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  • #7331
     Mordoth 
    Partecipante

    “Sì, andiamocene.”
    Il nano si trovava d’accordo con la felinide e nelle sue due uniche parole si poteva leggere molto di più. Non poteva contribuire in altro modo a quella discussione.
    Inoltre cominciava a pensare che non sarebbe servito a nulla. Tutta quella udienza non era altro che un palcoscenico, una farsa… stava maturando in lui l’idea che forse non si sarebbe evitato nessuno scontro.
    Meccanicamente il tentacolo sotto la folta barba si mosse per andare a controllare le ampolle che teneva appese sotto i suoi vestiti. *Questa no; questa uhm teniamola buona, potrebbe servire; quest’altra sicuramente sì e anche quell’altra ancora…* pensava.
    La viscida appendice riconosceva il contenuto di ogni ampolla grazie ad un sistema di riconoscimento che l’alchimista aveva ideato anni addietro, per poter prendere la miscela giusta al momento giusto anche in situazioni in cui non avrebbe potuto usare la vista.
    Gant si avvicinò a Nirai e Juliet, pronto ad uscire con loro.

    #7315
     Mordoth 
    Partecipante

    Era il momento di incalzare Rosaline.
    Muad’Dib era stato decisivo e aveva detto proprio quello che Gant si sarebbe potuto aspettare da lui. Sperava che qualcuno dei nani che aveva incontrato la notte fosse lì per sentire, per capire che nonostante la loro prigionia potevano scegliere di essere liberi in qualche modo.
    Era davvero incredibile di come il segreto della Ghiaccia fosse stato nascosto così a lungo. Possibile che nessuno si fosse mai chiesto da dove veniva quello splendore? Puah!
    La rivelazione era stata tanto incisiva quanto quella del mezzo demone.
    Avevano fatto molti centri sul bersaglio, ma erano tutte frecce traballanti: le parole di una nobile che si era finta senza senno per molto tempo; quelle di un altro nobile il cui sangue era considerato traditore; quelle del capo della rivolta, un non elfo che aveva versato il sangue di tanti puri; quella di un’altra nobile, dalle abitudini troppo apertamente libertine; e infine un sopravvissuto alla Ghiacciaia, a quanto si affermava, ma chi poteva confermare che la sua condizione fosse causa della città?
    Erano tutte frecce che con il giusto alito di vento potevano staccarsi dal paglione. Ma forse si poteva mettere una freccia in più a supporto…
    “E’ vero. Questa notte sono stato nella Ghiacciaia per vedere con i miei occhi. C’era chi voleva distruggerla e con essa distruggere buona parte di questa città che chiamate gioiello, ma ho preferito provare ad evitare che ciò accadesse. Il mago, che Lady Rosaline ha opportunamente zittito, potrà confermarlo se lo lasciate parlare.” Anche Gant intervenne nel coro. “Ma quello che vorrei che sentiste da lui, quello che vorrei che gli lasciaste confermare, sono i pensieri su quello che stava facendo. I pensieri che gli ho letto nella mente mentre stava preparando due non elfi per l’abominevole procedura di estrazione. I pensieri che mi hanno convinto a tentare di evitare che Torvael saltasse per aria.”
    Gant sperava di poter usare una freccia scoccata da Rosaline a loro vantaggio. Se uno di loro che era stato messo a lavorare in quel posto aveva dei dubbi su quello che faceva e se confermava quello che succedeva, beh per Rosaline sarebbe stato difficile screditare un testimone che lei stessa aveva portato davanti il Consiglio.

    #7309
     Mordoth 
    Partecipante

    Gant non sapeva bene se poteva intervenire oppure no, non sapeva se c’era un protocollo particolare al quale doveva attenersi. Ma immaginava che ai non elfi non fosse possibile parlare e ribattere come avevano fatto Lord Sirion e Tinuviel.
    Condivideva lo sdegno dell’elfa per le parole di Rosaline.
    Abile manipolatrice poneva i fatti in modo che alcune verità venissero velate, che l’attenzione si concentrasse sul fumo… mentre l’arrosto andava inevitabilmente bruciandosi.
    Strinse i pugni sforzandosi di non urlare ai quattro venti quello che gli ribolliva dentro, bisognava usare cautela per non cadere nei tranelli provocatori di Rosaline. Bisognava confutare quello che diceva…
    “Quell’elfo lo conosco.” Disse sottovoce a Lord Sirion. “E’ quello con cui ho avuto a che fare stanotte e che ho convinto a spegnere il macchinario di estrazione. Ho letto i suoi pensieri e…” rapido raccontò al nobile elfo i dettagli della mente del mago chiamato a testimoniare. Forse si potevano usare quelle informazioni per smontare il palco a Rosaline. Inoltre…
    “Ma non si può rivelare quali atrocità vengono fatte nella Ghiacciaia? O è risaputo da dove viene questo splendore e non importa nulla a nessuno?” Forse si poteva indurre il mago a rivelare quella mostruosità.

