Storia di altri Romei e di altre Giuliette…

Questo argomento contiene 450 risposte, ha 5 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Meeme 3 anni, 11 mesi fa.

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  • #6792
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    Un infermeria d’emergenza per tutte le vittime di quella follia e della corruzione di Torvael, probabilmente molti di loro erano fra le cause di quella corruzione, di quella depravazione e leggi ingiuste ed inique ma doveva pur esserci qualche elfo innocente od almeno nobile a quel gala, beh oltre ai cinque/sei di cui era sicura, certa completamente.

    Ignorò la madre perché meh che delusione, oh c’erano anche Eitan e… si bloccò, era un sogno, un miraggio, un illusione dei sensi dovuta alla colpa ed alla disperazione. Ma no era davvero lì.

    Tinuviel sorrise, un sorriso ampio e luminoso con tanto di occhi a cuore “finalmente” mormorò *il mio sole, il mio angelo, la mia casa, la mia anima* Tinuviel aveva voglia di ridere e piangere e cantare e correre ad abbracciare la sua Naltariel *vedi Altarael, quella non è una maschera, la mia Riel non mi ha mai mentito, non è una depravata od un mostro ma è perfetta* ma forse quello non era il luogo adatto per un improvvisazione del genere, neanche fossero in un opera lirica o una di quelle recitazioni moderne dove la gente si mette a cantare a caso.

    Il suo angelo era cambiata in modo sottile più simile ad una druida, ma era ancora più affascinante di come la ricordasse, anche la memoria di un elfa non può rendere giustizia all’originale *oh dee, grazie*.
    Erano lì per avere informazioni ma doveva tornare fra quelle braccia così amorevoli, ne aveva bisogno, doveva scusarsi per aver ceduto così in fretta alla seduzione del suo Capitano *oh mio Capitano, lei è qui, è davvero qui!*.

    avanzo verso le due ignorando tutto il resto, senza neanche vedere quello che non aveva davanti agli occhi.. ancora pochi metri, pochi metri, il cuore le batteva così forte come per spingere il resto del corpo a sbrigarsi.

    Riel” la chiamo una volta vicina, con la voce piena di speranza, ed amore e dolore *Dee, ora sono davvero a casa. Vediamo quante persone devo uccidere per restare*

    #6806
     Elan 
    Partecipante

    Ad voler esser del tutto sincera, Nirai stava iniziando di gran lunga a preferire la radura dei druidi piuttosto che quella maledetta città. Non che ci volesse molto per rendere qualsiasi posto migliore di quella maledetta città.
    E non era tanto la mancanza di porte o cose del genere… c’era proprio un clima, un’aria, un… non sapeva nemmeno lei come definirlo. Ma era diverso.

    “Il mio sguardo non promette mai nulla di buono!” rispose alla Guardiana, ricambiando anche lo sguardo di Muad’Dib. Il mezzo demone prima o poi avrebbe potuto incenerire qualcuno con quelle occhiatacce, ma in quel momento non era davvero il caso che si facesse mettere in soggezione da lui.
    Se fosse stato necessario, piuttosto, l’avrebbe preso a ceffoni di nuovo.

    “Diciamo… sì e no.” iniziò un po’ esitante, grattandosi la testa e agitando la coda.
    “Quando sono tornata da Lord Sirion e gli altri ho trovato una situazione… beh, particolare. Solite faccende, Elfi arrabbiati con altri Elfi, liti, urla, svenimenti…” le sfuggì un mezzo sorriso un poco ironico, e cercò di raccogliere un istante i pensieri, per fare un resoconto il più preciso possibile.
    “Il Quinto Padrone stava accusando sua cugina di essersi innamorata di un umano, tanto da voler abbandonare gli altri elfi per lui, e lei ha sostenuto di non aver fatto nulla di male.” esitò un po’, perché quello era il nocciolo della questione e non voleva perdersi nulla. “Ha anche chiesto che i non elfi non vengano più trattati come succede ora. E’ questo il punto.”
    Guardo prima Marethari e poi Muad’Dib.
    “Gli altri padroni sembravano dubbiosi, e penso potrebbe esserci qualche speranza. Però vogliono delle prove, testimoni e fatti di ciò che subite davvero.”

    Prese un gran respiro e continuò a rivolgersi al mezzodemone.
    “Potrebbe essere la tua occasione per parlare di fronte al consiglio degli elfi. Tu sai cosa subisce la tua gente giorno dopo giorno, nessuno meglio di te può raccontarlo.”

    #6812
     Mordoth 
    Partecipante

    Gant trotterellò verso il Distretto dei non-elfi come quei nani ubriaconi della favola che preferiva quand’era bambino, Biancaspuma e i sette boccali. Si canticchiava in testa la filastrocca della favola mentre trotterellava ‘andiam, andiam… andiamo a sbevazzar…’
    Gli si strinse il cuore nel raggiungere il Ghetto. Sporco e incuria ovunque, non era quello il modo di vivere della sua gente. Non era quello il modo di vivere di nessuno, a dire la verità. I suoi fratelli lavoravano per gli elfi, facendo lavori umili agli occhi degli orecchie a punta. Ma Gant non poteva credere che questa situazione avesse piegato lo spirito fiero della loro razza, anche se non si vedeva non poteva essere sparito.
    Aveva attraversato il Distretto praticamente inosservato, mentre lì aveva già attirato la curiosità dei suoi simili. Sfortunatamente doveva faticare ancora un po’ e fare lui il primo passo.
    Tirò fuori la fiaschetta della sua riserva, la stappò e ne bevve un sorso, facendo bene attenzione ad enfatizzare la bontà della bevanda e la soddisfazione del berla. “Ehi fratelli! Ne volete? O avete di meglio da farmi assaggiare?”

