Mutant Chronicles – Il Mare della Tranquillità

Questo argomento contiene 142 risposte, ha 4 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Meeme 4 anni, 11 mesi fa.

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  • #6999
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    Abel controllò la cartella riguardante la CUSC e poi la passò a Lada per un ulteriore controllo…Mihai e Derek sembravano fin troppo spaventati per poter mentire ma in una situazione del genere era meglio controllare tutto due volte.

    “Se la CUSC ha cominciato otto mesi fa a darvi problemi immagino che la Newtech e la Fieldhausen l’abbiano seguita in breve tempo…avete dei nominativi di tre responsabili dei vari fornitori? è probabile che ci siano state delle modifiche nei dipendenti ma non credo che i loro diretti superiori siano stati cambiati così repentinamente”

    Abel era focalizzato sulle cartelle da esaminare ma qualcosa era appena accaduto fuori dalla finestra di fronte a lui…era ancora troppo presto per precipitarsi all’esterno quindi si limitò ad alzare la testa e fare finta di guardare in faccia Mihai e Derek mentre controllava la situazione fuori dall’ufficio.

    #7002
     Meeme 
    Partecipante

    “Perfetto, volevo essere sicura prima di condividere informazioni che potrebbero comprometterci in qualche modo.” rispose Kasey a Raven. Il dossier della Valchiria era di tutto rispetto, ottima militare con la sfortuna di essere stata catturata dall’Oscura Legione, stress post-traumatico e dimissioni. Il fatto che anche Astrid fosse una militare le dava speranza, preferiva qualcuno che come lei aveva visto la guerra rispetto a burocrati imbellettati.

    Il posto trovato da Mark era ottimale e lui gongolava particolarmente, Kasey se la rise al pensiero, ma in fondo lo capiva, fare bene il suo lavoro gli dava soddisfazione. Aiutò Stan a sedersi e gli sorrise prima di rimuginare sulla situazione. Parlare con Leumann era una buona idea, anche se dovevano stare attenti a non farlo scappare in qualche landa dimenticata con troppa pressione.
    “E sia, facciamolo! Astrid, meglio se inizi tu la conversazione, si fida di te più che di me, poi me lo passerai in modo da rendere soft la ricerca di informazioni. Non voglio che sembri un interrogatorio in cui lo accusiamo di colpevolezza!”

    #7005
     Ilmarien 
    Partecipante

    Abel Brandt
    Mihal replicò prontamente: “Noi in genere non trattiamo con i loro superiori, trattiamo con gli intermediari, ovvero proprio quelli che sono venuti a mancare. I superiori non trattano direttamente perché si esporrebbero ad accuse di spionaggio corporativo”. Abel rifletté che Mihal aveva ragione: c’erano numerosi affari tra corporazioni ma nessun corporativo di alto rango se ne occupava, nella Bauhaus vigeva la stessa regola. L’unica eccezione, che Abel stesso aveva incontrato durante il suo lavoro all’Ufficio degli Standard, erano gli affari con la Cybertronic, data l’alleanza informale che esisteva tra le due corporazioni, spesso anche grandi dirigenti e membri delle Quattro Casate gestivano gli scambi. In questo caso poteva forse essere una buona pista: l’amministratore della Newtech poteva conoscere la natura degli scambi con la Bauhaus Consolidated Airlines e avere un’idea più precisa di cosa era successo.

    “I nuovi nominativi ce li ho” continuò Mihal “sperando che non li abbiano…” la frase fu interrotta da un suono di vetro scheggiato e Abel e Lada vennero colpiti da uno schizzo di sangue. Si voltò e Mihal aveva un foro a metà della gola e si accasciò a terra sanguinando copiosamente. Lada si lanciò su Derek buttandolo per terra mentre un nuovo proiettile passava sopra di loro e si schiantava sullo stipite della porta. A quel punto Abel estrasse l’arma buttandosi a terra, ma fece in tempo a distinguere i due fori di entrata sulla finestra. Si riparò dietro una delle scrivanie, mentre Lada trascinava Derek dietro l’altra: mentre valutavano il da farsi sentirono un fischio assordante per pochi secondi, al termine del quale sentirono il vetro andare in mille pezzi, probabilmente un qualche tipo di attacco sonoro. Abel, senza sporgersi lui stesso, sparò alcuni colpi dal fianco della scrivania con la sua arma, mirati alla cieca verso la finestra, poi si sporse dall’alto, appena in tempo per vedere una mina incendiaria volare dentro la stanza.

    Megan Reed
    “Devono rifornire persone ricche, quindi è un posto che dev’essere igienizzato perfettamente… oppure è successo qualcosa e hanno dovuto pulire in fretta…” rispose Patrick dopo una breve pausa. “Non c’è problema, è il mio lavoro” replicò Patrick con estrema gentilezza “d’altra parte se lei non si cacciasse nei guai probabilmente non sarebbe mai diventata una delle più famose giornaliste qui a Luna City. O mi sbaglio?” aggiunse con una punta di ironia. Megan fece il punto della situazione: se Patrick era qualcuno della Fratellanza poteva saperne di più ma forse poteva contattarlo più tardi tramite Richard. Dubitava di scoprire di più su Mayfield per il momento, poteva provare a vedere se Yulenkov sapeva qualcosa di più.

    Kasey Bates
    “Molto bene” disse Astrid tirando fuori uno strano cellulare molto spesso, forse di origine militare. Sembrava un congegno della Fratellanza, forse faceva parte del loro arsenale tecnologico arcaico risalente all’Età dell’Oro. “Stabilire linea sicura con Barbogio” disse Astrid lasciandosi scappare un mezzo sorriso al buffo nome in codice. A quelle parole, Mark disse: “Se non vi dispiace tengo d’occhio la comunicazione, giusto per non correre rischi”, al che Astrid replicò con un cenno d’assenso. Dopo un momento di attesa, lei disse: “Qui Orca. Il cammino è irto di pericoli” e dal congegno che teneva in mano emerse la voce di Leumann che replicò: “Qui Barbogio. E tanti ancora saranno gli ostacoli sulla Via della Gloria. Come stai? Ho visto sui notiziari che c’è stato un attacco Cybertronic vicino a dove abiti…” disse il vecchio in tono piuttosto preoccupato.

    Astrid rimase un momento interdetta, poi replicò: “No, loro sono venuti… ad aiutare, chi mi ha attaccato erano… direi Mishima, almeno erano vestiti come tali. Io comunque sto bene” disse, vagamente sprezzante del pericolo. “Senti” aggiunse lei dopo un momento di silenzio “Qualcuno di quei Cybertronic ti vuole parlare, hanno alcune domande da fare, ti dispiace?” “Quindi ora sei con loro?” chiese di rimando Leumann. “Si, avevano bisogno di aiuto” e a queste parole lei fece un sorriso autoironico alla squadra “e io avevo bisogno di un posto sicuro. Avevi ragione comunque, per quanto siano uno strumento dell’Oscura Legione non sono così pessimi” e nuovamente sorrise per far capire che stava scherzando. “Ha!” rise Leumann di rimando, poi restò un attimo in silenzio e disse: “Va bene, direi che ho qualche minuto, mettimi in comunicazione” e a queste parole Astrid appoggiò il congegno sul tavolo al centro e premette un pulsante.

