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  • #7293
     Ilmarien 
    Partecipante

    Jeremiah sembrava si fosse convinto a parlare, ora si trattava di continuare a collaborare con lui, cercando di risolvere i suoi problemi mentre lui continuava a dare informazioni. “Capisco” replicò Henry di fronte all’ovvia deduzione del prigioniero “allora intanto direi che l’FBI può proteggere sua moglie e sua figlia” e guardò Alex per farle segno di telefonare e prendere disposizioni immediate, dopotutto era qualcosa che bisognava fare rapidamente. Una volta ottenuta conferma, si rivolse nuovamente al prigioniero: “Qualche idea su dove possano tenere questa kriptonite nera? Discussioni che ha sentito, orari di trasporto, fotografie o immagini del laboratorio, qualsiasi dettaglio può essere importante… Inoltre, questo Cuvier: qualche idea su dove possiamo trovarlo o su cosa abbia in mente? Cadmus chiaramente sta progettando qualcosa di grosso, è per questo che hanno usato tua moglie. Qualche idea su cosa abbiano in mente e dove?”

    #7287
     Ilmarien 
    Partecipante

    Il prigioniero sembrava ora in una disposizione d’animo decisamente più ragionevole, anche se probabilmente il lavoro non era finito e avrebbe dovuto passare del tempo all’ospedale psichiatrico. Si sedette per esaminare la cartella clinica, e nel mentre tirò fuori il cellulare e scrisse un breve messaggio ad Alex: *Io continuo a premere sulla moglie, se quando ho finito continua a esitare magari potreste offrire un’educazione universitaria per la figlia, è meglio se lo fa lei in veste di agente FBI*. Inviò il messaggio, poi si rialzò e disse: “Allora, sua moglie è affetta da un parassita chiamato Pietà Nera, che causa un coma artificiale… sappiamo di cosa si tratta e, contrariamente a ciò che le è stato detto posso dirle che la sua condizione è certamente grave ma del tutto curabile” disse parlando lentamente e scandendo ogni singola parola per essere sicuro che non ci fossero incomprensioni. Dopotutto se voleva la collaborazione di Jeremiah la cosa migliore era la sincerità.

    “Lei ha parlato di un pazzo” proseguì riferendosi alle sue ultime parole “le dispiacerebbe dirmi di chi si tratta? Inoltre, ha lavorato sulle kriptonite, ha idea di cosa volessero ottenere, o di come intendessero usarla?” chiese mantenendo lo stesso tono pacato e gentile di prima, non voleva forzare delle risposte. Henry sapeva piuttosto poco di kriptonite, sapeva però che non poteva essere una buona notizia che il laboratorio stesse creandone diversi tipi, mentre parlava aveva rivolto un’occhiata interrogativa ad Alex nella speranza che lei o J’onn chiarissero il concetto.

    #7275
     Ilmarien 
    Partecipante

    Dalle parole di Alex era chiaro che il prigioniero era sotto qualche tipo di droga, tuttavia c’era anche chiaramente un processo di lavaggio del cervello in corso. Girandosi in modo che il prigioniero non potesse vederlo disse sottovoce nel comunicatore: “Esatto, si può neutralizzare? Anche temporaneamente… Ora provo a vedere se riesce a ragionare…” e si girò nuovamente prendendo in mano la cartella. “Signor Valles” e schioccò le dita davanti a lui per richiamare la sua attenzione “io non rappresento il governo degli Stati Uniti, sono un medico, per la precisione appartengo a Medici Senza Frontiere” disse mostrandogli il tesserino identificativo e facendoglielo leggere. Mentre continuava a parlare osservava attentamente le sue reazioni, cercando di determinare quanto Jeremiah fosse in controllo delle proprie azioni, e se possibile avrebbe anche cercato, delicatamente, di fermare eventuali movimenti autonomi come quel frenetico battito ritmico.
    “Sono in grado di garantire asilo politico a lei e alla sua famiglia, e preciso che non sono qui per il governo degli Stati Uniti, sono qui per salvare delle vite, quindi spero che possa capire la mia posizione” precisò, dopotutto era la verità “Mi pare quindi che lei non abbia un piano per uscire da questa situazione, quindi mi permetta di offrirle una soluzione alternativa” continuò una volta che fu sicuro di avere la sua completa attenzione “Ho esaminato la cartella clinica di sua moglie” disse prendendola e facendogliela vedere “e credo di poterla riesaminare, conosco alcune terapie che potrebbero funzionare ed estrarla dal coma” disse guardandolo negli occhi per fargli capire che era serio e non stava mentendo. Decise di aspettare a parlare della figlia, intanto attese la risposta di Jeremiah.

