Come fare un film sul femminismo e sull’emancipazione e volerlo far digerire al grande pubblico senza approfondire troppo il discorso? La risposta è semplice: quando i rapporti umani diventano troppo complessi… ci si mette a parlare di sesso! Yayyyyyyy! 😀

Facezie a parte, questo film è la biografia di William Marston, creatore di Wonder Woman e della macchina della verità. Ero rimasto incuriosito dal titolo e conoscendo la storia strana del fumetto di Wonder Woman avevo pensato che si trattasse solo di una storia delle origini del fumetto. Il film invece fa un buon tentativo di mostrare il dinamico e complesso rapporto tra il protagonista (interpretato da Luke Evans) e le Wonder Women del titolo (interpretate da Rebecca Hall e Bella Heathcote). Preciso anche che il riassuntino su IMD può essere fuorviante: Olivia Byrne (Heathcote), la cosiddetta “amante”, in realtà non viene mai considerata tale, la relazione che si forma tra i tre è completamente paritaria. E tra l’altro il rapporto tra i tre è uno dei punti forti del film, dato che non solo è mostrato in una luce interamente positiva ma è anche reso abbastanza credibile da tutto ciò che succede intorno ai tre (anche se a quanto sembra non è storicamente accurato, dato che i discendenti della famiglia Marston hanno negato che un rapporto del genere sia mai esistito).

Il film è anche girato in modo competente, con alcune inquadrature molto ben costruite. Il ritmo è generalmente piuttosto lento ma non ho trovato il film noioso: alcune delle scene di sesso erano senz’altro superflue ma si può capire la volontà di fare un po’ di fanservice. La sceneggiatura ha qualche problema: per quanto il messaggio di fondo sia sincero e ben presentato, come ho detto sopra si parla un po’ troppo di sesso quando il discorso dovrebbe, a mio parere, andare un po’ di più in profondità. Ci sono alcune scene che rimediano, in particolare tutto ciò che riguarda il rapporto tra Elizabeth (Rebecca Hall) e Olive è affrontato in modo corretto, ma resta il fatto che, detto come va detto, fanno troppo sesso e parlano troppo di sesso.

Inoltre, ci sono alcuni problemi a livello attoriale. Le due donne per esempio sono sempre all’altezza della situazione, in particolare Rebecca Hall, che aveva un personaggio non facile eppure in ogni scena l’ho trovata eccellente. Invece, chi è stata la mente malata che ha ingaggiato Luke Evans? Apprezzo che un attore apertamente gay trovi lavoro nel mercato odierno di Hollywood, ma in quel ruolo? La conversazione riguardo a quel personaggio dev’essere andata più o meno così: “Dunque, abbiamo bisogno di un attore drammatico sui cinquant’anni, che sappia alternare momenti di perversione a momenti di cupa riflessione psicologica, e inoltre che sia in condizione di simulare emozioni in modo credibile” “Beh, ha fatto Swan in Fast&Furious, ha fatto Dracula in Dracula Untold e ha fatto Gaston nel Me-ra-vi-glio-so remake della Bella e la Bestia [vedi recensione sul sito]. Direi che Luke Evans, con i suoi trentasette anni, è l’unico in grado di rappresentare l’infinita sfumatura di emozioni richieste da questo personaggio!” 😀

Si, Luke Evans non è una buona idea, e peraltro è completamente diverso dalla sua controparte storica. Capisco che ci volesse un individuo con un certo fisico che facesse da contraltare alle due donne, ma lui semplicemente non è credibile per me. E preciso che non è colpa sua, anzi si vede che nel film si è anche impegnato, il problema è che non è credibile come professore di psicologia: immaginatevi un professore di psicologia con la sua faccia e cercate di non ridere al solo pensiero. Visto? è impossibile 😀

Concludo raccomandando comunque il film: a chi non sa nulla delle origini di Wonder Woman questo è un film che ha molto da dire. E anche chi non è interessato alla parte fumettistica può comunque trovare buoni spunti di riflessione in tutta la discussione intorno all’emancipazione femminile e al rapporto tra i tre protagonisti. Vero, il film non è storicamente accurato, nel senso che sembra che il rapporto tra i tre non ci sia mai stato, ma un film è sempre un lavoro di finzione e (contrariamente a The Imitation Game) l’ho trovato rispettoso, se non dei protagonisti della narrazione, per lo meno del loro spirito femminista ed emancipatorio (erano tutti e tre attivisti sia per il suffragio alle donne, sia per divorzio e aborto, nonché favorevoli alle coppie omosessuali). In altre parole, per quanto i discendenti si siano dissociati dal film, da quanto ho avuto modo di leggere, non credo che i protagonisti di questi eventi potessero essere stati eccessivamente dispiaciuti da questo film, se non altro per l’ottima figura che ci fanno tutti. Insomma niente di che ma nonostante tutto con buone intenzioni.

Voto: 6,5

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