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  • #7068
     Mordoth 
    Partecipante

    Gant sghignazzò alle parole della maga, in quella città molti elfi erano tanto belli fuori quanto schifosi dentro. E poi, belli un corno! A parer suo le migliori rimanevano le nane… certe ruttavano meglio di un orco…
    Basta divagare, quella Josie raccontava una storia interessante… ingenuità, violenza, omicidio… ah no quello no, allora l’inizio di infiniti guai e di una vita clandestina grazie all’aiuto del bel tenebroso.
    Solita minestra insomma… più viaggiava e più si rendeva conto che l’unico popolo civile era il suo: una sbornia, una scazzottata e poi amici come prima! Se non fosse per gli altri popoli, i nani non avrebbero neanche imparato a forgiare le loro insuperabili armi.
    “Ehi ehi, fammi capire un attimo.” Gli stava però sfuggendo qualcosa. “Non tutti i Padroni sanno della Ghiacciaia?!? O forse tutti pensavo che sia una prigione per i criminali ma non sanno cosa succede realmente? I miei cugini mi dicevano che lì viene strappata la Magia ai non elfi…”

    #7050
     Mordoth 
    Partecipante

    Le sorsate di Gant scesero come massi nella sua gola mentre ascoltava le parole dell’anziano. Era evidente che gli elfi temevano la magia nei loro schiavi e che facevano di tutto perchè rimanesse evento sporadico.
    Pensava a questo e a Montague mentre seguiva la comitiva attraverso il ghetto. Non osava immaginare quali barbarie venivano perpetrate nella Ghiacciaia per strappare la Magia. Non aveva mai neanche sentito che una cosa del genere potesse essere possibile…
    Un brivido gli corse su per la schiana, Ghiacciaia era proprio un nome azzeccato.
    A destinazione, Gant attese che i suoi fratelli lo presentarono. Prese posto tra loro e osservò per qualche attimo Josie, a metà tra l’affascinato e l’imbarazzato.
    “Il mio nome è Gant e sono qui in cerca di aiuto. Io e i miei compagni abbiamo bisogno di dimostrare le atrocità del Quinto Padrone di fronte agli altri Padroni. Puoi aiutarmi in qualche modo?”
    Il nano optò per un approccio semplice e diretto e attese la reazione della ragazza.

    #7009
     Mordoth 
    Partecipante

    Bene! Gant sentiva crescere un sorriso di gioia sotto i baffi e la barba, ma lo trattenne, non era ancora ora di esultare. Stava facendo breccia nei cuori dei vecchi, i più assennati, e i giovani si fidavano dei loro anziani.
    E giustamente gli anziani volevano una qualche speranza, soprattutto per i giovani pensò l’alchimista.
    “Quelle sono proprio le voci che vado cercando… e se fossero anche più di mere voci sarebbe meglio.” Lui e i suoi compagni avevano bisogno di qualcosa di concreto da portare al Consiglio.
    “Non posso darvi certezze… tranne una: me stesso. Se le cose dovessero mettersi male vi aiuterò a scappare o metterò a rischio la mia vita nel tentativo, sia che parliate sia che decidiate di non farlo. Qualunque sarà la vostra decisione siete comunque miei fratelli.”
    Alzò il boccale verso gli anziani e domandò: “Che dite, me la date una mano?”
    Il tempo scorreva senza pietà e l’appuntamento dell’indomani si avvicinava sempre più pericolosamente, bisognava arrivare a un qualche punto.