    #7274
     Ilmarien 
    Partecipante

    Gahain si rimise in viaggio senza problemi dopo una notte piena di sorprese e di risate, con lo spirito decisamente sollevato dopo quello stupido elementale della terra. Seguì in silenzio la scenetta, rivolgendo all’imbarazzata Sumyno uno sguardo di divertita curiosità riguardo la tirata di orecchi e lasciò che Mononoke facesse le presentazioni. “Gahain Firebrand e Nathaniel di Exodar, ci ha mandato qui Urok” disse semplicemente agganciandosi al discorso.

    #7252
     Ilmarien 
    Partecipante

    Megan Reed
    “Non ho altre informazioni al momento” rispose Rinaldi “se lei non avesse dato l’allarme sarebbe… sembrato un incidente dovuto a una fuga di gas…” aggiunse sottovoce “e non si preoccupi, ha fatto tutto il possibile, sono anzi stupito che sia rimasta cosciente così a lungo, ora lasci lavorare noi e si riposi mi raccomando” concluse reiterando il consiglio prima di uscire e lasciarla sola. Selim si sedette su una sedia accanto al suo letto, visibilmente sollevato nel vedere che stava bene: “Fumogeni?” replicò con aria dubbiosa all’osservazione di Megan “A me hanno detto che si trattava di un qualche tipo di gas, in altre parole qualcuno ha avvelenato un intero piano di un ospedale. Io sono qui perché hanno chiamato tutto il personale del Cartello a disposizione e Teresa Williams [Il Segretario Generale del Cartello] mi ha mandato qui a vedere cosa stesse succedendo. Una volta qui ho visto che Felipe era coinvolto insieme a una giornalista Capitol, per cui senza aspettare altro mi sono precipitato qui. Tu sai qualcosa di più preciso? I medici cosa ti hanno detto? E Yulenkov come sta?” chiese infine.

    Abel Brandt
    “Si, decisamente strano!” affermò risoluta Lada mentre rideva “ma date le circostanze va benissimo così, abbiamo davanti alcuni giorni di duro lavoro, non guasta essere ottimisti… e chissà anche che non ci promuovano” aggiunse tornando seria mentre considerava ciò che avevano davanti “Se completiamo l’indagine anche il Duca Saglielli sarà… impressionato o perlomeno colpito, così come il nostro caro Julius Hahn… A proposito, che impressione ti ha fatto? Tu conosci il Ministero Supremo della Fede meglio di me, dici che dobbiamo stare attenti che non ci rubi il merito dell’indagine?” chiese infine.

    #7247
     Ilmarien 
    Partecipante

    “Mi è venuto di chiamarla così sul momento, mi dispiace per l’equivoco ma almeno non è successo nulla. Sai com’è, c’era un pietrone gigante con manie assassine che non ne voleva sapere di tranquillizzarsi!” disse a Sumyno in tono vagamente stizzito. Quando Mononoke equivocò sul discorso di Sumyno, distolse lo sguardo e si mise una mano davanti alla bocca cercando di trattenere una risata, immaginandosi l’assurda conversazione che doveva aver avuto luogo. Quando la Cacciatrice commentò sulla difficoltà, replicò: “Certe cose non sono facili, fidarsi di qualcuno non è mai facile” disse semplicemente “e si può benissimo conversare senza filtri, l’importante è saper ridere al momento opportuno” aggiunse prendendo la roba per la notte. Poi si allontanò lasciando a lei e a Nathaniel lo spazio accanto al fuoco in modo che potessero farsi da mangiare e si preparò a riposare per il resto della notte.