    #6813
     Meeme 
    Partecipante

    GANT
    I Nani di Torvael si avvicinarono con prudenza al loro strano compatriota, l’Alchimista era diverso da quella gente e loro lo sapevano. Osservarono curiosi lo strano liquido offerto da Gant, gli occhi di chi non ha mai bevuto simili prelibatezze. Il nano si rese conto che quella gente, nata a Torvael, non doveva aver mai assaggiato della vera birra, figurarsi altre bevande ancora più naniche…

    Erano nati e cresciuti in quella città elfica, nati schiavi, morti schiavi e nessuno di loro aveva mai provato l’impeto all’avventura verso altri mondi.
    “Noi abbiamo acqua e vino annacquato. Se volete assaggiarlo…” Il più anziano del gruppo, il capo famiglia di sicuro, lo invitò nella sua dimora servendogli da bere una brodaglia che nemmeno i maiali avrebbero assaggiato.

    Quella non era la sua gente, non avevano memoria di chi fossero davvero i nani, avevano conosciuto solo quella vita e per loro era tutto.
    “Cosa ti porta qui, straniero?” Parlavano un nanico molto strano, con delle sfumature che non aveva mai sentito prima, per questo era difficile comunicare con loro, il comune lo utilizzavano sul lavoro e per termini di lavoro, nessun elfo aveva mai pensato di conversare con quella gente.

    NIRAI
    Ci furono attimi di silenzio dopo il discorso di Nirai, la Guardiana sembrava molto scossa dalla piega degli eventi, mentre il mezzo demone impassibile come sempre.
    Muad’Dib stava prendendo in considerazione la proposta della felinide e quando le rivolse parola aveva la voce determinata.
    “Avere la possibilità di parlare ai Padroni potrebbe cambiare ogni cosa…” Stava sul serio pensando di accettare quella follia.

    Marethari sembrò sconvolta. “Non ti permetteranno mai di parlare! Ti uccideranno prima!” Quella era un dilemma legittimo, Nirai lo sapeva, il mezzo demone sarebbe stato ucciso prima di poter parlare se si fosse presentato nella Sala del Consiglio.
    “È sempre stato questo il mio destino. Morire da martire… e la mia gente combatterà e morirà per la libertà.” rispose lui serio uscendo dalla dimora della druida per pensare.
    La Guardiana si strinse le spalle. “Non arriverebbe vivo dai Padroni, lo sai anche tu, Nirai… La sua morte farebbe insorgere tutti i non elfi di Torvael, sarebbe un bagno di sangue.” L’elfa era preoccupata, anche per le condizioni di Muad’Dib che non era ancora guarito dalle ferite.

    TINUVIEL
    “Tinuviel?” La guaritrice strabuzzò gli occhi notando la figura della barda. “Non sapevo fossi tornata!” Aveva le mani e le vesti sporche di sangue per aver ricucito e sistemato ferite tutto il giorno, ma aveva quello sguardo allegro e gentile che la barda ricordava. “Conosci Eitan?” Lo chiese con una certa dolcezza, come se lei e quel druido avessero un qualche legame non ben identificato.

    Tinuviel temette che l’elfo druido le avesse portato via Naltariel, ma l’intonazione non era quella di un’innamorata, quanto quella di una cara amica.
    L’elfo disse che aveva conosciuto Tinuviel e lord Sirion durante un incontro nel Boschi Sacri e la guaritrice rise. “Testone che sei, Eitan! Ti avrei aiutato io a gestire l’incontro, sono molto più brava di te con la gente!” La risata di Naltariel era sincera, fresca come acqua di fonte e così distante dai modi di fare del Capitano delle Guardie.

    “Mi, Tin… mi sembri provata! Hai lo sguardo stanco…” Le disse un po’ preoccupata e lord Sirion spiegò loro che stavano investigando su come venivano trattati i non elfi in città.

    #6815
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    Quanto le era mancato lo sguardo del suo angelo, era bellissima e perfetta “sono tornata due giorni fa, ero nella scorta di due mercanti giovani e stupidi… e questa volta ho deciso di restare” e quando chiese se conosceva Etain quasi le si fermò il cuore *oh dee no, vi prego non posso averla persa di nuovo, no no non dopo il mio Capitano. ma non non è così. calmati Tinviel non essere sciocca non lo guarda come guardava me, non ne parla come parlava di me.*

    Nonostante il tumulto che aveva dentro rise “come ha detto lui” non poteva non ridere col suo angelo, la faceva tornare a quando stavano insieme, quando poteva dormire fra le sue braccia.

    Lo sono Naltariel.. provata, stanca, sconvolta e stiamo cercando di capire se dama Rosaline è depravata quanto lo era Altarael” gli occhi le si riempirono di lacrime *quando diavolo sono diventata così debole, così fragile ed inutile, questa non sono io, questa non è Emlin!*

    Naltariel era preoccupata per le sue condizioni, era così da lei, la abbracciò ignorando le macchie di sangue non le importava di macchiarsi, e comunque con la sua vita non sarebbe certo stata la prima volta, ma ne aveva bisogno, aveva bisogno di Naltariel, di sentire il suo calore ed il battito del suo cuore, la abbracciò come se ne andasse della propria esistenza od almeno di quel poco di sanità mentale che le restava e le mormorò “perdonami Riel, perdonami ti ho tradita… ho tradito il nostro amore.

    Alcune lacrime iniziarono a scivolare lungo le guance, quante volte aveva pianto da quando è stata scopata da Altarael? “Ero al gala di ieri, ed ho incontrato il capitano delle guardie, avrei dovuto capire che era soltanto una maschera, un illusione, sono una skald.. avrei dovuto capirlo. Avrei dovuto rifiutarla, ma ero arrabbiata con mia madre e guardandola negli occhi ho sperato. Ma avrei dovuto rifiutare e correre a cercarti. perdonami” stava quasi balbettando e certamente singhiozzando, probabilmente una scena imbarazzante per una nobile elfa, la seduttrice, l’usignolo, l’erede degli Ionnathithil ma francamente in quel momento Tinuviel se ne infischiava di tutto quello.

