I Guardiani delle Libere Nazioni

Questo argomento contiene 290 risposte, ha 6 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Ilmarien 6 anni, 6 mesi fa.

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  • #4004
     Rilwen 
    Partecipante

    Maximilian Richthausen viveva a Luna da qualche mese: era stato mandato lì per congedo medico, dopo una missione probabilmente stancante dal punto di vista psicofisico, dopo una serie di sessioni di terapia come ne aveva già viste e provate più di una volta, e il suo corpo aveva cicatrici in più. Nulla che lo fermasse: né come Mortificator né come Maximilian – Max per… diciamo i pochi amici che avevan -, ma comunque sapeva di aver bisogno di riposo, perché alla domanda “puoi combattere?” forse la risposta non era un “sì” assoluto. In ogni caso, Luna era anche dove stava sua sorella, ignara della sua vera professione come tutta la famiglia, e, dobbiamo confessarlo, un po’ si era lasciato forse viziare dalla sua presenza, perché alla fine le sorelline rimangono sempre sorelline, no?
    Perciò, quando aveva ricevuto la richiesta a presentarsi dal mistico Wellesley era rimasto un poco sorpreso e preso alla sprovvista, ma si era vestito e preparato con la curiosità di chi, comunque, è “molto” tempo fuori dal giro e che ha bisogno di ritornare, detto papale papale, a muovere le mani e tutto il resto.

    Aveva un abito elegante quando entrò nell’edificio, un all black completo, giacca alla coreana con la camicia bianca che spuntava sotto il colletto – in realtà il giubbotto mimetizzato della divisa da Mortificator, che non si sapeva mai -, pantaloni neri e stivali al ginocchio, di lucida pelle nera. Una volta entrato e ignorato bellamente il poster con l’ennesimo film per ragazzine infoiate (aveva avuto una sorellina anche lui, ricordiamolo, e quando Isolde era giovane c’era il numero… otto o nove, forse… di quella serie) e avanzò verso il maggiordomo.

    “Sua Eccellenza Wellesley mi sta aspettando. Il mio nome è Maximilian Richthausen, mi ha convocato. Ho qui la sua lettera, se dovesse servire.”, disse avvicinandosi a lui, le mani conserte dietro alla schiena. Sì, aveva la sua lettera, ma l’avrebbe usata solo in caso il maggiordomo avesse avuto eventuali storie.

    #4006
     Elan 
    Partecipante

    Se la telefonata con Richard era stata a dir poco terrificante, le ore di studio di tutte quelle carte accuratamente telematizzate furono se possibili ancora peggiori.
    In sostanza, anche se Pryce era stato arrestato, questa sorta di movimento politico che erano i Guardiani era andato avanti, c’erano stati bollettini settimanali e i membri non sembravano per nulla pochi. Poi qualcosa era cambiato, il bollettino era stato cancellato e tutto era diventato più super-segreto…
    Proprio quello che ci voleva per far sclerare qualcuno, insomma!

    Quando Selim parlò, era talmente concentrata che per poco non fece un salto sulla sedia, ma si ricompose abbastanza velocemente e mentre ascoltava il resoconto dell’altro inoltrò a Richard tutti i documenti che aveva appena studiato.
    Magari lui riusciva a ricavarci qualcosa di più.

    Ancora un pochino sovrapensiero, annuì distrattamente alla domanda su Matthew Carter, mormorando un non troppo entusiasta “Ho scritto alcuni pezzi su di lui… è uno degli uomini più potenti di Luna!”
    La cosa certa in quel momento era che lei aveva davvero un enorme mal di testa, e aveva perso l’intera giornata dietro a quelle carte assurde.
    Ma le ultime parole di Selim le strapparono una risata estremamente liberatoria.
    “E’ impossibile non conoscere tutti i mille e passa Billy!! Sono tutte persone così importanti, e con un nome così caratteristico, di quelli che ti entrano in testa e non ti escono più!!”
    Ci pensò un pochino.
    “Credo di aver avuto un cane che si chiamava Billy… forse…” e rise di nuovo, prima di scuotere le spalle con una certa rassegnazione.

    “Qui pochi Billy, ma tante cose assurde. Questi benedetti Guardiani erano una sorta di movimento politico, che ha continuato ad agire anche dopo l’arresto di Pryce.” scosse la testa, un velo di tristezza sugli occhi.
    “Avevano un bollettino settimanale che è andato avanti fino ad un paio di anni fa, poi all’improvviso tutto è diventato super-segreto e si sono limitati al passa parola. Deve essere colpa di qualche riunione fatta più o meno in quel periodo.”
    Le si illuminò per un istante lo sguardo e scorse di nuovo le carte.
    “Anche qui viene nominato il Viale della Terra, è dove è stata fatta quella riunione che ti dicevo!” esclamò trovando il punto in cui aveva letto quell’informazione.

    #4012
     Meeme 
    Partecipante

    “La corporazione è una famiglia, così come per me lo sono i miei soldati, ma ciò non toglie che non è peccato desiderarne una propria perciò non ti intristire! Basta trovare la persona giusta ed è questa la parte più difficile!” rise cercando di risollevare un po’la questione e non lasciare al silenzio l’ultima parola.

    Si diressero con efficienza fino al luogo prestabilito e se Stanford storse il naso lei si esibì in una colorita imprecazione. “Perché gli scarafaggi scelgono sempre il posto peggiore dove vivere?” sollevò gli occhi al cielo. Quello era il paradiso dei cecchini così decise di attivare il suo mirino ad infrarossi per dare un’occhiata alla strada prima di percorrerla.

    #4013
     Evanderiel Til Xalieran 
    Partecipante

    Seishin seguì la donna, meglio non usare il teletrasporto ora quando sarebbe potuto servire più tardi. Però poteva provare a recepire qualcosa in più dei normali sensi… quando lui e la sua ospite si furono appostati la avvisò.
    “Se mi date un attimo per concentrarmi posso provare ad utilizzare il Ki per analizzare la situazione… non posso assicurare un risultato preciso… non sono in totale controllo di ciò che i sensi potenziati possono percepire, ma qualcosa di utile solitamente si trova” le disse con un mezzo sorriso.

    Quindi si sistemò in una posizione comoda, cominciando a rallentare il suo respiro ed escludendo man mano tutto ciò che poteva essere considerato una distrazione, dal rumore di sottofondo persistente di Luna City alla normale vista che troppo facilmente si distraeva, agli odori non certo gradevoli che emanava la zona, per attingere infine all’energia del Ki, assorbendola e rilasciandola in onde, ognuna fungendo da vettore per estendere i suoi sensi oltre le capacità di un normale essere umano…
    Ogni cosa era formata da energia, dalla luce che colpiva la retina dell’occhio, fino alle molecole di profumo emanate da un oggetto… il Ki non faceva altro che isolare ogni onda di energia per escludere quelle più comuni e conosciute ed evidenziare invece quelle meno famigliari e probabilmente più interessanti per acquisire nuove informazioni.