    #7244
     Ilmarien 
    Partecipante

    Abel Brandt
    Hahn ascoltò le parole di Abel, poi ripose: “Ottimo, nei prossimi giorni dovrei ricavare qualche ora per aiutarvi e mi assicurerò che il laboratorio lavori a pieno ritmo. Dovremo venire a capo di questa faccenda prima che chiunque ci sia dietro elimini dell’altro personale” concluse. A questo punto fu Lada a prendere la parola: “Cittadino Hahn, pensate che l’Ufficio Diplomatico possa saperne qualcosa? Se ci sono problemi al di fuori della Ruota Dentata potrebbero esserne al corrente…” suggerì. Hahn restò un attimo in silenzio, poi disse: “Si, è un buon suggerimento, anche se dovremo stare attenti, perché potrebbero anche essere coinvolti, per questo probabilmente Frau Hindenlang non ha voluto coinvolgerli prima” soppesò cautamente ciò che stava per dire, poi proseguì “sono spie, dopotutto. Quindi è meglio se me ne occupo io, conosco qualcuno che lavora all’Ufficio, e posso avvicinarlo nei prossimi giorni senza attirare sospetti. Ci sentiamo domani mattina, Gloria alla Ruota Dentata!” e chiuse la chiamata.

    Lada si rilassò sul sedile, poi disse: “Che pasticcio! Dici che dobbiamo prendere delle precauzioni e lavorare nel bunker sotto le Torri? So che è scomodo come poche cose sulla faccia della Luna, ma visto quello che è successo al povero Mihal non mi sento così sicura a lavorare dai nostri uffici…” si accoccolò sulla sua spalla “Beh, almeno avremo modo di lavorare insieme ancora per qualche giorno!” concluse cercando di buttarla in ridere.

    Megan Reed
    “Si, sta bene” rispose Rinaldi mentre preparava un prelievo e faceva a sua volta un’iniezione a Megan “Gli ci vorrà qualche giorno ma a quanto pare la sua decisione di portarlo sulle scale è stata sufficiente a salvargli la vita. Non so ancora bene che tipo di gas sia stato usato, così a una prima occhiata direi una neurotossina di qualche tipo, probabilmente con una componente proteica che si è guastata con il liquido dell’allarme antincendio. Tuttavia serve l’analisi del sangue per avere dati più precisi” spiegò in tono analitico mentre le sentiva i segni vitali e le provava la pressione. “Roba potente, comunque” aggiunse mentre si toglieva lo stetoscopio e un’ombra di preoccupazione si manifestava sul suo volto fino a quel punto impeccabilmente professionale “Di quel reparto siete al momento gli unici due fuori pericolo, tra gli altri c’è stato un tasso di morte dell’80%, più o meno, ora vediamo quelli che riusciremo a salvare” aggiunse, sempre con quel tono freddo che in quell’occasione non era precisamente rassicurante.

    Prese tutte le fiale e disse: “Bene, si sdrai e si riposi, più tardi vedremo se sarà il caso di dimetterla” concluse uscendo e chiudendo la porta dietro di sé. Megan rimase da sola nella stanza, sentiva in sottofondo i rumori dell’ospedale ma erano lontani, forse era in un’area un po’ isolata: l’unico rumore costante nella stanza erano il beep della macchina a cui era attaccato Yulenkov, la quale monitorava i suoi segni vitali. Megan notò che sia il respiro che il battito cardiaco erano regolari ma leggermente elevati, segno che il suo corpo era ancora sotto stress. Mentre giaceva mezza stordita, la porta si aprì ed entrò Selim, con la faccia estremamente apprensiva: “Megan! Come stai? Cosa diavolo è successo?!” e senza aspettare risposta la abbracciò.

