Storia di altri Romei e di altre Giuliette…

Questo argomento contiene 450 risposte, ha 5 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Meeme 3 anni, 10 mesi fa.

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  • #5192
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    Ecco! Era successo proprio quello che Tinuviel temeva, l’avventata linguaccia di Nirei aveva finalmente superato il livello di pazienza di un elfo, anche più in fretta di quanto aveva creduto possibile prima dello scherzetto di quegli sciocchi mezzosangue.

    è solo il vostro dovere” rispose pacata, usando le proprie abilità di recitazione per non far trapelare niente di quello che provava.

    *non ci mancava altro! Se riesco a liberarla la prendo a schiaffi, l’ennesima persona che mi scombina i piani* ora avrebbe dovuto andare al palazzo di giustizia, sperando di incrociare Lord Sirion spiegarli tutto, poi intercedere per la lingua lunga, sperando che non decidano di schiavizzarla *in quel caso dovró comprarla e non ne sará contenta. Sempre che non abbia successo anche nel farsi spedire nella ghiacciaia.*

    *e forse domani potró andare a casa, mamma sará sollevata nel rivedermi*

    Deciso cosa fare si diresse verso il palazzo, tenendo gli occhi aperti in cerca dei due idioti.

    #5274
     Elan 
    Partecipante

    Bloccata! Paralizzata in quel modo, proprio come tanti anni prima…
    Per Nirai non poteva esserci sorte peggiore, e soffiò e ringhiò, anche se dalle sue labbra non scaturiva alcun suono per via dell’incantesimo.
    Detestava quella costrizione, detestava qualunque costrizione, e contrasse i muscoli fino allo sfinimento per cercare di liberarsi.

    Sforzi palesemente inutili, ma le sembrava di impazzire in quelle condizioni.

    Quegli elfi erano idioti e ridicoli, e sicuramente non avevano nulla da spartire coi ranger che l’avevano salvata: era dunque questo il loro modo di agire? Si erano fatti scappare delle persone, e per ripicca imprigionavano chiunque pensassero potesse essere coinvolto?
    Stupidi, infantili, e ridicoli…
    E, pur non potendo parlare, i suoi occhi esprimevano tutto il suo odio verso di loro, in quel momento.

    #5290
     Mordoth 
    Partecipante

    Gant apprezzò la confidenza dell’oste, evidentemente dettata dal fatto di essere lui stesso in una posizione scomoda più che dalla volontà di aiutare un non-elfo.
    Guardò torvo l’elfo quando si riferì a quelli come lui in termini di selvaggi… avrebbe voluto dirgli *ehi, guarda che ti sento!* con il tentacolo a nodo alzato a mo’ di sfida, ma si trattenne.
    “Brutta faccenda… brutta brutta… concordo nell’aspettare Lord Sirion, capisco bene le difficoltà di spiegare il mio girovagare da solo.” Disse, dimostrando buon senso nonostante l’inferiorità della sua natura… tsk!
    Non chiese altro riguardo la Ghiacciaia, non aveva interesse a sapere di più di un luogo che sperava di non vedere mai.
    “Purtroppo siamo stati ben incastrati. Non ho la minima idea delle intenzioni che hanno quei due… e penso che anche Lord Sirion ne sia all’oscuro, nonostante abbia viaggiato assieme a noi. Non mi resta che aspettare il suo ritorno.” Era sincero, sperava che l’elfo lo capisse. “Posso aspettare nella mia stanza o preferisci avermi sott’occhio?”

    • Questa risposta è stata modificata 6 anni, 10 mesi fa da  Mordoth.
    #5291
     Meeme 
    Partecipante

    GANT
    “Possiamo aspettare di sotto, spero solo che Lord Sirion non si faccia troppo attendere, questa situazione è insopportabile e pericolosa.” concluse il povero oste seccato. Sembrava così depresso che si fece anche un boccale dello strano intruglio dell’alchimista mentre aspettavano.

    Lord Sirion tornò dopo un paio di ore, come aveva detto, e la faccia dell’oste lo mise subito in allarme. Gant non fece in tempo a dire nemmeno una parola che l’oste snocciolò tutta la questione senza nemmeno prendere fiato lasciando il nobile elfo esterrefatto e preoccupato.
    “La situazione è delicata, quei due pazzi hanno scelto proprio un ottimo periodo per fare gli esploratori.” Anche lui era ignaro delle vere intenzione dei due mezz’elfi. “Abbiamo qualcosa che hanno toccato? Potrei recarmi dai Druidi e dai Sacerdoti in modo da seguire una traccia.”

