Storia di altri Romei e di altre Giuliette…

Questo argomento contiene 450 risposte, ha 5 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Meeme 3 anni, 11 mesi fa.

  • Autore
    Articoli
  • #5336
     Mordoth 
    Partecipante

    Quest’oste a scuola doveva essere una chiavica nel coprire i pasticci dei compagni, in un batter d’occhio aveva detto tutto neanche fosse sotto tortura!
    “Ammesso che siano pazzi.” Puntualizzò il nano. “Non credo stiano facendo un semplice giro turistico della città, ci avrebbero avvertiti altrimenti. Qui tutto era stato pensato… forse anche la sua presenza, Lord Sirion.” Ipotizzò poi.
    Gant pensò un attimo alla richiesta del nobile. Di sopra era pieno di gingilli di quei due, ma se c’era solo la merce poteva darsi che non l’avessero mai toccata.
    Si grattò il meno con il tentacolo, di sotto la barba per non infastidire gli ospiti (uff, che noia questi elfi). Poi infilò la mano nella sacca e rovistò facendo un gran rumore. Infine tirò fuori il boccale che aveva dato al mezzelfo la sera prima per brindare e lo porse un po’ titubante a Lord Sirion.
    “Coinvolgere questi druidi e sacerdoti non metteranno automaticamente i due gemelli nei guai con le autorità?… E così anche noi?…”

    #5337
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    Tinuviel si chiedevà che cosa aveva spinto i due idioti a venire in città per poi sparire in quel modo e la concomitanza con i tafferugli nel quartiere dei non elfi sembrava essere solo una coincidenza, se una cosa può andare male probabilmente andrà peggio, comunque nessun otivo legale richiedeva sgattaiolare fuori dalle finestre… o forse per loro era uno scherzo e sarebbero riapparsi giocherellando *nahhhh*

    Comunque rimugginando sulla facenda cerco di affrettare il passo evitanto la folla dell’ora di pranzo per arrivare il prima possibile, avevba già perso abbastanza tempo!

    #5338
     Meeme 
    Partecipante

    GANT e TINUVIEL
    Lord Sirion stava per rispondere al nano quando ricomparve Tinuviel, l’elfa barda era sola, segno che la felinide doveva trovarsi ancora in giro ad investigare. Il nobile elfo alzò le spalle ed attese che la barda si avvicinasse prima di continuare. “Nessuna notizia da parte di quei due incoscienti, vero?” sospirò l’elfo. “Stavano pensando di raggiungere i Drudi ed i Sacerdoti in modo da fargli tracciare la posizione dei due ragazzi grazie al boccale di Mastro Gant.” spiegò all’elfa.

    “Indubbiamente passeremo dei guai per questo. Torvael non è tollerante con chi sparisce in questo modo, se poi si tratta di due mezz’elfi ancora peggio. Queste unioni sono punibili con la morte per chi osa portare avanti simili gravidanze.” Effettivamente Gant non aveva visto nessun mezz’elfo entrando in città. C’erano razze derivanti dagli umani, ma nessun mezzosangue elfico…
    “Le autorità ci ostacoleranno in ogni caso se decideremo di aiutare i gemelli, i sacerdoti però sono famosi per accogliere in mezzo a loro derelitti di ogni tipo. Vivono ai margini della città proprio per questo motivo e conosco alcuni di loro di persona. Sanno essere fidati e discreti.” concluse in attesa che Gant e Tinuviel decidessero come agire.

    NIRAI
    Quando Nirai lo morse al collo avvertì un gemito di dolore provenire dall’umano, ma lui fu bravo a stringere i denti e trasformarlo in un suono che poteva essere scambiato per piacere in modo da non insospettire l’elfa. “Ti piace mordere, perfetto… a me piace leccare…” Mormorò scherzosamente in modo da rendere quella scena perfetta. Si spogliò nudo e continuò a strusciarsi contro di lei premendo il suocorpo muscoloso sopra quello della felinide. Se continuava a fare la pazza isterica e frigida l’elfa non si sarebbe mai accontentata. “Lasciati andare e goditi questi momenti. Al tuo corpo piace tutto questo.” Sussurrò lui mordendole un seno con delicatezza.

    Scese a baciarla lungo tutto il corpo e poi tra le gambe tenendole i seni con le mani e continuando ad accarezzarla. Non stava raccontando una bugia sul “leccare” e si occupò di donarle piacere per farla sciogliere un poco. “Quindi non dovrò arrestare Lord Sirion… Brava gattina… Adesso fammi sentire come ti piace.” Wallach continuò a baciarla con più passione per farla cedere prima di passare all’elfa che ora era vicina e respirava roca in preda al desiderio. Nirai avverti l’umano fermarsi e lasciarla libera. L’elfa mugugnava di piacere a sua volta, segno che lui si stava occupando di lei. La felinide era ancora bendata, ma avvertiva i gemiti inequivocabili della passione ed il rumore dell’amplesso che si stava consumando velocemente e violentemente. Wallach aveva ragione, una volta fatto il suo dovere sarebbe andato tutto bene e nessuno l’avrebbe più toccata per farle del male. Doveva solo restare buona ed aspettare che l’elfa sfogasse il suo desiderio con l’umano.

