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  • #5809
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    “Beh, sono abbastanza abituato ad andare in giro per posti strani” le disse quando lei gli descrisse il suo pianeta “Penso che in qualche modo riuscirò a sopravvivere, dai… al massimo, ci possiamo portare dietro quell’affare in cui ti sei infilata tu, giusto per andare sul sicuro…”

    Poi rimase di sasso quando lei gli chiese cosa fosse il principe azzurro… E come diavolo avrebbe dovuto spiegarglielo? “Vuoi dirmi che nel mondo in cui sei cresciuta, ai bambini non raccontate le favole, e non c’è il principe che salva la principessa in pericolo, per sposarla e vivere per sempre felici e contenti? Dobbiamo assolutamente rimediare a questa lacuna! Come può esistere un bambino senza favole?” Il suo tono era a metà tra il serio e lo scherzoso, ma non sembrava che Liu fosse poi troppo convinta dalle sue argomentazioni… evidentemente non era un problema di nome, era proprio il tipo di figura che mancava nella loro cultura…

    E poi quella domanda… LA domanda “Non so cosa risponderti… più che altro perché mi rendo conto di non capire le implicazioni della cosa, al di là di quelle pratiche… mi chiedi se sarei disposto a devastare una nazione intera per salvare con quasi assoluta certezza un futuro che per me non esiste… dal mio punto di vista cosa potrebbe cambiare se questa bomba non esplodesse? Mi ritroverei a dover affrontare l’ignoto, esattamente come se la bomba esplodesse… Non ho elementi per mettere sulla bilancia la vita di tutte le persone che morirebbero per la bomba e di quelle che invece non vivrebbero se questa non fosse fatta esplodere… L’unica cosa che so è che c’è un’unica certezza: se quella bomba esplode, i morti del presente saranno reali, e tutto il resto potrebbe realizzarsi o meno… Quindi stiamo parlando di uccidere chissà quanta gente per avere una possibilità… mentre se la bomba non esplode, tutto quello che avremo sarà una possibilità… maggiore o minore non importa, nessuno ha le chiavi del tempo, e l’universo non risponde ai nostri capricci…”

    #5694
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    William sorrise a Shadow “Beh, a dire il vero sei stata malmenata per tutto il giorno… siamo pari ora: la cosa importante è che nonostante tutto quello che ci è piovuto addosso, siamo ancora qui a parlarne! E poi forse è proprio per tutti i calci che mi hai dato, che alla fine ce l’ho fatta anch’io! Non so se due mesi fa sarei stato in grado di affrontare tutto questo, per cui grazie”

    Si distesero nella tenda, e la abbracciò “Non posso rispondere io a questa domanda… se ti dicessi ‘Si, fidati di me!’ sarei di sicuro quel tipo da cui è meglio stare alla larga… Io non posso prometterti che ogni giorno sarò il principe azzurro, ma mi hai conosciuto: quello che hai visto è quello che sono, e ammettiamo che mi hai visto in un periodo decisamente stressante… di più non ti posso offrire, e se lo facessi mentirei…”

    Non era convinto di aver fatto un discorso molto sensato, e soprattutto non si era fatto una gran pubblicità… ma ormai, come diceva quell’antico generale di cui aveva letto in giro da qualche parte Alea iacta est

    #5680
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    Mentre si dirigeva verso l’Arca, William fece un cenno con il capo a Valentina, che ricambiò con un sorriso prima di rivolgersi al fratello. L’americano non poté non sorridere guardando Peter e la ragazza.

    Poi si avvicinò a Liu, e la aiutò ad alzarsi e ad uscire da quella cosa che l’aveva guarita. Non si soffermò sul cercare di capire cosa o come, non era importante. Guardò Shadow negli occhi, e la abbracciò “Ce l’abbiamo fatta, Liu, missione compiuta…” le guardò l’addome, e la ferita sembrava scomparsa, l’unica traccia rimasta era la tuta lacerata “Come ti senti?” le disse aiutandola a reggersi: anche se sembrava guarita, era visibilmente debole e provata da tutto quello che avevano passato.

