N7 Terra

Questo argomento contiene 444 risposte, ha 7 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Meeme 5 anni, 9 mesi fa.

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  • #4175
     Meeme 
    Partecipante

    CORALIE BLANCHARD
    “E come ha fatto a ridursi così, la tuta non ha assorbito i danni da esplosione?” domandò Liu e senza aspettare una risposta continuò sorpresa. “Aspetta… lo ha fatto per proteggere due primitivi inutili come voi?” non lo aveva detto in modo offensivo, ma solo ovvio. “Questo è interessante, Destroyer è indottrinato per sopravvivere alle ostilità e portare a termine le missioni. Salvarvi a costo della vita va oltre la sua programmazione. Devo dirlo a Demolisher e deciderà lei cosa fare di lui…” Sembrava sinceramente sorpresa da quello sviluppo e le sue parole molto serie. “Non sente nulla dentro la vasca, è in coma e le sue cellule si rigenereranno grazie ad essa. Tornerà nuovo come prima, non ti preoccupare.” disse osservando anche lei il Clone che dormiva nella vasca. “E non sognano, se te lo stai chiedendo, ma puoi parlargli se pensi possa aiutarlo.” sorrise e sghignazzò di fronte alla reazione di lei alla sua canzonatura.

    “Oh, sei arrossita? Dimmi che sei arrossita!” Shadow si stava divertendo tantissimo. “Siamo soldati, ragazzina. Conosciamo la morte da vicino e preoccuparsi non serve a nulla. Siamo addestrati a questo genere di stress, capisco che per voi sia tutto terrificante, ma noi siamo diversi.” le spiegò seria. “Sicura che non ti piaccia il Clone? Questo sarebbe un evento di cui parlare altro che preoccupazione! Tecnicamente ai Cloni è vietato accoppiarsi, ma tu non fai parte della nostra società, sarebbe come arginare questa regola!” commentò nascondendo le labbra con la mano mentre ghignava. “Vai a parlare con tuo zio, convincilo ad allontanarsi il più possibile da Parigi ed andrà tutto bene!” le disse con un cenno della mano. “Dopo potrai tornare da Destroyer, lui non scapperà davvero ridotto in queste condizioni!” rise allegra. “Demolisher disapproverebbe questo tuo interesse per lui, ma io sono dalla tua parte! La nostra è una missione senza ritorno ed un po’ di divertimento farebbe bene a tutti!” concluse tutta allegra.

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    #4176
     Elan 
    Partecipante

    “Stava proteggendo noi con la tuta…” spiegò Coralie a bassa voce, ma senza troppa convinzione visto che Shadow sembrava aver già capito.
    Ormai si stava abiutuando a sentirsi chiamare “primitiva inutile”, sapeva che non lo dicevano con cattiveria, e per questo non si offese alle parole della ragazza. Anzi, la sua improvvisa serietà la incuriosì e la inquietò un poco.
    “Non… non è una cosa brutta…” disse, un poco esitante. “Voglio dire, so che per voi non siamo importanti, ma salvare una vita è sempre una cosa bella!”
    Cercò di sorridere incoraggiante. Non aveva mai parlato molto con Liu, ed anche se il suo atteggiamento era vagamente inquietante non sembrava realmente cattiva.
    Non completamente, almeno…
    “Insomma, almeno qui nel nostro tempo non è una cosa così brutta!” stava cercando di scherzare, se non altro per calmarsi un poco, ma sembrava un’impresa impossibile.

    “Preoccuparsi però a volte serve ad evitare morti inutili… so che siete soldati, ma non tenete a nessuno? Non avete paura che le persone che conoscete muoiano?” scosse la testa. Era un mondo, il loro, che forse non avrebbe mai veramente capito, ma era veramente curiosa.
    “Immagino che essendo addestrati alla guerra siate pronti a perdere persone care ma… non avete paura di quando succederà?”
    Stava riuscendo a calmarsi un poco, in fondo tutti quei discorsi le tenevano la mente impegnata su altro, ma alle successive parole della ragazza questa volta arrossì sul serio. Sembrava provare un divertimento quasi sadico nel metterla in imbarazzo!!
    “Non… credo che non capirò mai la vostra società. E’ strana…” disse alla fine, cercando di cambiare discorso anche se rossa in volto ed estremamente a disagio.

    Però su una cosa Liu aveva ragione, nonostante il suo umorismo così cattivo: era meglio che andasse a parlare con suo zio. Almeno avrebbe evitato le battutine di Liu per un po’ di tempo…
    Annuendo alla ragazza, quindi, lanciò un’ultima occhiata al Clone nella vasca di rianimazione, come se fosse restia ad allontanarsi davvero, prima di andare da suo zio.
    Convincerlo a lasciare Parigi, ora, forse sarebbe stato ancora più difficile.

    #4179
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    William non guardò nemmeno quello che capitò al fratello e Colin mentre venivano massacrati da Liu… era troppo impegnato a cercare di trovare un modo per stendersi senza sentirsi trafitto da decine di coltelli… Non riusciva a rendersi conto di come fosse stato possibile che prendesse così tanti colpi in così poco tempo. L’unica cosa di cui era certo era che quella tuta, nonostante tutto, funzionava, perché era evidente che senza di quella, con tutto quello che aveva subito, avrebbe avuto più di qualche osso rotto.

    Una lezione l’aveva di sicuro imparata: era meglio evitare il più possibile il contatto fisico, e rimanere sulla distanza. Non era in grado di affrontare in corpo a corpo un avversario in allenamento, figurarsi in una lotta reale.

    Alla fine riuscì a mettersi a sedere, e quando Valentina lanciò quella specie di sacco, tutto il suo intervento fu guardarlo compiere una parabola fino a cadere a terra al suo fianco, e gonfiarsi da solo a creare una specie di tenda. Aveva dimestichezza con quel tipo di struttura, date le sue origini, e sorrise nel vedere che nonostante tutto alcune cose della sua gente non erano state perse nel lontano futuro.

    Era indeciso se strisciare dentro e crollare addormentato, sperando che il sonno lenisse il dolore.

    Alla fine però decise di fare un tentativo “Valentina, non credo di essere in gran forma, ma proprio per questo credo che qualche consiglio da qualcuno di meno sadico possa essere d’aiuto…”

    Si tirò in piedi a fatica “Da dove cominciamo?”

