Storia di altri Romei e di altre Giuliette…

Questo argomento contiene 450 risposte, ha 5 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Meeme 3 anni, 11 mesi fa.

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  • #5402
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    si sentiva sempre un pò meglio quando usciva dalle opprimenti mure del gioiello elfico, i boschi attorno a Torvael erano una vista molto migliore delle vie e dei palazzi al suo interno, anche se non per Tinuviel alcune città umane erano molto più apprezzabili della sua patria.

    Immergendosi in quella natura così simile ad un giardino etereo non poté evitare di canticchiare fra se qualcosa di adatto all’ambiente “no Guardiana, stiamo cercando due fratelli sciocchi che hanno deciso di sfuggire a chi hanno assunto per proteggerli“.

    #5416
     Mordoth 
    Partecipante

    A quel punto Gant cominciava a preoccuparsi più della sua pellaccia che di quella di quei due sconsiderati, trovarli per primi era quindi imperativo.
    Il nano rimase in silenzio alle parole dell’elfa dai capelli corvini, ammirato e incuriosito.
    Lei aveva ragione, la pace l’avevano lasciata all’oste che ormai doveva aver finito di tracannare la nuova creazione alcolica dell’alchimista. Cercavano due bambini scappati dalla culla per dar loro una sana sculacciata…
    Camminando per quei boschi sino a quel posto, a Gant venne un’idea. Era curioso di vedere le potenzialità e l’esattezza delle capacità divinatorie di quei druidi… forse dopo aver trovato i gemelli avrebbe potuto avere aiuto anche nella sua ricerca.

    #5419
     Meeme 
    Partecipante

    GANT e TINUVIEL
    “Quei pazzi si sono allontanati, rischiano di farsi ammazzare e di causare danni anche a chi li ha aiutati.” sussurrò Lord Sirion un po’ stanco. La Guardiana annuì e sorrise, un sorriso dolce. “Non hanno trovato rifugio tra noi, non cercano un posto dove stare, ma i loro legami.” L’elfo confermò quei sospetti.

    Marethari chiuse gli occhi ed il gruppo udì il verso di un’aquila che si innalzava in cielo sorvolando la città, non era una vera aquila, ma una proiezione astrale della Guardiana.“Ho percepito le due anime dei ragazzi che state cercando. Posso ricondurli da voi, ma dovrà contattare qualcuno nel distretto dei non-elfi. Tornate da me domani mattina e saprò darvi risposta per un incontro.” Tinuviel sapeva che nessuno di loro avrebbe potuto parlare con qualcuno nel distretto a meno di non infrangere una miriade di regole ed anche Lord Sirion doveva saperlo perché si massaggiò le tempie stanco ed un po’ stressato da quella situazione.

    “Vi ringrazio, Guardiana… Io tornerò in locanda, ho voglia di dormire una settimana per dimenticare questa storia. Il mio ritorno è segnato da avvenimenti funesti a quanto pare.” sospirò e si preparò a tornare indietro.

    NIRAI
    Il bambino rise, una risatina allegra. “Mio padre può risultare esasperante se non lo si conosce! Ma non ti preoccupare non ti darà più fastidio. Vuole solo assicurarsi che tu sia al sicuro per questa notte, domani tornerai dai tuoi amici e ti verrà riconsegnato il visto!” spiegò allegro mentre la accompagnava in alcune vie nascoste. Nirai perse il senso dell’orientamento, ma era una cosa voluta perché Chad sapeva come muoversi e doveva conoscere la città come le sue tasche. La condusse in un piccolo vicolo da cui si intravedeva il muro costruito per nascondere agli occhi di tutti il distretto dei non-elfi. Era una cupola magica trasparente, ma che negava la vista al suo interno, sembrava solo uno splendido specchio, gli elfi non volevano che un vero muro di pietra storpiasse Torvael e quell’opera doveva essere stata creata da maghi potenti.

    Chad toccò in sequenza alcune mattonelle e si aprì una porta incantata, il bambino la fece accomodare per prima e poi richiuse il passaggio. La sala era grande, ma lì dormivano così tanti bambini da riempirla, Chad non la fece proseguire oltre quel dormitorio, ma Nirai immaginò che la sala contenesse anche altre stanze come una cucina e delle terme con bagni. “Questa dimora l’ha creata Marethari, la Guardiana dei Druidi. È un’elfa molto strana e molto dolce, si prende cura di noi!” gli raccontò indicandole una cuccetta su cui stendersi. “ Riposati pure al mio posto!” le disse cedendo il letto con un sorriso gentile.

