I Guardiani delle Libere Nazioni

Questo argomento contiene 290 risposte, ha 6 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Ilmarien 6 anni, 7 mesi fa.

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  • #4493
     Meeme 
    Partecipante

    “Questi sono gli unici abiti civili tollerabili…” commentò allegra perché erano comunque vestiti rinforzati in grado di occultare delle armi. Senza armi addosso si sarebbe sentita nuda.

    “Meglio fingersi agenti alla gente non piace la Cybertronic e farebbero troppe domande.” spiegò alzando le spalle. “Procuriamoci false credenziali, in alternativa… Ti piace strisciare?” chiese con un sorriso divertito indicandogli la grata. “Se striscerai davanti a me potrò anche tollerare di dovermi infilare nel condotto della caldaia! Un approccio furtivo ci darebbe anche il tempo di rendere inoffensivo il pacco, legarlo in modo discreto e trascinarlo in strada fingendo sia ubriaco.

    #4495
     Elan 
    Partecipante

    Fare rapporto a Richard fu la parte più complessa. Si aspettava già il peggiore dei destini, e sicuramente il suo tono asciutto, al telefono, non contribuì a migliorare il suo disagio.
    Megan passò quei venti minuti in costante ansia, leggendo le carte distrattamente, costretta a tornare più volte su alcuni passaggi – in parte perché totalmente deliranti, in parte perché non stava leggendo veramente – e prendendo paura per ogni rumore che potesse preannunciare l’arrivo di Richard.
    “Morirò giovane se continuò così…” disse dopo un po’ a Selim. “Giovane, triste e senza nemmeno essermi potuta riempire la casa di gatti!”
    Fece una risata un poco forzata.

    E quando Richard arrivò, la sua tensione non migliorò di certo. Anzi.
    Sentendo che doveva parlare con lei per un attimo, iniziò ad aspettarsi il peggiore dei destini. Quella era proprio la fine, ne era certa…

    Ma quando, invece, si sentì dire che tutto sommato aveva fatto la cosa giusta, per poco non cadde per terra. L’adrenalina la abbandonò di colpo e, per un attimo, si sentì talmente felice che avrebbe persino potuto abbracciarlo.
    Solo per un attimo, ovviamente, ed evitò accuratamente di farlo.
    “Ehm, ti ringrazio. Purtroppo avvisarti prima sarebbe stato impossibile, non c’era completamente campo e non ci aspettavamo di certo di trovare un’Eretica lì sotto!”
    Cercò di guadagnare una certa compostezza mentre parlava, e si concentrò sulle carte, mostrandogli i punti più interessanti.
    “Per lo più sono le farneticazioni di una pazza.” spiegò. “Ma ci sono dei passaggi interessanti. Vedi qui? Parla di una certa Karen, che vuole distruggere il Cartello. Non so se potesse essere lei o qualcun altro, però. Qui invece accenna ai “pupazzi delle Libere Nazioni.” indicò i due passaggi, mostrandoglieli nel punto in cui li aveva trovati.
    “In questo caso si parla di distruggere le corporazioni… insomma, da una parte o dall’altra, sempre distruzione di qualcosa.”
    Fece un sorriso un po’ tirato, poi guardò Richard un po’ più seriamente.
    “Quell’uovo… quando mi ci sono avvicinata è stato come se potesse prosciugarmi di tutta la mia energia. Credo di non aver mai provato una sensazione più spiacevole. Cosa potrebbe essere secondo te?”

    #4504
     Rilwen 
    Partecipante

    Sorrise, semplicemente, quando l’Energumeno cadde per terra, ed era già pronto a colpire chiunque ci fosse stato d’altro, cercando di ignorare fortemente il sangue che gli bagnava il braccio e il dolore per la scheggia ancora inficcata nella carne. Avrebbe dovuto sistemare quella cosa, e farlo prima che diventasse un ostacolo per i suoi movimenti.
    Certo, le parole della MacMahon non se le aspettava, più che altro sembrava essere molto più “fragile” di quando l’aveva sentita parlare, o, quantomeno, meno al suo posto. Chissà. La gente è strana.

    E poi. Ops. Usò la sua migliore pokerface, tranquillo in viso mentre sorrideva appena.
    “Che cosa sta succedendo qui, miss, è la vera domanda. Conoscete qualcuno di queste persone?”

    Nel mentre si chinò per cercare di esaminare l’Energumeno, per ritrovare un qualche segno, qualunque cosa.

    #4516
     Ilmarien 
    Partecipante

    Megan Reed
    Selim le rispose: “Beh, con quello che costano i gatti sarebbe passato comunque molto tempo, anche facendoci aiutare” disse ridendo. Richard camminava avanti e indietro esaminando lui stesso le carte che Megan gli stava mostrando. Poi rispose con la sua solita espressione rabbuiata: “Diciamo che la tua irresponsabile abitudine di non avvisare mai stavolta era giustificabile” la fulminò con lo sguardo “ma solo stavolta” aggiunse per maggiore chiarezza. Megan era abituata al suo caratteraccio, ma non poté fare a meno di notare che anche in questo rimprovero non c’era la solita irritazione, quindi o si era fatto più buono improvvisamente oppure c’era qualcos’altro che lo preoccupava. “Personalmente io credo che qualcuno stia manipolando i Guardiani per raggiungere un loro obiettivo personale. Se questa Eretica era isolata come sembra comunicava soltanto attraverso le visioni che riceveva, che sono spesso confuse e portano alla follia. È per quello che gli Eretici si riuniscono in piccole celle operative, le visioni, quando vengono condivise, diventano più chiare” spiegò mentre sfogliava le varie carte.

    “Karen… beh, un nome è meglio di niente” borbottò mentre prendeva il telefono e diceva: “Qui Booth, dite a Kleiber di investigare su una certa Karen nel Distretto e di riferirmi cosa scopre” si fermò un momento, poi aggiunse “e fategli presente che è urgente e che non ci deve mettere i soliti tre mesi!” aggiunse con il suo solito fare burbero. “Vediamo se attraverso i Visionari troviamo qualche informazione in più” disse a Megan mentre riattaccava. Megan sapeva che i Visionari erano Mistici in grado di predire il futuro, erano estremamente vaghi e imprecisi nel farlo, ovviamente, ma ogni tanto trovavano qualcosa di utile. “Quanto all’uovo, ora vedremo di neutralizzarlo, speriamo che Duncan possa…” si interruppe perché aveva ricevuto una comunicazione nel suo auricolare.

    Fece segno a Megan di sintonizzarsi sulla stessa frequenza così che potesse seguire la comunicazione: “… si tratta di un’Estrema Unzione, probabilmente voleva contaminare l’isolato sopra di noi” concluse uno dei Revisori non appena Megan riuscì a sentirlo “però non dovrebbe avere quella forma, state attenti” disse Richard “Io direi che ha questa forma perché è stato costruito con mezzi di fortuna, e soprattutto perché non è attivo per qualche ragione, forse il meccanismo non è pronto, forse l’Oscura Simmetria non è abbastanza forte, fatto sta che dovrei poterlo neutralizzare senza problemi. Allontanatevi” disse Duncan con fare professionale “Ricevuto” rispose Booth “e state attenti!” aggiunse nuovamente prima di chiudere la comunicazione. Poi le fece segno di spegnere il microfono del comunicatore e le chiese: “Ma quindi, questo centro del Cartello dov’è di preciso?”.