    Il congegno si illuminò di colpo ed emanò una luce azzurrina, mentre un’immagine olografica, vagamente disturbata, di Leumann si materializzò all’interno della luce. Astrid fece segno a Kasey si entrare nel cerchio di luce e nel momento in cui il Capitano entrò, Leumann si girò verso di lei. “Ah, Capitano… Bates, se non ricordo male? Intanto… grazie per aver salvato Astrid. In cosa posso esserle utile?” disse sorpreso ma non dispiaciuto di vedere un volto familiare.

    #7013
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    Appena vide la mina incendiaria volare dentro l’ufficio Abel, quasi d’istinto, prese dalla scrivania le pratiche che ancora dovevano visionare e corse fuori dall’ufficio dopo aver gridato a Lada e Derek di fare lo stesso.
    Avrebbe potuto salvare Mihai da quel colpo di pistola? Forse sì, ma quel movimento fuori dalla finestra poteva significare molte cose e anche se lo avesse avvisato probabilmente sarebbe morto lo stesso…di sicuro ormai Abel aveva la certezza che le loro indagini stavano diventando scomode per qualcuno.

    Dopo essersi accertato della messa in sicurezza di Derek e delle carte che era riuscito a portare fuori Abel cercò la prima uscita verso l’esterno dell’edificio e con la pistola in mano si diresse verso la probabile zona di partenza degli spari sfruttando tutte le coperture possibili; era quasi certo di non poter mettere le mani addosso agli assassini ma con un po’di fortuna avrebbe potuto trovare qualche indizio.

    #7015
     Elan 
    Partecipante

    “Quella puzza di igienizzato puzzava troppo di marcio, e il mio naso non sbaglia su certe cose!” disse, storcendo il suddetto naso in ricordo di quel tanfo infernale.
    Patrick era una persona tranquilla, quasi piacevole, e probabilmente se si fosse ricordata di quella stramaledetta formula avrebbero anche potuto parlare più liberamente.

    Ma aveva poca importanza, avrebbe potuto sempre ricontattarlo in seguito e, se non altro, aveva avuto l’indubbio vantaggio di tranquillizzarla un poco.
    Prese un lungo respiro, come se quello potesse essere l’inizio della fine, e abbassò le spalle come se fosse pronta al peggio.

    “Va bene, una delle giornaliste più famose di Luna City è meglio che vada, ora!” concluse cercando di mostrarsi allegra, e scherzando su ciò che aveva detto lui prima.
    “Ho ancora un paio di giri da fare e ovviamente mi sembra di avere di fronte più vicoli ciechi che altro! Quasi quasi ogni tanto rimpiango i primi tempi della gavetta, almeno lì sapevo che cosa stavo cercando, ormai giro alla cieca nella speranza di trovare qualche cosa!!”
    Alzò gli occhi al cielo, quindi ringraziò di nuovo Patrick: prossima tappa, Yulenkov.

    Sperando che avesse qualche notizia per lei. Non sapeva nemmeno se augurarsi se fossero belle o brutte notizie, visto che non sapeva di preciso cosa stava cercando!
    E tutto quello per colpa di Pryce…
    Perché non lo detestava già abbastanza di suo, proprio neanche un pochino!

    • Questa risposta è stata modificata 5 anni, 3 mesi fa da  Elan.
    #7024
     Meeme 
    Partecipante

    Il Capitano attese il via libera di Mark prima di parlare, era pur sempre utile avere le spalle coperte ed una buona comunicazione sicura…
    “Signore… Non siamo poi così male come strumenti dell’Oscura Legione, vero?” Esordì con una risata allegra. “Abbiamo aiutato Astrid e lei ha aiutato noi. Come sa non mi piace lasciare nei guai dei soldati.” Continuò.

    “Sarò sincera con voi, Leumann… Siete in un bel pasticcio e mi piacerebbe sentire la vostra versione riguardo l’omicidio da voi perpetrato ai danni della mia gente.” disse seria.
    “Sto investigando a riguardo e vorrei potervi trovare innocente…”

    #7025
     Ilmarien 
    Partecipante

    Kasey Bates
    Leumann ascoltò le parole di Kasey: quando lei nominò un possibile omicidio si adombrò, era chiaro al capitano che il Mistico sapeva qualcosa al riguardo. Restò un momento in silenzio, poi disse: “Capisco. Vedo che dobbiamo parlare, e a lungo. Posso spiegare tutto, solo…” si interruppe, guardandosi intorno nervosamente “non ora però, devo andare” si rivolse ad Astrid “ti richiamo tra dieci minuti, non appena mi libero, hai purificato i presenti?” chiese. Astrid esitò un istante, poi rispose “Beh, no, ma non credo ci sia bisogno…” “Fallo!” replicò secco Leumann prima di staccare bruscamente la comunicazione. “Vecchio, barbogio, prepotente E paranoico” borbottò Astrid tra i denti, poi di malavoglia alzò il pugno sinistro davanti a sé. “Capitano, tanto vale farlo mentre aspettiamo, altrimenti non la finirà mai di brontolare” proseguì ad alta voce rivolta a Kasey “Purificare vuol dire semplicemente controllare che non ci siano influenze dell’Oscura Simmetria. Se restate tutti fermi ci vuole un momento e non è una procedura dolorosa”.

    Ricevuto l’assenso da tutti i presenti, il pugno sinistro iniziò a vibrare leggermente, mentre una luce bianca filtrava attraverso le dita del guanto metallico dell’armatura. Di colpo Astrid spalancò la mano e un’ondata di luce si diffuse nella stanza, come una ventata d’aria improvvisa. Kasey sentì un lieve fastidio mentre i poteri dell’Arte scorrevano all’interno dei suoi impianti, ma niente di più. “Gaaahhh!” urlò Mark piegandosi sulla sedia, la testa tra le mani, in preda a un’improvvisa fitta di dolore. Tutti gli occhi immediatamente furono fissi su di lui mentre la Valchiria, quasi come un gesto istintivo, estraeva la sua pistola e la puntava contro di lui: Kasey ebbe la netta sensazione che Astrid avrebbe già sparato se fosse stata da sola, in questo caso sembrava aspettare un segnale di via libera da Kasey. Fraser dal canto suo si irrigidì, la mano correva alla fondina, e altrettanto fece Stan, che pur restando seduto si era girato in modo da poter sparare: entrambi gli uomini avevano gli occhi fissi sulla scena e aspettavano solo un cenno di Kasey.

    Mark invece non si era accorto di nulla, era chino in avanti verso il gruppo con entrambe le mani sulla fronte: “Aaaah…” continuò lamentandosi “alla faccia della procedura non doloro…” e ammutolì sbiancando nel momento in cui alzò gli occhi e vide la pistola della Valchiria puntata contro di sé. Kasey osservò e analizzò il comportamento di Mark, dall’espressione facciale all’intonazione della voce, dalla gestualità ai movimenti del corpo. Era chiaro che la Valchiria sembrava ritenerlo corrotto, tuttavia, qualunque cosa avesse, non ne sembrava minimamente consapevole, lo stupore era sincero.