    #5420
     Elan 
    Partecipante

    “Tuo…
    Nirai non sapeva davvero se mettersi a ridere o a piangere. Quel maledetto ubriacone era pure padre, quindi, e giusto per farla sclerare completamente le aveva mandato suo figlio a farle da guida!!
    Doveva fare un bel respiro… O forse anche due, per sicurezza, per evitare di dare completamente di matto.

    Agitò di nuovo nervosamente la coda, e quindi fece un sospiro che assomigliava più ad un rantolo esasperato che altro.
    “Esasperante non è esattamente il termine che avrei usato io. Ma sì, diciamo che può andare.” concesse rassegnata prima di seguire il bambino.
    Ma certo, lui voleva solo assicurarsi che fosse al sicuro, perché aveva ovviamente bisogno di una balia come lui! Cielo, quanto lo avrebbe volentieri preso a pugni…

    Per fortuna, la vista della cupola che nascondeva il distretto dei non elfi riuscì a farla distrarre. Era un lavoro a dir poco affascinante, creato da chissà quali maghi potenti e nascondeva ciò che gli elfi volevano nascondere senza però alterare il paesaggio. La Felinide fece una smorfia vagamente disgustata, ma evitò di esprimere ad alta voce i suoi pensieri.
    Non aveva idea di quanto Chad sapesse del padre, e anche se avrebbe volentieri preso a pugni l’ubriacone, il bambino non le aveva fatto nulla e non voleva ferirlo, neanche moralmente.

    “Quindi questa… Marethari… È un’elfa buona, ho capito bene?” domandò mentre seguiva al bambino. Quindi esitò un istante, perché forse si era spiegata male. “Intendo, un’elfa che non disprezza i non elfi! Non pensavo che fosse concessa una tale libertà di pensiero.
    Fece una smorfia, ma scosse la testa rifiutando di dormire al posto del bambino.
    “Lascia stare, dormire per terra non è poi così male alla fine! Poi se tuo padre score che ti ho rubato il letto chi lo sente più!”
    Gli sorrise, anche se il solo fatto di sapere di chi era figlio rendeva quel sorriso mille volte più difficile.

    #5428
     Mordoth 
    Partecipante

    Gant era titubante dall’andarsene.
    Le capacità di quell’elfa erano notevoli, lo aveva appena dimostrato. Lei forse… sì, forse lei avrebbe potuto aiutarlo a tornare a casa.
    Lord Sirion era pronto ad andarsene, forse sbuffava per l’attesa che stava procurando l’alchimista. Ma al nano non importava, gli importava solo cosa fare e decise di farlo.
    Guardò negli occhi l’elfa dai capelli corvini. Frugò in una tasca interna del giacchetto, facendo tintinnare le boccette e le fiale nelle bandoliere, ed estrasse una piccola figura scolpita nella roccia. Una figura stilizzata, scolpita rozzamente o consumata dal tempo, poco riconoscibile… erano anni che la conservava in quella tasca senza tirarla mai fuori, la guardò malinconico, poi tornò a guardare l’elfa e le porse il ninnolo.
    “Pagherò qualunque prezzo, se potrà aiutarmi.” Furono le sue uniche parole, se di speranza o di condanna lo avvrebbe capito solo dopo.

    #5434
     Meeme 
    Partecipante

    GANT e TINUVIEL
    Marethari sorrise a Gant, era forse la prima elfa davvero gentile con loro in quella città splendente, e osservò incuriosita ciò che il nano le stava mostrando.
    Prece il ninnolo e lo osservò con attenzione.
    “Hai già pagato abbastanza, non è forse vero?” disse gentile. Lord Sirion li lasciò soli tornando in locanda con Tinuviel dato che ormai c’era poco che potessero fare lì.

    Il nano rimase solo con la Guardiana, ma lei non sembrava a disagio. “Non sarà semplice trovare quello che stai cercando, ma farò un tentativo se vorrai lasciarmi questo oggetto. Avrò bisogno di più tempo per l’individuazione in base alla lontananza del soggetto che sto cercando.” Spiegò pacata e calma.

    NIRAI
    Chad rise, una risata allegra e gioviale. “Oh, puoi dirlo che è insopportabile e strafottente! Non è un insulto, è solo la verità e lo sa anche lui!” sembrava un bambino molto adulto rispetto alla sua età. “Marethari è gentile! Non tutti gli elfi ci odiano ed è sbagliato generalizzare! Lei ha sempre accolto razze diverse ed ha anche curato qualcuno di noi.”

