N7 Terra

Questo argomento contiene 444 risposte, ha 7 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Meeme 5 anni, 9 mesi fa.

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  • #4725
     Elan 
    Partecipante

    Coralie aveva regalato un sorriso a Destroyer, alla sua reazione un poco imbarazzata. Era buffo e tenero quando si comportava così, e anche se stava parlando di compiere dei furti, lei si rendeva conto che non lo diceva con cattiveria.
    Lo guardò posizionarsi in difesa della porta, e quindi andò a scegliere un libro. Non era abituata alla lettura ad alta voce e si sentiva un poco impacciata, ma andando avanti con la lettura quella sensazione passò, sostituita dalla bellezza del racconto che stava narrando.

    Era talmente presa che non si accorse nemmeno del tempo che passava, e solamente quando il Clone salì le scale si riscosse, posando il libro, preoccupata che potesse esserci qualche pericolo imminente.
    Enorme fu la sua sorpresa quando, al posto di Everton o una delle sue macchine mortali, Destroyer trascinò giù dalle scale un ometto terrorizzato.
    Sbatté le palpebre un paio di volte, incapace di credere ai propri occhi.
    “Monsieur Guerin?” l’aveva a stento riconosciuto, ricordava un ritratto che suo zio le aveva mostrato, quando le aveva proposto l’ennesimo pretendente noioso. Il dialogo che aveva seguito non era stato molto diverso da tutti gli altri: suo zio che la raccomandava di essere carina e cortese, lei che gli aveva promesso di fare il possibile. Ma probabilmente entrambi già sapevano che sarebbe stato un tentativo più che inutile.
    Scosse la testa, allontanando quel ricordo con un sorriso, per poi tornare a concentrarsi su quell’ometto terrorizzato.

    Si alzò, tenendo stretto il libro che stava leggendo a Destroyer, e si avvicinò ai due.
    “Monsieur Guerin.” ripeté più decisa. “Non dovreste stare qui! Insomma, è una biblioteca abbandonata!!” scosse la testa a sentire la sua spiegazione. Suo zio era più pazzo di quanto credesse, ma la situazione era talmente assurda che la faceva quasi ridere.
    Ma la sua espressione si scurì non poco alle sue ultime parole.
    “Jean non è il mio chaperon, monsieur. Ero qui per leggergli una storia, nulla più.”
    Forse avrebbe dovuto chiedere al Clone di lasciare andare il poveretto, ma non era del tutto sicura che fosse una buona idea. Gli appoggiò comunque una mano sul braccio, per consigliargli di mantenere la calma.
    “Da quanto tempo è che siete qui?” gli domandò. “Con tutto quello che sta succedendo… dovreste rimanere a casa vostra, o in un luogo sicuro!”

    #4750
     Rilwen 
    Partecipante

    Sorrise, mentre gli prendeva la mano, elegantemente. Se non fosse che uno era un alieno del futuro e lei una cortigiana del presente sarebbero stati una bellissima coppia di figurine dell’epoca, di quelle di porcellana. Peccato che fossero in guerra, e pesantemente, ed era una guerra che, in fondo, non toccava né all’una né all’altro. Una guerra che nessuno di loro avrebbe voluto, e in cui si erano trovati quasi per caso. Soprattutto lei, ad onor del vero.

    “Non vi ero preparata, no. Ma quando un cieco vede la luce improvvisamente, della luce non può più fare a meno.”
    No. Non era pronta a tornare alla vita di sempre, all Pentesilea di sempre. Non lo era, non lo sarebbe più stata.
    “Ma avete ragione, sono molto stanca.”
    Tremendamente. Aveva avuto quella crisi, che l’aveva stremata, e se ne accorgeva forse solo ora. Si appoggiò a lui quando fece un passo falso, proprio imputabile a quella stanchezza, e gli sorrise come a dire che andava tutto bene.

    Più o meno.

    “Di che cambiamenti parlate? E no… non penso ad un fallimento.”
    No. Si sentiva protetta, come forse non succedeva da un bel po’ di tempo a questa parte.

    Su una nave spaziale.
    Con gente che veniva dal futuro.
    Non faceva una piega.

    “No. La mia vita è cambiata da quando siete arrivati voi. Il mio coraggio è relativo.”

    #4751
     snow 
    Partecipante

    Peter poggiò una mano sulla spalla di Valentina.
    “Secondo me ti sottovaluti Valentina. Nei momenti più critici sei riuscita a mantenere i nervi saldi e analizzare al meglio la situazione. La guerra purtroppo genera morte e tu non potrai mai essere ovunque per difendere tutti quanti. I tuoi uomini sono coscienti di questo, ma loro hanno fatto una scelta.
    Nel momento stesso in cui si sono arruolati sapevano a cosa andavano incontro. E ora sono qui con te e hanno deciso di seguirti e di portare a termine la missione. Costi quel che costi…
    Anche noi abbiamo deciso di seguirvi, e per quanto sia nelle nostre possibilità, cercare di aiutarvi perché è giusto che sia così. Perché la pazzia di Everton deve essere fermata ad ogni costo”

    Peter attese di capire in che modo Valentina aveva intenzione di sfogarsi.
    Viste le precedenti occasioni, si preparò a ricevere un’altra bella lezione e invece…

    “Ok, ci sto! Però se vinco io, una volta fermato Everton, perché noi lo fermeremo! Ripareremo l’Event Horizon ed io verrò con te…”

    Peter, a mente sua, pensò che probabilmente avrebbero dovuto aggiungere anche un’altro posto per William…

    #4762
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    William lasciò che la ragazza si sfogasse. In situazioni come quella, tante volte le parole non venivano nemmeno recepite, ma i gesti rimanevano impressi nella memoria anche se non ce se rendeva conto.

