I Guardiani delle Libere Nazioni

Questo argomento contiene 290 risposte, ha 6 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Ilmarien 6 anni, 7 mesi fa.

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  • #4871
     Meeme 
    Partecipante

    L’ex tenente ascoltò le parole dell’uomo e poi la considerazione del suo compagno.
    “Sembra sincero anche a me… e non mi piace restare in disparte quando si parla di centinaia di vittime…” La donna sospirò e fece un rapido elenco delle armi disponibili. “Sono un militare e penso di poter aiutare a fermare questo attentato. Le cause perse sono la mia specialità.” Esclamò convinta.

    Osservò Stanford con un sorriso amichevole. “Non sei tenuto a venire con me, Stan… potrebbe essere rischioso e la situazione scaldarsi. Sei stato un buon compagno e mi sono divertita al tuo fianco. Se torno viva andremo a mangiare insieme da qualche parte.” disse con voce gentile per fargli capire che poteva restare al sicuro. “Andiamo, mister Leumann, sono armata fino ai denti ed il combattimento è la cosa che mi riesce meglio. Fermiamo questo attentato prima che sia troppo tardi.” concluse convinta pronta a seguire il vecchio verso la piazza. I suoi impianti sarebbero stati molto utili sul campo e non si poteva restare indifferenti davanti ad un pericolo così vasto. “La Fratellanza non è nelle mie corde, ma odio di più i fottut* terroristi.”

    #4872
     Elan 
    Partecipante

    Quello proprio ci mancava. Il brusio dentro l’orecchio, il fischio, lo schifo causato dell’onda d’urto e, in ultimo, il tipo pazzo che la stava caricando.
    Megan era abbastanza sicura che quella sarebbe entrata a pieno titolo tra le “dieci giornate peggiori della sua vita”, anche perché non era ancora troppo sicura di avere ben chiaro il perché era successo tutto quel finimondo.

    In ogni caso, la sua priorità continuava sempre ad essere sopravvivere (Bisogna avere priorità importanti nella vita! era il suo motto preferito), e quel tipo stava seriamente minando quella priorità.
    Il tempo di sparare decisamente non c’era, e lei non era mai stata precisamente una maestra a prendere a pugni la gente.
    Così cercò di stare più sulla difensiva.
    Sperava che fosse una persona dalla mente semplice, e con tutta la forza della disperazione (e un po’ anche della paura), fece un tentativo per confonderlo, rallentarlo… perché no, anche farlo fermare senza alcun danno. Non sarebbe stato male fare un prigioniero, e se fosse riuscita a bloccarlo e tenerlo al sicuro di lato, magari, sarebbero riusciti ad interrogarlo più tardi.

    #4874
     Rilwen 
    Partecipante

    Max rimase ad ascoltare attentamente le parole di Astrid, cercando di immaginarsi la figura della sua avversaria, cercando di visualizzarla, proprio, di modo che, una volta arrivati alla piazza, non fosse difficile trovarla per prima ed evitare grandi spargimenti di sangue o sai tu cosa. Preferiva le cose fatta alla svelta, e bene.
    Il problema era che la piazza probabilmente era un vero casino, troppa gente, troppa confusione, troppo di tutto.
    “Ci sono zone precise dove potrebbe trovarsi lei?”

    Ma tanto fu fermato subito, appena individuata la via per raggiungere la suddetta piazza. C’era qualcuno, nell’ombra, c’era qualcuno che li stava osservando e che appariva piuttosto invisibile. Un disturbo, insomma.
    Si girò ma non vedeva nessuno, e questo poteva significare molte cose, da un sistema di occultamento a una grande capacità di mimetizzarsi con l’ambiente. Ne sapeva qualcosa.

    Dal vicolo, in ogni caso, uscì una voce, una voce baritonale che diceva di essere un agente della fratellanza. Aggrottò le sopracciglia.
    “Non siamo della Fiamma Purificatrice.”, disse, con ogni onestà possibile, posando la mano pronta sulla sua lama, in caso dovesse combattere.
    Se davvero erano agenti della Fratellanza, quei mishima, avrebbero dovuto riconoscerla, quell’arma, e capire. Ma era meglio prevenire che curare.

    “Guarda se c’è qualcuno nascosto…”, sussurrò ad Astrid.
    “Fatevi fuori, non vogliamo guai.”
    Non lì, quantomeno.

    #4876
     Ilmarien 
    Partecipante

    Megan Reed
    Quando Megan attivò i suoi poteri l’individuo non sembrò reagire, preso com’era dalla furia della battaglia, e le venne addosso. La giornalista schivò il colpo e indietreggiò mentre il l’ascia si abbatteva sulla colonna. L’uomo la incalzò sfruttando la spinta e rialzando la scure per colpirla al volto. In quel momento Megan usò i suoi poteri per distrarlo, facendogli credere che ci fosse qualcuno alla sua destra. L’uomo si girò di scatto, confuso, e tornò quasi subito ad attaccare Megan, ma la giornalista aveva guadagnato alcuni preziosi secondi di tempo e gli scaricò addosso il fucile a bruciapelo, falciandolo e mandandolo contro la colonna esanime. Risolta la minaccia immediata, Megan notò due individui ai piedi delle scale, in mezzo alla torma di gente che stava scendendo.

    Rimase colpita dall’estrema freddezza del loro sguardo, stavano osservando attentamente la scena. Si rimise in copertura e tentò di sparare, ma i colpi finirono contro la folla. Intorno a lei i difensori sembravano in ritirata: la squadra di Inquisitori sembrava aver retto bene l’assalto improvvisato e avevano ricevuto manforte dalle guardie rimaste, che si erano unite alla battaglia. Megan vide di nuovo i due ai piedi delle scale: si guardarono e si scambiarono qualche parola mentre risalivano. Improvvisamente ci fu un’esplosione ai piedi della scala, dove si trovavano quei due, e un vapore verdastro si sparse a grande velocità nella stanza, avvolgendo tutto lo scontro in una nebbia densissima, tanto che non ci si vedeva un palmo dal naso. Tutti cominciarono a tossire, grazie al cielo l’armatura del Cartello era equipaggiata con una maschera, e Megan approfittò della pausa per mettersela. Non appena la chiuse intorno alla bocca subito si sentì meglio, e si guardò intorno.

    L’unica cosa che vedeva erano la colonna e l’uomo che lei aveva appena ucciso: ovunque intorno a lei c’erano grida e colpi di tosse, mentre gli spari erano calati bruscamente, fin quasi a fermarsi. Megan si rese conto che il gas non sembrava lacrimogeno, dato che ci vedeva benissimo e la tosse era andata via in men che non si dica. C’era però una strana polvere verde in sospensione e che… per qualche ragione non sembrava toccarla. Provò la radio, ma la polvere disturbava le comunicazioni, per cui ricevette solo una scarica di statiche.

