King Arthur: Legend of the Sword è l’ennesimo adattamento del ciclo arturiano che non vuole offrire nulla di originale alla storia originale ma anzi vuole svuotarla dei suoi aspetti morali e dei suoi significati più profondi. Capisco la tentazione degli studios di Hollywood di sfruttare più e più volte il materiale della leggenda (tutto disponibile senza pagare fior di diritti d’autore), ma chi è stato quel genio incompreso di produttore che ha dato il progetto in mano a Guy Ritchie? Non fraintendetemi, è un regista pseudo-competente… a dirigere noir, polizieschi o pulp, nello stile di Quentin Tarantino o Robert Rodriguez (anche se nettamente meno bravo di entrambi). Non sono in genere film eccezionali, ma quantomeno innocui film d’azione (come ad esempio i film di Sherlock Holmes, quelli con Robert Downey Junior). Ma il suo stile di regia non è certo adatto al fantasy epico, e men che meno a qualcosa di simile al ciclo arturiano. L’intero film è narrato come uno schizofrenico film di Tarantino, con continui salti temporali avanti e indietro e inquadrature affastellate con stacchi continui e frenetici ogni 2-3 secondi.

Veniamo al film: dovrebbe, in teoria, essere la prima parte di una trilogia che grazie al cielo non accadrà mai (38 milioni di guadagno al botteghino su 175 milioni di budget, in altre parole un flop colossale) sulle epiche gesta di re Artù e dei suoi nobili cavalieri… o compagni buttafuori di un bordello londinese, apparentemente. King Arthur (interpretato da Charlie Hunnam), dopo la morte del padre Uther (interpretato da un trise e sconsolato Eric Bana) ucciso dal traditore Vortigern (interpretato da un ancora più triste e sconsolato Jude Law) viene cresciuto nel suddetto bordello di Londra e impara a combattere in una scuola di arti marziali (eggià 😀 ), il tutto mentre accumula ricchezze aiutato dalla sua banda di buttafuori, anche loro ovviamente addestrati nella medesima scuola di arti marziali (dal supremo maestro di arti marziali di nome George, giusto per dargli un nome solenne e non da aiuto-cuoco :D). Quando attraverso una serie complicatissima di eventi (narrata peraltro in modo frenetico e totalmente confuso) il nostro protagonista arriva ad estrarre la fatidica spada dalla roccia (la quale, giusto per togliere solennità al momento, è in realtà la schiena del padre suicida tramutato in pietra e finito nel fondo di un lago che è successivamente stato prosciugato), Vortigern lo vuole uccidere pubblicamente ma Artù viene salvato da un gruppo di volenterosi partigiani che resistono al malvagio tiranno, guidati dall’unico cavaliere afroamericano della corte di Uther (Bedivere, interpretato da Djimon Hounsou, quello del Gladiatore e di Guardiani della Galassia) e da quella che posso solo tristemente descrivere come La Maga Merlina (interpretata dalla giovane Astrid Bergés-Frisbey, la sirena del quarto Pirati dei Caraibi). Ora, non vi sembra questa la versione definitiva della leggenda del grande Re Artù e dei suoi prodi cavalieri? Sono certo che le figure storiche che sono alla base delle leggende non si stanno per nulla rivoltando nelle loro tombe, né stanno gridando vendetta all’unisono con i produttori e gli sceneggiatori di Excalibur. Ah, e in tutto questo mi sono ben guardato dal nominare il Mumakil preso in prestito dal dipartimento di computer grafica del Ritorno del Re (quello che si vede nel trailer), Skeletor, le Parche Tentacolute che vivono nelle fogne (così 😀 ) e il Signore degli Stregoni di Hero Quest (no, seriamente, c’è anche lui), tutti elementi variamente presenti nel film, così come mi sono trattenuto dallo spoilerare diversi punti importanti e altrettanto assurdi della trama 😀

E siccome questa versione ha inconcepibili pretese di serietà e realismo, la pellicola è interamente desaturata (e molto peggio che in Man of Steel o BvS, qui il colore è pressoché assente), dando a quello che poteva essere potenzialmente un film molto colorato e visivamente gradevole un’uniforme patina di grigio. Ma a questo punto non valeva la pena usare il buon vecchio bianco e nero? Almeno evitavano problemi con la luce e risparmiavano un po’ sul budget.

Devo menzionare uno dei pochissimi aspetti positivi di King Arthur, principalmente nella recitazione e negli attori: era impossibile per chiunque di loro essere credibile, ma devo riconoscere che tutti ci provano e fanno del loro meglio. Charlie Hunnam è abbastanza simpatico, Astrid Bergés-Frisbey è nettamente migliorata da quando faceva la sirena e persino il mediocre Jude Law, nonostante la sua apparente tristezza, riesce a mantenere una certa solennità nell’interpretare l’antagonista. E anche i comprimari brillano relativamente, da Annabelle Wallis (X-Men: First Class) a Aidan Gillen (Game of Thrones). Insomma, tutto sommato c’è una buona squadra di attori.

Tutto il resto invece è brutto. Molto brutto. Devo dire, quasi straordinariamente brutto. Il film è raccontato in un modo estremamente confuso, e fa una scelta sbagliata dietro l’altra: tanto per fare un confronto diretto, King Arthur, quello con Clive Owen e Keira Knightley è più bello. Si, siamo arrivati al punto che “Artorius” e “Lancillotto il Sarmata con due spade” sono l’opzione migliore, almeno nel film con Clive Owen c’erano un paio di battaglie spettacolari e una narrazione meno confusa e priva di continui e frenetici salti temporali. Qui al contrario persino le scene d’azione sono così confuse che anche le rare buone idee (come per esempio le frecce di segnalazione sopra la città) non creano la benché minima tensione. Se avete uno spiccato gusto dell’orrido, mi sento quasi di raccomandare il film come un involontario capolavoro di comicità (la scena della morte di Uther mi ha quasi fatto cadere dalla sedia, e in teoria dovrebbe essere un momento tragico). Tuttavia per me il film non arriva al livello di involontaria comicità di Fant4stic o di Dungeons&Dragons (il film con Jeremy Irons), perché un po’ mi dispiace per gli attori e un po’ mi infastidisce il ritmo frenetico delle inquadrature e della narrazione. Onde per cui, se avete anche solo un minimo di rispetto per il ciclo arturiano e volete un film che tratti la leggenda in modo corretto, beh, allora fate finta che questo film non sia mai esistito e riguardatevi Excalibur 😀

Voto: 2-

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