Le Stagioni Evanescenti

Questo argomento contiene 293 risposte, ha 7 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Elan 7 anni, 8 mesi fa.

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  • #2932
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    Astrid stava facendo il suo dovere e su questo Torgan non aveva dubbi e il lupo che Gruben aveva evocato effettivamente si lanciò su qualcuno e questo gli confermò che c’era qualche presenza oscura nella stanza.

    Quando l’edificio cominciò a tremare Torgan perse per qualche secondo l’equilibrio ma ciò che più lo preoccupava era la stabilità stessa della struttura che però gli parve non crollare “Cosa diavolo sta succedendo, dovunque sia?”.
    Non rimase però molto a pensarci su perchè Gruben gli fece una richiesta che era sicuramente facile dal punto di vista fisico ma un po’ fastidiosa per ciò che riguardava tutto il resto…non potevano lasciarlo lì dov’era? Torgan però obbedì e corse verso il lord per afferrarlo e allontanarlo dal trono e dal lupo “Chissà che piano avrà in mente il mio compagno…”

    #2933
     Ilmarien 
    Partecipante

    *Non era il momento?!? Ma per la barba biforcuta di Asmodeus, ti ho chiesto di parlarmi proprio di fatti potenzialmente rilevanti alla missione! E non mi interessa una catena arrugginita di Zon-Kuthon se non cambiava nulla, avresti dovuto dirmelo. Punto! Sono cose che si dicono se mettono in pericolo vite… e desideri… altrui e soprattutto se c’è in ballo il porca Lamashtu di futuro del mondo!!!* comunicò Aran girando e rigirando nervosamente l’anello intorno al proprio anulare, mentre faceva finta di grattarsi la mano.

    E sarebbe andato avanti, non fosse stato per quella strana luce negli occhi che era comparsa negli occhi di Lilith. Una volta che si rimisero in marcia, lanciò un’occhiata a Skoll per accertarsi che anche lui l’avesse notata. E no, non prometteva nulla di buono. Esitò un istante, poi rigirò l’anello *comunque, occhio a Lilith, quella luce negli occhi che aveva poco fa non mi piace per niente. Stai pronta, e spero che tu non abbia altre miracolose rivelazioni che – porca di una botte piena di demoni e diavoli con Nogorber come tappo – potevamo sapere molto prima!!* aggiunse con stizza.

    Il regno dei drow era esattamente come Aran se lo ricordava, tranne per il fatto… che non c’erano drow. Quando Lilith indicò la porta, guardò gli altri e disse sottovoce, rivolto a Skoll: “è ovviamente una trappola. Mi sembra chiaro che non può essere altro che una trappola. Se ci mettiamo a cercare con calma forse troviamo anche un cartello con scritto <Trappola per gonzi della Decima Legione da questa parte>” disse mentre si avvicinavano “state tutti all’erta e muovetevi con cautela, purtroppo non abbiamo scelta se non entrare”.

    Una volta entrati vide le gemme sull’altare, che al momento ‘sembravano’ incustodite… e naturalmente nel momento stesso in cui Aran lo pensò la terra iniziò a tremare. Niente, non c’era il tempo di andare per il sottile: “Skoll, Lethyr, copritemi, Lilith, aiutami e preparati a farci uscire di qui in fretta!” e a queste parole fece fuoriuscire l’arpione dall’avambraccio prendendo dalla distanza un lembo del panno su cui erano poste le gemme. Se non c’erano altri impedimenti, avrebbe fatto la stessa cosa con l’altro arpione, avrebbe racchiuso le gemme dentro il panno e poi le avrebbe attirate a sé il più in fretta possibile, sperando che il soffitto reggesse ancora per qualche secondo e che Lilith fosse pronta a teletrasportarli fuori da lì.

    #2940
     Elan 
    Partecipante

    – ARAN GOODMAN –
    Lethyr non gli aveva più risposto, ed Aran notò durante tutto il tragitto che evitava di incrociare il suo sguardo.
    Era però anche attenta ad ogni movimento di Lilith e non la perdeva d’occhio qualsiasi cosa provasse a fare.
    Non ebbero comunque incidenti di sorta fintanto che non arrivarono al tempio.

    L’arpione di Aran volò attraverso l’aria quasi fino a raggiungere le gemme, ed il capo ricognitore era ormai certo che le avrebbero recuperate, quando si scontrò contro una barriera invisibile, arrestando la sua avanzata e cadendo a terra inutilmente.
    Il tremore intanto non accennava a smettere, ed era talmente intenso che ad un certo punto Lethyr perse l’equilibrio.
    Fu proprio in quel momento che udirono una risatina alle loro spalle.

