N7 Terra

Questo argomento contiene 444 risposte, ha 7 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Meeme 5 anni, 9 mesi fa.

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  • #5125
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    Colin annuì alle parole di Paladin: i droidi erano decisamente troppi per essere affrontati da loro tre ed aspettare l’arrivo dei rinforzi era l’opzione migliore, nella speranza che nessuno di quegli esseri metallici si accorgesse della loro presenza.

    “Ma quella lì sarebbe un’astronave? Mi sembra molto differente rispetto alla Event Horizon…con cosa è stata costruita?” chiese a Fury; la sua curiosità era sempre troppo forte, capace persino di fargli superare momenti di tensione e fino a quando non sarebbero arrivati i loro compagni almeno avrebbe ingannato il tempo.

    #5134
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    William trasse un sospiro di sollievo quando vide che il suo piano di bloccare le scalinate facendo crollare il soffitto era stato fruttuoso, e ne tirò uno ancora più lungo quando toccò terra dopo essersi calato insieme a Shadow “Peccato non ti piaccia volare… rifarei volentieri un giro con te…” disse l’americano guardando la ragazza, e assaporando per un secondo il ricordo del profumo dei suoi capelli e la sensazione del corpo di lei premuto sul suo.

    Il tutto durò purtroppo pochi secondi, perché le parole di Destroyer demolirono il castello di fantasie che William stava iniziando a costruire…

    Facendo finta di nulla, cambiò il caricatore del Typhoon, ormai praticamente esaurito, mentre Valentina si dimostrava determinata a porre la parola fine a quella storia.

    Controllò anche le altre armi, e dopo essersi assicurato che tutte funzionassero correttamente, si rivolse a Demolisher “Beh, cosa stiamo aspettando? Non credo troveremo qualcuno che ci porti là, dovremo farcela a piedi, quindi direi di muoversi in fretta!”

    Lanciò uno sguardo a Shadow, le sorrise, e dopo essersi calato il cappello sugli occhi si accese un sigaro, e iniziò ad incamminarsi verso il Louvre senza dire altro.

    #5135
     snow 
    Partecipante

    Finalmente Destroyer arrivò e riuscirono a mettere al sicuro la bomba.
    Improvvisamente Valentina afferrò Peter e si lanciò nel vuoto. Il ragazzo americano rimase sorpreso dal volo senza preavviso e quando giunsero a terra, un po’ scosso disse…

    “Con te non ci si annoia proprio! Devo ammetterlo tutto questo inizia a piacermi.”

    Per un attimo Peter aveva dimenticato quello che in realtà stesse accadendo e il pericolo che ancora correvano.
    Ci pensò Destroyer a ricordarglielo e poco dopo imbracciato il fucile, seguì il fratello a ruota…

    “Che facciamo? Vi aspettiamo?”

    #5140
     Meeme 
    Partecipante

    COLIN DIXON
    Paladin sorrise sentendo le domande di Colin.
    “Quella è solo una forma provvisoria, utile a trasportare l’Arca in luoghi inaccessibili alle altre astronavi.” gli spiegò con pazienza.
    “Il materiale è sintetizzato dall’elemento zero, molto raro. I terroristi sono riusciti a mettere le mani su un giacimenti ed i loro scienziati hanno creato questo materiale elastico e polimorfico.” continuò l’uomo cercando di non usare troppe parole strane.

    Intervenne Fury che diede un buffetto sulla nuca a John. “In pratica l’Arca ora appare come una bara di metallo pieno, ma basta programmarla per farla tornare nella forma originaria di astronave. Un gioiello della tecnologia, al suo interno può contenere un vero laboratorio scientifico. Mi piacerebbe mostrartelo una volta eliminata la minaccia!” mormorò Saoirse sorridendo.
    “Vorrei che tutto questo finisse in fretta, non sai quanto mi piacerebbe poter girare la terra con te e farti vedere i nostri mondi!” ammise sincera in attesa che arrivassero i rinforzi.

    Vennero raggiunti dai due americani, Shadow e Demolisher. Valentina disse loro che la bomba era al sicuro con Destroyer e che almeno una cosa era stata risolta. droidi intorno all’Arca pattugliavano con perizia la zona ed avvicinarsi senza essere visti sarebbe stato impossibile. “Un attacco frontale è la nostra unica chance di recuperare l’Arca.” ammise Demolisher preparando le munizioni, senza granate elettriche potevano contare sull’arma di Colin, anch’essa elettrica, e le poche granate di Paladin. Erano pronti ad attaccare quando arrivò una comunicazione: “Qui Slayer, Everton è diretto all’Arca. Convergo alla vostra posizione.” furono le parole dell’uomo.

    CORALIE e PENTESILEA
    Slayer sospirò alla domanda di Coralie. “Le vasche dell’Event Horizon sono state distrutte, ma l’Arca di Everton deve averne una ancora attiva.” spiegò cercando di risparmiare le forze mentre lei lo medicava. “Possiamo recuperare un’auto in modo da muoverci più velocemente, ma una di voi splendide fanciulle dovrà guidare.” sorrise per dimostrare loro che non era ancora sconfitto.