    Maximilian Richthausen
    Astrid lo guardò con aria vagamente sospettosa e disse: “No, non li ho mai visti prima. E non hai ancora risposto alla mia domanda. Che ci fa qui uno del tuo ordine?” chiese nuovamente. Max notò che per quanto il tono fosse tranquillo i movimenti degli occhi di lei suggerivano una lunga abitudine al combattimento… e forse l’attacco improvviso aveva contribuito alla sua paranoia. Si spostò leggermente di lato per osservare la sua postura: sembrava rilassata ma la posizione della lancia e la presa sull’impugnatura suggerivano che fosse una postura di guardia rilassata ma comunque pronta a scattare in avanti.

    Kasey Bates
    Stanford valutò la scelta, e rispose: “Hmmm… Quasi quasi” disse accennando alla grata “strisciare… beh, diciamo che non ne sono un patito, ma lo preferisco ad impersonare degli agenti, poi magari mettiamo nei guai qualcuno che sta solo facendo il proprio lavoro” disse mentre i due davano un’occhiata più approfondita alla grata. Le barre sembravano solide, ma l’intonaco tutto intorno era stato parzialmente sgretolato. Grattarono via un po’ di malta e uno dei mattoni quasi si staccò da solo. In meno di cinque minuti la grata si muoveva e Kasey la ripiegò verso l’esterno con un sinistro cigolio, ma per fortuna nessuno se ne accorse.

    Entrarono con cautela nella caldaia, stanza buia e scomoda ma grazie alla loro visione a infrarossi non ebbero problemi a orientarsi. Percorsero un breve corridoio prima di arrivare alla sala della sicurezza, contraddistinta dalla pesante porta blindata. I due fecero un breve giro di ricognizione e videro, attraverso il vetro della postazione d’ingresso, che c’era un singolo agente nella stanza, al momento assopito su una sedia davanti ai vari schermi delle telecamere, e sull’uniforme c’era una vistosa macchia di unto. Stanford diede un’occhiata più approfondita al lucchetto della porta e le comunicò attraverso il link neurale: “Lo svegliamo? Altrimenti posso provare a scassinare questa serratura, non sembra un lavoro troppo complicato…” propose continuando ad esaminare la porta.

    Abel Brandt
    Quando Abel parlò Lada lo guardò leggermente sorpresa, ma non disse nulla. Thomas dopo un momento di esitazione fece segno a tutti di seguirlo e, una volta presi i due bellimbusti e averli legati, si trasferirono tutti in una casa in fondo alla strada che aveva un’ampia cantina, forse un vecchio rifugio di contrabbandieri dato che era un locale particolarmente asciutto. “Qui non verremo disturbati” disse Thomas che aveva recuperato la calma. Ora che poté osservarlo meglio, Abel notò che rispetto alla foto aveva i capelli nettamente più grigi, e il volto innocente che aveva nella foto ora sembrava come più indurito, forse più cinico. Si sedette appoggiando il fucile sul tavolo, prese una bottiglia di vino e ne bevette una sorsata prima di passare la bottiglia agli altri: “Francis…” cominciò con l’aria vagamente dubbiosa “Si, potrebbe essere stato lui, con tutto il personale armato che ha messo in giro ultimamente, assoldando anche mercenari dall’esterno…” disse mentre ragionava sugli eventi recenti. “Se siete qui per fermare i Guardiani dovevate muovervi prima” disse rivolgendosi direttamente ad Abel e a Lada “l’ordine di mobilitazione generale è già partito, ormai è questione di poche ore, forse anche meno…” concluse guardando i suoi interlocutori.

    #4527
     Elan 
    Partecipante

    Megan rise alle parole di Selim, scuotendo la testa.
    “Non sapevo che anche tu fossi un appassionato di gatti!” esclamò divertita. Almeno riusciva a distrarsi, visto che il pensiero di Richard non è che la aiutasse molto.

    E infatti, vederlo camminare avanti e indietro in quel modo non fece che accrescere il suo nervosismo. Riuscì a sfoggiare un sorriso un po’ teso solo alle sue parole.
    “Se le condizioni fossero state diverse ti posso assicurare che avrei avvisato… o almeno cercato di avvisare!” disse cercando di sembrare il più tranquilla e disinvolta possibile.
    Tuttavia, Richard sembrava almeno un po’ più tranquillo – o incredibilmente preoccupato – del solito, una novità sicuramente interessante.
    “Ma non ci sarebbe la possibilità di rintracciare questi Guardiani? Non saprei, contattarli per metterli al corrente del pericolo… credo ch nemmeno loro vogliano rischiare di farsi usare dagli Eretici!”
    Non ne era troppo sicura, in realtà, ma le sembrava la cosa più sensata da poter fare, sempre che ci fosse la possibilità di farlo.

    Rimase in silenzio mentre Richard parlava al telefono, ma non si fece ripetere di attaccare il comunicatore.
    Estrema Unzione, contaminazione del quartiere… insomma, cose molto simpatiche. E lei si era trovata a pochi centimetri da quella… cosa…
    Tutto sommato poteva ritenerla una giornata fortunata, alla fin fine…
    Era ancora intenta ad assimilare bene le comunicazioni di Duncan, riflettendo sulle possibili implicazioni della cosa, quando Richard le chiese del centro del Cartello.
    La domanda la prese un poco in contropiede, primo perché non se lo aspettava, secondo perché non era davvero sicura che sarebbe riuscita a spiegarglielo, terzo perché aveva il sospetto che Selim avrebbe potuto ucciderla se l’avesse detto così alla leggera.
    “Ecco… era sotto un hotel, se non ricordo male… ma dovresti chiedere a Selim quando torna sù, sicuramente saprebbe spiegartelo meglio.”
    Fece un piccolo sorriso un po’ a disagio.
    “Selim è davvero una brava persona.” aggiunse convinta. “Non so se tutti al Cartello sono come lui, ma se lo fossero… beh, dovremo collaborare più spesso con loro!”

    Ci pensò per un po’, poi si fece un po’ più seria.
    “Cos’è di preciso una Estrema Unzione?” domandò alla fine. “Voglio dire, credo di aver capito la teoria, ma in pratica… è una cosa che esplode, o qualcosa del genere?”

    #4539
     Meeme 
    Partecipante

    “Mi pentirò amaramente di aver assecondato la tua onestà nei confronti degli agenti locali, lo so…” mormorò Kasey alzando gli occhi al cielo e seguendo Stanford dentro la stanza della caldaia. In realtà non le dispiaceva come ragionamento, ma brontolare un po’ era molto più divertente.