    NIRAI
    Nirai venne trascinata in malo modo da quelle guardie, strattonata e rinchiusa in una piccola gabbia e poi in una più grande insieme ad altre persone. Erano tutti non-elfi, proprio come lei, c’erano molti umani, ma anche esseri di razze miste che Nirai non aveva mai visto prima. Avevano tutti lo sguardo basso, alcuni sembravano malandati e tossivano sofferenti.

    Le guardie non offrivano loro acqua e sembravano indifferenti alle sofferenze. Ogni tanto qualcuno veniva prelevato, per interrogarlo dicevano loro, ma Nirai non vedeva nessuno tornare indietro. Qualcuno veniva rilasciato e lei doveva solo aspettare il suo turno per essere interrogata a rilasciata, l’incantesimo aveva perso il suo effetto e sentiva di nuovo i suoi arti liberi di muoversi quando la gabbia venne aperta di nuovo stavolta per buttare dentro un altro prigioniero.

    Era un grosso umano dai capelli e la barba scuri con degli strani tatuaggi sul volto, cadde per terra come un peso morto, ma perché era ubriaco, puzzava di alcool in una maniera indegna e quando si rialzò come se nulla fosse si calò i pantaloni ed urinò sugli stivali di una delle guardie che scappò via inorridita. L’umano se la rise, una bella risata calda e forte e si mise a canticchiare un motivetto sporco. Arrivò il capitano della guardia, una bella elfa dai capelli biondi e sospirò seccata ordinando all’umano di rimettersi i pantaloni. “Al vostro servizio, Domina…” rispose lui e si sistemò ammiccando. “Mi avete arrestato anche la settimana scorsa, il mese scorso ed anche quello prima del prima. Devo proprio piacervi per rinchiudermi ogni volta, Domina.” Rise ancora, l’elfa alzò gli occhi al cielo e sparì nella sala interrogatori mentre l’umano si sedette di peso grattandosi la barba incolta. “Nessuno di voi ha del vino?” domandò agli altri prigionieri e tutti si rannicchiarono ancora di più per non attirare gli sguardi delle guardie.

    TINUVIEL
    Le guardie si congedarono portandosi via la felinide e lasciando la barda sola a rimuginare su come fare per tirarla fuori di prigione. Una soluzione sarebbe stata quella di comprarla come una normale serva, ma solo se per validi motivi Nirai fosse stata privata del lasciapassare.

    Camminò sovrappensiero per un paio di ore fino a raggiungere il Palazzo di Giustizia; era sempre splendido, come ricordava, ma c’erano i tendaggi del lutto ad adornare le finestre decorate. Dentro la sala era magnifica, con arazzi pregiati ed affreschi a tema floreale sul soffitto. Tinuviel si accorse subito che la sorveglianza era stata aumentata rispetto al solito e le guardie avevano tutte uno sguardo determinato e feroce. “Cosa posso fare per voi, Domina?” le chiese un attendente avvicinandosi alla barda con voce gentile.

    #5293
     Elan 
    Partecipante

    Se avesse potuto, Nirai avrebbe aggredito senza tanti complimenti tutte quelle guardie. Avrebbe soffiato, ringhiato, li avrebbe persino morsi, pur di impedire loro di toccarli.
    Ma quell’incantesimo le impediva qualsiasi cosa, ed era la sensazione di impotenza più sgradevole che avesse mai provato in tutta la sua vita.

