dib! Ti sarebbe bastato ucciderlo a tradimento mentre combattevano, ma hai avuto remore ed ora altri pagheranno al tuo posto.”
    Prese Riel per i capelli, la genasi le fece aspirare qualcosa, tanto che la guaritrice spalancò gli occhi, occhi che si fecero vacui. “Dimmi, puttan*, mi vuoi?” Le chiese l’ufficiale e Riel sorrise, un sorriso spento, assoggettato. “Voglio tutto di te…” mormorò e lo spogliò davanti a Tinuviel, prese tra le labbra la virilità dell’elfo e quando fu eccitato lo guidò dentro di lei per farsi sbattere da lui con violenza.

    Gemeva chiedendone di più e lui l’accontentava, violandola con potenza e lussuria facendo in modo che Tinuviel potesse osservare tutto. “Ecco cosa vuole e tu non potrai mai darle quello che io le sto dando adesso!” L’Ufficiale rise guardando la barda e prese per il collo Riel, soffocandola fino a farle provare degli spasmi ed una eccitazione al culmine della morte. La guaritrice urlò di piacere, piangendo completamente appagata da quella passione, urlò come non aveva mai urlato con Tinuviel. L’ufficiale si abbandonò in lei con un gemito roco e Riel continuò a muoversi per dargli piacere. Ivette sorrideva divertita, era stata lei a tradirli, dovevano esserci anche schiavi che appoggiavano quelle violenze e quella crudeltà e lei era stata un ultimo dono del Capitano Anori…

    Lee riprese conoscenza e freddo alla scena lanciò uno sguardo alla barda, potevano ancora liberarsi e combattere, uccidere tutti quei bastardi, annegarli nel loro sangue…

    #7117
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    Il suo cuore esplose di gioia, era di nuovo al suo post e Riel l’aveva accettata sarebbero state insieme per sempre ma poi la sua mente si annebbiò di nuovo e la barda si addormento placidamente fra le braccia della sua Riel.

    Solo per svegliarsi in un incubo, Naltariel stuprata da quei mostri, drogata mentre si concedeva inerme a loro e Ivette, la dolce ragazzina a cui aveva promesso amore e libertà li aveva traditi.

    Non riuscì a rispondere alle parole sul capitano era già abbastanza in colpa.
    E la costrinsero a guardare mentre il gran bastardo prendeva la sua Riel, *no!* non aveva mai urlato così *non è possibile, è quello che le hanno dato lei non può avere più piacere da lui! lei è mia. Ha accettato di sposare me, ha il mio anello!*.

    Questa volta non pianse, oh no… questa volta avevano toccato il fondo, risvegliato qualcosa che non avrebbero dovuto disturbare, Emlin la cacciatrice, che aveva combattuto al fianco e sedotto perfino una dragonessa dorata, frigalth, e da lei aveva imparato la lingua dei draghi e la furia dei draghi.
    Non sarebbe stata vista debole da quelle creature, era venuta qui per trovare prove e prigionieri ma non più e nella sua mente c’era solo sangue e morte, era il momento di liberare tutti gli schiavi non collaborazionisti, Naltariel aveva detto di non bruciare quel posto ma non aveva mai detto di non sommergerlo in un mare rosso.

    Raccolse la magia dentro di se aspirando aria fino alla massima capacità dei propri polmoni, e poi rilascio un urlo fortissimo nella lingua dei draghi “HELJAR!!” *muori* voltandosi in modo che il cono di suono dirrompente non colpisse Naltariel ma più guardie possibile.

    Poi inizio a cantare, una canzore d’ira e distruzione sul drago Niðafjöllum, colui che rosicchiare le radici di yggdrasil, l’albero dei mondi.

    Þá kemr inn ríki
    At regindómi
    öflugr ofan
    Sá er öllu ræðr
    Þar kemr inn dimmi
    Dreki fljúgandi
    Naðr fránn, neðan
    Frá Niðafjöllum;
    Berr sér í fjöðrum
    – flýgr völl yfir, –
    Niðhöggr nái
    Nú mun hon sökkvask

    Canzone che avrebbe provocato il terrone nel cuore delle guardie e dei bastardi che avevano osare abusare di Naltariel.
    Lee… Uccidiamoli tutti! senza pietà, senza rimpianto, senza paura” li disse nella lingua degli angeli.
    E negli occhi della barda c’era un fuoco, il fuoco della furia che avrebbe fatto piacere a Sigurd e frigalth. Poi rise, una risata folle e crudele che probabilmente stava molto bene con la paura della canzone “oppure no, salviamone uno e portiamolo sanguinante a cantare per i padroni! oh se canterà” continuò nella stessa lingua.