    #4181
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    Colin le aveva prese, come ampiamente previsto, aveva cercato di sfruttare il pestaggio di William per capire come difendersi o almeno di non prenderne troppe ma all’atto pratico Shadow era troppo veloce per poter pensare ad una tattica difensiva e quindi si dovette rassegnare a convivere coi lividi per più di qualche giorno ed era una fortuna indossare quelle tute.

    “William sta molto simpatico a Shadow…per fortuna non le ho detto che so della sua vecchia storia con Everton, probabilmente non sarei sopravvissuto” pensò quasi sollevato mentre il suo sfortunato collega americano si prendeva la seconda parte di randellate.

    Quando rimasero da soli con Demolisher a Colin venne la tentazione di rifugiarsi nella tenda, anche se non sapeva quanto comodo sarebbe stato lì dentro e se sarebbe riuscito a riposarsi, ma per quanto fosse stanco era conscio di dover sfruttare tutto il tempo libero che aveva pur di imparare a sopravvivere quindi si rialzò pronto a ricominciare “Se ci spieghi qualche tecnica senza malmenarci, come ha fatto la tua amica, allora hai tutta la mia attenzione…credo di non poter più tollerare altre botte per oggi”

    #4182
     snow 
    Partecipante

    Diciamo che quella in cui si trovava Peter era una situazione strana. Solitamente era lui quello tosto che si lanciava in difesa di qualche ragazza in difficoltà, nella speranza di riuscire a mettersi in mostra e far colpo sulla malcapitata…
    Queste invece erano veramente toste! Era lui quello rimasto affascinato e rapito dalla durezza e abilità che mostravano le donne soldato che avevano conosciuto nell’ultimo periodo.
    Quando Valentina gli si avvicinò per correggere la sua posizione di tiro e Shadow fece quella battuta di spirito Peter si sentì veramente imbarazzato. In effetti era rimasto colpito da quella ragazza fin da quando l’aveva vista la prima volta mentre indietreggiando verso l’Event Horizon falciava nemici con una precisione degna del miglior tiratore che lui avesse mai visto in opera.
    Anche Liu aveva dimostrato un’abilità nel combattimento corpo a corpo che andava contro le leggi della fisica. La facilità con la quale aveva abbattuto prima William e poi lui e Colin aveva dell’incredibile. Come poteva un corpo così esile sprigionare una forza così incredibile era per Peter un mistero a cui non sarebbe mai riuscito a dare una spiegazione.

    Peter pensò che forse Valentina sarebbe stata più “delicata” di Liu e allora decise di approfondire le sue conoscenze del corpo a corpo, anche se temeva che avrebbe fatto bellamente un’altra tremenda figura come il fratello poco prima…

    “Se non ti dispiace Valentina, anche io preferirei che tu mi insegnassi qualcuno dei trucchetti di cui parlavi poco fa.
    Riposati un pochino fratello, ora tocca a me prendere la mia giusta razione di pedate. Liu si è un po’ trattenuta con noi. Voglio vedere se Valentina riesce a riallineare le cose”

    Sapeva che si sarebbe pentito di quello che aveva detto.
    Peter strizzò l’occhio alla ragazza prima di mettersi in posizione…

    • Questa risposta è stata modificata 7 anni, 6 mesi fa da  snow.
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    #4186
     Deoris 
    Partecipante

    Celine ragionò in fretta. ” Non c’è tempo per creare una protezione per tutti, rischieremmo di rimanere bloccati a subire l’attacco.” Immaginava che Paladin e Fury non avrebbero apprezzato il suo gesto, forse nemmeno condiviso, ma per lei la servitù era una specie di indistinta platea delle loro vite di cui ricordava bene solo qualche volto e per quanto affezionata a loro era convinta che il nemico sarebbe arrivato alla stessa conclusione.
    ” Sono sicura che se li convinciamo a fuggire se la caveranno, non fanno parte della famiglia ed Everton sicuramente lo sa. Dobbiamo recuperare ancora mia sorella e mio padre, saranno loro i prossimi bersagli se viene a sapere che stiamo già proteggendo mio fratello!”

    Si rivolse a Viktor ” Non ho tempo di spiegarti, ma fidati di me, è pericoloso restare qui. Lascia alla servitù l’ordine di evacuare la casa, dobbiamo raggiungere papà ed Edith!”

    #4187
     Meeme 
    Partecipante

    CÉLINE RENOIR
    “Céci, io mi fido di te, ma questa è follia! Cosa sta succendendo?” Viktor si stava spaventando così Paladin decise di renderlo inoffensivo con una leggera scarica elettrica. “Ti chiedo scusa per tuo fratello, ma se non ci sbrighiamo arriveranno ad ondate!” spiegò caricandosi Viktor sulle spalle. Fu costretto a sedare anche la moglie di Viktor che aveva preso ad urlare peggio di una scimmia e si caricò anche lei sulle spalle a modo di sacco di patate. “Belle queste riunioni di famiglia, per fortuna io sono orfano!” disse alzando gli occhi al cielo e ordinando alla servitù di allontanarsi dalla casa. “Fury… spaventali un po’…” domandò e la ragazza biotica annuì felice di manifestare i suoi poteri assurdi. Creò una sorta di enorme buco nero che prese a risucchiare parte del mobilio e bastò a far fuggire terrorizzati i servi della casa. “Le buone maniere ottengono sempre risultati migliori!” commentò allegro Paladin mentre buttava i due coniugi sul sedile posteriore dell’auto. “Prossima fermata, tua sorella ed i tuoi genitori!” esclamò e Céline guidò il più velocemente possibile verso la casa paterna.

    Lì la situazione sembrava peggiore, c’erano state delle esplosioni ed i corpi della servitù erano stati abbandonati in pose grottesche sul pavimento della dimora. Fury creò una bolla di potere in modo da proteggere Paladin e la giornalista in modo da cercare dei superstiti. I mobili erano stati fatti saltare in aria e l’odore di sangue e di interiora bruciate era fortissimo. “Merd*…” mormorò John analizzando il complesso. “Non ci sono superstiti…” sussurrò Fury mantenendo la concentrazione sulla bolla. “Deve averli massacrati nel sonno, la servitù ha tentato la fuga, ma Everton li ha fatti a pezzi tutti. È un mostro… Shadow ha ragione a volerlo morto!” Fury era molto vivace e si scaldava subito mentre Paladin manteneva un controllo invidiabile. “Dobbiamo allontanarci, potrebbero tornare…” suggerì John guardando Céline con sguardo comprensivo.