    Fu quasi una benedizione raggiungere la prigione: per lo meno avrebbero smesso di metterle le mani addosso.
    Non che di tutti gli altri prigionieri le importasse particolarmente. Non era una crocerossina da quattro soldi, e preferiva rimanersene per i fatti suoi che dare attenzioni al primo malandato di turno.
    Certo, disprezzava la schiavitù e la prigionia, e per quanto quella città fosse di elfi, li stava disprezzando non poco.
    Erano sciocchi, ridicoli, e inutilmente pomposi…

    E il suo fastidio non migliorò di certo quanto venne imprigionato l’ennesimo umano.
    Puzzava in maniera disgustosa, e se ci fosse stato un premio per la volgarità, lui l’avrebbe vinto di sicuro.
    La felinide arricciò il naso disgustata. Oltre che volgare, quell’essere sembrava anche un recidivo nel farsi imprigionare, da quello che diceva.
    Si domandava perché mai gli elfi non adottassero soluzioni ben più facili: cacciarlo dalla città e bandirlo per sempre. Avrebbero risolto definitivamente il problema della sua presenza, se li infastidiva tanto.
    Disgustata, si voltò dall’altro lato, agitando la coda. Sperava che il suo turno per essere interrogata arrivasse in fretta, rimanere in quella stanzetta iniziava a pesarle terribilmente.

    #5295
     Meeme 
    Partecipante

    NIRAI
    Nirai tentò di passare inosservata, ma era l’unica a non avere lo sguardo basso e questo infastidiva le guardie in modo strano. “Abbassa lo sguardo, bella gattina. Se ti mostri troppo spavalda te la faranno pagare.” L’umano aveva barcollato un po’ verso di lei e le aveva sussurrato quella frase ammiccando malizioso.

    “Insomma, nessuno ha del vino per me? Oh, andiamo!” disse più forte e le guardie iniziarono a mormorare. Dovevano conoscerlo bene visto che continuavano ad imprigionarlo ed era ancora vivo. “Cosa c’è per pranzo oggi? Brodaglia di scarti, oppure spezzatino di stivali vecchi?” rise continuando a fare casino come se non gli importasse di passare per pazzo.

    #5297
     Elan 
    Partecipante

    Nirai storse il naso, terribilmente disgustata, quando l’umano le si avvicinò, e lo guardò con spregio, facendo un passo indietro e ringhiando.
    “Non mi chiamare gattina.” disse irata. Non avrebbe certo accettato i consigli di un maledetto umano ubriacone.

    “Forse dovresti pensare meno a bere e più a restare fuori di qui, anziché dispensare stupidi consigli non richiesti.”
    Non era cordiale, per niente e nemmeno amichevole.
    Non lo sarebbe stata normalmente – di sicuro con un umano, almeno! – e in quelle condizioni lo era ancora meno.

    Sperava solo – per la loro incolumità – che quei due stupidi mezzelfi si fossero fatti trovare prima da Lord Sirion che da lei. Perché, altrimenti, avrebbe fatto passare loro la peggior giornata della loro stupida vita.

    #5298
     Meeme 
    Partecipante

    NIRAI
    L’umano rise alla reazione della felinide. “Come preferisci, bella micetta, ma non so il tuo nome e sembri davvero morbida! Posso chiamarti Morbidina?” Nirai non capiva se la stesse prendendo in giro, ci stesse provando con lei, oppure era ancora totalmente ubriaco.

    “A me piace stare in prigione! Hai visto come mi guardano quelle belle elfe? Hanno tutte un debole per me!” Ammiccò di nuovo allegro. “Tu dovresti bere un po’ di più, Morbidina, sicuramente saresti più allegra, desiderosa di fare nuove amicizie e ascoltare i consigli di chi sa come sopravvivere in prigione!” Rise ancora più forte di prima. “ Io sono Wallach, comunque! Piacere di conoscerti, bella Morbidina!” si presentò allegro e le tese la mano in segno di amicizia.

    #5299
     Elan 
    Partecipante

    “No, non puoi.” sbuffò Nirai, seccata da quella continua pretesa di dialogo, e anche discretamente infastidita dal suo atteggiamento. Non sapeva cosa volesse ottenere, ma se si era fatto strane idee aveva davvero sbagliato persona.

    “Buon per te. Dovresti chiedere di non farti rilasciare più, se ti piace tanto, allora.” disse sbuffando. Stava parlando di più di quanto le piacesse fare, e alle sue ultime parole gli lanciò un’occhiataccia.
    “Bere ti impedisce di ragionare e ti fa fare cose e discorsi stupidi. Forse è per questo che dici che ti piace tanto stare in prigione.”
    La sua voce era molto poco amichevole, e quando le porse la mano in segno di amicizia, tirò indietro le orecchie, mostrando i denti e soffiando per quel tentativo di contatto non richiesto.
    “Ti conviene starmi alla larga, ubriacone. Non sono qui per fare amicizia.” disse, secca.