    Kasey Bates
    Stan sorrise alla professione di inadeguatezza di Kasey: “Eh, non è mai facile, nemmeno per me che ci sono abituato. Non credo che sia solo una questione di lavorare al fronte, credo che… in qualche misura gli impianti ti spingano a pensare in un’ottica ‘amico-nemico’, non so se mi sono spiegato…” disse con qualche incertezza. “Comunque in ogni caso secondo me sei più che preparata, dopotutto devi difendere… la corporazione in un ambiente decisamente ostile, in cui ogni ‘civile’ è un potenziale nemico” proseguì rassicurandola “Io posso avere qualche esperienza di investigazione, ma non sono certo bravo a prendere decisioni…” disse con ironico autocompatimento. Ricambiò il bacio e le accarezzò dolcemente la testa: “Speriamo che vada tutto bene… Se va male e moriamo tutti te la farò pagare, quindi fai in modo che ne usciamo vivi!” aggiunse scherzando.

    #7231
     Ilmarien 
    Partecipante

    Rise alle battute di Sumyno, e si rilassò ulteriormente vedendo che lei aveva riacquistato il buonumore. Quando i due tornarono dal luogo in cui si erano appartati fece del suo meglio per non avere uno sguardo troppo curioso, anche se a vederli così rilassati gli era venuto il sospetto che il dialogo non fosse effettivamente andato come lui aveva imitato poc’anzi. O almeno poteva permettersi di essere ottimista al riguardo. Alla domanda della Cacciatrice, si tolse la coperta di dosso e replicò: “No, non preoccupatevi, stavamo dicendo delle facezie, prevalentemente sul fatto che io non so niente di Azeroth e sull’estrema golosità della qui presente orchessa” disse con un sorriso a Sumyno.

    Quando lei parlò di Trixie, Gahain ci mise qualche secondo a connettere che l’aveva chiamata così poco prima nella foga dello scontro: “Ah, già, ti dirò che non era… insomma, mi è venuto così nell’urgenza del momento, e mi dispiace se ti ho offeso” si affrettò ad aggiungere, dopotutto era la completa verità. Quando lei rivelò quello che sembrava essere il suo vero nome, lanciò una rapida occhiata a entrambi e si fece serio di colpo, intuendo la serietà del discorso che doveva aver preceduto quella rivelazione. “Beh… in tal caso sarò felice di chiamarti Mononoke… e grazie della fiducia, farò il possibile per esserne degno” aggiunse con un cenno del capo in segno di rispetto. Lo shamano poteva prendere in giro sia lei che Nathaniel per quell’impressione da romanzetto rosa che davano entrambi, ma aveva comunque il massimo rispetto per tutti e due.

    #7229
     Ilmarien 
    Partecipante

    Megan Reed
    La guardia le lanciò un’occhiata vagamente scettica, era chiaro che non le credeva. Si allontanò scendendo alcuni gradini mentre comunicava qualcosa nella propria radio. Poco dopo arrivarono altre tre guardie e due infermieri che diedero un’occhiata rapida a lei e Yulenkov. Una delle guardie provò ad affacciarsi sul pianerottolo con l’arma estratta, incerto sul da farsi: in quel momento l’infermiere che stava esaminando Yulenkov disse: “Ha ragione, è un qualche tipo di gas, chiamate… chiamate Rinaldi, il Bauhaus che lavora al primo piano, è uno specialista. Signorina, lei si sieda e cerchi di respirare regolarmente” concluse l’infermiere rivolto alla giornalista. Megan dal canto suo si sedette sui gradini, non stava male ma non si sentiva certo in forma, l’adrenalina dovuta allo spavento stava passando e si sentiva le gambe molto molli.