    Inviò una comunicazione al resto della squadra per avvertirli di Everton diretto al Louvre e stava rispondendo riguardo le fogne quando Pentesilea gli sfiorò le labbra con un bacio casto. L’uomo la guardò a sua volta e le sorrise sfiorandole le labbra con le dita. “Non è mia intenzione abbandonarvi, mademoiselle.” ammise con quello sguardo sincero e galante. Voleva aggiungere altro quando ricevette una comunicazione diretta solo al loro gruppo. “Qui Destroyer, ho con me la bomba di Everton e sono pronto a farla detonare.” Slayer non sembrò sorpreso dalla notizia, ma solo deluso. “Non è necessaria una simile risoluzione, possiamo ancora cambiare le cose seguendo il Continuum.” rispose Marcos al Clone. “I Sapienti hanno calcolato le probabilità, l’unico modo sicuro per spingere la ricerca spaziale in questo tempo è un genocidio. Era il mio scopo fin dal principio, il motivo per cui sono stato selezionato.” continuò Destroyer. “Coralie, se mi stai ascoltando volevo dirti addio. La tua dolcezza, il tuo tenere a me, mi darà la forza per fare ciò che è giusto. Ti porteranno al sicuro, vivi a lungo e non dimenticarti di me.” Slayer provò a contattarlo nuovamente, ma Destroyer chiuse il canale.

    Marcos Vela scosse il viso. “Destroyer si trova alla Torre Eiffel, dobbiamo fermarlo. Non mi importa cosa hanno calcolato i Sapienti. Ci deve essere un altro modo, non un genocidio.” Slayer era determinato a bloccare il Clone, ma sapeva che Paladin e Demolisher avrebbero avuto bisogno di lui contro Everton. Guardò Coralie e sospirò. “Sto per chiedervi di fare una cosa molto coraggiosa, mademoiselle. Fermare Destroyer, lui tiene a voi non detonerà la testata se voi andrete da lui.” Guardò poi Pentesilea e la prese per mano. “E voi, mia bellissima guerriera mascherata… Siete pronta a combattere un’ultima volta?” c’era qualcosa nella voce di lui, un tono di voce diverso, solo per Pentesilea…

    PETER e WILLIAM HUDSON
    Shadow sorrise alle parole di William. “Se a me va non hai bisogno di scuse per mettermi le mani addosso.” mormorò divertita prima di separarsi da lui.
    Valentina guardò i due americani come fossero strane creature misteriose. “Solitamente gli esseri viventi hanno un forte senso di sopravvivenza in modo da evitare i pericoli peggiori. Voi ne sembrate sprovvisti…” Era un complimento al loro coraggio anche se un pochino contorto. “Mi piacerebbe inserirvi nelle nostre cronache una volta terminata questa storia.” ammise divertita e Liu le fece il verso. “Se vuoi chiedergli di venire con noi potresti farlo in modo più romantico di così. Non vi insegnano come fare i vostri Sapienti sapientoni?” esclamò allegra Shadow e Demolisher alzò gli occhi al cielo.

    Si separarono da Destroyer e si avviarono rapidi verso il Louvre, Paladin aveva lasciato traccia del suo passaggio in modo da facilitare il punto ritrovo. Sarebbe stato impossibile riunirsi senza un tracciatore considerando la grandezza del Louvre.
    Quando raggiunsero Colin, Paladin e Fury la situazione sembrava tranquilla. L’Arca era un blocco di metallo grande quanto una bara, ma Demolisher spiegò loro che il materiale poteva plasmarsi in modo da assumere una forma diversa. I droidi intorno all’Arca pattugliavano con perizia la zona ed avvicinarsi senza essere visti sarebbe stato impossibile. “Un attacco frontale è la nostra unica chance di recuperare l’Arca.” ammise Demolisher preparando le munizioni, senza granate elettriche potevano contare sull’arma di Colin, anch’essa elettrica, e le poche granate di Paladin. Erano pronti ad attaccare quando arrivò una comunicazione: “Qui Slayer, Everton è diretto all’Arca. Convergo alla vostra posizione.” furono le parole dell’uomo.

    #5143
     Elan 
    Partecipante

    “Allora dovrete raggiungere l’Arca e usare quella vasca. Questa ferita continuerà ad aprirsi se non la curate a dovere e continuate a sforzarvi in questo modo!”
    Coralie aveva cercato di fare una medicazione il più decente possibile, lasciandola però abbastanza morbida da non limitargli i movimenti, ma non poteva andare avanti in quel modo.
    “Non so come sono i medici nel vostro tempo ma… qui ai medici non si dice mai di no! E io sono un medico… beh, più o meno… quindi dovete ascoltarmi per la vostra salute!!”
    Aveva fatto un sorriso, stava cercando di sdrammatizzare e alleggerire la situazione, anche scherzando un poco se le riusciva, ma era tesa come una corda di violino, spaventata e mai come in quel momento demoralizzata.
    Everton sembrava inarrestabile e loro…

    Il suo flusso di pensieri venne interrotto dalla comunicazione di Destroyer, che per poco non le fece fare un salto.
    Ci mise un istante di troppo a capire il vero senso delle sue parole, e in quel momento le parve che l’universo intero si fermasse.
    “Aspetta! Non dirai sul serio, non puoi…!
    Ma il Clone aveva già chiuso la comunicazione.