    Abel Brandt
    Al grido di Abel tutti si mossero come un sol uomo, mettendosi a correre verso la piazza. Un gruppo di assalitori si era nascosto in uno dei negozi e cominciarono a sparare non appena loro si avvicinarono. Abel e Lada furono rapidi a reagire, sparando una raffica contro l’ingresso e freddando uno di loro: Joan fece segno di continuare a sparare e corse in avanti, buttandosi a terra quando si trovava di fronte all’ingresso. Da terra sparò quattro granate al plasma con il suo Lion&Atkinson, riparandosi il volto con il braccio. Alle quattro esplosioni in rapida sequenza seguì un momento di silenzio, e il gruppo poté raggiungere la piazza senza troppi problemi. Abel abbracciò la piazza con lo sguardo: la situazione era ancora abbastanza tranquilla, ma era questione di poco tempo, anche se le guardie non erano state sopraffatte, prevalentemente grazie a Pryce e a Thomas che erano intervenuti al momento opportuno. Una decina di cadaveri giacevano sul campo, e c’erano una decina di prigionieri in un angolo. Le guardie stavano formando una barricata muovendo alcuni grossi scaffali metallici, per chiudere almeno una delle tante uscite.

    Thomas e Pryce li videro arrivare e fecero loro un cenno di avvicinarsi: mentre si riunivano videro arrivare Arthur da un altro ramo del Bazaar. Sanguinava ad un braccio, ma non sembrava una ferita grave, una pallottola lo aveva colpito di striscio. Il suo gruppo, tuttavia, non era stato così fortunato, erano rimasti in quattro. “Ho visto Francis” disse trafelato non appena raggiunse il gruppo “sta venendo da quella parte, e ha una specie di… grossa armatura da combattimento” disse cercando di trovare le parole per descriverla. Pryce lo guardò dubbioso: “Com’è fatta? È tipo quella di un Corazziere della Cybertronic?” Arthur lo guardò spaesato, poi replicò: “Beh… no, in realtà sembra di più un’armatura Mishima, anche se non ha nessun tipo di insegne”. A quelle parole Abel capì cos’avevano davanti: una Powersuit della Mishima, esoscheletri potenziati da combattimento, usati dai Samurai di alto rango. Le aveva viste qualche volta durante le parate militari. Per quanto rozze se confrontate con le più raffinate macchine cibernetiche schierate dalla Quinta Corporazione [OOG: la Cybertronic], le Powersuit erano estremamente resistenti e i servomeccanismi davano a chi le utilizzava una forza spaventosa. Abel si rese anche conto che forse Pryce e i suoi poteri dell’Arte forse erano l’unica cosa in grado di affrontarli, a meno di non chiedere aiuto alle guardie per vedere se avevano armi pesanti utilizzabili.

    Kasey Bates
    Leumann la guardò con sincero stupore, non si aspettava una reazione simile. Probabilmente non aveva mai avuto occasione di parlare faccia a faccia con un Cybertronic, e rimase colpito dalla sua dedizione. Stava per rispondere, quando Stanford intervenne ad alta voce: “Con il dovuto rispetto ma non se ne parla. Vengo anch’io e…” esitò prima di rivolgersi al Mistico “Mr Leumann, mi pare di capire che la Fratellanza abbia un problema di cui noi potremmo, in questo caso specifico, essere la soluzione. Capisco che vogliate lavare i panni sporchi in famiglia, ma questa faccenda rischia di sfuggirvi di mano, se non lo ha già fatto” fece una nuova pausa “specialmente considerando che l’Inquisizione ha ricevuto l’ordine di non intervenire” aggiunse per sottolineare il punto. “In poche parole” proseguì “vi stiamo offrendo l’aiuto della Cybertronic, non abbiamo molte risorse pronte, ma una vostra parola e la nostra squadra è a vostra completa disposizione” fece un respiro profondo raddrizzandosi “le cause perse sono la nostra specialità” concluse con un sorriso.

    Nel mentre comunicò mentalmente con Kasey: “Scusa l’intervento brusco, ma non credo che la Corporazione dirà nulla. Vero, stiamo deviando dallo scopo originale di missione, ma abbiamo l’opportunità di farci amico un Mistico, e per giunta un oppositore della Cybertronic fino a questo punto, da quanto mi pare di vedere. Sembra un uomo d’onore, e se lo aiutiamo smetterà di dire male di noi, o per gratitudine o per interesse”. Leumann sorrise al termine del discorso di Stanford e disse: “Grazie. Accetto volentieri il vostro aiuto, sono da solo e purtroppo non più nel fiore degli anni. Andiamo, potremmo non avere troppo tempo” concluse riaprendo la porta e facendo loro segno di seguirlo. I tre si avviarono, uscendo rapidamente dall’edificio, Stanford contattò la squadra, con altri tre uomini e un Corazziere che si trovava attualmente a loro disposizione, e in pochi minuti arrivò un furgone anonimo. Il Mistico salì a bordo dando alcuni segni di disagio ma manteneva uno sguardo determinato. Stanford aggiornò brevemente la squadra a bassa voce e si diressero verso Piazza delle Nazioni. Non appena il furgone si mosse, Leumann parlò: “Siamo in troppo pochi per fermare quello che sta succedendo, ma spero che riusciremo a muoverci nella confusione. Quanto a Karen Forsythe…” si fermò, incerto “non so bene cosa dirvi. Se è un’Eretica dev’essere particolarmente potente, aspettatevi ogni sorta di Doni Oscuri, e soprattutto non sarà sola. I vostri impianti sono corruttibili?” chiese infine con una nota di sincero timore nella voce.

    Maximilian Richthausen
    “Non lo so, ho paura che dovremo navigare a vista, dato che sono Eretici vorranno seminare confusione, ma tenderanno a raggrupparsi, non…” si interruppe quando sentì i primi rumori. Quando Max parlò, i soldati non fecero alcun movimento particolare, come se restassero in attesa. Max ebbe una strana sensazione, come di qualcuno che lo stesse osservando attentamente, ma pur guardandosi intorno non vide nessuno. Poco dopo una figura si lanciò dal tetto vicino, atterrando davanti ai soldati fermi. Era interamente vestita con un’armatura Mishima da Samurai completamente nera, equipaggiamento da battaglia di ottima qualità ma pensato per essere silenzioso, valutò Max con una rapida occhiata. Portava due spade orientali sopra la schiena, al momento nella guaina. La figura parlò, con un’eloquente cadenza aristocratica femminile: “Avete detto la verità, e non vedo i segni dell’Oscurità su di voi” unì le mani davanti al volto “Saori Hanshu, Samurai della Hanshu Motors e del Signore Supremo, che i Sette Saggi guidino la Vostra Illuminazione” disse facendo un rigido inchino formale con il capo. Mentre parlava di fianco a lei era comparsa un’ombra, apparentemente dal nulla: anch’esso vestiva un’armatura nera da combattimento, l’elmo non era da Samurai ma era invece un passamontagna rinforzato. Anche lui fece un cenno di saluto, mantenendo una costante sorveglianza dei dintorni. “Credo fosse lui quello nascosto, anche se mi pareva fosse dietro di noi” sussurrò Astrid in tono molto perplesso. “Mi sembra chiaro che non siate qui per caso. Vi manda il Cardinale? Sapete cosa sta succedendo?” chiese la Samurai dopo un momento di silenzio.