    #5339
     Elan 
    Partecipante

    Se avesse potuto, Nirai avrebbe fatto molto più che morderlo, e di certo non per fargli provare piacere in qualche modo.
    Ormai era certa che si stesse divertendo immensamente a prenderla in giro, e iniziava anche a pensare che in qualche modo avesse organizzato tutto per divertirsi a sue spese.
    Non si sarebbe stupita, in realtà. Un umano era capace delle peggio cose, per quanto le sue intenzioni potessero apparire all’apparenza delle migliori.

    Quella battuta sul leccare le piacque assai poco, ma ancora meno le piacque quando alla “minaccia” seguirono i fatti.
    Si stava decisamente impegnando su quello che faceva, e la cosa che la Felinide odiava più di tutte era che il suo corpo inevitabilmente reagiva a quelle attenzioni non gradite.
    Dalle labbra le fuggì un sospiro, e maledicendosi si morse le labbra con rabbia.
    Non avrebbe mai perdonato tutto quello, né all’elfa depravata né al maledetto ubriacone. L’avrebbero pagata entrambi, non le importava come, non le importava quando… l’unica cosa di cui era certa età che non avrebbe lasciato quell’umiliazione imperdonata.

    L’unico sollievo fu quando lui, finalmente, la lasciò in pace per dedicarsi all’elfa depravata.
    Una città splendida l’avevano chiamata i gemelli e quella stupida con cui aveva viaggiato. Certo. Come se gli edifici perfetti e le strade pulite potessero veramente nascondere il marcio che vi regnava…
    Sperava solo che, impegnati com’erano, i due semplicemente si dimenticassero di lei. Si concentrò allora semplicemente sul battito del suo cuore e sul suo respiro, non volendo sentire più niente, volendo far finta soltanto di non essere mai stata in quel luogo.

    #5341
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    Almeno Lord tirion era tornato ed era stto informato dell’idiozia dei loro datori di lavoro, una piccola incombenza sbrigata da qualcun’altro ora c’era la parte fastidiosa “proprio niente, ho cercato ma senza trovare tracce, e loro non sono gli unici stupidi” rispose passandosi una mano sigli occhi “Nirai ha avuto la grande idea di parlare senza pensare dove si trove con le guardie alle porte del quartiere dei non elfi, ed ovviamente è stata presa in custodia per interrogarla,” Tinuviel era chiaramente infastidita dalla faccenda “sono andata al Palazzo di Giustizia ma non ho potuto fare nulla, verrà trattenuta una notte, domani decideranno se il suo visto verrà riattivato… altrimenti un attendente mi farà sapere” lasciando sottinteso il resto, Sirion di certo capirà.
    Una parte di Tinuviel pensava che avrebbe potuto fare di più per evitare il danno ma l’altra sapeva che non aveva modo di fermare la felinide e la sua boccaccia.

    a questo punto è l’unico modo per ritrovarli” rispose riguardo ai druidi Tinuviel sapeva della pena, per gli elfi più puristi deve davvero essere il peggiore dei crimini macchiare la nostra perfezione generando un mezzosangue “sì, molti problemi, anche dalla mia famiglia credo. Quegli idioti hanno deciso un bel momento per il loro colpo di testa

    #5344
     Mordoth 
    Partecipante

    Gant proprio non capiva… che città di matti!
    Ma a questo punto si poteva solo agire per uscirne col minore dei mali. A parte i due gemellini s’intende, loro avrebbero trascorso parecchio tempo a letto senza neanche un goccio di birra per alleviare il dolore.
    Nel sentire di Nirai il nano si dimenticò delle premure chieste dall’oste e con un fragoroso splat si piantò il tentacolo ventoso in faccia scuotendo la testa, proprio come di solito si usa fare con la mano intendendo un silenzioso oh no!
    “Stupida volubile… ahh! Se l’è cercata e ben le sta. Che si faccia la sua notte in gattabuia… ihihi gattabuia…” rise per un attimo, divertito dal gioco di parole… “domani si vedrà.”
    Poi guardò pensieroso Lord Sirion, erano nelle sue mani e in quelle delle sue conoscenze. “Voi per caso sapete se quei due hanno parenti qui in città? Le orecchie a punta devono pur averle prese da qualcuno. Non vi è venuto il sospetto viaggiando con loro?”