    #6958
     Mordoth 
    Partecipante

    Ouch! Ma che diavolo!
    Cos’era stato?
    Jok’Nay si voltò per vedere chi lo avesse punto a quel modo ma non vide nessuno… se gli fosse capitato tra le mani però! Digrignò i denti come un raptor arrabbiato.
    D’un tratto strabuzzò gli occhi accorgendosi della posizione precaria in cui era e si aggrappò più saldamente al ramo. Con la coda dell’occhio vide i due sotto di lui e si ricordò di dov’era e di cosa aveva visto…
    Quei due non sembravano consci di quello che stava accadendo. Era il caso che si svegliassero anche loro dall’incubo rosso, poco importava se si metteva nei guai perchè aveva cercato di origliare.
    Con un balzo acrobatico si staccò dal ramo e atterrò alle spalle di Zatanja. In un attimo estrasse un sottile ago dalla cintola e si accinse a pungere il collo della bella maga nel tentativo di risvegliarla.

    #6957
     Mordoth 
    Partecipante

    Gant scosse la testa al sentire le parole dei giovani. Erano poppanti con i ciripà pieni zeppi e ormai si erano abituati alla puzza della loro paura.
    “Aprite gli occhi, le cose sono già cambiate. Se domani i Padroni decideranno per agire con la forza si libereranno di tutti i non elfi che li servono, per non rischiare che qualche voce fuori dal coro risvegli di nuovo gli animi come sta facendo Muad’Dib. Sostituirvi con qualcuno di più docile non sarà affatto un problema.”
    E gli anziani? Un altro buco nell’acqua? Come poteva essere che nessuno si ricordasse com’era vivere prima di essere schiavi?!?
    Gant però si sentiva in difficoltà nel rispondere alla loro domanda, non ci sono garanzie garanzie in un gioco d’azzardo… se non il piacere del gioco stesso.
    “La libertà è una scelta… la vita che vi sta tanto a cuore e per la quale volete stare tranquilli non vi appartiene, è dei Padroni. Se scegliete di aiutarmi sarete di nuovo liberi dopo tanto tempo… o lo sarete per la prima volta.”

    #6932
     Mordoth 
    Partecipante

    Uoah! Jok’Nay si aggrappò appena in tempo!
    Il ramo stava ancora oscillando sotto di lui e con il cuore in gola guardò giù verso i due piccioncini. Sarebbe stato divertente cadere sopra a quel tronfio druido, ma poi sarebbe stato un guaio tutto in il salita come un razzo goblin.
    E’ stata tutta colpa di quella sfera o bolla o che diamine era… ti incantava come una fiamma sotto l’arrosto con quel suo gorgoglio rosso. Ecco proprio quello che il troll era tornato a guardare ormai abituatosi all’oscillazione del ramo che andava scemando, ma piano piano.
    Gorgoliava, vorticava, il rosso cambiava di intensità in continuazione. Ormai Zatanja che muoveva le labbra era solo un’immagine periferica. Il vortice rosso sembrava ingrandito, copriva tutto il campo visivo di Jok’Nay che lo guardava meravigliato.
    Poi arrivò l’agitazione, si stava allargando troppo quel coso rosso, il troll ebbe l’impressione di esserne circondato e il cuore prese a battergli in gola. Senza accorgersene si aggrappò con più vigore al ramo, che prese ad oscillare un po’ di più…
    La rinnovata oscillazione fece uscire dal fodero il pungolo lungo quanto un’unghia, quello che aveva lanciato contro Fandral qualche tempo prima. Il pungolo era uscito un po’ dal suo fodero alla prima oscillazione e la seconda lo aveva liberato del tutto. Ora cadeva verso la libertà e verso i due piccioncini sotto il ladro… non era certo una minaccia guidato dalla sola forza di gravità, ma avrebbe comunque potuto ferire in modo lieve la maga o il druido.
    Ma di questo il troll non si rese conto, perchè ormai non vedeva altro che una vorticante nuvola rossa attorno a sè…