    #4898
     Meeme 
    Partecipante

    Kasey sorrise davanti alla dimostrazione di carattere di Stanford. “Mi piacciono gli uomini decisi, Stan…” sussurrò alla fine del discorso e gli ammiccò.

    “Hai fatto la cosa giusta, stammi vicino in battaglia e ti riporterò a casa integro. L’invito per la cena resta valido e magari potremo pensare anche ad un dopo-cena più interessante.” comunicò con lui via link e sorridendo. Era divertente flirtare con lui e se la situazione con questa mistica impazzita fosse pessima come sosteneva Mr. Leumann un po’ di spensieratezza non avrebbe stonato.

    “I nostri impianti sono a prova di corruzione, so che voi della Fratellanza siete molto scettici riguardo la Cybertronic, ma facciamo le cose per bene ed odiamo l’Oscura Simmetria quasi quanto voi.” gli rivelò senza scendere troppo nei particolari. “Siamo carichi e pronti a prendere a calci in cul* qualche bastardo!” concluse con una risata allegra.

    #4905
     Elan 
    Partecipante

    Tutta quella era una congiura per farle dare completamente di matto, Megan ormai ne aveva l’assoluta certezza.
    E il tipo troppo preso dalla battaglia.
    E i due tizi con lo sguardo freddo che osservavano tutto.
    E il gas/vapore/nebbia strano e sicuramente molto molto poco sano…
    Non capiva che cacchio stesse succedendo, ma su una cosa non aveva alcun dubbio: alla fine di quella giornata avrebbe avuto una crisi di nervi, ma di quelle veramente serie! Non poteva quasi credere che avesse iniziato quella giornata scartabellando carte a non finire… e se ne fosse pure lamentata!
    “Il lavoro di ufficio è bello, non me ne lamenterò mai più. Il lavoro di ufficio è bello, non me ne lamenterò mai più!!” continuava a ripetersi come in un mantra, mentre cercava di fare chiarezza su cosa poteva o non poteva fare.

    Provò a fare un passo, per capire se la polvere verde ostruisse in qualche modo i movimenti.
    Provò la radio, quella era andata.
    Provò a quel punto la telepatia, per lo meno per stabilire un contatto con qualcuno. Non le piaceva sentirsi isolata in quel modo, si sentiva terribilmente vulnerabile.
    “Selim? Richard?” le era venuto spontaneo cercare entrambi, ma il suo primo pensiero era stato per l’agente del Cartello. “Idea di cosa sia tutto… questo?”
    Per un attimo le tornò in mente lo strano uovo verde che avevano trovato nel rifugio dell’Eretica, e sperò con tutto il suo cuore che quella polvere verde non fosse in alcun modo correlata…

    #4911
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    “Si è potenziato bene quel bastardo, non sarà uno scherzo buttarlo giù…anzi è più probabile che sia lui a buttare giù noi se non ci muoviamo nella maniera adeguata”

    Avevano bisogno di armi pesanti per distrarlo e anche per eliminare gli uomini in copertura che sicuramente l’avrebbero circondato e poi qualcuno in grado di contrastarlo con poteri sovrannaturali.
    “Pryce, penso sia la tua occasione per sfruttare le tua capacità…la potenza di fuoco non basterà questa volta, sei d’accordo?” poi si rivolse agli altri: “Una parte di voi deve rimanere ad affrontare i ribelli…io Pryce e Joan più quelli che hanno con loro una notevole potenza di fuoco andremo verso Francis per cercare di eliminarlo, qualcuno ha idee migliori?”

    Poco prima della possibile divisione si avvicinò a Lada: “Se riesci prova a contattare i piani alti per capire se ci sono rinforzi in arrivo e in caso contrario convincili affinchè ce li inviino, la faccenda si sta facendo sempre più complicata”

    #4912
     Rilwen 
    Partecipante

    Insomma, era una cosa che non poteva essere pianificata in anticipo. Era una cosa basata sull’istinto, sul rischio, sul momento. Una cosa che esulava da tutto quanto. E la cosa era un’arma a doppio taglio. E lui di armi ne sapeva.
    E infatti ora osservava attentamente le armi della Mishima, ancora di più che la figura in sé. Quelle armi erano letali e bellissime, e talmente leggere, nella loro forza, che avrebbero potuto fare di tutto. Avrebbe dovuto imparare anche l’uso di quel tipo di armi, decisamente. Accanto alla figura, ce n’era un’altra, quella che probabilmente era rimasta nell’ombra, e che ancora ora non riusciva ben ad identificare. Cercò di pensare se magari aveva visto una figura simile, se poteva ricordargli qualcosa, perché odiava non sapere. Odiava non sapere. Odiava non avere tutto sotto controllo.
    “Maximilian Richtausen. E’ un onore conoscerla.”
    Fece un saluto militare di rispetto, chinando un poco la testa, mentre continuava a non perdere d’occhio la figura oscura.
    “Un discepolo di Azeroth sta per far un disastro nel Gran Bazar, incolpare i Guardiani e screditare la Fratellanza. Non abbiamo molto tempo.”
    Insomma, dovevano sbrigarsi, stare lì era solo peggio.
    “Ma ogni aiuto per fermare questa discepola può essere fondamentale.”

    #4918
     Ilmarien 
    Partecipante

    Kasey Bates
    Stanford arrossì leggermente alle parole di lei e le restituì un ampio sorriso. Leumann sembrò sollevato alla notizia, sembrava per il momento disposto a credere a lei e a Stanford. Quest’ultimo non appena era salito si era come assorto, forse stava contattando i suoi colleghi del laboratorio: fatto sta che a un certo punto si riscosse “Buone notizie, possiamo usare il Corazziere che tenevamo in laboratorio, non è l’ultimo grido della tecnologia, ma è pur sempre efficace se siamo in inferiorità numerica” disse mentre indossava rapidamente l’armatura da Mirrorman, e facendo segno a Kasey di fare altrettanto. Poi si rivolse anche a Leumann: “Si tratta di una delle nostre unità da battaglia, e anche lui è resistente all’Oscurità” precisò “Ci troviamo direttamente in Piazza delle Nazioni, così non perdiamo tempo” aggiunse. Leumann dal canto suo chiese una pistola per sé, dato che non era armato, e sorrise alla battuta di Kasey, decisamente più rilassato di prima. Kasey lo esaminò brevemente e notò che sembrava pronto a scattare nonostante l’apparenza più rilassata: forse il vecchio aveva combattuto in passato e conservava ancora i riflessi e l’abitudine all’adrenalina costante.