    #5346
     Meeme 
    Partecipante

    NIRAI
    La felinide si rannicchiò su se stessa e rimase in attesa, quando avvertì l’elfa urlare di piacere comprese che finalmente era finita, ma rimase immobile per evitare altre attenzioni sgradite da parte di quella gentaglia. Avvertì altri rumori, gente che si muoveva, gente che sospirava e poi qualcuno le mise un mantello sul corpo nudo e le tolse la benda con delicatezza.

    Era l’umano ubriacone e le fece cenno di parlare piano e non fare movimenti violenti. Si era rimesso i pantaloni, l’elfa non era più nella stanza, e si stava versando del vino caldo. “Bevine un po’, ti aiuterà a calmarti. È tutto finito, ora dobbiamo solo aspettare che ci riportino in prigione.” le disse con voce gentile offrendole da bere. “Dimenticherai tutto questo, non ti preoccupare, sarà solo un brutto ricordo da lavare via con acqua calda e sapone.” Le disse bevendo a sua volta. Il morso che lei gli aveva dato aveva lasciato il segno, ma lui sembrava non farci caso. “Adesso me lo vuoi dire il tuo nome, Morbidina?” Le domandò con un sorriso seducente. “Abbiamo condiviso qualcosa, non credi? Almeno il tuo nome dovrei essermelo guadagnato visto che ti sono piaciute alcune delle mie attenzioni.” La stava prendendo un po’ in giro, forse per farle dimenticare le cose più brutte.

    “Quei due ragazzini di cui parlavi, se sono nel Distretto dei non-elfi posso cercarli quando tornerò lì. Ho molto amici pronti ad aiutarli se le cose dovessero mettersi male per loro.” Aggiunse bevendo ancora. “C’è qualcosa da mangiare, un po’ di cibo è l’ideale dopo l’attività fisica. Vuoi?” Le chiese, era tranquillo, mangiava e beveva come se nulla fosse accaduto.

    #5347
     Elan 
    Partecipante

    Quando le fu tolta la benda, il primo istinto di Nirai fu quello di scappare. Si acquattò sulle quattro zampe, stringendosi il mantello addosso, ma la stanza non offriva via di fuga, e quel maledetto umano era ancora lì, probabilmente per tenerla controllata.
    I suoi occhi erano due fessure carichi d’odio, mentre lo guardava, tenendosi a debita distanza di sicurezza da lui.
    “Davvero le uniche due cose che riesci a fare nella tua vita sono bere e soddisfare i desideri di qualche elfa depravata?!” domandò con rabbia, la voce era bassa, ma più per il ringhio sordo che la accompagnava che per reale prudenza.
    Rifiutò il vino, avrebbe rifiutato qualsiasi cosa in quel momento.
    Era disgustata, arrabbiata, e la sua calma la faceva infuriare ancora di più, come se a lui non importasse assolutamente nulla di quello che lo circondava o che era successo.
    Come faceva? Come faceva ad essere così calmo?! Avrebbe tanto voluto spaccargli quella caraffa di vino in testa, e vedere se così forse avrebbe reagito, o fatto qualcosa di diverso da ridere e bere.

    “E non mi sono piaciute le tue attenzioni!!! Come puoi anche solo pensarlo?!?”
    Sentiva gli occhi bruciarle, e gli diede le spalle, iniziando a tremare, perché non voleva vederlo e non voleva che lui la guardasse in faccia.
    Pensava di fare il simpatico, forse?
    O era anche quello un modo per divertirsi con lei, finché l’elfa non fosse tornata per ricominciare?
    “Avrei dovuto strapparti la lingua a morsi, questa è la verità! E’ inutile che cerchi di fare tanto il carino per conquistarti la mia fiducia! Sarai contento che il tuo piano sia andato come desideravi! Spero vi siate divertiti per bene, almeno!!”
    Lo stava aggredendo apposta. In realtà non era sicura che fosse stato un suo piano – non del tutto almeno – ma la rabbia la faceva straparlare, e voleva solo dire cattiverie per ferirlo. Doveva trovare un colpevole per tutto quello che era successo, per sfogarsi, e lui era l’unico a portata di mano.
    “Immagino che sia per questo che finisci così spesso in prigione! Cerchi nuove vittime per il tuo teatrino, giusto?! Fai anche pagare il biglietto ad altri per guardare, o è una cosa solo vostra?”
    Si morse di nuovo le labbra, che avevano preso a tremare a loro volta, stringendosi nel mantello in un disperato tentativo di non piangere. Stava esagerando, e lo sapeva, e stava esagerando anche tanto, ma era l’unico modo che aveva per difendersi, in quel momento.
    Una piccola parte di sé un poco si sentiva anche in colpa, perché lui alla fine non era stato cattivo con lei, nonostante tutto.
    “Nirai…” fu la sua unica concessione, alla fine, sibilandolo tra i denti quasi che avesse dovuto strapparlo a forza dalla gola.