    E non era la sola…

    #5626
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    Tutto si era svolto troppo velocemente per poter capire cosa stesse succedendo veramente: un attimo prima si stava lanciando addosso ad Everton, senza sapere bene che cosa fare, affiancato da Peter e da Marcos, poi si ritrovò scaraventato via, con Marcos che tagliava un braccio ad Everton e poi l’esplosione…

    Wiliam, dopo qualche istante di durata indefinita, riuscì a mettere a fuoco la situazione. La prima cosa che percepì chiaramente fu il dolore. Il corpo dell’americano era un ricettacolo di ferite, abrasioni, bruciature e contusioni. E non c’era cellula del suo corpo che non glielo stesse facendo notare. C’era anche Peter al suo fianco, che non sembrava in una situazione molto migliore. E davanti a loro, oltre Marcos che si teneva una mano su una ferita che sanguinava copiosamente, una poltiglia fumante e annerita, residuo di quel che una volta era Everton “Speriamo che questa volta fosse davvero lui… non credo riuscirei a rifare tutto questo giochetto di nuovo…” disse senza rivolgersi a nessuno in particolare.

    Si avvicinò al fratello, e si aiutarono a reggersi in piedi l’un l’altro. Ora era il momento di controllare le condizioni dei feriti.

    #5552
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    Fischiava tutto intorno a William. Per un tempo indefinito non riuscì a mettere a fuoco nulla, né a sentire altro che quel fischio terribile che sembrava provenire dalla sua destra. Non riusciva a sentire il pavimento sotto di sé, né capiva se era in piedi o a terra, come se tutte le sue capacità sensoriali fossero venute meno. Tutte, a parte quel fischio.

    Poco a poco, però, la vista si ristabilì, e poté iniziare a rendersi conto di quello che lo circondava.

    Intanto il fatto di essere ancora vivo lo sorprese non poco, ma fu una sorpresa piacevole. Poi vide Everton che si allontanava. Il maledetto non era morto, ma gesticolava e sembrava stesse urlando chissà quali fesserie. La cosa buona era che lo vedeva coperto di sangue e comunque ferito dall’esplosione. Tanti paroloni, ma alla fine era uguale a tutti loro. E se sanguinava, poteva essere ucciso…

    Ad un certo punto riacquistò di colpo anche gli altri sensi. Sentì il sapore del sangue in bocca, sentì l’odore di carne bruciata, e soprattutto iniziò a sentire quello che il suo corpo aveva passato. Non c’era un centimetro della sua pelle che non gli facesse notare che forse non era stata una grande idea quella della bomba…

    A fatica si rialzò, e nel mentre sentiva gli altri che gridavano concitati, chi dava ordini, chi chiedeva supporto, chi urlava qualcosa in merito all’Arca. Ed Everton che come al solito blaterava del fatto che li avrebbe uccisi tutti e bla bla bla…

    Una volta in piedi, anche se instabile, andò verso suo fratello, che si stava lamentando in un angolo poco lontano tenendosi una mano sul petto “Ti sembra questo il momento di mettersi a riposare, Peter? Non abbiamo una missione da compiere? Qualcuno da uccidere?”

    E mentre lo aiutava a rialzarsi, estrasse dalla fondina la pistola. Quella storia sarebbe finita entro breve, in un modo o nell’altro… semplicemente era divertente e allo stesso tempo inquietante notare come alla fin fine tutte le vicende umane di una certa importanza si risolvessero, che fossero del passato o del futuro, con le armi… “La guerra Peter… la guerra non cambia mai…” disse mentre in qualche modo i due avanzavano verso Everton…

    #5515
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    Un istante dopo aver aperto il fuoco verso Everton, William lo perse di vista. Non si aspettava che avesse un sistema per rendersi invisibile come quello di Liu, e la cosa gli fece perdere la concentrazione per un istante. Non perse tempo a chiedersi perché la cosa lo sorprese – in effetti, perché lui non avrebbe dovuto avere capacità come quelle degli altri? – ma si riprese dopo poco: colse l’occasione per abbattere qualche droide che aveva avuto la pessima idea di uscire dalla copertura e di mettersi nella sua linea di fuoco.