    Arrivarono abbastanza in fretta a Piazza delle Nazioni, dove un altro furgone anonimo li stava aspettando in un vicolo. Uscendo dal furgone Kasey sentì immediatamente dei rumori di battaglia in lontananza, lo scontro era già cominciato. Dall’altro furgone scese il Corazziere, un gigantesco umano alto due metri e mezzo, dall’espressione vacua e pieno di impianti cibernetici per aumentare la sua resistenza in combattimento “Bob, Leumann. Leumann, Bob, il nostro Corazziere di fiducia” disse Stanford facendo le presentazioni con un sorriso. Kasey li aveva pilotati più volte, e aveva in questo molta più esperienza di Stanford, per cui si sintonizzò lei con la mente del Corazziere, che da questo momento obbediva ai suoi comandi mentali. Kasey notò che, come aveva detto Stanford, si trattava di un modello un po’ vecchio, la sua corazza aveva visto giorni migliori, anche se gli impianti sembravano a posto. Era armato con un gigantesco mitragliatore da campo e una spada con una motosega al posto della lama dietro la schiena. Leumann fece una faccia un po’ preoccupata alla vista del colosso, lo osservò per un attimo con molta attenzione, ma non disse nulla, facendo un cenno di assenso. Stanford era rimasto in silenzio, studiando mentalmente la mappa del Gran Bazaar che ogni tanto faceva vedere a Kasey; infine disse: “Direi di entrare dalla metropolitana, è l’ingresso più vicino ed è anche il più adatto a Bob” propose.

    Maximilian Richthausen
    “Siamo qui per.. per lo stesso motivo, abbiamo scoperto che alcuni Eretici si nascondono tra i Guardiani e siamo venuti a fermarli” disse quella che si era presentata come Saori. Si girò verso la figura in ombra, la quale senza dire nulla fece un cenno di assenso. “Astrid Macmahon, molto lieta” disse Astrid, anche lei distratta dalla figura in ombra “Macmahon? La Cappellana locale?” chiese Saori di rimando “Esatto. Qualche problema?” replicò secca la Valchiria. “Nessuno” disse Saori facendo un mezzo inchino “avevo sentito parlare di voi ed è un piacere vedere che non siete con quegli altri fanatici” restò un momento in silenzio, e la figura in ombra parlò, aggiungendo con una bassa voce maschile “nessuno di noi aveva molta voglia di affrontare una Valchiria in combattimento” spiegò con un tono vagamente ironico, suscitando qualche sporadica risata tra i suoi uomini.

    “Seishin, Samurai al servizio di Lord Djang Hanshu, a sua volta in servizio del Signore Supremo” disse presentandosi a sua volta e facendo presente che appartenevano un ramo corporativo della Mishima che era, al momento, alleato della Fratellanza. Una volta fatte le presentazioni, il gruppo si rimise in marcia, scendendo lentamente le scale che portavano verso il Bazaar. Quando furono circa a metà, Maximilian ebbe improvvisamente un brutto presentimento, e guardandosi intorno vide che il Samurai, quello che si era presentato come Seishin, non era più visibile.

    Abel Brandt
    Gli altri ascoltarono le parole di Abel e Pryce replicò: “Certamente, ma non so se basterà, posso tenerlo impegnato ma dubito di poterlo eliminare da solo. Posso fare molto con la magia, ma quelle armature hanno una forza e una resistenza spaventose, sono pensate per essere virtualmente immuni alle armi normali, ci vogliono armi anticarro se vogliamo…” venne bruscamente interrotto da Lada “Ehi! Ci servono armi pesanti per fermarli, tutto quello che avete di pronto! E subito, possibilmente” gridò rivolta alle guardie impaurite che non sapevano bene cosa fare. Abel e Lada si diedero un’occhiata intorno e trovarono un lanciarazzi Capitol con un singolo missile e un lanciafiamme Gehenna, con quattro ricariche. Una delle guardie li assicurò che avevano altre armi ma non le tenevano a portata di mano.

    Abel rifletté che il lanciarazzi con un singolo colpo poteva servire ma il lanciafiamme Gehenna era anche più utile. In un ambiente così chiuso avrebbe alzato rapidamente la temperatura, rendendo più difficile i movimenti di quelle ingombranti armature Mishima. Lada gli rispose: “L’ho già fatto quando l’attacco era cominciato ma direi che nell’immediato non arriverà nulla, al momento siamo soli. Nel caso riusciamo ad allontanarci manderanno una squadra che ci porti al sicuro, ma non verranno nel mezzo della battaglia…” disse scrollando le spalle.

    Megan Reed
    La nebbia non sembrava ostacolare i suoi movimenti, e anzi sembrava che si stesse molto lentamente addensando verso il basso. Per alcuni lunghi secondi non ci fu risposta ai messaggi telepatici di Megan, facendole temere il peggio. Poi di colpo: *M-Megan? Che diancine…* fu la risposta di Richard, che dal tono sembrava chiaramente in difficoltà. Selim tardò un momento a rispondere, poi le comunicò: *Dì a tutti di tornare verso la galleria, SUBITO!*. Megan lo comunicò immediatamente, a quelle menti che riusciva a raggiungere. Seguendo il consiglio di Selim cominciò ad avviarsi nella direzione in cui era venuta, inciampando spesso sui numerosi cadaveri che ora coprivano il pavimento. Quando si trovò a circa metà strada, notò che la polvere stava velocemente sciogliendo i cadaveri, lasciandone solo le ossa. E di colpo, queste ossa si scossero e cominciarono a muoversi. Megan cercò, per quanto poteva di affrettare il passo, quando vide, appena visibile alla sua destra, la sagoma dell’armatura di Richard che si dimenava a terra, apparentemente incapace di rialzarsi.

    #4958
     Elan 
    Partecipante

    Di bene in meglio.
    O di male in peggio.
    A seconda dei punti di vista, insomma, quella situazione si stava trasformando in un vero incubo.
    Megan avrebbe davvero tanto voluto prendersi a ceffoni finché non si fosse svegliata, ma temeva che avrebbe ottenuto l’unico effetto di avere un enorme mal di testa e risultare terribilmente ridicola.

    L’unica alternativa che le veniva in mente, dunque, era stringere i denti, sopportare, e levarsi da lì il più presto possibile.
    Almeno in quel modo riusciva ad avere una priorità, che non era precisamente una cosa spiacevolissima.

    Corse quindi il più velocemente possibile, cercando di non ammazzarsi sui cadaveri che ricoprivano il terreno, ed era a tanto così dal mettersi al riparo quando vide distintamente la sagoma di Richard. A terra. Che si dimenava.
    “Ecco, ci mancava questo…”
    Una parte di sé le diceva di andarsene fregandosene di tutto quanto. Era una parte che avrebbe avuto una voglia davvero matta di ascoltare…
    L’altra, però, le diceva che se non lo avesse soccorso si sarebbe sentita in colpa probabilmente per tutto il resto della sua vita, con incubi annessi e connessi, notti in bianco e menate varie con cui avrebbe dovuto fare i conti.
    E, onestamente, non ne aveva davvero nessuna voglia.

