Mutant Chronicles – Il Mare della Tranquillità

Questo argomento contiene 142 risposte, ha 4 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Meeme 4 anni, 11 mesi fa.

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  • #7087
     Ilmarien 
    Partecipante

    Abel Brandt
    “Si, direi che abbiamo una pista, perlomeno, ottimo lavoro!” disse Lada “Comunque è strano. Dei Mishima? Qui? Un’intera squadra per uccidere… due burocrati di basso calibro? Non mi è molto chiaro il perché. Cosa sperano di ottenere?” concluse grattandosi comicamente la testa perplessa. “Beh, vediamo cosa ci dirà Derek…” aggiunse mentre raggiungevano lo sgabuzzino dove era rinchiuso. Derek ascoltò con attenzione le parole di Abel, cercando di concentrarsi. Mentre Abel parlava, Lada gli diede una bottiglia d’acqua e gli passò la propria fiaschetta di cognac che lei si portava dietro per i momenti difficili.

    Quando Abel finì, Lada aggiunse: “Con calma, quando sei pronto”. Derek assentì, bevve un’ampia sorsata di cognac, poi cominciò: “Io… io non so perché lo abbiano ucciso, vi giuro che non ne ho idea, Mihal… era un tipo a posto, non qualcuno… qualcuno che ti imbroglia… E non vi abbiamo nascosto nulla… O perlomeno…” si fermò cercando le parole mentre prendeva un’altra sorsata di cognac. “Dicevo, non… non dovremmo far pesare la difficoltà del nostro lavoro… ma negli ultimi mesi abbiamo avuto moltissimi problemi: facciamo fatica a contattare le altre aziende corporative e spesso abbiamo dovuto ricorrere al mercato nero, anche per cose come pezzi di ricambio e cancelleria per l’ufficio, almeno quella che compriamo da aziende non Bauhaus. Vi abbiamo parlato dei problemi più pressanti e… non mi pare vi abbiamo nascosto nulla… Voi cercate qualcosa di preciso?” concluse. Abel lo aveva osservato attentamente mentre parlava, e sembrava del tutto sincero e desideroso di aiutare: non avevano parlato di tutte quelle difficoltà ma era comprensibile, affermare di essere in difficoltà spesso equivaleva a un licenziamento, e il regolamento interno Bauhaus vietava di farlo in circostanze ufficiali.

    Kasey Bates
    Leumann ascoltò il racconto di Kasey, chinando la testa di tanto in tanto mentre prendeva qualche appunto. “Ha fatto tutto il possibile, Capitano, non credo che sarei ancora viva altrimenti…” replicò Astrid con un sorriso un po’ mesto seppur riconoscente. Leumann dal canto suo disse: “Dunque, mi sembra chiaro che qualcuno stesse cercando di eliminare Astrid, dev’essere qualcosa che noi due sappiamo o abbiamo visto… Potrebbe essere qualcosa che ha a che fare con i Guardiani delle Libere Nazioni, o forse con l’Ordine della Fiamma Purificatrice… Io continuerò ad indagare all’interno della Fratellanza, se voi riusciste ad indagare sulla Mishima e su queste… complicazioni che avete nominato? Potrebbe essere un modo per venire a capo della faccenda?” chiese infine una volta che era chiaro che avrebbero collaborato.

    Megan Reed
    Felipe si bloccò per un istante quando Megan disse che la cosa era sospetta, e la giornalista gli lesse in faccia che il sospetto era venuto anche a lui: “Non posso rilasciare dichiarazioni al riguardo” rispose semplicemente ma il suo pensiero era molto chiaro. “Si, causa molti problemi, ritardi di vario tipo, a volte con conseguenze molto gravi, l’altro giorno un intero reparto era rimasto senza riserve di ossigeno perché nessuno aveva detto di portare loro le bombole. Giusto per fare un esempio” concluse infine. “Il punto è che non è un problema solo del Cartello, mi sembra più un problema diffuso, ma non riesco a capirne l’origine: forse tutti i dissidi corporativi che ci sono stati ultimamente su Ganimede? Ma comunque non si capisce perché debbano avere dei problemi qui su Luna…” proseguì un po’ confuso. Riguardo alla guardia, Yulenkov disse: “Si, forse sarebbe meglio andarla a cercare, non mi piace…” e lasciò la serra affrettandosi verso la parte centrale del piano. Megan lo seguì guardandosi attorno con cautela: non c’era nulla che sembrava fuori posto… tranne il silenzio. Anche per un ospedale, c’era troppo silenzio: gli unici rumori erano quelli di sottofondo di Luna, avrebbero dovuto esserci dei rumori nei corridoi… o perlomeno alcuni beep elettronici della strumentazione ospedaliera. Felipe si fermò nella sala principale e disse: “C’è qualcosa di strano, le dispiace controllare?” chiese mentre si appoggiava al muro e sbloccava la fondina della pistola.

    #7090
     Meeme 
    Partecipante

    “Cerchiamo anche di non farci ammazzare mentre indaghiamo! Mi raccomando, Leumann! Cerca di tenere un basso profilo e non rischiare troppo.” Era una preoccupazione sincera, il mistico si era dimostrato in gamba e Kasey era sempre stata diretta su certe cose.
    “Allora ci aggiorniamo appena riusciamo a scoprire qualcosa di utile.” Non sarebbe stata facile come indagine, ma poltrire non era cosa da lei. Si congedò da Leumann ribadendo il concetto di non farsi ammazzare ed infine si rivolse ad Astrid.

    “Che dici, proviamo a dormire un paio di ore? Magari ci verrà in mente un piano migliore che acchiappare un Mishima a caso e gonfiarlo di botte per avere informazioni!” Accennò un sorriso per cercare di scacciare la brutta giornata che entrambe avevano avuto.
    Lei sarebbe passata a controllare le condizioni di Stan prima di riposare a sua volta.