    #6821
     Elan 
    Partecipante

    Nel momento stesso in cui Muad’dib parve prendere in considerazione l’idea di andare a parlare coi padroni, Nirai sentì un brivido di freddo. Quel mezzodemone era un pazzo, se iniziava in quel modo avrebbe affrontato tutta la faccenda di petto, combinando un gran casino.
    E non era precisamente quello il suo obiettivo…
    Agitò le orecchie nervosamente, e cercò di blaterare un “No… ma… io… in realtà… ecco…” ma quel bufalo era già uscito dalla stanza, pensando a chissà cosa.

    La Felinide allora guardò Marethari con disperazione, sbuffando come se fosse potuta scoppiare da un momento all’altro.
    “Vedi però?? Non sono io, dimmi che anche tu hai voglia di prenderlo a ceffoni!!” sospirò esasperata. Perché le situazioni dovevano sempre sfuggire al suo controllo in quel modo?!
    “Certo che non arriverebbe vivo dai padroni, almeno non se lo facesse in questo modo. Già me lo vedo a caricarli come un toro imbufalito!”
    E se lo immaginava davvero.

    Sospirò.
    “Questa è un’opportunità da sfruttare per voi, su questo non c’è dubbio, ma serve cautela. Juliet, la cugina del Quinto Padrone, sembra una persona ragionevole. Forse potrebbe essere lei il vostro tramite, se si potesse far parlare Muad’dib con lei magari si potrebbero sistemare le cose evitando carneficine varie.”
    Nella sua mente tutto era sembrato molto più semplice, dannazione…
    “Non conosci qualche… mago che potrebbe farlo diventare invisibile, o qualcosa del genere?” domandò, con un tono sconsolato e rassegnato nella voce. “Anche Lord Sirion potrebbe essere un ottimo tramite, parlare con loro due potrebbe aiutarvi di sicuro…”

    #6835
     Mordoth 
    Partecipante

    Quelli erano nani tanto quanto lo erano gli elfi o chiunque altro di quella città. Ecco cosa provocava il trattamento che gli elfi riservavano ai non-elfi, annullava ogni differenza, ogni storia, ogni bellezza delle altre razze: se erano inferiori semplicemente non esistevano, neanche se vagavano per casa a rassettare o si sfinivano di lavoro in mezzo al lerciume.
    L’accoglienza dei suoi fratelli lasciò Gant un po’ interdetto, non sapeva cosa rispondere nè cosa fare. Aveva bisogno del loro aiuto, ma non si era aspettato di dover chiedere aiuto a dei perfetti sconosciuti. C’era un legame che poteva risvegliare? La brodaglia nel suo bicchiere non gli dava molte speranze.
    Ma un tentativo doveva pur farlo! Prese la bottiglia di vino annacquato e ci versò un po’ della polverina con cui aveva migliorato il vino elfico, miscelò con dolcezza roteandola e ne verso un po’ nei bicchieri dei suoi ospiti. “Ecco, provate e ditemi se vi piace.” Disse con un sorriso pieno di speranza. Non era di certo il meglio che poteva fargli assaggiare, ma era il meglio che poteva fare in quel momento.
    “Sono qui per chiedervi aiuto.” La sua espressione si fece seria. “Avrete di sicuro sentito degli avvenimenti di questi giorni, ho bisogno di informazioni per cercare di cambiare le cose.”

    #6851
     Meeme 
    Partecipante

    GANT
    I nani si assieparono intorno a Gant, incuriositi dalle sue strane polveri e quasi timorosi. Assaggiarono con paura la bevanda migliorata dall’alchimista e dai loro volti sorpresi e felici il nano comprese che avevano gradito.
    L’Anziano ringraziò Gant per quella strana bevanda ed ascoltò la sua richiesta con attenzione. “Se possiamo essere d’aiuto, saremo d’aiuto. Cosa possiamo fare per te, figlio della libertà?”

    I nani sembravano spaventati dall’idea di cambiare le cose, ma l’anziano fece cenno loro di stare tranquilli. “Come volete cambiare le cose?” domandò seriamente interessato.

    NIRAI
    Marethari sospirò alle parole di Nirai, sconsolata ed anche un po’ stanca. “So che è un uomo impossibile, ma prenderlo a schiaffi non migliorerà il suo carattere anche se potrebbe farmi sentire meglio.” ammise con un sorriso un poco triste. “Mi fido di Lord Sirion, ha sofferto molto per la morte di suo fratello e vuole davvero cambiare le cose in meglio. Non conosco questa Juliet di cui parli, ma se vuole intervenire in favore dei non elfi ascolteremo la sua voce.” la druida sperava in una situazione diplomatica, ma Nirai sapeva che quel desiderio sarebbe stato difficile da attuare.

    “Muad’Dib non caricherà a testa bassa, colpirà il nemico dove sarà più debole, taglierà la testa ai Padroni o morirà provandoci.” Marethari voleva aggiungere altro quando il mezzo demone tornò nella stanza. “Parlerò con i Padroni. Mi consegnerò a loro inerme, anche se vorranno uccidermi non lo faranno, non se il popolo elfico non potrà vedermi morire. I Padroni hanno bisogno di uccidermi davanti a tutti, accusandomi pubblicamente. Avrò modo di parlare prima di venire torturato, potrebbe bastare a convincergli a risparmiare la mia gente.” Disse con determinazione e Marethari fece un lungo sospiro.