    “Che premurosi, mi avete portato un dono?”
    Era la regina drow.
    Aran non l’aveva mai vista prima e nessuno dei rapporti e delle descrizioni che avrebbero potuto farle le avrebbe mai reso giustizia. Era una delle creature più belle che il Ricognitore avesse mai visto. Provocante ed abbondante nelle forme, tutto in lei sembrava fatto per sedurre. I folti capelli bianchi incorniciavano un viso delicato e perfetto. Ma ciò che più colpiva erano i suoi occhi.
    Erano verdi, di una tonalità che nulla aveva di naturale, e sembravano irradiare un potere sconfinato e pericoloso.
    Era vestita di un’armatura che poco lasciava all’immaginazione, e il suo mantello era bloccato da una gemma dello stesso colore di quegli occhi innaturali.
    “Sapete, sarei venuta a prenderla io stessa, ma così mi avete risparmiato tanta fatica…”
    Tese una mano verso di loro, un sorrisino soddisfatto dipinto sul viso.

    Skoll si precipitò di fronte a Lethyr per proteggerla, ed anche Aran corse verso l’elfa, per quanto gli permetteva il tremore del pavimento, ma non fece in tempo a raggiungerla, perché una luce accecante li investì, impedendo a tutti loro di vedere per diversi istanti.
    Stordito e terrorizzato, Aran si sforzò di tornare a vedere il più in fretta possibile, e rimase a dir poco shockato: Lethyr non era stata toccata. Piuttosto, Lilith giaceva al suolo, un’orribile squarcio sanguinante aperto sulla gola. Era ancora viva, ma perdeva sangue così rapidamente che presto l’avrebbero sicuramente perduta.
    “Ora che quell fastidiosa scocciatrice non può più disturbarmi…” continuò la regina drow come se non fosse successo niente. “Fate i bravi, e consegnatemi Primavera. Poi prometto che vi lascerò andare.”

    – GRUBEN e TORGAN –
    Il piccolo Lord non sembrò per niente contento di venire preso in quel modo da Torgan. Si dimenò e scalciò, urlando talmente forte da spaccare i timpani.
    “Mettimi giù!!!! Tu non puoi toccarmi, nessuno può!!! Io sono il Re qui!!! Lo dirò al mio guardiano, e la farà pagare a tutti voi!!! Mettimi giù!!!!”
    Non la smetteva più di urlare e dimenarsi, tanto che in diverse occasioni Torgan quasi rischiò di farlo cadere.

    Allontanandosi di corsa dal trono, un po’ traballante per via del tremore che non accennava a smettere, si accorse che anche Astrid era in condizioni abbastanza critiche.
    La barbara sembrava non voler ferire i bambini, e aveva scelto l’efficace alternativa dei ceffoni. In molti stavano già piangendo in un angolino, tenendosi una guancia dolorante, ma tanti altri stavano circondando la barbara, che aveva già riportato diverse ferite – anche se per fortuna piuttosto leggere – per colpa delle lance che reggevano ostinatamente.

    Era Gruben il più estraneo a tutto ciò.
    Concentratissimo sulla creatura individuata dal proprio lupo, lanciò il suo incantesimo il più velocemente possibile. Il tremore del terreno lo deconcentrava tantissimo, ma in pochi attimi attorno al trono fu eretta una barriera di energia positiva che avrebbe intrappolato al suo interno qualsiasi essere malvagio.
    Pochi istanti dopo, il lupo uscì da dietro al trono. Sembrava gravemente ferito, ma era vivo, e tra le fauci stringeva quello che sembrava un lembo di pelle scura. Gruben gli si avvicinò e notò che la pelle era fatta di una sostanza strana, che pareva essere ombra.
    “L’essere non morto, non vivo, è imprigionato.” disse il lupo, accucciandosi a terra e leccandosi le ferite.

    – NARWAIN GALATHIL –
    Bree sembrò colta in fallo per quell’attacco di panico, ed appena riuscì a riprendere l’equilibrio si dette un contegno maggiore.
    Scambiò una breve occhiata con Tundel, che le regalò un piccolo sorriso, ma subito la mezz’orca tornò a concentrarsi sulla paladina.
    “Perdonatemi Lady Galathil, non ho mai visto una cosa del genere in vita mia.” disse. La voce ancora le tremava, ma stava cercando di controllarsi.

    Dette un piccolo colpo di tosse.
    “Un raggio di energia sembra partito dal nulla e ha colpito il cielo.” spiegò quindi. “E’ stato quella a generare il boato. E in quel momento si è aperto come uno squarcio. Sono venuta a fare rapporto appena me ne sono accorta.”
    Il suo respiro si era stabilizzato.

    Tundel sembrava invece essere entrato in una sorta di trance, da cui uscì dopo pochi istanti, guardando Narwain piuttosto preoccupato. L’uccellino azzurro non era più sulla sua spalla.
    “Da quello squarcio sta uscendo qualcosa.” spiegò. “Sembra una sorta di serpente di pura energia… non ho mai visto niente di simile…”

    #2961
     Meeme 
    Partecipante

    “Deve trattarsi della forma corporea del Caso.” spiegò la paladina ai due. “Druido Leafspirit, ricordate nel Sottosuolo le due statuine rinvenute durante la missione? Un serpente ed una fenice… La Fenice rappresenta la Quinta Stagione, ovvero l’Ordine, ed è in nostro possesso. Il Serpente rappresenta il Caos e si è impossessato della Regina Drow.” raccontò loro quello che aveva scoperto parlando con la Consigliera e con la Spezza-incantesimi, spiegò la missione a cui aveva assegnato il sergente Shadowblade e poi restò in silenzio qualche minuto affinché comprendessero bene la situazione.