    L’infermiera sentì il cuore iniziare a batterle all’impazzata. Non voleva credere che Destroyer avesse in mente davvero di fare una cosa del genere.
    Non solo si sarebbe suicidato, ma avrebbe sterminato un’intera città, probabilmente…
    Sentì vagamente le parole di Slayer, e lo guardò, gli occhi pieni di lacrime, scuotendo la testa.
    “Non me lo dovete chiedere.” aveva la voce spezzata, in panico, ma non si sarebbe tirata indietro.
    “Andrò da lui, dovessi fare tutta la strada di corsa a piedi!”

    Si guardò attorno.
    Probabilmente avrebbe dovuto farlo realmente, lei non sapeva rubare una macchina, o cose del genere… ma non le importava.
    Quindi guardò di nuovo Slayer e Pentesilea.
    “Trovate Everton, e fermatelo… vi prego.”
    Tutto quello che stava succedendo, ogni singola cosa, ogni singola sofferenza, era unicamente colpa sua…

    #5159
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    “Infatti mi sembrava scomoda come astronave da viaggio ridotta in quello stato e sinceramente non mi farebbe nessuna voglia viaggiare in quelle condizioni” disse sorridendo verso Fury “Sì, anche io non vedo l’ora che finisca tutto questo…e vorrei poter venire con voi, è una cosa che ho sempre desiderato, in un’astronave più larga ovviamente”

    Quando arrivarono i rinforzi, Colin era pronto a rendersi utile con la sua arma elettrica, ma la comunicazione di Slayer interruppe la sua concentrazione: “Ora che facciamo? Ci liberiamo lo stesso degli automi prima del suo arrivo?”
    Gli sembrava la soluzione più logica, in modo da potersi concentrare solo su Everton non appena fosse arrivato, ma voleva una conferma da qualcuno sicuramente più esperto di lui.

    #5165
     Rilwen 
    Partecipante

    La testa le girava ma doveva concentrarsi. Stava succedendo veramente tutto troppo velocemente. Uomini dal futuro, uomini da un altro mondo, uomini che avevano sconvolto una vita normale – a modo suo, d’accordo, ma normale – in vista di qualcosa di molto più complicato, di folle.

    Lei aveva baciato uno di questi.
    Non per favori sessuali, non perché la pagava. Ma perché si.

    Era Achille?

    No. Non ne era innamorata. Lo ammirava, certo, perché era il suo eroe Omerico venuto dal futuro è da un altro spazio, ma non lo amava.

    No?

    Scosse la testa. Lei non sapeva guidare, figuratevi, ma in quel momento c’erano un uomo – un uomo, non Achille – ferito e che veniva dal futuro e una ragazza che stava per perdere l’uomo che amava.

    E Pentesilea non era di acciaio.

    Coralie era pura. Era limpida. Era bella. Coralie probabilmente sognava ancora.
    Coralie meritava di essere amata.

    “Ci faremo bastare conoscenze teoriche, per l’auto.”, rispose a Slayer, mentre guardava Coralie.

    “Fermatelo. Insegnategli che l’amore può salvare. Volate da lui e rendetevi entrambi liberi.”

    Era pronta per un altro combattimento, sì.

    #5166
     Meeme 
    Partecipante

    CORALIE BLANCHARD
    Destroyer aveva chiuso le comunicazioni e quel silenzio radio indicava la sua determinazione. Slayer spiegò a Coralie che il Clone sarebbe rimasto in attesa del segnale da parte di Demolisher, il Capo squadra non avrebbe dato l’ordine di detonare l’ordigno senza aver messo al sicuro gli altri grazie all’Arca e questo dava tempo all’infermiera di raggiungere la Torre Eiffel.

    L’infermiera non era in grado di rubare un’auto, ma corse a perdifiato per un tempo che le sembrò infinito. La torre era ancora in piedi, segno che Destroyer non aveva ancora attivato la bomba, ma non era sicura di riuscire a fermarlo in tempo. Salì in alto con la disperazione e la paura di arrivare troppo tardi. Cosa sarebbe successo se non fosse arrivata in tempo?
    Sarebbe morta anche lei, non conosceva la potenza della bomba, ma niente sarebbe sopravvissuto alla detonazione, di questo era certa.