    Megan Reed

    “Coraggio, non si perda d’animo e se ha bisogno d’altro sa dove trovarmi, e in caso non voglia tornare quaggiù il numero del rifugio è nell’elenco. Buon viaggio e buona fortuna con la sua indagine!” concluse Patrick accompagnandola all’uscita secondaria. Megan seguì le indicazioni raggiunse senza problemi la stazione della Metro. Non le fu difficile reperire informazioni su Felipe Yulenkov dato che era un Dipendente del Cartello e che, da quando c’era stata la sollevazione dei Guardiani, il Cartello le aveva dato un accesso limitato ai loro database. Da quando l’ospedale del Distretto 43 era stato occupato, Yulenkov era stato trasferito un paio di volte, sempre all’interno di Luna, a svolgere mansioni di vario genere ma sempre di natura organizzativa. Il suo curriculum era al momento inaccessibile, forse conteneva informazioni riservate: Megan rifletté che, se ce ne fosse stato bisogno, forse poteva chiedere a Selim se riusciva a farle avere una copia. Al momento Felipe Yulenkov lavorava in un altro Memorial, nel Distretto 7, in un quartiere a prevalenza Capitol con una forte minoranza Mishima. A una prima occhiata Megan capì subito qual era il suo lavoro: i Memorial di Luna erano gestiti prevalentemente da personale del distretto d’appartenenza. Se c’erano affiliazioni corporative forti, in genere il Cartello era incaricato della sicurezza e dell’organizzazione dell’ospedale proprio per impedire conflitti corporativi intorno ai malati.

    La giornalista non ebbe difficoltà a raggiungere il posto, la fermata della Metro era a pochi metri dall’ingresso principale. Ammirò anche l’edificio, era uno dei Memorial più antichi, contraddistinto da quello stile post-gotico tipicamente Bauhaus. Megan aveva studiato che durante l’Età dell’Oro la prima Corporazione a costruire ospedali per la metropoli di Luna City era stata, appunto la Bauhaus. Tuttavia, durante l’Età dell’Oro era scoppiato il conflitto con le Nazioni della Terra, e, in previsione di un conflitto su larga scala, il Cartello aveva preso il controllo di tutte le strutture sanitarie. Una volta risolto il problema, gli ospedali di Luna restarono sotto il controllo del Cartello come soluzione di compromesso tra le Corporazioni, più che altro perché probabilmente faceva comodo a tutti che la sanità fosse corporativa ma semi-pubblica. Una semplice domanda in portineria la indirizzò al decimo piano, dove Megan non ebbe problemi a individuare l’ufficio di Yulenkov. Sbirciando dentro lo vide un po’ come lo aveva visto la prima volta, seduto alla scrivania e chino su alcune carte. Riconobbe anche le stampelle, appoggiate sul muro e pronte all’uso.

    Abel Brandt
    Abel fece appena in tempo a lanciarsi fuori dall’ufficio che la mina esplose: la forza dell’impatto lo scagliò fuori ma senza particolari danni. Le cartelle finirono sul pavimento ma erano rimaste intatt. Derek non fu altrettanto pronto a reagire, per cui Lada lo scagliò malamente in un angolo e ci si lanciò addosso, facendogli scudo contro l’esplosione, dopodiché uscirono entrambi, un po’ arrostiti ma integri mentre Lada urlò ad Abel: “Vai! A lui e alle carte ci penso io!”. Abel schizzò verso il balcone in fondo al corridoio, mentre dalle porte sentì un vocio e alcuni volti preoccupati, probabilmente tra poco sarebbe arrivata la sicurezza.

    Si sporse con prudenza e vide un singolo individuo vestito di nero che scendeva dal tetto di un altro edificio poco distante. Portava uno zaino con un oggetto dalla forma allungata, poteva essere un fucile d’assalto a colpo singolo ma era troppo distante per capirne il modello. Lo vide sparire dietro il parapetto, mentre probabilmente si calava a terra in un vicolo. Mentre lo osservava un singolo colpo prese il muro poco vicino a lui. Abel si ritrasse ma aveva visto da dove era partito il colpo, ovvero da terra vicino al vicolo in cui si era calato l’individuo. Rifletté sul da farsi: poteva tentare di colpire quello che gli stava sparando, dopotutto era a poco più di venti metri e Abel era un discreto tiratore, specialmente con la pistola pesante d’ordinanza. Oppure poteva saltare dal balcone per cercare di avvicinarsi rapidamente. Tra l’equipaggiamento di ordinanza aveva anche un rampino con il quale si poteva calare: se faceva in fretta non sarebbe stato un atterraggio morbido ma forse sarebbe riuscito a non farsi colpire.

    #7026
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    Abel era ben consapevole di aver solo due scelte: la più comoda era quella di stare lì fermo a sparare…se era fortunato avrebbe potuto colpire il tizio senza rischiare nulla ma se lo mancava avrebbe perso un potenziale informatore e non se lo poteva permettere in una situazione del genere.

    “Oh al diavolo la sicurezza!” pensò mentre tirava fuori velocemente il rampino per scendere il più velocemente possibile: c’erano molte più probabilità di farsi male per la caduta e per la mancata copertura ma era un rischio che doveva correre…voleva mettere le mani addosso a quel tizio e voleva tenerlo vivo!

    #7027
     Meeme 
    Partecipante

    Kasey alzò gli occhi al cielo sentendo Leumann richiedere la “purificazione”, ma acconsentì, tutto pur di concludere l’incarico nel migliore dei modi. Il rituale le aveva procurato solo un semplice fastidio, sopportabile e prevedibile considerando i suoi impianti, ma non si aspettava l’urlo disperato di Mark.

    Quando la Valchiria puntò la pistola contro Mark, lei fece altrettanto mirando ad Astrid.
    “Adesso ci diamo tutti una calmata, chiaro?” Ordinò con fare autoritario prima che Astrid pensasse di poter spappolare il cervello di Mark sulle pareti.
    “Ci diamo una calmata, posiamo le armi, insieme e poi cerchiamo di risolvere questa situazione senza spargimenti di sangue.” Tolse la pistola dalla linea di fuoco e la ripose come gesto di buona volontà, ma l’avrebbe estratta di nuovo se Astrid non avesse fatto lo stesso.

    #7031
     Elan 
    Partecipante

    Megan era ufficialmente passata al punto due del suo pseudo piano d’azione. Aveva fatto mente locale sulla figura di Yulenkov, ricordava vagamente quando lo aveva incontrato la prima volta: non le aveva fatto ubnba pessima impressione, ma le circostanze erano vagamente diverse.
    Adesso doveva presentarsi nel suo ufficio e…
    Quasi si mise a ridere.
    Non sapeva nemmeno lei cosa sarebbe stata la cosa migliore da chiedere.
    *Sì, salve signor Yulenkov. Sa, uno squilibrato ha avuto una visione che la riguardava e quindi sono venuta a farle un saluto. Sta bene?*
    Ecco, questa era più o meno l’introduzione che si immaginava nella sua testa, mentre percorreva la strada in metro… indubbiamente, il discorso più assurdo di tutta la sua vita.

    L’edificio in cui lavorava era davvero impressionante, ma in quel momento non aveva davvero voglia di soffermarsi sulla magnificenza architettonica.
    Voleva finire quella faccenda in fretta, tornare a casa, farsi un bagno e poi tornare a prendere a pugni Pryce, unico vero colpevole di tutto quel pasticcio.