    “Il nostro compito è preparare gli uomini alla battaglia ed evitare che il panico si impadronisca di loro.” continuò risoluta. “Il Caos avverte la nostra vicinanza alla vittoria e proprio per questo motivo tenterà di spaventarci. Ma noi non conosceremo paura perché siamo la Decima Legione.” Osservò prima il mezz’elfo e poi la sergente Bree. “Vi affido il compito di spiegare la situazione ai soldati in modo che possano prepararsi alla battaglia.” Concluse in attesa di qualche domanda da parte loro.

    #2967
     Ilmarien 
    Partecipante

    E tutto andò storto. Non solo non era riuscito nemmeno a prendere le gemme ma era comparsa la Regina drow in persona, aveva praticamente ucciso l’unica che poteva portarli fuori di lì e, come se non bastasse, sapeva dell’identità di Lethyr. Non ci vedeva benissimo, e attaccare in questa circostanza era del tutto fuori discussione, lui e Skoll rischiavano di farsi ammazzare per niente. Senza por tempo in mezzo, e mantenendo l’espressione di estrema sorpresa che aveva mantenuto per l’intera scena, si avvicinò a Lethyr e le puntò una delle pistole alla tempia, mentre la teneva ferma con l’altra mano.

    “Non così in fretta” disse col tono disperato del soldato con le spalle al muro “Lethyr, che Tiamat ti sciolga nell’acido, tu lo sapevi brutta tr*ia!! E quella pu**ana della Comandante ci ha mandato qui a morire, e per cosa?! Stupida gloria?!?” e mentre sfogava tutta quella rabbia che aveva fino a quel momento tenuto repressa spostò se stesso e Lethyr verso Lilith, stando attento a evitare i calcinacci che cadevano dal soffitto.

    Nel mentre continuò a parlare, rivolgendosi questa volta direttamente alla Regina “Ehm, A-altezza” disse incerto su come rivolgersi a lei “io e il nano siamo stati mandati in missione suicida dalla Comandante. Non ho idea di cosa stia succedendo qui ma ci serve qualcosa di più della vostra parola se volete che ve la consegniamo” e alla fine del discorso si piazzò di fianco a Lilith. Mentre parlava aveva mantenuto contatto visivo con la Regina per quanto lo permettesse il terremoto, ma aveva allentato la presa un istante per girare l’anello e comunicare a Lethyr: *la granata accecante, nella tasca destra, stai pronta a tirargliela contro*. Terminato il discorso, sperò in cuor suo che Lilith avesse capito che cosa avesse in mente il Ricognitore e fosse in condizione di portarli fuori di lì.

    #2968
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    Si trovavano in una situazione difficile: il lupo aveva portato qualcosa a Gruben ma era uscito dallo scontro con quell’essere con molte ferite e nonostante Astrid facesse tutto il possibile per tenere fermi quei bambini questi continuavano a punzecchiarla…lei avrebbe resistito ancora a lungo ma bisognava trovare il modo per placare la situazione anche per poter decidere in pace quali altre mosse fare.

    Mentre il piccolo lord continuava a dimenarsi Torgan prese uno dei suoi fidati coltelli da lancio e glielo puntò alla gola gridando verso i soldati: “Volete che il vostro re continui a vivere? Allora mettete giù le vostre lance e sedetevi!” e poi punse leggermente il collo del re-bambino facendolo sanguinare leggermente per far capire loro che lo avrebbe ucciso sul serio.

    ” Almeno così dovrebbero stare tutti zitti e immobili, spero…”

    #2969
     Deoris 
    Partecipante

    Kirara aveva la testa che le girava. Troppe sensazioni si assillavano nel suo animo tutte insieme, la paura della morte, della battaglia finale, le domande su quel nuovo sentimento che sembrava nascere, il ribrezzo e la paura verso quel potere che sembrava divorare dall’interno chi lo possedeva.

    Forse fu l’insieme di tutte quelle sensazioni, acuite dal boato che stava sconquassando il terreno, che la spinse a fare un gesto che da lucida probabilmente non si sarebbe mai sognata di fare. Era consapevole che forse quella sarebbe stata l’ultima occasione per fare…per fare cosa?
    Con uno slancio sentì proiettare il proprio corpo fuori dalla tenda, per correre al riparo o forse solo per andare verso la fonte di quel boato per capire cosa stesse succedendo. Ma il suo movimento venne interrotto da un fluido voltarsi verso di lui, e prima che potesse reagire lo baciò sulle labbra, mentre la sua mano scese a dargli una energica palpata al pacco.

    #2971
     Mordoth 
    Partecipante

    Bravo…
    Pensò Gruben all’idea di Torgan. Chetarli era meglio che doverli curare.

    Nonostante il tremore della terra era riuscito ad erigere la barriera magica e il lupo era riuscito a tornare da lui. “Grazie.” Gli disse prendendogli dalla bocca il lembo di sostanza scura e con un gesto gli curò alla bell’e meglio le ferite.