    #4019
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    “Molto bene Herr Pryce, direi che potremmo andare a dare un’occhiata alla sala da dove tutto è iniziato così da avere qualcosa su cui mettere le mani e poi cominceremo con gli interrogatori a partire da questo Nicky…” disse mentre lo liberava definitivamente.
    In verità Abel era molto curioso di vedere la faccia di questi ex-colleghi di Pryce quando si sarebbe presentato loro davanti, ma preferì partire con qualcosa di più semplice per poter anche avere la sicurezza definitiva in merito al fidarsi di lui.

    “Oh eccoti qui” riferendosi a Lada “sì, partiremo da dove tutta la loro storia ha avuto inizio, mi sembra una meta molto interessante…dobbiamo prima dare degli abiti adatti al nostro accompagnatore però non può certo venire via vestito così”

    Mentre uscivano dalla sala interrogatori Abel si avvicino a Lada quasi sussurando: “Mi sembri contenta nel venire a fare questa “gita” con noi vero? Non deve essere facile stare tutto il giorno chiusa in una stanza a raccogliere dati…”

    #4026
     Ilmarien 
    Partecipante

    Megan Reed
    Lo sguardo di Selim si incupì quando sentì del fatto che era diventato tutto così segreto: “Hmm, non mi piace, mi puzza che siano diventati così segreti tanto tempo dopo l’iniziale attacco dell’Inquisizione… ma non giungiamo a conclusioni affrettati, possono averlo fatto per molteplici ragioni…”. Quando Megan disse che aveva scritto su Carter, Selim chiese: “Hmm, qualche idea su che tipo di persona sia?”. Megan sapeva che, come buona parte dei politici Capitol, Carter era assolutamente privo di scrupoli. La sua base elettorale era nei grandi azionisti di Luna, i vari miliardari Capitol che controllavano buona parte della burocrazia del Pinnacolo [OOG: la sede della Capitol su Luna, un colossale Empire State Building nel centro di Luna].

    Sembrava che stesse per vincere le sue ultime elezioni scagliandosi la Mishima e la Bauhaus, ma Wellesley lo aveva sconfitto con una serie di promesse elettorali e una costosa campagna pubblicitaria che aveva riempito l’intera città di volantini. Una parte della stampa Capitol aveva accusato Wellesley di avere ricevuto fondi da parte della Bauhaus e di non essere altro che un pupazzo messo dalla Bauhaus, in particolare da Martha Hindenlang. Data la più completa assenza di prove, Megan aveva liquidato l’ultima teoria come una cospirazione istigata da Carter, tuttavia diverse aziende Capitol di Luna avevano rinnovato i loro accordi commerciali con la Bauhaus.

    Nel sentire che avevano trovato una possibile corrispondenza, Selim tirò un profondo respiro di sollievo: “Beh, è già qualcosa, che dici andiamo là e cerchiamo di capirci qualcosa di più? Se è in fondo al viale della Terra possiamo anche andarci a piedi” concluse guardando brevemente una mappa pieghevole del distretto che ripose nel cappotto. “Ah, ti serve dell’equipaggiamento? Non siamo una cappella dell’Inquisizione” disse senza nascondere una certa ironia “ma abbiamo un discreto inventario per questo tipo di operazione”.

    Abel Brandt
    Lada inizialmente ignorò la sua osservazione, forse non voleva parlare davanti a Pryce. Accompagnò Pryce in un piccolo vestibolo e gli diede alcuni abiti civili che aveva preparato per l’occasione e lo lasciò dentro perché si potesse vestire. Una volta soli, disse: “Si, esco volentieri. Mi piace il lavoro che facciamo qui, ma non vediamo mai i risultati di ciò che facciamo, e per questo ci sembra di fare tanta fatica per niente” spiegò. “So che non dovrei lamentarmi, il mio è un lavoro sicuro e senza pericoli, ma sono contenta per una volta di fare qualcosa che sembra importante. Ah, la Direttrice Hindenlang ha detto che se ce ne fosse bisogno una squadra è pronta ad intervenire, ma per il momento è meglio mantenere un profilo basso” disse per non dimenticarsi. “A proposito” e il suo sguardo si incupì “tu conoscevi mio fratello Sergej? L’Ufficio della Gloria mi ha detto che è morto durante un’operazione con un certo Brandt dell’Ufficio della Paura…”

    Maximilian Richthausen
    “Un momento prego” disse il maggiordomo invitandolo a sedersi ed aspettare. Ma Maximilian non dovette aspettare molto, perché dopo pochi secondi il maggiordomo ritornò e lo fece entrare in un ampio salotto, con un candeliere di vetro al centro, un ampio tappeto rosso e diverse poltrone in cerchio. Su una parete troneggiava un ritratto del Cardinale Alexander e su un’ampia poltrona di fronte alla porta sedeva il suo ospite. Max fece fatica a trattenere un’espressione di disgusto nel vederlo. Era estremamente sproporzionato, con un corpo piccolo e deforme e una testa enorme con le labbra storte. Tuttavia fece del suo meglio per controllarsi: era cresciuto come Bauhauser, dove i… diversi… non esistevano e non erano contemplati, ma ora era nella Fratellanza, e Wellesley era un Mistico, quindi un suo superiore.

    “Ah, Mr. Richthausen, benvenuto. Si accomodi, prego” disse Archibald con una voce sorprendentemente melodiosa mentre lo invitava a sedersi con una delle sue minuscole mani. Quando Maximilian si sedette vide di fronte a sé un piatto con diversi biscotti tra cui anche una selezione di formaggi venusiani che gli fecero subito venir fame. “Mi dispiace disturbarla durante la sua licenza ma la Fratellanza ha bisogno di lei” fece un cenno al maggiordomo che abbassò le luci e accese un proiettore a lato. Max seguì le istruzioni del nano ed entrambi si girarono verso il muro bianco, dove c’erano alcune linee statiche, che improvvisamente si schiarirono mostrando un volto in bianco e nero. Il maggiordomo diede al nano e a Maximilian un piccolo microfono, e il nano disse: “Custode Romanov, mi sente?” “Si, Archibald, il segnale è chiaro. Buonasera Herr Richthausen, sono lieto di incontrarla, Gustav Zelevskij-Romanov, Custode dell’Arte”. La risposta risuonò per la stanza, mentre Max faceva mente locale su chi aveva davanti.