    #7112
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    “Abbiamo bisogno di qualche nome, Derek, qualche vecchio o nuovo fornitore che tu e Mihai conoscevate a cui possiamo fare qualche domanda. Per qualche motivo i vostri fornitori stanno facendo terra bruciata intorno alla BCA e voi due ne state pagando il prezzo…se riusciamo a capire cosa sta succedendo dall’altra parte il tuo lavoro potrebbe tornare agevole come un tempo”

    L’atteggiamento e la voce di Abel rimasero composte e amichevoli, Derek se l’era vista brutta ed era comprensibile che potesse temere anche per il suo futuro lavorativo

    “Quello che dirai qui dentro, anche in merito alle tue difficoltà lavorative, rimarrà tra noi tre. Non sono uno che non mantiene i patti e Lada te lo può confermare…”

    Fu tentato di volgere lo sguardo verso Lada con un mezzo sorriso ma si trattenne…non era il momento adatto per fare un po’di ironia su quello che avevano già passato.

    #7113
     Elan 
    Partecipante

    “Certo, posso capire.” rispose Megan con professionalità e calma. Era pur sempre una giornalista, una dichiarazione rilasciata a lei poteva mettere chiunque in una pessima posizione… e quando la situazione era già così strana, mettersi in una pessima posizione non era davvero una buona idea.
    Sorrise a Yulenkov, come per dire che andava tutto bene, ma di nuovo si fece curiosa, sinceramente curiosa. “Cosa sta succedendo su Ganimede? Mi sa che sono rimasta un po’ indietro sull’attualità!”
    Era vero solo a metà, però voleva cercare di spaziare su quanti più argomenti possibili per… non sapeva nemmeno lei. Scoprire qualcosa? Avere una visione? Un’intuizione?
    Forse avrebbe dovuto iniziare a prendere a testate il muro, probabilmente sarebbe stato molto più produttivo.

    Ma tutto quel silenzio così innaturale la metteva davvero a disagio. Era preoccupante, poteva nascondere qualsiasi cosa… probabilmente, se non si fosse trovata in compagnia di Yulenkov se la sarebbe data letteralmente a gambe.
    Continuava a guardarsi attorno come se un pericolo potesse nascondersi dietro ogni angolo, e quando l’altro le chiese di andare a controllare tossì brevemente per nascondere il disagio.
    “Sì, certamente.” le venne spontaneo parlare a bassa voce, come se si stesse nascondendo da qualcosa o qualcuno.

    Quindi, dopo essersi guardata di nuovo attorno, si avviò verso la zona degli uffici per iniziare un primo controllo.
    Sempre in situazioni del cavolo finiva… sempre!

    #7139
     Ilmarien 
    Partecipante

    Megan Reed
    “Un brutto pasticcio, ecco cosa sta succedendo su Ganimede” replicò Felipe acido “Sono girate voci che la Cybertronic stava costruendo una base permanente su Ganimede. Siccome le voci sembravano autentiche, tutte le Corporazioni hanno sfidato l’Editto Sacro di Nathaniel IV e hanno invaso il satellite, ognuna stabilendo un avamposto, mentre noi del Cartello cercavamo disperatamente di far sì che combattessero l’Oscura Legione più che combattere tra di loro” disse con tono frustrato. Megan era al corrente di quegli avvenimenti, sapeva anche che, nonostante l’apparente frustrazione di Yulenkov, che il Cartello era in gran parte riuscito nel proprio scopo, c’erano stati diversi scontri minori tra le Corporazioni ma niente che fosse sfociato in una guerra aperta.

    Dopo una breve pausa, Yulenkov riprese: “Ora, un mese fa gli Imperiali hanno accusato la Bauhaus e la Cybertronic di avere una loro base su Io, sfidando non solo l’Editto Sacro ma anche quella fragile pace corporativa che il Cartello era riuscito a mantenere. Naturalmente la Bauhaus e la Cybertronic hanno smentito, e un’indagine del Cartello non ha trovato prove al riguardo, per cui il trattato di pace è ancora in piedi… Detto questo, non è certo un clima di reciproca fiducia quello che regna al momento…” concluse scoraggiato. Megan aveva seguito da vicino tutte le accuse che erano state mosse, e sapeva bene che non erano state trovate prove, ma era anche vero che l’intera faccenda puzzava, e non poco, più che altro perché i segnali di attività dell’Oscura Legione su Io erano cessati bruscamente proprio mentre era scoppiato questo scandalo. Alcuni giornalisti Capitol si erano lanciati in ogni sorta di speculazioni al riguardo: una delle teorie più valide era che la Cybertronic, bisognosa com’era di una base permanente, avesse usato Ganimede come specchietto per le allodole, mentre costruiva la base su Io con l’appoggio della Bauhaus. Tuttavia, come aveva detto Yulenkov, non c’erano prove: una squadra del Cartello era stata mandata su Io a verificare la situazione, ma ci sarebbe voluto del tempo prima di sapere notizie certe.

    Tutti quei pensieri frullavano nella mente di Megan mentre controllava i vari uffici. Alcuni erano chiusi a chiave, alcuni erano vuoti, in alcuni c’erano degli impiegati che le rivolsero un’occhiata stanca, ma non sembrava esserci nulla di strano. Mentre tornava indietro verso Yulenkov le prese un improvviso, violento capogiro. Si appoggiò al muro, cercando di controllare il proprio respiro, e in quel momento sentì un tonfo in uno degli uffici, uno degli impiegati era caduto… o svenuto. In quel momento le venne una nuova vertigine e mentre la vista si sfocava improvvisamente capì: gas, non poteva che essere qualche tipo di gas, evidentemente inodore. Fortunatamente era addestrata per questo genere di emergenze: tirò un pugno al muro per far scorrere l’adrenalina e riuscì, trascinandosi, a premere l’allarme antincendio. Si accasciò momentaneamente a terra mentre il sistema si attivò: si concentrò sulle singole sensazioni del liquido freddo che le cadeva addosso e dell’allarme sonoro che rimbombava per i corridoi, mentre pian piano la doccia lavava via l’effetto del gas e la vista ritornava normale. In poco meno di un minuto fu in grado di rimettersi in piedi, e a quel punto si rese conto di non riuscire quasi a parlare dal tanto che aveva la gola secca. Si affacciò nella zona centrale e vide Felipe accasciato a terra vicino all’ingresso delle scale. Nessuno, nell’intero piano, sembrava avesse reagito all’allarme antincendio.