    Ora era necessario capire con chi avevano a che fare.
    Con passo risoluto si diresse verso il trono, il coltellaccio in una mano e il ninnolo sacro nell’altra. Incurante di ciò che gli capitava attorno, concentrato su chi si celava dietro il trono intrappolato dal potere sacro del suo incantesimo.

    #2972
     Elan 
    Partecipante

    – ARAN GOODMAN –
    “Oh, avanti, non rendete tutto più difficile…”
    La Regina drow sembrava quasi divertita dalla scenetta di Aran, tanto che incrociò le braccia e abbozzò un mezzo sorriso.
    “Siete venuti come invasori nel mio regno, cercavate di rubare le mie gemme, e volete pure delle garanzie?” rise, la risata più gelida che Aran avesse mai sentito, e al tempo stesso la più bella. Era come se da quel corpo uscissero due voci differenti.

    Lo sguardo della Regina era come una calamita che lo seguiva in ogni suo movimento, ma quando raggiunse Lilith sentì che stava gorgogliando qualcosa. La sua voce era poco più di un filo, ma sufficiente perché il Ricognitore capisse ciò che voleva dire.
    “Prendi… le… Gemme…”

    La Regina sembrava però spazientita.
    “Coraggio… non posso perdere tutto il mio tempo con voi.” disse gelida.
    Fu in quello che Lethyr prese la granata…

    E allora tutto accadde molto velocemente.
    La Regina Drow notò quel gesto e urlò, un urlo talmente assordante che Aran fu costretto a tapparsi le orecchie per sopportarlo.
    La granata cadde dalle mani di Lethyr, attivandosi e, di nuovo accecati, si trovarono inermi ed indifesi. Fu in quel momento che Aran sentì un terribile calore accanto a sé, talmente intenso che ustionò dolorosamente il suo braccio destro. Il dolore gli annebbiò ancora di più i sensi, ma sentiva che qualcosa di orribile era appena successo.
    E dopo qualche istante, quando finalmente ebbe di nuovo il controllo sui suoi occhi, capì.
    Lethyr era a terra ai suoi piedi. Respirava, ma i suoi occhi erano spenti e vacui, come se fosse stata svuotata della sua stessa essenza.

    Nelle mani della Regina drow, invece, pulsava una nuova gemma, verde e splendente, che si rifletteva nei suoi occhi illuminandole il volto in un’espressione trionfante.

    – GRUBEN e TORGAN –
    Il silenzio fu istantaneo.
    Appena i bambini videro il sangue sulla gola del piccolo Lord tacquero, abbassando le armi e indietreggiando di qualche passo da Astrid.
    La barbara aveva il fiatone, ma le sue ferite erano tutte superficiali e Torgan non ci mise molto a capire che la sua fatica era dovuta più che altro allo sforzo di trattenersi.
    “Gran bella mossa!” esclamò la barbara, facendo un cenno di approvazione.
    Lo stesso piccolo Lord si era zittito, ed osservava il pugnale con timore reverenziale.
    “Noi… io… non farmi male…” balbettò, iniziando a singhiozzare.

    Gruben intanto si era recato dietro il trono.
    Il Lupo lo aveva ringraziato delle sue cure e, ripresosi dalle ferite, lo affiancava con la nobiltà che solo una creatura di quel genere poteva mostrare.
    Raggiunta l’area consacrata dall’incantesimo, il mezz’orco vide la creatura più strana che avesse mai incontrato.
    Sembrava un essere fatto interamente d’ombra, o di fumo, forse, perché fluttuava nell’aria privo di sostanza. Ma lì dove il suo Lupo l’aveva ferito, il suo corpo sembrava fatto di carne e sangue.
    Aveva dei lunghi artigli neri, che risaltavano ancora di più su quel corpo inconsistente, e gli occhi brillavano gialli come due piccoli soli.
    Quando lo vide cercò di scagliarsi contro di lui, gli artigli protesi verso il suo cuore, ma la barriera sacra lo trattenne sul posto, facendolo contorcere per la rabbia ed il dolore.

    – KIRARA –
    Qualsiasi cosa Kirara avesse mai provato prima, non era nulla in confronto a quel bacio. Era come se la sua stessa anima stesse vibrando, avvinta da quel potere misterioso, troppo grande perché lei potesse anche solo comprenderlo.

    Zaymar da principio si era irrigidito al suo gesto, ma fu solo questione di un secondo.
    Entrambi incuranti della terra che continuava a tremare incessantemente attorno a loro, in un moto di passione il chierico la sollevò tra le braccia.
    Kirara non avrebbe mai creduto fosse così forte, ma ora che si trovavano così vicini, si stupì a saggiare la potenza ed il vigore del suo corpo.

    – NARWAIN GALATHIL –
    Tundel e Bree ascoltarono attentamente le parole della paladina, quindi annuirono e si scambiarono uno sguardo.
    Fu la sergente a spezzare il silenzio.
    “La battaglia finale si sta avvicinando, vero?” domandò.
    La paladina notò che quella domanda si agitava negli occhi di entrambi, e poteva solo immaginare quanto l’idea potesse turbarli.