    COLIN, PETER e WILLIAM
    Valentina sorrise. “Shadow non è sadica, è solo… sciroccata… Temo che i mesi di internamento abbiano inciso sulle capacità comportamentali in gruppo.” Era un buon modo per dire che Liu era praticamente pazza. Stava per aggiungere altro quando Shadow li raggiunse tutta allegra. “Destroyer si riprenderà, ha superato la sua programmazione rischiando di morire per proteggere Coralie e suo zio. I Sapienti cosa suggeriscono in casi come questi?” Shadow non era molto empatica, diceva quello che pensava senza filtri e priva di quella compassione che ci si sarebbe aspettati da una giovane madre. “La procedura prevede un reset del cervello… ci mancava solo questo. Ci penseremo domani quando saremo più lucidi ed anche Paladin, Fury e Slayer saranno tornati.” sospirò Demolisher stanca.

    “Ah… l’infermierina Coralie si è innamorata di lui, credo. L’ho fatta arrossire! Cosa si fa in questi casi? Voi Sapienti avete un codice di comportamento anche per questo oppure la vostra idea di amore è flirtare con qualcuno insegnandogli a sparare?” continuò Shadow sghignazzando e fissando prima Peter e poi Valentina. “Mi rimangio quello che ho detto su di te! SEI UNA SADICA BASTARDA!” esclamò Valentina alzando gli occhi al cielo mentre Shadow continuava a ridere allegra. “Vado a riposare! È stato divertente malmenarti, William… sei soffice, ma resistente per un terrestre.” sorrise pericolosa e si allontanò fischiettando allegra. Valentina scosse il viso sconsolata ed insegnò ai tre, senza farli stancare nuovamente, qualche tecnica per proteggersi le parti molli in caso di attacco ravvicinato. Parare e proteggersi, mostrò loro lentamente quello che dovevano fare, ma suggerendo di usare le granate in caso di vero pericolo perché più efficaci contro Everton. “Ora andate a riposare, domani sarà un altro lungo giorno di allenamenti.” suggerì con un sorriso tranquillo invitandoli a dormire qualche ora. “Dormire pure tranquilli, il perimetro è sicuro e non ci saranno altre sorprese questa volta.”

    CORALIE BLANCHARD
    “Ho un figlio di quattro anni, Sam… tengo a lui, ma preoccuparsi sarebbe inutile. È rimasto nel futuro e se non avremo successo sarà tutto inutile. Macellare quel bastardo di Everton resta la via più sicura per proteggerlo e se avrò l’occasione strapperò il cuore a quel figlio di puttan*.” disse Shadow con la solita sadica allegria che la contraddistingueva.
    “Stai continuando ad arrossire, lui ti piace sul serio!” cambiò argomento per tornare su qualcosa che la faceva divertire.
    “Non vedo l’ora si svegli per vedere la sua faccia quando scoprirà che sei innamorata di lui! Varrà il viaggio nel passato ed anche la missione pericolosa!” rise ancora allegra.
    “Tieni, questo dovrebbe guarire la pelle di tuo zio. Everton mangia le cellule delle persone di cui vuole assumere le sembianze. È una sorta di mimetizzazione avanzata rispetto a quella che utilizzo io. Servono pochi frammenti, ma lui è uno stronz* e vuole causare più dolore possibile nelle vittime.” Le lanciò uno strano oggetto che aveva visto usare sui feriti dell’esplosione e poi la lasciò da sola con suo zio tornando da Demolisher e gli altri.

    “Cori… chi sono queste persone e dove siamo?” Si guardava intorno spaesato osservando l’Event Horizon con occhi sgranati. “Dobbiamo andare via da qui ed in fretta. Quel mostro potrebbe raggiungerci, sali in auto ed andiamo a prendere quello che si è salvato in casa. Alloggeremo in qualche albergo in attesa di sviluppi della polizia.”

    PENTESILEA MAREGA
    “Un gruppo politico in contrasto con il potere assoluto dell’Imperatrice spingeva per ottenere il comando dei pianeti. L’Imperatrice di allora li lasciò liberi di esprimersi perché aveva il popolo dalla sua parte, ma una frangia più estremista non si accontentò delle briciole e si rivolse ai Cloni creati da poco per svolgere lavori di fatica. Gli impiantarono queste bombe e lanciarono un proclama. Non ci fu modo per impedirlo… L’uomo dietro il genocidio si faceva chiamare Olon il Liberatore e quando venne catturato subì la peggiore delle morti…” raccontò stringendo i pugni. “Venne fatto a pezzi lentamente mentre era ancora in vita, ogni pietà era scomparsa dal volto dell’Imperatrice, dicono che lui fosse il suo amante tradito, ma il popolo immagina storie perché non riesce a spiegare tutta quella violenza.” Le spiegò con un sorriso galante.

    “Ammetto di trovarmi più a mio agio in guerra che a corte, preferisco appianare le divergenze con un buon combattimento, ma conosco il potere delle parole e so che la pace è illusoria. Preferisco la prosperità alla pace, proteggere il mio popolo, la mia Imperatrice e mia sorella minore, futura Imperatrice.” a quanto pareva il trono non si tramandava al maggiore dei figli come per loro.

    “I tramonti, nel mio pianeta, sono rossi accesi con un sole immenso e luminoso; la vegetazione è fitta e verdeggiante con colori brillanti proprio come i gioielli del vostro mondo. L’acqua è azzurra e luminescente e viviamo a stretto contatto con grandi felini ed altri animali simili ai vostri gatti, ma completamente neri e possenti. Fa molto caldo e le piogge sono rare, ma durano per molti mesi. Abbiamo alberi centenari e tra le loro radici seppelliamo i nostri morti così possiamo parlargli quando ci serve la loro saggezza.” Sembrò allontanare la mente durante il racconto. “La Terra è priva di questo elemento, è presente solo nel mio pianeta ed in quello di Fury. Credo che semplicemente alcuni uomini sono destinati alla grandezza, mentre ad altri spetta l’oblio.” concluse facendo cenno a 1812 di analizzare il tracciato.