    #7278
     Mordoth 
    Partecipante

    Il nano dormì a tratti. Aveva ripensato in continuazione a quello che aveva visto… e teneva sempre un occhio aperto per cercare di non essere colto di sopresa da Josie. Ma forse quest’accortezza avrebbe potuto risparmiarsela, perchè da quel poco che aveva capito di lei le piacevano i piani di attesa e molto distruttivi… chissà forse avrebbe cercato di rimediare l’indomani all’incontro.
    Forse era il caso di stare all’erta.

    Gant raggiunse gli altri alla Sala del Consiglio ed era nervoso. Continuava a guardarsi attorno guardingo ed era sobrio, lo si capiva dallo sguardo. La barba non era in ordine come di consueto e il tentacolo era meno umidiccio del solito, ma questo gli altri non potevano vederlo.
    Ascoltò gli altri prima di dire la sua. Avevano ragione, su tutta la linea…
    “Sono stato nella Ghiacciaia…” riferì sempre con fare guardingo e a mezza voce per farsi sentire solo da loro. “Una maga ex schiava voleva far saltare tutto… quella non è una prigione, è un luogo di tortura… usano una macchina per tirare fuori l’energia magica dagli schiavi e usarla per… per…” non riusciva a finire, lo sguardo era sconvolto, si era reso conto della realtà.
    Deglutì e si fece forza: “Strappano l’energia magica e la usano per alimentare la città.” Lo disse d’un fiato, per avere meno tempo possibile in bocca quell’abominio.
    “Ho convinto un elfo a spegnerla… se il piano della maga fosse andato a buon fine mezza città sarebbe saltata in aria… ma adesso che il suo piano è andato in fumo temo possa fare qualche pazzia oggi, qui.” Avvertì gli altri del possibile pericolo, se fosse successo qualcosa non avrebbe di certo giovato all’incontro.
    “Muad’Dib, tu forse la conosci… si chiama Josie.”

    #7267
     Mordoth 
    Partecipante

    “Ho percepito i tuoi pensieri…” rispose Gant, mantenendo sempre l’accortezza di muoversi silenziosamente per non farsi localizzare, “per questo ti parlo… come te non amo gli sprechi… ferma la macchina prima che sia tardi, c’è poco tempo… fermala subito, salva delle vite… nostre e vostre… dare l’allarme non ti aiuterà… decidi in fretta, o sarà troppo tardi…”
    L’alchimista tacque in attesa di una risposta, di una decisione da parte del mago. Il tempo stringeva e Josie doveva essere quasi arrivata, forse aveva già fatto la sua parte… non poteva troppo tempo con quest’elfo.
    Doveva essere pronto anche a fare quello che non voleva… e se il mago avesse tentato di dare l’allarme lo avrebbe fatto, si tenne così pronto ad intervenire.

    #7257
     Mordoth 
    Partecipante

    Trattenne un conato a forza non appena arrivò sul campo di battaglia, maledetto teletrasporto!
    Erano ai piedi di quel coso come delle formichine… avrebbe potuto calpestarli senza accorgersene, beh almeno non puzzavano.
    Il troll ammirò per un attimo la maestosità di quel colosso. Era come un bimbone con tante mosche che gli valavano attorno che non sapeva quale cercare di scacciare per prima. Il masso che scagliò non produsse effetto sulle mosche, ma sul formicaio in lontanza invece fece un centro perfetto e poteva ben immaginare con quali conseguenza.
    Jok’Nay annuì risoluto a Zatanja e sparì alla sua vista. Nascosto tra le ombre si mosse veloce per cercare il punto più adatto per colpire Garr, ma una rapida occhiata lo fece tornare sullo spiraglio colante che aveva adocchiato inizialmente.
    Con un movimento naturale quanto quello di scostarsi una ciocca di capelli cambiò una delle sue lame con una dalla lama spessa e tozza, azzurra e luccicante. Sfrigolava mentre veniva brandita in quell’aria riscaldata dal colosso di pietra e fuoco, come un pezzo di ghiaccio all’inferno.
    Presa la mira, Jok’Nay scagliò il pugnale dritto nella fessura colante, sicuro che la lama ghiacciata avrebbe prodotto un qualche risultato.