    TINUVIEL
    Riel non si aspettava quello sfogo, abbracciò con dolcezza la barda e le accarezzò i capelli come ad una bambina spaventata. “Va tutto bene, Tin… ora nessuno può farti del male! Sei tra amici ed al sicuro.” Le sussurrò gentile.
    “Calmati e respira, respira e tranquillizzati. Nessuno ti farà del male, non qui. Ci sono io adesso e tutto andrà bene.” Erano le parole di una guaritrice e Tinuviel avvertiva il calore piacevole della magia lenitiva di Riel.

    Non aveva ferite fisiche da guarire, ma quella magia era piacevole e le donava calma e sicurezza.
    “Adesso calmati e spiegami la situazione così potrò aiutarti ed aiutare. Vedrai che risolveremo ogni cosa.” Riel aveva sempre un sorriso dolce sul volto e continuava a tenerla stretta per consolarla.

    #6853
     Elan 
    Partecipante

    “Non credo ci sia nulla che possa migliorare il carattere di quel bufalo testardo! Finirà per cacciarsi in qualche guaio, e trascinarci con lui. Vedrai se non succederà!”
    Il suo sospiro fu più al limite dell’esasperato che del rassegnato.
    “Dovremo far venire qui Lord Sirion e Juliet. Far parlare Muad’dib con loro, fargli vedere la situazione… a quel punto loro potrebbero parlare al consiglio con dei dati un po’ più certi alla mano. E per lo meno si sarebbero potute evitare carneficine, stragi e massacri vari, che non sarebbero serviti a nessuno.
    “Forse confiderei più in Lord Sirion che in Juliet. Da quello che ho potuto vedere non viene presa particolarmente seriamente dagli altri Elfi…”
    Scosse la testa. Grande ammasso di grandissime teste vuote forse avrebbe reso meglio l’idea.

    Stava per commentare il modo di agire di Muad’dib, quando lui in persona tornò nella stanza con le sue solite grandi idee rivoluzionarie.
    La Felinide non ci vide più, e gli andò incontro come una furia, puntandogli un dito sul petto.
    “Tu, grandissimo idiota! Non andrai da nessuna parte, a costo di legarti personalmente come un salame!!” a sottolineare quelle parole, ogni volta, continuava a puntargli il dito sul petto.

    Non era molto sicura di dove le venisse tutto quel coraggio, fino al giorno prima la sola idea di trovarsi nella stessa stanza del mezzodemone le faceva tremare le gambe, ma non era andata lì per farlo ammazzare.
    “Andrai dai padroni, ti arrenderai a loro, ti farai ammazzare e non sarà servito a niente! Non si ascoltano tra di loro, tra un po’ come minimo penseranno che tu stia mentendo o che la tua sia qualche sorta di trucco.”
    Abbassò le spalle rassegnata.
    “L’unica cosa che otterrai per la tua gente sarà di lasciarla senza una guida. A quel punto, poco ci vorrebbe per un massacro…”

    Lo guardò dritto negli occhi. Non sapeva nemmeno da dove fosse arrivato tutto quell’interesse per le sorti dei non elfi, o della città in generale. Una piccola vocina dentro di lei continuava a ripeterle che era andata lì per un lavoro, che quel lavoro era finito, che dunque poteva prendere e andarsene. Ma era una vocina che veniva presa mentalmente a ceffoni, proprio come avrebbe voluto fare con Muad’dib.
    “Se c’è la possibilità di ottenere qualcosa, non la otterrai di sicuro sacrificandoti. Se vuoi che la tua gente possa avere un futuro devi vivere e guidarli.”
    Fece passare di nuovo lo sguardo tra Marethari e Muad’dib.
    “Lasciate che porti qui Lord Sirion. Mostrategli le condizione dei non elfi. Avere un portavoce elfico per i non elfi potrebbe essere la… la migliore possibilità che potrete mai avere.”
    Stava per dire “la nostra migliore possibilità”, ma quella vocina era tornata per ricordarle che lei, in tutta quella storia, centrava davvero poco.
    Sperava solo che quel grosso bufalo testardo ascoltasse la voce della ragione, almeno per una volta.

    #6854
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    Tinuviel chiuse gli occhi quando venne abbracciata e fece come stava chiedendo Naltariel, respirare e calmarsi, era così facile ora fra le braccia del suo angelo con il tepore della sua magia “sì Riel, fra le tue braccia sono protetta, completa, mi sei mancata così tanto.

    E finalmente comprese anche un altra cosa che le era sfugita per anni, era molto più simile ad Altarael di quanto pensasse dopo aver lasciato la villa della Quinta… ed anche lei indossava una maschera, certo non il suo sarcasmo o cambi di umore ma il suo essere una skald coraggiosa e forte.
    La maschera di Tinuviel non nascondeva depravazione ma fragilità, nel profondo era ancora quell’adolescente rifiutata dall’amore della sua vita, una ragazzina rotta e vuota che cercava di riempire il vuoto giocando alla seduttrice, anche se con gran successo, una ragazzina in fuga dai suoi doveri, in fuga dal dolore che tenta di convincersi a credere al falso, convincersi di non amare Naltariel, convincersi che il suo Capitano e Altarael Anori sono-erano due persone distinte.

    Ed iniziò a spiegare il tutto senza lasciare Naltariel e senza perdere tempo con i suoi soliti fronzoli teatrali: i gemelli, il volto di Elinlind al gala, l’attacco, gli incontri con Muad’Dib, il motivo della sua presenza alla dimora della quinta, Wallach, la morte del suo Cap-di Altarael, Juliet e sul perché stessero cercando prove contro Rosaline.

    stiamo cercando di convincerli che i non elfi dovrebbero essere trattati come persone, di evitare un massacro ancora più grande ma sono ciechi. E non sappiamo chi a provocato quella folla fino a portarla ad un attacco suicida ma abbiamo tremendi sospetti

    #6855
     Meeme 
    Partecipante

    NIRAI
    MuaD’Dib osservò la felinide con la solita calma innaturale, la lasciò urlare, puntargli il dito sul petto ed insultarlo prima di risponderle.
    “Capisco perché piacevi a Wallach…” commentò con un sorriso triste.
    “Ma tu non sei la mia Padrona e non potrai fermarmi. Andrò da loro, che tu lo voglia, oppure no. E farò in modo che sia utile alla nostra causa.”