    Quando raggiunse la cima vide il Clone collegato con alcuni cavi a quello che doveva essere l’ordigno, sembrava calmo, in attesa dell’ordine da parte di Demolisher, ordine che tardava ad arrivare. Si voltò quasi per caso, la vide e sembrò sconvolto dalla sua presenza. “Ragazzina… cosa fai qui? Dovresti essere al Louvre con gli altri, al sicuro, maledizione a te!” Era arrabbiato ed anche preoccupato. “Ti ha mandato Slayer, vero? Crede che abortirò la missione per proteggerti!” Si alzò in piedi staccando i cavi dal suo corpo. “Quello che farò, invece, sarà sollevarti come un sacco, legarti all’Arca e poi farmi detonare. Scommetto che questo non lo aveva calcolato!” La minacciò avvicinandosi a lei.

    PENTESILEA MAREGA
    Destroyer aveva chiuso le comunicazioni e quel silenzio radio indicava la sua determinazione. Slayer spiegò a Coralie che il Clone sarebbe rimasto in attesa del segnale da parte di Demolisher, il Capo squadra non avrebbe dato l’ordine di detonare l’ordigno senza aver messo al sicuro gli altri grazie all’Arca e questo dava tempo all’infermiera di raggiungere la Torre Eiffel.

    Rimasti soli cercarono un auto che Pentesilea riuscì a mettere in moto in qualche modo, Slayer rise mentre lei muoveva quel trabiccolo infernale ingranando leve e girando il volante. “Siete piena di sorprese, mademoiselle. E questa auto vi adora.” Sorrise a prenderla in giro mentre l’automobile gracchiava in modo strano lamentandosi per ogni cosa. Riuscirono a raggiungere il Louvre in qualche modo e si mossero per raggiungere la sala della Monna Lisa.

    Prima che entrassero Slayer le sfiorò la vita abbracciandola, la strinse con gentilezza e guardandola negli occhi la baciò, un bacio vero scambiando il respiro con quello di lei. Sapeva di metallico ed elettrico. Quando si staccò da lei sorrise.“Avrei dovuto chiedervi il permesso, ma volevo baciarvi e non sapevo se avrei avuto un’altra occasione, perdonatemi.” A lui non importava della maschera, importava solo di lei. “Sarete sempre la mia guerriera e racconterò di voi come la donna più coraggiosa e bella io abbia mai incontrato se riuscirò a tornare nel mio tempo.” Sembrava volesse chiederle altro nonostante non fosse certo dei sentimenti di lei. “O vi mostrerò il mio tempo con orgoglio in caso decidiate di partire insieme a me verso l’ignoto.” concluse poi con audacia pronto a ricevere un educato rifiuto considerando quello che comportava un simile viaggio.

    #5275
     Elan 
    Partecipante

    Coralie aveva corso a perdifiato, senza nemmeno porsi il problema di quanta strada aveva fatto, l’unico pensiero in testa di Destroyer, e della bomba che stava per far esplodere, rischiando di coinvolgere l’intera Parigi… oltre che di uccidere se stesso.
    Salì le scale a due a due, e nemmeno quando raggiunse la cima della torre si azzardò a riprendere fiato.

    Prese un profondo respiro, e quando Destroyer le venne incontro con fare minaccioso, piantò i piedi mettendo le mani sui fianchi e sostenendo lo sguardo con decisione e determinazione.
    “Non è stato Slayer a mandarmi qui!!” esclamò, ferma.
    Non aveva paura di lui, né delle sue minacce. Non aveva avuto paura le prime volte che lo aveva visto, quando ancora non lo conosceva, e le sembrava unicamente un colosso capace di schiacciarla a mani nude e senza sforzo, e di sicuro non le avrebbe fatto paura adesso.
    Non ora che lo conosceva davvero, non ora che aveva imparato ad apprezzare il suo carattere un poco burbero, a sorridere delle sue ingenuità e ad amare i suoi comportamenti strani ma in fondo molto dolci…

    “Legami all’Arca se vuoi. Troverò il modo di liberarmi, e tornerò qui, e ti impedirò a qualsiasi costo di farti detonare!” parlava molto più velocemente di quanto avesse mai fatto prima, il cuore che le scoppiava per l’ansia, oltre che per la corsa appena fatta.
    “Tutto questo è solo un’assurdità. Troveranno un altro modo per fermarlo, e nessuno, nemmeno tu, dovrai sacrificarti per questo.”
    Stava quasi tremando, ma non avrebbe ceduto di un solo millimetro. Anzi, fece un passo verso di lui, gli occhi fissi sui suoi, decisa.
    “Non lasciare che mi porti via anche te… ti prego…” disse, la voce un poco spezzata.

    • Questa risposta è stata modificata 6 anni, 12 mesi fa da  Elan.
    #5285
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    William fece l’occhiolino a Shadow “Sai com’è… nel dubbio, un uomo deve approfittare delle opportunità quando si presentano!” disse sorridendole.