    #7248
     Mordoth 
    Partecipante

    Jok’Nay fece spallucce alla domanda della maga, cosa diavolo poteva saperne di chi manovrava quell’affare? Se Fandral faceva il lumacone con tutte le femmine che incrociava la lista di chi gli voleva male era molto lunga.
    Le cose cominciavano a movimentarsi sul campo di battaglia, si poteva sentirlo chiaramente anche a quella distanza. Di sicuro il troll non avrebbe voluto trovarsi laggiù… badabum!
    In un attimo però ebbe la sensazione di ricevere uno dei ceffoni che sua madre gli dava da bambino quando faceva i capricci per non voler fare qualcosa. Barcollò, ma la mano di sua madre gli afferrò il braccio per non farlo cadere…
    Ma era tutta una fantasia. Non era sua madre ad avergli dato il ceffone, ma Zatanja con la notizia di voler fermare quel coso. Ed era sempre lei ad averlo sorretto. Una stretta allo stomaco gli fece venire un rigurgito, un misto di malinconia e paura per quello che da lì a poco avrebbe dovuto affrontare… di nuovo il teletrasporto! Forse vomitare prima avrebbe aiutato…
    “Se dobbiamo proprio farlo, facciamolo per bene.” Disse deciso per cercare di farsi forza, ma forse avrebbe funzionato anche per Zatanja. Estrasse due delle sue lame e le fece roteare con le dita pronto ad usarle.

    #7243
     Mordoth 
    Partecipante

    Dannazione a quella maga! C’era del vero nella sua follia…
    Si domandava se per fermare quella macchina l’unica soluzione fosse davvero sovraccaricarla e distruggere interi quartieri della città di sopra. Non era possibile manometterla? Magari quel tanto per sistemare la situazione con i Padroni.
    Ma i pensieri del mago forse davano qualche speranza.
    Doveva torturarlo come aveva detto Josie? Doveva costringerlo con la forza?
    O forse poteva convincerlo, provare a parlarci… in quella stanza, se rimaneva topo e si muoveva poteva parargli per un po’ senza farsi localizzare. Chi penserebbe che un topo parla? Forse poteva passare per la voce di uno di quei non elfi che stava analizzando.
    “Tu non vuoi ucciderci…” parlò e si mosse silenziosamente per cambiare posizione.
    “Tu non vuoi ucciderci…” ripetè, per avere la piena attenzione del mago, facendogli capire che non stava sognando. “Ferma la macchina…” continuò sempre muovendosi di tanto in tanto, “in tanti moriranno se non la fermi… voi, noi… e la città sarà distrutta… ferma la macchina o sarà tardi…”
    Si muoveva attento di non far rumore e di non farsi scoprire, mentre probabilmente il mago si guardava attorno per cercare di capire da chi provenissero quelle parole. Era all’erta, pronto ad un eventuale attacco dell’elfo.

    #7233
     Mordoth 
    Partecipante

    Corri corri corri! Josie avrebbe sicuramente fatto saltare la sua parte del macchinario senza badare a fare piano o senza preoccuparsi di chi doveva fare fuori. Ma era lenta…
    Le sue quattro zampine lo rendevano rapido e la sua forma gli garantiva un facile passaggio ovunque lì sotto. Chi badava a non far passare un grosso topo? Uno in più, uno in meno, lì lui non era l’unico.
    A destinazione trovò quello che cercava e qualcuno che non avrebbe voluto trovare. Si mise in ombra in un angolo ad osservare il macchinario per capire come poteva funzionare.
    L’elfo stava analizzando alcuni non elfi per la macabra procedura che li aspettava. Gant aveva bisogno di informazioni prima di agire e per fortuna aveva un po’ di tempo prima che Josie entrasse in azione. Mentre i suoi occhietti da topo analizzavano ogni cosa in quella stanza, la sua mente si mise a sondare i pensieri delle creature davanti a lui, il mago e i non elfi svenuti che stava analizzando.