    “No, Liu, non è come lui… lui di sicuro ti somiglia, e vedrai che non verrà rinchiuso in nessuna stanza, te lo prometto! Mi assicurerò io stesso che non succeda…” Gli sbalzi d’umore della ragazza erano assolutamente imprevedibili, e terribilmente intensi. Era in grado di provare picchi estremi di emozioni in una successione talmente rapida da lasciare storditi. Era difficile anche pensare a come porsi, nei suoi confronti, perché c’era il rischio che mentre qualcuno parlava lei saltasse dalla gioia all’odio in mezzo alla frase… eppure questo suo essere così strana la rendeva anche così affascinante… sotto la scocca da dura, si stava dimostrando fragile e vulnerabile come tutte le persone di questo mondo… anche se tecnicamente lei non lo era…

    “Vieni con me” le disse di nuovo “Ti aiuterò a non sognare nulla di quello che ti tormenta… vedrai che poi starai meglio… ” la guardò negli occhi “Anzi, raccontami di Samuel…” sperava che farla parlare del figlio la aiutasse a distrarsi… di solito, per una madre, il figlio era il centro dell’universo…

    #4763
     Meeme 
    Partecipante

    CORALIE BLANCHARD
    Il Clone mollò la presa sull’uomo anche perché in quel modo gli era impossibile bofonchiare qualsiasi parola. Monsieur Guerin tossì vistosamente e si scrollò gli abiti sgualciti.
    “Aspettavo voi, mia diletta! Vostro zio mi ha lasciato un biglietto dicendomi che eravate nei guai e che prima o poi sareste passata da qui. Ho solo aspettato quel momento!” confidò con un grande sorriso, ma non perdendo di vista Destroyer che lo guardava in malo modo.
    “Dite al vostro amico che non ho cattive intenzioni, vostro zio mi aveva avvertito che non sareste stata sola, ma pensavo in uno chaperon normale!” A quella parola il Clone fece uno scatto e il gentiluomo si parò il viso pronto ad essere picchiato, fortunatamente Destroyer si limitò ad un gestaccio sbuffando ed il suo corteggiatore tirò un sospiro di sollievo. “Pronuncia ancora quella brutta parola e ti strappo le braccia!” lo minacciò il Clone e Monsieur Guerin provò a farfugliare che non era una brutta parola senza molto successo.

    “Aspettate… ma io vi conosco!” osservò meglio il Clone e sembrò avere un’illuminazione. “”Vi ho visto al Circo di quei due fratelli americani! Eravate l’Uomo Elefante, la Bestia dalla forza sovrumana!” Destroyer ringhiò a quella definizione, ma si limitò a scuotere il viso ed allontanarsi per lasciarlo in pace. Il corteggiatore sospirò e prese le mani di Coralie con dolcezza, ma controllando di tanto in tanto il Clone. “Mademoiselle, vostro zio voleva che voi foste protetta. Vi chiedo di venire con me, partiremo per l’Inghilterra questa sera stessa, sono abbastanza ricco da permetterci un passaggio in una nave degna di voi e saremo al sicuro lontano da questa devastazione.” Sorriso con gentilezza. “Raggiungeremo vostro zio e potremo sposarci.” Destroyer sembrò incuriosito. “Puoi davvero portarla al sicuro in questa Inghilterra?” chiese al corteggiatore che per poco non prese un infarto e bofonchiò un “sì” strascicato. Il Clone sembrò pensare e poi guardò Coralie come ad attendere che lei decidesse di partire.

    PENTESILEA MAREGA
    Slayer la sostenne con dolcezza quando si appoggiò a lui, aveva modi gentili per un guerriero venuto dal futuro.
    “Ci sono menti brillanti anche nel vostro tempo, mademoiselle. Questi uomini e donne illuminati troveranno la chiave per i viaggi nello spazio dai rottami della nostra astronave o di quella di Everton.” le spiegò con parole semplici. “Cambierà il mondo ed anche le guerre. Ci sarà una Grande Guerra con milioni di morti e proprio queste devastazioni sproneranno gli scienziati a viaggiare per colonizzare altri mondi. Stanchi dell’attitudine dell’uomo alla morte porteranno con loro persone di ogni etnia purché inclini al loro stesso desiderio di pace.” Raccontava quella storia come una fiaba per farla addormentare sperando in un mondo migliore al suo risveglio. “Noi discendiamo da loro…” sussurrò con un moto di orgoglio nella voce.

    “Ma è stata vostra la scelta. Il primo istinto è quello di autoconservazione, mentre voi non siete scappata ed avete cercato risposte.” continuò ed ormai erano arrivati alla tenda della donna. “Siete troppo modesta, mademoiselle Marega, ma anche questo mi piace in voi.” le confidò con un sorriso. “Ed anche se indossate una maschera per nascondere un volto rovinato, ai miei occhi restate bellissima e delicata.” le lasciò la mano facendo il gesto di baciarla, ma senza sfiorarle le dita con le labbra. “Appoggerò la vostra idea di fare da esca per il terrorista, ma vi proteggerò se mi permetterete di farlo…” E continuava a guardarla con rispetto.