    Pronunciò quel “nostra” in modo fiero, lei non si sentiva parte dei problemi di Torvael, lui aveva avvertito la sua incertezza in quel senso e voleva ribadire la sua estraneità ai loro problemi. “Quando te ne andrai sarai libera: potrai mangiare quello che vuoi, dormire dove e quando vuoi e vivere la tua vita in pienezza.” le disse non come un’accusa, ma come la verità dei fatti. “Noi siamo schiavi, Nirai… Anche una piccola possibilità, un’inutile speranza fa coltivata per quanto folle possa essere.” Le carezzò la testa come ad una bambina.

    Marethari li osservava incuriosita e prima che Nirai potesse rispondere affermò che doveva recuperare alcune cose da alcuni suoi allievi e che sarebbe tornata presto. Uscì dal rifugio lasciandoli da soli e la felinide ebbe la sensazione che l’aveva fatto di proposito. Il mezzo demone non si era nemmeno accorto dell’uscita della druida, continuava a fissare la felinide intensamente.
    “Hai un cuore buono, Nirai, anche se lo nascondi con insulti e rabbia. Lasciami rischiare per la mia gente, combatti con me, oppure vattene perché tu hai una scelta…”

    TINUVIEL
    La Guaritrice la lasciò parlare senza interromperla, lasciò che si sfogasse raccontando tutto e metabolizzando il dolore tramite il racconto. Riel annuiva, ogni tanto le sorrideva e la lasciava libera di sfogarsi, di rivelare tutte le sue paure e le sue incertezze. “Hai davvero incontrato il leader della resistenza!?” Il viso di Riel sembrava sorpreso ed una buffa espressione divertita le incorniciava il volto illuminato dagli occhi verdi.
    “Dicono che sia molto affascinante! Sono invidiosa di te, Tin!” La prese in giro perché voleva che ridesse e che non pensasse al dolore.
    Eitan scosse il viso. “Cercheremo di aiutarvi, ma è meglio parlare in un luogo più riparato.” Suggerì il guaritore elfo ed anche Riel annuì.

    Lord Sirion e Tinuviel si spostarono in un posto più tranquillo, mentre altri guaritori si scambiavano di turno con Eitan e Riel.
    “Siete in grado di darci informazioni in grado di poter inchiodare dama Rosaline?” domandò lord Sirion speranzoso ed i due guaritori si guardarono prima di rispondere. “Non direttamente…” spiegò Eitan e poi lasciò parlare Riel.
    “A volte ci capitava di dover curare qualche ragazza ridotta molto male a causa di violenze. Le poverette erano in stato di shock e non erano in grado di saperci dare troppe spiegazioni. Potremo portarvi da alcune di queste ragazze.” spiegò Riel e lord Sirion annuì. “Forse possiamo utilizzare qualche incantesimo per poter entrare nelle loro menti e ricavare le informazioni utili.” Non era molto, ma sembrava un inizio…

    #6857
     Elan 
    Partecipante

    Quella calma faceva saltare i nervi a Nirai peggio di ogni altra cosa. Gli faceva venire voglia di urlargli contro ancora di più, come se fosse colpa sua ogni cosa.
    “E questo cosa c’entra adesso?!”
    Scosse la testa, incredula di sentire certe cose.
    “Ovvio che non sono la tua padrona, grosso toro cocciuto che non sei altro!” quell’affermazione le aveva fatto male, e l’aveva fatta arrabbiare ancora di più.
    “Ma andare in questo modo è la cosa più stupida, idiota e senza senso che tu possa fare! Non lascerò che tu ti faccia ammazzare, standomene a guardare come una scema!”

    Era un fiume in piena, non si rendeva nemmeno veramente conto di quello che stava dicendo, ma quel tono calmo di lui e quelle parole che sembravano escluderla volontariamente da tutta la faccenda la facevano infuriare come non mai.
    “D’accordo, non sono nata in questa stramaledetta città! Potrei andarmene, dimenticarmi di tutti voi e lasciare che vi facciate ammazzare come niente fosse!”
    Sentiva gli occhi che le bruciavano.
    “Ma non voglio! Non mi importa cosa comporterà il restare qui, se dovrò rinunciare alla mia libertà o chissà che altro! Ho intenzione di rimanere!”

    Si accorse solo distrattamente che Marethari era andata via. Aveva la certezza che la druida li avesse lasciati soli di proposito, e la cosa la metteva un poco a disagio, anche se mai quanto la carezza di Muad’dib.
    Lo guardò con decisione, e gli prese la mano con le sue.
    “Combatterò con te, Muad’dib.” cercò di calmare il tono, anche se senza molto successo. “Ma non chiedermi di restare a guardare mentre vai a farti uccidere inutilmente, perché non lo farò. Questa gente ha bisogno di un Leader, non di un martire. Se anche tu riuscissi ad ottenere qualcosa, senza una guida sarà una breve vittoria!”

    #6859
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    Rise accarezzando una guancia del suo Angelo “oh sì affascinante” e quasi le parlo di quanto fosse meglio la sua Dyre ma si tratenne senza poi molto sforzo “anche grosso e pazzo, quasi si fa ammazzare“.