    • Questa risposta è stata modificata 5 anni fa da  Mordoth.
    #7232
     Mordoth 
    Partecipante

    Il troll si avvicinò a Zatanja per sorreggerla, in caso si sentisse venir meno per la mancaza di forze. Armeggiò nella sua sacca e ne estrasse una pillola che porse alla maga: “Tieni, mangia.” Disse. “Le uso quando devo fare lunghi appostamenti, sono molto energetiche.” Erano una sua ricetta, non avevano un buon sapore ma servivano allo scopo.
    “Dicevo,” riprese, “Fandral ha detto che le barriere magiche servono a ben poco contro quell’affare.” Le raccontò del precedente attacco e di come la creatura se ne sia andata senza motivo dopo aver causato qualche danno all’albero sacro. “Io proprio non riesco a spiegarmelo! L’unica cosa che mi viene in mente è che l’uomo tizzone sia manovrato da qualcuno, altrimenti perchè non finire l’opera quando aveva l’albero in pugno?” Raccontò anche della teoria del druido, secondo la quale il mostro era stato ferito dall’energia dell’albero e per questo se n’era andato. E poi tutta la storia sul Pozzo dell’Eternità e sul lago che doveva esserci sotto l’albero.
    “Per questo ti chiedevo cosa vuoi che facciamo… a meno che tu non abbia qualche idea che a me non è venuta o alla quale non arrivo.” E si diede un pugno in testa tirando fuori la lingua a significare che era uno zuccone.

    #7207
     Mordoth 
    Partecipante

    Jok’Nay alzò gli occhi al cielo mentre il druido gli faceva la lezioncina di storia. Non era tanto cosa gli stava dicendo, ma come lo stava facendo che gli dava fastidio. Avrebbe voluto sputargli contro con una cerbottana, come faceva da piccolo a scuola… almeno finchè erano riusciti a constringerlo ad andarci.
    Abbattere quell’albero per arrivare al lago era semplicemente una cosa stupida, come aveva fatto Fandral solo a pensarlo? Era più logico pensare che potesse esserci un cunicolo o qualcosa di simile che portava già in quel luogo. La sua occhiata però era stata molto eloquente, quindi… era meglio far decidere a Zatanja, così da scaricarle la colpa se avesse detto di sì!
    “Ciao ciao lumacone…” disse il troll mentre Fandral spariva lasciandoli soli. Si scostò un po’ riparandosi sotto un ramo, non voleva correre il rischio di essere borbardato da uno di quei pollastri corazzati che erano apparsi in cielo.
    “Ehehm!” Si schiarì la voce rumorosamente per attirare l’attenzione della maga. “Zatanja, che facciamo? Hai sentito anche tu il druido, quel coso non viene fermato dalle barriere magiche. Tanto vale che impieghiamo tempo ed energie cercando una soluzione alternativa… non so, cercare di capire chi lo manda o magari fare un giro al lago…” certo che messa così poteva essere fraintendibile, ma gli era venuto naturale.

    #7206
     Mordoth 
    Partecipante

    Gant trasalì alle parole della maga, ma per fortuna nella forma in cui era non poteva essere notata la sua reazione. In tutti quegli anni aveva trasformato il dolore di quella condizione in qualcosa di morboso e folle ed ora finalmente aveva trovato lui, un tontolone che era caduto nella sua follia come in una stupida trappola per topi.
    Si era cacciato proprio in una brutta situazione… non succedevano mai cose del genere quando si era ubriachi!
    Anche se forse c’era speranza.. sì, sì! Aveva percepito il nervosismo della donna, forse non era veramente convinta della soluzione che aveva pianificato per anni. O forse… oh no, la paura di Muad’Dib! No, no, cavoli questo non andava!
    Era andato lì per diminuire al minimo le vittime e aveva trovato una miccia pronta a far esplodere mezza città.
    “Oook! Ora però è meglio che andiamo, non credi?” E fece per andare. Lei sicuramente non avrebbe avuto pietà di nessuno per portare a termine il suo piano.
    Ma lui non poteva. C’era sicuramente un altro modo per fermare quella macchina, doveva trovarlo e in fretta… altrimenti il piano della maga sarebbe stato davvero l’unico efficace.