    Il Custode dell’Arte era un ex-Bauhauser entrato nella Fratellanza in giovane età, che aveva fatto una lenta carriera per oltre quarant’anni fino alla posizione di Custode, che gli era stata assegnata un paio di anni fa. Il suo volto e i suoi capelli bianchi mostrava numerose rughe ma i suoi occhi neri sprizzavano ancora di energia e i suoi movimenti, per quanto si poteva vedere dal video, sembravano piuttosto sciolti. “Vengo subito al punto” proseguì con voce profonda “abbiamo un problema al distretto 43. Si tratta di un’indagine di diverse corporazioni, e del Cartello, in cui l’Inquisizione è stata coinvolta alcuni anni fa. L’Inquisizione stessa sarebbe incline a lasciare spazio libero alle corporazioni ma ci sono due fazioni interne alla Fratellanza che stanno operando nel quartiere. Una è diretta da Astrid MacMahon, una Missionaria, l’altro è l’Ordine della Fiamma Purificatrice” e fece una pausa per dare tempo al suo interlocutore di assorbire le informazioni. Max non sapeva molto del lavoro della Missione, per quanto rispettasse i suoi membri.

    Tuttavia conosceva bene il lavoro dell’Ordine della Fiamma Purificatrice: erano una setta fanatica interna alla Fratellanza, e girava la voce che fossero appoggiati dal Cardinale Dominic [OOG: il Cardinale di Luna]. A Maximilian ricordavano gli ordini segreti della Bauhaus, ma senza la classe e gli ideali che li distinguevano. Sembravano uno strumento che i Mistici usavano per bruciare libri o ridurre gli oppositori al silenzio: gli Inquisitori erano brutali ma metodici, questi fanatici erano caotici e indiscriminati. E i loro atti erano diventati più violenti dopo i numerosi appelli alla tolleranza e alla pace corporativa lanciati dal Cardinale Supremo Alexander nel corso dell’ultimo anno.

    Kasey Bates
    Stanford sorrise all’ultima frase di Kasey ma non replicò. Quando Kasey attivò il mirino a infrarossi vide un sacco di interferenza. Cercò di cambiare posizione più volte, ma sembrava esserci un qualche tipo di schermatura. Tuttavia a un’occhiata più attenta Kasey si rese conto che il muro di interferenza non era impenetrabile, forse era un po’ che non ci facevano manutenzione. Dopo qualche tentativo, e riuscendo ad escludere alcune frequenze dallo spettro visivo, fu in grado di individuare due cecchini in una stanza nello stabilimento industriale, con un’invidiabile vista sull’intero viottolo. “Perché amano sguazzare nella m*rda evidentemente!” rispose Stanford acido. Kasey fece rapidamente i conti: potevano cercare di avvicinarsi con l’inganno, oppure potevano cercare di entrare attraverso lo stabilimento e sorprendere i due. “Non credo che i loro fucili possano penetrare un’armatura da Mirroman” disse Stanford riflettendo anche lui sull’approccio migliore “se le indossiamo dovremmo poterci avvicinare abbastanza in fretta…” si fermò a pensare “non molto sottile, ma efficace” concluse.

    Seishin
    Il Samurai si concentrò espandendo i propri sensi. Rimase colpito dalle numerose sensazioni di paura e di confusione, la gente del distretto era disperata, pronta a tutto pur di sopravvivere. Allargò il raggio, verso la direzione in cui si vedeva del movimento, e percepì una massa informe di paura, dolore e rabbia, da cui emergeva un onnipresente senso di fame divorante. Oltre questa massa confusa, in direzione del Terra Reàl, vide un bastione di risolutezza e coraggio, contro cui la massa informe sembrava cozzare continuamente. Il bastione era troppo lontano da dove si trovava per un’analisi approfondita, quindi si concentrò nuovamente sulla massa informe di sensazioni. C’erano in mezzo alcuni individui, Seishin ne contò una dozzina in tutto, che emanavano rabbia, ma era una rabbia fredda, controllata, e sembravano nutrirsi della fame e del terrore che li circondava. In particolare, intorno a uno di loro, i sensi di Seishin percepirono, in un brivido di paura, l’aura dell’Oscura Simmetria. E per un singolo istante, Seishin sentì che questo individuo sembrava averlo percepito, e interruppe subito il contatto. “Dunque? Scoperto qualcosa?” chiese Saori.

    #4027
     Rilwen 
    Partecipante

    Non si sedette, aspettando che il maggiordomo lo introducesse. Non era stanco, era solo inattivo, ma si era allenato quotidianamente, appena le ferite gliel’avevano permesso, e nessun Mortificator si sarebbe fatto cogliere impreparato. Quindi, appunto, sedersi non era una priorità.
    Fu piuttosto una priorità non manifestare troppo disgusto e/o compassione e/o qualunque cosa di quel genere davanti a Wellesley: non si aspettava certo un nano, in più con quella testa immensa e quella bocca storta, troppo attaccato a certi “ideali” anche prettamente estetici in lui instillati dalla più tenera età.
    “La ringrazio, Eccellenza.”, rispose andando a sedersi lentamente, incrociando le gambe e osservando il cibo che comunque lo attirava, ma non avrebbe osato allungare troppo la mano, per evitar di sembrare un povero bimbo affamato.
    “E spero stia bene.”
    Ovviamente lo diceva per pura cortesia, mentre scuoteva la testa.
    “Non si preoccupi, è un onore e un piacere servire la Causa.”
    E poi aveva riposato forse troppo – anche se, continuiamo a dirlo, stare con sua sorella non gli aveva fatto male, tutt’altro. Si girò guardando il volto di Romanov, il Custode. Non sapeva magari tantissimo di lui, ma sapeva abbastanza per conoscere la sua potenza e la sua posizione all’interno della Fratellanza.

    Quindi rimase ad ascoltare, con attenzione. Distretto 43. Si chiese se gli ricordava/diceva qualcosa, ma ci avrebbe in caso pensato dopo. Perché l’Ordine della Fiamma Purificatrice non gli piaceva nemmeno un po’, erano caotici, erano incasinati, erano tutto quello che lui non voleva essere, davvero.
    “Di che indagine si tratta? E questa McMahon da che ambiente proviene?”, chiese, per cercare di capire di più sul motivo per cui era lì, perché, in definitiva, era quello l’importante.

    • Questa risposta è stata modificata 7 anni, 7 mesi fa da  Rilwen.
    #4034
     Meeme 
    Partecipante

    “Uhm… ho individuato due scarafaggi appostati con fucili da cecchini, hanno una buona visuale del vicolo.” riferì calcolando mentalmente la distanza da percorrere. “Ci sono parecchie interferenze, ma la manutenzione non è il loro forte e sono riuscita a bybassarle per scovare i cecchini.” Quando si trattava di lavoro sapeva essere più professionale nel linguaggio, scarafaggi esclusi…

    “Non molto sottile, ma efficace. Dobbiamo solo essere rapidi, si accorgeranno dopo un paio di colpi piazzati che la protezione sarà fuori la loro portata. Chiameranno rinforzi e ci ritroveremo con mezzo vicolo invaso. Cerchiamo di disturbare le loro comunicazioni in modo da agire rapidamente e stenderli prima che inizino ad urlare come scimmie ammaestrate.” Propose lei.