    Le cure dovevano essere monopolio dei soli elfi da come parlava Chad. “ Mio padre dice sempre che se ci fossero più elfe come Marethari questa città fiorirebbe! Le cose non andranno sempre male, i Padroni sono divisi, alcuni di loro vogliono far approvare delle leggi che tutelino i non-elfi, ma non sarà facile convincere gli altri Padroni e la città!” Era speranzoso, ottimista ed allegro.

    Scosse le testa ed insistette a cederle il letto. “Papà approverebbe l’aver ceduto il posto ad una bella ragazza, non ti preoccupare!”

    #5438
     Elan 
    Partecipante

    Nirai rimase a dir poco senza parole per come Chad parlava del padre. Non voleva nemmeno sapere come quel disgraziato di un ubriacone lo avesse – o non lo avesse, a seconda dei punti di vista – educato.
    Tuttavia gli concesse una scrollata di spalle ed un sorriso.
    “Almeno lo sa anche lui. È già un passo avanti, direi.”

    Ma, onestamente, era molto più interessata a quell’elfa gentile e alla divisione dei Padroni, che a parlare ancora di quel maledetto insopportabile ubriacone.
    “Quindi i padroni sono divisi…” ripeté, sovrappensiero.
    “Da quanto è così? Voglio dire… Se la città si è sviluppata in questo modo vuol dire che una volta i padroni erano d’accordo nel gestirla così, giusto? Cosa è cambiato ora?”
    Aveva capito che uno dei Padroni era stato ucciso, ma in una città come quella non era necessariamente una cosa positiva: gli altri, come reazione, avrebbero potuto chiudersi ancora di più, e serrare ulteriormente il pugno di ferro di schiavitù.

    Ma all’ultima frase del bambino roteò gli occhi esasperata.
    “Va bene, accetto il tuo posto, ma ti prego! Non fare come tuo padre!” esclamò.
    “Mi è bastato avere a che fare con lui, oggi…” concluse, con un misto di fastidio e rassegnazione nella voce.

    #5442
     Mordoth 
    Partecipante

    La gentilezza dell’elfa, in quella città, sembrava del tutto fuori luogo. Era come guardare una pecora nera in un branco di pecore bianche, qualcosa di talmente diverso e incoerente da essere estraneo ma allo stesso tempo molto affascinante.
    Ovviamente non rispose alla domanda di Marethari, era superfluo. Lei intuiva ben più di quel che si voleva ammettere.
    “Un tentativo è già più di quel che io possa aspettarmi in una città tanto bizzarra.” Rispose senza voler essere offensivo. “Può tenerlo il tempo che occorre, aspetterò con pazienza. Nel frattempo aiuterò i miei compagni a sbrogliare la matassa dei due incauti gemelli.”
    Gant fece un rispettoso inchino, ringraziò la nobile elfa e tornò verso la locanda… aveva bisogno di bere!

    #5443
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    Un esperienza di certo interessante quella visita, un elfa decente ai piedi di quelle mura era davvero raro! Le ricordava quasi sua madre e per l’ennesima volta si chiese osa l’aveva spinta ad unirai ad uno Ionnathithil *o forse l’amore é davvero cieco*.

    Non avendo altro da fare segui Tirion spero davvero di non incappare in altri imprevisti, devo parlare con la famiglia”

    #5462
     Meeme 
    Partecipante

    GANT e TINUVIEL
    “Domani manderò un animale messaggero per indicarvi il luogo dell’incontro, andate a riposarvi ora e non perdete mai la speranza.” Furono le ultime parole che la Guardiana rivolse loro.

    Alla locanda l’oste non sembrava l’elfo più felice del mondo di rivederli, ma provò a mascherare il disprezzo offrendo loro la cena e servendo del buon vino. Il riposo fu agitato, ma al mattino successivo Tinuviel ricevette un messaggio che l’avvertiva della sorte della felinide. Nirai era stata rilasciata ed il suo salvacondotto nuovamente valido, sarebbe tornata da loro il giorno stesso dovevano solo aspettarla in locanda.
    Lord Sirion sembrava provato dal sonno più che riposato e probabilmente non era la sorte dei gemelli a renderlo un pessimo compagno di bevute quanto il motivo del suo ritorno a Torvael.