    Non era preparato, però, per quello che stava per accadere. Dentro di sé sapeva benissimo che era un’eventualità che era sempre stata dietro l’angolo, ma aver visto come combattevano i suoi alleati nei giorni precedenti gli aveva dato l’illusione che loro fossero al di sopra della possibilità di fallimento. Che fossero intoccabili. Ma non era così. Erano comunque uomini, fatti di carne e sangue esattamente come lui. E come lui, potevano cadere. Ma non era pronto a reggere l’urto emotivo del vedere Liu trapassata da parte a parte e scaraventata via con un calcio come un sacco di immondizia.

    Per un secondo, il tempo per William si fermò. Vide la scena come al rallentatore. Gli sembrò quasi di poter distinguere le gocce di sangue che cadevano dalla spada di Everton, mentre Shadow cadeva in un angolo in una posa innaturale, con una macchia di sangue che si allargava sotto di lei con la velocità della piena di un fiume.

    Anche mentre guardava la ragazza, l’arma di William continuava a vomitare piombo più o meno nella direzione di Everton. Qualche colpo andava a segno su dei droidi, ma nessuno dei due se ne preoccupava. Ora William vedeva solo Everton, era come se non ci fosse nessun’altro in quella sala. Non c’erano i suoi compagni, non c’erano i droidi. C’era lui, c’era il nemico, e c’era Liu stesa a terra che si dissanguava.

    Rendendosi conto che Everton non lo stava minimamente prendendo in considerazione, come se lui fosse solo una mosca fastidiosa ma nulla più, capì la sua mossa di puntare Marcos. William abbandonò il Typhoon, che ormai ronzava a vuoto dato che il caricatore si era esaurito, e senza pensare staccò dalla cintura l’ultima granata. Corse verso Everton tenendo la bomba in mano, e quando raggiunse il suo avversario – non si preoccupò di come i droidi lo avessero mancato, o se lo avessero colpito e lui non se ne fosse reso conto – con un urlo cercò di colpirlo al volto.

    Infine Everton si accorse di lui, e si voltò un secondo prima di essere colpito. Sul viso aveva stagliato il sorriso di chi sapeva di essere nettamente superiore. Ma l’inerzia della corsa permise a William di parare il fendente dell’avversario colpendolo al polso, facendogli così perdere la presa sulla spada.
    Everton però fu rapido a parare il pugno di William, e per un istante i due rimasero in stallo, come due lottatori che cercavano di modo di sbilanciare l’avversario. Everton rideva, rideva come un invasato. Ma per un attimo si zittì quando si accorse che William, nella mano bloccata nel suo pugno, aveva una granata.

    E allora William sorrise di rimando, mentre faceva scattare la spoletta della bomba.

    Lo guardò negli occhi, e sarcastico disse solo “Boom”, un attimo prima che la granata esplodesse…

    #5458
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    William stava mettendo a dura prova le riserve di munizioni del suo Typhoon, ma per fortuna quell’arma aveva a disposizione una quantità incredibile di colpi per ogni caricatore. Se non fossero stati in una situazione così grave, avrebbe quasi potuto dire che si stava divertendo!

    La situazione sembrava tutto sommato a loro favore, erano riusciti a sfoltire notevolmente le fila nemiche senza riportare danni, e anche se era chiaro che i droidi si stavano riorganizzando, per ora il vantaggio era dalla loro parte.

    Poi arrivò Everton. Per una qualche coincidenza riuscì ad attraversare la zona senza essere colpito: doveva esserci qualcosa che lo proteggeva, non poteva essere solo fortuna. Non con tutto il volume di fuoco che c’era in giro.

    Ma la cosa peggiore fu quello che disse loro. Il suo discorso aveva un senso, anche se non capiva per quale motivo gli altri avrebbero dovuto tener nascosto il loro piano… Far esplodere la bomba? Questo avrebbe impedito loro di tornare a casa, ma l’americano immaginava che quello sarebbe stato il minore dei problemi per loro: erano soldati ben addestrati e motivati, e un biglietto di sola andata non era una cosa così impossibile da comprendere… Quello che proprio non capiva era per quale motivo una strage avrebbe portato benefici alla loro causa. Soprattutto perché sarebbero dovuti arrivare fin là, per impedire che lui facesse esplodere la bomba, per poi farla esplodere loro…

    Non riusciva a trovare un filo logico, però sentiva che c’era qualcosa che non sapeva. Una tessera del puzzle che lo avrebbe aiutato a capire il filo che legava tutto.