    “Avete così tanta paura di innamorarvi, mademoiselle?” le domandò diretto. “Siete coraggiosa, ma temete l’amore. È così terribile innamorarsi di qualcuno in questo vostro mondo?” sembrava che per loro la questione fosse molto più semplice. “Mi piacerebbe ascoltare altre storie se a voi fa piacere raccontare.” le disse gentile osservandola e studiando la sua maschera. “L’astronave emette delle vibrazioni che 1812 è in grado di rilevare, ma ci vuole tempo e nel mentre sto studiando i punti migliori in cui Demolisher potrebbe piazzare le cariche esplosive in caso di fallimento ed annientare tutta Parigi. Se siete stanca l’invito a portarvi in braccio è ancora valido e faremo prima. Riposeremo qualche ora e poi torneremo dagli altri il giorno dopo, so che è sconveniente per una mademoiselle passare la notte nelle fogne con un uomo di colore per giunta, ma avrete una tenda tutta per voi e la mia parola che rispetterò la vostra privacy.” le spiegò allegro perché un po’ trovava assurda quella situazione.

    #4198
     Elan 
    Partecipante

    Coralie fece un sorriso stanco e scosse la testa alle parole di Shadow.
    “Sono… modi di vedere diversi. Credo che non potrei mai abituarmi a come pensate nel futuro. Abbandonare in questo modo vostro figlio è… strano.” aveva cercato una parola adatta, ma ‘strano’ era davvero quella che meglio si adattasse. “Ma quantomeno posso assicurarvi che condividiamo l’antipatia per Everton.”
    Odiava il terrorista, per ciò che aveva fatto, che stava facendo e sicuramente avrebbe continuato a fare a Parigi. Non aveva scrupoli, ed il suo atteggiamento era quello dei peggiori cattivi delle storie di avventura.

    Quando però Liu tornò a canzonarla riguardo Destroyer, scosse la testa con decisione.
    Doveva essere rossa come un peperone, ma le concesse un piccolo sorriso, perquanto imbarazzato.
    “E’ solo che siete così… espliciti! Forse è una cosa comune nel futuro, ma qui non siamo abituati a parlare di certe cose tanto liberamente!” esclamò con voce un po’ più acuta di quanto avrebbe voluto.
    Shadow la metteva terribilmente a disagio, era brutale e diretta nel modo di parlare, e sembrava provare un macabro divertimento nel metterla a disagio.
    Tuttavia la ringraziò quando le diede lo strano oggetto per curare suo zio, e ascoltò con attenzione la spiegazione sul perché Everton avesse agito in quel modo.
    “Anche voi quindi potete assumere l’aspetto di chiunque desideriate?” domandò incuriosita, prima che la strana ragazza la lasciasse da sola.
    Si chiedeva davvero come una simile pratica fosse accettata nel futuro: si trattava di una cosa a suo avviso estremamente pericolosa! Cosa avrebbe impedito a chi ne era in grado di assumere l’aspetto di qualcuno di importante?

    Però accantonò quei pensieri quando arrivò da suo zio. Era pieno di domande, come prevedibile, e lei non sapeva che risposte potergli dare.
    Si occupò di medicare la sua ferita, rimanendo in silenzio mentre lui parlava, e alla fine scosse la testa sospirando e sedendosi vicino a lui.
    “Zio, quell’uomo che è entrato in casa nostra è… è un pericoloso criminale.” cercò di spiegare “E questi uomini sono una squadra speciale che gli sta dando la caccia.” alla fine non era una bugia, stava solamente evitando di rivelare tutti i dettagli con precisione.
    “Mi hanno offerto la loro protezione, e sarò al sicuro finché rimarrò con loro, ma tu devi lasciare Parigi. Quell’uomo è terribilmente pericoloso e cattivo, e potrebbe cercare di farti ancora del male solo per cercare di colpire me, come questa sera.”
    Gli sorrise, dandogli un bacio sulla guancia.
    “Non ti preoccupare per me, starò bene! Ma devi promettermi che andrai da qualche parte al sicuro, in Inghilterra magari! E non tornare a casa, quel pazzo potrebbe controllare la zona nella speranza che facciamo proprio questo!”
    Si rendeva conto che per suo zio doveva sembrare tutto assurdo, ma poteva solo sperare che si fidasse di lei e la ascoltasse, lasciando Parigi.

    Quando lui fosse andato via, sarebbe tornata nell’altra sala. Forse era stupido, ma non voleva lasciare da solo Destroyer finché non si fosse svegliato…

    • Questa risposta è stata modificata 7 anni, 6 mesi fa da  Elan.
    #4220
     Rilwen 
    Partecipante

    Pentesilea restava ad ascoltare quelle parole in silenzio. Solo chi l’avesse guardata bene in volto, chi avesse conosciuto bene quegli occhi avrebbe visto l’entusiasmo, il desiderio di infrangere limiti che le erano stati imposti, e per troppo tempo. Lui parlava di quel mondo, e l’immaginazione di lei fuggiva, come se fosse stata posseduta quasi.
    “Mi piacerebbe vedere il vostro mondo. Il vostro universo. Vostra sorella e vostra madre. Non credo di poter immaginare nulla di ciò che mi state descrivendo. Avete la musica, l’arte, la letteratura?”
    Perché forse un mondo senza nulla di quello non era un mondo che valeva la pena desiderare. Amava l’arte, ed era anche grazie all’arte che sopravviveva, in qualche modo. Si estraniava, quando le facevano male, diventava la principessa delle Amazzoni, e non c’erano magnati o ricconi o approfittatori che l’avrebbero colpita nel cuore e nel corpo.
    “Ma il genocidio, la violenza e la follia per sempre accompagneranno l’essere umano? E’ questo che mi dite? Non ci sarà mai fine, non ci sarà mai pace? L’uomo non sarà stanco di stragi?”

    Un uomo che non migliora, che non evolve, che vive come dovrebbe non è degno di essere uomo.
    “A volte può fare ben più male una penna che un pugno., rispose poi a fil di voce, non voleva alterarlo o dire chissà che cosa, ma la violenza nemmeno per la Regina delle Amazzoni è l’ultima risorsa.
    “Se volete… Non sono stanca.”
    Poteva camminare ancora un po’, davvero. Forse era solo l’adrenalina, o forse aveva paura che, una volta fermati, una volta addormentata, si sarebbe risvegliata nella stessa, solita, noiosa realtà.
    “C’era una volta una principessa. Il suo nome era Tessalonica ed era sorella del più grande re del mondo antico.”, riprese con tono lontano, mentre schivava sassi per terra e pozze di fango e chissà che altro. “Lei lo amava, lo amava come fratello e forse come uomo, ma lui l’aveva lasciata sola nel loro regno per andare ad esplorare il mondo e conquistarlo. Lei era solo sua sorella, ma aveva un dono. Da quando era fanciulla le sirene le parlavano nella testa, nel cuore. Le dicevano sempre le stesse parole. Le dicevano che suo fratello viveva e regnava, qualunque cosa lei chiedesse.”
    Un po’ stava ricamando su quelle leggende, ma non c’era nulla di sbagliato, no?
    “In sogno vide un serpente. Le consegnò una coppa e le disse che, se l’avesse bevuta, il suo adorato fratello sarebbe sempre stato salvo. Lei la bevve.Ma il serpente è ingannatore, e, a tremila chilometri di distanza, suo fratello morì, privato della vita eterna. Pianse tanto, la principessa. Pianse così tanto che divenne acqua, compagna delle sirene, e ogni tanto emerge ancora dal mare per sapere se suo fratello vive. E i marinai ancora oggi rispondono che sì, vive e regna.”
    Non fece troppi nomi, che all’altro sarebbero sembrati semplicemente inutili. Ma era una storia che le piaceva molto, e che molto le stava a cuore, per questo l’aveva detta, e l’aveva detta proprio a lui.
    “Non c’è bisogno di separare nulla, per me non è un problema.”: Aveva dormito con più di un uomo, e per motivi molto più futili.