    NIRAI
    “Il Terzo ed il Quarto Padrone vorrebbero concedere ai non-elfi un trattamento pi umanitario, non ne conosco il motivo!” spiegò il bambino con un sorriso speranzoso. “Ci vorranno molti anni prima di poter aspirare a più libertà, ma se sarò fortunato riuscirò a godere anche io di queste nuove disposizioni!” Oppure sarebbe morto prima considerando la vita lunga di un elfo.

    Non disse altro e la lasciò risposare ed il mattino successivo la portò fuori il rifugio. “Adesso credo che dovresti tornare dai tuoi amici! Non cacciarti in altri guai, mio padre non è onnipresente e fa quello che può per salvare i meno fortunati!” Nirai aveva nuovamente il salvacondotto e poteva tornare in locanda dagli altri.

    #5472
     Elan 
    Partecipante

    La situazione in quella città era davvero particolare e delicata, e Nirai stava iniziando a maledire il destino che l’aveva portata proprio in un postaccio del genere. Tuttavia era incuriosita dalle motivazioni dei due padroni.
    Non era quello il momento per pensarci, comunque, e anche se a fatica riuscì a dormire di un sonno disturbato e per niente sereno.

    La mattina dopo per un attimo fece fatica a ricordare dove si trovava, e solo quando vide Chad le tornò in mente ciò che era successo il giorno prima.
    Lo seguì senza parlare più di tanto, e quando fu il momento di salutarlo gli sorrise.
    “Cercherò di non mettermi più nei guai… Ma mi auguro davvero che tuo padre non cerchi più di salvarmi. Una volta mi è bastata, davvero.” esclamò, molto poco divertita in realtà.

    Salutò il bambino e alla fine tornò verso locanda dagli altri. Non che avesse particolare voglia di vederli, ma immaginava di non avere molte altre alternative.

    #5474
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    Il disprezzo mal celato dell’oste la infastidiva molto, e probabilmente era provocato dai due mezziscemi e dal nano volgare…era il maggiore problema delle razze inferiori, ma si limitò a bere il suo vino e la cena per poi ritirarsi nelle due stanze *spero almeno di sognare Nolemoth*.

    Al mattino successivo purtroppo si sveglio ancor più irritata e depressa, non solo aveva dormito male ma anche i sogni non avevano aiutato come sperava.

    “almeno non dovrò comprarla, dev’essere una tragedia averla come servitrice” borbottó fra se una volta ricevute le notizie attese.

    E neanche osava immaginare cosa stesse passando Sirion, se Tinuviel ricevesse una notizia simile probabilmente darebbe di matto iniziando a cacciare e uccidere molto lentamente tutti i responsabili.

    #5483
     Mordoth 
    Partecipante

    “Dalle mie parti si direbbe che abbiamo tutti la faccia da sobri.” Disse il nano a colazione, tentando con poca convinzione di rilassare il clima. Lui, quella faccia, ce l’aveva avuta il giorno dopo la scomparsa del fratello… ed era per questo motivo che aveva avuto un sonno agitato, la possibilità di poter avere qualche informazione aveva fatto riaffiorare ricordi sepolti da molto tempo.
    In quanto agli altri due non poteva dire come mai avessero quelle facce bastonate.
    Il borbottio di Tinuviel poteva indicare che presto avrebbero riavuto la compagnia della pulciosa, chissà lei che faccia aveva dopo una notte in gattabuia… ancora una volta sorrise al gioco di parole.
    Lord Sirion invece…
    “Le mie condoglianze, Lord Sirion.” Il nano era serio, quasi avesse da poco finito una serie di sedute di alcolisti anonimi. “Spero che il funerale sia stato come avrebbe voluto chi se ne è andato.”

    #5486
     Meeme 
    Partecipante

    GANT, NIRAI e TINUVIEL
    Quando Nirai entrò in locanda trovò tutti molto seri ed anche un po’ sconcertati; l’oste elfo, continuamente impegnato, aveva un’espressione più tetra del previsto e sembrava ancora più seccato di avere nella sua locanda quei figuri.

    Lord Sirion si alzò in piedi, quando notò la felinide, e poi si risedette scuotendo il viso e rispondendo a Gant con espressione torva. “Ha ricevuto tutti gli onori del suo rango, ma non è facile quando la sua morte non è stata naturale.” confidò massaggiandosi le tempie. “Mio fratello era il Quinto Padrone ed è stato assassinato, le tensioni con i non-elfi hanno raggiunto livelli pericolosi. Dicono sia stato uno di loro ad averlo ucciso, ma le testimonianze sono fuorvianti.” spiegò a tutti, ma aspettando che l’oste si allontanasse occupandosi di altri clienti appena entrati. “Torvael sta attraversando una profonda crisi, ma di questo è meglio parlare in un luogo più sicuro.”