    Guardò verso Liu e verso Valentina, sperando di trovare una risposta che ovviamente non ci fu.

    Ma alla fine si rese conto che il dubbio era un’arma potente, se usata correttamente. Ed era assolutamente logico che Everton tentasse di farli vacillare nel momento cruciale.

    William quindi sfruttò la sua copertura per ricaricare l’arma, dopodiché accese un sigaro, e dopo una profonda boccata “Ehi, bell’imbusto! Ne ho visti anche troppi di millantatori come te! Tutti bravi a parole, tutti con grandi regali per tutti noi… Ma sai cosa c’è? In America abbiamo deciso che ci siamo stufati di gente come te, per cui dato che vuoi la pace, fai un favore a tutti… muori!!” urlò mentre la sua arma iniziava a vomitare fuoco in direzione del nemico…

    #5384
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    E alla fine il momento era giunto: non era ancora realmente il momento decisivo, ma la conclusione di quella storia iniziava in quel preciso istante. Se avessero avuto successo contro i droidi, avrebbero avuto una chance di fermare Everton una volta per tutte. Se avessero fallito, sarebbe stata la fine. Punto.

    “Come diceva sempre il mio sergente maggiore ai tempi della guerra, prima di partire per una missione, La vittoria non necessita di spiegazioni, la sconfitta non ne consente disse senza sapere se per gli altri avrebbe avuto lo stesso effetto motivazionale che aveva sempre avuto su di lui. Ma era oramai quasi un gesto scaramantico per William.

    Si separarono. Lui e Shadow andarono verso destra, mentre gli altri prendevano posizione agli altri lati: dopo pochi secondi erano tutti in posizione in angoli diversi, con una buona visuale sui due accessi al loro punto, pronti a far fuoco in entrambe le direzioni, ma comunque abbastanza liberi da potersi muovere per non dare un bersaglio troppo statico ai droidi, negando così quel poco di vantaggio tattico che avevano.

    Durante i precedenti scontri con quei cosi, aveva avuto modo di vedere che sembrava seguissero delle istruzioni relativamente semplici, con piani di attacco poco complessi, determinati probabilmente dalla completa incuranza di Everton nei loro confronti. Se tutto andava come previsto, in poco tempo sarebbero riusciti ad avere la meglio di quella resistenza, nonostante il loro numero inferiore e la minore capacità di fuoco.

    Ora era quasi una questione di cervello contro muscoli: se avessero usato bene il loro, avrebbero impedito al nemico di usare i propri.

    Erano tutti lì, ognuno ai propri posti: mancava solo il segnale da parte di Demolisher.

    E William aveva il dito sul grilletto che iniziava a prudere, mentre gocce di sudore iniziavano a bagnargli la fronte…

    #5285
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    William fece l’occhiolino a Shadow “Sai com’è… nel dubbio, un uomo deve approfittare delle opportunità quando si presentano!” disse sorridendole.

    Poi guardò Valentina, senza essere sicuro di aver capito cosa intendesse “Beh, lo prendo come un complimento, anche se non sono sicuro di aver capito del tutto quello che intendevi… e se vuoi inserirci nei vostri libri di storia, dovremo trovare un modo per essere pagati… ma ci accorderemo a tempo debito” disse guardando ancora Liu “Ora preoccupiamoci di fare in modo che ci sia qualcuno che la possa leggere, questa storia…”

    Quando arrivarono al Louvre, e gli altri li aggiornarono sulla situazione, William studiò i corridoi… Senza sapere per quale motivo, gli tornò in mente la sua esplorazione delle piramidi in Egitto, con i labirintici corridoi all’interno, unita alle esperienze vissute durante la guerra “Non so se una carica a testa bassa possa essere la soluzione migliore… Dato che sembra non ci abbiano ancora individuato, forse dovremmo cercare di sfruttare la situazione per avere un qualche vantaggio, non credete? Tipo cercare di creare una sorta di imboscata… Questi corridoi sono abbastanza labirintici, potremmo sfruttarli per incanalare i droidi in modo che possano attaccare solo da un lato, ed esporli così al nostro fuoco concentrato… in questo modo potremo massimizzare l’effetto delle poche granate che abbiamo…”