    Kasey Bates

    Leumann si lasciò sfuggire un sorriso alle parole di Kasey e replicò: “Farò il possibile, e voi cercate di fare altrettanto, non vorrei che capitasse qualcosa ora che dobbiamo svelare questo mistero!” e poco dopo chiuse la comunicazione. Astrid dal canto suo disse: “Si, dormire un po’ sicuramente ci farà bene, direi che dobbiamo riflettere attentamente sulla prossima mossa… E apprezzo l’idea del Mishima a prescindere dalle informazioni che potrebbe fornire” aggiunse con un sorriso vagamente compiaciuto. Le due si salutarono e Kasey scese le scale e raggiunse Stan, il quale stava mettendo in ordine una delle stanze e preparando il letto. Quando la vide si fermò e disse: “Capitano… Abbiamo nuovamente occasione di lavorare insieme, e sono contento di sapere che sei nuovamente qui a Luna City” disse alludendo al fatto che lei non lo aveva chiamato.

    Abel Brandt
    “D-d’accordo, datemi una mezz’oretta e vi posso dare una lista di nomi” disse Derek rassicurato dalle parole di Abel “Non credo… almeno stando a quanto diceva Mihal non mi pare che lo avessero fatto apposta… si trattava di persone che venivano spostate… o che semplicemente venivano a mancare…” proseguì incerto. A quelle parole Lada guardò Abel allarmata, visto che si trattava dello stesso problema incontrato dalla Hindenlang e che aveva scatenato tutta l’indagine. “Derek” intervenne Lada mentre gli passava un taccuino su cui scrivere “Hai capito se c’è qualcuno che si sta approfittando di questa situazione? Magari un rivale, o qualcuno come te e Mihal ma in un’altra azienda?”. Alla domanda Derek parve dubbioso: “Mah, non saprei, da quello che… insomma, dalla mia esperienza mi è sembrato un problema… diffuso” replicò cercando di pensare se poteva esserci qualcuno “conosco però qualcuno nel mercato nero, posso farvi un paio di nomi, non credo che siano stati loro… almeno non mi sembra, sono intermediari, non fornitori… però potrebbero saperne di più…” concluse incerto mentre cominciava a scrivere la lista di nominativi che aveva promesso.

    #7141
     Meeme 
    Partecipante

    Il Capitano sorrise, avrebbero dovuto occuparsi di parecchie questioni nei prossimi giorni, ma aveva una buona squadra e doveva pensare in positivo per la missione. C’era sempre qualche disastro quando le affibbiavano casi particolari, era la specialista del “quando tutto fallisce” ed un po’ le piaceva.
    Quello che apprezzava meno era perdere dei buoni soldati e decise che i veterani morti durante l’assalto meritavano un brindisi.

    Uscì all’aperto, recuperò una fiaschetta, la alzò per rendere onore, bevve un sorso e fece cadere un sorso i terra. Rientrò massaggiandosi la nuca per recarsi da Stan.
    Lo trovò che si preparava per riposare e lo aiutò a preparare il letto senza dire niente.
    Era più difficile del previsto e se in battaglia sapeva sempre cosa dire, adesso si trovava in seria difficoltà.
    “Scusami, Stan…” Esordì sincera osservandolo con dolcezza.

    “Non sono brava in questo, non ho mai avuto una relazione più lunga di una notte, tu sei stato un’eccezione.” Passare la licenza con lui era stato bello, ma poi lei era tornata al fronte e lì le cose erano sempre difficili. “Sono un’agente operativa, rischio la vita al fronte con i miei soldati, non sono molti gli uomini che possono accettare una relazione così complicata. Fatta di lunghe attese e di paura perché potrei morire lontana.” Era la vita che si era scelta, proteggere il compagno accanto, combattere e ridere con la sua unità. “Volevo chiamarti ogni giorno, ma avevo paura di illudermi, avevo paura di mancarti… Sono stata egoista e sciocca.” Sospirò, probabilmente non voleva vederla mai più, ma almeno gli aveva detto la verità.
    “Tu mi piace molto ed ho passato i più bei giorni della mia vita insieme a te. Sei anche riuscito a trascinarmi ad una partita di Starball, io non sopporto quel gioco! Ma con te è stato bello e partire è stato più difficile. So che non mi merito una seconda possibilità, anzi probabilmente ti sarai trovato una donna meno complicata di me, però se lo vuoi… possiamo provare ad avere una storia se la distanza non ti spaventa. E nemmeno il rischio di rivedermi dentro un sacco di plastica.” Non era molto brava nel romanticismo, ma era sincera e voleva essere del tutto onesta con lui perché era un uomo buono e la faceva sentire felice.

    #7146
     Elan 
    Partecipante

    Yulenkov non stava dicendo fondamentalmente niente di nuovo e niente di davvero interessante. Tante speculazioni, tanti sospetti, poche certezze.
    Qualsiasi cosa stesse succedendo su Ganimede – fosse coinvolta la Cypertronic, il Cartello, la Bauhaus o persino l’Oscura Legione, non le stava portando delle risposte di ciò che era venuta a cercare.
    Mentre controllava negli uffici, non poteva smettere di pensare a quanto stesse perdendo tempo: avrebbe potuto impiegare quel pomeriggio in centinaia di attività diverse, persino un fantastico pisolino energizzante… e invece niente!

