Ed eccoci qua al sesto film su Spiderman che è anche il terzo reboot del personaggio in quindici anni (il primo Spiderman è del 2002). Ricapitolo brevemente il resto della serie con le mie impressioni. Il primo Spiderman non mi fece impazzire, invece mi piacque il secondo (quello di Dr. Octopus), e del terzo mi ricordo solo una scena, ovvero la genesi dell’Uomo Sabbia (che peraltro è una scena molto bella in un film pesantissimo). Non mi è dispiaciuto il reboot con Andrew Garfield (The Amazing Spiderman, che come dicono gli Honest Trailer non è nemmeno così tanto Amazing), il cui seguito… beh, stendiamo un velo pietoso su “The Amazing Spiderman 2: il Potere di… Electro, Goblin, Casper il fantasma del padre e ah sì, c’è anche Rhyno per due scene” 😀 In generale sono film non brutti (con l’eccezione di S3 e di TAS2) ma che non possono fare a meno di accumulare un quantitativo esorbitante e non necessario di stucchevoli cliché, che oltre a causarmi personalmente un attacco di nausea istantanea, appiattiscono sia i personaggi che la trama.

Ed è così, dopo una breve apparizione del personaggio in Captain America3: Civil War, che arriviamo a Spiderman: Homecoming, il reboot del personaggio nell’Universo Marvel che nessuno in realtà voleva ma che in un modo o nell’altro tutti sono andati a vedere (secondo IMDB oltre 2 miliardi di dollari come incasso globale complessivo su un budget di 175 milioni). Ho visto questo film senza nessuna aspettativa: mi aspettavo bene o male la solita pappardella, condita con un po’ di Iron Man (è nel trailer) in modo da poter dire: “Ehi, siamo nell’Universo Marvel ora, yayyyyyyy!”. E devo dire che l’ho trovato non solo il migliore film di Spiderman che sia uscito finora ma anche uno dei migliori film dell’MCU in generale. E per gli scettici: no, non è privo di difetti, ma è un film estremamente divertente, girato bene, privo dei soliti cliché stucchevoli, recitato decisamente bene e infine con… *rullo di tamburi*… un antagonista interessante, qualcosa di cui nell’universo Marvel si sentiva decisamente la mancanza, dato che c’erano soltanto Loki e… ehm… Loki 😀

Nel film ci sono una serie di buone idee per sviluppare correttamente il personaggio del protagonista, questa volta interpretato dal giovane Tom Holland, inserendolo in una rosa di personaggi secondari di supporto tutti abbastanza interessanti e sviluppati piuttosto bene. Innanzitutto, data la sua massiccia presenza nei trailer, mi sarei aspettato più Iron Man, invece il suo coinvolgimento è presente (e benvenuto) ma non eccessivo. C’è la buona idea di inserire Karen, la paziente e materna intelligenza artificiale della tuta, interpretata tra l’altro da Jennifer Connelly (Labyrinth), così come c’è l’idea di svecchiare il sistema di personaggi intorno al protagonista. La solita vecchia saggia zia May è invece una più realistica cinquantenne (interpretata dall’ancora attraente Marisa Tomei) con la principale preoccupazione di riuscire ad arrivare alla fine del mese; il solito personaggio di supporto (il cui ruolo nei vecchi film è diviso tra Harry Osborne e il love interest Mary Jane/Gwen Stacy) qui sono uno dei suoi compagni di scuola (un nerd inguaribile interpretato da Jacob Batalon) e Happy Hogan, l’autista di Iron Man interpretato ancora una volta da Jon Favreau (che tra l’altro era anche il regista di IM1-2 e 3). Inoltre, il film evita accuratamente di riproporre la solita vecchia trama: per esempio, niente morso del ragno (che avviene fuori scena), niente morte dello zio/dei genitori (che hanno già tirato le cuoia), niente lavoro al giornale come fotografo di se stesso (peraltro una palese scopiazzatura di Clark Kent). Infine, arriviamo all’antagonista (Adrian Toomes, interpretato da Micheal Keaton), dove una volta tanto ci hanno azzeccato in pieno: non solo è minaccioso, non solo è un personaggio molto interessante, ma è pure un antagonista perfettamente inserito nelle logiche dell’Universo Marvel, arriverei persino a dire che lo migliora con la sua sola presenza. Non entro nei dettagli per non spoilerare parti della trama ma è uno di quei personaggi che ti fanno dire: “Beh, si, ha senso che qualcuno si metta a fare quello che fa lui!”. Insomma, un antagonista per una volta all’altezza della situazione e comunque molto diverso da qualsiasi cosa si sia vista finora.

Ora, ho parlato di alcuni difetti e adesso entrerò più in dettaglio, faccio comunque presente che sono elementi secondari e che per me non hanno disturbato più di tanto la visione del film. Il primo è che la storia d’amore è convenzionale: non stucchevole, non eccessiva ma appunto convenzionale, insipida; in un film che ha saputo innovare in tanti modi diversi, la storia d’amore è uno di quelli meno riusciti (va detto che rispetto ai film precedenti ha di gran lunga molto meno spazio di prima). Una volta visto il film si capisce perfettamente perché lo abbiano fatto, tuttavia avrei preferito comunque che fosse un po’ meglio di come è stata. Secondo, capisco la volontà di mettere Spiderman vicino a dei monumenti nazionali, ma le scene con la bandiera sono diventate, dopo cinque film che ce le fanno vedere, un inusuale e doloroso martellamento di genitali. Qui ce n’è una sola, ma comunque è di troppo. Infine, avrei preferito un messaggio un pochino più profondo data la qualità complessiva del film: un messaggio più complesso di quello solito dei film Marvel avrebbe ulteriormente alzato la qualità del film, invece qui hanno voluto giocare sicuro, pazienza.

In ogni caso raccomando vivamente il film a tutti quelli che lo vogliono vedere, è un buon prodotto di intrattenimento e senza dubbio il miglior film di Spiderman finora uscito.

Voto: 8,5

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