    PETER HUDSON
    “A voi uomini del passato piace il rischio, oppure sei solo tu ad essere un pazzo speciale?” domandò la donna con un sorriso divertito e disteso.
    E rimase un po’ sorpresa dalla posta in gioco di Peter. “Non posso darti la certezza che riusciremo a ripartire ed anche se fosse possibile il viaggio per voi sarebbe difficile. Potresti non sopravvivere allo shock dell’ibernazione ed il tuo corpo inizierebbe a collassare.” Gli spiegò diretta non volendo nascondere quelle cose. “Ma potrei ingegnarmi per trovare una soluzione, ovviamente sono tutte ipotesi dato che al momento Everton è vivo e festeggia mentre noi siamo persi tra le stelle.” Doveva essere un loro modo di dire, simile al terrestre “siamo in alto mare”, ma più catastrofico.

    “Ora basta chiacchiere e facciamo cantare i fucili. Non ti farò vincere solo perché appartieni al passato!” disse con un sorriso iniziando a sparare. Valentina non era una grande cecchino, preferiva il Saber come tipo di arma, ma se la cavava bene anche con il Black Widow. Peter era più a suo agio con il fucile di precisione, ormai si era abituato al tipo di arma e gli calzava come un guanto. Parecchi spari dopo erano quasi alla pari anche se Peter manteneva il vantaggio, almeno finché Valentina non colpì tutti gli ultimi bersagli. Toccava di nuovo a lui ed aveva la possibilità di vincere quello scontro.

    WILLIAM HUDSON
    Liu sorrise e strinse la mano di William seguendolo senza dire altro.
    “Lui è bravo in matematica e vuole diventare uno scienziato. Ha una predilezione per i viaggi spaziali ed è in grado di calcolare le rotte in pochi secondi. Gli piace il colore giallo ed ha un animale di pezza simile alle vostre galline. Si porta quel giocattolo ovunque, è tutto rovinato e gli manca un occhio, ma gli piace lo stesso.” La donna andava a memoria, era stata rinchiusa in una cella di isolamento per un mese e sembrava che i suoi ricordi fossero distanti. “Mi hanno promesso che non gli verrà fatto alcun male e spero che Demolisher sia la mia garanzia in questo.” ammise scacciando la preoccupazione.

    “Quando mi guarda sorride ed io penso che sia il bambino più buono del mondo considerando il mostro con cui condivide dei geni.” Si accoccolò su William chiudendo gli occhi. “Non hai una ragazza che ti aspetta da qualche parte in questo mondo passato?” gli domandò seria. “Se ne hai una mi toccherà ucciderla e se non la hai ti marchierò da qualche parte così sarai mio.” William non sapeva se scherzasse o meno perché aveva detto quelle parole mezza addormentata e con un certo divertimento…
    “Ma prima devo uccidere Everton e quando sarà morto saremo tutti liberi.”

    #4766
     Elan 
    Partecipante

    Coralie rimase ad ascoltare Monsieur Guerin con occhi stralunati. Non riusciva quasi a credere alle sue orecchie e non riusciva a capire se si trattasse di uno strano scherzo o se quel tizio stesse facendo sul serio.
    Stabilito che, alla fine, sembrava fare veramente sul serio, allora alzò un mano per fermarlo.
    “Intanto, vi prego… non sono la vostra diletta, o… cose del genere!” iniziò, un poco a disagio. “E, secondo luogo, vi ripeto che Jean non è il mio chaperon. E se posso darvi un consiglio, eviterei di ripeterlo se fossi in voi…”
    Destroyer era veramente convinto che quella era una brutta parola, e il modo in cui si infuriava lo rendeva quasi buffo, tanto che le sfuggì un leggero sorriso alla sua reazione.

    Sorriso che tuttavia sparì veloce, quando monsieur Guerin le prese le mani.
    Estremamente a disagio, Coralie scosse la testa, cercando gentilmente di sottrarsi a quel contatto. Avrebbe voluto interrompere il corteggiatore in ogni istante, ma lui sembrava una macchinetta con molta poca intenzione di fermarsi.
    Alla fine dovette tornare ad avvicinarsi Destroyer perché si calmasse, e solo allora lei tirò un sospiro di sollievo.
    Ritrasse le mani dalla sua presa, e si fece molto seria.
    “Monsieur Guerin, la vostra offerta è davvero molto generosa, e voi siete davvero un uomo gentile ad avermi attesa fino ad ora.” disse con gentilezza.
    Guardò Destroyer, e poi tornò a guardare lui.
    “Ma non lascerò Parigi. So che mio zio desidera che io sia protetta, ma sono al sicuro qui.”
    Non aveva intenzione di fuggire, non dopo quello che era successo ad Amélie. Aveva paura, questo era vero, ma non era scappando che avrebbe risolto la situazione…
    “Inoltre, e vi chiedo di perdonarmi, non ho intenzione di sposarvi, monsieur Guerin.” concluse con decisione.

    #4767
     Meeme 
    Partecipante

    CORALIE BLANCHARD
    L’uomo sembrava sorpreso dalla risposta della giovane infermiera, non si aspettava un rifiuto e scoprirlo lo aveva ferito.
    “Ma vostro zio mi ha chiesto di proteggervi e portarvi al sicuro!” biascicò cercando di convincerla. “Mademoiselle, io non vi capisco! Sarete al sicuro con me, più al sicuro che con un semplice chaperon.”
    Destroyer si grattò la nuca pensieroso sentendo le parole di Coralie per poi dare di matto all’ennesimo “chaperon”. “Chiamami ancora una volta in quel modo, omuncolo e te ne pentirai!” Sembrava quasi preferire Uomo Elefante a quella parola sconosciuta in francese che a lui suonava come un insulto di qualche tipo. Monsieur Guerin spalancò gli occhi. “Ma è quello che siete! La stata accompagnando come uno chaperon!” Il Clone non ci vide più, afferrò il corteggiatore per il bavero e lo lanciò contro uno scaffale. “Io mi chiamo Destroyer! Non sono un fottuto chaperone o quello che è!” Ringhiò di rabbia come una bestia feroce ed il gentiluomo mezzo stordito si rialzò arrancando verso l’infermiera.