    L’ostacolo era un solo agente appisolato, la donna sospirò delusa dalla poca professionalità di quel uomo, però quella era una vera fortuna per loro. “Continuiamo in modalità furtiva, occupati pure della serratura, io mi occuperò dell’agente in caso si svegli.” comunicò via link al suo compagno. L’idea era quella di stordire il poveretto se si fosse svegliato di soprassalto prima che riuscisse a rendersi conto di quello che stava succedendo intorno a lui.

    #4540
     Rilwen 
    Partecipante

    Era pericolosa, Astrid. Potenzialmente, almeno: sembrava sul punto di reagire al minimo segno di difficoltà, la lancia era lì, stretta in posizione apparentemente “morbida” ma pronta a colpire, se fosse stato necessario. Era difficile far finta di nulla, lei aveva visto la sua arma, probabilmente, e tutto il resto. La guardò lungamente negli occhi: aveva ucciso molte persone per la Fratellanza, le aveva anche guardate negli occhi. Aveva letto in loro molte cose, ne aveva temute altre. Questa donna era paranoica, e questo era un problema, perché, se anche avesse negato, certe cose sarebbero comunque uscite alla luce del sole.
    “Che cosa sta succedendo qui?”, ripeté, con calma, tenendosi il braccio sanguinante e vagamente dolorante. “E’ per questo che sono qui.”

    Non tanto per quello che era successo a lei in particolare, ma nel distretto in generale. Non era un uomo di molte parole, soprattutto quando si trattava di spiegare il proprio incarico. Insomma, prima si finiva meglio era.

    #4541
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    Abel prese la bottiglia offerta da Francis e ne bevve una sorsata: in servizio di solito non era usanza fare quel genere di cose ma pensò di fare uno strappo alla regola quel giorno…dopotutto se lo stava meritando per come si stavano svolgendo gli eventi fino a quel momento.

    “Per mobilitazione generale intendi l’uccisione di tutta la vecchia guardia della vostra organizzazione? O intendi qualcos’altro? Niente è finito finchè abbiamo libertà di azione, quindi più spiegazioni ci darai su Thomas e su tutto quello che sta combinando e più possibilità avremo di pensare ad una contromossa valida” disse a Francis.
    Poi volse lo sguardo verso i due tizi legati e continuò: “Dici che questi due siano dei mercenari? Se li svegliamo potranno avere qualche informazione valida da darci? è da un po’ che non costringo qualcuno a parlare contro la sua volontà…chissà se ne sono ancora capace” disse con un mezzo sorriso.

    Se erano dei mercenari esterni dubitava potessero essere di valido aiuto, ma magari avrebbero tirato fuori qualche nome o qualche luogo di valido interesse.

    #4552
     Ilmarien 
    Partecipante

    Abel Brandt
    “No” rispose Thomas “l’ordine di mobilitazione generale era per sollevare l’intero quartiere e iniziare…” esitò un istante, e guardò Pryce che gli fece cenno di proseguire “e iniziare una rivolta per colpire il centro città” disse con un’occhiata significativa ai due agenti. Sembrava sincero e disposto ad aiutare, ma sembrava al tempo stesso convinto che, forse, una rivolta dopotutto era necessaria. “Purtroppo io so dove i miei uomini dovevano colpire, ovvero domani… in centro città… da quando Francis ha preso il controllo ha diviso tutto quanto in modo che nessuno sapesse tutto quello che c’era da sapere, in caso l’Inquisizione decidesse di colpire di nuovo…” disse con aria sempre più triste, mentre si rendeva conto che stava aiutando qualcuno che avrebbe probabilmente fermato la rivolta. Pryce prese la parola e disse: “Apprezzo quello che stavate cercando di fare” disse rivolgendosi a Thomas “il problema è l’Oscura Simmetria” e a queste parole Thomas sussultò di sorpresa. Mente alzava la testa, Abel notò una collanina con la croce della Fratellanza che pendeva dal collo di Thomas, evidentemente l’uomo era religioso “La Fratellanza mi ha fatto uscire di prigione perché pensano che l’Oscura Simmetria voglia usare i Guardiani per colpire la Fratellanza e le Corporazioni. Siamo qui per impedire che accada” affermò in tono solenne. Thomas si alzò in piedi, chiaramente sconvolto dalla notizia: “Non… non so chi potrebbe… Francis…” si fermò un istante, poi si girò verso Abel e Pryce “Francis è sicuramente il più risoluto di tutti noi, e quello che ne sa di più, ma non credo che sia stato… corrotto” disse con una nota di incertezza nella voce mentre passeggiava nervosamente avanti e indietro.

    “Oggi il primo obiettivo era di mettere al sicuro il quartiere e raccogliere le armi per domani. Direi che il bersaglio più probabile è… a Piazza delle Nazioni, ma non so se si tratti del Cartello o del Gran Bazaar [OOG: il fiorente mercato nero che si trova sotto la piazza]. Da un lato il Cartello è il nostro principale avversario, dall’altro stanno controllando un ospedale e più che medicinali a noi servono armi, come quelle che si potrebbero comprare al mercato nero” rifletté Thomas continuando a muoversi avanti e indietro. Si fermò e stavolta si rivolse direttamente ad Abel e a Lada: “Sentite, io vi aiuterò come posso, l’Oscura Simmetria non deve entrare in questa faccenda. La rivolta aveva, almeno nelle intenzioni dell’ultima riunione, uno scopo dimostrativo, colpendo all’improvviso i vari centri corporativi e poi presentando una serie di richieste al Cardinale” disse dando ad Abel un foglio che teneva in una tasca dentro la giacca.

    Manifesto delle Libere Nazioni:
    Noi, i Guardiani delle Libere Nazioni, chiediamo a Sua Santità il Cardinale Supremo Alexander VII:
    1. Di riconoscere gli obiettivi di giustizia sociale e la legittimità dei Guardiani delle Libere Nazioni di fronte alle corporazioni.
    2. Di rilasciare il Mistico Jonathan Pryce dalle carceri dell’Inquisizione, salvo accuse direttamente collegate all’Oscura Simmetria
    3. Di imporre alle corporazioni di destinare l’1% dei loro profitti a nutrire la popolazione povera di Luna City, in seguito da estendere agli altri pianeti del Sistema Solare
    4. Di imporre alle corporazioni di abbandonare il lavoro minorile al di fuori di mansioni leggere e comunque non superiore alle 12 ore a settimana.
    5. Di decretare, in accordo con i principi della Fratellanza, che tutti gli uomini e le donne hanno diritto a essere retribuiti per il proprio lavoro, condannando la schiavitù
    6. Di imporre al Cartello che un membro dei Guardiani sieda nel Consiglio di Sicurezza e abbia qualche voce in capitolo nella gestione delle risorse del Cartello a Luna City, in seguito da estendere agli altri pianeti del Sistema Solare.
    7. Di condannare come estremisti i membri dell’Ordine della Fiamma Purificatrice.
    8. Di destinare una parte delle entrate della Fratellanza nell’educazione pubblica degli abitanti di Luna City.
    9. Di creare dei consigli di cittadini in ogni distretto, finanziati tramite l’articolo 3, per migliorare le loro condizioni di vita. Tali consigli saranno strettamente monitorati dalla Fratellanza ma saranno indipendenti dalle corporazioni e dal Cartello.
    Questo noi chiediamo a Sua Santità, che la Luce della Fratellanza guidi i nostri passi.
    I Guardiani delle Libere Nazioni