    Così, un po’ maledicendosi un po’ cercando di sbrigarsi, raggiunse Richard per soccorrerlo.
    “Avanti, non è questo il momento per schiacciare un pisolino!” esclamò, con un certo nervosismo nella voce. “Dobbiamo andarcene da qui, e dobbiamo andarcene ora! Questa cosa sta… sciogliendo… tutto quanto.”
    E non aveva davvero voglia di finire sciolta a sua volta.

    #4961
     Meeme 
    Partecipante

    Kasey pensò che Stanford fosse davvero adorabile quando arrossiva in quel modo e che sarebbe stato divertente continuare a stuzzicarlo se non avessero del lavoro da fare.
    “Bob obbedirà ai miei comandi, non dovete preoccuparvi di lui! Grande, grosso, e innocuo a meno di non lanciarlo alla carica, ma a quel punto di lui dovrebbero preoccuparsi solo i nostri nemici.” disse per rassicurare un po’ Leumann che sembrava scosso alla vista del colosso.

    “Lo muoveremo in sicurezza, non vi preoccupate.” aggiunse connettendosi al sistema del corazziere ed ordinandogli di seguirli. I comandi dovevano essere semplici, ma al momento non c’era nemmeno bisogno di azioni complesse. “La metropolitana andrà bene, sarà divertente entrare con Bob lì dentro e vedere le facce sconvolte della gente!” rise per allentare la tensione prima dello scontro.
    Aspirò il sigaro e poi lo spense, non poteva certo fumare in metropolitana!

    #4962
     Rilwen 
    Partecipante

    Lasciò che si facessero le presentazioni, mentre continuava a controllare i loro evidentemente colleghi, o quello che erano. Era un po’ diffidente, come sempre, abituato a sapere tutto, a controllare tutto, e, soprattutto, a *diventare* tutto. Era una sua capacità, quella di nascondersi, di trasformarsi, i modificarsi, e cercava di capire se tutte quelle parole che gli altri dicevano erano corrette, o, quantomeno, sensate.
    I nomi coincidevano, le parole coincidevano, quindi aveva tutto senso.
    Forse.
    Non si inserì nelle conversazioni, fece solo un saluto militare al Mishima in segno di rispetto, da soldato a soldato.
    Lasciò che Astrid quindi li conducesse, mentre si faceva mentalmente i vari conti di chi poteva far cosa, di come avrebbe voluto muoversi, di cosa sarebbe successo e come. Non era proprio uno che andava diritto diritto al nemico, quindi avrebbe dovuto essere più…

    E Seishin dov’era? Si guardò intorno, mentre sentiva il famigerato senso del ragno serpeggiargli nella schiena.
    “Saori, Seishin dov’è? E’ solito fare così?”, le sibilò, già pronto a guardarsi intorno per capire dove andare a pescarlo, sto (forse) stronzo.

    #4964
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    “Il lanciarazzi e il lanciafiamme sono un buon inizio direi, usati con parsimonia potrebbero rivelarsi molto utili insieme ai tuoi poteri Johnathan…qualsiasi arma pesante riusciate a trovare in giro cercate di portarcela se potete, più fuoco faremo e meglio sarà” disse imperioso ai soldati che erano intorno a loro.

    “Quindi se riusciamo a venire fuori da questo casino ci aiuteranno, altrimenti ci lasceranno morire tutti insieme appassionatamente…simpatica la cosa non credi?” disse con un sorriso sarcastico a Lada: in effetti doveva preventivarlo…se la missione fosse fallita far trapelare una possibile alleanza con un mistico considerato eretico avrebbe solo peggiorato le cose, mentre in caso di successo tutto sarebbe stato visto in maniera completamente diversa.

    “Forza allora, andiamo a distruggere quella maledetta macchina!” disse infine ai suoi compagni

    #4970
     Ilmarien 
    Partecipante

    Megan Reed
    Nel momento in cui Megan si avvicinò a Richard, vide che sulla corazza, all’altezza del torace, c’era una gemma nerastra da cui si dipartivano delle venature che emanavano uno strano bagliore verdognolo, lo stesso di quella strana polvere che li circondava, e che si stavano lentamente espandendo sulla corazza dell’Inquisitore. Richard le afferrò il braccio: sembrava non riuscire a parlare ma chiaramente le stava chiedendo aiuto. Megan si accorse che tre venature sembravano fermarsi all’altezza della gola, forse gli stavano impedendo di respirare. Dato che aveva visto Richard indossarla poco prima, trovò il fermo dell’armatura, che era bloccato da un’altra di quelle venature. Esitò un istante, incerta su cosa fare, poi prese la spada di Richard che giaceva a terra e fece correre la corrente elettrica in quel punto, dando la scossa all’Inquisitore ma liberando il fermo.

    Ci fu un leggero soffio nel momento in cui la pettorina frontale dell’armatura si staccò: Richard reagì con violenza, strappandosela di dosso e lanciandola nella nebbia. Nel momento in cui l’armatura si staccò dall’elmo, quegli strani filamenti di oscurità ebbero un guizzo e poi si dissiparono. Richard si tolse anche l’elmo e ispirò profondamente prima di sfogarsi in una lunga tossita liberatoria, evidentemente era rimasto quasi completamente senza aria da quando quella Gemma Oscura lo aveva colpito. Guardò Megan con sincera gratitudine e fece per rialzarsi, mentre continuava a tossire. Megan si guardò intorno con orrore: i corpi erano ridotti a scheletri, che, con una luce verdastra negli occhi, si erano rialzati e li avevano circondati, imbracciando le loro vecchie armi che ora rilucevano anch’esse di luce verdastra. Megan capì che la polvere doveva essere un preparato dell’Oscura Legione che serviva nei campi di battaglia per creare rapidamente Legionari di Azeroth, ovvero quegli scheletri, dai corpi dei caduti.

    Improvvisamente una strana pulsazione di luce invase la sala, dissolvendo istantaneamente la nebbia: questo distolse temporaneamente l’attenzione dei legionari, e Richard ne approfittò per appoggiarsi a lei e rialzarsi in piedi. Megan si rese conto che tutti quei morti erano stati rianimati, e ora nella sala c’erano più o meno un centinaio di Legionari. Dietro di loro, davanti alla scalinata principale, distinse una figura che ancora emetteva una debole luce, era un uomo anziano, vestito con un semplice cappotto, e Megan capì che doveva essere un utilizzatore dell’Arte, era stato lui a dissolvere la nebbia. Di fianco a lui vide due Mirrorman della Cybertronic e, subito dietro di loro, un gigantesco individuo che al momento era ancora nella penombra.