    Era così bello tornare a scherzare come una volta, anche se qualcosa ancora mancava ma tornerà anche quello, erano entrambe cambiate e cresciute, anche se forse Tinuviel si era solo convinta di essere cresciuta e forse aveva solo accumulato strati di illusioni e menzogne o pezzi presi da altre persone che erano ancora importanti per lei, come l’amore di Nolemoth per i felini e lì accanto alla sua Riel quasi faceva le fusa.

    sì, è molto meglio” segui gli altri stando accandto a Naltariel, il suo profumo e la sua magia le davano pace e serenità, e ne aveva davvero bisogno quel giorno dopo il dolore e la follia.

    possiamo provare a parare con loro” quelle poverette devono aver subito così tanto, aveva già visto vittime di violenze simili ma era una skald lei poteva solo raccogliere e narrare la loro storia oltre a mostrar loro di non essere colpevoli, di essere ancora degne di amare ed essere amate…. no che abbia mai tentato di sedurle, sarebbe stato mostruoso anche solo pensare di approfittarsi di quel dolore.

    #6862
     Meeme 
    Partecipante

    NIRAI
    “Un’idea folle, ma almeno è un’idea…” Le rispose lui serio e determinato come sempre. “Altri seguiranno il mio esempio, sono solo un uomo, non una divinità, Nirai… Mi seguono perché non hanno il coraggio di essere liberi da soli, ma riuscirò ad ispirarli anche con la mia morte e forse quello di cui hanno davvero bisogno è proprio un martire.” Sorrise chiudendo gli occhi ed ascoltando le sue parole con attenzione.

    “Non ho potuto salvare Ann, non sono riuscito a proteggere il mio mentore Montague ed ho mandato a morire Wallach. La mia esistenza è piena di fallimenti, devo almeno assicurarmi che queste morti non siano stata vane.” Le strinse le mani e si avvicinò a lei di un passo, Nirai avvertiva quasi il calore della sua pelle demoniaca. “Mi hai dimostrato che tieni alla nostra causa e che credi in me. Ti chiedo di aiutarmi ancora una volta, aiutami portandomi dai Padroni in catene affinché io possa parlare con loro. Si fidano di te, non oseranno farti del male.” continuava a tenerle le mani e non sembrava a disagio, non come lei del resto.

    TINUVIEL
    “Oh, il fatto che sia grosso, se ben proporzionato, non mi dispiace affatto!” La prese in giro Riel sotto lo sguardo sconsolato dell’altro druido e di lord Sirion.
    “Uh, anche pazzo! Il mio tipo ideale! Peccato che non sia interessato agli aspetti amorosi, almeno da quello che dicono in giro!” Eitan alzò gli occhi al cielo mentre la risatina allegra di Riel scacciava ogni tipo di preoccupazione.

    Si allontanarono dall’edificio adibito ad ospedale improvvisato ed uscirono da Torvael verso il Bosco dei druidi, era l’unico luogo neutro in quella città ed i guaritori si occupavano di anime perse, disperati e feriti rifiutati dai guaritori della città elfica.
    “Abbiamo salvato pochi giorni fa un paio di ragazze. Sono esotiche e per questo motivo molto richieste sul mercato.” Spiegò Eitan sconsolato.
    Portarono la barda ed il mago elfo in una piccola tenda e lì c’erano due giovani donne: la prima doveva avere sangue celestiale nelle vene, mentre la seconda aveva la pelle liscia come acqua ed i capelli verdi come un lago.

    Stavano riposando, ma quando avvertirono il rumore si destarono osservando con terrore sia la barda sia lord Sirion. “Hanno paura degli elfi di Torvael, io e Riel abbiamo impiegato ore a tranquillizzarle per la nostra presenza.”

    #6863
     Elan 
    Partecipante

    “Si possono trovare centinaia di idee…”
    La rabbia di Nirai stava iniziando a lasciare il posto alla rassegnazione: Muad’dib non voleva sentire ragioni, cercava quella morte come se fosse l’unica cosa importante, e Nirai non sapeva più cosa fare.
    “Hanno già avuto martiri. Wallach, Montague… tutti i loro fratelli e sorelle che ogni giorno muoiono o vengono torturati. Tutti loro sono martiri. Non sarà un’altra morte a cambiare le cose. Non sarà la tua morte!”

    Non sapeva nemmeno il motivo, ma sentiva le lacrime bruciarle gli occhi.
    La rabbia, la frustrazione di non riuscire a cambiare le cose, l’idea che avrebbe visto morire qualcun altro senza avere il potere di fare nulla per impedirlo.
    Non poteva accettarlo…
    Avvertire il calore della sua pelle le fece mancare il fiato, e lo guardò fisso mentre lui le stringeva le mani, senza arretrare.

    “Non chiedermi una cosa del genere…” la voce le si ruppe mentre una lacrima le scivolava su una guancia. Non poteva farlo, consegnarlo spontaneamente in catene sarebbe stato come firmare la sua condanna a morte di proprio pugno. Ma, al tempo stesso, sapeva che se non l’avesse fatto lei sarebbe andato da solo, e forse sarebbe stato ancora peggio.
    Alla fine abbassò la testa, rassegnata. Era inutile. La verità era che non sarebbe dovuta andare a parlare con lui di quella possibilità…
    “Non lascerò che ti facciano del male. Non glielo permetterò…”

    #6866
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    *Oh dee, che voglia di inginocchiarmi fra le sue gambe qui ed ora* rise di nuovo, sapeva che Naltariel lo stava facendo soprattutto per lei, e per quello dopo anni era come innamorarsi di nuovo, come il primo giorno, e la sua risata le impedì di essere gelosa “se ti dicessi che sto un pò impazzendo anche io?” ed era felice, non si sentiva così felice da molto tempo forse all’inizio del rapporto con Anya, prima di iniziare a volerle dare di più senza riuscirci.