    “Mi sentirei più al sicuro per voi se veniste con me, questo straniero è pazzo! Vi farà del male!” urlò spaventato ed il Clone lo afferrò per il collo attaccandolo ad un attaccapanni. “Non sono pazzo, sono molte cose, ma non pazzo e tu mi stai facendo arrabbiare e quando sono arrabbiato la gente muore…” Il gentiluomo spalancò gli occhi ed annuì indicando che aveva capito. Destroyer lo rimise in terra ed uscì dalla libreria furioso. “Almeno ditemi perché non volete venire con me… Vi prego! Voglio la verità prima di lasciarvi in pace e riconsegnarvi al vostro…” Si guardò intorno con circospezione temendo che il Clone potesse ancora sentirlo. “…chaperon…” ed emise un lungo sospiro di sollievo scoprendo che Destroyer era uscito sul serio e non sarebbe rientrato.

    #4768
     Elan 
    Partecipante

    A Coralie dispiaceva aver ferito monsieur Guerin, ma non aveva senso mentirgli, e non aveva assolutamente intenzione di seguirlo.
    “So che mio zio pensa al mio bene.” gli spiegò con tranquillità. “Ma posso assicurarvi che non potrei essere più al sicuro…”
    Stava per dire altro, quando chiamò di nuovo Destroyer “chaperon” e lui si infuriò.
    La scena aveva quasi un che di buffo, tanto che le sfuggì un piccolo sorriso, e scosse la testa, avvicinandosi a Destroyer per calmarlo.
    “Non ti sta offendendo, davvero…” disse dolcemente. Poi tornò a guardare Guerin. “Ma lui non è veramente il mio chaperon…”

    Destroyer era veramente infuriato, non lo aveva mai visto così, e gli appoggiò una mano sulla spalla per calmarlo, scuotendo la testa.
    “Uno chaperon non è altro che un accompagnatore.” gli spiegò per calmarlo. “Di solito sono persone pagate per farlo. Sbaglia a chiamarti così, ovviamente, ma non vuole offenderti.”
    Gli sorrise.
    Le dispiaceva vederlo così infuriato, ma capiva la sua rabbia nel sentirsi appellare con nomi in una lingua che non conosceva.

    Lo guardò uscire dalla biblioteca con un misto di tristezza e tenerezza nello sguardo, quindi tornò a guardare monsieur Guerin, massaggiandosi le braccia.
    “Dovete credermi monsieur. Sono molto più al sicuro con lui di quanto potrei mai esserlo con voi. Inoltre…”
    Scosse la testa.
    “Lui ed altri suoi… amici… stanno facendo una cosa, ed hanno bisogno del mio aiuto. Non posso abbandonarli, hanno bisogno di me, e mi sentirei una traditrice se me ne andassi in questo modo.”
    Non voleva entrare nei dettagli, ma non aveva intenzione di abbandonare il gruppo solo per mettersi al sicuro.
    “E poi… anche io ho bisogno di loro…” aggiunse, senza quasi accorgersene, tornando a rivolgere lo sguardo alla porta da cui era uscito Destroyer.

    #4771
     Meeme 
    Partecipante

    CORALIE BLANCHARD
    “Oh…” furono le uniche parole che monsieur Guerin riuscì a pronunciare sentendo la spiegazione dell’infermiera. “Io partirò comunque, c’è una nave che salperà domani con le famiglie più facoltose di Parigi.” le fece mostrò un foglio di imbarco e Coralie, con un sospiro di sollievo, si rese conto che anche mademoiselle Renoir era in elenco. “Cosa dovrei dire a vostro zio?” domandò prime di farle il baciamano, recuperare le sue cose e lasciarla andare via.

    Destroyer la stava aspettando seduto sulla motocicletta che accanto a lui sembrava una bicicletta. Il Clone alzò la testa verso di lei e sembrava piuttosto seccato e contrariato. “La mia promessa di ammazzare Everton è sempre valida, anche se andrai via.” le disse convinto che partisse per poi restare sorpreso scoprendo il suo rifiuto di andarsene. “Non preferisci rivedere tuo zio!?” si grattò la nuca pensieroso ed incerto su cosa altro dire. “Guarda, ragazzina, che questa è forse la tua unica occasione per metterti in salvo. Dovresti partire, anche se quel omuncolo non mi piace, dovresti andare con lui.” Incrociò le braccia davanti al petto. “Si può sapere per qualche insano motivo hai rifiutato l’offerta? Non dico il matrimonio, quelle cose non mi competono e non mi interessano, ma il mettersi in salvo, questo sì!” Era un po’ arrabbiato con lei e sembrava quasi che preferisse vederla partire.