    Kasey Bates
    Leumann le lanciò un’occhiata dubbiosa ma si lasciò sfuggire un sorriso alla battuta di Kasey. Prima di scendere Reeves, il tecnico che li aveva accompagnati, si affacciò dal furgone: “Cercherò di inserirmi nella rete di sicurezza del Cartello, se hanno un qualche dispositivo a infrarossi dovrei riuscire a individuare le zone calde della battaglia e darvi istruzioni da qui. In bocca al lupo!” aggiunse prima di rientrare nel furgone. I tre si avviarono lentamente giù per le scale. Dopo un primo momento di caricamento, Kasey visualizzò l’intera mappa del complesso, diverse zone non erano state aggiornate ma perlomeno ora aveva un’idea chiara di dove andare. Scendendo si avvicinarono a un gruppo spaurito di combattenti, che puntarono le armi verso di loro ma si raggelarono vedendo l’imponente sagome del Corazziere. Kasey notò immediatamente i loro sguardi stralunati, dovevano aver visto qualcosa di veramente brutto: uno di loro si alzò e con un indice tremante indicò la zona davanti a loro completamente avvolta in una strana nebbia dal colore verdognolo.

    “Oscura Simmetria, state indietro!” disse Leumann, e oltrepassò gli uomini facendo segno a tutti di stare indietro. Tese entrambe le mani verso la nebbia, tenendo i palmi aperti e i suoi occhi si illuminarono di una luce bianca pulsante. Kasey avvertì diverse scosse statiche correre sulla sua armatura, per fortuna niente di così forte da causare danni e per un attimo sentì l’aria farsi più difficile da respirare, mentre il comunicatore si riempiva di statiche. In quel momento Leumann rilasciò un’ondata di luce dal suo corpo, che dissolse la nebbia, rendendo visibile l’intera sala. Kasey trattenne a stento un’espressione di stupore, che invece sentì da Leumann stesso: l’intera sala era piena di un centinaio di scheletri, con armi e armature di vario tipo. Kasey riconobbe i legionari di Azeroth, la carne da cannone dell’Oscura Simmetria, che potevano essere creati, con i Doni Oscuri adatti, dai morti sul campo. Rifletté anche che era un ottimo modo per creare caos e delegittimare i rivoltosi. Vide però che non tutti erano morti o corrotti nella sala: in mezzo alla stanza c’erano alcuni corpi vivi che continuavano ad agitarsi e da un lato c’erano due figure che parevano sorreggersi a vicenda, una delle quali sembrava indossare un’armatura da Inquisitore della Fratellanza.

    Maximilian Richthausen
    “Certo, deve…” cominciò Saori ma venne interrotta da un urlo fortissimo, mentre un branco di creature deformi assalirono il gruppo. Maximilian riconobbe i carnofagi, umani corrotti dall’Oscura Simmetria, ridotti a bestie e posseduti da una fame insaziabile. La prima ondata venne abbattuta dal fuoco del gruppo, ma la seconda li raggiunse mentre gli uomini ricaricavano. Max contò più di una ventina di creature, che li attaccavano dal corridoio o direttamente dal soffitto. Seishin ricomparì improvvisamente dietro al gruppo di creature e ne affettò due con un singolo colpo di spada trasversale. Saori invece estrasse le due spade Mishima e tagliò di netto gli arti del carnofago che stava saltando addosso a lei.

    Abel Brandt
    “Simpaticissima! La politica corporativa è sempre appagante da questo punto di vista!” replicò Lada restituendogli il sorriso, e imbracciò il lanciarazzi pronta a seguirlo. In quel momento una forza tremenda si abbatté sulla fragile barriera, mandandola in mille pezzi e la Powersuit di Francis fece il suo ingresso nella sala, accolta da un nutrito fuoco di sbarramento. Abel e Lada si buttarono di lato, evitando un’ampia smitragliata a ventaglio che decimò i difensori. “Maledizione, ha un mitragliatore da campo su una delle braccia meccaniche!” sibilò Lada imprecando tra i denti, e si lanciò dietro uno degli armadi metallici, che sembrqava offrire un minimo di copertura. Francis sollevò l’altro braccio, che sembrava essere equipaggiato con una spada la cui lama era una motosega, e si bloccò.

    Pryce si era alzato in aria, a braccia spalancate e dominava il campo di battaglia circondato da un alone di luce bianca. Gli attaccanti smisero di sparare quasi subito, e altrettanto fecero i difensori, intimoriti dalla massiccia presenza della Powersuit e per un paio di secondi regnò il silenzio. Silenzio che venne rotto da una voce baritonale, proveniente dalla Powersuit: “Jonathan?” chiese con voce tremante “Francis” rispose Pryce “Ferma l’attacco. Dobbiamo parlare dei tuoi alleati”.

    L’armatura quasi barcollò, guardandosi intorno smarrita, come a cercare conferma di ciò che stava vedendo. Abel vide un’apertura: se lui e Lada attaccavano con le armi pesanti sarebbero probabilmente riusciti ad eliminarlo con un attacco a sorpresa, o perlomeno a danneggiarlo seriamente. D’altro canto poteva anche lasciar parlare Pryce e vedere se l’ex Mistico riusciva a convincerlo. Usò anche i suoi poteri per individuare l’Oscura Simmetria ma non avvertì nessuna presenza. O Francis era innocente, oppure qualcuno o qualcosa stava attivamente bloccando i poteri di Abel.

    #4993
     Meeme 
    Partecipante

    I corazzieri facevano sempre un certo effetto visti da vicino soprattutto se non si era abituati a quella presenza inquietante. Bob era un modello vecchio, rispetto a quelli più recenti, ma faceva comunque la sua sporca figura in mezzo a loro.
    Kasey sorrise notando gli sguardi raggelati di quella gente ed alzò una mano in modo amichevole per rassicurarli delle loro intenzioni.

    “Lui è Bob. Saluta i nostri nuovi amici, Bob…” ammiccò mentre il bestione faceva un saluto goffo grazie ai comandi cerebrali inviati dalla ex-tenente. Sarebbe stato tutto molto divertente senza quegli esseri dell’Oscura Simmetria pronti a rovinare il party.
    “Prendiamo a calci quelle cose schifose. Bob, facciamo cantare l’artiglieria…” esclamò dando ordine di fuoco di copertura al corazziere. Notò i corpi vivi, le due figure in difficoltà e decise di farsi strada grazie a Bob per raggiungerli e portarli al riparo. Nessuno doveva essere lasciato indietro, lei non lo avrebbe permesso.
    “Stan, fuoco di copertura! Tu e Bob copritemi! Vado a recuperare i feriti, quando torno ci occuperemo di bruciare per bene questi cadaveri ambulanti e scheletrici!”