    In pochi minuti le scale si erano popolate di gente, qualcuno che stava evacuando pazienti dai piani superiori, le guardie che continuavano a sorvegliare nervosamente la porta, gli infermieri e il dottore che si stavano occupando di Yulenkov. A un certo punto le guardie ricevettero l’ordine di scortare tutti al primo piano: il medico, questo Rinaldi, li fece aspettare un momento e poi diede l’ordine agli infermieri di trasportare Yulenkov nel proprio reparto. Mentre scendevano le scale, Megan notò alcuni individui in tuta spaziale che stavano salendo le scale, probabilmente volevano investigare quello che era successo. Una volta al primo piano, Megan e Felipe vennero chiusi in una stanza con Rinaldi e gli altri infermieri. Yulenkov non aveva purtroppo ancora ripreso conoscenza, ma il dottore non sembrava preoccupato, gli fece un’iniezione, un prelievo e mentre gli infermieri lo attaccavano a una flebo, si rivolse a Megan: “Buonasera, mi chiamo David Rinaldi, mi pare che lei stia bene ma prima di curarla devo chiederle se anche lei fa parte del Cartello, e in caso contrario se possiede qualche tipo di assicurazione” disse in tono cortese e formale mentre si preparava a farle un prelievo di sangue.

    Kasey Bates
    Michael rise alla sua battuta, e quando parlò di sport replicò: “Va bene, allora facciamo un po’ e un po’. Comunque l’importante è che ci divertiamo entrambi” riaffermò con risolutezza. “Già, quei Mishima mi devono non poche spiegazioni” commentò “E a proposito, non so cosa diavolo abbia fatto la Valchiria ma quella luce fa miracoli, mi sento molto stanco ma tutto qui, non sento dolore e non ci sono neanche le cicatrici. Dici che possiamo tenerla? So che sembra un po’ svitata e ha cercato di sparare a Mark, ma qualcuno che ti cura così durante uno scontro potrebbe fare comodo!” chiese in tono volutamente scherzoso.

    Restarono sdraiati e abbracciati in silenzio per qualche minuto, poi Stan parlò nuovamente: “Hai ragione, se devo essere sincero non la vedo come un’ottima situazione, non sappiamo di chi fidarci e c’è qualcuno che ci sta cercando attivamente. Abbiamo qualche giorno di tempo, ma non molto di più…” disse lasciando la frase in sospeso. Esitò un istante prima di continuare, stava soppesando le parole: “Ho… sentito… solo una voce di corridoio, ma… dicono che i nostri cervelli positronici non siano… pensati per essere usati contro l’azienda… so che non lo stiamo facendo espressamente, ma dovremo condividere una parte di ciò che troviamo con Leumann e la Valchiria, un software programmato per evitare spie potrebbe… interpretare male quello che stiamo facendo… non lo so, mi stavo chiedendo se non valesse la pena spegnere tutto, lasciando solo le funzioni di base del cervello positronico e collegarsi solo per lo stretto necessario…” concluse, era chiaro che il pensiero lo metteva molto a disagio.

    Abel Brandt
    Lada assentì: “Molto bene, allora io informo Giraud della cosa, senza scendere in troppi dettagli ma gli dico che verrà qualcuno dall’Ufficio della Paura a proteggere Derek” disse Lada allontanandosi. Dopo qualche minuto di convenevoli tra gli agenti della sicurezza, Abel e Lada chiamarono una delle macchine a disposizione dell’Ufficio degli Standard e ritornarono verso le Torri. Non appena in macchina Abel chiamò Hahn: gli fece un breve riassunto degli avvenimenti e chiese una protezione per Derek.