    #4772
     Elan 
    Partecipante

    Coralie annuì e sorrise a monsieur Guerin.
    “Fate bene a mettervi al sicuro. Spero che la vostra vita in Inghilterra possa essere felice.” disse sincera.
    Era felice di sapere che anche Céline si stava mettendo in salvo. Aveva subito troppo a causa del terrorista, e in una nuova città forse avrebbe potuto ricominciare da capo, lasciandosi alle spalle tutto quell’orrore.
    “Dite a mio zio che non deve preoccuparsi per me, e che sono al sicuro, insieme all’uomo che mi ha aiutato a salvare.”
    Era certa che suo zio non si sarebbe dimenticato di Destroyer. Ed era felice che, alla fine, monsieur Guerin non avesse insistito troppo. Nulla di ciò che avrebbe potuto dire le avrebbe mai fatto cambiare idea.

    Uscì quindi dalla biblioteca con un sospiro di sollievo, e quando vide il Clone seduto sulla motocicletta gli sorrise.
    “Non ho intenzione di andarmene.” gli disse però decisa alle sue parole, e al suo stupore quasi le sfuggì un sorriso, per quanto fosse terribilmente seria.
    Scosse la testa.
    “Mi piacerebbe rivedere mio zio, certo.. Ma lui è al sicuro, e questa è la cosa più importante. Ma per quanto mi riguarda…” serrò le labbra. “Ho promesso che vi avrei aiutato in ogni modo possibile, per Amélie, per madame Bonnet e per tutte le persone che quel pazzo ha ucciso. E manterrò la mia promessa ad ogni costo. Inoltre…”
    Lo guardò e arrossì un poco, ma sorrise.
    “Sono molto più al sicuro qui con te di quanto potrei essere in Inghilterra. Non ho intenzione di scappare, lasciandoti da solo!”
    Le dispiaceva che la sua scelta l’avesse fatto arrabbiare, ma non aveva intenzione di cambiare idea.

    #4773
     Meeme 
    Partecipante

    CORALIE BLANCHARD
    Il Clone sbuffò seccato e risultando un po’ buffo.
    “Non capisco per quale motivo dovresti rischiare inutilmente la vita, non sei un soldato…” scosse il volto.
    “E non posso prometterti che starai al sicuro con me, sono una bomba pronta ad esplodere in caso di bisogno. Resterai con Fury a distanza di sicurezza da Everton.”
    E poi la fece accomodare sulla moto per tornare indietro. Sembrava molto pensieroso, aveva notato il suo rossore, ma non voleva pensarci.

    Tornarono all’Event Horizon che tutti stavano dormendo. “Vai a riposare, ragazzina…” suggerì lui sospirando. “C’è qualcosa che non capisco in te e non so nemmeno se voglio sapere.” le disse un po’ incerto. “Ti metto a disagio e non so perché. Arrossisci e non capisco il motivo.” si massaggiò la nuca nervoso. “Un terrestre avrebbe capito ogni cosa, ma io sono un Clone ed il tuo comportamento mi è incomprensibile.” Eppure l’infermiera si rese conto che stava sospettando qualcosa, ma non aveva il coraggio di dirlo. “Io non so cosa ti passa per quella testolina e nemmeno il perché tu voglia restare con me. So solo fare la guerra e non mi hanno preparato ad affrontare una ragazzina che si comporta in modo strano. Domani ci occuperemo di Everton e questo sì, lo capisco.” continuò pensieroso. “Coralie… vai a dormire ti prego, io resterò sveglio per proteggere il perimetro…” concluse non volendo sbilanciarsi troppo su un discorso che lo metteva chiaramente a disagio.

    #4774
     Elan 
    Partecipante

    Coralie sorrise annuendo mentre si rimettevano in moto. Era evidente che il Clone non avesse capito cosa voleva dire, ma forse, in fondo, era meglio così.
    “Non mi esporrò inutilmente.” lo rassicurò, mentre viaggiavano. “E resterò a distanza con Fury. Ma Everton deve pagare per ciò che ha fatto, e voglio darvi il mio aiuto per questo. Niente mi farà mai cambiare idea.”

    Chiuse per un attimo gli occhi mentre facevano la strada, e solo quando furono arrivati li riaprì, guardando l’Event Horizon con una certa tristezza. Nessuno avrebbe mai cancellato quello che era successo.
    Ma le parole di Destroyer riuscirono a strapparle l’ennesimo sorriso, e scosse la testa come a tranquillizzarlo.
    “Credimi… i terrestri ci capiscono pochissimo quando parlano con le ragazze!” esclamò facendo un mezzo sorriso. “Alcuni nel nostro tempo dicono che siamo noi ad essere degli alieni, perché facciamo dei discorsi troppo assurdi a volte… magari hanno ragione, chi lo sa!”
    Sorrise ancora, quindi lo guardò.
    “Scusami comunque… non volevo metterti a disagio con discorsi o… comportamenti strani. Ti lascio tranquillo…”
    Ci pensò un attimo, poi gli si avvicinò per dargli un bacio sulla guancia.
    “Buon riposo… e grazie ancora…” aggiunse soltanto, prima di ritirarsi.