    Oh di nuovo al bosco dei druidi “a volte non riesco quasi a credere che un luogo così bello e pacifico possa essere tanto vicino a Torvael” probabilmente Naltariel sapeva quanto Tinuviel tiuscisse ad odiare quella città gioiello non le aveva mai nascosto niente.

    Quando vide le giovani le si spezzò il cuore, una celestiale ed una mezzaninfa? “come potrebbero non averla, quei mostri non meritano di essere elfi” si avvicinò comunque leggermente inginocchiandosi davanti a loro “tu hai sangue di ninfa?” attese la risposta perché era quasi certa che lo fosse.

    Poteva aiutarle? era una barda sapeva benissimo che la musica aveva un forte impatto sulle emozioni anche senza usare le sue doti magiche e sentiva ancora il calore e la calma dovuti alla magia ed alla presenza del suo amore, del suo angelo, era ancora piena di gioia e speranze, il dolore e la follia e la disperazione per il momento accantonate ed indebolite.

    Iniziò a cantare alle due, una canzone lenta e dolce per calmarle ma senza infonderla di magia avrebbero potuto infastidirle, chissà cosa avevano subito.

    #6870
     Meeme 
    Partecipante

    NIRAI
    “Possiamo, ma non abbiamo il tempo per farlo…” Muad’Dib sembrava così sereno mentre parlava, lui non aveva paura e aveva speranza. “So che cercherai di proteggermi, te lo leggo negli occhi. Hai un carattere difficile da ignorare.” sembrava rassegnato alla cocciutaggine della felinide e forse ne era anche divertito.

    Le asciugò le lacrime con una mano, l’altra continuava a stringere quelle di lei, nel farlo le carezzò una guancia con dolcezza. “Qualsiasi sia il motivo per cui vuoi aiutarmi, io ti ringrazio. Proteggeremo i non elfi di Torvael, faremo in modo che possano decidere il loro futuro liberi dal giogo dei Padroni.” Lui non aveva paura di essere condotto in catene da quella gente, vedeva solo la possibilità di salvare il suo popolo e questo scacciava via ogni preoccupazione, ogni incertezza. Le sollevò il mento con una mano, aveva dei modi dolci nonostante l’aspetto imponente ed il sangue demoniaco. Le carezzò le labbra con le dita continuando a guardarla, si avvicinò di più a lei e poi si irrigidì allontanandosi da lei di un passo ed interrompendo il contatto. La felinide si rese conto che stava per baciarla, ma che era riuscivo a trattenersi temendo di commettere uno sbaglio. “Mettimi le catene e portami dai Padroni.” Le porse i polsi senza aggiungere altro.

    TINUVIEL
    “Giocheresti sporco, Tin! Perché io ho sempre avuto un debole per te, pazza oppure no!” rise facendole l’occhiolino. “L’ideale sarebbe una cosa a tre: io, te e Muad’Dib. Non ti piacerebbe aggrapparti alle sue grandi corna mentre lui ti mostra il suo fuoco punitore?” Quella frase fece arrossire sia Eitan, sia lord Sirion che iniziarono a sentirsi un pochino in imbarazzo per la familiarità delle due elfe. Riel ridacchiò in modo buffo e diede una pacca molto forte sulla spalla di Eitan. “Coraggio, amico mio! Sto cercando di sdrammatizzare e non pensare sempre al peggio!”
    Perché il peggio dovevano averlo sempre sotto gli occhi…

    La mezza-ninfa guardò Tinuviel con occhi smarriti e spenti, fece dei gesti con le mani e si toccò la gola mentre una lacrima le scendeva sul volto. Le avevano tagliato la lingua in modo che non potesse più comunicare o cantare per gli alberi. Aveva perso tutte le foglie tra i capelli e sembrava destinata a morire di tristezza. Lord Sirion aveva il cuore spezzato, Tinuviel lo vide stringere i pugni così forte da conficcarsi le unghie nella pelle. “Ucciderò chi ha fatto questo, dovesse anche essere Rosaline Wisewill!” aveva uno sguardo furibondo e non sembrava più così desideroso di trovare una soluzione diplomatica alla cosa.

    #6873
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    Ed io per te” sperava che quello avrebbe permesso a Riel di tornare ad amarla, Tinuviel ne aveva così bisogno e non poteva smettere di sorridere, ridere e starle accanto e sfiorarla e lasciarsi avvolgere dal suo profumo.

    Oh beh, possiamo org-” si blocco quando Riel tirò in mezzo il fuoco *no! quel pazzo non si prenderà anche la mia Riel! non la sentirò urlare in quel modo* tremò e la gardò negli occhi”niente fuoco da Muad’Dib! nel suo caso è fin troppo letterale e ben poco piacevole!” ora in quell’istante era tornata a sentire le urla di Altarael, le urla del suo Capitano mentre moriva perché Tinuviel si era rifiutata di aiutarla, le prese una mano e le baciò le guance, oh se solo potesse tornare a baciare quelle labbra così soffici.
    Ed anche le altre labbra.

    *L’hanno mutilata, le hanno rubato il canto! come hanno potuto quei mostri, quei demoni, dovrei impiccarli con le loro stesse budella* se era ancora in quello stato allora la magia non poteva guarirla, quello era un destino peggiore della morte Tinuviel voleva non poter credere che degli elfi potessero essere così crudeli *oh Nolemoth, se tu fossi qui quanto saresti disgustata dalla tua metà elfica. Scateneresti l’ira della terra su questi mostri ed io ti ho vista farlo, magnifica come una dea* “come hanno potuto” le prese le mani e non sapeva più se era il caso di continuare a cantare, ma di certo stava già pensando a quello che le era stato tolto sentire Tinuviel cantare non avrebbe peggiorato le cose, sperava.

    Ma in quel momento cantare per lei era tutto quello che pooteva fare.