    Poi all’improvviso le girò la testa, e ci fu un tonfo, e le mancò il respiro.
    E niente di tutto quello era un segnale che qualcosa stesse andando bene. Proprio nemmeno un pochino.
    Le ci volle qualche secondo un po’ troppo abbondante per capire che si trattava di gas e ancora di più per reagire adeguatamente al pericolo.
    Quelli erano i momenti in cui ringraziava il cielo del suo addestramento, perché se non lo avesse ricevuto probabilmente sarebbe stramazzata al suolo in maniera molto poco elegante.
    Ma, nonostante questo, le sembrò di agire in un sogno mentre tirava un pugno al muro e attivava l’allarme antincendio.

    Quasi non sentiva il dolore alla mano, più concentrata sull’acqua che le scorreva addosso e a cercare di restare cosciente.
    D’altronde, le serviva proprio un bagno, dopo essersi rotolata nella polvere fino a poco prima. Cercare di buttarla a ridere era la sua unica speranza, anche se in realtà aveva molta voglia di uccidere tutti in quel momento.
    Si rimise in piedi a fatica, sforzandosi di tossire per riuscire a riprendere completamente il controllo di sé, mentre tornava da Yulenkov.

    Vederlo a terra le scatenò il panico necessario per farla reagire. Lo raggiunse il più velocemente che riusciva, e come prima cosa cercò di assicurarsi che stesse bene, non fosse ferito o peggio. Certo, non riuscire a parlare non la aiutava di sicuro, ma avrebbe pensato successivamente alla sua gola secca.
    Se non fosse stato ferito, la sua priorità sarebbe stata portare Felipe lontano da quel postaggio, per fargli respirare aria pulita e, magari, cercare aiuto.
    Ma perché diamine nessuno aveva reagito all’allarme antincendio?! Erano forse tutti impazziti in quel postaccio?

    #7154
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    “Scrivi i nomi di tutte le persone che ricordi, comprese quelle del mercato nero, chiunque abbia avuto a che fare con te e Mihal ci potrebbe tornare utile”

    Abel fino a quel momento si era fin troppo concentrato nel trovare i responsabili solo all’interno delle varie società e non aveva mai valutato l’ipotesi di fare qualche ricerca direttamente al mercato nero che era forse il posto più banale ed efficace in cui nascondersi…un posto talmente banale da passare quasi inosservato.

    “Una volta finito coi nomi, se non hai altro di importante da dirci, ti lasceremo riposare…mi assicurerò di farti rimanere sotto protezione finchè il pericolo non sarà cessato e come promesso quello che ci siamo detti finora rimarrà in questo sgabuzzino” disse a Derek con un leggero sorriso.

    Abel aveva le carte dei fornitori e una lista di nomi in più ora ed era un notevole passo avanti rispetto a qualche ora prima.

    #7204
     Ilmarien 
    Partecipante

    Kasey Bates
    Stan finì di fare il letto e poi si sedette ascoltandola. Al termine del discorso restò in silenzio. Fece per dire qualcosa, ma era chiaro che era rimasto senza parole. Sorrise, poi si alzò, le mise le mani sulle spalle e disse semplicemente “Ok” e la abbracciò. Il suo respiro era alterato e si capiva faceva fatica a trattenere le emozioni, ma più di ogni altra cosa sembrava sollevato. Fece un respiro profondo, poi disse: “Nessuno di noi due è, tecnicamente, al sicuro, la vita su Luna è forse meno pericolosa di quella in una zona di combattimento ma anch’io rischio la vita continuamente” disse accarezzandole i capelli, poi si separò dolcemente da lei e si sedette mentre, un po’ nervosamente, estraeva la sua pistola per pulirla, evidentemente non era facile nemmeno per lui. “Non… non sono molto bravo neanch’io in queste cose, ho provato a chiamarti un paio di volte ma poi ho… rinunciato… avrei dovuto insistere ma non… non è facile” continuò in tono esitante, cercando di trovare le parole giuste “A me va bene, ci… vedremo quando sarà possibile e altrimenti resteremo in contatto a distanza… volendo c’è sempre il cyberspazio se riesci a collegarti” aggiunse mentre considerava le varie opzioni.

    “Comunque sentiamoci, questo lungo periodo di silenzio mi… mi ha fatto stare in pena… più per il silenzio che altro, era il non sapere… e forse avrei dovuto dirtelo o proporlo prima che partissi… ma… è difficile anche per me” concluse, era chiaro che non le serbava rancore, anzi, sembrava rimpiangere un’occasione perduta. Rialzò gli occhi e la guardò dritto in faccia: “E ti prometto solennemente, niente più partite di Starball! Troviamo uno sport che piaccia a entrambi” aggiunse con un mezzo sorriso cercando di buttarla in ridere.

    Abel Brandt
    Derek si mise rapidamente a scrivere, mentre Abel e Lada lo lasciarono solo e si parlarono fuori dallo sgabuzzino in un angolo, assicurandosi che nessuno stesse ascoltandoli. “Dunque, facciamo il punto così non ci confondiamo” cominciò Lada rivedendo gli appunti che aveva preso fino a quel momento “Abbiamo una lista di personale mancante, abbiamo una lista di fornitori e intermediari di altre corporazioni e del mercato nero, e abbiamo i dati che ci ha consegnato la Hindenlang. Possiamo metterci lì con calma e fare dei confronti, immagino che ci sarà qualcosa da trovare… specialmente perché qualcuno non vuole che indaghiamo” affermò riferendosi allo scontro avvenuto poco fa “non trovo altre spiegazioni logiche per voler uccidere due addetti al personale di una compagnia così grande ma dopotutto neanche così importante per la Ruota Dentata, dico nel complesso” concluse. “Dici che possiamo chiamare Julius Hahn, l’incaricato dal Duca di seguire l’indagine? Un attacco di possibili Mishima E un più che probabile tentativo di ostacolare le indagini. Forse non abbiamo prove conclusive, ma dovrebbe essere abbastanza da chiedere una proroga e darci qualche giorno in più per analizzare i dati che abbiamo recuperato…” chiese alla fine soppesando quello che avevano trovato.