    #4785
     Rilwen 
    Partecipante

    Rimaneva ad ascoltarlo in silenzio, come se lui le stesse raccontando una favola, una favola della buona notte, o forse una di quelle favole inventate che tanto piacciono ai sognatori. Gli sorrideva, appoggiata a lui, anche se era stanca, troppo, e, se si fermava a pensare a quello che era successo (*le* era successo), aveva anche paura. Forse voleva ritardare il più possibile il momento in cui avrebbe ceduto al sonno, perché il sonno la spaventava, per la prima volta, forse, nella sua vita.
    “… anche dal massacro può nascere speranza, è questo che mi state dicendo?”, gli chiede, abbassando gli occhi. “E se non fosse così? Se l’umanità poi non fosse così forte da sollevarsi dagli orrori del passato, se finissimo tutti per sbagliare di nuovo e di nuovo e di nuovo? Sapete, io ho avuto modo di conoscere molti uomini…”
    Già. Conoscerli nel senso più fisico del termine. Conoscere le loro perversioni, le loro schifezze, il loro essere.
    “… vorrei davvero sognare che il mondo si evolva a *migliore* di così. Vorrei che l’uomo non ricadesse sempre negli stessi vizi. E’ questo che succederà? E’ per questo che combattiamo?”

    Lei era la Regina delle Amazzoni e lei avrebbe preso le armi per combattere, se fosse stato necessario. Non aveva paura.
    Si fece fare il baciamano, esattamente come doveva essere fatto, senza bacio, e gli sorrise.
    “Forse voi non sarete come Achille…”, gli sussurrò.
    No. Non se la sarebbe tolta, non ancora, quella maschera. Ma sperava di poterlo fare, prima o poi.
    “Siate il mio protettore, Marcos. Io sarò il vostro, se me lo concederete”

    #4788
     snow 
    Partecipante

    “Beh vedi, la terra dalla quale proveniamo io e William è stata scoperta per caso proprio perché un pazzo un giorno ha deciso di intraprendere un viaggio senza preoccuparsi delle difficoltà che avrebbe affrontato.
    Probabilmente ora io e te non staremo qui a parlare se non fosse stato per quel pazzo.
    Quindi credo che la pazzia e la voglia di esplorare l’ignoto sia un po’ nella natura umana”.

    Iniziò dunque la gara di tiro al bersaglio.
    Peter pensava che il Black Widow fosse l’arma definitiva. Si sentiva proprio in simbiosi con quel fucile. Lo sentiva come un’estensione del proprio corpo. Non sbagliò un colpo e quasi alla fine della gara era in vantaggio di qualche colpo.
    Peter ripensò alle parole di Valentina e alla fine giunse alla conclusione che non era giusto darle altri pensieri proprio in questo momento. Ne poteva andare del buon esito della missione.
    Decise di mettere da parte il suo orgoglio e cercando di essere il più naturale possibile sbagliò quei colpi che avrebbero permesso a Valentina di vincere.
    Aveva perso la sfida, ma aveva anche guadagnato il tanto desiderato bacio.
    Per il futuro avrebbe provato a giocarsi le sue carte in un altro momento…

    “Maledizione! Credo proprio di aver perso…”

    #4790
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    William ascoltò le parole di Liu senza interromperla: parlare di suo figlio la tranquillizzava, come aveva immaginato, e non voleva privarla di quel momento di serenità. Sorrise alla descrizione del pupazzo, soprattutto perché se pure loro vivevano chissà quanti anni nel futuro, per quanto diverso il mondo era rimasto sostanzialmente lo stesso…

    Alla fine però non sapeva cosa rispondere: l’ambiguità della ragazza lo spiazzava… “Beh, che io sappia non ce n’è una specifica che mi attende… di sicuro però ci sono città, se non intere nazioni, che andrebbero in lutto se io mi togliessi dalla piazza… ma credo che in un qualche modo potranno trovare il modo di sopravvivere…”

    Evitò di soffermarsi sul marchio, sperando che la cosa passasse in secondo piano: non si sarebbe stupito poi molto se in realtà lei stesse dicendo seriamente…

    “Ora riposa, e domattina quando ti sveglierai saremo pronti per andare a prendere a calci sui denti quel maledetto!”

    Iniziò a canticchiare una vecchia melodia delle sue terre di origine, che sua nonna era solita cantare come ninna nanna. Aveva dimenticato le parole precise, ma la sonorità gli era rimasta impressa… Canticchiò, finché alla fine si addormentò anche lui…

    #4799
     Meeme 
    Partecipante

    COLIN DIXON
    Colin crollò di stanchezza a causa di tutte quelle emozioni, l’immagine della giovane infermiera crocifissa all’Event Horizon lo avrebbero perseguitato nei sogni e lo sapeva, ma sperò che la mente collassasse prima di riuscire a pensare.
    Il suo sonno fu agitato, ma senza incubi, meglio di quanto potesse immaginare…

    Al risveglio condivise qualche reazione energetica con il resto dei suoi compagni, l’atmosfera non era più allegra e persino Paladin sembrava aver dimenticato il solito ottimismo.

    CORALIE BLANCHARD
    “Io…” Destroyer sembrava combattuto, come se per lui tutta la situazione fosse irreale. “Non sono stato addestrato per questo, Coralie. Non so come ci si comporta in questi casi e non capisco perché sembri tenere tanto a me.” Ammise parlando in fretta come se si togliesse un peso. E quando lei lo baciò sulla guancia sembrò ancora più a disagio. “La tua gentilezza riesce sempre a spiazzarmi, ragazzina ed io odio non sapere come comportarmi… In battaglia so cosa fare, ma con te… non sono certo di nulla…” Si massaggiò la nuca pensieroso e la lasciò andare a riposare mentre lui pattugliava la zona.

    Al risveglio Coralie divise qualche reazione energetica con il resto del gruppo, l’atmosfera non era più allegra e persino Paladin sembrava aver dimenticato il solito ottimismo.

