Per sempre uniti, per sempre divisi.

La storia di questo universo risale a un tempo in cui l’uomo ancora non era corrotto e viveva in pace col creato e con gli Déi.

C’era armonia, e pace, e le creature si mischiavano tra loro, godendo della reciproca compagnia incuranti dell’ambizione, o dell’odio.
Anche gli Déi godevano di questo benessere, e la Regina della Natura, l’abbondante dama dalle chiome verdi e gli occhi di lago, giocava e rideva col Signore della Magia, il potente centauro dalla crinera di fuoco.
E ogni volta che i loro poteri si incontravano, una nuova creatura prendeva vita sulla terra, perché il loro volere era in armonia, e l’armonia generava la vita.

Ma tra le creature da essi generate, un giorno ne venne alla luce una con l’oscurità nel cuore.
Tutta quell’armonia, tutta quell’unione di genti diverse… per lui – l’oscuro essere col volto di rettile e le ali membranose – erano solo sinonimo di caos.
Il mondo doveva conoscere l’ordine: dovevano esserci delle leggi che governavano il comportamento delle creature. E lui, l’unico ad aver capito la vera essenza dell’ordine e della pace, doveva essere posto a caso di questo nuovo mondo perfetto.
Fu con gioia ed orgoglio che presentò la sua idea ai suoi padri, ma questi lo ignorarono.

L’essere col volto di rettile capì allora che l’unico modo per ottenere il mondo perfetto era crearlo lui stesso.
Grazie ai suoi poteri ed al suo fiato rovente creò un’arma di pura magia, un pugnale dalla lama incandescente, e con esso incise la sua stessa carne, utilizzando la sua essenza per plasmare il mondo così come lo desiderava.
E per la prima volta la terra assaporò il gusto del sangue.

Fu l’affronto più grande per tutto il creato.
Sconvolto dalla malvagità insita in quel semplice gesto, il mondo stesso tremò, scatenando il panico nelle genti, che per la prima volta conobbero la paura.
E insieme alla paura, giunse la guerra.
Tutti volevano scoprire chi era il responsabile di quel gesto orribile e nessuno ebbe più il coraggio di fidarsi degli altri: chiunque poteva essere il colpevole e chiunque, in questo modo, rappresentava un nemico.
Persino gli Déi non giocavano più tra loro, guardandosi con sospetto e diffidenza.

E in quel clima di tensione, tornò da loro la creatura col volto di rettile, porgendo loro il pugnale che aveva creato e dichiarando di essere in possesso dell’unica soluzione possibile.
“Voi avete voluto ignorare i miei avvertimenti!” dichiarò, facendo per la prima volta risuonare una voce di sfida in mezzo agli Déi. “Il Mondo è marcio, e corrotto, e deve essere purificato prima che sopraggiunga la fine! Concedetemi il vostro potere, e io vi aiuterò a ripristinare l’ordine e a fermare il colpevole di queste atrocità!”

Ignari di cosa fossero le menzogne e i sotterfugi, gli Déi accolsero con gioia la proposta di quel loro figlio, ed incisero la loro carne come lui in precedenza aveva fatto, donandogli la loro essenza ed insieme ad essa il loro potere.
Troppo tardi si accorsero dell’enorme errore che avevano commesso.
La creatura con la testa di rettile crebbe, crebbe a dismisura, nutrendosi del potere degli Déi e diventando un Dio a sua volta. E mentre il mondo veniva oscurato dall’enormità delle sue ali di Drago la terra prese di nuovo a tremare, spezzandosi, distruggendosi secondo quella che era la volontà del suo nuovo Signore.

Fu così che nacquero il Mondo di Sotto e il Mondo di Sopra.
Incurante di ciò che così avrebbe diviso, il Dio Drago distrusse famiglie, amici, amori…
Tutto ciò che non era Perfetto come lui desiderava sarebbe stato cacciato nel Mondo di Sotto. Soltanto il Mondo di Sopra, candido e immacolato, sarebbe stato Perfetto, soggiogato al suo volere per i secoli a venire.
E così accadde.
Tutte le creature di razza mista – considerate orribili e impure – vennero cacciate in quel mondo selvaggio e ostile chiamato Mondo di Sotto. E solo i più puri, di razza e di spirito, rimasero a popolare il Mondo di Sopra.
Il Dio Drago era soddisfatto di ciò che aveva ottenuto. Persino gli altri Déi erano costretti a sottostare al suo volere, perché troppo grande era diventato il suo potere e lui poteva così dominare incontrastato sul suo Mondo, così come l’aveva sempre desiderato.

Solo uno era stato il Dio a non assoggettarsi al volere del Dio Drago, ormai noto come il Signore della Distruzione.
Il piccolo araldo della Speranza, un cucciolo di Smeraldo ritenuto troppo piccolo per essere una minaccia, era fuggito distante, trovando rifugio nel Mondo di Sotto e, in esso, trovando l’Eroe che avrebbe posto fine a tutta quella distruzione.

Furono lame di Smeraldo e lame di Fuoco quelle che si scontrarono nella terribile guerra che ne seguì, e le perdite furono talmente grandi che i Mondi stessi parvero piangere sangue.
Ma alla fine, il Signore della Distruzione venne sconfitto e il suo sangue rinchiudo in fiale magiche e custodito segretamente in modo che non potesse più arrecare alcun danno.
Il Mondo ormai era però stato Spezzato, e non c’era modo di riunirlo senza scatenare nuove guerre tra coloro che ormai non erano più abituati a vivere insieme.

Gli Déi decisero dunque di dividersi, salutandosi per l’ultima volta.
La Dama della Natura prese dimora nel Mondo di Sotto, facendolo crescere bello e rigoglioso e amministrandolo come se tutte le creature fossero parte di un gregge.
Il Signore della Magia, invece, edificò la sua casa nel Mondo di Sopra, e quando il suo potere iniziò a scorrere nell’aria tutte le creature presero a vivere grazie ad esso.
E, finalmente, ci fu di nuovo pace, per quanto fosse una pace macchiata di sangue e sofferenza.

I Due Mondi non ebbero mai più contatti tra loro, vivendo come due entità separate, uno troppo selvaggio, l’altro troppo controllato.
Solo delle sottili scie luminose rimasero ad unirli, unico ricordo di ciò che erano stati in passato. Dei piccoli fili di luce, quasi una flebile speranza, nati nel punto in cui il sangue del Dio Drago aveva sfiorato il terreno.

Perché ciò che è in grado di distruggere, si sa, spesso è anche tutto ciò che può essere in grado di unire.

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