    #6930
     Mordoth 
    Partecipante

    “Mi spiace dirtelo ragazzo, ma tu non sai cos’è essere vivi.” Rispose al primo giovane nano che aveva risposto al suo appello. “Siete in vita miei cari fratelli, ma non siete di certo vivi. Non so se tra voi c’è qualcuno abbastanza anziano da essere stato libero prima, ma se c’è andateci a parlare perchè capisco che di uno straniero è difficile fidarsi.” Le sue parole erano amare e non sapeva se i suoi interlocutori erano in grado di capire la sottile differenza che le parole volevano evidenziare.
    “Ad ogni modo, non fatevi ingannare. Se il Quinto Padrone convincerà gli altri ad andare contro i non-elfi, non ci sarà differenza tra chi sta con Muad’Dib e chi invece se n’è stato tranquillo. Ai loro occhi siete tutti non-elfi e meritate tutti lo stesso trattamento. Per molti degli orecchie a punta non siete niente e non si fermeranno a chiedere chi era con chi, se gli verrà detto di uccidere gioiranno nel farlo senza pensarci due volte. A loro basta un pretesto qualsiasi.”
    Bevve un sorso del suo nuovo vino e attese la nuova reazione alle sue parole. Non era lì per costringere nessuno, ma di sicuro non se ne sarebbe andato senza provare a convincerli… a convincerne anche solo uno.

    #6918
     Mordoth 
    Partecipante

    Ma quante belle formichine!
    Tutte uguali e tutte a correre a destra e a manca per chissà quale motivo. Il fermento era evidente e anche il luogo dove andavano, ma di più non poteva intuire.
    Neanche le poche parole che carpiva muovendosi nelle ombre aiutavano. Qualcuno sarebbe arrivato di lì a poco e Ysera, che non aveva la minima idea di chi fosse, li avrebbe ricevuti. Che stessero parlando di lui e Zatanja? E perchè sarebbero stati così tanto attesi? Bah, gli pareva improbabile che quel gruppo di formichine stesse aspettando qualcuno che fino a poco tempo prima tenevano a fil di lancia.
    Ma dove si erano cacciati Fandral e la maghetta? Diamine doveva ancora trovarli, in mezzo a tutto quel trambusto!
    Ah eccoli finalmente!
    Erano vicini al lago… sembrava troppo romantico per i gusti del troll, quel Fandral era proprio un lumacone! E Jok’Nay non riusciva a capire di cosa stessero confabulando da dov’era, il druido sembrava far vedere qualcosa a Zatanja… ma cosa?
    Uhm, che fare?… il troll ci pensò un poco su e poi prese ad arrampicarsi su un albero i cui grossi rami si protendevano verso i due. Raggiunse un ramo secondo lui abbastanza robusto per sostenerlo e iniziò a strisciarvici sopra, cercando di avvicinarsi il più possibile senza che questo si spezzasse. Per fortuna, lungo il grosso ramo c’erano alcuni rami di rampicante a cui potersi aggrappare.

    • Questa risposta è stata modificata 5 anni, 5 mesi fa da  Mordoth.
    #6917
     Mordoth 
    Partecipante

    Vittoria!
    Gant scoppiò in una grassa risata nel vedere che i suoi fratelli apprezzavano quel nuovo vino. Avrebbe voluto fargli assaggiare di più, avrebbe voluto fargli letteralmente leccare i baffi per pulirli dalla schiuma della più prelibata birra… e prima o poi lo avrebbe fatto, ma quella sera doveva andarci piano. Aveva bisogno della loro lucidità.
    Arrossì un po’ a sentirsi chiamare figlio della libertà e il suo imbarazzo era evidente, ma bevve un sorso e l’imbarazzo sparì alla vista. “Libertà.” Disse piano, nei loro occhi sorpresa o forse paura. “Spaventa solo perchè non sapete cos’è.” Cercò di rassicurarli.
    “I miei amici ed io abbiamo fino a domani per cercare prove contro il Quinto Padrone. Sappiamo che ha commesso atrocità, ma dobbiamo provarlo agli altri Padroni o sarà guerra e molti moriranno. Sono qui per sapere se qualcuno di voi ha visto o sentito qualcosa che possa esserci utile.”