    #5006
     Rilwen 
    Partecipante

    Certo, deve.
    Ma magari doveva anche avvertire. Sbuffò. O, almeno, ci provò, perché persino questa sua dimostrazione di chiara frustrazione fu interrotta dall’arrivo dei Carnofagi. Inutili. Inutili e facevano perdere loro un sacco di tempo. Avrebbe dovuto polverizzarli in una botta sola, magari attingendo il proprio potere dall’Arte, ma, onestamente, non sapeva quanto poteva fidarsi della gente che lo circondava – Astrid a parte probabilmente.
    Certo, c’erano metodi più pratici per farli esplodere in gruppo, anche se ovviamente era qualcosa di un po’ “alla cieca”, e non particolarmente raffinato né fine, ma, davvero, erano semplicemente e soltanto una perdita di tempo.
    “Attenti, farò casino.”, gridò agli altri, mentre premeva la pistola, per lanciare una granata lontano abbastanza per danneggiare i Carnofagi ma per non toccare le guardie.
    Appunto, un po’ alla cieca, ma pazienza.
    E nel mentre estrasse la spada, senza attivarne la carica elettrica che lo indicava come Mortificator, e si lanciò contro le bestiacce cercando di farne fuori il più possibile.

    #5010
     Elan 
    Partecipante

    Megan aveva letteralmente smesso di respirare fino a quando non era riuscita a liberare Richard. Ed era stato un periodo che le era parso davvero enormemente lungo.
    Ma poi era riuscita a distruggere quelle cose, e togliergli l’elmo dell’armatura, e aveva tirato un sospiro di sollievo a dir poco liberatorio.
    “Non è proprio il momento per questi scherzi!” esclamò, quasi dimenticandosi di star parlando con Richard. In quel momento l’unica cosa che contava davvero era sopravvivere… e quegli scheletri che si stavano alzando attorno a loro le fecero capire che sarebbe stato qualcosa di davvero difficile.

    L’Oscura Legione si stava davvero impegnando per cercare di eliminarli…

    E poi quella luce.
    Megan per un attimo credette di essersela sognata, ma quando vide davanti alla scalinata una figura che ancora emetteva un debole bagliore, capì che forse (forse!!) le cose potevano iniziare ad andare meglio.
    “E’ arrivata la cavalleria!” esclamò per fare forza a Richard. Non sembrava nelle condizioni migliori del mondo – di sicuro dubitava che sarebbe riuscito a combattere – ma non potevano stare lì in eterno.
    “Ce la fai a camminare? Cerchiamo di raggiungerli.”
    Sperando che fossero parte dei “buoni”, ovviamente.

    Se Richard fosse stato in condizioni di camminare, avrebbe cercato di avvicinarsi al nuovo gruppo, difendendolo alla meglio in caso di attacco.
    Intanto, cercò di contattare Selim per aggiornarlo sulla situazione, dei nuovi arrivati, delle condizioni di Richard… e soprattutto per chiedergli se lui stesse bene e fosse al sicuro.

    #5012
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    La Powersuit di Francis era impressionante e ora che l’aveva a tiro era ben chiaro quanto potesse essere difficile danneggiarla.

    Eppure Jonathan si era messo davanti a lui e con due semplici parole sembrava aver placato le idee bellicose dell’eretico…ma era davvero eretico? I suoi poteri non gli davano segnali in quel senso e la cosa sembrava un po’sospetta.
    Qualcuno aveva forse attivato delle difese contro l’Arte? Ma l’unico capace di fare una mossa del genere era lo stesso Pryce, per un mistico come lui una barriera del genere era uno scherzetto ma perchè farlo? Non poteva pensare che li stesse tradendo così facilmente.

    “Abbiamo un’occasione ghiotta davanti a noi, ma lasciamo fare a Pryce…voglio vedere quello che ha in mente, a quanto pare Francis sembra molto più che sorpreso: se lo cose peggiorano prepariamoci a far fuoco” disse a Lada

    #5019
     Ilmarien 
    Partecipante

    Abel Brandt
    Lada fece un cenno d’assenso e senza rialzarsi appoggiò il lanciarazzi per mirare meglio. Abel notò che un nutrito gruppo di attaccanti si era affacciato dietro la Powersuit. Quelli meglio armati stavano prendendo posizione dietro i ripari, pronti ad attaccare, mentre gli altri erano allo scoperto, come ipnotizzati dalla vista di Pryce. Quest’ultimo si manteneva sollevato da terra, circondato da un alone di luce, a qualche metro di distanza da Francis, come a fronteggiarlo ma senza attaccare apertamente. “Cessate il fuoco” disse semplicemente Francis dopo un momento di silenzio “Cessate il fuoco!” ripeté una seconda volta. E i rumori dello scontro che ancora imperversava in tutto il Gran Bazaar scemarono: c’erano ancora focolai di combattimento e si sentiva l’occasionale raffica, ma intorno alla sala centrale era sceso uno strano, inquietante silenzio. “L’Ordine della Fiamma! Sono Eretici che ti hanno ingannato!” disse Pryce guardando dritto nell’abitacolo della Powersuit. “Ci ostacola! Si è venduto alle Corporazioni!” gridò una voce non ben precisata da dietro la barricata, seguita però da un mormorio di dissenso. Abel si sporse cercando di individuare chi aveva parlato ma non ci riuscì, per il momento sembrava nascosto.

    La Powersuit esitò, poi disse, la voce amplificata: “A tutti i criminali! Questo non vi riguarda, il Bazaar è nostro, arrendetevi ora e avrete salva la vita!” disse mentre il braccio meccanico destro abbracciava l’intera sala. A queste parole diversi dei criminali rimasti si alzarono, a braccia alzate, troppo spaventati da tutta quella violenza, dalla chiara presenza di un potente utilizzatore dell’Arte e da quei discorsi di cui non capivano nulla. Arthur e Thomas guardarono Pryce, come incerti se obbedire o meno, dato che dal loro punto di vista la cosa era sensata. Nel vedere Arthur e Thomas, la Powersuit reagì, e alzò l’elmo, rivelando Francis, un volto decisamente più segnato rispetto a quello che Abel aveva visto in quella vecchia foto, con una grossa cicatrice sulla fronte e i capelli ormai grigi. Guardò Pryce, ancora incredulo di trovarsi veramente davanti a lui: “Io… ho fatto il possibile… ma non…” si interruppe a un gesto di Pryce “Avremo modo di parlare. Dov’è Karen?” chiese il Mistico in tono più tranquillo ma continuando a restare in guardia.

    All’improvviso Abel, che aveva mantenuto attivi i suoi poteri, percepì chiaramente la presenza dell’Oscura Simmetria. L’energia si irradiava da due punti: il primo era poco oltre la barricata rotta, il secondo intorno a Francis. Ebbe l’impressione che qualcosa si fosse di colpo risvegliato, come se avesse ricevuto un segnale di riattivazione. Immediatamente piantò gli occhi sul volto di Francis cercando segni di corruzione, ma non vide alcun mutamento rispetto a prima del segnale. Poteva anche venire da qualcosa sull’armatura: notò anche che Pryce, concentrato com’era nell’evitare uno scontro, non sembrava essersi accorto di nulla.