    #4035
     Evanderiel Til Xalieran 
    Partecipante

    “Sì – disse Seishin con gravità – c’è l’Oscura Simmetria al lavoro nella folla. Se gli attaccanti sono di questi Guardiani delle Libere Nazioni di cui mi hai parlato c’è l’alta probabilità che ora chiunque lo guidi sia controllato da essa… si nutrono di paura e rabbia e con i loro poteri la alimentano anche… e purtroppo quella folla ne è piena”

    Guardò nuovamente la folla cercando di misurare, per quanto possibile, le distanze tra loro, la folla e il quartier generale del gruppo ribelle.

    “Se ci avvicinassimo abbastanza potrei azzardare un teletrasporto tra le fila dei Nacionales, anche se non so come prenderebbero la nostra comparsa in mezzo a loro… però dubito che in due si possa affrontare quella folla da soli e senza sapere la portata dei poteri degli Eretici in mezzo a loro… sarebbe meglio poter unire subito le forze con la banda, o come minimo potersi coordinare in un qualche modo…”

    #4043
     Elan 
    Partecipante

    “Quando le cose diventano così super segrete c’è sempre qualcosa di losco sotto!” commentò Megan, per niente convinta da tutta quella situazione. Però scosse le spalle, cercando di sdrammatizzare la situazione.
    “Però dai, magari si vergognavano e basta, oppure… non saprei, avevano finito i fondi per la carta!”
    Era ovviamente solo una battuta, ma la situazione non le piaceva per niente.

    Si fece un po’ pensierosa pensando a Carter, cercando di ricordare le ricerche che aveva svolto su di lui, e alla fine fece un’espressione un poco rassegnata.
    “E’ il classico politico: privo di scrupoli, con un buon appoggio dai grandi azionisti di Luna… classico, insomma!”
    Non era una persona che stimasse particolarmente, e anche se evitò accuratamente di esprimere la sua opinione – da brava giornalista aveva imparato che era meglio tenere i propri pensieri per sé il più delle volte.
    “Stava per vincere alle ultime elezioni, però poi è stato sconfitto da Wellesley. Più fondi, uguale vittoria assicurata! Sempre lì andiamo a parare alla fine dei conti! Alcuni, specie Martha Hindenlang, hanno detto che Wellesley era stato finanziato dalla Bauhaus, ma…” scosse le spalle. “Non ho mai trovato prove a favore di questa teoria. Potrebbe essere solo una campagna mirata a screditarlo.”

    In ogni caso, per lo meno avevano trovato una traccia in comune, che magari avrebbe potuto portare qualcosa.
    Acconsentì a seguirla (d’altronde, era l’unica cosa che avessero in mano!), ma alla battuta sull’Inquisizione fece una smorfia, e gli mollò un pugno – non troppo forte ed evidentemente giocoso – su una spalla.
    “Quest’ironia è crudele, sappilo!!” esclamò ridendo. “Solo perché hai biecamente smascherato la mia perfettissima copertura!!”
    Rise ancora, e accettò di buon grado un po’ di equipaggiamento: dopo l’ultima volta, era costretta ad ammettere che essere preparati era il punto di partenza migliore per la buona riuscita di un piano.
    Un giubbotto antiproiettile e un fucile le sembravano l’ideale in quel momento ma – per sicurezza ed una sorta di affetto – scelse anche qualche granata che avrebbe sempre potuto tornare utile.
    “Anche se sono certa che tutta questa robaccia sarà totalmente inutile, perché da splendido cavaliere quale sei provvederai ogni volta a salvare la fanciulla in pericolo, giusto?” esclamò alla fine, ridendo.

    #4045
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    ” Bene se ci sarà effettivo bisogno chiederemo rinforzi, comunque ti capisco…io probabilmente impazzirei a stare sempre in un ufficio e per fortuna i miei affari erano e sono sempre abbastanza movimentati, in ogni caso se questa è la tua prima esperienza fuori fai molta attenzione e osserva quello che faccio: non sono l’insegnante perfetto ma ho una discreta esperienza” disse sorridendo, probabilmente Lada era più esperta di quello che dava a vedere ora, però fino a quando non si sarebbero trovati sul campo non poteva saperlo.

    Il volto di Abel si fece più serio quando Lada gli rivolse quella domanda: “Mi ero promesso di chiedertelo al momento opportuno comunque sì Sergej era con me quando è morto…abbiamo avuto uno scontro con l’Oscura Simmetria e purtroppo lui non è sopravvissuto: ero ancora all’Ufficio della Paura quando abbiamo collaborato e mi è dispiaciuto parecchio per la sua morte…son sicuro che avremmo potuto ancora lavorare insieme considerato come si stava consolidando il nostro rapporto: immagino ci fosse un bel rapporto fra voi due”

    #4068
     Ilmarien 
    Partecipante

    Abel Brandt
    “D’accordo, ti terrò d’occhio” disse mentre sorrideva con una punta di malizia “in combattimento me la cavo, dopotutto sono nell’esercito da anni, ma per quanto riguarda il muoversi per le strade non sono precisamente esperta” disse mentre prendeva due cappotti da un armadietto e ne dava uno ad Abel. Erano cappotti lunghi in tessuto balistico esattamente come quello che Abel aveva addosso, ma non aveva simboli particolari ed erano un po’ sgualciti, così potevano passare per civili senza dare nell’occhio.
    Riguardo al fratello, Lada disse: “Si, avevamo le nostre litigate ma eravamo abbastanza uniti, mi dispiace solo di non essere riuscita a dirglielo” disse mentre la voce si rompeva leggermente, era chiaro che non aveva completamente superato il dolore della perdita. Poco dopo Pryce uscì, indossando abiti civili e un cappotto lungo simile al loro, e che nascondeva bene il collare. Uscirono all’aperto, mentre il sole del tardo pomeriggio allungava le ombre dei grattacieli del centro città sul distretto, ormai già in penombra. Pryce si guardò un momento intorno, come assaporando la sensazione dell’aria aperta, poi si girò e disse: “Mi ero dimenticato quanto fosse lugubre il distretto, tra le rovine dell’Empire Boulevard e le ombre del centro città” fece un respiro profondo, poi riprese “andiamo, direi che ho più o meno capito dove siamo, la vecchia sala non è lontano da qui” disse incamminandosi e tenendo il cappello basso e la sciarpa in modo da coprire il volto per evitare eventuali passanti.

    Megan Reed
    Quando Megan mollò il pugno scherzoso a Selim, lui si girò e rise di gusto alle parole di lei: “Cosa vuoi farci… Comunque non l’ho detto a nessuno a parte il mio superiore, e non credo che lo sappia nessun altro, quindi per il momento puoi stare tranquilla. E per tua conoscenza, l’ho capito nel sotterraneo, quando stavamo per attaccare gli eretici. Nella Mishima ti insegnano a percepire l’uso dell’Arte e dell’Oscura Simmetria, quindi ho sentito sia te che gli eretici. Non è un potere che uso spesso per via di questo” e sollevò il suo braccio con la protesi cibernetica “ma è comunque efficace”.