    Molti di loro non sarebbero tornati vivi da quello scontro.

    Ma non fece a tempo a rispondere, che un altro boato fece tremare la tenda in cui si trovavano, e dall’esterno sentirono giungere le urla terrorizzate degli uomini.
    Si precipitarono tutti e tre fuori e, senza prestare attenzione ad altro, Bree e Tundel iniziarono subito a rassicurare i soldati, riportandoli all’ordine.
    Fu Narwain la prima a capire cosa stava succedendo. Il serpente descritto dal druido, lo stesso che avevano visto nella statuetta nel sottosuolo, era uscito dal cielo, e calava sopra il loro esercito gettando nel panico i soldati.
    La Comandante si concentrò sulla sua figura perché c’era qualcosa in lui che non la convinceva del tutto, e alla fine capì: non si trattava di un serpente reale, ma solo di un’illusione creata ad arte per terrorizzare gli uomini.

    #2975
     Deoris 
    Partecipante

    Kirara era consapevole che con quel gesto ( o la va o la spacca, come si suol dire ) abbandonava totalmente ogni possibile scrupolo sulle conseguenze, sia si di lei che su di lui…che sull’intera guerra, se proprio si voleva essere precisi.
    Ma fu liberatorio. E se possibile la sua risposta, del tutto inaspettata ( o forse no?) rese la cosa ancora più naturale, come non potesse andare altrimenti.
    Quello era il loro momento, fin troppo rimandato, che il terremoto e la guerra aspettassero, e se il mondo sarebbe finito per il loro ritardo, bhe, voleva dire che in ogni caso c’era poco da fare comunque.

    Fu diverso, strano, probabilmente l’esperienza più intensa che avesse mai vissuto. Non era l’idea della fine a eccitarla, forse l’avere capito di avere il potere di riempire quel vuoto che lo divorava, e questo la inebriava. Tuttavia si ritrovò a pensare che fosse lui a riempire il vuoto… di cui lei sembrava solo ora essere consapevole. Come se l’avesse risvegliata e potesse cancellare tutte le esperienze avute con innumerevoli uomini, vaghi ricordi che una prostituta si abitua a etichettare come clientela, più o meno piacevole…un lavoro come un altro, in cui a lavorare è il corpo ma non la mente e soprattutto non il cuore.

    Non le importò che gli altri potessero sentirli. Fu come se lo spazio e il tempo si fossero fermati attorno a loro. Si abbandonò al suo desiderio, al suo potere, senza pensare di doverlo soddisfare, ma perchè lo voleva, lo voleva veramente.

    #2978
     Elan 
    Partecipante

    – KIRARA –
    Quanto tempo trascorse?
    Avvinta da quella passione bruciante Kirara non era in grado di dirlo.
    Ogni bacio sembrava rubarle il respiro e le sue carezze erano come fuoco sulla sua pelle.
    Zaymar le tolse i vestiti con calcolata lentezza, ed ogni centimetro di pelle che scopriva era accompagnato da un bacio.

    L’aria stessa si era fatta rovente attorno a loro, e Kirara non era certa a cosa fosse dovuta.
    Forse il mondo stava andando a fuoco, o forse era solo lei che si stava consumando in quei pochi istanti di pura passione.

    Lo stesso Zaymar sembrava preso come non mai.
    Per tutte le volte che l’aveva ignorata, per tutte le volte che il suo sguardo l’aveva evitata, ora i suoi occhi di ghiaccio erano soltanto per lei, e sembravano trascinarla in un vortice senza fine.
    La sua voce nelle orecchie della demone-volpe suonava calda e passionale, ancor di più perché era certa di non averlo mai sentito così…
    Così vicino…
    Così sincero…
    Così suo…

    Urlarono?
    Forse.
    I sensi di Kirara non rispondevano più come avrebbero dovuto, e così la sua inibizione sembrava completamente distrutta. Ma, d’altronde, tutto ciò che contava in quel momento erano loro due e quegli attimi unici che stavano condividendo.

    #3001
     Meeme 
    Partecipante

    “Concederò agli uomini una notte di sonno ed attaccheremo all’alba qualunque sia stato l’esito della missione del sergente Shadowblade.” Anche se sperava con tutto il cuore che avesse successo doveva essere realista. Esisteva la possibilità che lui non sarebbe più tornato. ” Vittoria o morte. Non abbiamo altre opzioni.” commentò con un sorriso amaro osservando il serpente nel cielo.

    C’era qualcosa di strano in quel mostro e la paladina comprese cosa non tornasse nella manifestazione del Caos. Era un’illusione, perfetta e realistica, ma pur sempre una illusione…
    ” Sergente Bree… si tratta solo di un’illusione. Avvertite gli uomini dell’inganno della Regina Drow. Se pensa di spaventarci con questi trucchetti deve essere disperata.” Disse risoluta mentre contrastava quella magia per dissolverla. ” Caporeparto Leafspirit, andate con lei. I soldati si fidano di voi e delle vostre parole.”