    Quindi prese un lungo e rassegnato sospiro, e bussò alla porta di Yulenkov, introducendosi cercando di tenere un tono di voce il più tranquillo possibile.

    #7033
     Ilmarien 
    Partecipante

    Abel Brandt
    Abel agganciò il rampino alla ringhiera e la scavalcò mentre due proiettili fischiavano intorno a lui. Un terzo lo raggiunse alla spalla mentre si staccava: sentì un forte dolore ma si rese anche conto che il colpo era arrivato di sbieco e il proiettile non aveva avuto abbastanza forza da penetrare l’uniforme antiproiettile. Come previsto l’atterraggio fu piuttosto brusco, Abel rotolò a terra per attutire l’impatto ma sentì un dolorino alla caviglia destra. Non ci fece caso mentre si rialzò e sparò verso l’individuo, mancandolo di pochissimo mentre si ritraeva dentro il vicolo. Abel lo seguì, avvicinandosi con prudenza all’ingresso del vicolo.

    Di colpo sentì il rumore di un motore che si accendeva e, sporgendosi brevemente dentro il vicolo, vide un furgone che veniva verso di lui. Istintivamente si ritrasse e si chinò, evitando una raffica che uscì dal finestrino anteriore del passeggero nel momento in cui il furgone uscì dal vicolo e girò a sinistra prendendo velocità. Abel ragionò rapidamente sul da farsi: aveva il numero di targa del furgone, che era facilmente memorizzabile. Poteva sparare al portellone per renderlo più facilmente identificabile, oppure poteva aggrapparsi al retro per vedere dove sarebbe andato.

    Kasey Bates
    Astrid rimase sorpresa dalla reazione di Kasey, e, senza distogliere lo sguardo da Mark, disse: “L’effetto che ho creato non sbaglia, è un Esorcismo di Purezza. Un dolore alla testa indica che il bersaglio è…” si fermò davanti allo sguardo completamente terrorizzato quanto sperduto di Mark “consapevolmente corrotto?” concluse con una chiara punta di incertezza nella voce. A quelle parole Stan intervenì dicendo: “Per quel che posso vedere io, Mark non sembra consapevole”, e anche Fraser assentì. La Valchiria restò ferma per qualche secondo, poi, sempre tenendo lo sguardo fisso su Mark, alzò l’arma e la ripose nella fondina.

    “D’accordo” disse a Kasey “mi dispiace di aver agito frettolosamente, ma abbiamo un problema: l’Esorcismo causa dolore solo e soltanto quando incontra Oscura Simmetria. Se… non è consapevole della cosa” e guardò i presenti per cercare nuovamente conferma delle sue stesse impressioni “può essere dovuto a tracce di necromateria, come il residuo lasciato da un Proiettile Oscuro. In altre circostanze… lo attribuirei agli impianti Cybertronic… ma questo non spiegherebbe come mai sia stato influenzato solo lui…” continuò cercando di trovare una possibile spiegazione. “Mi sembra logico, se fosse un problema degli impianti avrebbe colpito tutti noi” replicò Stan, che per prudenza aveva ancora la mano sulla fondina “e soprattutto non avrebbe colpito solo la testa ma tutto il corpo” aggiunse Fraser che non si era perso una parola.

    Mark nel frattempo aveva ripreso a respirare e, pur essendo ancora molto spaventato, aveva recuperato un po’ di colore. Astrid fece un cenno d’assenso ai due e si girò verso Mark con le mani bene in vista per segnalare che non aveva intenzione di nuocergli: “Mark, sono… convinta della tua innocenza, ma se hai tracce di Oscura Simmetria le devo purificare… altrimenti è solo questione di tempo…” e lasciò la frase in sospeso. Mark la guardò ancora molto spaventato, ma aveva compreso le sue parole: fece un respiro profondo e poi assentì. La Valchiria allungò la mano e Kasey vide nuovamente un fascio di luce emergere, simile a quello che aveva visto poco prima con Stan. Ora che era più vicina vide che gli occhi normalmente azzurri di Astrid ora emanavano un’inquietante luce biancastra a partire dalla pupilla.

    Mark si prese nuovamente la testa tra le mani, sforzandosi di non urlare come aveva fatto prima, ma era chiaro che il dolore era estremamente intenso. Durante l’intervento Kasey rifletté sulle possibili implicazioni di quanto aveva appena visto: se qualsiasi altro membro della Fratellanza avesse svolto un’analisi simile non solo Mark sarebbe probabilmente morto, ma sarebbe stata una prova concreta del presunto legame tra la Cybertronic e l’Oscura Legione. Se l’Inquisizione fosse venuta a saperlo, nulla avrebbe impedito uno scontro su larga scala, e i danni alla Corporazione sarebbero stati incalcolabili. Dopo circa un minuto, Mark di colpo rialzò la testa riaprendo gli occhi, il dolore sembrava essere passato di colpo: la luce negli occhi di Astrid svanì e lei gli sorrise per indicare che era tutto a posto e lui fece un lungo sospiro di sollievo. Poi si toccò il naso e si accorse che sanguinava abbondantemente, non solo ma il sangue sembrava mescolato con una sostanza nerastra: “Va benissimo, è normale” spiegò Astrid dandogli il suo fazzoletto di stoffa “è l’organismo che espelle la materia corrotta inerte, lascialo sanguinare e vedrai che si fermerà da solo. E ricordati di lavare subito il fazzoletto” concluse in tono rassicurante.

    Nonostante il tono più tranquillo, Kasey notò che l’intero episodio l’aveva resa notevolmente più nervosa, anche se il suo nervosismo non sembrava diretto ai presenti o all’ambiente. La Valchiria prese una sedia e si mise a sedere, era chiaro che l’operazione l’aveva stancata: “Mark, da ciò che ho percepito c’erano tracce di necromateria all’interno della tua materia cerebrale… o dei tuoi impianti cerebrali. Hai avuto mal di testa di recente?”. Mark rifletté mentre si puliva il naso: “Beh, si, da… un paio di settimane, più o meno… facevo anche sogni piuttosto strani…” e alzò lo sguardo verso i presenti, era chiaro che si sentiva vagamente mortificato di quello che era successo “mi avevano detto che era una reazione normale all’ultimo aggiornamento degli impianti”. Stan e Fraser si scambiarono un’occhiata preoccupata, poi Michael prese la parola: “Allora se non altro sappiamo che il problema è limitato, io ho fatto l’aggiornamento ieri, e… direi che sono a posto…” osservò Astrid in cerca di una conferma “Si” replicò lei con certezza “Se non c’è dolore non c’è corruzione”.

    Fraser prese la parola: “Però è un aggiornamento che sta andando avanti da almeno tre mesi, io sono stato uno dei primi a farlo durante l’ultima licenza che ho avuto prima di questa. Assumendo che… siano tre mesi che… qualcuno sta corrompendo gli impianti…” lasciò la frase in sospeso mentre considerava anche lui le implicazioni. Astrid si rivolse a Kasey e disse: “Capitano, il mal di testa e i sogni di cui parla Mark sono chiari segni che la corruzione si stava diffondendo. Basandomi sulla mia esperienza sul campo di battaglia ci vogliono, più o meno” e la guardò per mettere in chiaro che era una stima piuttosto approssimativa “venti giorni prima che l’Oscura Simmetria influenzi i processi logici. Qui su Luna City probabilmente ci vorrà di più, l’intera città è… irradiata del potere dell’Arte… però tre mesi sono comunque troppi…, anche considerando individui particolarmente resistenti” spiegò alla fine. Kasey fece a sua volta il punto: essendo stata in servizio lei non aveva ancora fatto l’ultimo aggiornamento, che era previsto per dopodomani.