    Han restò in silenzio ascoltando la conversazione, intervenendo di tanto in tanto per chiedere alcuni chiarimenti, poi parlò: “Allora, in effetti c’è qualcosa che non va. Dubito che sia abbastanza per convincere Sua Eccellenza delle parole della Hindenlang, ma sicuramente c’è qualcosa sotto e vale la pena di scoprire cosa volessero quegli uomini armati, se erano Mishima e perché ostacolare così tanto la vostra indagine. Comunque avete fatto un buon lavoro, potete continuare a indagare, chiederò a Sua Eccellenza una proroga così avrete qualche giorno in più per lavorare sui dati ottenuti. Ah, e si intende che manderò qualcuno dall’Ufficio della Paura a proteggere questo Azunis, non so a questo punto se riproveranno a ucciderlo, ma non si sa mai. Giraud ha qualche idea su chi possa essere stato?” chiese infine cercando ottenere da Abel un quadro completo della situazione.

    #7209
     Ilmarien 
    Partecipante

    Tutte quelle risate intorno a quella bizzarra coppia avevano restituito il buonumore a entrambi. Quando lei nominò Urok fu pronto a rispondere: “Infatti non l’ho mica chiesto a lui, mi prendi per scemo? E poi lui è un raccomandato, tra il Circolo della Terra e menate varie ci credo che ne sa più di me!” aggiunse lamentando la propria ignoranza. “Si, ho visto un drago” replicò alla sua osservazione ammirata “ma era tutto un po’ schifido, con delle parti tutte scheletriche e decomposte, senza contare che quando l’abbiamo bruciato ha fatto una puzza che un odore così cattivo non l’avevo mai sentito. Insomma, non la vista epica di cui parlano i bardi nelle canzoni”. Riguardo ai possibili segnali, scosse la testa “Mah, non saprei, tutto è possibile, bisognerebbe conoscere il tipo di magia usata per trasmettere questa strana follia, sappiamo che sembra in qualche modo collegata al fuoco, e c’è un legame tra essa e la magia shamanica data l’instabilità dei poteri degli shamani nel mondo. Però non sappiamo niente di più preciso di così, speriamo di avere risposte più precise quando raggiungeremo i santuari dell’Albero del Mondo” concluse speranzoso.

    #7208
     Ilmarien 
    Partecipante

    “Quindi ci tiene all’educazione della figlia, bene, se non altro è un punto di partenza. Qualche idea su cosa possa essere accaduto alla moglie? A vedere le sostanze che le iniettano la prima cosa che mi viene da pensare è che qualcuno voglia tenerla artificialmente in coma, ma senza farlo sapere all’ospedale… ed evidentemente in quell’ospedale o non sono molto bravi a seguire i pazienti o vengono pagati fior di quattrini per guardare dall’altra parte!” concluse vagamente indignato dalla poca professionalità dei suoi colleghi. “Ed è anche un immigrato, tra l’altro, potreste proporgli la cittadinanza se collabora” proseguì Henry sapendo quanto fossero complicate le procedure per ottenere un visto negli Stati Uniti. “Va bene, direi che ne sappiamo abbastanza almeno per intavolare un minimo di discussione, ora vediamo di scoprire qualcosa. J’onn, cerca di leggere i pensieri superficiali, al momento tu e Thane restate dietro lo specchio, così non vi vede…”. E detto ciò entrò nella stanza per iniziare l’interrogatorio, cedendo naturalmente il passo ad Alex, dopotutto era lei l’agente a cui era stato affidato il prigioniero. Diede una rapida occhiata alle condizioni fisiche del prigioniero, assicurandosi che fosse in condizioni di poter parlare, poi osservò il suo atteggiamento in generale, voleva farsi un’idea della persona che aveva davanti. “Buonasera Signor Valles, mi chiamo Henry Kaplan” disse presentandosi, attese che Alex facesse altrettanto, poi proseguì “sono qui per valutare il suo caso, purtroppo la sua situazione non è delle migliori. Mi dica, come pensa di uscirne?” chiese in tono serio ma tranquillo.