    Solo alle sue ultime parole sorrise, un sorriso di scherno che non aveva nulla di gentile.
    “Quei due ragazzini devono sperare che la tua amichetta gli metta le mani addosso prima di quanto faccia io. Vogliono giocare ai grandi investigatori e per farlo hanno creato problemi a tutti!”
    Odiava loro più di tutti in quel momento e, in realtà, stava odiando anche se stessa. Perché ancora una volta non si era dimostrata abbastanza forte da reagire ad una situazione del genere.

    #5348
     Meeme 
    Partecipante

    GANT e TINUVIEL
    Lord Sirion appoggiò sconsolato una mano sulla fronte. “Perfetto… Ci mancava solo questo per chiudere in bellezza la giornata.” sospirò. “Non importa, la felinide ci penserà due volte prima di aprire bocca senza pensare alle conseguenze.” Non sembrava preoccupato per la sorte di Nirai, lo era molto di più per il destino dei due mezz’elfi.

    “Nessuno in città ammetterebbe di avere dei figli mezzosangue. Gli unici mezz’elfi sono forestieri.” specificò il nobile elfo scuotendo il capo. “Qualcuno potrebbe aiutarli, ma a rischio della vita. Difficile riuscire a trovare eventuali parenti. Le nostre leggi sono molto severe, matrimoni misti sono vietati e vantiamo una dinastia purosangue.” Raccontò mostrandosi non così fiero di simili pratiche. “Se non avete altre domande possiamo andare…” concluse pronto a mettersi in marcia. L’oste sembrava l’unico lieto in quella stanza, liberarsi di loro doveva risollevargli l’animo.

    NIRAI
    Wallach aggrottò un sopracciglio prima si soffocare una risata. “Ragazza, sicura di non aver assunto strane droghe? Stai delirando!” La felinide pensava di offenderlo, invece l’umano la prese sul ridere come se niente riuscisse a scalfirlo. “Volevo solo aiutarti, non immaginarti cose assurde! Meglio con me con con quattro-cinque guardie che ti avrebbero messa a novanta penetrandoti ovunque con le loro spade foderate di velluto!” Esclamò facendo spallucce. “Oppure preferivi un rapporto completo? Se è questo che vuoi lasciami recuperare le forze e potrò accontentarti.” Rise divertito e mandò giù il vino tutto d’un sorso.

    Le fece una piccola riverenza quando lei si degnò di dirgli il suo nome. “Molto piacere, Nirai. Io sono Wallach come ti avevo già detto in precedenza.” Sorrise e mangiò un po’ di frutta e del formaggio. “E non vedo cosa ci sia di male nel bere e nel copulare. Ogni tanto organizzano questi festini a base di sesso, vino e cibo, ma l’importante è fare quello che dicono senza causare problemi. I ribelli non piacciono a nessuno.” Ammiccò.

    “Quindi non sono tuoi amici, non importa, li metteremo al sicuro lo stesso. L’ultima cosa che vogliamo sono un paio di ragazzini pronti a far esplodere altri disordini in città.”

    #5349
     Elan 
    Partecipante

    Le guance di Nirai avvamparono di rabbia alle sue parole, mista ad un poco di imbarazzo, perché sapeva di aver detto una cosa stupida, per quanto non lo avrebbe mai ammesso a nessuno, forse nemmeno a se stessa.
    “Con voi non mi stupirei più di nulla…” disse, mettendo un odio particolare nel termine “voi”, riferita ovviamente agli umani.
    Le dava talmente tanto fastidio che quel maledetto ubriacone sembrasse prendere tutto a ridere, che avrebbe veramente voluto riempirlo di schiaffi. E – cosa peggiore di tutte – la parte più razionale di lei sapeva benissimo che in fondo aveva ragione, e sarebbe potuta andarle davvero molto, molto peggio.
    Storse il naso a quella metafora davvero di pessimo gusto, e gli riservò la peggior occhiataccia dell’universo al sentire cosa pensava.
    “Non provare ad avvicinarti di nuovo.” gli disse ringhiando, ma a dire la verità non pensava che lo avrebbe fatto sul serio.
    La stava prendendo in giro, ogni sua parola non era altro che un concentrato di ironia. Ma, a suo favore, per lo meno non era un’ironia cattiva… o almeno non sembrava.

    “Dipende dai motivi della ribellione…” disse alle sue parole. Stava recuperando un poco la calma, anche se avrebbe ancora voluto essere da tutt’altra parte rispetto a dove si trovava in quel momento. E cambiare discorso, sicuramente, la aiutava quantomeno ad allontanarsi con la mente dai ricordi di poco prima. “Questo… modo di vivere… è degradante è umiliante. A te forse può anche piacere. Alle donne che erano con me nella stanza in cui mi avevano portato credo che piaccia molto meno.”
    Lo guardò un istante, non le piaceva parlare così tanto, ma aveva bisogno di tenere la mente impegnata, anche se lui forse non era la persona migliore per distrarsi.
    “Preferirei morire un solo giorno di libertà, piuttosto che viverne cento in un posto del genere…” Lo credeva sul serio, disprezzava la schiavitù come poche cose al mondo e quella non poteva essere chiamata in nessun altro modo.