    #5300
     Meeme 
    Partecipante

    NIRAI
    Le guardie osservavano in modo strano la felinide anche se lei non sembrava preoccupata. “Come vuoi, Morbidina!” rise mettendosi una mano davanti alla bocca per soffocare in parte la risata. “Mi piace saltuariamente, vivere qui è noioso ed io ho molte cose da fare nella vita!” si giustificò stiracchiandosi.

    Quando lei reagì in quel modo l’umano ritirò la mano ed alzò le spalle. “Calmati, Morbidina, non ti ho mica invitata a cena! Se continui a mostrarti così spavalda ti faranno abbassare lo sguardo in un modo che non ti piacerà affatto.” sussurrò piano per non farsi sentire dalle guardie. “Sei nuova da queste parti ed immagino tu sia stata trasferita da poco nel Distretto dei Non-Elfi, una persona saggia dovrebbe ascoltare chi ha più esperienza di lei in certe cose. Vuoi sopravvivere? Abbassa lo sguardo come fanno gli altri e mostrati sottomessa…” Le suggerì lui un’ultima volta.

    #5301
     Elan 
    Partecipante

    L’espressione sul volto di Nirai diceva tutto su cosa pensava di quel dialogo poco gradito. L’umano la stava infastidendo terribilmente, e più il tempo passava, più desiderava riempire di ceffoni quei due idioti dei gemelli.
    Quel viaggio avrebbe dovuto aiutarla, invece la stava solo innervosendo terribilmente.
    “Se questo posto è noioso allora non cercare di tornarci. Ti contraddici da solo, è evidente che sei solo ubriaco.” disse sbuffando, e incrociando le braccia.

    Ma non apprezzava il contatto non richiesto – anzi, non apprezzava minimamente il contatto – e quei ridicoli tentativi di approccio la stavano facendo solo innervosire.
    “Non cercare di toccarmi, stammi lontano, e vedrai che andrà tutto bene.” aveva gli occhi ridotti a due fessure, ma non aveva alcuna intenzione di abbassare lo sguardo.
    Osservò le guardie, che la stavano osservando, e storse il naso.
    “Dovrei ascoltare i consigli di uno che continua a farsi imprigionare di continuo? Non mi pare un’idea molto saggia.” fece notare.

    Forse quei consigli avrebbero dovuto spaventarla e farla comportare diversamente, ma non aveva intenzione di abbassare la testa di fronte a nessuno, specie in una situazione del genere.

    #5306
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    Ed eccolo finalmente il palazzo di Giustizia, sfortunatamente lungo la strada non aveva trovato né sirion né i due forse-mercanti, per loro fortuna però, come tutte le opere elfiche non era cambiato niente nei pochi anni per cui era rimasta lontano.

    *il lutto* entrò e quando il servente le si avvicinò con tono altrettanto gentile, la camminata almeno aveva calmato un poco la rabbia verso i tre, “due ore fa è stata portata qui una felinide con visto congelato, sono qui per sapere se è già stata interrogata e se il suo visto è ancora bloccato… o revocato completamente.

    sperando che almeno una cosa vada nel verso giusto *altrimenti la uso come scaldaletto! lo giuro!*

    #5308
     Meeme 
    Partecipante

    NIRAI
    L’umano aggrottò un sopracciglio. “Dovresti ascoltare i consigli di chi è ancora vivo nonostante venga imprigionato di continuo. Finirai male se non la smetti di guardare tutti in quel modo, sei troppo esotica per passare inosservata, Morbidina. Rischi di farti del male.” sussurrò un’ultima volta e poi la lasciò in pace allontanandosi da lei.

    Qualche minuto dopo Nirai sentì il capitano delle guardie, la bella elfa bionda, ordinare agli altri di prendere l’umano e dargli una ripulita. Wallach si alzò e si lasciò portare via senza fare resistenza, anzi sembrava molto divertito dalla cosa e lanciò un’occhiata maliziosa all’elfa bionda che fece un’espressione disgustata. Scomparve come gli altri, ma nessuno sembrava preoccuparsi di lui impegnati a passare inosservati sperando di venire rilasciati in fretta.