    Megan Reed
    Megan raggiunse Felipe il più velocemente possibile e controllò i segni vitali. Respirava ancora ma il respiro era molto irregolare: senza perdere tempo, Megan lo trascinò alla porta antincendio che dava sulle scale e lo mise sul pianerottolo. Poi si fermò per riprendersi, appoggiandosi alla porta che aveva appena chiuso, respirando a pieni polmoni l’aria delle scale che non era stata contaminata. E, dopo poco, notò con sollievo che il respiro di Yulenkov si stava normalizzando. In quel momento vide una guardia salire rapidamente le scale, vedendoli si fermò e osservò la scena, prima di chiedere, in tono incerto e vagamente assente: “Cos’è successo? Chi ha fatto scattare l’allarme antincendio?”

    #7210
     Elan 
    Partecipante

    Per lo meno, Yulenkov respirava ancora. E vista la situazione era una nota enormemente positiva. Megan quasi non riusciva a credere che una mezza cosa fosse andata bene: visto come era precipitata la situazione aveva la netta sensazione che qualcuno stesse facendo l’impossibile per farle venire una crisi di nervi.
    Riuscitendoci brillantemente bene, per altro.

    Continuò a fare profondi respiri, un po’ per immettere nei polmoni aria il più pulita possibile, un po’ per cercare di calmarsi. Inutile negarlo: si era presa uno degli spaventi più grandi della sua vita, ancora ipù grande visti tutti i discorsi che avevano fatto prima.
    Perché c’era stato quell’attacco? Era diretto a qualcuno in particolare? A Yulenkov stesso? Era stato solo un caso che lei si fosse trovata in quel posto?
    Le domande le vorticavano nella mente senza sosta, lei non riusciva a concentrarsi su di una specifica e tantomeno era in grado di darsi delle risposte.

    Mai fu più contenta di veder arrivare una delle guardie.
    “Sono… sono stata io…” disse tra un respiro e l’altro.
    “Qualcuno…” cercò di raccogliere le idee, e scosse la testa rendendosi conto che non ci stava riuscendo. “Non so chi. Hanno riempito il… piano di gas. Ho cercato un modo per permettere a tutti di riprendersi, ma alcuni uomini devono averne respirato troppo.”
    Faceva ancora lunghe pause tra una frase e l’altra, ma stava lentamente ritrovando la lucidità. “Bisogna portare fuori tutti gli altri. Non sarebbe male anche capire il motivo di questo attacco, ma prima conviene mettere l’area in sicurezza.”
    La sua parte razionale stava pian piano riprendendo il controllo. Sperava solo che non fosse successo nulla di irreparabile.

    #7217
     Meeme 
    Partecipante

    Kasey sorrise e si sedette accanto a lui osservandolo mentre nervosamente puliva la sua arma. Era sollevata ed anche felice per quella risposta. “Non vinceremo mai il premio coppia migliore del posto!” commentò con una risata. “Ma ci terremo in contatto quando non abbiamo la fortuna di lavorare insieme.” Appoggiò la guancia sulla sua spalla rilassandosi.

    “E stai tranquillo, tu mi piaci molto e sono in grado di sopportare qualche partita a Starball! Vuol dire che ti toccherà accompagnarmi al poligono di tiro. Il mio sport preferito è sparare alle cose!” La buttò anche lei sul ridere perché non voleva pensare all’eventualità che uno dei due morisse durante una missione. “Ho avuto paura di perderti per colpa di quella ferita. Dovrò prendere a calci i Mishima anche per questo!” Sospirò e poi gli diede un bacio sulla guancia. “Adesso pensiamo a riposarci e rilassarci. Ne abbiamo bisogno! Ci aspetta una missione tutt’altro che semplice…” Stan le piaceva, era quel tipo di uomo un po’ impacciato e dolce, non il tipo di uomo che ci si aspetterebbe da una dura come lei, ma forse era proprio quel mix ad intrigarla.

    #7222
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    Abel meditò per qualche momento dopo aver sentito le considerazioni di Lada: sicuramente avrebbero dovuto mettersi a tavolino per incrociare i dati che avevano ottenuto e per poter trovare delle piste abbastanza sicure per poter continuare le indagini. Inoltre Hahn doveva comunque essere avvisato per tutto quello che era capitato a loro fino a quel momento…c’era in effetti una buona possibilità che il tempo per le indagini potesse prolungarsi di qualche giorno.

    “Sì appena Derek avrà finito di scrivere contatterò Hahn e gli spiegherò la situazione…dubito che non sia già a conoscenza di quello che è successo qui e magari potrebbe aggiungere qualche dettaglio che noi ancora non sappiamo. Farò tutto questo mentre ritorniamo verso la nostra sede; Giraud ci ha dato la massima collaborazione ma abbiamo bisogno di un posto totalmente neutro per poter riflettere”

    Durante il colloquio con Hahn avrebbe subito richiesto una protezione per Derek: Abel preferiva che ci fossero degli uomini esterni a quelli di Giraud per sorvegliarlo…

    #7229
     Ilmarien 
    Partecipante

    Megan Reed
    La guardia le lanciò un’occhiata vagamente scettica, era chiaro che non le credeva. Si allontanò scendendo alcuni gradini mentre comunicava qualcosa nella propria radio. Poco dopo arrivarono altre tre guardie e due infermieri che diedero un’occhiata rapida a lei e Yulenkov. Una delle guardie provò ad affacciarsi sul pianerottolo con l’arma estratta, incerto sul da farsi: in quel momento l’infermiere che stava esaminando Yulenkov disse: “Ha ragione, è un qualche tipo di gas, chiamate… chiamate Rinaldi, il Bauhaus che lavora al primo piano, è uno specialista. Signorina, lei si sieda e cerchi di respirare regolarmente” concluse l’infermiere rivolto alla giornalista. Megan dal canto suo si sedette sui gradini, non stava male ma non si sentiva certo in forma, l’adrenalina dovuta allo spavento stava passando e si sentiva le gambe molto molli.