    Quando ebbero finito di equipaggiarsi si avviarono verso l’uscita mentre Selim le rispondeva: “Certo, come no, ti salverò da tutto quanto… tranne che dall’Oscura Simmetria si intende. Quello è un lavoro per Inquisitori” e si fece prontamente di lato per evitare la sberla che immaginava sarebbe arrivata. “Scherzi a parte” disse una volta che ebbe smesso di ridere ed erano per strada “cosa sai fare con l’Arte? Così so cosa aspettarmi, tutto qui” chiese con curiosità. Arrivarono allo stabilimento che ormai stava venendo sera, e si trovarono davanti un edificio fatiscente ma i cui pilastri reggevano sia il primo piano che il tetto.

    Selim si avvicinò al portone principale, due lastre di metallo lo chiudevano ma negli anni si era formata un’apertura in mezzo, che era a sua volta stata chiusa con una rete spinata. Si girò verso Megan: “Ah, filo spinato. Il mio preferito” si accertò che non ci fosse nessuno nelle vicinanze, estrasse la spada con un movimento silenzioso e, impugnandola a due mani, vibrò un fendente dall’alto verso il basso tagliando la rete in due con un singolo colpo e praticamente senza rumore. Selim usò il suo braccio cibernetico per spostare i fili tagliati e aprire un passaggio “e voilà!” disse a bassa voce “il prode cavaliere vince persino sul filo spinato” fece una riverenza invitandola ad entrare. A vedere da fuori il posto era buio e sembrava disabitato.

    Kasey Bates
    I due ritornarono sui propri passi, raggiungendo il furgone dove la squadra di supporto restava in attesa. Era un furgone del tutto anonimo, ma all’interno era perfettamente attrezzato come un qualunque furgone della Cybersecurity. Il sergente al comando rispose prontamente facendoli salire e mettendo le armature a loro disposizione. Kasey riconobbe il modello: erano armature da Mirrormen ma leggermente diverse dal modello standard. Erano più leggere e senza aggiustamento termale, ma solo perché non era previsto un loro uso prolungato su Luna City. In compenso erano fatte per essere indossate molto in fretta: Kasey semplicemente si allacciò la corazza sul davanti, aprì le braccia e la corazza automatica stabilì un link neurale e in men che non si dica Kasey era in armatura e pronta all’azione. “Vi servono rinforzi?” chiese il sergente “Negativo, è meglio che non attiriamo l’attenzione andandoci in troppi” disse Stanford lanciando un’occhiata a Kasey “Potete disturbare le loro comunicazioni? Se non chiamano aiuto è meglio” aggiunse in un secondo momento. Il sergente si fermò esitante ma il tecnico della squadra si intromise: “direi di si, oggi c’è stata un po’ di interferenza solare e una violenta scarica statica non dovrebbe attirare troppa attenzione. Non posso darvi più di una quindicina di secondi però” disse dopo aver fatto alcuni calcoli su un palmare. Kasey fece mente locale: secondo la sua esperienza era fattibile, però ci stavano un po’ stretti, se qualcosa fosse andato storto uno dei due uomini avrebbe potuto dare l’allarme.

    Seishin
    “Merda! Ma proprio l’Oscura Simmetria?” imprecò Saori con una smorfia di disgusto. “Hm, teletrasportarsi così è rischioso, specie perché siamo molto lontani. Al momento però non sento sparare, forse siamo in un momento di tregua. Potremmo provare ad avvicinarci con discrezione, se stiamo ai bordi della strada, o andiamo anche di casa in casa dato che spesso hanno porte comunicanti, non dovremmo farci scoprire. E se sono abbastanza vicina posso saltare al di là del muro e far sì che ti aprano dall’interno, siccome mi conoscono non dovrebbero spararmi subito. Oppure una volta vicini ci teletrasportiamo oltre la barricata e rischiamo” concluse lei aspettando una risposta di Seishin.

    Maximilian Richthausen
    “Benissimo, grazie” rispose Archibald in tono tranquillo. Il Custode accolse con un lieve sorriso la dichiarazione di fedeltà alla causa, e alla domanda di Max rispose: “Si tratta dei Guardiani delle Libere Nazioni, un vecchio gruppo politico anti-corporativo guidato, cinque anni fa, da un Mistico, l’Inquisizione era intervenuta su pressione delle Corporazioni per fermare il suddetto Mistico, Jonathan Pryce”. Max si ricordava di Pryce, era un Mistico di alto rango che spesso predicava su Luna, e mentre era in servizio diversi suoi commilitoni ne erano ispirati, e si chiedevano spesso quando sarebbe diventato Custode. Tuttavia era caduto in disgrazia alcuni anni fa, e da allora non ne aveva più sentito parlare.

    “Astrid MacMahon era nell’esercito, una Valchiria per la precisione” intervenne Archibald Wellesley che evidentemente era al corrente di tutta la faccenda “tre anni fa venne congedata per stress post-traumatico. Tuttavia lei aveva studiato da giovane, quindi è stata reinserita nella Missione, con un incarico di basso livello qui a Luna City e uno stipendio più che ragionevole” concluse. “Ora, l’organizzazione di questi Guardiani apparentemente è ancora attiva, e le Corporazioni sono… preoccupate ma restie a chiedere un intervento per via dell’Ordine della Fiamma Purificatrice” proseguì il Custode “il distretto 43 può anche sembrare una… topaia, ma le corporazioni lo usano per attività collaterali, come lo spionaggio industriale, o le cliniche di re-orientamento, o il mercato della droga” fece una smorfia di disappunto “non vogliono un intervento della Fratellanza che le obblighi a spostare tutto quanto, e francamente non sarebbe il caso di mettere a ferro e fuoco un intero quartiere, specie se si può risolvere la faccenda con… discrezione. Il problema è la possibilità di un coinvolgimento dell’Oscura Simmetria, che obbligherebbe l’Inquisizione a intervenire, ma non possiamo al momento confermarlo”.

    “In sostanza, le chiediamo di investigare” continuò rivolgendosi direttamente a Maximilian “scopra cosa sta succedendo a livello dei Guardiani e come mai l’Ordine della Fiamma Purificatrice è coinvolto. Cominci dalla MacMahon, se è coinvolta è meglio eliminarla perché è una variabile in meno. In caso contrario cerchi di sapere quello che sa, ed eventualmente se è disposta ad aiutare, e se ha avuto sentore di una presenza di eretici nella zona” concluse aspettando una risposta del Mortificator.

    #4093
     Meeme 
    Partecipante

    “15 secondo dovrebbero bastare.” confermò Kasey sincronizzando il suo timer per il conto alla rovescia. Preferiva avere sempre tutto sotto controllo quando si trattava di rischio. “L’armatura ci dona, Stanford. Siamo pronti per la sfilata con rissa!” sorrise facendo l’occhiolino al suo compagno di squadra per allentare la tensione prima del momento clou.