    Abel aveva sentito parlare dell’Ordine della Fiamma Purificatrice, era uno di quegli ordini minori della Fratellanza, e a lui erano sembrati un gruppo di fanatici, ragion per cui ne era sempre rimasto alla larga data la sua conoscenza proibita dell’Arte. Pryce dal canto suo sorrise a vedere il proprio nome: “Lo avete modificato, niente più abolizione del Cartello” “Si” rispose Thomas “con un approccio iniziale più violento, abbiamo deciso di moderare le richieste” tacque un istante, poi riprese “quello che vi chiedo è di fermare l’Oscura Simmetria, ma non ostacolate la rivolta, se va tutto bene e impediamo all’Oscura Legione di interferire eviteremo un bagno di sangue” tacque nuovamente e stavolta fu Pryce stesso ad incalzare “Vi sembrano proposte ragionevoli?” chiese ai due agenti.

    Kasey Bates
    La serratura prese qualche minuto e una discreta dose di bestemmie attraverso il link, ma alla fine il volto di Stanford si illuminò nel momento in cui si sentì un click rivelatore e la porta si aprì, per fortuna senza cigolare sui cardini. Entrarono silenziosamente nella stanza, gli impianti cibernetici che li aiutavano a impedire rumori superflui. L’agente non si era accorto di nulla, e continuava a dormire saporitamente, Kasey vide che sul piatto davanti a lui c’era una mezza pasta alla crema. Stanford diede una rapida occhiata all’impianto di sorveglianza, controllò velocemente l’elenco degli abitanti per sapere dove abitava Gallagher di preciso, e poi utilizzò lo spinotto neurale per collegarsi e chiuse gli occhi. Poco dopo lo schermo cominciò a mostrare dell’interferenza, poi due delle telecamere si spensero per poi riaccendersi. Quando ciò avvenne si sentì un sonoro bip per la stanza. L’agente si scosse ma Kasey lo stordì con una breve scarica elettrica alla base del cranio, e poco dopo lui ricominciò a russare sonoramente come se nulla fosse. Le due telecamere si riaccesero e Stanford riaprì gli occhi: “Bene! Ho messo in loop per un paio d’ore sia quella di ingresso che quella del quinto piano, dove abita Gallagher. Direi che è venuto il momento di fargli una visita”.

    Se ne andarono richiudendo la porta e presero le scale fino al quinto piano. La porta dell’appartamento era solida e sembrava blindata, si poteva scassinare ma probabilmente sarebbe stato complicato, la serratura sembrava abbastanza nuova. In alternativa, Kasey andò alla finestra e notò che avrebbe forse potuto entrare da una delle finestre, era un salto di un paio di metri da un davanzale all’altro, ma non sarebbe stato un problema per le sue gambe cibernetiche.

    Maximilian Richthausen
    Astrid ricambiò lo sguardo e meditò qualche secondo sulle sue parole. Alla fine, quando Max stava cominciando a chiedersi se avrebbe dovuto combattere anche lei, rilassò la posizione di guardia e disse: “Si, ha senso”. In quel momento uno dei civili si affacciò: “Signora, possiamo prendere i viveri?” chiese con voce tremante “Certo Reyez” rispose lei, e si girò nuovamente verso Max “torno subito”. Il Mortificator osservò il gruppo di civili che si mobilitava sotto gli ordini di Astrid, chi occupandosi dei feriti, chi entrando con lei e iniziando a distribuire il cibo. Notò anche che Astrid si era inginocchiata di fianco a uno dei feriti più gravi e ne aveva parzialmente rimarginato le ferite usando l’Arte. Una volta fatto il possibile, tornò verso Max: “Sei qui per la Fiamma Purificatrice, presumo? Ho già detto a quei fanatici di stare lontani dal mio gregge” disse in tono deciso ma non scontroso. Poi notò la ferita al braccio: “Bisogno di aiuto? Dovremo combattere ancora, è meglio che il braccio sia sano…” disse offrendo il suo aiuto.

    Megan Reed
    “E presumo che fosse un hotel vicino a Piazza delle Nazioni, visto che eri in zona da poco. Va bene, in qualche modo lo troveremo” disse Richard in tono un po’ acido per la mancanza di dettagli “Non è così semplice, Selim mi sembra una brava persona, i Doomtrooper in genere lo sono, ma il Cartello è comunque una struttura corporativa, sono interessati al profitto come le altre corporazioni, semplicemente loro vogliono anche proteggere l’umanità come facciamo noi” aggiunse abbandonando il tono burbero a favore di un atteggiamento più pedante. Quando però lei gli chiese dell’Estrema Unzione, si raddolcì: “Non lo so di preciso, dato che non ne ho mai vista una in azione, sono macchine dell’Oscura Simmetria, create dai servi di Demnogonis, il Quinto Apostolo, e sprigionano nuvole di gas. Il problema è che il gas una volta diffuso è invisibile e, indebolisce gli uomini ma soprattutto contamina l’acqua e il cibo con cui entra in contatto, in modo che chiunque lo mangi venga corrotto. In questo…” e venne interrotto dal telefono.

    “Si? Ah… Aha… Si, ha senso… Interessante” disse facendo una smorfia di sorpresa e dubbio “Beh, in tal caso andiamo là appena possiamo e vi faremo sapere, se scoprite qualcos’altro chiamatemi subito!” disse mettendo giù subito dopo. “A quanto pare Kleiber si è dato una svegliata, una volta tanto!” disse con una certa sorpresa “sembra che questa Karen Forsythe sia un membro della Fratellanza, un Mistico di basso rango appartenente all’Ordine della Fiamma Purificatrice. Quello che a questo punto c’è da chiedersi è se si tratta di un’eretica o meno” disse “e devo dire che nessuna delle due possibilità mi piace, perché in ogni caso la Fratellanza ci farà una bruttissima figura, e questa è un’altra ragione per non lavorare troppo spesso con il Cartello” aggiunse. Megan rifletté che il ragionamento era sensato, si poteva chiedere a Selim di non dire nulla, ma probabilmente avrebbe voluto qualcosa in cambio.