    Megan Reed
    Quando Megan stava per entrare, suonò il telefono dell’ufficio: “Pronto?” disse Yulenkov prendendo la cornetta. “Si, sono io, mi dica… No, non si preoccupi, sono qui per questo…” e Megan vide che stava prendendo diversi appunti “Ah… Ed è un Capitol, giusto?… No, ha ragione, non aveva nessun diritto… Si, capisco benissimo, lei adesso lavora in Medicina Generale? Ottimo, gli parlerò stasera e vedrò quello che si può fare, lei è di turno nei prossimi giorni? Bene, allora veda di passare domani che ne parliamo a voce, e manderò qualcuno in reparto a sorvegliare la situazione… Prego, si figuri… Buona sera anche a lei!” e mentre riattaccava alzò lo sguardo e vide Megan ferma all’ingresso.

    Le fece un distratto cenno di entrare, poi una volta che lei fu dentro l’ufficio le lanciò una seconda occhiata, riconoscendola. Fece una faccia sorpresa, poi disse: “Signorina… Reed, giusto? Cosa ci fa… Beh, prego, si accomodi” disse ricordandosi le buone maniere e facendole segno di sedersi “In cosa posso esserle utile?” disse riformulando la domanda precedente mentre la sua espressione passava dal sorpreso al curioso.

    #7042
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    Abel si presentò dolorante all’imboccatura del vicolo, come aveva previsto, maledicendo il fatto di non esser riuscito di poco a contraccambiare il colpo che aveva ricevuto.
    Quando il furgone gli passò davanti il suo istinto gli suggerì di aggrapparsi al retro per continuare l’inseguimento e scoprire la meta del suo viaggio ma la sua ragione lo fece tentennare: non aveva idea di dove sarebbe andato a finire e c’era la possibilità di trovarsi in minoranza di fronte ad altri nemici armati…non era il momento adatto per rischiare così tanto.

    Quindi puntò la pistola verso il retro del furgone e fece fuoco per identificare con chiarezza il numero di targa non risparmiando qualche proiettile anche per le ruote del veicolo.
    A missione ultimata Abel tornò da Lada… quella mina incendiaria non poteva essere passata inosservata ed era necessario essere lì con lei per eventuali rapporti riguardo l’accaduto.

    #7046
     Ilmarien 
    Partecipante

    MEEME

    La situazione si era calmata e per fortuna nessuno aveva voglia di una sparatoria inutile. Kasey si passò una mano sulla nuca pensierosa. Era felice che Mark si fosse ripreso, ma quella corruzione la preoccupava e molto, lei doveva ancora fare l’aggiornamento e forse sarebbe stato più saggio rimandare per precauzione.

    “Colpisce gli impianti neurali, deve essere qualcosa di mirato. Non mi piacciono i complotti, ma la cosa puzza e puzza in modo losco…” esclamò scuotendo il viso energicamente.
    “I nostri impianti possono essere considerati inumani, ma attirare la corruzione in questo modo non è normale.” Ragionò sul da farsi.

    “Leumann potrebbe saperne di più su simili accadimenti?” chiese ad Astrid perché c’era anche la possibilità che l’omicidio e questa corruzione agli impianti neurali fossero collegati.
    “Stan, puoi fare una ricerca per scoprire se ci sono stati altri casi di corruzione negli ultimi mesi? E poi vai a riposarti, ne hai bisogno.” Dovevano indagare su quella cosa. “Mark, Fraser, riposo anche per voi. Io parlerò con Leumann e poi voglio stendermi. La giornata è stata lunga ed impegnativa per tutti.” concluse.

    ELAN
    Megan era psicologicamente pronta per fare una figuraccia epocale: non aveva idea di cosa dire, cosa fare, come iniziare il discorso… in realtà nemmeno dove voleva che andasse a parare il discorso.
    La sua mente stava lavorando freneticamente, quando Yulenkov ricevette una telefonata, dandole qualche altro preziosissimo secondo per riflettere.
    Con l’occasione, approfittò anche per ascoltare quella telefonata. Poteva voler dire tutto e niente, senza sapere di cosa stava parlando il suo interlocutore, ma tanto valeva appuntarsi mentalmente quello che aveva sentito. In qualche modo, magari, sarebbe potuto tornarle utile.

    Era talmente assorta che quando Yulenkov la notò e la invitò ad entrare per poco non fece un salto.
    “Ehm, sì, salve Signor Yulenkov.”
    Ok, una mezza idea le era venuta, sperava solo di riuscire a mostrare un certo contegno e una certa sicurezza… per lo meno, più di quella che aveva avuto facendo un triplo infarto carpiato.

    Si accomodò prendendosi tutto il tempo necessario e quindi fece un bel sorriso.
    “Le chiedo scusa per essermi presentata qui con così poco… anzi, beh, ad essere sincera senza nessun preavviso.” buttarla sul ridere di solito funzionava sempre.
    “Vede, sto scrivendo un’articolo sull’attuale situazione delle Corporazioni, e dell’impatto che i recenti avvenimenti hanno avuto al loro interno. Mi sarebbe piaciuto moltissimo poter integrare qualche sua dichiarazione, se avesse voluto rilasciarmene una…”
    Generica, gentile, professionale ed educata. Questa era la Megan che conosceva! In fondo, non aveva assolutamente nessun dettaglio da cui partire: doveva assolutamente far parlare lui e, da lì, magari riuscire ad estrappolare qualcosa di interessante.