    #3005
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    “Astrid leva le lance di mano a quei bambini, non vorrei che si facessero male giocandoci troppo”

    Finalmente avevano trovato un sistema per tenerli tutti buoni e tranquilli e Gruben poteva dedicarsi a quell’essere o a qualsiasi cosa ci fosse dietro a quel trono.

    “Adesso che siamo tutti tranquilli il nostro caro lord ci spiegherà cosa è successo in questa città e dove sono finiti tutti gli adulti non è vero?”
    Torgan usò un tono di voce più cordiale ora ma continuò a tenere il coltello vicino alla gola del re-bambino e avrebbe continuato a mantenerlo fino a quando non avessero ricevuto tutte le notizie necessarie.

    #3008
     Ilmarien 
    Partecipante

    Nel vedere Lethyr a terra esanime Aran restò esterrefatto per un istante, come incapace di comprendere ciò che aveva davanti. Ironicamente lo scosse la voce di Lilith. Aveva ragione, dovevano recuperare le gemme e andarsene, e alla svelta, era inutile restare a combattere una battaglia persa. Mentre la scarica di adrenalina lo scuoteva dallo stupore, segnalò con un cenno del capo a Skoll di recuperare le gemme sull’altare e si lanciò senza la minima esitazione contro la Regina. Scaricò le due pistole in faccia alla drow in rapida successione, mirando al torace e sperando di metterla un minimo in difficoltà. Mentre sparava il secondo colpo estrasse lo stocco e finse di prepararsi a tirare un affondo al petto di lei.

    Contava sul fatto che la Regina drow non fosse troppo esperta di scontri in mischia per riconoscere la finta. All’ultimo momento girò il polso e tirò un rapido quanto preciso colpo al braccio che teneva la gemma contando di fargliela cadere di mano o comunque di indebolire considerevolmente la sua presa. Sfruttando la velocità dell’attacco continuò a tempestarla di colpi con lo stocco, sfogando la sua rabbia ma cercando di restare lucido, dato che non si illudeva di poterla uccidere, ma solo di impedirle di lanciare un altro incantesimo e ridurlo in cenere.

    Quando il momento gli sembrò opportuno, balzò in avanti afferrando la gemma, usando la coccia dello stocco per colpirla al volto dato il poco spazio e strapparle così di mano la gemma (o poterla prendere da terra approfittando del momento).Continuò ad attaccare aspettando il via libera di Skoll, dopodiché sarebbe balzato all’indietro, se necessario avrebbe usato l’arpione su una delle colonne portanti per avvicinarsi più in fretta a Lilith e afferrando il corpo di Lethyr sperava che la maga sarebbe stata in grado di portarli al sicuro.

    #3009
     Mordoth 
    Partecipante

    Gruben rimase preoccupato e incuriosito ad osservare la creatura che gli si parava davanti. Era maligna ed aggressiva, apparentemente inconsistente… ma l’oscurità che la circondava celava carne che poteva essere ferita.
    Il mezz’orco non sapeva che pensare.
    Il piccolo lord aveva menzionato un guardiano, poteva essere quello?
    Un preoccupante due più due si affacciò tra i suoi pensieri. “Parla ragazzo…” disse con voce grave al bambino, “ce ne sono altri di questi esseri? E’ forse questa la fine che hanno fatto i vostri genitori?”

    #3013
     Elan 
    Partecipante

    – ARAN GOODMAN –
    La regina drow non si aspettava un attacco diretto, e spiazzata dall’irruenza di Aran lasciò cadere la gemma. Il Ricognitore non aspettava di meglio: respinta nuovamente la drow con un colpo sul volto, raccolse la gemma che custodiva l’essenza di Lethyr e corse indietro.
    Fu in quello che sentì Skoll urlare. Ma non fece in tempo a capire cosa fosse successo: il nano aveva recuperato le altre tre gemme, ed era tornato vicino a lui e Lilith con una rapidità impressionante.
    “Portaci via di qui, Lilith, subito!” ordinò il nano con una punta di dolore nella voce.

    Poi tutto divenne confuso.
    Aran aveva sperimentato poche volte il teletrasporto, e non si era ancora abituato alla terribile sensazione di nausea che lasciava.
    Abbandonarono l’ombra del sottosuolo per trovarsi sotto la luce accecante del sole, nel campo della Decima Legione.
    La terra attorno a loro continuava a tremare, ed Aran vide gli uomini attorno a sé che cercavano vanamente di mantenere un minimo di controllo.
    Skoll era accanto a lui, una mano orribilmente ustionata, ma con l’altra stringeva saldamente le gemme che tanto era costato recuperare.
    Lilith, a terra, giaceva ormai priva di vita: le sue ultime forze si erano incanalate in quell’incantesimo che aveva salvato tutti loro.
    Ma era Lethyr colei che interessava di più al ricognitore e l’elfa era ancora immobile, il respiro debole e gli occhi vuoti e spenti.

    Un urlo terribile scosse il cielo in quel momento, e poi tutto tacque, lasciando il campo in un silenzio immobile e terribile.