    In pochi minuti le scale si erano popolate di gente, qualcuno che stava evacuando pazienti dai piani superiori, le guardie che continuavano a sorvegliare nervosamente la porta, gli infermieri e il dottore che si stavano occupando di Yulenkov. A un certo punto le guardie ricevettero l’ordine di scortare tutti al primo piano: il medico, questo Rinaldi, li fece aspettare un momento e poi diede l’ordine agli infermieri di trasportare Yulenkov nel proprio reparto. Mentre scendevano le scale, Megan notò alcuni individui in tuta spaziale che stavano salendo le scale, probabilmente volevano investigare quello che era successo. Una volta al primo piano, Megan e Felipe vennero chiusi in una stanza con Rinaldi e gli altri infermieri. Yulenkov non aveva purtroppo ancora ripreso conoscenza, ma il dottore non sembrava preoccupato, gli fece un’iniezione, un prelievo e mentre gli infermieri lo attaccavano a una flebo, si rivolse a Megan: “Buonasera, mi chiamo David Rinaldi, mi pare che lei stia bene ma prima di curarla devo chiederle se anche lei fa parte del Cartello, e in caso contrario se possiede qualche tipo di assicurazione” disse in tono cortese e formale mentre si preparava a farle un prelievo di sangue.

    Kasey Bates
    Michael rise alla sua battuta, e quando parlò di sport replicò: “Va bene, allora facciamo un po’ e un po’. Comunque l’importante è che ci divertiamo entrambi” riaffermò con risolutezza. “Già, quei Mishima mi devono non poche spiegazioni” commentò “E a proposito, non so cosa diavolo abbia fatto la Valchiria ma quella luce fa miracoli, mi sento molto stanco ma tutto qui, non sento dolore e non ci sono neanche le cicatrici. Dici che possiamo tenerla? So che sembra un po’ svitata e ha cercato di sparare a Mark, ma qualcuno che ti cura così durante uno scontro potrebbe fare comodo!” chiese in tono volutamente scherzoso.

    Restarono sdraiati e abbracciati in silenzio per qualche minuto, poi Stan parlò nuovamente: “Hai ragione, se devo essere sincero non la vedo come un’ottima situazione, non sappiamo di chi fidarci e c’è qualcuno che ci sta cercando attivamente. Abbiamo qualche giorno di tempo, ma non molto di più…” disse lasciando la frase in sospeso. Esitò un istante prima di continuare, stava soppesando le parole: “Ho… sentito… solo una voce di corridoio, ma… dicono che i nostri cervelli positronici non siano… pensati per essere usati contro l’azienda… so che non lo stiamo facendo espressamente, ma dovremo condividere una parte di ciò che troviamo con Leumann e la Valchiria, un software programmato per evitare spie potrebbe… interpretare male quello che stiamo facendo… non lo so, mi stavo chiedendo se non valesse la pena spegnere tutto, lasciando solo le funzioni di base del cervello positronico e collegarsi solo per lo stretto necessario…” concluse, era chiaro che il pensiero lo metteva molto a disagio.

    Abel Brandt
    Lada assentì: “Molto bene, allora io informo Giraud della cosa, senza scendere in troppi dettagli ma gli dico che verrà qualcuno dall’Ufficio della Paura a proteggere Derek” disse Lada allontanandosi. Dopo qualche minuto di convenevoli tra gli agenti della sicurezza, Abel e Lada chiamarono una delle macchine a disposizione dell’Ufficio degli Standard e ritornarono verso le Torri. Non appena in macchina Abel chiamò Hahn: gli fece un breve riassunto degli avvenimenti e chiese una protezione per Derek.

    Han restò in silenzio ascoltando la conversazione, intervenendo di tanto in tanto per chiedere alcuni chiarimenti, poi parlò: “Allora, in effetti c’è qualcosa che non va. Dubito che sia abbastanza per convincere Sua Eccellenza delle parole della Hindenlang, ma sicuramente c’è qualcosa sotto e vale la pena di scoprire cosa volessero quegli uomini armati, se erano Mishima e perché ostacolare così tanto la vostra indagine. Comunque avete fatto un buon lavoro, potete continuare a indagare, chiederò a Sua Eccellenza una proroga così avrete qualche giorno in più per lavorare sui dati ottenuti. Ah, e si intende che manderò qualcuno dall’Ufficio della Paura a proteggere questo Azunis, non so a questo punto se riproveranno a ucciderlo, ma non si sa mai. Giraud ha qualche idea su chi possa essere stato?” chiese infine cercando ottenere da Abel un quadro completo della situazione.

    #7230
     Meeme 
    Partecipante

    Rise anche lei pensando alla Valchiria dentro uno scatolone con la scritta “adottami”. “Perché no! Ho sempre desiderato un cucciolo di cui occuparmi!” commentò divertita. “Sembra una in gamba ed il suo aiuto in battaglia potrebbe essere fondamentale. E poi anche noi volevamo sparare a Mark!” Il potere di guarire significava salvare vite ed era qualcosa da non sottovalutare considerando i rischi della loro missione.

    Si stava godendo il contatto con il corpo di Stan e mormorò in modo affermativo ai dubbi di lui. “Non mi piacciono le missioni in cui non so a chi devo sparare. Mi mettono a disagio.” confidò. “Dammi un fucile ed un bersaglio e darò il meglio di me. Fammi fare l’investigatore e se va bene eviterò di picchiare qualche civile poco collaborativo!” Era preoccupato, Kasey non aveva bisogno degli impianti per capirlo…
    “Allora faremo in questo modo, lo giustificheremo come una precauzione per tranquillizzare eventuali testimoni. Lasceremo attivi solo gli impianti minimi. Dobbiamo proteggere noi stessi e trovare il motivo di questo omicidio. Leumann non mi è sembrato un bugiardo, credo sia stato incastrato, ma abbiamo bisogno di prove per dimostrare questa teoria.” Lei voleva pensare in modo positivo. “Mike… andrà tutto bene… Faremo in modo che vada tutto bene.” sussurrò baciandolo dolcemente.