    #4222
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    William accettò di buon grado gli insegnamenti di Valentina: era un’insegnante più tradizionale, e imparò alcune cose utili. Dovette ammettere, però, che nonostante tutto anche Liu aveva fatto un buon lavoro, perché era grazie a tutte le botte prese che aveva colto la vera utilità di quanto insegnatogli dopo.

    Ad ogni modo, era ridotto ad uno straccio, e accolse con gioia l’invito di andare a riposare: alcune ore di sonno, ora, erano una ricompensa incredibilmente allettante.

    Prima di entrare nella tenda per stendersi, però, si avvicinò a Valentina: “Cosa significa quello che ha detto Shadow relativamente a Destroyer? Il reset del cervello? Credo di non capire bene cosa significhi…” Effettivamente non aveva la più pallida idea di cosa comportasse la cosa, però suonava male, sembrava qualcosa di sinistro…

    #4224
     snow 
    Partecipante

    Peter cercò di restare impassibile all’intervento di Shadow, però dovette impegnarsi con tutto se stesso per evitare di scoppiare a ridere. Il cameo delle due ragazze era stato incredibilmente divertente…

    Gli insegnamenti di Valentina furono molto utili, però Peter non riusciva a non pensare alle parole di Liu e quindi assunse la classica faccia da pesce lesso. Per sua fortuna le botte prese da Valentina lo riportavano con i piedi per terra.

    La giornata era stata veramente faticosa. Pensava di non aver mai preso tante botte tutte insieme in vita sua. Quando Valentina offrì loro di andare a stendersi pensò che fosse proprio la soluzione che ci voleva, anche se forse avrebbe preferito restare con Valentina per conoscerla meglio.

    Aspettò che finisse di parlare con William, poi rivolgendosi a Demolisher disse…
    “E tu che fai? Non riposi un po’?”

    • Questa risposta è stata modificata 7 anni, 6 mesi fa da  snow.
    #4235
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    Il siparietto che le due ragazze avevano creato era stato piacevole da vedere dopo tutte le botte che si era preso, ma evitò di fare commenti o di sorridere…teneva troppo alla sua pelle.

    Accettò di buon grado gli insegnamenti di Demolisher…almeno adesso aveva una minima idea di come muoversi in caso di attacco frontale, forse questo non gli avrebbe impedito di farsi parecchio male e di certo avrebbe usato le bombe in caso di emergenza ma ora poteva dire di sapere qualcosa di nuovo.

    Colin era sollevato quando furono invitati ad ritirarsi nelle loro tende e aspettò che Valentina rispondesse alle ultime domande degli americani prima di congedarsi…era sicuro che si sarebbe addormentato immediatamente “Come se la staranno cavando Fury e gli altri in città? Torneranno tutti domani?” pensò con un po’ di preoccupazione prima di chiudere gli occhi.

    #4238
     Deoris 
    Partecipante

    Mentre guidava Celine era silenziosa, riflessiva. Sentiva in fondo al petto un dolore acuto, una pesantezza, quello che si potrebbe chiamare un brutto presentimento. Con suo fratello erano stati fortunati, non c’erano state complicazioni, non aveano neanche minimamente dovuto scontrarsi con il nemico. La possibilità che tale fortuna fosse dovuta al semplice fatto che il loro obiettivo era stato suo padre fin dall’inizio le dava un senso di nausea, come se avesse presagito il senso di colpa che l’avrebbe divorata da dentro per quanto la razionalità potesse a sua volta urlare non lo potevi sapere, non è colpa tua.

    Quando sentì l’odore di bruciato e vide i mobili divelti era talmente preparata che non si sorprese. Si guardava attorno con sguardo spento. Non distingueva i mobili dalla servitù, quasi le sembrò l’opera di un bambino capriccioso che avesse rotto il castello delle bambole della sorellina….se non fosse stato per l’odore, che le sarebbe rimasto nella memoria per tutta la vita.

    Solo quando Paladin parò di allontanarsi, del fatto che non ci fossero superstiti, qualcosa scattò in lei.
    Come fate a dirlo? urlò allontanandosi da loro e contro la sua volontà gli occhi le si riempirono di lacrime e cominciarono a scorrerle come fiumi in piena Lo vedete nelle vostre macchine, nei vostri…circuiti, sensori, o cosa diavolo sono? Ebbene io non sono una macchina, non me ne andrò fino a che non avrò visto il corpo di mio padre e di mia sorella, non un istante non prima!”
    Non aspettò neanche la loro risposta, uscì dalla bolla e si diresse con decisione verso lo studio del padre, lì dove se lo ricordava seduto, tra l’intenso odore del legno, solo pochi giorni prima.

    #4239
     Meeme 
    Partecipante

    COLIN, PETER e WILLIAM
    Valentina sembrava essersi ripresa dalle battutine di Shadow e cercò di spiegare la questione del reset al cervello con termini comprensibili per loro. “I Cloni ci hanno traditi una volta e per evitare altre sorprese gli scienziati gli hanno inculcato una memoria comune in grado di reagire alle situazioni sempre in un determinato modo.” esordì pacata. “Quando un Clone compie scelte che vanno al di fuori da questi binari prestabiliti gli scienziati hanno trovato il modo di limitare i danni ed evitare che scelgano di nuovo di combattere per il terrorista. Gli azzeriamo la memoria facendolo tornare come nuovo, eliminiamo tutti i suoi ricordi, tutta la vita vissuta fino ad ora e lo rendiamo puro…” raccontò seria. “Non era mai capitata una cosa simile ed odio essere la prima a dover prendere una decisione in tal senso.” sembrava combattuta sulla scelta da fare, non doveva essere facile avere il comando in questi frangenti. “Destroyer si è comportato bene, ha rischiato di morire per salvare due civili, nessun altro Clone lo avrebbe fatto, mai mettere a repentaglio la propria esistenza se non per un bene superiore. I Genetisti prescrivono il reset sia in caso di scelte positive, sia di scelte negative, ma non voglio prendere questa decisione ora.”