    In quel momento la voce di Duncan arrivò, preceduta da una breve interferenza: “Dir… ho fatto, l’energia si è dispersa. Il macchinario è intatto, vogliamo recuperarlo per studiarlo?” “Avete un quarto d’ora per tornare qui, se riuscite a portarvelo dietro tanto meglio” rispose Richard tagliando corto “Sissignore! Non sarà un problema, forza ragazzi muoversi!” replicò a sua volta Duncan incitando gli altri. “Da quanto mi hanno detto, sembra che vogliano attaccare Piazza delle Nazioni…” disse Richard mentre le faceva cenno di uscire con lui.

    #4558
     Rilwen 
    Partecipante

    Bene, visto che “aveva senso” non c’era bisogno di dire molto di più. Non era molto bravo, Max, con le parole, quindi lasciava che i fatti parlassero per lui, era molto più facile e molto meno dispendioso di energie. I civili entravano, chiedevano, si occupavano dei feriti. Li osservava in silenzio, dopo averle fatto un cenno con la testa di non preoccuparsi, li osservava prendersi cura gli uni degli altri, ma stava fermo: avrebbe creato più casino che altro, sicuramente, non sapendo dove mettere mano e perché, e in quel momento un qualcuno di “ignaro” avrebbe fatto più male che bene.

    “Sono qui per cercare di capire che cosa stia succedendo. Perché la Fiamma Purificatrice è stata chiamata, perché c’è tanto interesse. Insomma, la situazione in generale. Non vogliamo che delle frange estreme diventino padrone di zone così importanti.”

    Poi, ovviamente, della politica non si sarebbe interessato, se non nei limiti in cui avrebbe dovuto intervenire.
    Si guardò il braccio e annuì.
    “Sì, se puoi darmi una mano sarebbe meglio. Conosci questi tizi? Che cosa vuol dire con “ci sarà da combattere”? Ricevuto minacce o avuto qualche notizia?”

    #4566
     Meeme 
    Partecipante

    L’agente incarnava qualsiasi stereotipo del poliziotto in carna mangiatore di dolcetti e lei lo rese inoffensivo con un certo gusto.
    E sorrise al suo compagno che aveva sistemato le telecamere. “Ottimo lavoro Stanford! Adesso andiamo ad occuparci della nostra preda!” gli fece l’occhiolino e poi proseguirono fino al quinto piano.

    La donna analizzò la situazione e decise che il salto era meglio rispetto a scassinare quella robaccia. “Ti apro la porta dall’interno!” disse al collega preparandosi ad effettuare il salto, le piaceva quel genere di azione, il corpo si caricava di adrenalina e la faceva sentire appagata. Saltò preparandosi anche a stordire la vittima in caso si fosse trovata lì vicino.

    #4575
     Elan 
    Partecipante

    Megan non aggiunse nulla sul discorso delle corporazioni, preferendo abbandonarlo. Quella Estrema Unizone era un argomento molto più interessante, e che rischiava molto meno di metterla nei guai.
    “Quindi… potenzialmente… potrebbe infettare l’intera città.” disse, prima che Richard venisse interrotto. Di nuovo, l’idea di essersi trovata tanto vicina ad una cosa del genere la sconvolse profondamente, e ringraziò tutte le divinità esistenti o meno di averla protetta da quella sorta di macchina di morte.

    Tuttavia quella telefonata interruppe il flusso dei suoi pensieri. Quindi quella Karen era un membro della Fratellanza.
    Beh, perfetto proprio…
    Non poteva scoprire una notizia peggiore, era ovvio. Vedeva già la scritta sopra la porta del suo ufficio, nel momento in cui avesse ricevuto un’improbabile promozione “Megan Reed – responsabile delle peggiori notizie di Luna City”… a pensarci bene non suonava nemmeno così male.
    “Sono abbastanza sicura che si possa convincere Selim a non raccontare nulla di questa storia.” disse, cercando di essere ottimista. “Insomma, di certo non ci farebbe questo favore per niente, ma posso cercare di convincerlo…”
    Interruppe la frase, perché si rendeva conto che poteva suonare terribilmente male e ringraziò il cielo che Duncan si fosse intromesso proprio in quel momento. Almeno quel… coso… era stato reso inoffensivo. Una buona notizia in quel contesto c’era di sicuro.

    “Perché proprio Piazza delle Nazioni?” domandò scuotendo la testa, mentre seguiva Richard.
    “Insomma, di tanti posti in cui sferrare l’attacco, pensi ci possa essere qualche motivo particolare dietro?”

    #4576
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    Abel non si aspettava una rivelazione del genere e si lasciò sfuggire un’occhiata preoccupata verso Lada perchè lui aveva già capito dove sarebbe andato a finire tutto quel discorso.

    “Se le cose stanno così è inevitabile che l’Oscura Simmetria userà questa vostra rivolta per fare, inaspettatamente per tutti, un attentato di dimensioni notevoli in Piazza della Nazioni ed è sempre più probabile che Francis sia stato corrotto…d’altronde tutti quei mercenari erano davanti casa tua Thomas per farti la pelle come l’hanno fatta Nicky e ad altri della vecchia setta dei Guardiani. Ora bisogna capire cosa fare: andiamo alla ricerca di Francis facendoci aiutare dai due balordi che abbiamo appena catturato, sempre se sanno qualcosa, oppure ci riuniamo alla vecchia rampa con Arthur e pensiamo a un piano per domani? Forse la seconda opzione ora è la migliore…” disse rivolgendosi a tutti e tre.

    “Il nostro obiettivo è eliminare la minaccia dell’Oscura Simmetria e questo va sopra ad ogni altro scopo, tutto quello che verrà dopo lo risolveremo al momento…io farò di tutto per darvi una mano al limite delle mie possibilità e anche Lada vi darà una mano” disse a Johnatan cercando di sembrare il più autentico possibile. “Lada penserà che sono impazzito…spero di farle cambiare idea”
    La situazione non era delle più rosee perchè avrebbe messo a rischio la sua carriera e anche la sua vita decidendo di non ostacolarli ma anche Lada sapeva che era l’unica soluzione possibile e poi la Hidenlagh si era resa disponibile per l’appoggio militare in caso di bisogno…se fossero riusciti a convincerla nel modo giusto magari avrebbero trovato un compromesso per accontentare Corporazioni e i rivoltosi senza altri atti di guerra.