    #7236
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    “Giraud non sembra avere nessuna idea su chi possa essere il colpevole e io stesso ho evitato di fare il nome dei Mishima per evitare inutili allarmismi.L’unica cosa che mi ha detto è che i problemi principali li ha avuti con certe società extracorporative e questo mi è stato confermato anche da Rotherberg…ora dobbiamo solo incrociare le informazioni che abbiamo per poter seguire una nuova pista; inoltre ho dei proiettili relativi allo scontro a fuoco di poco fa, li farò esaminare dalla balistica per avere qualche dato in più”

    Hahn stava concedendo loro del tempo supplementare per continuare l’indagine e questo era positivo…ai piani alti era ancora instillato il dubbio che c’era qualcosa di strano in tutta la vicenda e loro dovevano sfruttare l’occasione.

    #7239
     Elan 
    Partecipante

    Megan avrebbe voluto mandare al diavolo con tutto il cuore quella guardia dallo sguardo tanto scettico. O tirargli un pugno in faccia, probabilmente sarebbe stato altrettanto soddisfacente.
    Se non fosse stato che iniziava a sentirsi vagamente provata, si sarebbe messa a fare il balletto della vittoria quando sentì l’infermiere decretare che effettivamente si trattava di gas. Alla facciaccia della guardia!
    Ok, si rendeva conto che essere contenta del fatto che ci fosse stato davvero del gas forse non era proprio normale, ma in quel momento era troppo stordita per ragionare in maniera normale.
    Si sedette sulle scale, cercando di respirare in maniera normale e non farsi sopraffarre troppo dagli eventi. Alla fin fine, a ben pensarci, le cose sarebbero potute andare davvero molto peggio.

    Quando dovettero spostarsi al primo piano seguì il gruppo molto passivamente, senza protestare o lamentarsi, ma non poté fare a meno di notare quegli individui in tuta spaziale.
    Le venne un brivido, sperando che non ci fossero conseguenze peggiori, ma la cosa migliore era fare le analisi del caso.

    “Yulenkov sta bene?” si sentiva un poco in colpa per quella situazione, forse se lei non fosse stata lì Felipe si sarebbe trovato in un posto diverso e non sarebbe stato coinvolto.
    “No non faccio parte del Cartello.” disse quindi, quasi distrattamente. “Ma ho un’assicurazione sanitaria.”
    Fornì i dati necessari dell’assicurazione della Fratellanza senza starci troppo a pensare.
    “Avete già individuato cosa è successo?”

    #7244
     Ilmarien 
    Partecipante

    Abel Brandt
    Hahn ascoltò le parole di Abel, poi ripose: “Ottimo, nei prossimi giorni dovrei ricavare qualche ora per aiutarvi e mi assicurerò che il laboratorio lavori a pieno ritmo. Dovremo venire a capo di questa faccenda prima che chiunque ci sia dietro elimini dell’altro personale” concluse. A questo punto fu Lada a prendere la parola: “Cittadino Hahn, pensate che l’Ufficio Diplomatico possa saperne qualcosa? Se ci sono problemi al di fuori della Ruota Dentata potrebbero esserne al corrente…” suggerì. Hahn restò un attimo in silenzio, poi disse: “Si, è un buon suggerimento, anche se dovremo stare attenti, perché potrebbero anche essere coinvolti, per questo probabilmente Frau Hindenlang non ha voluto coinvolgerli prima” soppesò cautamente ciò che stava per dire, poi proseguì “sono spie, dopotutto. Quindi è meglio se me ne occupo io, conosco qualcuno che lavora all’Ufficio, e posso avvicinarlo nei prossimi giorni senza attirare sospetti. Ci sentiamo domani mattina, Gloria alla Ruota Dentata!” e chiuse la chiamata.

    Lada si rilassò sul sedile, poi disse: “Che pasticcio! Dici che dobbiamo prendere delle precauzioni e lavorare nel bunker sotto le Torri? So che è scomodo come poche cose sulla faccia della Luna, ma visto quello che è successo al povero Mihal non mi sento così sicura a lavorare dai nostri uffici…” si accoccolò sulla sua spalla “Beh, almeno avremo modo di lavorare insieme ancora per qualche giorno!” concluse cercando di buttarla in ridere.

    Megan Reed
    “Si, sta bene” rispose Rinaldi mentre preparava un prelievo e faceva a sua volta un’iniezione a Megan “Gli ci vorrà qualche giorno ma a quanto pare la sua decisione di portarlo sulle scale è stata sufficiente a salvargli la vita. Non so ancora bene che tipo di gas sia stato usato, così a una prima occhiata direi una neurotossina di qualche tipo, probabilmente con una componente proteica che si è guastata con il liquido dell’allarme antincendio. Tuttavia serve l’analisi del sangue per avere dati più precisi” spiegò in tono analitico mentre le sentiva i segni vitali e le provava la pressione. “Roba potente, comunque” aggiunse mentre si toglieva lo stetoscopio e un’ombra di preoccupazione si manifestava sul suo volto fino a quel punto impeccabilmente professionale “Di quel reparto siete al momento gli unici due fuori pericolo, tra gli altri c’è stato un tasso di morte dell’80%, più o meno, ora vediamo quelli che riusciremo a salvare” aggiunse, sempre con quel tono freddo che in quell’occasione non era precisamente rassicurante.

    Prese tutte le fiale e disse: “Bene, si sdrai e si riposi, più tardi vedremo se sarà il caso di dimetterla” concluse uscendo e chiudendo la porta dietro di sé. Megan rimase da sola nella stanza, sentiva in sottofondo i rumori dell’ospedale ma erano lontani, forse era in un’area un po’ isolata: l’unico rumore costante nella stanza erano il beep della macchina a cui era attaccato Yulenkov, la quale monitorava i suoi segni vitali. Megan notò che sia il respiro che il battito cardiaco erano regolari ma leggermente elevati, segno che il suo corpo era ancora sotto stress. Mentre giaceva mezza stordita, la porta si aprì ed entrò Selim, con la faccia estremamente apprensiva: “Megan! Come stai? Cosa diavolo è successo?!” e senza aspettare risposta la abbracciò.