    Poi guardò Valentina, senza essere sicuro di aver capito cosa intendesse “Beh, lo prendo come un complimento, anche se non sono sicuro di aver capito del tutto quello che intendevi… e se vuoi inserirci nei vostri libri di storia, dovremo trovare un modo per essere pagati… ma ci accorderemo a tempo debito” disse guardando ancora Liu “Ora preoccupiamoci di fare in modo che ci sia qualcuno che la possa leggere, questa storia…”

    Quando arrivarono al Louvre, e gli altri li aggiornarono sulla situazione, William studiò i corridoi… Senza sapere per quale motivo, gli tornò in mente la sua esplorazione delle piramidi in Egitto, con i labirintici corridoi all’interno, unita alle esperienze vissute durante la guerra “Non so se una carica a testa bassa possa essere la soluzione migliore… Dato che sembra non ci abbiano ancora individuato, forse dovremmo cercare di sfruttare la situazione per avere un qualche vantaggio, non credete? Tipo cercare di creare una sorta di imboscata… Questi corridoi sono abbastanza labirintici, potremmo sfruttarli per incanalare i droidi in modo che possano attaccare solo da un lato, ed esporli così al nostro fuoco concentrato… in questo modo potremo massimizzare l’effetto delle poche granate che abbiamo…”

    Non sapeva se quello che stava proponendo era fattibile, né se avrebbero avuto il tempo di attuare un piano del genere…

    #5286
     snow 
    Partecipante

    Peter si voltò verso Valentina e sussurrando disse…
    “Davvero vorresti che venissimo con voi?…
    Ok, non rispondere accetto e credo anche William non abbia nulla in contrario. Non so come faranno qui sulla terra senza noi due, però in qualche modo se la caveranno”.

    Poi rivolgendosi al fratello..

    “…Quindi significa che un giorno sentiremo parlare di noi Will? Lo sai che forse potrei farlo anche gratis. Comunque la lascio sbrigare a te questa pratica. Lo sappiamo che tra i due sei tu quello tagliato per gli affari”.

    Una volta al Louvre, dopo l’aggiornamento della situazione, discussero sulla tattica da adottare.

    “Se ho capito bene William suggerisci di dividerci in più squadre e attaccare da punti diversi in modo da focalizzare il fuoco verso il nemico?
    Bene qualsiasi cosa, ma facciamola rapidamente. Avete sentito Slayer, Everton è diretto qui e noi non possiamo lasciarcelo sfuggire un’altra volta”. Siamo completamente sicuri che quella sia l’Arca non è vero? Quel maledetto non è nuovo a imbrogli e inganni. Dobbiamo prestare la massima attenzione”.

    Secondo Peter l’imperativo era arrivare all’Arca prima di Everton.

    #5288
     Rilwen 
    Partecipante

    Aveva salutato Coralie con la speranza di vederla felice… se si poteva essere felici con l’uomo che si ama, e che non si sa se mai potrà funzionare nulla. Se si poteva essere felici con qualcuno che minaccia di ammazzarsi… e quel qualcuno è un uomo del futuro.
    Nemmeno lei avrebbe potuto essere felice con l’uomo…
    No. Non lo amava.
    Però gli sorrise, quando lui la prese amichevolmente in giro perché era assolutamente incapace di usare quell’aggeggio che era così lontano da qualunque cosa che avrebbe potuto usare. Gli sorrise, e rise anche un poco, una risata molto fresca, quasi fanciullesca, qualcosa che non ci si aspettava certo da lei, una donna abituata a sembrare terribile e spietata come la notte più nera.
    Arrivarono al Louvre, e si fece aiutare a scendere dalla macchina, mentre si dirigevano verso la sala della Monna Lisa – il quadro più inutile della storia, almeno secondo Pentesilea.

    Che non si aspettava minimamente quello che successe dopo. Quel bacio metallico e bellissimo nello stesso tempo. Quelle parole. Alzò la mano per accarezzargli il viso, e poi lentamente si portò entrambe le mani dietro ai capelli per sciogliersi la maschera. Fu un gesto veramente lento, sacrale quasi, un gesto non di resa, ma di vittoria.

    E la sua pelle era perfetta, era candida, non aveva nessuna imperfezione.

    “Verrò con te.”
    Non ebbe nemmeno un mini dubbio a riguardo. Non aveva nulla da perdere, e aveva tutto da guadagnare.
    La Regina delle Amazzoni.

    #5294
     Meeme 
    Partecipante

    COLIN, PETER e WILLIAM
    Demolisher condivideva l’idea di William. “Dividiamoci in modo da confonderli, così non sapranno quanti siamo realmente e potremo distruggerli prima che arrivi Everton.” Le arrivò una comunicazione privata da parte di Slayer e la donna sospirò. “Il Terrorista ha del materiale genetico con sé, lo utilizzerà per creare dei cloni-figli una volta nello spazio. Il bersaglio deve essere eliminato e se non ci riusciamo dobbiamo far saltare in aria l’Arca in modo da bloccargli la possibilità di tornare nel nostro tempo.”