    Nuovo post per tutti

    Megan Reed
    Yulenkov ascoltò con attenzione le parole di Megan, poi rispose: “Non c’è problema, e anzi fa bene a pubblicare materiale sul personale del Cartello, con tutto il lavoro che fanno e tutti i problemi che hanno avuto di recente un suo articolo sicuramente aiuterà il morale. Personalmente non posso darle notizie troppo positive, tra il personale che viene a mancare e quello che viene licenziato ci sono troppi conflitti intercorporativi e troppo pochi membri del Cartello che possano risolvere la questione o perlomeno calmare le acque. Almeno questa è la situazione nei Memorial e, da quanto ne so, su Luna City” disse facendo il punto della situazione. Fece una pausa per bere un goccio d’acqua, poi proseguì: “Certo, con tutte queste assenze finisce che tutti chiamano me, per cui se non altro sono rimasto piuttosto occupato…” si interruppe mentre la sveglia del suo cellulare suonò improvvisamente “Ah, è ora! Le dispiace accompagnarmi? Devo fare la solita deambulazione quotidiana, da qualche mese a questa parte sto soffrendo di mal di schiena, e stando ai dottori non devo stare seduto troppo a lungo. Non posso permettermi delle protesi, ma almeno posso permettermi di fare delle pause di tanto in tanto” disse prendendo le proprie stampelle e alzandosi. Megan notò che nonostante le sue gambe fossero quasi del tutto inutilizzabili (sembrava muovere un pochino soltanto la destra), si muoveva con sorprendente scioltezza e rapidità. Uscirono dall’ufficio e si incamminarono lungo il corridoio, mentre Yulenkov continuava: “Ah, come sta l’Agente Bahrani? So che era stato promosso” le chiese mentre passeggiavano.
    Abel Brandt
    Abel colpì il furgone in diversi punti, ma purtroppo non abbastanza da rovinare del tutto le gomme, e le pareti del veicolo sembravano particolarmente resistenti ai suoi colpi. Mentre tornava indietro fece il punto della situazione: gli aggressori erano ben organizzati, almeno in tre, con tute militari, fucili ad alta precisione, mine incendiare e furgoni corazzati. Su Luna solo dei corporativi sarebbero stati così organizzati, ora si trattava di capire quali: Abel aveva riconosciuto la marca del furgone, che era Mishima, ma non voleva necessariamente dire perché era una marca molto comune. Cercò brevemente per strada e usando brevemente i suoi poteri dell’Arte ritrovò quasi subito diversi dei proiettili che gli erano stati sparati contro. Erano proiettili per mitragliette automatiche, di taglio generico non identificabile a occhio nudo, ma forse un laboratorio balistico avrebbe potuto dirgli di più. Rientrando nell’edificio Abel notò che c’era una certa confusione, anche se quasi tutti i cittadini Bauhaus si erano messi in difesa con le armi in pugno, aspettando che l’allarme cessasse. Arrivando al quarto piano, Abel vide che Lada aveva preso il controllo della situazione: i soldati erano numerosi e Derek era stato spostato in una sala al centro dell’edificio, senza finestre, dove un ufficiale gli stava medicando alcune contusioni. Alcuni soldati erano intenti a usare gli estintori per spegnere il mezzo incendio causato dalla precedente esplosione. In un angolo, attento e pronto a intervenire, Abel vide che c’era anche Giraud stesso, probabilmente richiamato dal rumore dell’esplosione: “Ah, Herr Brandt” gli disse con un cenno di saluto quando lo vide. Stava per aggiungere qualcosa, probabilmente per chiedere spiegazioni sull’accaduto, quando Lada quasi gli corse incontro, con chiara apprensione: “Abel, tutto bene? Sei ferito?” disse indicando l’uniforme lacerata sulla spalla dove era stato colpito.
    Kasey Bates
    “Ehm, nossignora” rispose Stan un po’ sconsolato “dati simili sono segreti, e non ho l’autorizzazione, neanche lontanamente”. Kasey si fermò un istante a riflettere: la corporazione era estremamente cauta nel diffondere dati simili: c’erano moltissime situazioni in cui una parola sbagliata poteva causare un intervento della Fratellanza su larga scala, onde per cui tutti i dati erano assolutamente riservati. Mentre pensava Kasey si rese anche conto di quanto fosse difficile pensare o anche solo elaborare un concetto simile: era probabile che la programmazione corporativa fosse pensata per impedire ai propri membri di agire contro gli interessi della corporazione stessa, anche indirettamente. “Forse…” disse Mark “potremmo parlarne con Raven, lei potrebbe aiutarci… Però se qualcuno di noi è… corrotto… allora vuol dire che il cyberspazio non è più sicuro…” esitò incerto sul da farsi. “Potremmo contattarla direttamente forse? Ci vorranno un paio di giorni per rintracciarla ma se le parliamo a voce dovremo riuscire ad avvertirla senza mettere in allarme eventuali corrotti…” intervenne Fraser continuando il pensiero di Mark. “In ogni caso direi che l’idea migliore è andare a riposarci” ribadì Stan “non mettiamo in allarme nessuno, e domani ci muoviamo con più calma” concluse. Quando Kasey e Astrid restarono sole, la Valchiria ristabilì la comunicazione e attesero che Leumann le richiamasse “Mi… dispiace di aver creato problemi, non… volevo fare del male a Mark, è solo che… ho l’abitudine a sparare quando sento anche solo l’odore dell’Oscura Simmetria” disse la donna con un tono vagamente mortificato. Kasey però notò un lieve tremito nella sua mano sinistra, evidentemente la situazione l’aveva snervata. Poco dopo Leumann richiamò: “Ecco, ora possiamo parlare. Capitano Bates, io… credo di essere colpevole dell’omicidio di cui si è parlato, ma le cose non stanno come sembrano. Un mio vecchio amico recentemente ritornato a Luna City, un Guerriero Sacro della Fratellanza per essere precisi, mi ha chiesto di incontrare un suo collega che aveva alcuni dubbi e pensava di lasciare il servizio. Ora, non è una richiesta insolita: pensieri simili possono essere genuini oppure essere un segno di corruzione; chiedere a un Mistico come me di esaminare la persona in questione in via ufficiosa prima di rischiare un interrogatorio dell’Inquisizione è del tutto ragionevole. Nell’appartamento dove si sarebbe dovuto trovare questo collega io sono stato attaccato da tre individui: uno era questo mio vecchio amico, il secondo dai movimenti sembrava un Mishima e il terzo era, appunto, questo Cybertronic. Mi avrebbero preso di sorpresa ma… beh, diciamo che ho avuto molta fortuna, ho visto un riflesso strano e mi sono chinato in tempo. Due di loro sono morti, il Mishima è riuscito a fuggire: quando ho riconosciuto il mio vecchio amico tra gli assalitori ho deciso di non riportare l’incidente e di cercare io stesso gli Eretici all’interno della Fratellanza. Astrid, mi dispiace di averti messo in pericolo, pensavo che ti considerassero estranea a tutto, ma evidentemente no…” concluse Leumann alla fine di quella che sembrava in tutto e per tutto una confessione. Kasey fece del suo meglio per monitorare il suo body language, ma non era facile attraverso l’interfaccia: tuttavia il suo tono sembrava sincero.

    #7060
     Elan 
    Partecipante

    Megan sorrise, illuminandosi letteralmente in volto. Forse la sua improvvisata poteva dare qualche frutto.
    Yulenkov, inoltre, era stato e rimaneva una persona piacevole con cui parlare ed un intervista a lui non sarebbe stata poi così spiacevole da fare.
    Prese il suo taccuino per prendere appunti, e iniziò a segnare alcune delle cose che venivano dette.
    “La ringrazio. Alla fine la gente ha il diritto di venire informata, ed è sorprendente di come qualche semplice articolo a volte abbia il potere di risollevare il morale. Anche del banalissimo gossip a volte può fare la differenza.” fece una pausa, riflettendoci un po’. “Per quanto io non riesca assolutamente a sopportare certi articoli!” concluse ridendo.

    Poi assunse un’aria decisamente più professionale, mentre continuava a prendere appunti.
    “Così tante assenze e così tanti licenziamenti però devono essere motivate in qualche modo… c’è qualcosa dietro, oppure si tratta di semplice… rinvigorimento del personale?”
    Aveva scelto il termine con attenzione, per non risultare offensiva, ma far capire comunque cosa volesse intendere.

    Alla proposta di fare una passeggiata, quindi, annuì volentieri. Doveva scoprire qualcosa su di lui e non sapeva cosa… seguirlo – dietro suo invito – era l’occasione migliore che potesse presentarsi nella sua vita.
    “Andrebbe imposto come obbligo, una pausa per una passeggiata a tutti i dipendenti!” esclamò, molto più seria di quanto non avrebbe mai pensato. “Stare seduti ore ed ore ad una scrivania non fa di sicuro bene a nessuno!”