    PENTESILEA MAREGA
    “Deve sempre esserci speranza… Combattiamo per una utopia meravigliosa, ma è questa speranza di realizzazione che ci permette di continuare a lottare. Senza ideali, senza morale, senza speranza non siamo che sacche di carne prive di scopo.” Le spiegò con la sua solita strana saggezza. “Ora avete paura, lo sento… ma abbiate coraggio perché resterò con voi e farò in modo che il vostro sonno resti tranquillo.” La aiutò a stendersi e rimase al suo fianco seduto in meditazione. “Lottiamo perché nessun altro lo farà, mademoiselle… E voi avete deciso che valeva la pena rischiare piuttosto che aspettare passivamente. Forse voi non vi sentite coraggiosa o speciale, ma lo siete e credete che mi importi degli uomini che avete conosciuto? Nessuno di loro è al vostro fianco adesso… Chiunque fossero non sono qui a combattere insieme a voi.” Le sorrise ed era sincero.

    “No, io non voglio essere come Achille, non voglio farvi del male… Vi proteggerò e voi farete lo stesso con me.” Ammise risoluto stringendole una mano per aiutarla a mantenere un contatto reale nel mondo dei sogni. Pentesilea temeva il sonno, ma fu un riposo tranquillo, privo di sogni e di incubi.

    Al risveglio Slayer era al suo fianco e condivise qualche reazione energetica con lei prima di raggiungere gli altri. L’atmosfera non era più allegra e persino Paladin sembrava aver dimenticato il solito ottimismo.

    PETER HUDSON
    Valentina rise. “Nella mia Colonia la pazzia non è ammissibile, ma noi siamo i Sapienti e tendiamo a razionalizzare qualsiasi cosa, anche troppo a volte.” Rispose lei facendogli l’occhiolino.

    Rimase sorpresa dalla vittoria ed alzò il fucile in alto con un’esclamazione di stupore e festeggiamento. “Non mi avrai mica fatto vincere, vero?” Le guardò scuotendo il viso divertita e lo afferrò per i capelli dandogli un bacio piuttosto focoso. “Sei stato gentile, ma la prossima volta faremo sul serio che dici?” Sorrise ancora e lo baciò di nuovo separandosi solo per andare finalmente a dormire.

    Al risveglio Peter condivise qualche reazione energetica con il resto dei suoi compagni, l’atmosfera non era più allegra e persino Paladin sembrava aver dimenticato il solito ottimismo.

    WILLIAM HUDSON
    “Peggio per loro, ho smesso di essere empatica e comprensiva con le persone dopo essere stata rinchiusa. E forse non lo sono mai stata nemmeno prima.” Ammise Liu con un sorrisetto divertito. Si accoccolò su di lui e si addormentarono subito stanchi da quella giornata infinita e triste.

    Al risveglio Shadow stava già affilando le lame e gli offrì un pezzo di cibo energetico che era rimasto prima di raggiungere gli altri. L’atmosfera non era più allegra e persino Paladin sembrava aver dimenticato il solito ottimismo.

    COLIN, CORALIE, PENTESILEA, PETER e WILLIAM
    Demolisher prese parola per prima e cercò di spronare la squadra al meglio delle sue possibilità. “So che siete affranti e demotivati, ma abbiamo ancora una possibilità di riuscita. Uccidere Everton è la nostra nuova missione e questa volta non ci limiteremo alle solite azioni di guerriglia. Staneremo quel figlio di puttan* con le granate radendo al suolo la città se necessario.” Disse risoluta guardandoli uno ad uno.

    “Everton non si nasconde nelle fogne, ma il suo rifugio è qui a Parigi e lo troveremo.” 1812 fischiettò allegro seguendo le parole della donna. “1812 eseguirà una diagnostica dell’Event Horizon e tenterà di ripristinare i suoi sistemi. L’Arca ci fornirà le componenti mancanti per riparare la nostra astronave, ma questa sarà una missione secondaria e non una priorità.” Significava che sarebbero rimasti bloccati nel passato, ma nessuno di loro sembrava preoccupato da questo. “Il Terrorista utilizza anime disperate come schiavi, mademoiselle Marega si è offerta di fare da esca, potrebbe unirsi alla schiera di uomini e donne privi di futuro che seguono Everton come burattini e segnalare la sua posizione. Le metteremo un segnalatore addosso, ma se verrà scoperta sarà difficile proteggerla.” Spiegò Valentina guardando Pentesilea per essere sicura che non avesse cambiato idea.
    Slayer avrebbe protetto la donna seguendo il segnalatore, ma sarebbe stato comunque rischioso.

    “Non possiamo far evacuare la città in modo che io possa far esplodere la bomba ed ammazzare il bastardo una volta per tutte?” Domando Destroyer e Demolisher scosse il viso. “Evacuare la città significa allertare Everton. Fuggirebbe e non possiamo permetterlo. Destroyer, ti farai esplodere solo se non avremo più alcuna scelta.” La vita di pochi per la sopravvivenza di molti… “Gabriel Everton nasconde una bomba in grado di perforare la crosta terrestre per far detonare il nucleo del pianeta. Deve nasconderla da qualche parte. Io e Paladin ci occuperemo di disinnescarla, ma dobbiamo capire dove potrebbe averla nascosta…” Sembrava pensierosa e fu Shadow a prendere parola. “Everton è un megalomane, deve aver scelto un posto maestoso per far detonare la bomba. Cosa c’è di maestoso qui a Parigi?” chiese Liu ai presenti.