    Prese una bottiglia di vino e fece un lungo sorso. “Riposerò quando Everton sarà messo in catene e poi qualcuno deve restare sveglio per fare un po’ di guardia. Preferite che vigili Shadow su di voi?” rise per scacciare la tensione, lasciò che gli altri due uomini si addormentassero e sorrise a Peter. “Dormirò qualche ora anche io, Liu mi darà il cambio, non sono fatta di acciaio e circuiti come la nostra astronave!” rispose a Peter per fargli capire che era anche lei umana come tutti lì. “Se vuoi farmi compagnia prima di riposare non te lo impedirò, ma cerca di dormire, Shadow ci è andata pesante, anche se mai come con tuo fratello. Mi sa che William le piace, altrimenti non lo avrebbe malmenato così tanto, ha uno strano modo di dimostrare apprezzamento.” commentò alzando gli occhi al cielo.

    CORALIE BLANCHARD
    “Non siamo più espliciti, siamo semplicemente più liberi e questo non vuol dire che manchiamo di rispetto alle persone a cui vogliamo bene. Conosciamo meglio i nostri sentimenti, puoi dire lo stesso dei tuoi, ragazzina? E no, io non sono deviata come Everton, il mio sistema mimetico sfrutta la luce, non mi nutro di carne umana per assumere l’aspetto di chi voglio. Questo che vedi è l’unico aspetto che avrò in vita.” concluse Shadow lasciandola poi in pace.

    Suo zio sembrava sconvolto, ma lo strano aggeggio che aveva consegnato Liu all’infermiera funzionava bene ed aveva rimarginato del tutto la ferita. “Tesoro mio… capisco così poco di quello che mi stai dicendo, ma ho visto la morte in faccia e so che parli per il mio bene.” Monsieur Blanchard si era tranquillizzato finalmente e le accarezzò i capelli con dolcezza. “Devo fidarmi di te, piccola mia… Farò come dici, andrò a Londra da alcuni amici di vecchia data, quel pazzo assassino non mi troverà e tu mi raggiungerai lì quando tutto sarà finito.” le disse speranzoso. Abbracciò la nipote con trasporto prima di sistemare la sua auto e mettersi in viaggio senza fare altre domande, sapeva che Coralie non gli stava raccontando tutta la verità, ma aveva fiducia in lei e l’avrebbe attesa a Londra…

    L’infermiera tornò dentro l’Event Horizon fissando la vasca dove Destroyer riposava, forse Liu aveva ragione e lui non sentiva nulla lì dentro, ma non voleva comunque abbandonarlo e si sistemò lì per passare la notte. Dormì poco e quando si svegliò, poco prima dell’alba, lui dormiva ancora, ma le ferite si erano rigenerate, persino il braccio che aveva perso. Coralie lo osservava e gli occhi del Clone si muovevano sotto le palpebre chiuse, forse non era vero che non sognavano, ma non poteva esserne certa. Era quasi propensa a dormire ancora un po’ quando Destroyer aprì gli occhi all’improvviso e si tirò su dalla vasca con un lungo respiro. Uscì a fatica e la osservò sorpreso di trovarla lì. “Ragazzina, ti avevo detto che era inutile piangere per me.” Aveva ancora le cicatrici delle ferite precedenti, ma stava bene e non aveva perso il suo brutto carattere.

    PENTESILEA MAREGA
    “Abbiamo la musica, l’arte e la letteratura. Tutto è però riprodotto dalla tecnologia, non esistono più i vostri libri e nemmeno i vostri strumenti. E per quanto mi riguarda lascio la musica ai musici, l’arte agli artisti e la letteratura ai poeti. Sono solo un guerriero e so fare solo la guerra.” ammise con modestia pur dimostrando di amare molto la filosofia, la spiritualità e le storie narrate.

    “Potete biasimare il genere umano per questo? Ci sarà sempre chi sarà insoddisfatto della sua esistenza, chi cercherà risposte a domande senza logica, chi sognerà un mondo diverso, forse migliore e chi inseguirà una splendida utopia bruciando nel sole. No, mademoiselle… non esiste un mondo perfetto, un pianeta dove tutto è pace… Esistono scelte e possibilità ed è quello che speriamo di ottenere in questo tempo.” Camminarono ancora un po’ e quando lei fu troppo stanca, anche 1812 si fermò cinguettando allegro perché stava tracciando una buona mappa da seguire. Slayer preparò le tende e per fortuna dentro l’aria era filtrata e l’ambiente pulito. Marcos ascoltò quella storia della principessa triste con attenzione, come se cercasse di immaginare il volto della giovane che parlava alle sirene ed in lei trovasse sua sorella lontana nello spazio e nel tempo. Ascoltò senza interromperla nemmeno una volta ed attese qualche minuto prima di parlare.
    “Se mia sorella provasse un simile dispiacere tornerei dal regno dei morti per darle sollievo. Lenire il suo cordoglio…” chiuse gli occhi e sospirò. “Sarà lei a vivere e regnare ed io non ho il potere di saperla al sicuro, posso solo combattere le sue guerre, sconfiggere i suoi nemici e sperare che il suo regno sia illuminato e prospero.” Un regno che lui non avrebbe forse mai più visto.

    Sorrise sentendo che per lei non era un problema condividere la tenda, ma scosse il viso con galanteria.
    “Non so che uomini abbiate conosciuto, ma io non vi mancherò di rispetto. Vi lascio la tenda e resterò di guardia. La prudenza non è mai troppa e posso dormire meditando.” Le fece una piccola riverenza e la lasciò tranquilla anche perché doveva essere davvero stanca.