    [Tinuviel usa l’incantesimo Lvl4 Grido e poi un esibizione bardica per Ispirare Terrore]

    #7119
     Elan 
    Partecipante

    Nirai storse il naso in una smorfia buffa.
    “Se ti sentisse la me di qualche mese fa, direbbe che hai sbagliato persona, probabilmente…”
    Era cambiata tanto in quell’ultimo periodo, era vero, e forse era cambiata proprio grazie a quella città. Aveva affrontato le cose peggiori, aveva visto una realtà che non pensava potesse esistere nemmeno nei suoi peggiori incubi, e aveva dovuto accettare che tutte le sue certezze venissero distrutte.
    Forse le aveva fatto bene, quel viaggio, alla fine dei conti.

    La gentilezza e la delicatezza del tiefling erano quasi impressionanti: tanta paura era in grado di incutere, tanto era capace di essere dolce mentre la spogliava, e la felinide lo lasciò fare mentre a sua volta gli toglieva la tunica da monaco, indigiando sui suoi muscoli e rispondendo al suo bacio con trasporto.
    Gli si sedette in braccio, cingendogli il collo con le braccia, baciandogli le spalle e mordicchiandogli piano il collo.

    Tornò quindi a guardarlo negli occhi, e gli sorrise.
    “Mi fido di te… so che non mi farai del male.” sussurrò a bassa voce, prima di baciarlo di nuovo stringendosi a lui.

    #7122
     Meeme 
    Partecipante

    NIRAI
    Nirai lo spogliò scoprendo quel corpo muscoloso e caldo ad ogni tocco delle dita, la cicatrice dove doveva trovarsi il cuore era ancora fasciata, ma poggiando il volto sulla parte destra del suo petto avvertì il cuore del mezzodemone che batteva a ritmo costante. Un cuore spostato, un segreto che, se rivelato, poteva costargli la vita in combattimento…

    La pelle di Muad’Dib era calda, lui la sollevò dolcemente per aiutarla a scivolare sul suo corpo, gemette appena quando lei gli mordicchiò il collo, era pacato anche nel fare all’amore ed i suoi sospiri appena sussurrati. Aveva una stazza massiccia, tutto di lui era massiccio, ma fu delicato quando la prese, si unì a lei con un fremito lasciando che Nirai si appoggiasse alle sue spalle e si abituasse a quella unione.
    Si muoveva in lei con calma, senza fretta e continuando a guardarla negli occhi, forse temeva ancora di farle del male e per questo era concentrato a mantenere il controllo a discapito della passione. Baciandola scambiava il suo respiro con lei e ritmava il movimento del corpo con i battiti del cuore, lenti, cadenzati e armoniosi.

    Restava seduto, in quella posizione contemplativa, e lei sopra di lui avvertiva ogni dolce movimento del corpo possente del mezzodemone. “Nirai…” mormorò con voce arrocchita e resa morbida dalla passione.

    TINUVIEL
    L’ufficiale non si era nemmeno tolto l’armatura per divertirsi con Riel e dopo essersi staccato da lei le aveva lasciato i segni dell’acciaio sulla pelle.
    Né lui, né i suoi sgherri si aspettavano quella reazione da parte della barda…

    Il celestiale spezzò le sue catene ed evocò due lame spettrali con cui liberò a sua volta la barda, passò una spada alla sua compagna di sterminio e sorriso, il sorriso di un lupo assetato di sangue. “So che vuoi la morte di quel ufficiale, ma lui dobbiamo prenderlo vivo, è il capo qui dentro e sarà un ottimo testimone per la tua causa. Lo faremo a pezzi quando avrà esaurito la sua utilità.” Le disse nella lingua degli aasimar.

    L’urlo della barda scaraventò in terra alcune guardie, quelle ancora stordite dall’amplesso impiegarono più tempo a recuperare almeno le armi. Tinuviel e Lee erano nudi, ma la rabbia e la furia che li guidava erano la loro nuova armatura. Il celestiale, mentre Tinuviel invocava il suo canto di terrore, si gettò su Riel, prendendola in braccio e mettendola al sicuro dallo scontro, poi si lanciò in battaglia con la genasi che gli scagliò contro dei poteri del vento.
    Sorrideva la bastarda traditrice. “Ti ucciderò, bellissimo angelo dalle ali mozzate… Ma crescerò molto volentieri tuo figlio…” Rise toccandosi voluttuosa il ventre. Il Gladiatore sputò in terra con disprezzo. “Non farai niente del genere. Ti squarterò come la bestia che sei diventata!”