    “Allacciamo le cinture di sicurezza. Io mi prendo quello di destra e tu quello di sinistra. Ci rivediamo dall’altra parte, Stanford.” esclamò indicando la direzione e pronta a scattare.

    L’armatura avrebbe resistito ai colpi dei cecchini, lei si sarebbe lanciata in uno scatto fino a raggiungere quello scarafaggio e mollargli un pugno sulla mascella per stenderlo sul colpo. Era fondamentale che non desse l’allarme, doveva fidarsi di Stanford, dell’uomo al suo fianco e lo avrebbe fatto. “15 secondi…” sussurrò ed attivò il timer scaricando in uno scatto tutta la tensione dei muscoli del corpo…

    #4104
     Elan 
    Partecipante

    Megan fece una piccola risata, ma apprezzò enormemente il tatto di Selim di aver evitato di rivelare ad altri il suo piccolo segreto.
    “Ti ringrazio… già il mio superiore ha rischiato di linciarmi per aver permesso a te di scoprirlo… se la cosa fosse diventata di dominio pubblico penso che sarei stata decisamente condannata!”
    L’aveva messa giù in maniera scherzosa e decisamente divertita, ma era abbastanza sicura che ciò che aveva detto si avvicinasse abbastanza alla realtà.
    Richard l’avrebbe sicuramente uccisa se la sua copertura fosse collassata in quel modo.
    Tuttavia le capacità di Selim erano davvero molto interessanti.
    “Sono in tanti nel Cartello ad avere questa capacità? domandò incuriosita, ma non per paura di essere scoperta da altri, quanto per reale curiosità. “Voglio dire, riuscire a riconoscere così facilmente adepti dell’Oscura Simmetria è un vantaggio estremamente comodo!” spiegò, non volendo che Selim pensasse male per quella sua curiosità.

    Alla sua battuta però fece una smorfia indignata.
    “Mi assicurerò personalmente che tutti i prossimi pazzi che incontriamo si scatenino contro di te, così potrò fare il mio dovere e venire a salvare il donzello in pericolo!” esclamò ridendo.
    Era davvero contenta che la maschera fosse caduta.
    Non l’avrebbe mai detto, ma poter scherzare in quel modo con qualcuno di esterno alla Fratellanza rendeva tutto terribilmente più piacevole… poi, il fatto che quel qualcuno fosse Selim migliorava ancora di più il tutto, ma quello era un dettaglio.
    Ci pensò un po’ su alla sua domanda.
    “Manipolazione mentale suona tanto brutto?” domandò cercando di buttarla sul ridere.
    “Seriamente, comunque, sono trucchetti piuttosto simpatici e utili… telepatia, capacità di capire se qualcuno sta mentendo e, beh… pura e semplice manipolazione mentale! Non hai idea di quanto possa tornare comoda questa cosa ad un giornalista a cui puntualmente nessuno vuole mai dire nulla!” sorrise, ma nonostante tutto si sentiva un pochino a disagio a parlare di quelle cose, più che per poca abitudine che per reale imbarazzo.
    “Comunque… sono contenta che tu mi abbia scoperto.” confessò alla fine. “E’ più… piacevole così!”
    Nella sua testa era suonata come una frase un pochino più dolce, ma forse per la situazione o forse per il disagio del parlare di quegli argomenti, alla fine non era uscita proprio come se l’era immaginata.

    Quando arrivarono allo stabilimento lasciò che il compagno si occupasse del filo spinato, e alla sua battuta fece un’elegantissima riverenza, degna dei migliori aristocratici.
    “Come farei senza di voi, oh mio prode cavaliere!” esclamò a bassa voce, divertita, prima di precederlo nell’apertura.
    Quel posto non le piaceva per nulla, e a dirla tutta quel buio era anche un po’ inquietante, quindi decise di accendere la torcia sul fucile, sperando di non svegliare orde e orde di pazzi fanatici pronti ad ucciderli.
    “Cosa dobbiamo aspettarci secondo te?” domandò.

    #4107
     Sir Gruumsh 
    Partecipante

    “Molto bene allora…cerca di non distrarti troppo allora, non vorrei perderti per strada e dover venire a cercarti per tutto il distretto” le disse con un sorriso beffardo “comunque mi dispiace molto per tuo fratello…io non ne ho avuti ma posso immaginare cosa si possa provare soprattutto se eravate molto legati”

    Appena Pryce finì di vestirsi Abel lo fece uscire e gli diede qualche attimo per godersi quella sensazione di semilibertà “deve essere strano e piacevole respirare di nuovo aria pura dopo tanti anni di prigionia…ma spero di non doverlo provare mai di persona” e cominciò a seguirlo appena decise la direzione da prendere.
    “In quanti eravate la prima volta che vi siete riuniti in quella sala?” gli chiese.

    #4109
     Rilwen 
    Partecipante

    Maximilian rimaneva ad ascoltare attentamente, la mente che viaggiava come un computer impazzito, pronto a ricevere tutte le informazioni possibili. Due schieramenti, e fin qui…
    “Qual è l’obiettivo di questi Guardiani? E quello della McMahon? Se c’è l’Ordine della Fiamma Purificatrice in giro, ci dev’essere qualcosa in più d semplici attività collaterali.”
    Giusto per aver ben chiaro i come, i se, i quando. E, soprattutto, le motivazioni: perché uno può sapere i come, i quando, ma se non ci sono i perché, non c’è nulla.
    Almeno, era quello che pensava lui.
    “Si sta verificando qualcosa di particolare e di preciso nel Distretto? Ci sono avvenimenti strani, ci sono delitti, o furti… beh, peggio del solito, intendo?”
    Non aveva ben chiaro proprio tutto tutto. Erano tante informazioni in una volta, e quando c’è troppo input, anche il computer più veloce può andare in tilt.
    “E’ possibile avere dei file sulla McMahon? E in che veste devo investigare questa situazione?”
    Perché lui era un camaleonte, e doveva sapere che ambiente lo avrebbe accolto.

    #4125
     Ilmarien 
    Partecipante

    Maximilian Richthausen
    Il custode scambiò un’occhiata con il nano e disse: “Molto bene, Archibald le fornirà i dettagli del caso. Farà rapporto a lui quando scoprirà qualcosa. Le auguro di risolvere rapidamente questa situazione. Archibald” e dopo un cenno di saluto all’altro Mistico il volto del Custode scomparve e la parete ritornò bianca. “Non è mai stato uno di molte parole” commentò il nano in tono ironico. “Dunque, partiamo dall’inizio” disse prendendo un plico di fogli “l’obiettivo dei Guardiani in teoria dovrebbe essere quello di danneggiare in qualche modo le corporazioni, ma non sappiamo in che modo si sia trasformata l’organizzazione in tutti questi anni di silenzio. Quello che sappiamo è che il quartiere è in preda al caos, dato che il Cartello non avrebbe emesso un comunicato simile senza motivo” disse Archibald riferendosi al comunicato del giorno prima [OOG: vedi il primo post].