    #5490
     Elan 
    Partecipante

    Nirai entrò nella taverna con molto poco entusiasmo, e ancora meno comprensione verso tutti i musi lunghi degli altri, l’oste per primo.
    Non lo degnò di uno sguardo, e si avviò a passo spedito al tavolo dove aveva visto Lord Sirion.

    “Immagino che non siate riusciti a trovare i due adorabili gemellini…” esordì senza troppe cerimonie, dopo una breve occhiata al tavolo. I suoi toni non si erano di certo ammorbiditi, e non aveva assolutamente intenzione di parlare di cosa era successo il giorno prima.

    “Mi spiace per vostro fratello, Lord Sirion. aggiunse dopo un poco, ma sempre con la stessa mancanza di entusiasmo. Suo fratello era il Quinto Padrone, quindi non uno di quelli che Chad aveva nominato come a favore dei non-elfi. Un assassinio quindi non era poi così tanto strano.
    Non aveva voglia di aggiungere altro comunque. L’oste era troppo a portata d’orecchio, e anche eventuali altri ospiti della locanda erano fin troppo vicini.
    E, dopo il giorno precedente, Nirai non aveva davvero intenzione di farsi sentire parlare da qualcuno, in quella città perversa.

    #5510
     Harlan Malkavian 
    Partecipante

    Quello che sospettava sulla morta del morte del quinto padrone si era rilevato esatto, e con le recenti tensioni con i nonelfi *mi chiedo come abbiano fatto ad uccidere un Padrone senza essere presi, un elfo elfo qualunque sarebbe già molto difficile*

    non lo é, io non provo neanche a pensare a cosa proverei se venisse ucciso uno dei miei fratelli” disse a Sirion, chiaramente sincera ed anche un pó spaventata al solo pensiero.

    Finalmente era tornata e forse aveva imparato a stare più attenta, Tinuviel aveva un improvviso desiderio di tornare a casa e non lasciarla di nuovo, anche se non sapeva quanto poteva resistere. “No, neanche l’ombra di quei due.
    Avrebbe voluto dirle di più, che sarebbe andata a prenderla se avesse saputo ma non sembrava il luogo adatto.

    #5527
     Mordoth 
    Partecipante

    Ma bene, erano capitati nel bel mezzo di un vulcano in procinto di eruttare!
    E i due gemellini erano andati chissà dove a stuzzicare il gigante addormentato facendo rischiare a tutto il gruppo la pelle. Perchè non se ne andava fregandosene di quei due bambocci combina guai? Puah! Mannaggia alla parola data.
    Gant annuì grugnendo alle parole di Lord Sirion, ben poco contento del risvolto politico che aveva preso la faccenda.
    “Esatto, neanche un’ombra di quei due.” Confermò il nano. “Siamo in attesa.” Aggiunse, rimanendo ambiguo come lo erano evidentemente gli altri.
    “Quindi… aspettiamo o abbiamo altri programmi per la giornata, Lord Sirion? Immagino che la nostra compagnia possa procurarvi qualche grattacapo.”

    #5528
     Meeme 
    Partecipante

    GANT, NIRAI e TINUVIEL
    “Aspettiamo…” rispose laconico lord Sirion ed aspettarono occupandosi di sistemare le loro cose in locanda, mangiando qualcosa e bevendo sotto gli occhi disgustati dell’oste.
    Era passata l’ora di pranzo quando entrò un corvo nella sala dove si erano riuniti, l’oste elfo emise un gridolino tutt’altro che virile e provò a scacciare l’invasore con una scopa. Quello era il messaggio della Guardiana, dovevano solo prestare attenzione al corvo che li osservava con intelligenza. L’uccello prese il volo e non dovettero fare altro che seguirlo verso il bosco dei druidi.