    “Lada ho bisogno di parlarti in privato non appena avremo preso la decisione sulla prossima mossa ma prima…che cosa avete contro l’Ordine della Fiamma Purificatrice? Io li conosco banalmente come un gruppo di fanatici ma se li menzionate in maniera negativa nella lista delle condizioni devono aver combinato qualcosa di molto grave ai vostri occhi”

    #4583
     Ilmarien 
    Partecipante

    Maximilian Richthausen
    Astrid si guardò in giro e si allontanò leggermente dagli altri in modo che potessero parlare in tranquillità. “Allora, io purtroppo non so molto, Coburn, un… associato dei Guardiani mi ha detto stamattina di stare in casa, e dopo che l’ho appeso all’attaccapanni ha aggiunto che ci sarebbe stato un attacco in Piazza delle Nazioni” si fermò un attimo ed esaminò la scheggia conficcata nel braccio. La estrasse con un movimento preciso e Max sentì una fitta di dolore. Gli occhi di lei si illuminarono di luce bianca e Maximilian avvertì un lieve bruciore nella zona ferita e poi più nulla. “Così dovrebbe andare bene” disse invitandolo ad esaminare la ferita che lei aveva appena rimarginato “quanto alla Fiamma Purificatrice non so di preciso cosa cerchino, ma nei giorni scorsi erano una presenza continua. Qualunque cosa stia succedendo nel quartiere sono coinvolti, non mi stupirei se questi mercenari li avessero mandati loro. Per questo avevo l’armatura” disse riferendosi alla pallottola che l’aveva colpita “da quando era stato dichiarato l’embargo sapevo che le cose non sarebbero che peggiorate” scosse la testa “però mi sento quasi più a mio agio che a predicare la Dottrina, se devo dirla tutta” aggiunse con una strana luce negli occhi.

    Max sapeva che lo stress post-traumatico era anche una risposta dell’organismo alla mancanza di adrenalina, e probabilmente la scarica durante lo scontro l’aveva galvanizzata. Non sembrava fuori controllo, anzi forse era anche più tranquilla di prima, sembrava aver voglia soprattutto di menar le mani. Infine prese la lancia e disse: “Un buon posto dove cominciare è quella che secondo me è la sede ‘ufficiosa’ della Fiamma Purificatrice nel quartiere, sono stata là una volta, e da sola non credo di farcela, ma in due non dovremmo avere troppi problemi a buttare giù la porta e ottenere qualche rispo…sta” la sua voce esitò rendendosi conto che quello che aveva appena suggerito non suonava molto bene, anzi puzzava di eresia. “Beh, se hanno mandato un Mortificator non credo che vogliano che andiamo per il sottile, giusto?” disse cercando un po’ goffamente di correggere il tiro.

    Kasey Bates
    Kasey calcolò mentalmente il salto, esaminando accuratamente l’altro davanzale, per segni di ghiaccio, umidità e altri oggetti che potessero farla scivolare, poi saltò. Le gambe meccaniche e il suo cervelletto elettronico calcolarono esattamente il punto preciso e riuscì ad aggrapparsi alla cornice della finestra. In quel momento sentì un minaccioso scricchiolio della base del davanzale, e si immobilizzò. Attese un paio di secondi prima di spostare nuovamente il peso, la pietra del davanzale non sembrava aver gradito il suo peso ma non sembravano esserci state altre conseguenze. Si mise in ginocchio, infilò il coltello sotto la finestra, piegò la lama e creò lo spazio per alzare il vetro con la mano. Entrò silenziosamente in quella che sembrava una cucina, e sentì alcuni rumori in casa.

    Per prima cosa si sporse dalla porta, la sala con la porta d’ingresso era ben arredata, e c’erano sul tavolo gli avanzi di un pranzo abbondante, e una bottiglia di champagne vuota sul tavolino del salotto con a fianco due calici ancora mezzi pieni. I rumori venivano da una stanza sul fondo, dove Kasey rilevò un singolo corpo umano agli infrarossi, che non sembrava essersi accorto di nulla. La Cybertronic non perse tempo e si avvicinò alla porta di ingresso, che sbloccò e aprì facilmente e in relativo silenzio, senza perdere di vista l’individuo nella stanza in fondo, che non sembrò accorgersi di nulla. Stanford entrò rapidamente, chiudendo la porta dietro di sé, ed estrasse la sua spada attivando la modalità stordente, e facendole segno con la testa se potevano andare direttamente verso la sagoma nella stanza in fondo.

    Megan Reed
    “Si… potenzialmente, in realtà il sistema di ventilazione sotterraneo di Luna, combinato con i venti superficiali, renderebbe il vapore innocuo in meno di un’ora, o almeno questo è quello che ci dicevano i Mistici” rispose Richard “inoltre il vapore è di suo molto debole, non funziona, per esempio, vicino a una Cappella della Fratellanza, è un’arma che l’Oscura Legione tende a usare solo nelle zone di frontiera…o contro le Freedom Brigates” aggiunse accennando al passato di Megan. Lei dal canto suo si ricordava che le maschere antigas i reparti le indossavano al minimo segno d’allarme, forse era per queste Estreme Unzioni. “Beh, tu fai del tuo meglio per convincerlo, e se poi vuole qualcosa ne parleremo” aggiunse con un rimbrotto, ma il tono si addolcì mentre proseguiva “devo dire che… non è il peggiore agente del Cartello con cui lavorare… se non altro sa il fatto suo” concluse.

    Riguardo l’imminente attacco, disse: “Ha senso, l’ospedale del Cartello e il Gran Bazaar, ovvero il grande mercato nero che si trova sotto la piazza sono gli unici posti del quartiere che siano apertamente al di fuori del controllo dei Guardiani. Se vogliono scatenare una rivolta, è il posto più logico dove iniziare, anche se non mi è ancora chiaro il ruolo della Fiamma Purificatrice, o di questa Karen… Bah! Che casino, almeno stavolta anche il Cartello ci sta facendo una brutta figura!” sbottò brontolando, mentre cominciavano a sentire dei rumori dall’interno dell’edificio e videro a breve la squadra che stava tornando con il pericoloso artefatto dietro.

    Abel Brandt
    Thomas e Pryce furono entrambi sollevati dalle dichiarazioni di Abel, e anche Lada parve sollevata dal fatto che erano tutti d’accordo. Alle proposte di Abel, Pryce replicò: “Io preferirei che andassimo in Piazza delle Nazioni. Mi spiego: se ci sarà del casino e gli eretici vogliono colpire, saremo lì per fermarli. Non dico di esporci in prima linea, ma sarebbe meglio rendersi conto di quello che sta succedendo” guardò Thomas, e poi si rivolse nuovamente ad Abel “Sono anch’io abbastanza convinto che sia troppo tardi per Francis, ma in effetti non abbiamo ancora la certezza che sia un eretico, potrebbe essere stato manipolato…” concluse anche se non ci credeva nemmeno lui interamente “quello che voglio dire è che la situazione è molto complicata e sarebbe meglio essere lì per scoprire esattamente cosa succede. Possiamo naturalmente riunirci ad Arthur, più siamo meglio è” concluse.

    Riguardo la Fiamma Purificatrice, Thomas scosse la testa: “Diciamo che non mi piacciono. Sono un gruppo di fanatici estremisti, eppure sordi a quelli che sono i principi dei Guardiani” spiegò rivolto soprattutto a Pryce “ci hanno avvicinato qualche mese fa, sembravano sapere un sacco di cose e ci hanno fornito delle armi, ma io sempre avuto il sospetto che ci volessero fregare in qualche modo, e non sono l’unico…” esitò un istante, poi aggiunse “so che a questo punto potrebbe voler dire qualunque cosa, ma anche Francis aveva i suoi dubbi… d’altra parte quando abbiamo preso la decisione iniziale avevamo bisogno delle loro armi…” concluse mentre si preparavano ad interrogare i due che cominciavano a dare qualche segno di vita. Mentre Pryce e Thomas li sistemavano, Abel e Lada parlarono un momento in disparte: prima che Abel dicesse alcunché Lada parlò per prima: “Ho capito, e hai fatto benissimo ad acconsentire a prescindere, al momento serve che lavorino per noi. Dici che è venuto il momento di chiamare la Hindenlang, o aspettiamo di vedere cosa succede a Piazza delle Nazioni?” gli chiese sottovoce.