    Non sapeva se quello che stava proponendo era fattibile, né se avrebbero avuto il tempo di attuare un piano del genere…

    #5134
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    William trasse un sospiro di sollievo quando vide che il suo piano di bloccare le scalinate facendo crollare il soffitto era stato fruttuoso, e ne tirò uno ancora più lungo quando toccò terra dopo essersi calato insieme a Shadow “Peccato non ti piaccia volare… rifarei volentieri un giro con te…” disse l’americano guardando la ragazza, e assaporando per un secondo il ricordo del profumo dei suoi capelli e la sensazione del corpo di lei premuto sul suo.

    Il tutto durò purtroppo pochi secondi, perché le parole di Destroyer demolirono il castello di fantasie che William stava iniziando a costruire…

    Facendo finta di nulla, cambiò il caricatore del Typhoon, ormai praticamente esaurito, mentre Valentina si dimostrava determinata a porre la parola fine a quella storia.

    Controllò anche le altre armi, e dopo essersi assicurato che tutte funzionassero correttamente, si rivolse a Demolisher “Beh, cosa stiamo aspettando? Non credo troveremo qualcuno che ci porti là, dovremo farcela a piedi, quindi direi di muoversi in fretta!”

    Lanciò uno sguardo a Shadow, le sorrise, e dopo essersi calato il cappello sugli occhi si accese un sigaro, e iniziò ad incamminarsi verso il Louvre senza dire altro.

    #5067
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    William seguì con lo sguardo suo fratello e Valentina che iniziavano a portare fuori la bomba. Dovevano sperare che Destroyer e gli altri fossero veloci a raggiungerli per potersene andare da lì.

    I civili si stavano avvicinando: non erano veloci, ma inesorabili… continuavano ad avanzare nonostante tutto, come se fossero delle marionette nelle mani di Everton, assolutamente incuranti del loro destino.

    Avevano terminato gli esplosivi, quindi non avrebbero potuto far saltare le scale anche da questa parte. E non potevano di certo mettersi a svuotare caricatori su quella folla: non era inerme, questo era certo, ma erano pur sempre vittime involontarie di quella situazione…

    William stava guardando la scala, cercando un modo per renderla inutilizzabile, ma non vedeva nulla che potesse essere utilizzato allo scopo… buttare quello che c’era intorno a loro non sarebbe servito a nulla, le scale erano troppo ampie per riuscire a bloccarle velocemente. Sarebbero serviti dei macigni da far rotolare giù per bloccarle…

    Ad un certo punto, quasi senza rendersene conto, William alzò lo sguardo al soffitto, e abbozzò un sorriso… “Ecco come bloccheremo la scala… useremo la chiesa per farlo!”

    Impugnò il Typhoon, lo appoggiò ad una balaustra per aiutarsi a gestire il rinculo dell’arma e per poter essere più preciso nel fuoco, e puntò al soffitto… Dato quello che aveva visto mentre si allenava sulla potenza di quell’arma, molto probabilmente sarebbe riuscito a causare danni ingenti alle volte, e a far crollare abbastanza calcinacci da bloccare la via… C’era solo da sperare che i danni gli facessero crollare l’intera cattedrale sulla testa!

    Calcolò dove avrebbe dovuto colpire per tentare di bloccare la scala, fece un profondo respiro e aprì il fuoco…

    #5035
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    William cercò di fare quanto poteva per erigere la barricata, usando tutto quello che trovava intorno a lui. Per fortuna però Valentina aveva delle granate, con cui sarebbero riusciti a far saltare le scale e a guadagnare un po’ di tempo che avrebbero potuto utilizzare per pensare a come agire.