    Marethari era lì ad aspettarli, Nirai che non l’aveva mai vista prima, notò subito la differenza tra la donna e gli altri elfi incontrati al momento, Marethari era calma, gentile e non sembrava infastidita dalla diversità. Non disse nulla, il corvo sparì come era apparso, creato dalla magia della donna, lei fece un cenno al gruppo e li condusse in una piccola radura dove ad attenderli c’erano degli estranei. Uno era un elfo alto, dai capelli neri, occhi verdi e coperto di tatuaggi sul volto; sembrava un combattente più che un guaritore, ma si presentò come Eitan il Taumaturgo.
    “Questo è un incontro pacifico tra le parti. Non verranno sfoderate armi di nessuno tipo.” Disse l’elfo spiegando la situazione anche agli altri due uomini che dovevano far parte del distretto dei non elfi.

    Uno era un umano dal volto sfregiato da cicatrici, capelli bianchi che una volta dovevano essere neri, eppure non sembrava vecchio, occhi sottili di ghiaccio e postura da guerriero. Non si mosse e non si presentò, sembrava la guardia del corpo dell’altro non-elfo più che uno venuto a parlamentare. L’altro non-elfo aveva tratti demoniaci impossibili da celare, era alto più di due metri, robusto, con corna e coda da demone e pelle dal colore innaturale. Fece un passo avanti e gli occhi verdi scrutarono quei piccoli esseri venuti a parlargli. “Il mio nome è Muad’dib, so che state cercando i due gemelli.” Aveva una voce cavernosa, ma si mostrò abbastanza civile per uno con il sangue di demone. “I ragazzi hanno trovato rifugio tra la mia gente, non hanno più bisogno di voi e dei vostri servizi. Pagherò io quanto vi è stato concordato.” Sembrava desideroso di chiudere quella conversazione in fretta.

    #5538
     Mordoth 
    Partecipante

    La mattinata fu piuttosto noiosa. Gant provò a fare qualche altra miglioria al liquore elfico, ma purtroppo quella brodaglia aveva poco potenziale e l’oste continuava a sbuffare da lontano.
    Quando arrivò il corvo fu un sollievo e in men che non si dica il nano era già pronto e scalpitante per uscire dalla locanda.
    Arrivati all’incontro non disturbò l’elfa con la sua richiesta del giorno prima, osservò invece incuriosito i tre stranieri. Le parole dei due, perchè uno forse non aveva la lingua, erano un po’ strane… pensieroso prese a rigirare tra il tentacolo un ciuffo della barba, come la gente normale fa con le ciocche dei capelli. Borbottò qualcosa a bassa voce contraddetto, poi si schiarì la voce e prese parola: “Scusate l’ingenuità, ma per quale motivo non dovrebbe essere un incontro pacifico? E come mai non ci sono i gemelli a spiegarci la situazione?” Chiese un po’ confuso, ma subito aggiunse: “Ahn sì, il mio nome è Gant.”
    Se era un incontro pacifico non voleva creare problemi diplomatici, anche se gli era ancora oscuro il motivo.

    • Questa risposta è stata modificata 6 anni, 9 mesi fa da  Mordoth.
    #5540
     Elan 
    Partecipante

    La mattina di estremamente noiosa, ma fu compensata egregiamente quando il corvo arrivò in locanda e andarono dalla Druida elfa. Nirai rimase a lungo in silenzio a studiarla: sembrava un’elfa diversa dagli altri della città, non era infastidita dai non elfi, e il ragazzino aveva parlato bene di lei, ma non si poteva mai dire in quel posto. Anche l’altro elfo, il guaritore, sembrava un tipo tranquillo, per quanto facesse pensare a tutto tranne che ad un guaritore.
    “Come mai aiutate i non elfi?” domandò con calma: il suo tono non era accusatorio, e non chiedeva veramente una risposta. Era curiosa, ma non fosse altro fino a che non raggiunsero gli altri due.

    La Felinide guardò trova il primo, e incuriosita il secondo, ma non parlò fino a che il nano non disse la sua per primo.
    “Dopo il modo in cui sono spariti lasciandoci nei casini eviterei anche io di farmi vedere di nuovo.” specificò sbuffando, per nulla divertita.
    Era forse la cosa più intelligente che avessero fatto i due gemellini, ma la privava della soddisfazione di prenderli a ceffoni.

    Per quanto riguardava l’offerta, invece, storse il naso. Accettare senza fare storie sarebbe stata indubbiamente la cosa più saggia da fare, eppure…
    “Dopo i problemi che ci hanno causato con la loro bravata, sarebbe almeno carino sapere cosa avevano in testa quei due pazzi.” fece notare. I tratti demoniaci di Muad’dib non la spaventavano, e sosteneva il suo sguardo con tranquillità.

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