    Rassegnata ormai al fatto che non avrebbe trovato alcuna via di fuga, si sedette guardando l’umano (non gli avrebbe mai concesso il privilegio di chiamarlo per nome!), ma mantenendo una discreta distanza di sicurezza.
    “Sono dei mocciosi stupidi, questa è la verità.” disse storcendo il naso nuovamente, e agitando la coda. “Ci avevano assoldato per proteggerli, e invece hanno ben pensato di scappare senza dire niente a nessuno. Come puoi proteggere qualcuno senza nemmeno sapere dove si trova?!”
    Scosse la testa.
    Era sempre intenzionata a riempirli di ceffoni, appena avesse potuto, ma ora che si stava calmando anche l’odio verso di loro era diminuito.
    “Parli al plurale, comunque… chi sono questi tuoi amici?”
    La curiosità sarebbe sempre stata più forte di lei, in qualsiasi circostanza.
    Lo guardò ancora per un istante, e notò nuovamente i segni del morso. Quindi si morse le labbra a disagio e distolse lo sguardo.
    “Scusa, per quello…” disse a bassa voce, le orecchie abbassate lungo la testa, come se fosse stato lo sforzo più grande della sua vita.

    #5353
     Meeme 
    Partecipante

    NIRAI
    L’umano si guardò intorno divertito. “Noi? Noi chi? Ci sono solo io in questa stanza!” Rise grattandosi la barba nera. “Non so che problemi hai con la gente, ragazza, ma se non ti calmi un pochino ti scoppierà una vena!” Le fece un gran sorriso. “Tranquilla, non ho intenzione di toccarti di nuovo, non senza il tuo permesso!” Le fece l’occhiolino e si stiracchiò pigramente.

    “Facile parlare di vivere un solo giorno liberi quando si è liberi come te. Domani potrai tornare a fare quello che facevi ieri e l’altro ieri. Noi siamo servi e preferiamo la sopravvivenza alla morte. Spiegami come potremo aiutare le nostre famiglie da morti, ragazza.” Non doveva essere la prima volta che gli facevano quei discorsi e dovevano sembrargli noiosi ed anche ipocriti. “Quelle ragazze sanno a cosa vanno incontro, sanno che ribellarsi sarebbe peggio e per questo si piegano per non spezzarsi.” Raccontò osservandola con attenzione.
    “Ma cosa puoi capire tu di queste cose? Sei così ingrata che mi accusi persino di aver organizzato tutto solo per toccarti. Sai quante donne vogliono essere toccate da me? Troppe, perciò non montarti la testa perché non sei speciale.” Era seccato da quel comportamento e si alzò lasciandole il mantello che doveva essere suo.

    “E non ti dirò nulla dei miei amici. Chiaramente non ti interessa la sorte di quei due ragazzi.” Si appoggiò ad una parete mantenendo una distanza di sicurezza da lei ed incrociando le braccia muscolose al petto. E fece spallucce quando lei gli chiese scusa per il morso. “Spero tu non abbia la rabbia o qualche altra malattia infettiva. La prese in giro lui con un sorrisetto malizioso.

    #5354
     Elan 
    Partecipante

    Nirai agitò nervosamente la coda alla sua ennesima risata.
    “È inutile che fingi di non capire. Tu potrai anche essere… decente…” storse il naso a quella parola. Era forse il miglior complimento che potesse rivolgergli “Ma altri della tua razza non lo sono. Anzi. E non ce l’ho con la gente… ho solo imparato a dubitare. Preferisco essere prevenuta verso tutti che fidarmi ciecamente delle persone sbagliate.”
    Non sapeva nemmeno perché gli stava parlando così tanto, tanto lui sembrava solo intenzionato a fare battute di dubbio gusto.

    “Non mi pare siate pochi, avete persino un quartiere completamente dedicato a voi in questa maledetta città! Non vi sta bene questa situazione? Ribellatevi tutti insieme!”
    A lei sembrava davvero l’unica soluzione possibile.