    Era indubbiamente colpita da come Yulenkov riuscisse a muoversi con quella sorprendente rapidità, per una persona nelle sue condizioni. Certo, di sicuro molto faceva l’abitudine, ma non era affatto sicura che chiunque avesse le gambe quasi paralizzate fosse in grado di muoversi… beh, così…
    “Selim sta bene! Anche se devo confessare che convivere con lui sia molto più complicato di quanto avrei mai immaginato!” si fermò, arrossendo per un istante. Non era poi così abituata a sbandierare i fatti propri ai quattro venti.
    “Immagino che con tutti i pasticci che sono successi una promozione fosse il minimo, comunque! Non so di preciso come funzioni tra gli agenti del Cartello, ma ha rischiato la vita più e più volte, se non altro per il semplice sopportarmi!” concluse ridendo, cercando di rendere la conversazione il più colloquiale possibile.

    #7061
     Meeme 
    Partecipante

    “Concordo, riposate e domani penseremo ad un piano d’azione. Eventualmente l’idea di parlare a voce sembra essere la cosa migliore da fare. Ci aggiorniamo dopo qualche ora di sonno!” Ordinò Kasey con un sorriso. Avevano proprio bisogno di quelle ore di calma, era stata una giornata impegnativa e pericolosa.

    Si mise in contatto con Leumann e la situazione da pessima non poteva che peggiorare sentendo le parole del Mistico. “Che bella giornata! Iniziata uno schifo, si prospetta una fine gloriosamente ricoperta di melma.” Disse melma per non dire altro, ma era chiaro cosa intendesse realmente.

    “Quindi mi sta dicendo che la vogliono morto un bel po’ di gente e non sa il perché… dei Mishima hanno attaccato anche noi e questa cosa non mi piace per niente. Ha recentemente fatto dei danni o pestato i piedi a qualcuno di poco raccomandabile?” Kasey si chiese perché diamine il predecessore di Raven si trovava in quella simpatica compagnia di poco di buono. C’era del marcio e non era in Danimarca…

    #7066
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    “Sì, è riuscito a colpirmi ma non mi ha ferito…il giubbotto ha attutito il colpo, avrò solo un bel livido per qualche giorno” disse a Lada con un mezzo sorriso “Voi state bene?”

    Abel si avvicinò poi a Giraud per le dovute spiegazioni: “Cessato pericolo per ora, si sono dati alla fuga con un furgone e non credo che torneranno molto presto…erano in tre ma ben organizzati. Non ho purtroppo capito chi possa averli mandati e gli indizi che ho racimolato sono ancora troppo vaghi ma con un po’di fortuna potremmo risalire ai colpevoli…questi sono i proiettili sparati da loro, studiandoli un po’ si potrebbe scoprire qualcosa di più”
    Abel volontariamente non parlò del furgone Mishima per evitare accuse affrettate, ne avrebbe parlato con Lada in un secondo momento.

    “Derek è in grado di continuare la discussione? In altre situazioni lo lascerei rifiatare ma in questo caso non possiamo perdere molto tempo”

    #7067
     Ilmarien 
    Partecipante

    Kasey Bates
    Leumann sorrise all’osservazione di Kasey sul fatto che fosse una brutta giornata, e si fece pensieroso alle parole del capitano: “No, o per lo meno non più del solito… anzi ultimamente ho fatto ben poco che si possa classificare come ‘pestare i piedi a qualcuno’” replicò Leumann. “Capitano, sarò sincero, sono rimasto colpito da ciò che lei e… Stanford mi pare?” disse cercando di ricordarsi il nome “Dicevo, sono rimasto colpito da ciò che avete fatto per aiutare i civili coinvolti e salvare delle vite messe in pericolo prima di tutto da Eretici che la Fratellanza non era riuscita a scoprire. Avevo un’opinione piuttosto… rigida sulla Cybertronic… prima di quegli eventi, prima… dei Guardiani delle Libere Nazioni” fece una pausa, chiaramente non era facile per lui ammettere di aver avuto torto. “Negli ultimi tempi sono stato molto attivo per le Corporazioni stesse, ho cercato di facilitare le interazioni corporative qui su Luna, più che altro a beneficio dei più poveri o del Cartello. Mi spiego: intorno a ogni Cappella della Fratellanza ci sono organizzazioni, volontari. Sono in genere brave persone, che cercano di procurare a tutti da mangiare: spesso le Corporazioni si approfittano della situazione se c’è un monopolio, ma se più Corporazioni sono coinvolte in genere le cose migliorano per tutti” fece una pausa sperando di essere stato chiaro “si tratta di un lavoro pieno di frustrazioni, ma non mi dispiace perché non ci sono molti rischi e mi lascia comunque il tempo di occuparmi di persone all’interno della Fratellanza, tra cui anche tu, Astrid” concluse.

    “Ora, data la mia posizione di Mistico, ho fatto questo lavoro meglio di molti altri, in genere sono Missionari quelli che si occupano di cose del genere” proseguì “L’idea di aver pestato i piedi a qualcuno è… valida, però chi? È qualcuno che è in grado di manipolare sia la Cybertronic che la Mishima che la Fratellanza” concluse infine. “L’Oscura Legione?” suggerì Astrid “mi sembrano gli unici che possano tranne vantaggio da tutto questo casino, specialmente considerando…” e tacque un istante guardando Kasey “recenti complicazioni” disse semplicemente, non sapendo se Kasey intendesse informare Leumann di quello che era successo. Kasey rifletté che se il predecessore di Raven fosse stato corrotto come Mark, poteva benissimo aver partecipato: i Mishima erano in questo probabili alleati di convenienza. I Mishima di Venere e di Mercurio non erano formalmente affiliati alla Fratellanza, avevano un loro credo, ed era forse più facile che tra di loro si nascondessero degli Eretici.

    Megan Reed
    “Immagino che non sia facile, qualcuno come lui deve averne passate fin troppe” commentò Yulenkov “Comunque vi auguro ogni bene, la felicità è fin troppo rara di questi tempi” aggiunse con una nota cupa nella voce. Riguardo il personale, sospirò e disse: “Mah, ne parlo con lei perché so dei suoi rapporti con il Cartello, normalmente sarei reticente a discuterne con un giornalista. Negli ultimi tempi molto personale è stato spostato, trasferito o semplicemente è venuto a mancare. In parte nel Cartello stesso, ma è un problema generale delle Corporazioni: mi spiego, io tre mesi fa avevo qualcosa come una cinquantina di contatti Corporativi. Sono persone che chiamo se c’è qualche problema TRA le corporazioni, allo scopo di risolvere eventuali attriti sul nascere” mentre parlavano erano giunti davanti alla macchinetta e Yulenkov si fermò per prendere alcune Corone e prendere una bottiglietta d’acqua. “Posso offirle qualcosa?” le chiese gentilmente il funzionario indicando la selezione di acqua, Capitol Cola, Capitol Tonic, Capitol Eagle Tea e caffè solubile Capitol.