    #4801
     Elan 
    Partecipante

    A modo suo, nella sua incapacità di affrontare certe situazioni, Destroyer era veramente di una tenerezza impressionante, e Coralie non poté fare a meno di sorridere al suo disagio, un sorriso intenerito, non ironico o sprezzante.
    “Scusami… non volevo metterti a disagio. E’ solo che… trovo piacevole la tua tua compagnia. E per quanto riguarda l’essere gentile, non vedo perché non dovrei esserlo…”
    Gli sorrise, scuotendo la testa.
    “Ma se ti da fastidio, cercherò di tormentarti meno… promesso!”
    Sorrise di nuovo anche se, a dire la verità, le sarebbe dispiaciuto davvero un mondo doversi allontanare da lui.

    Slayer aveva ragione, e più passava il tempo più era costretta ad ammetterlo…

    Il giorno seguente l’umore generale non era cambiato, com’era comprensibile. Ma Demolisher sembrava decisa a farla pagare ad Everton e, per quanto tutti quei discorsi sul far esplodere Destroyer le piacessero davvero poco, si morse le labbra per evitare di sbottare.
    Aveva imparato ormai che non sarebbe servito a niente, anzi, avrebbe solo contribuito ad infastidire ancora di più tutti.
    “C’è la Tour Eiffel…” disse, pensando ai possibili posti maestosi. “Oppure la cattedrale di Notre Dame, o il Louvre. Se facesse esplodere un posto del genere sarebbe una strage…”

    #4828
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    Colin quella sera, dopo aver visto quell’insolita crocifissione, avrebbe voluto stare con Fury e cercare di tenerla su di morale come aveva sempre cercato di fare da quando era iniziata la loro avventura, ma appena si avvicinò al suo giaciglio si addormentò senza quasi accorgersene.

    Si svegliò infatti con una certa sorpresa la mattina seguente anche se ben riposato sia a livello fisico che mentale, evitando di pensare alle immagini crudeli del giorno prima e, vedendo i volti dei suoi compagni durante la colazione, capì di essere uno di quelli che aveva dormito di più anche se il morale collettivo era decisamente basso.

    “A livello di maestosità penso che la Tour Eiffel sia l’opera che possa attrarre maggiormente l’attenzione di tutti…è difficile al giorno d’oggi trovare delle costruzioni così alte e insolite, almeno per tutti quelli che non avuto modo di vedervi e conoscervi: Parigi è piena di opere meravigliose, come dice Coralie, ma io punterei maggiormente su quella”
    Se il morale fosse stato più allegro avrebbe tirato fuori qualche ipotesi “assurda” su cosa potesse essere realmente la Tour Eiffel e su quello che la gente poteva pensare e ipotizzare compreso lui ma ora sarebbe stato chiaramente fuori luogo e quindi si limitò ad un parere neutro.

    Finito di dare la sua opinione e in attesa delle parole degli altri, si avvicinò a Fury: “Come stai?” le chiese “mi dispiace non esserti stato vicino ieri sera…la stanchezza ha avuto la meglio su di me, sei riuscita a riposare un po’?”

    #4829
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    La mattina, dopo aver mangiato qualcosa ed essersi dato una sistemata, William raggiunse gli altri e ascoltò le parole di Valentina. L’idea di utilizzare mademoiselle Marega era decisamente rischiosa, ma non avevano grandi carte in mano, dovevano arrangiarsi con quello che avevano a disposizione, e nonostante i rischi, era probabilmente l’opzione migliore per individuare e poi colpire Everton.

    Quando iniziarono a pensare a quali potessero essere i bersagli più probabili, cercò di riflettere su quel che aveva appreso del terrorista “Indubbiamente la Tour Eiffel è un simbolo importante, segno della modernità e dello sguardo al futuro… un qualcosa che punta alle stelle. Però non credo che chi la frequenta possa essere il tipo di persona di cui Everton, a quello che avete raccontato, tenta di circondarsi… se i suoi bersagli sono le anime disperate, gli scarti della società, tutti quelli che non hanno nulla da perdere, credo sia più indicato un luogo di culto, un posto dove la gente va a cercare speranza e conforto. Un posto dove qualcuno può parlare di redenzione e di un mondo migliore senza dare nell’occhio, e anzi dove viene caldeggiato il proselitismo… Ve lo vedete a fare il prete, che indica la via per il paradiso? Io punto su Notre Dame… anche perché è situata in una piccola isola in mezzo al fiume, quindi un posto tatticamente vantaggioso per difendersi e arroccarsi in caso di necessità… Tutti gli altri secondo me sono punti troppo centrali e in vista, per poter dare un qualche tipo di segretezza alla sua missione… Le catacombe che di sicuro ci sono sotto la chiesa, invece, credo gli possano consentire di nascondere i suoi soldati con relativa facilità…”

    #4830
     snow 
    Partecipante

    Peter ascoltò in silenzio i commenti dei suoi compagni, poi anche per cercare di sdrammatizzare un po’…

    “Escludendo a priori Montmartre, anche perché non vi rimangono molte persone da trucidare, opterei anche io per Notre Dame. Un po’ per tutte le ragioni esposte da William. La Tour Eiffel, per quanto possa essere un obbiettivo sicuramente adatto a quelle che potrebbero essere le intenzioni di Everton, resta comunque il fatto che non credo potrebbe essere il suo nascondiglio.
    Escluderei anche l’ipotesi Louvre, nonostante un tempo fosse una fortezza, perché credo che ormai sia rimasto ben poso degli antichi fasti di un tempo e ormai la costruzione è stata adibita a ben altra funzione.
    Tirando le somme inizierei anche io da Notre Dame…”.

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