    #6877
     Elan 
    Partecipante

    “Hanno avuto da dirmi che il mio caratteraccio sia il mio miglior pregio!” commentò Nirai tirando su col naso. Non le riusciva molto bene il cambiare argomento o il dissimulare. Quella situazione non le piaceva, non le piaceva quello che Muad’dib le stava chiedendo, non le piaceva niente.
    “Però a ben pensarci forse non era un complimento…”
    Cercò di sorridere, ma non ci riuscì e sospirò rassegnata perché sapeva che qualsiasi cosa avesse detto non avrebbe cambiato le cose.

    Da quel momento in poi, però, la situazione le sfuggì definitivamente tra le dita.
    Era tutto talmente assurdo che faceva quasi fatica a crederci, come se si trovasse in una sorta di strano sogno che non le apparteneva.
    L’unica cosa certa fu che quando le carezzò una guancia sentì il cuore martellarle talmente tanto che le rimbombò persino nelle orecchie.
    Farfugliò qualcosa che non riuscì a capire nemmeno lei stessa, in risposta al perché lo volesse aiutare. Ma la verità era che si sentiva completamente paralizzata, e non per la paura.
    Non era nemmeno sicura di come fosse finita in quella situazione assurda ma, giusta o sbagliata che fosse, non si sarebbe ritratta da lui.

    Poi però successe qualcosa, Muad’dib si allontanò, e la Felinide si sentì come se le avessero tirato una secchiata d’acqua gelida addosso. Senza fiato, shockata e decisamente confusa.
    Guardò il mezzodemone come se lo stesse vedendo per la prima volta, e la sua richiesta questa volta le martellò nella mente come se fosse stata messa dentro una campana e colpita da un fabbro. Qualcosa scattò in lei, che si ritrovò ad avanzare verso di lui come una furia a tirargli un ceffone e a offenderlo.
    “La verità è che sei un maledetto vigliacco!!” urlò, senza nemmeno rendersi conto di quello che diceva. Non lo pensava veramente, ma voleva offenderlo e ferirlo, non le importava altro. “Hai sempre mandato a morire altri mentre tu te ne stavi rintanato qui al sicuro!! Ed anche adesso, preferisci farti ammazzare piuttosto che trovare una soluzione!!”
    Stava dicendo cose totalmente senza senso. Una parte di lei lo sapeva, e la odiava un pochino. La stessa parte che avrebbe voluto stringerlo, e dirgli che avevano un giorno intero prima che i padroni si riunissero di nuovo. Ma non voleva ascoltarla.
    Forse avrebbe dovuto avere paura di lui: aveva visto cosa era in grado di fare, era un demone, e come tale probabilmente aveva il potere di polverizzarla solo schioccando le dita. Ma la verità era che le piaceva, ed era tutto talmente assurdo da impedirle di ragionare coerentemente.

    #6881
     Meeme 
    Partecipante

    NIRAI
    “Nella mia vita non ho mai avuto fame e non ricordo sete di acqua o vino.” le rispose lui osservandola con tristezza. “Hai ragione, sono un vigliacco e lo sono sempre stato. Ho rinunciato ad Ann perché credevo che con Wallach sarebbe stata più felice che con me. L’ho lasciata andare perché avevo poco coraggio nell’amore.” Non l’aveva fermata e lei lo aveva colpito senza trovare alcuna difesa.
    “Ho cercato la pace con questa gente quanto avrei dovuto spingere per una guerra. Sì, Nirai… Sono un vigliacco e proprio per questo devo almeno provare a salvare tutti.”

    Sospirò. “La mia vita non mi appartiene, appartiene a Torvael, ma spezzerò le catene che mi metteranno e no, non è mia intenzione morire. Non mi sottrarrò, ma non vado dai Padroni per morire, ma per far vivere il mio popolo.” Nirai forse credeva che lui si arrabbiasse per quelle parole, ma lui era calmo e la sua voce rimaneva determinata e pacata. “Odiami pure e rifiutami il tuo aiuto. Andrò da solo dai Padroni.” Si avvicinò a lei e con un cenno le indicò l’uscita dalla tenda perché lui doveva pensare ad un modo per arrivare nella Sala del Consiglio restando in vita.

    Si fermò a guardarla e pensando che lei volesse colpirlo di nuovo le bloccò i polsi con le mani fissandola per un attimo. “E sono stato un vigliacco anche con te…” Le mormorò prima di baciarla sulle labbra con disperazione. “Avrei dovuto farlo prima…” sussurrò liberandola e lasciandola libera di andarsene.

    TINUVIEL
    “La rabbia non aiuterà queste persone, lord Sirion.” Disse Riel notando il nervosismo del mago elfo. “Tin, purtroppo arrivano ragazze in condizioni anche peggiori di questa, ma le poverette non sopravvivono perché le ferite sono troppe e troppo profonde.” Lord Sirion annuì e si avvicinò all’altra donna, la mezza-celestiale, aveva gli occhi vuoti e si dondolava dolcemente come se non capisse dove fosse.

    Si rannicchiò piangendo quando il mago elfo si avvicinò troppo e farfugliò in una lingua sconosciuta parole sconnesse. Tinuviel riconobbe la parlata, stava chiedendo pietà, pregava affinché non le facessero altro male. Sirion si tolse il mantello e lo avvolse intorno alla ragazza per proteggerla mormorando parole gentili. Riel sembrò colpita da quel gesto e si avvicinò alla barda. “Il tuo amico è interessante, è la persona che tua madre ha scelto per te?” Sembrava curiosa, ma anche un po’ triste per quella notizia.

    La mezza-ninfa si lasciò cullare dalla voce della Skald, si dondolava seguendo il canto e sorrideva anche se per lei canzone le sarebbe stata vietata per sempre.

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