    La barda venne ingaggiata in corpo a corpo da due delle guardie che avevano violentato Riel davanti a lei, quelle non erano degne di sopravvivere, non servivano al suo scopo e dovevano morire soffrendo. Gli altri non erano in grado di sopportare quel canto e si misero in una posizione fetale mentre l’ufficiale prendeva come scudo una ragazza di sangue misto pronto a sgozzarla se la barda si fosse avvicinata a lui.
    Forse ora capiva perché Muad’Dib aveva fatto morire in modo così terribile il capitano Anori…

    #7126
     Elan 
    Partecipante

    Era strano sentire quella pelle così calda sotto le dita, così com’era strano pensare che quell’orribile ferita, che avrebbe dovuto costare la vita al mezzodemone, in realtà non fosse poi così grave.
    Gli baciò il lato destro del petto, e chiuse per un attimo gli occhi sentendo il battito regolare del suo cuore, per poi tornare a guardarlo sorridendo.
    “Non avevo mai custodito un segreto così prezioso.” mormorò a bassa voce mentre scivolava su di lui, senza mai smettere di guardarlo negli occhi.
    “Lo difenderò a qualsiasi costo.” ed era sincera, nonostante la voce bassa.

    Muad’dib era talmente pacato che sembrava quasi impossibile, completamente diverso da chiunque altro, massiccio eppure capace di una delicatezza unica.
    Nirai non sapeva se fosse tutta quella strana combinazione o semplicemente il momento a farle girare la testa, ma adorava quella situazione.
    Lo accolse con un gemito, assecondando i movimenti di lui in una danza che le strappava il respiro in ogni istante.

    Si allungò su di lui, prendendogli le mani, avvertendo brividi ad ogni movimento.
    “Lasciati andare…” mormorò con voce rotta dai sospiri, le labbra a pochi millimetri da quelle di lui e gli occhi appena socchiusi per il piacere.

    • Questa risposta è stata modificata 5 anni, 1 mese fa da  Elan.
    #7128
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    A quel mostro non era bastato stuprare Naltariel, l’aveva ferita col metallo della sua armatura, prese la lama offerta dall’angelo guerriero e sorrise a sua volta feroce e fiera nella sua nudità, come la statua di una dea, ed il corpo di Tinuviel non era molto lontano da quel canone di bellezza… addominali scolpiti e seno sodo.

    oh sì, soffrirà dopo aver detto tutto il necessario per fermare questo inferno” e dopo quello ignorò la Genasi, era stata stupida e cieca, aveva visto quello che la puttana voleva che vedesse, una vittima invece di una complice e la sua anima se ne pentirà quando verrà giudicata dagli dei della morte. Tutto quello che era accafduto a Naltariel era colpa sua, avrebbe dovuto saperlo, avrebbe dovuto prevedere quella possibilità, a condotto l’amore della sua vita nel covo diquesti demoni immondi… come avrebbe potuto perdonarla?

    Non provo ad avvicinarsi all’ufficiale, quel codardo aveva preso una prigioniera come scudo, se era davvero una prigioniera “ora capisco perché Muad’Dib ha ucciso Altarael in quel modo, perché ha distrutto i suoi occhi così belli… erano la maschera di un abomino e meritavano di sparire in cenere“.

    Tinuviel non aveva davvero più pietà per Altarael la maledetta che aveva osato ingannarla e sedurla con una maschera, ma la maschera che aveva creato resterà per sempre con l’Usignolo cullandola e guidandola.

    Avrebbe dovuto essere estremamente accorta da nuda era molto vulnerabile alle lame ed anche essere sfiorata l’avrebbe ferita e possibilmente portato conseguenze fatali, era anche scalza ed un pestone avrebbe potuto spezzare delle ossa.

    Doveva essere rapida ed efficace, assunze una posizione difensiva ed iniziò a muoversi lateralmente girando atorno ai suoi avversari senza sollevare molto i piedi da terra per non rischiare di inciampare o essere sbilanciata. Con delle finte attiro i due in modo che si portassero davanti ad uno dei loro compagni terrorizzati e poi scattò.

    Colpendo con forza di piatto l’arma della prima guardia per poi spingerla per farla cadere sull’ostacolo, ovvero il verme schifoso in posizione fetale, spostò la spada per coprirsi mentre indietreggiava aspettò che l’altro avversario attaccasse in modo da poter deviare il suo attacco, avvicinarsi, afferrare il braccio armato ed affondare la lama in un punto scoperto prima che l’altro potesse rialzarsi.