    #6837
     Mordoth 
    Partecipante

    Jok’Nay rimase da solo come un ebete. Si grattò il mento perplesso ripensando a quanto era appena successo.
    Zatanja aveva detto il suo nome proprio come aveva fatto lui, come quando ti strappano un dente malato. Ma la mano che teneva le pinze non si era vista. E non aveva fatto nulla neanche quando Fandral l’aveva avvolta con i suoi tentacoli… che intenzioni aveva quel lumacone? Quelli erano giochetti che neanche i giovani troll infoiati facevano!
    Però qualcosa gli puzzava…
    Tra un pensiero e l’altro aveva finito di rinfoderare al loro posto le lame di cui si era liberato davanti ai druidi. Non poteva rimanere lì ad aspettare e anche se erano passati pochi attimi poteva essere già tardi.
    Si nascose nelle ombre e procedette nella direzione in cui erano andati i due. Si muoveva rapido e silenzioso come quando era in missione per uno dei suoi affari: doveva recuperare il tempo perso a pensare e ritrovarli senza farsi rivelare.
    Ah… quanto gli piaceva la caccia…

    #6835
     Mordoth 
    Partecipante

    Quelli erano nani tanto quanto lo erano gli elfi o chiunque altro di quella città. Ecco cosa provocava il trattamento che gli elfi riservavano ai non-elfi, annullava ogni differenza, ogni storia, ogni bellezza delle altre razze: se erano inferiori semplicemente non esistevano, neanche se vagavano per casa a rassettare o si sfinivano di lavoro in mezzo al lerciume.
    L’accoglienza dei suoi fratelli lasciò Gant un po’ interdetto, non sapeva cosa rispondere nè cosa fare. Aveva bisogno del loro aiuto, ma non si era aspettato di dover chiedere aiuto a dei perfetti sconosciuti. C’era un legame che poteva risvegliare? La brodaglia nel suo bicchiere non gli dava molte speranze.
    Ma un tentativo doveva pur farlo! Prese la bottiglia di vino annacquato e ci versò un po’ della polverina con cui aveva migliorato il vino elfico, miscelò con dolcezza roteandola e ne verso un po’ nei bicchieri dei suoi ospiti. “Ecco, provate e ditemi se vi piace.” Disse con un sorriso pieno di speranza. Non era di certo il meglio che poteva fargli assaggiare, ma era il meglio che poteva fare in quel momento.
    “Sono qui per chiedervi aiuto.” La sua espressione si fece seria. “Avrete di sicuro sentito degli avvenimenti di questi giorni, ho bisogno di informazioni per cercare di cambiare le cose.”

    #6818
     Mordoth 
    Partecipante

    Jok’Nay non capiva perchè Zatanja gli avesse fatto quel cenno. Aveva forse detto troppo? Eppure non gli sembrava. E non capiva come mai lei non dicesse nulla, considerata la situazione.
    Quel Fandral era proprio uno strano tipo. Riempiva di tensione l’aria attorno a sè eppure si permetteva il lusso di farsi due risate come se niente fosse. Proprio sicuro di sè!
    E gli altri druidi facevano quello che diceva come dei piccoli raptor ammaestrati. In un batter d’occhio si volatilizzarono tutti, lasciandoli soli. O erano molto sciocchi a lasciare il loro capo da solo con due stranieri di cui non sapevano le intenzioni… o erano certi che gli stranieri non avrebbero potuto nulla contro Fandral.
    Il ladro recuperò in fretta le sue adorate lame prima di seguire il druido, sfortunatamente il porta lame di rametti e radici non funzionava più. Uffi, avrebbe voluto portarsene a casa uno…
    Lanciò un’occhiata un po’ allarmata a Zatanja quando Fandral disse che nessuno li avrebbe più minacciati ora, era strano sentirselo dire proprio dalla minaccia! E anche alla richiesta del nome si affacciò un po’ di panico, continuando a non sapere come interpretare il cenno della maga di poco prima.
    “Jok’Nay.” Rispose in modo lapidario e meccanico, giusto per non essere scortese. Non disse altro per timore di rivelare troppo, lasciando alla troll l’onere di presentarsi da sè.