    Vennero a prendere Nirai pochi minuti dopo e non furono gentili con lei, la trascinarono in malo modo strattonandola e buttandola in terra dentro una stanza degli interrogatori. La incatenarono ad una parete e la spogliarono nuda per perquisirla lasciandola poi in quelle condizioni senza dare spiegazioni. Le misero una benda sugli occhi e poi in catene la trascinarono di nuovo senza però che lei riuscisse a capire dove. Quando le tolsero la benda vide una stanza pulita con tende rosse di broccato, divanetti e cuscini. Gli elfi ridevano mentre la buttavano insieme ad altre donne nude e spaventate. Erano tutte esotiche proprio come lei, alcune avevano sangue di demone nelle vene, altre angelico, altre ancora strane colorazioni aliene.

    TINUVIEL
    L’attendente la fece aspettare qualche minuto sparendo dietro una porta, quando tornò sembrava avere buone notizie per lei. “La felinide non è stata ancora interrogata, pensano che una notte in cella possa renderla più docile. Se il visto le verrà revocato o bloccato la informeremo, Domina, così potrete acquistarla come serva.” Sorrise cordiale.

    Una notte in cella non le avrebbe fatto male di sicuro, almeno avrebbe smesso di parlare in modo avventato in una città chiaramente ostile nei confronti dei non-elfi.
    “C’è altro che posso fare per voi, Domina? So che è molto tempo che mancate da Torvael, ci sono stati alcuni cambiamenti ed anche qualche problema nel Distretto dei Non-Elfi. I Padroni sono divisi, il Quarto ed il Terzo Padrone vorrebbero dei cambiamenti e maggiore tolleranza per i non-elfi, ma gli altri non sono d’accordo e vorrebbero mantenere lo status quo. Vi informo che la vostra famiglia è contraria alla tolleranza, ma questo lo sapevate già, non è vero, Domina?”

    #5309
     Elan 
    Partecipante

    Se il fatto che l’umano avesse smesso di tormentarla era stato un sollievo, venire prelevata, incatenata e bloccata in quel modo fu tutto il contrario.
    C’era una sola cosa al mondo che Nirai odiava davvero – anche più degli umani – ed erano le catene, le costrizioni… e tutto quello che le stava succedendo in quel momento era qualcosa che non sarebbe mai più dovuto accadere.
    Lottò e ringhiò mentre la spogliavano, morse, si agitò… se avrebbe potuto rendere la vita dei suoi aguzzini un inferno, l’avrebbe fatto in qualsiasi modo.
    La parte peggiore arrivò quando le misero la benda sugli occhi: privata anche della vista, non era forse mai stata così tanto impotente in vita sua.

    Ormai il suo ringhiare era diventato una costante, oppose una strenua resistenza quando la trascinarono per l’ennesima volta, e quando si ritrovò in mezzo a quella stanza insieme alle altre donne, il suo sguardo non esprimeva altro che odio.

    Si guardò attorno, alzandosi. Non era pudica, né quelle risate divertite le mettevano un particolare imbarazzo addosso.
    Ma osservò con attenzione ognuno di quei volti, memorizzandolo, incidendolo a fuoco nella propria memoria.
    Di una cosa era certa.
    Qualsiasi sarebbe stato il suo destino, non avrebbe perdonato nessuno di loro.

    #5311
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    Attese pazientemente il ritorno dell’attendente, almeno in apparenza ma all’interno era agitata, al suò ritorno ascolto *almeno parzialmente è una buona notizia, non posso evitarle una notte al gabbio ma spero che serva a farle capire un paio di cose, buona fortuna sul renderla più docile però*

    grazie, forse domani avrà imparato qualcosa” rispose per restare in carattere anche se in realtà non le piaceva molto la schiavitù ed era una Domina migliore di molte altre pur non avendo mai avuto un servo davvero personale nella dimora di famiglia.

    a quanto pare sono tornata in un momento tomentato, un Padrone morto e gli altri divisi su una questione così importante” rispose pacata “prima di partire non avrei potuto immaginato una situazione simile“. e sì ovviamente la sua famiglia ricca e conosciuta si stava opponendo ai cambiamenti, non ne hanno mai accettano volentieri lo sapeva sin da quando aveva scoperto di avere più passione per musica e caccia che per la metallurgia non che mancasse di talenti il che ha aiutato.

    sì, mi aspettavo qualcosa del genere, la mia famiglia non ha mai nascosto il pensiero a riguardo. Sei stato molto utile e non mi serve altro, tornerò per prendere la felinide quando verrà rilasciata o venduta…. buonagiornata“.