    – GRUBEN e TORGAN –
    Astrid sbuffò, tirando un pugno amichevole sulla spalla di Torgan, ma si vedeva che l’aver fatto qualcosa aveva risvegliato il suo spirito guerriero. Una nuova energia animava i suoi occhi, e probabilmente in quel momento avrebbe potuto sbaragliare un intero esercito.
    “Certo, comodo dare ordini vero?” esclamò ridendo. “La prossima volta però io comando, e tu ti fai infilzare dagli stuzzicadenti!”
    Si fece una grassa risata, e iniziò a strappare le lance di mano ai bambini con molta poca delicatezza.

    Il re-bambino invece non sembrava molto desideroso di rispondere, specie con quel coltello puntato alla gola, ma quando Gruben si avvicinò cercò di farsi piccolo piccolo nella stretta del mezz’orco, come se avesse paura di lui.
    “Papà… papà ha detto che così ci avrebbero protetto meglio…” disse, iniziando a singhiozzare. “E ora tu hai fatto male al mio papà!! Siete cattivi!!”

    – KIRARA –
    I due rimasero stretti ancora per lunghi istanti. Il respiro di Zaymar si era andato calmando sempre di più, ed ora si limitava a stringere a sé la demone volpe, con una delicatezza che Kirara non ricordava di aver mai avvertito.
    Solo dopo diversi minuti si alzarono, ed il chierico la guardò a lungo, in silenzio. Le sfiorò il volto in una carezza e le prese una mano.

    Uscirono dalla tenda insieme, mano nella mano, e fu allora che notarono il caos che li circondava.
    I soldati erano nel panico, e Kirara non ci mise molto a capire perché: il cielo era spaccato in due, ed un orribile serpente usciva dallo squarcio che si era creato.
    “Non è reale…” sussurrò Zaymar, gli occhi ridotti a due fessure, e la sua voce era talmente decisa che non lasciava spazio a dubbi.
    “Mettiti al riparo.” le disse ancora, guardandola per un istante.

    E poi lei lo sentì di nuovo.
    Quello sconfinato potere che solo Zaymar sapeva richiamare. L’Oscurità uscì dal suo corpo, andando ad avvolgere il serpente che ancora si agitava nel cielo.
    Questi lanciò un orribile urlo, e poi tutto tacque: il serpente era sparito.

    – NARWAIN GALATHIL –
    Bree e Tundel annuirono. Sembravano più decisi ora che la loro comandante aveva svelato l’illusione, come se la verità si fosse aperta di fronte ai loro occhi.
    Bree si attardò solo un ultimo istante.
    “Sono certa che il sergente Shadowblade avrà successo.” le disse con un accenno di sorriso, prima di raggiungere Tundel.
    I due iniziarono a riportare l’ordine tra gli uomini, mentre Narwain concentrò tutte le sue energie nel dissolvere completamente l’illusione.

    Era di certo potente, ed i suoi poteri da soli non erano sufficienti per dissolverla. Ma dopo qualche istante una nebbia oscura avvolse il serpente. La Comandante riconobbe i poteri di Zaymar, e rinnovò allora i suoi sforzi: solo allora, finalmente, il Serpente del Caos sparì con un ultimo, terribile urlo.
    Il Vicecomandante della Decima Legione era poco distante da lei, Kirara accanto a lui, e sembrava estremamente provato da quel contro incantesimo.
    Ma Narwain non ebbe tempo per preoccuparsi di lui: praticamente di fronte a lei, pochi istanti dopo, si materializzò una nuvola di fumo.

    Erano Aran, Lilith, Lethyr e Skoll.
    Aran teneva in mano una gemma verde smeraldo, mentre le due donne giacevano a terra, apparentemente entrambe svenute – se non addirittura morte.
    Skoll stringeva in una mano un panno avvolto attorno a qualcosa. L’altra, era orribilmente ustionata. Ma la gravissima ferita non sembrava aver intaccato il suo umore, e quando la vide le regalò un bel sorriso.
    “Missione compiuta, Lady Galathil.”

    #3026
     Meeme 
    Partecipante

    L’illusione era stata infranta grazie all’aiuto del vicecomandante, la paladina lo ringraziò con un cenno del viso e stava per ordinare ai soldati di rientrare quando il cerchio di teletrasporto della consiglierà materializzò davanti a lei la squadra inviata nel sottosuolo. La consigliera Lilith e la cecchina Anvail sembravano svenute, forse morte, il caporicognitore era in buono stato ed il sergente Shadowblade aveva una mano ustionata. L’elfa non perse tempo e si rivolse al vicecomandante Voidseeker. “Recuperate le gemme ed iniziate i preparativi per il rituale. Portate con voi la Spezza-incantesimi Elvar, le ho promesso una fine peggiore della morte se ha mentito riguardo le pietre delle Stagioni.” ordinò risoluta. Fece convocare i cerusici per far portare via i corpi delle due donne nella tenda infermeria ed accudirle o seppellirle. Infine si rivolse ai due uomini.