    #6812
     Mordoth 
    Partecipante

    Gant trotterellò verso il Distretto dei non-elfi come quei nani ubriaconi della favola che preferiva quand’era bambino, Biancaspuma e i sette boccali. Si canticchiava in testa la filastrocca della favola mentre trotterellava ‘andiam, andiam… andiamo a sbevazzar…’
    Gli si strinse il cuore nel raggiungere il Ghetto. Sporco e incuria ovunque, non era quello il modo di vivere della sua gente. Non era quello il modo di vivere di nessuno, a dire la verità. I suoi fratelli lavoravano per gli elfi, facendo lavori umili agli occhi degli orecchie a punta. Ma Gant non poteva credere che questa situazione avesse piegato lo spirito fiero della loro razza, anche se non si vedeva non poteva essere sparito.
    Aveva attraversato il Distretto praticamente inosservato, mentre lì aveva già attirato la curiosità dei suoi simili. Sfortunatamente doveva faticare ancora un po’ e fare lui il primo passo.
    Tirò fuori la fiaschetta della sua riserva, la stappò e ne bevve un sorso, facendo bene attenzione ad enfatizzare la bontà della bevanda e la soddisfazione del berla. “Ehi fratelli! Ne volete? O avete di meglio da farmi assaggiare?”

    #6782
     Mordoth 
    Partecipante

    Ehi, ehi! Quell’elfo stava scuoiando Zatanja con gli occhi, che modi! Era proprio inquietante e minaccioso… Jok’Nay lo sperimentò anche sulla sua pelle quando Fandral spostò lo sguardo ad esaminare anche lui.
    Il suo modo di fare era cordiale ma allo stesso ambiguo. Il troll era teso come la lenza di una canna da pesca con un pesce all’amo. Non capiva, possibile che quello fosse il manifestarsi della pazzia di cui gli aveva parlato la maga? Bah, lui non ne sapeva molto, poteva solo stare all’erta.
    “Beh… in segno di pace.” Risposta semplice e ovvia, secondo lui. “Inoltre non mi sono liberato di tutte le mie difese.” E mostrò il pungolo che gli era appena stato restituito, anche se non era l’ultima difesa che gli era rimasta. C’era anche la lama che nascondeva sotto la lingua, per esempio.
    “Il tempo di casa? Ottimo, come sempre!” Continuò giulivo. “Magari alla fine di tutto questo avrà occasione di fare visita dalle nostre parti.” Un altro tentativo di far capire le loro buone intenzioni.
    Ma quel tipo era proprio inquietante, non si fidava ad invitarlo in casa sua. Forse avrebbe fatto meglio a convincere Zatanja ad invitarlo da lei… sì, ottima idea… così anche Jok’Nay avrebbe saputo dove abitava la maghetta e si sarebbe risparmiato la fatica di seguirla di soppiatto.

    #6780
     Mordoth 
    Partecipante

    Il tentacolo si spiaccicò sonoramente sulla faccia del nano quando sentì che Juliet aveva rinunciato al titolo in favore della cugina. Il viscido arto scivolò lungo la faccia lentamente lasciando la bocca del nano aperta con un esplicito ‘cosaaaa?!?’ non detto stampatogli in volto.
    Di errori in gioventù ne aveva fatti anche lui, ma quella era una vera e propria ca**ata! Eh vabbè, ormai era fatta…
    “Una comunità di nani?!?” Gant fece un salto alto quanto loro. “E che aspettavate a dirmelo? Che diventassi astemio?!?” Non riusciva a nascondere la contentezza.
    “Ok ok, mi sacrificherò. Andrò a salutare i miei fratelli e a vedere se sanno qualcosa.” Anche se non sapeva se sarebbe stata una visita utile. “Sarà bene che tutti noi facciamo molta attenzione, soprattutto lei Madama Juliet.” Concluse, Rosaline poteva essere pronta a tutto per impedire che loro trovassero qualcosa per deporla. Non sapevano dove potevano arrivare i suoi tentacoli.