    #7196
     Mordoth 
    Partecipante

    La spiegazione della maga era stata chiara, aveva pensato a tutto e da molto tempo. Anche se forse qualcosa gli era sfuggito… e lui non sapeva come non spegnere del tutto il suo entusiasmo.
    “Pensato tutto nei minimi dettagli eh?” Le fece. “Solo che io non sono un incantatore…” sperò che non lo fulminasse sul posto, l’odore di ratto fritto non era molto invitante, ne sapeva qualcosa.
    “Ma non preoccuparti, troverò un modo per sovraccaricare questo abominio.” Gia, ma come? Nella sua testa stava passando in rassegna le sue scorte alchemiche e le sue bombe per cercare il modo migliore di farlo… sperando di trovare la risposta il prima possibile.
    “Io seguo i cavi gialli e verdi, se per te fa lo stesso.” E iniziò a trottare velocemente seguendo i cavi scelti. *Ho bisogno di un goccetto! Ho bisogno di un goccetto! Ho bisogno di un goccetto!* Continuava a ripetersi, la sobrietà non favoriva il pensiero.

    #7195
     Mordoth 
    Partecipante

    Jok’Nay alzì il naso per cercare di sentire odore di bruciato, dato che non vedeva ferite sulla pianta. Ma niente, la guarigione di quel legnetto era stata prodigiosa.
    Però qualcosa continuava a non tornare.
    Quella cosa aveva la sua preda in pugno e non ha finito l’albero, non aveva senso. Non riusciva a concepire una cosa simile, andava contro la sua deontologia, o almeno quella di ogni assassino degno di questo nome…
    “Maaa… cosa vi ha fatto pensare che il potere del vostro albero avesse ferito quella cosa? Voglio dire, avete visto effetti di qualche tipo su di lui? No perchè in caso si può pensare di usare il potere dell’albero contro l’omino abbrustolito laggiù… ops!” Il troll si mise d’improssivo una mano davanti la bocca, pensando di aver forse bestemmiato dicendo di usare quella piantina sacra. Ma in quella situazione un’arma era un’arma, no?
    Tornò a riflettere sull’insensatezza del comportamento della creatura e schioccò la lingua stizzito. Poi un’illuminazione lo fece di nuovo tradire i suoi pensieri ad alta voce “…e se fosse guidato da qualcuno? Forse è stato richiamato indietro da chi lo usa…”
    Poi riprese, non accorgendosi di aver pensato ad alta voce. “E se usassimo una goccia del Pozzo dell’Eternità per attirare la creatura lontano da qui? Sentendo due fonti di potere uguali non saprebbe chi seguire.”

    #7184
     Mordoth 
    Partecipante

    Le moine della maghetta erano solo noia per Jok’Nay, che ci badò gran poco. Aiutare gli altri… puah! A lui interessavano solo i soldi e le lame che poteva comprarci. E la sua pellaccia, senza di quella non poteva comprare un bel niente…
    Il druido invece faceva un discorso interessante.
    La vista della creatura era impressionante. L’assassino rimase imbambolato ad osservarlo, a carpirne ogni particolare, non aveva mai affrontato una creature di quel genere.
    Zatanja era già pronta all’azione, anche se quella cosa era ancora lontana.
    Lui però non sapeva cosa fare da così distante e si mise a sgranocchiare l’unghia dell’indice, beh in realtà ad affilarla, mentre rifletteva sulla situazione.
    “Ehm…” cominciò tra uno smangiucchio e l’altro, “ma siete sicuri che sia qui per la cosa lì, la pianta… cioè, l’albero sacro? Eh?” A lui sembrava una domanda molto pertinente e nel mentre la faceva stava pensando alla sfera rossa.
    “Comunque non c’è molto che io possa fare da qui. Voi invece, con i vostri sbrilluccichii magici, perchè non provate a fargli cambiare strada invece di provare ad abbatterlo? Non so, magari facendogli credere che l’albero non è qui ma un po’ più in là. Un vedo non vedo, ecco!”
    C’era anche un’altra cosa che gli faceva prudere il naso. Quella creatura… “come mai se n’è sparita se non eravate riusciti a fermarla?” Rese udibile la sua domanda involontariamente. Era per questo che non credeva che l’albero fosse l’obiettivo del mostro.

    #7176
     Mordoth 
    Partecipante

    Il nano si trasformò in un ratto dal pelo scuro e seguì la maga in quella città sotto la città.
    Chi avrebbe badato ad un grosso roditore che gironzolava lì sotto? Gli elfi no di certo… e in quanto ai prigionieri, beh erravano come senz’anima, vuoti. Una fine orribile il cui solo pensiero faceva rizzare il pelo di Gant sulla schiena.
    Tutto quello era una terribile follia. L’alchimista non conosceva quel tipo di tecnologia, ma cercò ugualmente di intuire come funzionava, presagendo le intenzioni di Josie.
    Magia e tecnologia si intersevano in qualche modo, ma era abbastanza sicuro che senza l’una l’altra non bastava a far funzionare quell’orrore.
    “Sono d’accordo…” sussurrò di rimando il nano, “immagino che ci sia un’unica fonte di energia per tutte quelle capsule. Troviamola e diamo una soffiata alle candeline di questa gigantesca torta elfica, facciamogli noi la festa!” Gli affilati incisivi del roditore batterono pronti a rosicchiare e tranciare i cavi di quell’ignobile creazione.