    Maximilian Richthausen

    La granata esplose più avanti, inglobando una dozzina di quelle creature, i loro volti distorti brevemente visibili grazie all’esplosione. Pur avendo considerevolmente ridotto l’ondata successiva, i Carnofagi che erano già vicini piombarono addosso ai difensori, scavalcando le guardie e correndo sulle pareti per avvolgere l’intero gruppo. Ma i soldati si difesero piuttosto bene, stringendosi e separando gli angoli di tiro per dividersi meglio i bersagli. Gli unici due sfortunati erano quelli davanti: uno di loro venne gravemente ferito e fu salvato solo da Seishin, che apparve praticamente dal nulla tagliando in due un carnofago con un singolo colpo di spada e liberando la zona in poco tempo. Saori tentò di salvare l’altro ma in quel momento diverse creature caddero dal soffitto e la Samurai dovette difendersi mentre la guardia veniva macellata.

    Max colpì a mezz’aria uno dei carnofagi che gli stavano cadendo addosso e lo tagliò obliquamente in due lungo il torace. Poi si girò, schivò un’artigliata e tagliò il secondo orizzontalmente all’altezza dello stomaco con un colpo di rovescio. Il terzo riuscì a oltrepassare la sua guardia ma Max riuscì a deviare il colpo con i robusti avambracci e gli artigli scivolarono sull’armatura del Mortificator. La creatura fece per ruggire di rabbia ma la lama di Maximilian si infilò dritta nella gola della bestia, che invece emise un sordo gorgoglio prima di accasciarsi a terra. Max sapeva che queste creature erano particolarmente efficaci contro la fanteria tradizionale grazie ai loro grandi numeri, ma non erano una sfida per i combattenti più esperti, specialmente in mischia. Astrid con una singola e fulminea rotazione della sua lancia aveva eliminato i due che la stavano assalendo. Reagì prontamente gridando: “Giù!” alle guardie ed eliminandone altri quattro con un singolo raggio della sua lancia, prima di girarla e infilzare un carnofago che stava per attaccarla alle spalle. Max si guardò in giro, vedendo che lo scontro era ormai finito, le guardie eliminarono i pochi carnofagi in fuga, vendicando il proprio compagno che giaceva a terra esanime.

    Megan Reed e Kasey Bates
    La mitragliatrice del Corazziere emise un fischio crescente mentre si attivava, seguito dall’inizio di una violenta raffica che iniziò a spazzare via i Legionari scheletrici dalla stanza, smembrandoli. Kasey era stata attenta ad orientare il fuoco di Bob in modo da evitare il più possibile di colpire le persone a terra, mentre si dirigeva verso i due, ignorando o travolgendo gli scheletri sul suo passaggio, dato che nessuna delle loro armi era anche solo lontanamente in grado di perforare quegli esoscheletri da guerra che erano le armature da Mirroman. A un certo punto due Legionari riuscirono a rallentarla attaccandola da due lati, e Kasey li sollevò entrambi, facendoli cozzare uno contro l’altro mentre proseguiva verso i due. Megan, dal canto suo, aiutò Richard a rialzarsi in piedi: l’Inquisitore la guardò con gratitudine e si misero brevemente spalla contro spalla per eliminare gli scheletri che si stavano avvicinando troppo. Uno di loro colpì Megan a una spalla, ma la giornalista non cadde, appoggiandosi contro l’armatura di Richard, ed ebbe modo di finire la creatura con una singola scarica al torace.

    In quel momento la giornalista vide un’armatura da Mirrorman [OOG: i soldati Cybertronic] che si faceva strada tra gli scheletri, semplicemente travolgendoli mentre si muoveva per raggiungerli, il tutto mentre l’altro Mirrorman eliminava gli scheletri rimasti intorno a loro. Alcuni dei legionari si misero a sparare, ma tra il fuoco di copertura di Stanford e di Selim e della squadra dell’Inquisizione che si stava riorganizzando, Megan, Kasey e l’Inquisitore riuscirono a mettersi in salvo al riparo, mentre gli altri finivano di ripulire la sala. Megan controllò rapidamente Richard, che non sembrava ferito, stava solo ancora boccheggiando per la mancanza d’aria, senza il suo rapido intervento sarebbe probabilmente soffocato. Poi controllò la sua spalla sinistra, colpita in due punti: uno si era piantato sulla corazza, e le avrebbe causato solo un fastidioso livido. L’altro invece aveva trovato la giuntura della corazza e si era piantato sulla pelle, ferendola leggermente. Non era una ferita seria, ma forse avrebbe dovuto farla controllare per i rischi di corruzione. Kasey una volta al sicuro esaminò rapidamente i due che aveva portato in salvo: uno indossava un’armatura da Inquisitore a cui mancava la parte frontale, che sembrava essere stata strappata via alla bell’è meglio, l’altra indossava invece una corazza e delle armi del Cartello, e sembrava ferita a una spalla.

    L’Inquisitore si rivolse a Kasey, ma il suo primo tentativo di parlare si risolse in un violento attacco di tosse, a giudicare dal suo stato qualcosa sembrava averlo soffocato. Stava per parlare di nuovo, quando ammutolì di sorpresa nel vedere la figura di Leumann. Megan vide questo vecchio avvicinarsi, coperto dal Mirrorman e dal Corazziere, probabilmente aveva visto l’armatura di Richard. Osservandolo, la giornalista si rese conto che lo conosceva, lo aveva visto un paio di volte, si chiamava Leumann ed era un Mistico Veggente, quelli che in genere non andavano mai in battaglia e il cui scopo era aiutare l’Inquisizione a trovare gli Eretici nascosti. Era stato lui a spazzare via la polvere dalla sala, e aveva ancora un’aura luminosa che lo circondava.

    #5043
     Rilwen 
    Partecipante

    Non erano un problema, quei Carnofagi, per lui, non lo erano per Astrid, e sicuramente non lo erano per i loro nuovi alleati. Uno, due, tre. La granata aveva fatto il suo dovere e avevano solo un caduto. Non era un uomo molto espansivo, in questo senso, né era abituato a lavorare in gruppo, motivo per cui non sapeva bene come reagire a quella cosa. Si fermò vicino alla vittima e gli fece un cenno della testa. No, non si sentiva in colpa per quella granata, anche se forse era stata indirettamente parte della causa.
    “Dobbiamo muoverci. Correre velocemente al Mercato. Tutti questi sono solo degli intralci, e mi sono rotto i coglioni di avere intralci. Se state tutti bene seguitemi. Seishin, se riesci ad andare avanti per avvertirci di eventuali pericoli senza farti vedere ci daresti un aiuto sostanziale.”
    Insomma, non sapeva benissimo come funzionava quella cosa, quelle sue abilità, ma quello scompariva. E avere uno che scompare, e farlo andare avanti era forse la cosa più comoda.
    “Se non siete feriti, muoviamoci, e alla svelta.”

    Basta perdere tempo, basta.

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