    Una volta che furono, almeno temporaneamente, isolati, si guardò intorno per studiare la situazione “Beh, direi che l’idea di uscire da dove siamo entrati è da scartare a prescindere… dovremo crearci un’altra via di uscita… potremmo salire, e vedere se c’è qualche apertura per il tetto, oppure sfondare una delle vetrate e uscire di là… Certo, poi ci sarà il problema di calarsi giù, ma magari nel frattempo riusciranno ad arrivare gli altri e potremo sfruttare il loro aiuto per scendere in qualche modo…”

    Poi guardò la bomba “Se effettivamente c’è bisogno del cadavere di Everton per fermarla, per certi versi potrebbe non essere un male, avere il bersaglio addosso: è pericoloso, ma potremmo sfruttare la cosa per stanarlo…

    Si fermò per un istante, folgorato da un’idea “Magari sto dicendo una fesseria… però quello che si è fatto esplodere nelle fogne, avete detto che era una sua copia… secondo voi, dato che noi ci siamo cascati, la bomba sarebbe in grado di accorgersi se utilizzassimo una copia invece dell’originale?”

    In tutto quella situazione ai limiti dell’assurdo, una soluzione assurda forse era la cosa più normale a cui puntare…

    #4981
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    William, quando Valentina annunciò di aver trovato la bomba, da un lato fu sollevato, e dall’altro terrorizzato dalla cosa: finora si erano sempre raccontati che tutto era nelle loro mani, ed era relativamente facile crederlo mentre si trattava di ascoltare i racconti di quello che sarebbe successo in un futuro chissà quanto lontano, ma ora erano arrivati alla prova dei fatti.

    Ora toccava veramente a loro agire per evitare che tutto quello che aveva sentito diventasse realtà. E per di più, Valentina avrebbe dovuto occuparsi da sola della bomba – sperando ne fosse in grado, come poteva saperlo lui? – senza che né William né Peter potessero aiutarla. L’unica cosa che potevano fare era darle tempo, sperando ce ne fosse abbastanza prima della detonazione, e tenere a distanza il più possibile quella massa di disperati. E la sua coscienza gli diceva che avrebbe dovuto fare tutto il possibile per evitare di sparare, a meno che non fosse diventato assolutamente indispensabile.

    Il che poneva la fatidica domanda: come? Peter come al solito era uno che agiva rapidamente, e aveva già iniziato ad ammassare quanto trovava per cercare di erigere una barricata “Buona idea, fratello!” disse “Ma non riusciremo a bloccare in tempo tutte le vie… forse dovremo far crollare le scale: in quel modo saremo sicuri che non possano raggiungerci! Valentina, non hai qualche granata che potremo utilizzare per far crollare quei tratti di scalinata?”

    Mentre lo diceva, si rese conto che se la sua idea avesse funzionato avrebbero sì impedito agli altri di salire, ma anche a loro di scendere… ma avrebbero affrontato un problema per volta, come al solito. Ora l’imperativo era riuscire ad evitare che la folla salisse al loro piano senza massacrarli tutti…

    #4936
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    William inizialmente rimase rapito dalla cattedrale. Nonostante fosse a Parigi da un po’, ancora non ci aveva messo piede, e si pentì di non averlo fatto quando avrebbe potuto visitarla solo per il gusto di ammirarla. Ora quel tempo purtroppo era passato, e non c’era tempo per starsene lì a guardarsi attorno, nonostante fosse estremamente difficile non farlo.

    Annuì alle parole di Valentina “Faccio fatica ad immaginare una società in grado di fare quello che racconti, ad essere sincero… più che altro perché al di là di tutto, tra questo tempo e il vostro c’è comunque un fattore comune: l’uomo. Ed Everton con il suo piano assurdo è la dimostrazione che alla fine nulla cambia, nonostante tutto…”

    Forse era il luogo a gettarlo in questo stato di fatalismo, però c’era qualcosa che non andava… si guardò intorno, poi guardò gli altri “Ho un gran brutto presentimento…

    Nemmeno il tempo di finire la frase, che i poveracci ammassati in tutta la chiesa si alzarono con fare minaccioso, e iniziarono ad avanzare verso di loro. Era come se fosse scattato qualcosa all’improvviso, che li aveva fatti riconoscere come una minaccia… “La prossima volta me ne sto zitto!” disse mentre si guardava intorno per cercare un modo per uscire da quella situazione. Valentina e suo fratello avevano ragione, non potevano semplicemente farsi largo con le armi, quei poveracci non avrebbero dovuto rimettere quel poco che avevano per causa loro…