    La guardia non sarebbe stata tanto stupida da cercare di aiutare il suo alleato atterrato, si sarebbe scoperto completamente.

    Fu tutto molto rapido, gli scontri reali lo erano sempre.

    #7142
     Mordoth 
    Partecipante

    Che sensazione orribile sentirsi con il dopo sbornia senza aver bevuto la sera prima, non riusciva proprio a farsi piacere il teletrasporto. Per fortuna capitava molto di rado di essere sottoposto a quella barbarie!
    Ma la tortura aveva valso a pena, almeno in parte. Echi lontani, umidità gocciolante, luce innaturale… odore di casa per il nano. Respirò a pieni polmoni sorridendo, nonostante il sapere da cos’era prodotta la poca illuminazione, quando si diceva innaturale…
    Il gelo sotterraneo gli penetrò dentro mescolandosi al gelo di sapere che quella città nascondeva orrori indicibili e al gelo inquietante delle intenzioni di Josie. Non sapeva ancora se aveva fatto bene ad accettare la proposta della maga, ma ormai la botte era stata aperta e bisognava finirla.
    Al cenno della maga Gant sussurrò di rimando: “Non riesco a rendermi invisibile, ma posso diventare un animale molto piccolo o una creatura di terra.” Pensava che in quell’ambiente potevano essere comunque alternative valide.

    #7143
     Meeme 
    Partecipante

    GANT
    Josie annuì e lasciò che lui si trasformasse aiutandolo poi a muoversi più velocemente mentre procedevano in quei cunicoli sotterranei.
    C’era una città, lì sotto, ma non c’erano guardie a controllare i prigionieri. I soldati elfi di Torvael trasportavano gli schiavi, li costringevano dentro a dei contenitori di acciaio e con una serie di tubi estraevano l’essenza magica che andava poi a convogliare nella città di Torvael rendendola luminosa come un gioiello raro.

    Gant udì le urla terribili dei prigionieri, alcuni maghi elfi controllavano lo stato delle capsule, alimentando con l’elettricità quei macchinari in modo che fossero sempre in funzione.
    Quando un prigioniero diventava inutile, veniva tolto dalla capsula e lasciato a vagare in quel freddo senza alcun controllo.
    Non servivano carcerieri nella Ghiacciaia, gli schiavi erano smorti, spenti, incapaci di riconoscere se stessi e gli altri, quasi tutti si lasciavano morire nel gelo, pochi tornavano in superficie anche se i Padroni non si sarebbero ripresi i loro servitori ribelli.
    “Voglio che tutto questo finisca, non possiamo salvare gli schiavi, ma possiamo evitare che altri siano costretti a questa tortura…” sussurrò la maga. “Aiutami a distruggere questo posto, voglio vederlo esplodere in un mare di luce…” concluse lei con voce rotta.

    NIRAI
    Lui sapeva che il suo segreto era al sicuro con Nirai, si fidava di lei, la felinide gli aveva dimostrato di credere nella loro causa, di voler fare qualcosa per migliorare la vita dei non-elfi, lui ammirava questa determinazione e quella schiettezza. “So che lo farai…” sussurrò con un sorriso.

    Assecondò i movimenti di lei e la strinse con più decisione quando Nirai gli prese le mani. La baciò sul petto aumentando il ritmo con cui la possedeva e fece scivolare le mani sulle cosce della felinide per aiutarla nel movimento. Lei gli chiedeva di lasciarsi andare, le prese il respiro con un bacio ed era caldo e piacevole.
    Muad’Dib la strinse sulle gambe più saldamente in modo che i loro fianchi si unissero ancora di più e la felinide avvertì tutta la forza del mezzodemone mentre danzava in lei, una sensazione di piacere bollente come la pelle del suo amante.
    La tristezza, il dolore, la violenza, niente esisteva più in quel momento, esistevano solo i loro sospiri che si confondevano l’uno nell’altra. Sapeva di cenere quel respiro roco che la estasiava, braci ardenti lambivano la sua pelle e Nirai si perse in quei movimenti sempre più decisi e possenti.
    Muad’Dib aveva allentato il controllo e la stava amando con tutto se stesso.

    TINUVIEL
    La barda era nuda, così come Lee, ma erano guerrieri eccezionali e non mostravano la minima paura di fronte a quegli elfi in armatura. Tinuviel si mosse calcolando bene i tempi e l’elfo cadde nella sua trappola scivolando sul corpo del suo compagno.
    La lama spettrale trovò il cuore di quel bastardo e la barda si rese conto che la lama datale dal celestiale tagliava come burro allo stesso modo carne e metallo.