    “Dicevo, sono persone che, pur avendo generalmente un’identità specifica che sia Corporativa o Indipendente, lavorano trasversalmente nel mercato intra-corporativo, oliando gli ingranaggi, per così dire. Ora di questi circa cinquanta me ne sono rimasti…” si fermò un attimo a contare mentre raggiungevano la piccola serra prensile in fondo alla scala, una saletta molto ben illuminata e riscaldata artificialmente in cui crescevano alcune piante, probabilmente utili a scopo medico. Yulenkov si fermò ad annusare il profumo dei fiori con un sorriso, poi concluse dicendo “sette, e ho paura che si ridurranno a sei se quell’irresponsabile di Seb non si fa sentire. Capisce cosa intendo? E le Corporazioni in genere assumono qualcun altro, ma il sostituto non sempre ha i contatti o l’esperienza sul campo, e questo complica enormemente il mio lavoro…”. Mentre parlava si era fatto sempre più distratto, guardandosi distrattamente in giro. “Strano, oggi non c’è la guardia… in genere la trovo sempre qui…” disse vagamente crucciato.

    Abel Brandt
    “Tutto a posto!” disse Lada chiaramente sollevata dalla notizia che Abel stava bene. Aveva l’uniforme scurita in alcuni punti, ma niente di più serio, la lontananza dall’esplosione e l’ambiente relativamente aperto avevano smorzato l’effetto meccanico della mina incendiaria. Giraud ascoltò tutto con sguardo crucciato: “Si intende che avete la mia piena collaborazione in questa faccenda, ho già detto al tenente di venire da voi se scopre qualcosa ed eventualmente di seguire i vostri ordini se ci sono sviluppi. Vi sarei grato se mi tenete informato” aggiunse in un secondo momento. Era una semplice dichiarazione ufficiale ora che erano in pubblico davanti ai suoi dipendenti, eppure era chiaro ad Abel che Giraud era molto preoccupato per i propri dipendenti e avrebbe voluto lui stesso partecipare all’indagine. “Oh, Derek è pronto a parlare, gli ho già anticipato di controllarsi perché gli avresti voluto fare un paio di domande, è nello sgabuzzino delle scope, l’unica stanza senza finestre” spiegò Lada mentre lei e Abel si congedavano da Giraud. Derek era seduto su un secchio rovesciato, ancora sotto shock per quello che era successo, ma non appena vide Abel cercò di fare del suo meglio per darsi un contegno. Tuttavia le sue mani continuavano a tremolare, era chiaro che non aveva preso bene la morte del suo collega.

    #7071
     Meeme 
    Partecipante

    Kasey si massaggiò la nuca pensierosa.
    “Lieta di sapere che io e Stan abbiamo migliorato il giudizio che aveva della nostra gente! La verità è che non ci piacciono le stragi immotivate e soprattutto se non difendiamo la gente noi che siamo soldati e che sappiamo cosa vuol dire la sofferenza… beh… non so chi altro dovrebbe farlo.”
    Lei aveva un cuore d’oro e lo sapeva, era il suo punto debole, ma non poteva farci nulla.

    “Dobbiamo trovare chi ha tentato di ucciderla, Leumann, solo questa gente potrà scagionarvi e di fatto risolvere il nostro caso di omicidio. Possiamo partire cercando di identificare il mishima che l’ha assalita, oppure risalire al simpatico tipo che ci ha attaccati oggi.” Guardò Astrid e raccontò a Leumann quello che era successo.
    “Mi dispiace per i veterani. Ho provato a salvare tutti, ma a volte non è possibile.” concluse seriamente dispiaciuta.
    “Dobbiamo trovare degli indizi sugli Eretici che vi hanno attaccato, risalire al mandante o a qualsiasi cosa ci sia dietro.”
    Ma adesso voleva solo riposare perché era molto stanca.
    “E devo anche parlare con Stan, ha rischiato di morire oggi ed ho davvero temuto il peggio per lui…”

    #7076
     Elan 
    Partecipante

    “Fortuna sua ha trovato una capacalda capace di tenergli testa!” esclamò Megan con orgoglio, scherzando un poco. “O forse… sfortuna sua. Beh, immagino che dipenda dai punti di vista!” rise divertita. Selim probabilmente l’avrebbe ammazzata se avesse saputo di come si era messa a chiacchierare dei fatti loro. Ma Yulenkov non era una cattiva persona, e magari gli avrebbe fatto bene ridere un po’.

    Tuttavia, i suoi discorsi la incupirono un poco.
    “Sembra tutto molto… sospetto.” esitò un poco, perché non le veniva il termine adatto. “Voglio dire, immagino che una malattia, o peggio, possa sempre capitare, così come trasferimenti… ma tutti insieme!”
    Scosse la testa.
    Aveva accettato di buon grado un Tea, ma ancora non lo aveva bevuto, troppo assorta in quello che le veniva raccontato. Aveva persino smesso di prendere appunti per un attimo, perché si trattava di una cosa davvero troppo assurda.
    Certo, non sembrava avere connessioni con Pryce. Però non si poteva mai sapere.
    “E immagino che lasciarvi a corto di personale possa causare non pochi problemi…” scosse la testa.
    Che ci fosse qualcuno dietro a quella faccenda? Magari avrebbe potuto chiedere a Selim se ne sapeva nulla, o se aveva notato anche lui qualcosa di strano.

    Era completamente assorta in quella storia, comunque, tanto che quando Yulenkov accennò alla guardia sparita per un attimo non ci fece nemmeno caso.
    Solo dopo un attimo scosse la testa e si guardò in giro.
    “Potrebbe essere in pausa, o essersi spostata?” domandò, guardinga. “Possiamo andarla a cercare, eventualmente…”

    #7081
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    “Certamente, Monsieur Giraud, faremo tutto il possibile per trovare i responsabili dell’attacco” rispose Abel prima di congedarsi e procedere con Lada verso il nuovo rifugio di Derek.

    “Chissà magari questo attentato gli toglierà un po’di nervosismo e lo farà parlare un po’più liberamente con noi…” disse a Lada prima di fermarsi davanti alla porta dello stanzino e ritornare per qualche secondo a quello che era avvenuto in strada “Non l’ho ancora detto a Giraud per non fargli venire in mente strane idee, per quanto sembri equilibrato, ma so per certo che il furgone era un Mishima…fin troppo generico ma almeno è qualcosa.Se riuscissimo a organizzare una ricerca su questo tipo di furgone, tra l’altro con un bel po’di sforacchiature sulla parte posteriore, sarebbe ideale che ne dici?”
    Sarebbero stati enormemente fortunati a trovarlo così ma tanto valeva provare.

    Entrò poi nello sgabuzzino delle scope e con tono quasi amichevole si rivolse a Derek: “Derek, so cosa stai provando in questo momento e non voglio renderti tutto più difficile ma quello che è appena accaduto non è successo per caso…i documenti che potevamo prendere sono ancora integri ma l’obiettivo di quelli là fuori eravate voi due, soprattutto Mihai” disse con tono calmo ma convincente “se vuoi che la morte del tuo amico venga vendicata mi devi dire qualsiasi fatto sospetto sia successo nell’ultimo periodo, anche ciò che lui stesso ti ha detto ma che ci stavate tenendo nascosto, non possiamo perdere altro tempo. Inoltre ti garantiremo tutta la protezione necessaria finché tutta la vicenda non si sarà conclusa…che cos’hai da perdere ormai?”

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