    • Questa risposta è stata modificata 5 anni, 6 mesi fa da  Mordoth.
    #6761
     Mordoth 
    Partecipante

    Eccheccacchio! Uno cerca di avvertire questi babbei di un pericolo e viene incaprettatto subito… per un attimo Jok’Nay ebbe il dubbio che quel gruppo di druidi avesse strani gusti ehm… beh, per fortuna non era così.
    Zatanja non era per niente contenta… ma il troll non sapeva se era per il ‘zuccherino’ o per la posizione erotica in cui i druidi li avevano messi. Oh beh!
    L’intruso che il seguiva a quanto pare era una conoscenza della combriccola che li scortava. *Appunto, zucche vuote!* Pensò il troll dopo le prime parole dell’elfo. Se non fosse stato amico sarebbero già tutti belli che spacciati.
    Finalmente libero dalle dubbie costrizioni Jok’Nay si rialzò per sgranchirsi, mentre i compagni della Tauren erano ancora in ginocchio. Era libero ma non riusciva a sentirsi sicuro, quel Fandral tutto sorrisi nascondeva molto sotto la superficie.
    “Oh grazie!” Esclamò come un ebete quando gli fu restituito il pungolo, con anche una lacrimuccia dato il valore affettivo che dava alla lama. “Io beh, mi ricorderò del suo consiglio.” Rispose. “In mia difesa posso dire che dipende tutto dalle intenzioni…” concluse con un sorrisetto.
    “Noi ehm… cioè, lei è qui per aiutarvi…” fece poi indicando la maga con il pollicione, “io sono qui per aiutarla. Ma forse questo lo aveva già sentito?”

    • Questa risposta è stata modificata 5 anni, 7 mesi fa da  Mordoth.
    #6756
     Mordoth 
    Partecipante

    Era tutta una buffonata, il nano sbuffò spazientito.
    I non elfi venivano ignorati perchè non considerati all’altezza. Gli elfi che patteggiavano per gli schiavi non venivano ascoltati perchè contro l’assurda legge della città. Era una farsa bella e buona.
    Gant stappò la fischetta sonoramente e ingollò diverse sorsate della sua riserva… tanto veniva ignorato, quindi perchè seguire la loro spocchiosa etichetta?
    Si avvicinò ai tre elfi e alla gatta della sua combriccola sentendo quello che stavano dicendo.
    “Convincerla? Credete davvero che si possa convincere quella lì?!?” Esclamò. “Quella non si convince, quella va fatta cadere e va messa su Madama Juliet. Il problema è che non riusciremo a portare a questi buffoni nessuna prova e nessun testimone che loro vogliano ascoltare, perchè quella lì farà tabula rasa di ogni traccia se è furba la metà di quanto dà a vedere.”
    L’alchimsita scosse la testa sconsolato e tornò a bere dalla sua fischetta, cominciava a vedere il fondo della bottiglia in quella storia… una bottiglia molto amara.