    A questo punto non poteva fare altro per tornare rapidamente alla locanda per riferire dell’accaduto sperando di non perdere troppo tempo.

    #5313
     Meeme 
    Partecipante

    NIRAI
    La sala sembrava un enorme mercato della carne dove dei nobili sceglievano lo schiavo con cui divertirsi, Nirai si rese conto che l’avrebbero interrogata solo dopo essersi divertiti con lei e che ognuno di quegli elfi poteva essere il prossimo a metterle le mani addosso. Le ragazze erano tutte spaventate e sottomesse e questo le proteggeva perché così non avrebbero subito una violenza maggiore di quella che le aspettava in caso di ribellione.

    Nirai sapeva benissimo che lei sarebbe stata trattata in malo modo ed era pronta a subire le conseguenze del suo brutto carattere quando venne prelevata e fatta portare in una stanzetta con un tappeto lussuoso e molti cuscini. La felinide riconobbe l’elfa bionda capitano delle guardie che nuda come lei se la rideva divertita. Vicino a lei c’era l’umano ubriacone, portava solo un paio di pantaloni ed anche il corpo muscoloso era attraversato da tatuaggi. Le si avvicinò sussurrandole nelle orecchie per non farsi sentire. “Ringraziami, Morbidina, ti ho scelta per la Domina, ora capisci perché so come sopravvivere in prigione? Fai la brava e non dare di matto, fingi di divertirti e tutto andrà bene.” Le sorrise ed ammiccò di nuovo. L’elfa bionda fece un cenno all’umano e lui andò da lei.

    “Sì, è abbastanza graziosa ed esotica. Mi piacciono esotiche e lei si è comportata male, deve essere punita. L’interrogatorio può iniziare!” Rise e si versò da bere. “Parlami dei due mezz’elfi, felinide, ma mentre lo fai voglio che ti strusci su di lui, ho bisogno di eccitarmi per concentrarmi meglio.” Il disgusto che simulava in prigione era solo una maschera, in realtà le piaceva quel umano e sembrava una vera depravata. Wallach si avvicinò a Nirai e le si mise davanti facendo finta di giocare con lei, ma senza toccarla. “Non ti farò del male, ma se ti ribellerai ti manderà dalle altre guardie e loro non saranno né gentili, né delicate. Fai quello che dice, io farò lo stesso…”

    TINUVIEL
    L’attendente sorrise molto soddisfatto di essere stato utile. “Purtroppo nessuno si aspettava la morte del Quinto Padrone, era molto amato e rispettato, ma siamo certi che Domina Wisewill sarà una splendida Padrona!” Conosceva di vista Rosaline Wisewill, era un’elfa molto bella, ma anche volubile e civettuola. La carica sarebbe dovuta passare a sua cugina Juliet Wisewill, ma l’elfa era di mente debole e difficilmente sarebbe stata in grado di guidare la loro gente in un Consiglio.

    “Devo lasciare un messaggio alla vostra nobile madre, Domina?” le domandò prima che si allontanasse perché voleva essere sicuro di aver fatto il suo dovere in modo appropriato.

    #5317
     Elan 
    Partecipante

    Quella città la disgustava profondamente, e il mercato della carne non era altro che l’ultima delle perversioni che si sarebbe aspettata in un posto simile.
    Era proprio vero quello che aveva imparato a suo tempo…
    I gioielli più perfetti nascondevano le peggiori impurità, ben nascoste al loro interno. Ma Nirai non si sarebbe lasciata spaventare da nulla, né avrebbe permesso ad alcuno di quegli elfi di metterle le mani addosso, a costo di lottare con i denti.
    Strinse le mani a pugno, in un moto di rabbia, perché anni prima avrebbe potuto difendersi molto meglio…

    Ma prima che potesse dire o fare altro venne prelevata, e portata in un’altra stanza. Il solito ringhio basso e minaccioso ormai usciva costantemente dalla sua gola, ma di certo non si sarebbe aspettata di trovarsi di fronte al capo delle guardie e all’ubriacone che l’aveva infastidita poco prima.
    Gli occhi ridotti a due fessure, quando lui le si avvicinò lo fulminò con uno sguardo di certo non riconoscente.
    “Ti aspetti anche un grazie per questo, magari?” sussurrò irata.
    Non le piaceva lui, non le piaceva quell’elfa ipocrita, e non le piaceva quella situazione.