    #7151
     Mordoth 
    Partecipante

    E adesso perchè quella maghetta se la prendeva con lui?!?
    L’aveva salvata dalla luce rossa e quello era il ringraziamento? Ma forse non se ne ricordava… forse faceva parte di un qualche incanto. Però lui si ricordava cos’era successo… ehi! Dove cavolo aveva messo la sfera rossa quel furfante di un lumacone?
    L’assassino guardò con sospetto Fandrall, cercando con gli occhi dove avesse potuto aver nascosto la sfera magica. Ma niente, avrebbe provato ad indagare più tardi… pellaccia permettendo!
    Il tremore e il terrore continuavano e il bell’imbusto pretendeva aiuto contro qualcosa che minacciava qualcos’altro. Il troll alzò un sopracciglio della sua espressione sospettosa. “Non guardare me… faccio quello che dice lei, finchè mi paga.” Guardò poi Zatanja in attesa della sua decisione.

    #7142
     Mordoth 
    Partecipante

    Che sensazione orribile sentirsi con il dopo sbornia senza aver bevuto la sera prima, non riusciva proprio a farsi piacere il teletrasporto. Per fortuna capitava molto di rado di essere sottoposto a quella barbarie!
    Ma la tortura aveva valso a pena, almeno in parte. Echi lontani, umidità gocciolante, luce innaturale… odore di casa per il nano. Respirò a pieni polmoni sorridendo, nonostante il sapere da cos’era prodotta la poca illuminazione, quando si diceva innaturale…
    Il gelo sotterraneo gli penetrò dentro mescolandosi al gelo di sapere che quella città nascondeva orrori indicibili e al gelo inquietante delle intenzioni di Josie. Non sapeva ancora se aveva fatto bene ad accettare la proposta della maga, ma ormai la botte era stata aperta e bisognava finirla.
    Al cenno della maga Gant sussurrò di rimando: “Non riesco a rendermi invisibile, ma posso diventare un animale molto piccolo o una creatura di terra.” Pensava che in quell’ambiente potevano essere comunque alternative valide.

    #7088
     Mordoth 
    Partecipante

    Un brivido freddo percorse la schiena di Gant e un campanellino di allarme si fece sentire nella sua testa. Cos’aveva mai passato Josie? Non riusciva a figurarselo.
    Qualcosa di terribile, era evidente. Le sue ferite dovevano essere veramente grandi e quello che diceva rivelava una sete di rabbia che poteva essere molto instabile.
    L’alchimista si trovava in una posizione difficile e doveva muoversi con cautela, vedere esplodere una miscela instabile non era mai piacevole… lui ne sapeva qualcosa.
    Deglutì sotto la folta barba cercando le parole giuste.
    “Non ho perso la speranza di una soluzione pacifica, ma non sono così sprovveduto da bermi tutto quello che dicono gli elfi.” Si sarebbe battuto se fosse stato necessario, ma non per causare una guerra.
    “Verrò alla Ghiacciaia con te. I Padroni vanno deposti, agli elfi vanno aperti gli occhi e chi dovrà pagare lo farà.”

    #7072
     Mordoth 
    Partecipante

    Bene, almeno non si era arrabbiata quando l’aveva punta.
    Eccheccacchio però! Non c’era mai un attimo di pace in quel posto!
    Ebbe difficoltà a rimanere in piedi quando il tremore iniziò. Mai sentita una cosa simile, nemmeno dopo aver mangiato lo stufato di mamma… che era tanto buono quanto erano pestilenziali gli effetti della sua digestione.
    E quel suono rendeva tutto tremendamente spaventoso, il panico degli abitanti della città era niente a confronto. Quel suono si insinuava subdolamente dentro e amplificava gli effetti del tremore.
    “Ma nessuno vi ha insegnato a non guardare dove non dovreste?!? Che cosa avete combinato?” Sbottò rivolto alla maga e al druido. Si poteva essere in dubbio su cosa fosse più assurdo: il fatto che uno della sua professione facesse un tale rimprovero o il tono acuto con cui l’aveva fatto.

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