    “Quanto alla MacMahon” proseguì “o è parte dell’Ordine o lavora per i Guardiani, o si è semplicemente trovata lì per caso, da quello che abbiamo potuto vedere” disse allungandogli un piccolo fascicolo su di lei “non sappiamo se sia coinvolta, spetta a lei scoprirlo”. “Non abbiamo informazioni precise su quello che sta succedendo nel Distretto, oltre ai comunicati del Cartello sappiamo che le varie corporazioni si sono mobilitate, che l’Inquisizione al momento non sembra intenzionata ad intervenire, non senza prove perlomeno, e che l’Ordine sta concentrando tutti i suoi sforzi in questa zona” concluse e gli passò un rapporto più recente cercando di dargli un’idea più precisa.

    Max lesse il fascicolo sulla MacMahon nel quale non c’era quasi nulla, aveva fatto un esame per entrare nei Mistici, ed era stata respinta, però era riuscita ad entrare nelle Valchirie poco dopo, dove aveva servito diversi anni. Dopo un periodo di licenza per ‘motivi personali’ aveva chiesto e ottenuto un trasferimento come Missionaria, avendo fatto l’esame da Mistico era abbondantemente qualificata per il lavoro. Sulla sua attività su Luna non c’era quasi niente, tranne un rapporto annuale sulle sue condizioni mentali, che la definivano laconicamente ‘nervosa ma dedita alla causa’. Il rapporto invece risaliva a stamattina, informando il Custode che c’erano oltre duecento membri dell’Ordine della Fiamma Purificatrice nel Distretto e che i loro numeri stavano crescendo, mentre diceva che l’Inquisizione avrebbe appoggiato un’indagine separata Bauhaus e contemporaneamente inviato un loro agente sotto copertura. “Lei deve agire in incognito, ovviamente. Si intende che se dovesse imbattersi in agenti corporativi, o se trovasse qualcuno degno di fiducia può provare a coinvolgerli nella sua indagine, rivelandosi un agente. Per quanto riguarda la MacMahon, può presentarsi in veste di Revisore [OOG: agenti sotto copertura dell’Inquisizione], farle qualche domanda con un pretesto di una segnalazione di Oscura Simmetria e vedere come reagisce” suggerì infine il Mistico.

    Abel Brandt

    Lada sorrise e fece un cenno di intesa alle parole di Abel, ma non disse nulla.
    “Una ventina, non di più direi” rispose Pryce cercando di ricordarsi “sembra quasi un’altra vita…” commentò assorto. Arrivarono rapidamente all’edificio, una scuola elementare che però al momento era chiusa. Contrariamente agli edifici fatiscenti che la circondavano, al scuola era relativamente in buono stato, qua e là si vedevano dei mattoni sotto l’intonaco ormai scrostato ma i vetri erano in ordine e si capiva che l’edificio era riscaldato. Dopo un momento di esitazione, Pryce li guidò a una porta sul retro, che si aprì con una leggera pressione “in genere li facevamo entrare di qui” spiegò ed entrò davanti ai due Bauhauser.

    Nella penombra del tardo pomeriggio e nel silenzio la scuola aveva un aspetto quasi lugubre, pensò Abel mentre i passi risuonavano per i corridoi vuoti. “L’avranno chiusa dopo la proclamazione dello stato d’allarme da parte del Cartello” disse Lada vedendo che chiaramente non c’era nessuno. Pryce li guidò in un’aula un pochino più grande delle altre, in cui troneggiava un enorme ritratto del Cardinale Supremo Alexander. A vederlo Pryce commentò: “All’epoca c’era ancora Nathaniel, ma la stanza è più o meno quella” e si mise a cercare dietro ai vari armadi. Non ci volle molto prima che trovasse quello che stava cercando, rimosse, mostrando peraltro una discreta forza, un pannello di legno ed estrasse un vecchio libro rilegato in pelle. “Ecco, il libro delle prime riunioni” disse appoggiandolo sulla cattedra e soffiandoci sopra per togliere la polvere che si era accumulata negli anni. Le pagine erano bianche, ma Pryce creò una luce usando i suoi poteri dell’Arte e le pagine si riempirono di caratteri. Erano elenchi di nomi, presenze ai vari incontri e iscritti al movimento.

    C’era anche un elenco di persone ‘per il passaparola’, probabilmente per far circolare notizie in fretta senza usare canali ufficiali. Man mano si aggiungevano nomi di partecipanti: “Qui cominciavamo ad essere in troppi, stavamo strettissimi” disse Pryce ricordando l’avvenimento con un sorriso quasi sognante. “Ecco, questa fu l’ultima riunione prima che ci trasferissimo… Cosa?” si fermò interdetto. C’erano alcune annotazioni successive a dove aveva appena indicato, anzi erano annotazioni molto recenti, risalenti a un paio di mesi fa e che proseguivano fino all’altro ieri. Non c’era un elenco dei partecipanti, c’era però un frettoloso verbale delle riunioni. Per quanto fosse poco rigoroso, il succo dei discorsi era chiaro: era un piccolo gruppo di persone, forse vecchi membri che si era riunito perché preoccupato di quello che stava succedendo ai Guardiani. Un certo Arthur sembrava l’organizzatore principale, e probabilmente era lo stesso che aveva scritto questi verbali. Si parlava spesso di gerarchia e di mancanza di comunicazione, e in diverse occasioni si esprimevano dubbi sul futuro dell’organizzazione. Gli incontri erano stati giornalieri fino al giorno prima, in cui apparentemente non c’era stato nessun incontro.

    Megan Reed
    “No” rispose Selim “in realtà è una capacità del ki, un’eredità Mishima, insomma” spiegò “anche se so che alcuni… come si chiamano… Aspetti? dell’Arte possono fare la stessa cosa”. Alla spiegazione di lei disse: “Beh, si, non suona certo bello” disse e Megan gli lesse in faccia che si stava chiedendo se lui stesso era mai stato ‘manipolato’. “Comunque sono senz’altro poteri utili, se per esempio dobbiamo…” si interruppe “ah, ecco come ai fatto a convincere quei due tizi alla Ruota Dorata, sembravano così cocciuti e poi di colpo ci hanno fatto passare!” realizzò all’improvviso. Quando lei gli disse che era contenta di essere stata scoperta, lui rise e la guardò con tenerezza, senza dire nulla.

    All’ultima domanda guardò dentro, annusò l’aria e poi disse: “Mah, di tutto ma anche nulla, non ne ho idea. Intanto ispezioniamo l’edificio e assicuriamoci che non sia abitato” e entrò rapidamente dietro di lei. Megan capì che intendeva una rapida ispezione in stile militare, quindi mise a frutto il suo addestramento e lo seguì, corridoio per corridoio, stanza per stanza, assicurandosi che non ci fosse nessuno. Era un vecchio complesso industriale, con una serie di stanzoni al piano terra, probabilmente un tempo pieni di macchinari, ora pieni di rottami e detriti di vario tipo, e un secondo piano dove invece c’erano uffici più piccoli. L’edificio era vuoto, i loro passi svelti e il loro occasionale “Libero!” risuonavano debolmente mentre facevano il giro delle stanze. C’erano numerosi graffiti a parete, molti con disegni della Terra, molti con la sigla ‘GLN’, qualcuno con simboli corporativi rovesciati o distorti. C’era tuttavia uno strano odore organico nell’edificio, in particolare al piano terra, ma Megan non ne trovò la fonte.