    Situazione che andò solo peggiorando, quando l’elfa ordinò che durante l’interrogatorio si strusciasse sull’umano.
    Non poteva nemmeno credere che esistessero simili livelli di depravazione, e quando lui le si avvicinò fece un passo indietro, il fuoco negli occhi.
    Ma era in trappola, lo sapeva, e poteva solo cercare di guadagnare tempo per trovare una via di fuga.
    Se solo fosse arrivata abbastanza vicina, avrebbe aggredito l’elfa a morsi, ma temeva che non sarebbe mai stato possibile. All’umano piaceva quel gioco, e avrebbe difeso la sua padrona da bravo giocattolino.

    Alla fine fu costretta a lasciare che lui si avvicinasse, non sarebbe potuta scappare in eterno, e temeva che con le guardie non sarebbe andata affatto meglio.
    Ma, per sicurezza, gli appoggiò entrambe le mani all’altezza del cuore, applicando una leggera pressione: lui non sapeva della sua menomazione, e poteva sfruttare questa cosa a suo vantaggio, per il momento.
    “Esagera, e sei morto…” disse con un filo di voce, gli occhi socchiusi.
    Che l’elfa pensasse quello che voleva.

    “Non so quasi nulla di quei due stupidi mezz’elfi.” disse, per rispondere all’elfa. Il disprezzo nella sua voce non si era di certo estinto, anzi. “Si chiamano Ismau ed Edriel, avevano arruolato me, Lord Sirion e alcuni altri per difenderli nel viaggio fin qui, dichiarandosi mercanti. Su cosa mercanteggiassero o quali fossero i loro affari, non mi sono interessata.”
    Era vero, non le era mai importato della natura del viaggio dei due mezz’elfi, e se non fosse stato per la situazione in cui l’avevano cacciata, probabilmente se ne sarebbe anche già andata da quel posto maledetto.
    “Vi auguro di trovarli in fretta…” anche questa volta era sincera, ma le sue parole trasudavano odio e disprezzo: se li avesse trovata lei per primi, non sarebbe stata gentile. Nemmeno un po’.

    Tornò a guardare l’umano e gli avvicinò il viso al collo, premunendosi di fargli prima vedere i canini affilati.
    “Ti devi divertire parecchio per sopportare umiliazioni del genere.” gli sibilò di nuovo, aggressiva. “Ho sempre pensato che foste delle creature prive di ogni morale, voi umani, e a quanto pare è proprio vero…
    Era arrabbiata, e non le importava di risultare cattiva o sgradevole, né di ferirlo con quelle parole. Voleva ferire, e qualsiasi mezzo sarebbe andato bene.

    #5323
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    ne sono certa anche io” disse anche se in reltà aveva qualche dubbio, la volubilità non è di aiuto al comando, ma avrebbe imparato a contenerla.

    Un messaggio, in effetti fra un imprevisto ed una fregatura non ci aveva davvero pensato.

    E’ un ottima idea, sai?” rispose la barda “Puoi farle sapere che sono in città e spero di riuscire ad andare da lei oggi, se non incontro altri intoppi estremamente fastidiosi? grazie” continuò ancora con lo stesso tono gentile che chi si ritiene superiore deve anche comportarsi come tale.

    #5324
     Meeme 
    Partecipante

    NIRAI
    L’umano le fece l’occhiolino. “Ammetto che un grazie sarebbe molto gradito, ma visto che non lo dirai, mi accontenterò di un bacio.” E lei non si sarebbe potuta negare considerando l’elfa che la guardava lasciva. Lui alzò gli occhi al cielo alle minacce della felinide e lei notò che erano di un azzurro chiaro. “Non sei nella posizione per dare ordini.” le fece notare lui e la sollevò per la vita facendola adagiare sui cuscini premendo il suo corpo contro quello di lei. “Andrà tutto bene, non ti preoccupare…” gli mormorò lui con la voce roca e la bendò di nuovo con delicatezza. Sembrava immune alle sue cattiverie, come se non gli importasse affatto quello che lei pensava riguardo gli umani.