    #4240
     Elan 
    Partecipante

    Coralie rimase un poco in silenzio alle parole di Liu, riflettendo seriamente sulle sue parole. Era un modo di vedere il mondo completamente diverso da quello a cui era abituata, il loro, ma poteva realmente dire che fosse sbagliato?
    “Scusami non… non volevo offenderti…” disse un poco esitante sul discorso del sistema mimetico. Non voleva che la ragazza male interpretasse la sua curiosità, ma le sue reazioni erano talmente strane che non era sicura di capirle completamente.
    Per lo meno, in ogni caso, suo zio l’aveva ascoltata senza fare storie.
    Sapeva che gli stava chiedendo molto, di abbandonarla in quel modo senza altre spiegazioni, ma quello che gli aveva detto era vero…
    Sarebbe stata di certo molto più al sicuro tra quegli strani uomini del futuro, piuttosto che in qualsiasi altro posto sulla terra.
    Aspettò che se ne andasse, abbracciandolo con dolcezza, prima di tornare alla vasca di Destroyer.

    Il clone stava continuando a riposare, e Coralie era a dir poco impressionata dai poteri rigenerativi di quella strana vasca. Probabilmente nel tempo in cui venivano loro doveva essere una cosa comune, quasi scontata, ma quanto bene avrebbe potuto fare nel loro tempo!! Quante persone si sarebbero potute salvare, quante malattie si sarebbero potute debellare completamente!
    Si trovò comunque a sorridere, notando che sotto le palpebre chiuse gli occhi di Destroyer sembravano muoversi. Forse Liu non aveva ragione, alla fin fine. Forse anche i Cloni sognavano, e loro semplicemente non lo sapevano. D’altronde sembravano dare per scontato qualsiasi cosa che li riguardava…
    Ma non era del tutto sicuro che quella strana ragazza dal carattere tanto scontroso avesse torto su tutto

    Quei pensieri a metà tra il sonno e la veglia la stavano lentamente facendo addormentare del tutto, tanto che quando Destroyer si svegliò uscendo dalla vasca, per poco non fece un salto dalla sorpresa.
    “Ti sei svegliato!!” esclamò felicissima, abbracciandolo con trasporto. Aveva le lacrime agli occhi per la felicità, perché mai avrebbe pensato di vederlo di nuovo in piedi, dopo tutte le ferite che aveva subito.
    Solo dopo qualche istante si rese conto del gesto, e di come in realtà lui fosse quasi interamente nudo, e fece un paio di passi indietro imbarazzata, asciugandosi le lacrime alla meglio senza però smettere di sorridere.
    “Hai ragione, me l’avevi detto, ma sono lacrime di gioia queste!” spiegò sentendosi un pochino ridicola. “Eri quasi… avevi delle ferite orribili insomma! E tutto per salvare me e mio zio! Non potrò mai ringraziarti abbastanza!”
    Gli sorrise di nuovo, storcendo però per un attimo il naso, ricordandosi quante volte le avesse detto che parlava decisamente troppo.
    “Scusa… dimentico sempre che non sopporti sentirmi parlare così tanto.” disse, ma senza amarezza nella voce, anzi. “Stai bene ora?” domandò infine.

    #4243
     Meeme 
    Partecipante

    CORALIE BLANCHARD
    Destroyer imprecò sbarrando gli occhi quando lei lo abbracciò con trasporto perché non si aspettava quella reazione. Si irrigidì non sapevo cosa fare ed aspettò che la ragazza si calmasse continuando a piangere e parlare.
    “Tu vuoi uccidermi sul serio!” commentò e Coralie non capì se si riferisse alle lacrime, all’abbraccio, oppure al fiume di parole.
    “Sto bene, la rigenerazione ha sistemato le ferite.” le spiegò sperando smettesse di singhiozzare. “Lacrime di gioia o di disperazione, non cambia il risultato. Stai ancora piangendo per uno come me.” un po’ a disagio si passò la mano sulla nuca rasata.

    “Tuo zio è vivo, tu sei viva e la missione portata a termine con successo. Dovresti festeggiare ubriacandoti con quella strana bevanda del vostro mondo. Il mio unico rimpianto è il non aver fatto poltiglia di quello stronz*, ma il confronto è solo rimandato.” disse stiracchiandosi leggermente. “Se non ci fossero tutti questi fottut* civili sarebbe più semplice per uno come me, ma Demolisher vuole proprio salvarli.” Ed anche lui aveva fatto lo stesso a discapito delle sue parole.

    #4244
     Elan 
    Partecipante

    Coralie fece una piccola risata alla reazione di Destroyer, ma gli chiese scusa per averlo messo tanto a disagio.
    Si rendeva conto sempre di più di quanto per lui dovesse essere complicato avere un rapporto normale con chiunque. Ma, d’altronde, non era di certo colpa sua. Abituato da sempre ad essere trattato alla stregua di un oggetto, di certo non sarebbe potuto cambiare da un giorno all’altro.
    “Sono solo contenta che tu stia bene.” disse con un dolcezza, cercando di smettere di piangere per non dargli più fastidio.

    “Hai rischiato di morire per salvare me e mio zio. Non sono sicura che i tuoi compagni avrebbero fatto lo stesso.”
    Era abbastanza sicura di quelle parole. Shadow li riteneva dei primitivi sacrificabili, e molto probabilmente anche gli altri la pensavano allo stesso modo. E, al posto di Destroyer, avrebbero solo pensato a far saltare in aria il terrorista.
    Scosse la testa per cacciare quei pensieri e gli sorrise di nuovo.
    “In ogni caso, pensavo ad una cosa…” disse un po’ imbarazzata. “Ecco… per il fatto che non hai un nome…”
    Era un discorso che la metteva un po’ a disagio, d’altronde era una cosa davvero tanto personale.
    “Sai, quando abbiamo incontrato te e Paladin la prima volta, la mia amica Amélie ha pensato che tu fossi simile a Jean Valjean… è… è il personaggio di un libro, rifiutato da tutti perché finito in carcere a causa di un piccolo furto. Pensa che sia inutile vivere in maniera diversa dal modo in cui tutti lo vedono, e quindi continua nella sua vita di furti. Ma quando un uomo di chiesa si schiera dalla sua parte contro la polizia, capisce che non tutte le persone sono uguali, e che anche per lui ci può essere un posto nel mondo, e diventa un uomo buono e giusto…”
    Aveva sintetizzato un po’ troppo la storia, forse, ma era un poco imbarazzata, e voleva evitare di continuare a parlare per ore.
    “Ecco… io credo che Amélie avesse ragione… e dovresti chiamarti Jean, proprio come lui…” sorrise di nuovo, arrossendo un poco imbarazzata.