    Le sue parole però la fecero veramente avvampare, e questa volta di imbarazzo, perché la faceva sentire terribilmente in torto.
    “Cos’è, vuoi sentirti dire che ho sbagliato, che mi sono comportata male, che ti sono grata perché mi hai salvata da una situazione orribile?! È vero, ho sbagliato e ti ho trattato male! Ma…”
    Strinse i denti, senza finire la frase, e si asciugò con rabbia una lacrima ribelle che le era scivolata lungo una guancia.
    Sapeva di essere stata un’ingrata, sapeva di averlo trattato male, e sapeva che, se avesse voluto, lui avrebbe potuto fare molto peggio per farle molto più male… ma aveva paura, era arrabbiata e non voleva di certo mostrare gratitudine o altro. A nessuno. Ma non c’era bisogno di rinfacciarglielo in quel modo…
    “Sarei io che mi monto la testa?! Se tutte le donne che vogliono essere toccate da te sono come quell’elfa non me ne vanterei troppo!!”
    Non era possibile che uno stupido umano ubriacone riuscisse a farla sentire in colpa e, di nuovo, voleva solo aggredirlo per sfogarsi, senza riuscire a riemergere da quella situazione!

    E lei gli aveva persino chiesto scusa!! Era una stupida, come sempre…
    “Mi spiace deluderti, nessuna strana malattia.” disse senza particolare entusiasmo, stringendosi le ginocchia al petto.
    “E per quanto riguarda i gemellini, fai pure quel che vuoi. Tanto troveranno il modo di creare problemi anche a te e a chiunque voglia aiutarli! Noi eravamo persino pagati per proteggerli e guarda un po’ dove siamo finiti! Mi immagino la faccia di Lord Sirion quando verrà a sapere come sono spariti!”
    Non gli avrebbe dato la soddisfazione di insistere, o di pregarlo per farsi dire chi fossero i suoi amici.

    #5362
     Meeme 
    Partecipante

    NIRAI
    “Altri della mia razza? Sai, se non fossi una micia andresti davvero d’accordo con gli elfi di questa città! Peccato che anche tu appartieni ad un’altra razza, Nirai…” commentò scuotendo il viso. “Quanto sei melodrammatica! Un: grazie per avermi salvato il cul*, sarebbe bastato.” sospirò sconsolato da tutta quella tragedia. E si mise ad applaudire quando la sentì parlare di ribellarsi ai Padroni. “Come ho fatto a non pensarci io? Ribellarsi! Certo!” Rise a prenderla in giro. “Sei mai stata nel nostro Distretto? Hai idea di come si vive lì? Siamo fortunati a non morire di fame, altro che ribellarsi! E poi i Padroni hanno la Magia, cosa a noi proibita, sai quanto impiegherebbero a sterminarci tutti con i loro incantesimi?” Quei discorsi fatti da un’estranea dovevano sembrargli infantili e sciocchi.

    “Certo che hai davvero un caratteraccio. La prossima volta mi farò gli affari miei e ti lascerò sola con la mia elfa depravata. A proposito, preferisci il Capitano delle guardie, la Matrona che si occupa delle scorte mediche, quella che gestisce il mercato della verdura, oppure la Quinta Padrona? Sono l’amante di ognuna di loro.” Sembrava uno in grado di sfruttare il suo aspetto seducente per farsi delle amiche interessanti. “E troverò quei due ragazzini anche senza il tuo aiuto, farò in modo che non causino problemi evitandogli l’impiccagione. So chi può occuparsi di loro, li farà sparire mettendoli al sicuro.”

    #5363
     Elan 
    Partecipante

    “Quelli della mia razza non deturpano la gente per divertimento! O…” Nirai si morse le labbra, guardando da un’altra parte. “Oh! Tanto a te che importa? Hai ragione, probabilmente andrei d’accordo con gli elfi di questa città se fossi anche io un’elfa!”
    Nemmeno quello era vero, in realtà, ed era piuttosto disgustata dal pensiero di come ragionavano gli elfi di quella città. Credeva che tutti gli elfi fossero come i due ranger che l’avevano soccorsa, ma era evidente quanto si fosse sbagliata…
    “Quindi, perfetto, grazie per avermi salvato il cul*, ubriacone. Contento?” continuò, senza nessun entusiasmo e senza nessuna vera gratitudine nella voce.
    Lo stava odiando, tantissimo, forse in quel momento anche più di prima. La stava facendo sentire terribilmente sbagliata, come se tutta la colpa fosse sua in quel momento.

    Storse il naso, sempre senza guardarlo, e si strinse maggiormente nel mantello.
    “Mi sarebbe piaciuto vederlo il vostro bel distretto, in effetti.” aggiunse, seccata. “Ma le guardie hanno ritenuto più interessante farmi fare un giro turistico nelle celle quando ho fatto notare loro come i due gemellini gliel’avessero fatta sotto il naso.”
    Sbuffò, e quando lui fece la conta delle sue amanti lo guardò.
    “Sei davvero disgustoso…”
    Non le importava nemmeno più offenderlo ormai, tanto qualsiasi cosa avesse detto lui avrebbe continuato a prenderla in giro. Ma il modo in cui ostentava tutte le sue amanti la disgustava davvero. Ne parlava come un vanto, quando in realtà forse quella era la forma di schiavitù più degradante ed umiliante di tutte.
    “Buon per loro, comunque. Evidentemente è la giornata fortunata per quei due mezz’elfi.”
    Era stanca, e anche la sua voce aveva perso parte dell’acidità di prima. Aveva sbollito la maggior parte della rabbia, e ora si sentiva vuota e debole, e proprio per questo ancora più in balia degli eventi.