    “Quindi sono davvero due mezz’elfi. Esseri bastardi nati per errore…” commentò con la voce eccitata il capitano delle guardie. Nirai poteva solo sentire la sua voce ed avvertiva le mani dell’umano che la sfioravano con dolcezza.
    “Non erano mercanti, piccola gattina. Quei due bastardi devono essere venuti qui per cercare chi li ha generati. Non è la prima volta che succede, impiccheremo anche loro come abbiamo sempre fatto con gli altri.” L’elfa aveva la voce sussurrata di chi stava provando del piacere, Nirai sentì la lingua dell’umano che le accarezzava le punte dei seni e salendo la baciò davvero mentre le dita scendevano sul bacino per darle piacere. “Lord Sirion è coinvolto? Ha portato lui i gemelli a Torvael?” Domandò l’elfa, la voce più vicina e più eccitata.

    TINUVIEL
    “Tutti in città dicono che sarà una splendida Quinta Padrona! È bellissima e sono in tanti ad essere innamorati di lei!” le confessò l’attendente e da come ne parlava lui doveva essere uno di quei tanti.

    “Manderò il vostro messaggio personalmente, Domina!” concluse poi con un grande sorriso e Tinuviel uscì dal Palazzo di Giustizia sollevata di essere riuscita a risolvere almeno una cosa. La città era frenetica, ormai era ora di pranzo, e tutti si preparavano ad accogliere gli ultimi clienti e mangiare qualcosa prima di tornare a lavoro. I due mezz’elfi dovevano essersi nascosti da qualche parte, ma la barda non notò nulla di sospetto. Oltre al Distretto dei non-Elfi, potevano essersi recati nel Bosco limitrofo per unirsi ai Drudi ed ai Sacerdoti. Erano elfi, ma tra loro accoglievano anche non-elfi che venivano trattati con tolleranza e rispetto. Il motivo per cui preferivano vivere fuori la città era proprio dovuto alla loro maggiore benevolenza nei confronti dei diversi. Possibile che i due fossero usciti dalla città per raggiungere i boschi?

    #5325
     Elan 
    Partecipante

    Quel maledetto umano ubriacone aveva pure terribilmente ragione, e non c’era nulla che potesse far infuriare di più Nirai, in quel momento. Non era nella posizione per dare ordini, anzi, non era nella posizione per fare proprio un bel niente, se non subire quella situazione orrenda, sperando che finisse il più in fretta possibile.
    E come se volesse darle ancora più fastidio, anziché tenersi a distanza, l’umano la sollevò, la pose sui cuscini e si stese su di lei. Ed ebbe pure il coraggio di dirle che sarebbe andato tutto bene!!
    “Spero che tu ti diverta, finché puoi…”
    La sua voce era bassa, impercettibile, ma piena di tutta la rabbia che le bruciava nel cuore in quel momento. Ancora non capiva se si stava prendendo gioco di lei o cos’altro.

    In quel momento la benda quasi divenne un sollievo, perché l’ultima cosa che voleva era vedere ciò che stava succedendo.
    Quei baci, quelle carezze, forse a qualcun altro sarebbero anche potuti piacere, l’umano in fondo era delicato e gentile, ma per lei risultavano solo disgustosi e sgraditi, e quando le mani di lui iniziarono a scendere lungo il suo bacino, di riflesso lo morse sul collo, con forza, in un estremo tentativo di difendersi.
    Fu quasi a fatica che sentì le domande dell’elfa, coperte com’erano dal rumore del suo stesso cuore che batteva all’impazzata, e non certo per il piacere.
    “Non… direi coinvolto.” anche la sua voce era rotta. Avrebbe voluto piangere, ma aveva giurato a se stessa che non lo avrebbe mai più fatto, e non sarebbe venuta meno a quel giuramento…
    “Lord Sirion doveva partecipare ad un funerale, così ha detto. Lui ed i gemelli avevano una meta comune, e abbiamo fatto il viaggio insieme.”

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