    “Sergente Shadowblade, andate con i cerusici, fatevi medicare e riposatevi. La stessa cosa vale per voi, ricognitore Goodman. Domani all’alba marceremo contro la Regina Drow ed avrò bisogno di ogni soldato in grado di combattere.” disse con la solita voce gelida. “Sergente Shadowblade, vi raggiungerò in infermeria così potrete farmi rapporto sulla missione.” concluse.

    #3032
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    Quando il piccolo lord finalmente spiegò loro chi era quella creatura, per Torgan fu facile intuire che probabilmente la stessa sorte era capitata anche a tutti gli altri adulti del villaggio e per un attimo guardò Gruben con aria preoccupata…insomma si trovavano in una situazione che stava diventando sempre più pericolosa.

    “La ragazza che ci hai chiesto di curare che dovrebbe chiamarsi Areila se non sbaglio, cosa le è successo? Dovrai portarci da lei, e non provare a far mosse azzardate…”

    Disse togliendo il coltello dalla sua gola…forse quella ragazza aveva subito lo stesso maleficio ma per qualche motivo non stava dando lo stesso effetto o c’era qualche altra causa che loro non avevano ancora considerato; di certo era l’unica cosa che potevano fare in quel momento e forse, se erano fortunati, avrebbero trovato qualche soluzione.

    #3034
     Ilmarien 
    Partecipante

    Il pericolo immediato era passato e la missione era compiuta, Aran fece un rapido saluto alla Comandante prima di prendere Lethyr e portarla lui stesso nell’ospedale. Lanciò una rapida occhiata a Lilith, per essere una persona così arrogante alla fine aveva salvato loro la vita, e data la fine che aveva fatto, gli faceva un po’ pena. Mentre correva verso l’ospedale dava Lethyr per morta ma non voleva pensare al peggio, e sapeva che i cerusici più bravi riuscivano con la magia a riportare indietro dalla soglia della morte. Fu tuttavia durante il tragitto che si rese conto che lei era ancora viva, dato che sentì il debole movimento del suo respiro. Forse si poteva ancora fare qualcosa, pensò depositandola su una delle brande e chiedendo aiuto al personale lì presente. E tuttavia mentre li informava sulla condizione in cui lei si trovava si rese conto che senza aiuti magici sarebbe stato difficile che lei riuscisse a recuperare, a meno che… non si potesse fare qualcosa in proposito.

    Si raccomandò che facessero il possibile, e lasciò l’ospedale, in cerca del Sergente Voidseeker, chiedendo in giro nel caso non fosse nella sua solita tenda. E mentre cercava meditava attentamente su cosa dirgli, dato che Zaymar era un noto palo nel c*lo. Se c’erano guardie davanti alla tenda disse che aveva delle informazioni importanti riguardanti le gemme da comunicare a Voidseeker prima del rituale. Una volta dentro fece un rigido saluto militare al Sergente e disse: “Perdonate il disturbo, visto che il Sergente Shadowblade è in ospedale e sono l’unico sano ho ritenuto di dovervi avvertire, le gemme hanno un qualche tipo di protezione magica intorno, direi che il Sergente l’ha temporaneamente scaricata ustionandosi la mano ma non so se si possa riattivare col tempo” e tacque un istante, dato che ora veniva la parte difficile.

    “Un’altra cosa: l’elfa della mia Squadra Lethyr Anvail, che si è rivelata essere l’Ospite della Primavera, è ancora viva, ma è priva di conoscenza da quanto l’essenza della Primavera è stata… intrappolata in quella gemma verde. So che… non è una priorità, ma sarebbe meglio che fosse in grado di combattere data l’imminente battaglia. Se si può fare qualcosa durante il rituale, sarebbe meglio” fece una nuova pausa mentre cercava disperatamente l’espressione giusta “se è ragionevolmente pratico, si intende” concluse alla fine dando fondo all’estensione del suo vocabolario. Al termine della conversazione, salutò, fece un breve inchino e uscì dalla tenda, tornando in ospedale.

    #3036
     Mordoth 
    Partecipante

    Gruben non badò ai piagnistei del piccolo lord, erano solo inutili capricci. Cercò invece di cavare un ragno dal buco dalle enigmatiche parole del giovane.
    Era chiaro che quella non era l’unica creatura di quel genere nel villaggio, ma come mai non erano ancora intervenuti contro di loro? Forse non erano ancora stati allarmati o forse c’era qualche altra ragione… ma lui non voleva affidarsi alla fortuna quindi chiese ad Astrid: “Controlla le guardie e non farle muovere di qui, hai carta bianca…”

    Ma com’era diventati in quel modo i genitori di quei ragazzi? Le parole del lord potevano far pensare a molte cose.
    Forse Torgan aveva ragione, forse andare dalla ragazza poteva far luce su quanto era successo. Ma finchè il piccolo spocchioso non si decideva a portarli da lei era meglio non rimanere con le mani in mano e non lasciare nulla di intentato.
    Deciso tornò alle spalle del trono a fronteggiare la creatura prigioniera. Alzò una mano verso di lei e recitò la preghiera che di solito usava per spezzare le maledizioni. Se non altro avrebbe escluso una pista…

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