Nel 2011 usciva “Pirati dei Caraibi IV: 15 Produttori sulla Cassa del Franchise Sono Pericolosamente a Corto di Idee”, e tuttavia fu un modesto successo al botteghino (250 milioni di incassi solo negli USA, contro 240 milioni di budget), ragion per cui ora abbiamo “Pirati dei Caraibi 5: Rarrr-schiamo il Fondo del Barile di Rum”. E non osate rimproverarmi perché sono battute orribili, se alla Disney sono così pigri da usare frasi fatte per i loro titoli solo per farli suonare pirateschi, io posso fare altrettanto quando recensisco la loro mediocrità 😀

Ma veniamo al film: è un maldestro tentativo di svecchiare un franchise che ha disperatamente bisogno di qualcosa di diverso. In genere il franchise ha una spiccata tendenza per soddisfare l’ormone femminile, grazie al protagonista dei primi tre film Orlando Bloom (il quale date le sue monoespressive capacità attoriali fallisce nell’interpretare il personaggio di Will Turner 😀 ) e l’istrionico Johnny Depp, che interpreta il solito capitano sopra le righe Jack Sparrow. In questo film, Brendon Thwaites (il principe di Maleficent) assume il ruolo di protagonista interpretando Henry Turner (si, è il figlio, e no, non è una sorpresa), Faramir è l’antagonista secondario (David Wenham) e Javier Bardem è il cattivone di turno, il malvagio-malvagione Capitan Salazar, che odia tantiiiiiissimo tutti i pirati, perché… ehm… ragioni varie mai spiegate 😀

Il film fa anche un tentativo di appagare l’ormone maschile con il personaggio di Carina Smyth, interpretata dalla giovane Kaya Scodelario e diciamo che lo splendido panorama… collinare… offerto dal suo… davanzale, è presente durante la maggior parte del film 😀 Scherzi a parte, devo dire che gli attori fanno tutti uno sforzo per recitare, forse ispirati dalla presenza di Geoffrey Rush (che ritorna nell’interpretare Barbossa) che è come sempre eccellente, forse spinti dal fatto che qualcuno ha pensato (fallendo, ma il tentativo c’è) ad abbozzare degli archi narrativi per questi poveri personaggi.

E tuttavia, per quanto apprezzabile lo sforzo non basta: l’inizio del film è agghiacciante. I primi 15 minuti sono di una noia mortale, confusi e francamente brutti, e nemmeno la scena d’azione sopra le righe (peraltro lunghissima) riesce a salvare il tutto. E capisco che storicamente il film non voglia essere accurato ma ci sono cose che sfidano la logica più basilare: sono quattro film che mi sto chiedendo che diancine ci fa la Compagnia delle Indie Orientali nei Caraibi? Casomai dovrebbe essere quella delle Indie Occidentali… vabbé, non è importante se non per la mia OCD (e non è un errore del doppiaggio italiano, c’è la bandiera con scritto East India Company). Tornando a noi, ci sono alcune scene vagamente interessanti riguardanti Henry e Carina, ma il film prende veramente vita solo quando Geoffrey Rush entra in scena (al minuto 30, più o meno), e a quel punto si lascia anche guardare. Come sempre la trama è confusa, completamente prevedibile nonché scontata.

E, ogni tanto, così per caso, mi piacerebbe vedere una stradannata battaglia navale in questo stradannato franchise, ma evidentemente è chiedere troppo. E non sto parlando di “sparate di qua, virate di là, cosate e poi abbordate!” che fanno in continuazione, mi piacerebbe vedere uno scontro vero e proprio (come la straordinaria battaglia navale contro il Natividad in “Le Avventure del Capitano Hornblower” uscito nel lontano 1951 o la battaglia iniziale nel più recente “Master and Commander” uscito nel 2003, che non è altrettanto bella ma è comunque una battaglia vera e propria). In cinque film (CINQUE!) c’è un singolo scontro nel primo (che peraltro è poco più di un lungo inseguimento) e poi basta. Come potrete intuire, sono piuttosto stanco di un genere che avrebbe moltissimo da offrire, come peraltro recentemente dimostrato dall’eccellente Assassins’ Creed 4: Black Flag (che, tra parentesi, è pieno di straordinarie battaglie navali), e questo anche tenendo presente che il franchise dev’essere un film per tutti (quindi niente sangue e niente linguaggio colorito). E non che il film sia del tutto inguardabile: ogni tanto c’è qualche scena carina, ogni tanto c’è qualche inquadratura fatta bene, e quella colonna sonora è come sempre fichissima. Ma ogni tanto, il resto è piatto e scialbo. E a proposito di colonna sonora, usano solo e soltanto il tema principale, se utilizzassero anche quelli secondari (come si può sentire per esempio in questa cover metal che rimescola tutto quanto, link: https://www.youtube.com/watch?v=8xwz27ESQew ), o Dio non voglia, aggiungessero qualcosa di originale (si, lo so, è un periodo ipotetico della più completa irrealtà 😀 ), sarebbe meglio, anzi nettamente meglio per il film. Unica scena degna di interesse: il flashback al passato di Jack Sparrow. La scena è rapida, va dritto al punto, ci sono esplosioni, ci sono navi dei pirati che fanno cose fiche e c’è un discreto ammontare di tensione (e il giovane Jack Sparrow non è così sopra le righe, quindi lo si guarda molto più volentieri).

In conclusione, il film non offre nulla di nuovo, non me la sento neanche di raccomandarlo come innocuo prodotto di intrattenimento, dato che, come ho detto sopra, è piuttosto noioso. E ai nostalgici che vogliono vedere Orlando Bloom, avviso che ha neanche trenta secondi in scena in tutto il film.

Voto: si meriterebbe 2, ma complessivamente è 4,5

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