    Fury sembrava la più spaventata all’idea perché era anche la più giovane. “Sarà il nostro piano da fallimento totale della missione.” continuò Valentina risoluta come sempre. “Significa che non rivedrò più mio figlio, ma almeno il suo futuro sarà sicuro.” commentò Shadow con la voce spezzata. “Non abbiamo altra scelta, io ci sto, facciamo fuori questi bastardi e poi appendiamo Everton per le palle!” rispose Paladin prendendo con sé Fury e Colin ed avviandosi verso uno dei corridoi.
    “Al mio segnale, scaricate tutto quello che abbiamo! Tenete da parte un proiettile per Everton!” Ordinò Demolisher e prese con sé Peter dirigendosi in un altro corridoio, mentre Shadow e William si spostavano in un altro ancora.

    I droidi non sembravano sospettare nulla e tutti erano al loro posto quando Valentina diede il segnale di fare fuoco…
    Quella battaglia sarebbe stata una vera guerra, erano in inferiorità numerica, ma risoluti e pronti a tutto per raggiungere l’obiettivo.

    CORALIE BLANCHARD
    “Puoi scommetterci che ti legherò all’Arca! E con nodi talmente stretti che serviranno delle cesoie per liberarti, accidenti a te!” Destroyer non le faceva paura, ma era comunque un uomo grande e grosso e quando le afferrò le braccia per legarla sul serio non fu molto delicato. “Io non so che hai in quella testa tra le nuvole che ti ritrovi, ragazzina, ma questo non è un gioco. Stiamo parlando del fottut* futuro di questo mondo di merd*!” Era nervoso e la strattonò per assicurarsi che il nodo fosse ben stretto. “Preferisci sacrificare tutto il tuo mondo per qualche migliaio di persone? Noi non siamo così. Non si possono salvare tutti ed io devo aiutare i miei fratelli.”

    Sembrava determinato, ma a volta la guardava negli occhi anche lui e sembrava triste. “Un Clone proteggerà il Continuum e non saremo più oggetto di disprezzo. Voglio il rispetto per i miei fratelli e posso ottenerlo solo con un sacrificio. Riesci a capirlo, Coralie?”
    Quando la chiamava per nome la voce gli si addolciva per pochi istanti. “Ora fai la brava, ti porterò al sicuro in modo che sopravvivrai all’esplosione, non voglio che tu muoia, Coralie… saperti al sicuro mi rende felice.” Scosse il viso e sospirò perché non era in grado di spiegarsi meglio di così.

    PENTESILEA MAREGA
    Slayer la sollevò facendola girare su se stessa lieto che avesse accettato di seguirlo, la guardò a lungo quando si tolse la maschera e la baciò sulle guance e sulla fronte con dolcezza. Sembrava sorpreso che non fosse sfigurata, ma la realtà era che non gli importava se davvero lo fosse stata.

    Appoggiò la fronte su quella di lei e rimase fermo ad ascoltare i loro respiri. Marcos Vela era un uomo esotico e dall’aspetto inusuale, ma aveva quella forza, quella saggezza e quella gentilezza che non aveva trovato in nessun altro uomo. Slayer prese la maschera e con rispetto gliela pose nuovamente sul volto con quella delicatezza che solo un vero principe poteva avere.
    “Il vostro elmo, mia splendida guerriera.” le disse con un sorrise audace baciandola di nuovo con passione stringendola a sé. “Combattiamo per il futuro e non avremo paura.” concluse conducendola dentro il Louvre.

    Demolisher comunicò con loro dicendo che si erano divisi per confondere i droidi di guardia all’Arca, l’astronave di Everton non era che una bara di metallo sconosciuto, una bara in grado di modificare la sua forma e trasformarsi in una vera astronave una volta avviata. Slayer e Pentesilea si spostarono in uno dei corridoi aspettando il segnale di attacco di Valentina e quando la Caposquadra diede il via i droidi non sembravano sospettare nulla…
    Quella battaglia sarebbe stata una vera guerra, erano in inferiorità numerica, ma risoluti e pronti a tutto per raggiungere l’obiettivo.

    #5296
     Elan 
    Partecipante

    “Ahi!” Coralie non si aspettava davvero che Destroyer la strattonasse in quel modo per legarla, ma anche se era stato poco delicato non le aveva fatto realmente male.
    “Lo so che non è un gioco!” esclamò storcendo il naso in una smorfia buffa. Però era seria, e ai discorsi di lui scosse la testa.
    “Sterminare un’intera città non può essere l’unica soluzione possibile! Potete ancora fermare Everton, se collaborate e agite insieme, come una squadra, anziché come un branco di cocciuti che non collaborano a vicenda!”
    Era così che funzionava, in tutte le storie: quando gli eroi agivano da soli, convinti di essere gli unici nel giusto, non ottenevano mai nulla di buono.