    “Spero vivamente tu abbia qualcosa del genere” disse a Valentina, dopo che il fratello chiese qualcosa per stordirli “Perché altrimenti credo che non ci lasceranno altra scelta… Che siano in loro o meno, qui non si può discutere: o loro o noi…”

    #4878
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    William rimase colpito quando vide l’edificio. Insieme a suo fratello aveva girato tanto per il mondo, aveva visto costruzioni delle epoche più disparate, dalle più maestose alle più insignificanti. Questa però aveva qualcosa di diverso. Forse perché era un luogo di culto, costruito con lo scopo di mettere in comunicazione l’uomo con il divino, e non un luogo di sepoltura atto a rendere eterna memoria di qualche personaggio importante, però c’era qualcosa nell’aria, nel complesso, che incuteva timore. Forse le strane statue di guardia sulle guglie, con il loro aspetto demoniaco, forse i colori scuri, forse la poca luce all’interno della chiesa, con i suoi soffitti altissimi, che facevano sentire il visitatore piccolo e insignificante rispetto a tutto il creato… Di sicuro, non era un luogo costruito per trasmettere pace e serenità, ma per farti sentire inadeguato.

    Guardò Valentina “Secondo me, si… questo tipo di edifici sono sempre stati costruiti con una fitta rete di cunicoli sotterranei, utilizzati sia come luogo di sepoltura sia come nascondigli e vie di fuga in caso di necessità. La Chiesa è sempre stata potente, soprattutto qui in Europa, e molte guerre sono state combattute in nome della fede. Gli uomini di chiesa sono persone potenti, hanno la forza di farsi seguire dalle masse, e anche i re devono spesso rendere conto ai capi religiosi delle loro azioni… quindi rimango dell’idea che questo possa essere il posto giusto… e poi la vedi quella povera gente: c’è bersaglio migliore per Everton per creare il suo esercito personale?”

    #4857
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    William annuì alle indicazioni di Valentina “Dividerci non mi entusiasma, ma non abbiamo alternative purtroppo… La città è grande, i posti possibili molti… e non è detto che Everton si nasconda necessariamente in uno di questi! Quindi da parte mia propongo di partire il prima possibile: se non avessimo fortuna dovremo muoverci velocemente per andarlo a cercare in altre zone della città”

    Fece un cenno a Valentina, e si allontanò di qualche passo in direzione della sua tenda. Non era così lontano da non sentire cosa dicessero gli altri, ma nel frattempo, e dato che gli era sembrato che gli ordini di Valentina fossero abbastanza chiari, iniziò a preparare il suo equipaggiamento.

    #4829
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    La mattina, dopo aver mangiato qualcosa ed essersi dato una sistemata, William raggiunse gli altri e ascoltò le parole di Valentina. L’idea di utilizzare mademoiselle Marega era decisamente rischiosa, ma non avevano grandi carte in mano, dovevano arrangiarsi con quello che avevano a disposizione, e nonostante i rischi, era probabilmente l’opzione migliore per individuare e poi colpire Everton.

    Quando iniziarono a pensare a quali potessero essere i bersagli più probabili, cercò di riflettere su quel che aveva appreso del terrorista “Indubbiamente la Tour Eiffel è un simbolo importante, segno della modernità e dello sguardo al futuro… un qualcosa che punta alle stelle. Però non credo che chi la frequenta possa essere il tipo di persona di cui Everton, a quello che avete raccontato, tenta di circondarsi… se i suoi bersagli sono le anime disperate, gli scarti della società, tutti quelli che non hanno nulla da perdere, credo sia più indicato un luogo di culto, un posto dove la gente va a cercare speranza e conforto. Un posto dove qualcuno può parlare di redenzione e di un mondo migliore senza dare nell’occhio, e anzi dove viene caldeggiato il proselitismo… Ve lo vedete a fare il prete, che indica la via per il paradiso? Io punto su Notre Dame… anche perché è situata in una piccola isola in mezzo al fiume, quindi un posto tatticamente vantaggioso per difendersi e arroccarsi in caso di necessità… Tutti gli altri secondo me sono punti troppo centrali e in vista, per poter dare un qualche tipo di segretezza alla sua missione… Le catacombe che di sicuro ci sono sotto la chiesa, invece, credo gli possano consentire di nascondere i suoi soldati con relativa facilità…”