    #5367
     Meeme 
    Partecipante

    NIRAI
    L’umano le fece una piccola riverenza.
    “E ci voleva tanto per dire ‘grazie’?” La prese in giro scrollando le spalle. “Ovvio, c’è sempre una razza migliore delle altre, naturalmente! Come se tutti i problemi di questo mondo di merd* fossero le razze diverse e non la morale di ognuno.” Si versò di nuovo da bere e svuotò il bicchiere facendo un brindisi a se stesso.

    “Pensa quello che vuoi di me, Nirai. Spero tu non debba mai vivere nel distretto dei Non-Elfi, per il tuo bene, ragazza.” concluse lasciandola in pace. Aspettarono qualche minuto prima di ricevere la visita di un paio di guardie che lasciarono il loro equipaggiamento, armi escluse, ed uscirono dopo averli intimati di prepararsi.
    Wallach prese la sua roba, si rivestì e poi si voltò per permettere alla felinide di fare lo stesso.

    Le guardie tornarono dopo pochi minuti e li scortarono nuovamente in cella. Wallach venne fatto uscire per primo mentre a lei fu indicata un pezzo di pavimento dove dormire insieme ad altri prigionieri. “Addio, ragazza. Non cacciarti nei guai perché non ci sarà sempre un affascinante cavaliere pronto a salvarti con il sesso migliore della tua vita.” La salutò l’umano con quel sorriso seducente e divertito.

    #5370
     Elan 
    Partecipante

    Quanto lo odiava!! Quanto lo odiava!!
    Possibile che non potesse smetterla di prenderla in giro? Nirai avrebbe tanto avuto voglia di tirargli in testa quel maledetto bicchiere da cui non smetteva di bere, ma preferì restare zitta.
    La morale di ognuno, certo.
    Peccato che tutte le persone peggiori che aveva incontrato nella sua vita fossero umani! Lui compreso, con quel puzzo di vino che lo appestava.

    Fu un sollievo non da poco quando le guardie le riportarono la sua roba, ma quando vide l’umano voltarsi per farla cambiare per poco non gli scoppiò letteralmente a ridere in faccia.
    “Tutto questo pudore adesso?”
    Non era di certo la nudità il suo problema, non lo era mai stato fin dall’inizio. Aveva sentito di alcuni Felinidi che andavano in giro addirittura sempre nudi, il pelo era l’unica cosa di cui avevano bisogno per coprirsi, ma a lei non dispiacevano e tutti coloro che aveva visto quando aveva viaggiato erano sempre andati in giro vestiti, per questo ci si era semplicemente abituata.
    Si rivestì comunque in tutta fretta – per potersene andare da lì, più che altro – tenendosi il mantello e aspettando impaziente che le guardie tornassero.

    La cella le sembrò un paradiso in confronto a quella stanza con tanti fronzoli e merletti, e non si formalizzò particolarmente nemmeno sul fatto che avrebbe dovuto dormire per terra.
    Non era poi tanto sicura di voler più vedere cuscini, in vita sua…
    Ma, ovviamente, quel maledetto umano doveva lasciarla con una battuta delle sue, e il suo viso si infiammò fino alle orecchie alle sue ultime parole.
    “Non è stato il sesso migliore della mia vita!!!” esclamò, prima di andarsi a mettere nell’angolo di pavimento a lei dedicato.
    Chiuse gli occhi, e si strinse nel mantello. Non sapeva nemmeno perché l’aveva tenuto, ma in quel momento non le importava. Voleva solo dimenticare tutto quello che era successo.

    #5373
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    lo spero proprio, non ci servono altri problemi

    ed a quando pare avrebbe dovuto rimandare ancora la visita a casa mentre la voglia di prendere la gente a schiaffi aumentava ancora *non credo che troverò qualcuno su cui sfogarmi ma è meglio non sperare in niente*

    nessuna, andiamo” disse atona, aveva davvero fretta di parlare con quei druidi.

    #5382
     Mordoth 
    Partecipante

    “Difficile trovarli… ancor più difficile se non stiamo cercando un elfo, suppongo…” pensò ad alta voce Gant, la parte elfica dei gemelli non era l’unica parentela che potevano andare cercando in quella città.
    “Nessun’altra domanda nemmeno per me.” Fece il nano, pronto ad andarsene.