    Avrebbe voluto prendergli il volto tra le mani e fermare quei suoi assurdi ragionamenti, ma legata com’era non aveva possibilità di muoversi, e si limitò a scuotere di nuovo la testa, con un sospiro.
    “Perché il Clone deve per forza morire per salvare il Continuum…?” aveva di nuovo gli occhi pieni di lacrime, e parlava con voce rassegnata e triste. “Capisco il tuo obiettivo, capisco cosa vuoi ottenere per i tuoi fratelli… ma ci devono essere altri modi, ci deve…”
    Sapeva che era tutto inutile e che lui non avrebbe cambiato idea. Ma, per lo meno, se fosse stato costretto a riportarla indietro si sarebbe allontanato dalla bomba.
    Forse non a lungo, forse non per sempre ma, per il momento, sarebbe stato lontano dalla bomba. Ed era forse il risultato migliore che potesse sperare di ottenere.
    “Non voglio perderti, Jean…” disse alla fine, con un sospiro rassegnato, guardandolo negli occhi.

    #5366
     Meeme 
    Partecipante

    CORALIE BLANCHARD
    Il Clone la guardò a lungo. “Non pretendo che tu capisca, ragazzina. Immagina una linea, il vostro tempo, immagina un avvenimento importante che porterà al mio tempo futuro. Ora prendi un paio di forbici e taglia la linea prima dell’avvenimento che porterà al mio tempo. Il futuro scomparirà e sarà ignoto. Significa che il figlio di Shadow potrebbe non esistere più, le sorelle di Fury, solo un ricordo.” Stava tentando di spiegarle il motivo per cui era necessaria la morte di tutti quegli innocenti.

    “La linea che hai tagliato avrà infinite biforcazioni, ma salvare il Continuum era il nostro scopo fin dal principio. Unire tutti i popoli per far fronte ad una minaccia più grande e solo uno sterminio potrà far accadere questo avvenimento importante. Everton ha modificato la linea temporale con la sua venuta, noi faremo lo stesso per garantire il futuro come lo conosciamo.” Scosse il viso ed allentò un po’ le corde con cui la stava legando per non farle del male. “La vostra società è divisa, noi abbiamo bisogno che si unisca, che uomini migliori costruiscano il motore che viaggerà nello spazio per dare vita ad una civiltà più giusta.” Le sfiorò una guancia con le dita asciugandole le lacrime. “Ti ho già detto che non devi piangere per me, Coralie. Promettimi che vivrai la tua vita intensamente e che continuerai a studiare medicina.” Le sussurrò con dolcezza e sembrava a disagio dicendole quelle cose.

    #5372
     Elan 
    Partecipante

    Coralie ascoltò attentamente la spiegazione del Clone.
    Certo, capiva cosa voleva dire… se le cose fossero cambiate troppo, il futuro da cui venivano avrebbe smesso di esistere. I viaggi nel tempo erano una cosa troppo assurda, nei libri erano raccontati come una favola splendida, e molte volte lei aveva sognato di poter viaggiare per le ere per vedere com’era il mondo secoli prima.
    Ma la realtà era ben altra (e quando mai avrebbe potuto pensare che quei sogni ad occhi aperti sarebbero potuti essere una realtà?), e molto più terribile di quanto qualsiasi scrittore avrebbe mai potuto immaginare.
    “Se… se il futuro cambiasse, quindi, non esisteresti più nemmeno tu…? Nemmeno tutti voi che siete venuti qui…?” domandò.
    Sembrava così orribile, come l’aveva raccontata lui, che un brivido le corse lungo la schiena.

    Però scosse la testa alla sua affermazione sull’unire i popoli.
    “Non è detto…” disse, esitante. “Tutto quello che è successo… nessuno sa quale sia la realtà, nessuno di quelli che contano, almeno. Potrebbero pensare che Parigi sia stata distrutta da un’altra nazione che le vuole muovere guerra, e non otterreste dei popoli uniti, ma dei popoli divisi e impegnati ad uccidersi tra di loro…”
    Quante volte nella storia le guerre erano nate per delle stupide incomprensioni, in fondo?

    Sospirò, e chiuse gli occhi mentre lui le asciugava le lacrime.
    “Io…”
    Esitò. La verità era che la sua paura più grande era che lui morisse, e si sentiva terribilmente egoista, perché quello che lui le aveva raccontato era terribile e avrebbe comportato la scomparsa di tantissime persone…
    “Io voglio vivere la mia vita insieme a te…” gli disse infine, abbassando lo sguardo. Forse lui non avrebbe capito, forse l’avrebbe presa in giro.
    Ormai non importava più nulla.

    #5381
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    “Fury ce la faremo, siamo arrivati fino a qui con successo e continueremo a farlo fino alla fine: poi sarà finita e potremo goderci un po’tranquillità”
    Non che lui non fosse spaventato dalle circostanze ma doveva farsi vedere sicuro davanti agli occhi di Saoirse e forse era anche una forma di autoconvincimento…la paure di certo non gli avrebbe permesso di compiere determinate azioni.

    “Andiamo a distruggere un po’ di ferraglia allora!” disse usando un inconsueto, almeno per lui, intercalare da battaglia e seguì Paladin lungo i corridoi del Louvre: il suo fucile era pronto all’utilizzo e le granate erano pronte per essere scagliate…attendeva solo il segnale per fare fuoco.