    #6737
     Mordoth 
    Partecipante

    Finalmente si partiva!
    Inizialmente Jok’Nay era preoccupato che abbandonassero la sua collezione in mezzo a quel bosco, ma poi uno dei druidi animò un porta lame che fece rimanere di stucco il troll. In quel momento decise che ne voleva assolutamente uno… ma intanto seguiva placidamente quei bizzarri tipi ancora sani di mente.
    Ogni tanto rallentava volutamente, per farsi pungolare dalle lance e godersi il pizzicorio sulla schiena e i brividini che sentiva andare su e giù.
    La maghetta continuava a blaterare anche era evidente che quelli non volevano starla a sentire. Forse li stavano portando da qualcuno che poteva affrontare una discussione…
    Ehi e quello chi è? Un topolino curioso forse?
    Jok’Nay si girò fulmineamente e lanciò il pungolo che gli avevano lasciato contro l’ombra che li seguiva. Non voleva ucciderla, voleva solo rivelarla.
    “Zitta zuccherino!” Disse a Zatanja. “C’è un imbucato alla festicciola…” a meno che non fosse uno del gruppetto che li scortava.
    Cavoli, ora però era senza lame…

    #6733
     Mordoth 
    Partecipante

    Gant sorrise trionfante quando Juliet prese parola, era come se avesse potuto prevedere le parole dell’elfa. Parole giuste, che avrebbero scosso quei cialtroni dei Padroni… e se così non fosse stato, beh allora erano proprio dei cialtroni!
    Ma quello che rivelò Rosaline, ohhh quello fu un’autentica sorpresa! Un colpo di scena da lasciare a bocca aperta, proprio come si ritrovò per un momento il nano.
    E poi anche Tinuviel si riscosse e prese parole e con lei Gant prese ancora più coraggio. Sì, non c’era nulla di male ad amare un non elfo, che siano umani… o mezzi-demone… o angelici…
    Il nano si ritrovò a guardarsi stranito tre dita alzate di una mano, sentendosi un po’ estraneo alla piega che prendeva quella discussione. Lì tutti svisceravano le loro esperienze amorose interrazziali e lui… eh lui aveva quagliato solo con la compagna di banco a scuola, per sbaglio dopo una sbronza. Gli venne una lacrimuccia che prontamente il tentacolo gli asciugò, prima che andasse a rovinare la barba.
    Ma non era il momento di abbandonarsi a futili sensi di inferiorità, a chi era stato con chi o con cosa e chi no. “E quante delle sue colpe Rosaline, quante delle sue colpe hanno infangato la Casata Wisewill? Quante hanno contribuito ad arrivare a questa inutile guerra? L’amore tra due persone non è una colpa da dover sopportare e nascondere.”
    Il modo di pensare di Rosaline e degli elfi del suo stampo stavano portando allo sfascio quella città e la sua gente, elfa e non elfa.

    #6705
     Mordoth 
    Partecipante

    *Guarda guarda che coda di paglia!* Rosaline era stata punta sul vivo. Ma Gant doveva ammettere che era abile con le parole, voleva portare l’attenzione sulla morte del Capitano.
    Ma se l’era svignata troppo presto dallo scontro e non poteva sapere com’era andato a finire. Quando il nano e Juliet erano usciti dalla dimora dei Wisewill non erano molti i presenti alla scazzottata.
    L’alchimista non diede peso alla minaccia del Primo Padrone e intervenì di nuovo. “Il Quinto Padrone saprebbe bene perchè il Capitano non è con noi, se non fosse scappata dalla propria dimora per venire qui e cercare di convincere gli altri Padroni di cose non vere.” Sentenziò. “Saprebbe anche perchè a cadere è stato solo il Capitano e noi invece siamo di fronte a voi, incolumi.” Sottintesa c’era l’insinuazione che Rosaline, e solo lei tra di loro, sarebbe potuta cadere assieme al Capitano se fosse rimasta alla dimora. Ma questa era solo una supposizione del nano, considerando che il Capitano appunto era l’unica caduta dello scontro e che questo si era limitato all’esterno della dimora. “L’unica a rimanere a fronteggiare la supposta minaccia è stata Madama Juliet, come un vero Padrone avrebbe dovuto fare.”
    Gant riponeva fiducia in Juliet e sperava che le sue parole, assieme a quelle della barda, potessero spingerla a prendere parola come la persona che era e non come la persona che aveva fatto finto di essere per tutti quegli anni.

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