La Stanza Profonda

La Stanza Profonda è il primo libro pubblicato da Laterza, casa editrice famosissima, ad essere candidato al Premio Strega. Il titolo potrebbe voler dire tutto e nulla – qualcosa di filosofico? di nichilistico? di sociologico? -, l’autore, Vanni Santini, scrive sul Corriere della Sera. E invece no. Questo libro, il primo candidato al Premio Strega da Laterza, parla del Gioco di Ruolo. Segue la vicenda, narrata in seconda persona (una cosa veramente particolare, a cui bisogna un po’ abituarsi), di un gruppo di giocatori di ruolo che, come tutti i gruppi di giocatori di ruolo, muta col tempo, si sfalda, si unisce, si sbriciola, si anima… nasce e muore. O forse è soltanto una stasi. Nel narrare di questa evoluzione (viene raccontato che il primo gioco fu la famigerata Scatola Rossa di D&D, acquistata dal padre quando il protagonista aveva nove anni… e questo mi ha fatto veramente commuovere, essendo successa esattamente la stessa cosa a me, anche se io avevo un D&D 2.0) vengono esplorate tutte le diverse sfaccettature del gioco di ruolo stesso: la sua definizione, la sua realizzazione, il suo rapporto con il mondo, i pregiudizi nei suoi confronti, la sua evoluzione. Non ci si limita a D&D (che, comunque, la fa da padrone nella narrativa), si insiste anche sulla creazione delle ambientazioni proprie, sull’evoluzione dei personaggi, sui rapporti che si innescano tra un giocatore e l’altro. Nascono persone, muoiono persone.

E’ un romanzo che ho letto in una sola notte, forse anche meno: l’ho divorato, e, se lo leggerete, non è per la scrittura, che non è leggerissima. L’ho divorato perché è vero. Perché ognuno di noi è passato per almeno uno di quegli episodi narrati (c’è un lungo dibattito sul ruolo delle ragazze nel gioco di ruolo, qualcosa che mi sta particolarmente a cuore), perché ognuno di noi ritrova questo o quel compagno di avventure in uno degli amici del protagonista, perché ognuno di noi ha una sua “stanza profonda” piena di manuali, di dadi, di matite, di schede stropicciate, e, soprattutto, di idee, di mondi, di universi.

Consigliatissimo a tutti, ai giocatori di ruolo in primis, ma anche ai meno navigati: è un romanzo sulla nostra vita, in fondo.

Ed è un romanzo che vale la pena leggere.

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