    #4588
     Rilwen 
    Partecipante

    Osservava Astrid con celata attenzione: il PTSD era una cosa pesante da affrontare, lo sapeva bene, e ognuno reagiva in modo diverso, chi si buttava giù completamente e chi invece si sentiva un dio. Lei era di questa sorta, sembrava impossibile da frenare. Si fece curare il braccio, ringraziandola con un sorriso piuttosto asettico e controllando di aver tutta la mobilità possibile e che non ci fossero danni più interni e più profondi del previsto. Non si sapeva mai.

    “Quindi in teoria i Guardiani sono dalla vostra parte. Il che è un ottimo punto di partenza. Avete ricevuto minacce particolari dalla Fiamma Purificatrice? Sono già successi incidenti di questo tipo, rivolti alla vostra persona?”
    Insomma, voleva aver il più possibile chiaro il quadro, prima di andare a tirare sciabolate a destra e a manca.

    ” Non credo che tirare giù la porta sia proprio la cosa più saggia da fare. Com’è fatto questo quartier generale? Come ci si accede? C’è bisogno di una via secondaria, vorrei evitare di attirare tutto l’ordine contro al primo assalto.”
    Sì, insomma, non per il sottile, ma qualcosa di molto simile.

    #4592
     Meeme 
    Partecipante

    Attraverso il collegamento neurale Kasey riferì quello che aveva visto al compagno. Recuperò a sua volta l’arma stordente in modo da poter attaccare la figura su due fronti.
    Poteva trascinare il corpo passando per la stanza della caldaia tramortendo di nuovo l’agente in caso si fosse ripreso dalla batosta ricevuta.
    In alternativa potevano interrogare il soggetto nella sua camera, magari perquisendo sistemi informatici grazie alla perizia di Stanford.

    Pensò che la seconda opzione era preferibile e prima di muoversi per abbattere la figura sospetta Sperò che gli infrarossi non avessero letto un falso tracciato…

    #4598
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    “Allora è deciso, prossimo obiettivo Piazza delle Nazioni e vediamo quello che succede: a questo punto sarà meglio unirci ad Arthur e al resto della compagnia e procedere tutti insieme…se avverrà un attacco sarà meglio essere in buona quantità” era chiaro che la resa dei conti si stava avvicinando.
    ” Certo che se la Fiamma Purificatrice ha idee più estreme della vostra compagnia, rispettosamente parlando, mi fa pensare che possono essere stati loro influenzati dall’Oscura Simmetria e che anche Francis sia passato dalla loro parte dopo la titubanza iniziale…ma questo lo scopriremo solo in Piazza se lo troveremo”

    Quando Thomas e Pryce furono più lontani Abel potè finalmente discutere un attimo con Lada ed era sollevato dal fatto che avesse compreso le sue mosse: “Io avviserei la Hindenlang per precauzione, le fonti che abbiamo sono più che affidabili e qualcosa domani succederà per forza…se li avvisiamo sicuramente si muoveranno senza destare sospetti e agiranno nel momento giusto. Io però vorrei evitare la rivolta dei Guardiani…penso che si meritino qualche ricompensa se ci aiutano con l’eliminazione degli eretici, credi che la Hindenlang possa aiutarci in merito?”

    A discorso ultimato Abel sarebbe andato ad aiutare nell’interrogatorio dei due sbandati, mentre Lada avrebbe avvisato chi di dovere.

    • Questa risposta è stata modificata 7 anni, 4 mesi fa da  Sir Gruumsh.
    #4601
     Elan 
    Partecipante

    Megan annuì, ascoltando molto interessata la spiegazione di Richard e annuì al ricordo del periodo nelle Freedom Brigades. Fondamentalmente, insomma, quella cosa ovoidale non era una minaccia poi tanto grande… ma sicuramente non era cosa positiva il fatto che quella pazza lo avesse creato.
    Le sfuggì però un piccolo sorriso mentre parlavano di Selim.
    “Farò del mio meglio!” assicurò decisa. Era contenta che, nonostante tutto, Richard avesse un minimo di rispetto per lui.

    Almeno quella volta sapevano un po’ più delle persone coinvolte.
    A pensarci bene, la situazione era molto migliore rispetto a tante altre a cui aveva assistito. Non dovevano andare totalmente alla cieca, non dovevano lavorare totalmente da soli…
    Una piacevole novità, rispetto al solito!
    “Visto che anche il Cartello è stato coinvolto in questa storia, almeno potremo dividere con loro il peso della ricerca e di tutti i casini che ne andranno a seguire!” esclamò ottimista, e cercando di stemperare un po’ la situazione.

    Era abbastanza tesa all’idea di rivedere il grosso uovo, la sensazione che aveva provato prima non le era piaciuta affatto, ma voleva aspettare Selim prima di mettersi in viaggio.
    Quella sarebbe stata una lunga giornata, non aveva alcun dubbio.

    #4605
     Ilmarien 
    Partecipante

    Abel Brandt
    “Molto bene, cerchiamo di fare in fretta ad interrogarli, riuniamoci ad Arthur e poi procederemo direttamente verso Piazza delle Nazioni!” disse Pryce mentre Abel si allontanava. Lada ascoltò le parole di Abel e annuì: “Si, direi che è la cosa migliore da fare, ora la avviso e sentiamo che cosa ci dirà, anche se credo vorrà comunque che portiamo a termine l’indagine, magari isoliamo una seconda frequenza sui nostri comunicatori così che possiamo comunicare senza che Pryce ci senta” disse mentre si allontanava per chiamare indisturbata. Pryce lanciò ad Abel un’occhiata strana, come se sospettasse qualcosa, ma non disse nulla. Nel frattempo uno dei due prigionieri era ora sveglio e legato a una sedia, pronto ad essere interrogato: “Allora” cominciò Thomas in tono gelido “sappi che non arriverà nessuno a soccorrerti, quindi prima” “Certo, cosa volete sapere?” lo interruppe il prigioniero.