    #4245
     Meeme 
    Partecipante

    CORALIE BLANCHARD
    Il grosso uomo scosse il viso e si massaggiò il braccio rigenerato.
    “Hai una brutta opinione dei miei compagni e sbagli.” Le disse con espressione seria e voce cavernosa. “Li ritieni freddi, ma non lo sono. Sono efficienti, tutti noi lo siamo.” li difese con sincerità e non sembrava essere stato indottrinato su questo. “Questo non vuol dire che non mi venga voglia di spaccare la faccia a Paladin, sia chiaro. Solo conosco la differenza tra combattere per noia e farlo per una giusta causa. Siamo una squadra di disadattati, ma faremo il nostro dovere fino in fondo, ognuno di noi.” Non aveva mai parlato così tanto, tranne quando era moribondo.

    Fece una smorfia quando lei accennò ad un nome. “Anche Paladin voleva darmi un nome, gli ho detto che l’avrei ammazzato e mi sarei fatto saltare in aria piuttosto…” Osservò Coralie indifesa e sbuffò seccato. “Mi limiterò a dirti che non ne ho bisogno.” era burbero, ma a discapito del suo aspetto spaventoso non era un uomo cattivo. “Non mi serve un nome, ragazzina. Un codice identificativo è più comodo ed immediato.” Si accorse che stava arrossendo e si irrigidì di nuovo. “Senti, se mi prometti di non piangere più per me potrai chiamarmi in quel modo buffo, solo non ti assicurò che risponderò…” Sbuffò di nuovo massaggiandosi il collo a disagio. “E questo tipo dal nome strano che fine fa nel libro?” Le chiese guardandola negli occhi.

    #4246
     Elan 
    Partecipante

    Coralie si strinse le mani, scuotendo la testa.
    “No, non dico questo… ma avete una missione da compiere, e quella viene prima di tutto, giusto?”
    Gli sorrise, ma non disprezzava i suoi compagni, ed era molto colpita di quanto lui li difendesse. Per quanto loro lo trattassero male, per quanto lo considerassero solo uno strumento, la sua stima verso di loro era sincera…
    “So che non sono delle cattive persone. Ci hanno protetto fin dall’inizio, quando avrebbero semplicemente potuto abbandonarci in mezzo a quegli… automi… e pensare unicamente alla loro missione.” disse, cercando di spiegarsi al meglio.
    “E’ solo che all’occasione immagino che… beh, dovreste uccidere Everton senza pensare ad altro, no?”
    Alla fine non erano tanto diversi dagli eroi dei libri, costretti a compiere a volte delle decisioni orribili pur di salvare la situazione.

    Però nascose una piccola risata con la mano quando seppe che anche Paladin voleva dargli un nome.
    “Voleva fare un gesto carino!!” esclamò un poco divertita dalla reazione del Clone. Paladin era buffo, ma sospettava che in un certo modo si divertisse ad infastidire Destroyer.
    “Non voglio che ti dia fastidio comunque, era solo… solo un pensiero che mi era venuto in mente, tutto qui…” sorrise di nuovo.
    Era un po’ a disagio in quel discorso, ma quando lui acconsentì a farsi chiamare Jean a patto che lei non avesse più pianto, annuì seriamente.
    “Affare fatto allora!” esclamò.

    E alla sua domanda sorrise di nuovo. Le piaceva parlare di libri, forse più di qualsiasi altra cosa al mondo, e quando le altre persone si interessavano era ancora più bello.
    “Riesce a diventare il sindaco di una cittadina, che lo ama e lo rispetta! E lì salva dal carcere una povera ragazza, Fantine, che ha venduto tutto quello che aveva e che era per permettere alla figlia Cosette – data in adozione ad una famiglia terribile – di vivere degnamente. La ragazza purtroppo è devastata dalle malattie e, poco dopo essere stata salvata dal carcere, muore per colpa di queste. Jean Valjean decide allora di adottare Cosette ma, essendo stato riconosciuto dall’ispettore Javert, abbandona la posizione di sindaco e va a vivere con questa fanciulla a Parigi, dove vivono serenamente per alcuni anni. Ma, in quel periodo, la città era immersa nei disordini, e una volta cresciuta lei si innamora di un uomo, Marius, coinvolto direttamente in questi disordini. La situazione peggiora sempre di più, e Jean Valjean salva la vita a quest’uomo, per poi dare la sua benedizione a lui e alla figlia per sposarsi, capendo quanto fossero innamorati e volendo solo il bene per lei. Muore alcuni anni dopo, di vecchiaia, dopo aver rivisto per un’ultima volta l’amata figlia adottiva…”
    La sua voce e i suoi occhi erano sognanti mentre parlava, perché adorava quella storia, anche se era complicato raccontarla in poco tempo.

    Quando ebbe finito gli sorrise di nuovo.
    “E’ una storia molto triste, ma anche molto dolce! Racconta di come una persona, anche se caduta nella miseria più disperante, può sempre riuscire a rialzarsi e redimersi!”

    #4256
     Meeme 
    Partecipante

    CORALIE BLANCHARD
    “La missione prevede il recupero del terrorista vivo.” specificò lui.
    E sospirò alzando gli occhi al cielo sentendo la sua spiegazione sul perché Paladin voleva dargli un nome. “Il Tutore resta uno stronz*.” ringhiò con voce cavernosa e la guardò in modo sospetto con gli occhi rossi ed alieni. “Anche abbracciarmi e darmi un bacio sulla guancia conta come gesto carino?” le domandò incuriosito. “Non mi era mai capitata una cosa simile. È stato… strano e surreale.” ammise sbuffando.

    Ascoltò cercando di capire il senso del libro di cui parlava, ma Coralie si accorse che faceva espressioni un po’ buffe come se si stesse trattenendo dal dire qualcosa di brutto su quella storia. Solo alla fine la guardò e fece una smorfia disgustata. “Questo povero stronz* ha una figlia che va con un terrorista? Io avrei afferrato questo Marius per il collo e scagliato il più lontano possibile da lei. Doveva internarla come hanno fatto con Shadow, non farla sposare con lui. Fottut* terroristi!” esclamò serio. “E secondo te assomiglio a questo sprovveduto? Almeno aveva un’arma, oppure era anche un pacifista?” domandò cercando di trovare qualcosa di buono in quel racconto perché non voleva offenderla. “Fortuna che noi Cloni siamo sterili, altro che far sposare figli con i terroristi. Meglio la bomba nucleare!” continuò a brontolare massaggiandosi il braccio rigenerato.

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