    #4790
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    William ascoltò le parole di Liu senza interromperla: parlare di suo figlio la tranquillizzava, come aveva immaginato, e non voleva privarla di quel momento di serenità. Sorrise alla descrizione del pupazzo, soprattutto perché se pure loro vivevano chissà quanti anni nel futuro, per quanto diverso il mondo era rimasto sostanzialmente lo stesso…

    Alla fine però non sapeva cosa rispondere: l’ambiguità della ragazza lo spiazzava… “Beh, che io sappia non ce n’è una specifica che mi attende… di sicuro però ci sono città, se non intere nazioni, che andrebbero in lutto se io mi togliessi dalla piazza… ma credo che in un qualche modo potranno trovare il modo di sopravvivere…”

    Evitò di soffermarsi sul marchio, sperando che la cosa passasse in secondo piano: non si sarebbe stupito poi molto se in realtà lei stesse dicendo seriamente…

    “Ora riposa, e domattina quando ti sveglierai saremo pronti per andare a prendere a calci sui denti quel maledetto!”

    Iniziò a canticchiare una vecchia melodia delle sue terre di origine, che sua nonna era solita cantare come ninna nanna. Aveva dimenticato le parole precise, ma la sonorità gli era rimasta impressa… Canticchiò, finché alla fine si addormentò anche lui…

    #4762
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    William lasciò che la ragazza si sfogasse. In situazioni come quella, tante volte le parole non venivano nemmeno recepite, ma i gesti rimanevano impressi nella memoria anche se non ce se rendeva conto.

    “No, Liu, non è come lui… lui di sicuro ti somiglia, e vedrai che non verrà rinchiuso in nessuna stanza, te lo prometto! Mi assicurerò io stesso che non succeda…” Gli sbalzi d’umore della ragazza erano assolutamente imprevedibili, e terribilmente intensi. Era in grado di provare picchi estremi di emozioni in una successione talmente rapida da lasciare storditi. Era difficile anche pensare a come porsi, nei suoi confronti, perché c’era il rischio che mentre qualcuno parlava lei saltasse dalla gioia all’odio in mezzo alla frase… eppure questo suo essere così strana la rendeva anche così affascinante… sotto la scocca da dura, si stava dimostrando fragile e vulnerabile come tutte le persone di questo mondo… anche se tecnicamente lei non lo era…

    “Vieni con me” le disse di nuovo “Ti aiuterò a non sognare nulla di quello che ti tormenta… vedrai che poi starai meglio… ” la guardò negli occhi “Anzi, raccontami di Samuel…” sperava che farla parlare del figlio la aiutasse a distrarsi… di solito, per una madre, il figlio era il centro dell’universo…

    #4715
     Gundigo’ot 
    Partecipante

    William non intervenne durante il discorso di Valentina: aveva ragione, non c’era bisogno di aggiungere altro.

    Quando si separarono per prepararsi alla notte, iniziò a montare la sua tenda in silenzio. Vide che il fratello e Valentina stavano preparando le loro, e sorrise “Bravo fratellino” pensò.

    Quando finì cercò Liu per aiutare anche lei, ma non la vide al campo. La notò al limitare del bosco, che stava martoriando degli alberi con la sua spada. Si avviò verso di lei facendosi più cauto man mano che si avvicinava… Quando fu abbastanza vicino da farsi sentire senza bisogno di urlare, la chiamò “Liu… posso solo immaginare…” Non sapeva bene cosa dirle, quindi decise di restare un po’ sul vago “Però so per esperienza che gli alberi non ti daranno il conforto che cerchi… Non riuscirai a chiudere questo capitolo questa notte, ma avrai bisogno di essere lucida domani per portare a termine la missione… vieni a riposare: al momento è la cosa migliore che tu possa fare, per te, per noi, e per tutti quelli che non vedranno altre albe: se falliamo, sarà stato tutto inutile. Dobbiamo farlo anche per loro, ma per riuscirci devi riporre la spada ora…”

    La ragazza si fermò per qualche istante, senza voltarsi, così lui le si avvicinò e le posò una mano sulla spalla “Vieni con me…”

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