    Kasey Bates
    Stan sorrise alla professione di inadeguatezza di Kasey: “Eh, non è mai facile, nemmeno per me che ci sono abituato. Non credo che sia solo una questione di lavorare al fronte, credo che… in qualche misura gli impianti ti spingano a pensare in un’ottica ‘amico-nemico’, non so se mi sono spiegato…” disse con qualche incertezza. “Comunque in ogni caso secondo me sei più che preparata, dopotutto devi difendere… la corporazione in un ambiente decisamente ostile, in cui ogni ‘civile’ è un potenziale nemico” proseguì rassicurandola “Io posso avere qualche esperienza di investigazione, ma non sono certo bravo a prendere decisioni…” disse con ironico autocompatimento. Ricambiò il bacio e le accarezzò dolcemente la testa: “Speriamo che vada tutto bene… Se va male e moriamo tutti te la farò pagare, quindi fai in modo che ne usciamo vivi!” aggiunse scherzando.

    #7250
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    “Sì, penso che dovremmo stare rintanati nel bunker sotterraneo nei prossimi giorni” rispose cingendo Lada per una spalla “non è un’ambiente molto confortevole ma non possiamo indagare in bella vista…dopo tutto quello che abbiamo sentito e scoperto è molto facile che ci siano delle spie anche nella nostra sede quindi dobbiamo prendere ogni precauzione possibile” concluse stringendola un po’di più verso di sè.

    “Anche se staremo insieme qualche giorno in più sicuramente non ci annoieremo” disse sorridendo “Sembriamo destinati a questo genere di casi e per quanto siano rischiosi trovo divertente condividerli con te… Ho uno strano concetto di divertimento vero?”

    #7251
     Elan 
    Partecipante

    Megan sbiancò, ancora più di quanto non fosse, sentendo la quantità di morti che c’era stata per colpa di quell’…attacco? Non sapeva nemmeno cosa fosse stato, ma era aveva di sicuro ottenuto un effetto devastante.
    “C’è… qualche sospetto su chi possa essere stato? O cosa?”
    Non riusciva ancora a focalizzare bene le idee: che fosse stato quello il motivo della visione di Pryce?
    Poteva essere, ma avrebbe dovuto parlarne direttamente con lui. Nel mentre doveva cercare di raccogliere tutte le informazioni possibili e – magari – anche cercare di memorizzarle.
    Certo, la seconda parte sembrava davvero complessa in quel momento.

    “Mi dispiace per quello che è successo… avrei voluto poter fare di più.” si rendeva conto che non avrebbe materialmente potuto fare di più, ma era successo veramente un disastro.
    Si lasciò fare le analisi del caso senza dire altro e chiuse gli occhi quando Rinaldi uscì, ringraziandolo per tutto quanto.
    Sperava davvero che almeno Yulenkov riuscisse a riprendersi. Lei non si sentiva troppo male, ma visto quanto era anziano lui le conseguenze avrebbero potuto essere devastanti.

    Quasi fece un salto quando sentì la porta aprirsi, ma si illuminò vedendo Selim, abbracciandolo con trasporto.
    “Oddio quanto sono contenta di vederti!!”
    Le sembrava di non vederlo da una vita. Quella giornata era stata talmente devastante da sembrare eterna.
    “Io sto bene… credo…” scosse la testa, ancora un po’ stordita. “Il dottor Rinaldi ha fatto dei prelievi a me e a Yulenkov per farci delle analisi. “Qualcuno ha… devono aver buttato dei fumogeni di qualche tipo.”
    Prese un lungo respiro. Ora che tutta la tensione stava cedendo, aveva paura di crollare da un momento all’altro.
    “E’ stata una giornata davvero orribile!”
    Avrebbe voluto offendere Pryce, ma non era del tutto certa che avrebbe migliorato il suo umore.
    Invece, prese il volto di Selim tra le mani. “Tu come mai sei qui? Non sei stato coinvolto, vero?” domandò, preoccupata.

    #7252
     Ilmarien 
    Partecipante

    Megan Reed
    “Non ho altre informazioni al momento” rispose Rinaldi “se lei non avesse dato l’allarme sarebbe… sembrato un incidente dovuto a una fuga di gas…” aggiunse sottovoce “e non si preoccupi, ha fatto tutto il possibile, sono anzi stupito che sia rimasta cosciente così a lungo, ora lasci lavorare noi e si riposi mi raccomando” concluse reiterando il consiglio prima di uscire e lasciarla sola. Selim si sedette su una sedia accanto al suo letto, visibilmente sollevato nel vedere che stava bene: “Fumogeni?” replicò con aria dubbiosa all’osservazione di Megan “A me hanno detto che si trattava di un qualche tipo di gas, in altre parole qualcuno ha avvelenato un intero piano di un ospedale. Io sono qui perché hanno chiamato tutto il personale del Cartello a disposizione e Teresa Williams [Il Segretario Generale del Cartello] mi ha mandato qui a vedere cosa stesse succedendo. Una volta qui ho visto che Felipe era coinvolto insieme a una giornalista Capitol, per cui senza aspettare altro mi sono precipitato qui. Tu sai qualcosa di più preciso? I medici cosa ti hanno detto? E Yulenkov come sta?” chiese infine.

    Abel Brandt
    “Si, decisamente strano!” affermò risoluta Lada mentre rideva “ma date le circostanze va benissimo così, abbiamo davanti alcuni giorni di duro lavoro, non guasta essere ottimisti… e chissà anche che non ci promuovano” aggiunse tornando seria mentre considerava ciò che avevano davanti “Se completiamo l’indagine anche il Duca Saglielli sarà… impressionato o perlomeno colpito, così come il nostro caro Julius Hahn… A proposito, che impressione ti ha fatto? Tu conosci il Ministero Supremo della Fede meglio di me, dici che dobbiamo stare attenti che non ci rubi il merito dell’indagine?” chiese infine.

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