    “Tu sei una di noi, avresti dovuto combattere insieme a noi ed al nostro Capitano! Non farla uccidere da quel demone sanguinario!” Le rinfacciò l’ufficiale mentre trascinava il suo ostaggio in modo da avere protezione.
    Tinuviel si fece largo ammazzando altri due elfi che le si erano lanciati addosso, una ferita superficiale le aveva sfregiato una gamba, ma non sentiva dolore, solo rabbia…

    Avvertì un urlo disperato provenire alla sua destra e con la coda dell’occhio vide Lee mentre afferrava la genasi alla gola e come promesso la squartava dal ventre alla gola. La compassione aveva abbandonato l’aasimar da molti anni ormai e dopo aver gettato via quel corpo morto si lanciò verso altri due elfi.

    #7144
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    Quella lama era davvero eccezionale, non aveva mai forgiato, o visto, una lama in grado di tagliare il metallo, era proprio un arma forgiata nei fuochi celestiali.

    Avrei voluto, ma io non sono una di voi” ringhiò con tono rauco e profondo, cosa che faceva inconsciamente quando si infuriava, una delle cose che le erano rimaste dai giorni con frigalth, quando cavalcava una dragonessa, a letto ed in battaglia, non aveva mai immaginato un onore più grande di quello.. salire in groppa ad una creatura così intelligente e maestosa.

    io sono un elfa! Tinuviel Ionnathithil! l’Usignolo ed Emlin.” continuò avanzando sui suoi nemici con la furia delle valkyrie negli occhi e l’acciaio del valhalla nel pugno. Non le importava più di star uccidendo degli elfi, perché nella sua mente quelli erano elfi solo nella carne, non gli importava delle ferite che subiva, le avrebbe curate in seguito, per lei ora c’era solo rabbia e vendetta ed il desiderio soverchiante di proteggere la sua compagna, proprio come un drago od una tigre.

    Anche la morte della genasi che aveva baciato ed assaggiato pochi minuti prima le diede solo una nera e cupa soddisfazione, non si domandò neanche se era stata rotta da Altarael o se fosse sempre stata marcia dentro, persone marce dentre abbondavano in tutte le razze, come dimostravano i vermi che stava abbattendo.
    Continuò a parare ed affondare e piroettare attorno agli elfi in armatura, con i capelli al vento e la pelle, lievemente abbronzata dai suoi viaggi, che si macchiava di sangue. Tinuviel non risparmiava nessuna tecnica per avere il minimo vantaggio in quella situazione, usare i cadaveri come ostacolo, finte, afferrare gli arti, graffiare volti come se stesse cercando di cavar loro gli occhi con le unghie.

    La skald era in preda ad una furia profonda come non aveva mai provato prima, una berserkr anche se in quel momento non indossava il suo mantello d’orso.

    #7147
     Elan 
    Partecipante

    Nirai aveva piegato per un istante la testa all’indietro, perché non aveva mai provato nulla del genere.
    Quel momento era semplicemente estatico e ne era totalmente rapita, avvertendo ogni movimento ed ogni sospiro come se tutto fosse amplificato.
    Non sapeva se fosse il respiro di Muad’dib a farle quell’effetto, o la sua pelle calda, ma avvertiva la sua forza su ogni millimetro della pelle, ed era una sensazione che le faceva letteralmente girare la testa.
    Non c’era più spazio per le parole, il suo respiro era solo per quello del mezzodemone, e quando lui la strinse più forte lei gli cinse il collo con le braccia.

    Per un attimo pensò davvero di poter andare a fuoco, ma fu un istante fugace, un pensiero su cui non si soffermò e che venne spazzato via.
    C’era soltanto Muad’dib, non la città attorno a loro, non ciò che avrebbero dovuto affrontare il giorno dopo e nemmeno ciò che era successo in passato. Tornò a guardare il mezzodemone come se fosse tutto il suo mondo, perché era veramente tutto il suo mondo in quel momento, e gli sorrise. Lui aveva allentato il controllo e lei aveva totale fiducia in lui, l’avrebbe avuta sempre.

    Gli prese il viso tra le mani e lo guardò a lungo, come se avesse dovuto imprimere nella mente ogni dettaglio del suo viso, per poi baciarlo di nuovo a lungo e con passione, fino a farsi mancare il respiro.

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