    #5384
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    E alla fine il momento era giunto: non era ancora realmente il momento decisivo, ma la conclusione di quella storia iniziava in quel preciso istante. Se avessero avuto successo contro i droidi, avrebbero avuto una chance di fermare Everton una volta per tutte. Se avessero fallito, sarebbe stata la fine. Punto.

    “Come diceva sempre il mio sergente maggiore ai tempi della guerra, prima di partire per una missione, La vittoria non necessita di spiegazioni, la sconfitta non ne consente disse senza sapere se per gli altri avrebbe avuto lo stesso effetto motivazionale che aveva sempre avuto su di lui. Ma era oramai quasi un gesto scaramantico per William.

    Si separarono. Lui e Shadow andarono verso destra, mentre gli altri prendevano posizione agli altri lati: dopo pochi secondi erano tutti in posizione in angoli diversi, con una buona visuale sui due accessi al loro punto, pronti a far fuoco in entrambe le direzioni, ma comunque abbastanza liberi da potersi muovere per non dare un bersaglio troppo statico ai droidi, negando così quel poco di vantaggio tattico che avevano.

    Durante i precedenti scontri con quei cosi, aveva avuto modo di vedere che sembrava seguissero delle istruzioni relativamente semplici, con piani di attacco poco complessi, determinati probabilmente dalla completa incuranza di Everton nei loro confronti. Se tutto andava come previsto, in poco tempo sarebbero riusciti ad avere la meglio di quella resistenza, nonostante il loro numero inferiore e la minore capacità di fuoco.

    Ora era quasi una questione di cervello contro muscoli: se avessero usato bene il loro, avrebbero impedito al nemico di usare i propri.

    Erano tutti lì, ognuno ai propri posti: mancava solo il segnale da parte di Demolisher.

    E William aveva il dito sul grilletto che iniziava a prudere, mentre gocce di sudore iniziavano a bagnargli la fronte…

    #5393
     Rilwen 
    Partecipante

    Quando Slayer le mise la maschera addosso, sospirò. Era giusto così. Così andava bene. Con la maschera sul viso, protetta dalla congiunzione di tessuto e di ceramica, poteva far qualunque cosa. Era giusto così. Gli strinse le mani e gli accarezzò il volto, con dolcezza, gli occhi che, caldi, lo guardavano e cercavano forse risposte a tante domande. Cosa avrebbe fatto dopo, che cosa sarebbe successo al suo corpo, alla sua mente. Cosa sarebbe successo a loro due.
    Non c’erano problemi a lasciar Parigi: tutti i suoi affari erano stati completati, tutti i suoi parenti non avrebbero certo pianto la sua mancanza.
    “No, Marcos. Combattiamo per il nostro presente.”
    Il loro. L’hic et nunc, che poteva andare dal 1800 uno a qualunque altra data si sarebbero diretti. Davvero, non importava.
    Estrasse la spada e gli chiese se aveva qualcosa per attacchi a distanza o qualcosa del genere.
    Il Louvre l’aveva sempre affascinata, aveva sempre amato andare nella galleria delle statue greche per ammirarle, per essere consapevole che non le avrebbe mai raggiunte.
    E ora doveva combattere, in gallerie come quelle.
    “Possono confondersi, i droidi? Potremmo farli perdere il senso dell’orientamento?”
    Non aveva assolutamente idea di come agissero i droidi, ma poteva essere un’idea.
    “Se no qualche… piccola bomba?”
    Ovviamente stava parlando delle granate, ma non si ricordava il nome.

    #5398
     snow 
    Partecipante

    Da lì a poco si sarebbe deciso il destino della Terra e Peter non riusciva a togliersi questo pensiero dalla testa. Un giorno forse insieme al fratello avrebbe ricordato come si erano cacciati in quella storia.
    Gli sembrava trascorsa una vita intera da quando l’Event Horizon era precipitata in una palla di fuoco.
    Non era questo però il momento di soffermarsi a ricordare.
    Valentina sembrava aver optato per il piano proposto da William.
    Si sarebbero divisi per fornire diversi bersagli al nemico e contemporaneamente sferrare l’attacco da più punti nello stesso momento.
    Prima di dividersi Peter diede una pacca sulla spalla al fratello… “Ci vediamo più tardi Will, non farmi stare in pensiero…”
    Valentina lo prese per il braccio e lo trascinò via per un corridoio.

    Raggiunsero una posizione favorevole con una buona visuale sul nemico.
    Peter pensò che vista la situazione non fosse importante quanti proiettili sarebbe riuscito a sparare, ma più quanti nemici sarebbe riuscito a colpire”.

    Trovò un riparo che gli permettesse una buona manovrabilità della sua arma e puntò il fucile in direzione del nemico. L’obiettivo era la testa di uno degli androidi. Attendeva solo il segnale di Valentina.
    “Capo, quello sulla destra accanto all’angolo è già morto. Non sprecare proiettili su di lui…”
    Forse poteva essere sembrato un po’ sbruffone, ma sapeva che i tre colpi nel caricatore gli davano un buon margine di successo.

    • Questa risposta è stata modificata 6 anni, 11 mesi fa da  snow.
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