    Kasey Bates
    Kasey scattò in avanti attivando il timer. Non aveva fatto nemmeno venti metri che il primo proiettile la colpì sul torace, rimbalzando con un fischio. A circa metà del percorso, quattro, cinque colpi partirono, rimbalzando sulla sua corazza ma sbilanciandola, tanto che si sdrusciò contro la parete per riprendere l’equilibrio. Probabilmente il cecchino non usava un fucile di precisione ma un semplice fucile d’assalto come l’Invader Imperiale o il Panzerknacker Bauhaus, che erano entrambi precisi a lunga gittata e potevano sparare in modalità semiautomatica. Mancavano pochi secondi quando Kasey balzò in aria usando i reattori dell’armatura per percorrere gli ultimi dieci metri e atterrare addosso al cecchino. L’ultima scarica dell’Invader del cecchino la colpì in pieno ma i proiettili non fecero altro che rimbalzare sulla spessa corazza e il pugno di Kasey si abbatté sul volto sbalordito della sentinella, che finì contro il muro priva di sensi.

    Stanford dal canto suo aveva quasi preso una granata in faccia ma era riuscito a saltare all’ultimo momento. Tuttavia, avendo dovuto saltare in fretta, non era atterrato vicinissimo al bersaglio, che quindi ebbe il tempo di farsi da parte. Tuttavia Stanford non gli diede il tempo di reagire e sfruttando l’armatura si bloccò sul posto tirando un preciso pugno laterale col sinistro che mandò la seconda sentinella a gambe all’aria oltre il parapetto e direttamente nel vicolo sottostante. In quel momento finirono i 15 secondi. Sia Kasey che Stanford si sporsero pronti a colpire ma l’altra sentinella era caduta di testa e ora giaceva morta in posizione innaturale. In quel momento Kasey sentì nella radio un distinto: “Uff, è andata” di Stanford. In quella specie di guardiola in cui si trovavano c’erano alcuni resti di cibo, un impressionante mucchietto di sigarette, una radio e un graffito a parete con il simbolo della Fratellanza e a fianco un disegno della Terra. In quel momento la radio gracchiò: “Tutto bene lassù? C’è stata un’interferenza qui, passo…”.

    #4126
     Evanderiel Til Xalieran 
    Partecipante

    “Sì, meglio evitare il teletrasporto ora… Credo che uno di loro abbia percepito il mio Ki. Potremmo essere esposti nel caso lo usassi ora che sanno della mia presenza… E in ogni caso meglio che sappiano il meno possibile di noi fino a quando non avremo parlato con i Nacionales…”

    Maledizione… Deve per forza essere coinvolta l’Oscura Simmetria in qualsiasi missione? Possibile che l’Overlord lo sapesse quando mi ha mandato qui?

    Seishin cominciava a pensare che la sua vita fosse governata dall’Oscura Simmetria. Ogni volta che sembrava aver trovato un equilibrio arrivava a sconvolgerlo.

    “Ho già avuto a che fare con gli eretici in passato… L’ultima volta ho dovuto decapitare un Nefarita e le perdite sono state decisamente ingenti… Non voglio ripetere l’esperienza senza sapere a cosa andiamo incontro” disse Seishin con gravità.

    Lascio che Saori lo guidasse tra case e tuguri uno più fatiscente dell’altro, fino a quando non aggirarono gran parte della folla e arrivarono nelle vicinanze del quartier generale. La folla sotto di loro era uno spettacolo deprimente… Pensare che gli eretici stessero usando quella gente disperata per i loro scopi riempì il mishima di rabbia.

    #4142
     Meeme 
    Partecipante

    Kasey staccò il timer e sospirò di sollievo perché entrambi gli avversari erano stati messi fuori combattimento. Modulò la voce in modo da creare un effetto maschile e rispose alla comunicazione radio dicendo che c’era stata un’interferenza maggiore rispetto al solito e che le trasmissioni risultavano un po’ alterate. “Tutto bene per il resto!” concluse decisa per non dare l’impressione di nascondere qualcosa.

    Attese che le acque si fossero calmate e che la situazione risultasse stabile con una conferma dalla radio prima di rivolgere parola al suo compagno di disavventure, era meglio essere prudenti…

    #4146
     Elan 
    Partecipante

    Megan fece una smorfia, capendo fin troppo bene e senza bisogno di ricorrere a poteri particolari cosa Selim stesse pensando. La sua espressione era fin troppo chiara.
    “Non l’ho mai fatto con te…” disse, con una sorta di triste rammarico nella voce.
    Le dispiaceva che lui potesse pensarlo, anche se poteva capire i suoi dubbi. Era forse anche per questo che agire sotto copertura era una mossa saggia, perché così la gente non si sarebbe mai posta interrogativi sulle sue azioni.

    Non aveva mentito dicendogli che era contenta della caduta della copertura, ma ora si chiedeva se Selim si sarebbe fidato davvero di lei come prima oppure no.
    Comunque, nascose quei pensieri dietro un bel sorriso, e gli fece l’occhiolino quando parlò delle guardie.
    “So che il mio fascino da solo basta per essere irresistibile, ma un piccolo aiuto esterno con quei due energumeni ha decisamente aiutato!” esclamò con una piccola risata un po’ forzata.

    In ogni caso, quel posto era vagamente inquietante. I simboli che si trovavano più o meno ovunque non le piacevano per nulla, inoltre quella puzza la infastidiva terribilmente.
    “Ti dice niente quella sigla?” domandò, la voce ridotta ad un sussurro forse più dalla paura che dalla reale prudenza.
    GLN… per quanto pensasse, non le diceva davvero nulla…
    Dopo qualche minuto, però, non ce la fece più, e scosse la testa con fare furioso.
    “Questo odore è insopportabile!!!” esclamò. Forse era un po’ troppo schizzinosa, in molti spesso glielo avevano detto, ma se c’era una cosa che tollerava poco erano gli odori sgradevoli.
    “Giuro, non ho mai sentito niente di simile in vita mia!!”
    Il fastidio le aveva fatto accantonare la prudenza, facendole alzare la voce un po’ più del necessario.
    “Sembra tutto concentrato sul piano terra, come se avesse origine da lì, eppure abbiamo guardato ovunque! Non è che conosci qualche modo per trovare… non saprei, passaggi nascosti, cose così!” scosse di nuovo la testa “Non darmi della pazza, ti prego! Ma questa puzza mi sta facendo davvero easurire!!”

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