Eclipse è un gioco di ambientazione spaziale – fantascientifica nel quale da due a sei giocatori si daranno battaglia nei nove turni previsti per la partita per determinare quale degli schieramenti in gioco avrà la supremazia sulla galassia conosciuta e non.

Il gioco per le sue meccaniche ricorda molto da vicino videogiochi come “Master of Orion”, e chi ha giocato quel titolo o i suoi cloni non potrà fare a meno di pensare che l’autore finlandese Touko Tahkokallio abbia voluto ricreare sul tavolo un’esperienza paragonabile a quella del citato videogame.
Scopo del gioco è, come scritto prima, arrivare alla fine del nono turno di gioco possedendo il maggior numero di punti vittoria possibile, così da decretare la supremazia della propria razza o fazione sugli altri. I giocatori, infatti, possono scegliere se guidare una delle sei fazioni umane (che sono tutte identiche tra loro nelle caratteristiche, e consigliate per i nuovi giocatori dato il loro bilanciamento) o una delle sei razze aliene: queste differiscono notevolmente le une dalle altre, avendo bonus e malus specifici che ben si adattano a vari stili di gioco. Proprio qui sta quello che ritengo essere il maggior punto di forza del gioco, cioè la possibilità di giocare partite con stili completamente diversi e poter comunque ambire sempre alla vittoria. Perché se è vero che il gioco “militare” è quello che premia con più facilità chi lo intraprende è vero anche che questo richiede molte risorse, vuoi per avere un gran numero di navi, vuoi per potenziarle in modo da renderle imbattibili. Anche l’esplorazione o la ricerca scientifica, però, da sole possono essere sufficienti a raggiungere la vittoria, dato che i vari sistemi stellari garantiscono un numero variabile di punti vittoria a chi li controlla a fine partita, e lo stesso dicasi per chi detiene determinati livelli di ricerca, raggiungibili solo con profondo impegno in quella direzione. Quindi nessuna strada è preclusa, e ogni partita prenderà pieghe diverse non solo per le diverse mentalità messe in tavola dai vari giocatori, ma anche da quello che volta per volta la galassia riserverà, dato che il tabellone di gioco non sarà mai lo stesso.
Vediamo ora nel dettaglio le meccaniche del gioco, così che sia più semplice comprendere il discorso appena fatto.
Ogni turno si compone di varie fasi (che sono esplorazione, influenza, ricerca, sviluppo, costruzione, movimento), ognuna delle quali può essere eseguita una, nessuna o più volte da parte di ogni giocatore. La gestione delle azioni possibili da parte di ogni giocatore è molto semplice: tutti dispongono di 19 gettoni (che con opportune ricerche possono arrivare fino a 22), che vengono utilizzati per “attivare” una delle azioni possibili oltre che per colonizzare nuovi sistemi stellari. L’utilizzo di questi gettoni comporta però, alla fine del turno (quando tutti hanno dichiarato di non voler più effettuare azioni), un esborso crescente di denaro (una delle tre risorse presenti nel gioco, insieme a materiali e scienza): di conseguenza bisognerà ponderare con cura quali e quante azioni fare, per non trovarsi poi a non poter far fronte al costo di quanto fatto in precedenza.

Il gioco, ad una prima occhiata, sembra essere terribilmente complicato, mettendo sul tavolo una quantità decisamente notevole di variabili da tenere in considerazione. Ma in realtà ho avuto modo di vedere come, dopo un turno “di tutorial” in cui accompagnare i nuovi giocatori alle varie possibilità, poi la partita è sempre andata via liscia senza quasi dover mai ricorrere a spiegazioni: questo perché una volta compreso il meccanismo di base delle varie azioni possibili, tutto il resto viene da sé, e risulta anche molto intuitivo.

Un altro degli aspetti salienti del gioco, e forse quello che più mi ha colpito quando l’ho provato al Lucca Comics & Games, è stata la possibilità di personalizzare completamente le proprie navi. Infatti sulla plancia di ogni giocatore sono presenti i progetti di base delle navi disponibili per la propria razza. Ma con ricerche e sviluppi mirati, le si può cambiare completamente, arrivando a creare delle combinazioni devastanti, potendo scegliere ogni volta se concentrare gli sforzi sul numero di armi piuttosto che sulla loro potenza, decidere se installare lanciamissili (armi estremamente potenti ma che sparano solo una volta nel combattimento), scudi per aumentare le probabilità di non essere colpiti o corazza per lo scafo per poter resistere ad un maggior numero di colpi? Computer con sistemi di mira avanzati che rendono più semplice colpire il bersaglio, o motori più potenti che permettono di spostare più rapidamente le flotte, per poter organizzare fulminei attacchi a sorpresa, o per concentrare le difese in caso di problemi… Dilemmi di non poco conto nell’economia del gioco, dato che tutte le possibilità sono parimenti valide, e tutte possono risultare decisive…

Un aspetto invece non propriamente positivo, ma che in ogni caso non si può definire un problema per il gioco, è la fase di setup iniziale. Data la gran quantità di materiale presente nella scatola, e la necessità per lo svolgimento ottimale del gioco che tutto sia sistemato nel modo corretto (non si può, infatti, giocare lasciando la montagna di segnalini nella scatola e prendendoli quando servono) la preparazione del tavolo richiederà una mezz’ora buona per essere completata. D’altro canto la quantità di materiale regala una bellissima sensazione quando si prende in mano per la prima volta la scatola, dato che il suo peso contribuisce sicuramente a dare il messaggio che “abbiamo comprato qualcosa”.

In sintesi comunque Eclipse è a mio avviso un ottimo gioco, che offre una grande varietà di situazioni pur con un regolamento sostanzialmente semplice. La possibilità di variare lo stile di gioco senza per questo precludersi la possibilità della vittoria è un grandissimo punto a favore, dato che aumenta notevolmente la longevità del titolo.
Buona la componentistica, e anche se inizialmente la presenza dei segnalini in legno può lasciare perplessi, alla fine la cosa non si nota nemmeno, presi dalla pianificazione della mossa successiva.
Unica nota dolente, come accennato prima, il tempo di preparazione, decisamente sopra la media per un gioco strategico (nonostante abbia visto giochi molto più lunghi in fase di preparazione).
Ottima, invece, la velocità di gioco, con tempi morti tra un’azione e l’altra estremamente ridotti.

Come nota a margine faccio notare la presenza di un’espansione (Rise of the Ancient), che aggiunge tre nuove fazioni, portando il limite di giocatori a 9!!
Ci sono altre espansioni che sono difficili da trovare, essendo promozionali e rilasciate in tiratura limitata solo per particolari eventi, che non cambiano l’impostazione del gioco, ma aggiungono alcuni settori di esplorazione e tecnologie aliene.
Infine è uscita un’espansione “visiva”, che fornisce un nuovo set di navi per tutti i giocatori: queste, a differenza di quelle standard, vantano una realizzazione più curata, ma ai fini del gioco sono assolutamente identiche.

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