    Restarono tutti interdetti per un momento, e il prigioniero disse: “Guardate, io sono stato ingaggiato da Francis, ma non sono stato pagato abbastanza per combattere… agenti della Fratellanza, a giudicare da quello che ho visto” disse guardando Abel e Pryce “da quello che ho capito il prossimo attacco avverrà al Gran Bazaar, sotto Piazza delle Nazioni, dove, sempre da quanto ho capito, si dovevano recuperare delle armi, prima di colpire il Cartello in superficie” aggiunse. “Ah, non so bene quando avverrà, ma i preparativi erano già in corso quando siamo partiti per venire qui, quindi direi che dovrebbero attaccare intorno alle nove-dieci” disse in un secondo momento, guardandosi intorno per capire che ore fossero. Abel lo osservò attentamente mentre parlava: era chiaramente molto spaventato, soprattutto non voleva essere torturato. Non rilevò variazioni particolari nella voce durante il discorso, aveva parlato in fretta, forse nella speranza che lo lasciassero andare vedendo che collaborava. Jonathan e Thomas si guardarono sentendo l’ora dell’attacco e Abel fece rapidamente due conti: se passavano a prendere Arthur sarebbero arrivati giusto in tempo per l’attacco al Gran Bazaar.

    Nel frattempo Lada lo ricontattò attraverso la frequenza isolata dell’auricolare: “Dunque, ho parlato con la Hindenlang, ha detto per il momento di proseguire l’indagine e che per quanto riguarda i Guardiani di stare al gioco che ci penserà lei, qualunque cosa voglia dire. Ha anche detto che non riesce ad aiutarci direttamente per Piazza delle Nazioni, però ha un contatto utile, una certa Joan MacArthur. Ha detto che faceva parte della squadra con cui tu e… Sergej… avete attaccato quella cella dell’Oscura Legione qualche mese fa, e ora è un’Indipendente che lavora a pagamento con un piccolo gruppo. Le dirà di farsi trovare all’ingresso settentrionale del Bazaar con la sua squadra, così almeno avremo un po’ di potenza di fuoco se ce ne fosse bisogno…” concluse. Abel di ricordava di Joan, dato che era quell’ex-Imperiale con cui avevano tenuto l’assalto dei Wandervogel alla Ruota Dorata, poco prima dell’arrivo del Corazziere Cybertronic.

    Megan Reed
    Alla sua osservazione sul Cartello Richard scosse le spalle: “Si, certamente potremmo, ma non sono così ottimista sulle conseguenze, se Karen Forsythe è corrotta come sospettiamo saremo in prima pagina con il Cartello, certo, ma diranno bene di loro e malissimo di noi, in ogni caso ci faremo la figura degli incompetenti” entrò nel furgone e si mise a controllare le sue armi mentre arrivavano gli altri. E non si fecero attendere, portando con loro quello strano congegno che venne immediatamente chiuso dentro una delle casse foderate in piombo che l’Inquisizione usava per il trasporto di materiali sensibili o pericolosi. Megan notò che stavano tutti bene, l’unico che aveva l’aria un po’ stanca era Duncan, probabilmente purificare l’Estrema Unzione lo aveva spossato. Una volta messo al sicuro il marchingegno, Selim le disse: “Dunque, adesso cosa facciamo? Scoperto qualcosa mentre sistemavamo quel marchingegno diabolico?”

    Kasey Bates
    I due si mossero contemporaneamente verso il loro bersaglio, senza fare il minimo rumore, tra gli stivali e gli arti ciberrnetici si sentiva solo un leggero fruscio degli abiti. Quando stavano per entrare nella stanza fu il bersaglio stesso a uscire, venendo loro incontro. Rapidamente sparirono, Kasey dietro la porta, Stanford dietro l’angolo che portava alla cucina. Da quello che evidentemente era il bagno uscì una donna, vestita solo con un asciugamano lungo fermato all’altezza del seno. Stava chiaramente andando verso il salotto, quindi Kasey, ora alle sue spalle, valutò che non era il caso di stordirla: spense la carica stordente e la prese per un braccio puntandole la lama alla gola e intimandole di restare in silenzio. Lei sussultò e si immobilizzò alzando le mani tremanti con appena un gemito. In quel momento Stanford uscì dal suo nascondiglio, tenendo l’arma in mano ma abbandonando la posizione di guardia. Lei sussultò nuovamente vedendolo apparire all’improvviso, facendo così cadere l’asciugamano. Evidentemente la donna teneva alla sua privacy più che alla sua vita perché usò il braccio libero per ricoprirsi come poteva, mentre Stanford arrossiva visibilmente. “C-chi s-siete? Che cosa v-volete da me?” chiese esitante.

    Maximilian Richthausen
    Max controllò la ferita e notò che era completamente guarita, i poteri curativi della Valchiria avevano fatto egregiamente il loro lavoro. “Beh, no, ma era chiaro che se non mi univo a loro non ero la benvenuta nel quartiere” rispose Astrid dopo un momento di esitazione. L’idea di entrare da un ingresso secondario chiaramente non la entusiasmava, e Maximilian notò un barlume di delusione nei suoi occhi: ci pensò sopra un momento, poi replicò “hmmm, non lo so, io non ho visto niente, però è un edificio abbastanza grande, forse un ingresso laterale c’è” disse facendogli cenno di avviarsi “o forse una finestra del secondo piano? Mi pareva che fossero rinforzate, ma non si sa mai che si riescano a sfondare comunque…” concluse. “Forse si può entrare anche dal tetto, a pensarci bene, dubito che sia molto sorvegliato” aggiunse dopo un momento di silenzio.

    #4621
     Elan 
    Partecipante

    Megan annuì alle paorle di Ricard. Aveva senso quello che diceva e si rendeva tristemente conto che – per loro – la situazione poteva non essere propriamente delle migliori.
    “Cercherò di parlare con Selim. Magari una soluzione in qualche modo verrà trovata!” disse, cercando di mostrare una positività che non aveva realmente.

    E quando il resto del gruppo tornò in superficie e si misero in viaggio, storse appena il naso alla domanda di Selim, in un’espressione che voleva dire qualcosa del tipo “sai che in queste occasioni non possiamo MAI aspettarci buone notizie”.
    E alla fine, quando rimasero in disparte dagli altri, si concesse un sospiro.
    “Richard ha fatto eseguire delle ricerche su quel nome che abbiamo trovato… pare che si tratti di Karen Forythe… un membro della Fratellanza. E che sia lei un’Eretica, o stia semplicemente lavorando per loro, volontariamente o meno, finiremo per farci una pessima figura.”
    Lo guardò per un attimo.
    “Buone notizie come sempre, insomma!” fece un sorriso un poco tirato, quella situazione non le piaceva per niente… ma proprio per niente niente niente niente.
    “Senti… so che ti chiedo molto, ma non è che potresti, ecco, evitare di divulgare questa notizia?” non si sentiva troppo a suo agio in quei discorsi, in realtà. Le sapevano troppo da complotti, contro complotti e, più in generale, cose che difficilmente andavano finire bene.
    “Non mi piace questa situazione. Una cosa a forma di uovo pronta a rilasciare gas e fare danni ovunque, un mistico in qualche modo coinvolto con gli Eretici… devo ringraziare la mia buona stella se Richard ancora non mi ha fulminata per il troppo stress!”
    Fece una risata, ma era terribilmente tesa, e per nulla contenta.

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