    #5386
     Meeme 
    Partecipante

    GANT e TINUVIEL
    Lord Sirion sospirò non aggiungendo altro, recuperarono le loro poche cose e lasciarono l’oste, l’unico davvero lieto, con l’intenzione di tornare a dormire lì.

    Uscirono dalla città senza che nessuno desse loro problemi, ma una volta fuori l’elfo sembrò sollevato come se temesse problemi con le guardie. “Questa storia non mi piace e quei due ragazzini si faranno ammazzare se non li troviamo per primi!” commentò scuotendo il viso affilato.

    I boschi intorno a Torvael erano strani, regolari ed eleganti come se la Natura stessa rifiutasse forme troppo selvatiche.
    Lord Sirion li guidò fin dentro una splendida radura, ormai era pomeriggio, e ad aspettarli c’era un’elfa dai capelli neri e gli occhi luminosi. “Io sono la Guardiana Marethari… Siete qui per trovare rifugio, per nascondervi o per ritrovare la vostra anima?” in realtà non voleva una risposta. Sembrava eterna come quei boschi e quella radura. “Non siete qui per cercare pace…” mormorò con voce antica e possente.

    NIRAI
    La felinide si stese riposando qualche ora, la svegliarono alcune guardie che la presero di nuovo e la portarono davanti all’elfa pervertita. La donna stava scrivendo qualcosa, una specie di verbale, consegnò la missiva e poi si rivolse a Nirai con un sorriso. “Siete libera di andare. Il vostro lasciapassare è stato riabilitato.” Non aggiunse altro, non parlò di quello che era accaduto nelle stanze di broccato e fece un cenno alle guardie affinché la liberassero.

    Venne condotta all’esterno che ormai era pomeriggio inoltrato. I negozi stavano riponendo le merci ed i servi venivano raggruppati per rientrare nel loro distretto. Un bambino umano dai capelli neri le si avvicinò con cautela. “Tu devi essere la signorina micia, Wallach ti manda i suoi saluti e spera che la libertà ti sia gradita. Hai un posto dove stare questa notte? Altrimenti puoi venire con me!” le disse con gentilezza. “I druidi permettono a noi bambini di dormire in un rifugio vicino il distretto dei non-elfi. Io mi chiamo Chad e sarò la tua guida!” Le spiegò timidamente.

    #5387
     Elan 
    Partecipante

    Nirai non aveva fatto quasi nemmeno in tempo a chiudere gli occhi, che le guardie erano di nuovo arrivate a prelevarla per portarla dal capitano delle guardie.
    Non sapeva cosa volesse da lei quella volta, ma nonostante il suo cuore ribollisse di rabbia e disgusto al solo vederla, rimase in silenzio, e si stupì sentendo di essere già stata rilasciata.
    Non che questo cambiasse in qualche modo le cose.
    Non la ringraziò, non disse una sola parola, ma si stampò a fuoco per un’ultima volta il suo volto nella mente, desiderando ardentemente solo di fargliela pagare, un giorno o l’altro.

    Una volta fuori, inspirò a pieni polmoni l’aria aperta, e le venne un brivido a metà tra il disgusto e la felicità. Avrebbe davvero voluto solo farsi un bagno caldo – bollente, anzi… anche se l’idea che fosse stato proprio il maledetto umano ubriacone a proporre quella soluzione per “dimenticare tutto” riusciva a rovinarle anche quel semplice pensiero.
    Ancora non aveva fatto nemmeno un passo, che un bambino umano le si avvicinò.
    “Signorina checos…”
    Lo stupore era talmente tanto che non riuscì nemmeno ad arrabbiarsi, in quell’occasione.
    Roteò gli occhi e agitò la coda innervosita, ma non provava astio per i bambini, e quel Chad era talmente timido da fare tenerezza, per quanto fosse stato mandato da quello stupido ubriacone.
    “Il tuo amico ubriacone ha forse deciso di perseguitarmi a vita?” domandò esasperata, ma senza cattiveria.
    Pensò un po’ alle parole di Chad. Tecnicamente lei aveva un posto dove stare, e in cui potenzialmente l’attendeva una vasca di acqua bollente, eppure…

    “Verrò volentieri con te Chad, grazie.” gli disse, con fare molto più amichevole di quanto non avesse avuto con chiunque altro in quel momento. “I druidi stanno tanto distante da qui?”
    Sarebbe stata una fantastica occasione per avvicinarsi al quartiere dei non-elfi, e la sua innata (e maledetta) curiosità la spingeva a voler sapere tutto di quella città.
    Inoltre, tenersi impegnata le avrebbe impedito di pensare, e ricordare…

Stai vedendo 20 articoli - dal 61 a 80 (di 451 totali)

Devi essere loggato per rispondere a questa discussione.

© Le Torri di Frontiera 2024. View Changelog v3.0.9

Log in con le tue credenziali

o    

Hai dimenticato i tuoi dettagli?

Create Account