PSA: Questo articolo contiene SPOILERS per i seguenti film e prodotti: Man of Steel (l’Uomo d’Acciaio), Batman vs Superman: Dawn of Justice e i videogiochi della saga di Assassins’ Creed fino a Black Flag.


Il recente Batman v Superman: Dawn of Justice ha dato vita, oltre che a un troll delle caverne con gli occhi giallognoli, a una pletora di critiche sulla violenza e sul tono cupo del film. Il personaggio di Superman nel film è stato paragonato più volte a un pupazzo dall’espressione imbronciata, ed è stato definito “emo oltre ogni possibile concezione umana” 😀 . Per quanto a me il film non sia piaciuto, non sono d’accordo con le critiche. Elementi cupi possono essere inseriti in un film di supereroi, e tutto senza dover ricorrere a un rating “R” ma tenendo un pubblico di adolescenti (il film è PG 13). Trovo che i problemi del film siano altri, nella trama convoluta, nella sceneggiatura scritta male, nei personaggi insensati.

Ora vorrei parlare un momento degli elementi cupi del film, tralasciando il resto. L’elemento principale di cupezza è visivo: la pellicola è desaturata, dando a tutto il film una patina grigia uniforme. Gli altri elementi cupi del film appartengono al personaggio di Batman, ma vengono esplorati molto poco: il migliore è a mio parere l’armatura vuota di Robin (con la scritta di Joker, che si vede all’inizio: Joke’s on you, Batman!), che allude a qualcosa di molto brutto ma senza mostrarlo veramente. Batman che uccide a destra e a manca potrebbe essere un elemento cupo ma non viene mai esplorato dal film, che invece si perde in discussioni ipocrite su “chi è dei due che uccide di più”.

Anche il fatto che Superman non sia visto (da tutti) come un simbolo di speranza è un’idea interessante e potenzialmente molto cupa, ma non viene mai esplorato, probabilmente per lasciare spazio a Lex Luthor e al suo quanto mai convoluto piano del male. In sostanza, il film allude a una serie di tematiche cupe, ma non le esplora mai, esattamente come aveva fatto Man of Steel. E come Man of Steel, BvS fa di tutto per sembrare *voce profonda* “Dark”, quando in pratica gli elementi cupi sono solo accennati, non sviluppati.

Passiamo ora a qualcosa di diverso, ovvero Assassins’ Creed IV: Black Flag. Il sesto gioco nella serie, è un tentativo di dare nuova vita a un franchise che dopo le pesanti critiche ad AC3 rischiava di arenarsi. Ed è per questo un gioco molto diverso dai precedenti: i giochi precedenti erano uno scontro tra Templari e Assassini in uno scenario storico specifico. AC4 è l’opposto, ovvero una storia di pirati con una patina di un gioco di Assassins’ Creed sopra. Ed è chiaro da diversi elementi: in primis la colonna sonora, fatta di temi pirateschi riarrangiati e completamente diversa dagli altri giochi; secondo il fatto che il protagonista non sia un Assassino, ma sia prima di tutto un pirata; infine, tre quarti del gioco li spendi in nave, ad abbordare, cannoneggiare, saccheggiare, distruggere, insomma, piratare 😀 .

Veniamo agli elementi cupi: dato che il confronto tra Assassini e Templari è in secondo piano nel gioco, la trama principale verte sulle figure storiche intorno alla Repubblica dei pirati di Nassau (Charles Vane, Rackham, Barbanera, Mary Read). Ed è intorno a questa trama che si giocano tutti gli elementi più cupi. Il gioco si presenta luminoso e brillante: i cieli azzurri, il mare blu dei Caraibi, i paesaggi soleggiati, le esplosioni delle cannonate. La trama è invece l’esatto contrario, mostrando senza mezzi termini il tramonto definitivo della pirateria: personaggi ben sviluppati, messi davanti a decisioni impossibili, a continue sconfitte, a momenti di disperazione, di follia, di abbandono, di rassegnazione.

Le varie personalità controverse della pirateria, uomini brutali ma con un codice preciso di comportamento, e che li porta inesorabilmente alla rovina. E infatti muoiono tutti. Ma proprio tutti 😀 , qualcuno in una vampata di gloria, uno pazzo in prigione, qualcuno in modi altrettanto brutali. In sostanza, il gioco, pur mirando a un pubblico giovanile (PEGI 16), colpisce per il tono cupo e triste della trama principale, come nascosto sotto la patina del sole dei Caraibi e del confronto Assassini/Templari tipico del franchise.

Confrontando direttamente gli elementi cupi di questi due titoli, è chiaro per me che BvS sia un caso di immagine più che di reale sostanza. Qualche elemento cupo c’è, ma, al di là della patina grigiastra della pellicola desaturata, non viene mai esplorato nel film. E preciso che, anche a causa di AC4, non mi dispiacerebbe un film di supereroi dai toni più cupi, la critica ha definito BvS troppo cupo, ma per me semplicemente non lo è abbastanza. Per l’appunto, il gioco è il contrario: una patina di colori brillanti che nasconde una trama molto cupa, a tratti deprimente, ma che proprio per questo risulta molto più efficace. Se tra qualche anno rideremo ancora davanti alla pietosa scena di Martha, potremmo sempre rigiocare AC4 e commuoverci per Barbanera.

 

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