    #7204
     Ilmarien 
    Partecipante

    Kasey Bates
    Stan finì di fare il letto e poi si sedette ascoltandola. Al termine del discorso restò in silenzio. Fece per dire qualcosa, ma era chiaro che era rimasto senza parole. Sorrise, poi si alzò, le mise le mani sulle spalle e disse semplicemente “Ok” e la abbracciò. Il suo respiro era alterato e si capiva faceva fatica a trattenere le emozioni, ma più di ogni altra cosa sembrava sollevato. Fece un respiro profondo, poi disse: “Nessuno di noi due è, tecnicamente, al sicuro, la vita su Luna è forse meno pericolosa di quella in una zona di combattimento ma anch’io rischio la vita continuamente” disse accarezzandole i capelli, poi si separò dolcemente da lei e si sedette mentre, un po’ nervosamente, estraeva la sua pistola per pulirla, evidentemente non era facile nemmeno per lui. “Non… non sono molto bravo neanch’io in queste cose, ho provato a chiamarti un paio di volte ma poi ho… rinunciato… avrei dovuto insistere ma non… non è facile” continuò in tono esitante, cercando di trovare le parole giuste “A me va bene, ci… vedremo quando sarà possibile e altrimenti resteremo in contatto a distanza… volendo c’è sempre il cyberspazio se riesci a collegarti” aggiunse mentre considerava le varie opzioni.

    “Comunque sentiamoci, questo lungo periodo di silenzio mi… mi ha fatto stare in pena… più per il silenzio che altro, era il non sapere… e forse avrei dovuto dirtelo o proporlo prima che partissi… ma… è difficile anche per me” concluse, era chiaro che non le serbava rancore, anzi, sembrava rimpiangere un’occasione perduta. Rialzò gli occhi e la guardò dritto in faccia: “E ti prometto solennemente, niente più partite di Starball! Troviamo uno sport che piaccia a entrambi” aggiunse con un mezzo sorriso cercando di buttarla in ridere.

    Abel Brandt
    Derek si mise rapidamente a scrivere, mentre Abel e Lada lo lasciarono solo e si parlarono fuori dallo sgabuzzino in un angolo, assicurandosi che nessuno stesse ascoltandoli. “Dunque, facciamo il punto così non ci confondiamo” cominciò Lada rivedendo gli appunti che aveva preso fino a quel momento “Abbiamo una lista di personale mancante, abbiamo una lista di fornitori e intermediari di altre corporazioni e del mercato nero, e abbiamo i dati che ci ha consegnato la Hindenlang. Possiamo metterci lì con calma e fare dei confronti, immagino che ci sarà qualcosa da trovare… specialmente perché qualcuno non vuole che indaghiamo” affermò riferendosi allo scontro avvenuto poco fa “non trovo altre spiegazioni logiche per voler uccidere due addetti al personale di una compagnia così grande ma dopotutto neanche così importante per la Ruota Dentata, dico nel complesso” concluse. “Dici che possiamo chiamare Julius Hahn, l’incaricato dal Duca di seguire l’indagine? Un attacco di possibili Mishima E un più che probabile tentativo di ostacolare le indagini. Forse non abbiamo prove conclusive, ma dovrebbe essere abbastanza da chiedere una proroga e darci qualche giorno in più per analizzare i dati che abbiamo recuperato…” chiese alla fine soppesando quello che avevano trovato.

    Megan Reed
    Megan raggiunse Felipe il più velocemente possibile e controllò i segni vitali. Respirava ancora ma il respiro era molto irregolare: senza perdere tempo, Megan lo trascinò alla porta antincendio che dava sulle scale e lo mise sul pianerottolo. Poi si fermò per riprendersi, appoggiandosi alla porta che aveva appena chiuso, respirando a pieni polmoni l’aria delle scale che non era stata contaminata. E, dopo poco, notò con sollievo che il respiro di Yulenkov si stava normalizzando. In quel momento vide una guardia salire rapidamente le scale, vedendoli si fermò e osservò la scena, prima di chiedere, in tono incerto e vagamente assente: “Cos’è successo? Chi ha fatto scattare l’allarme antincendio?”

    #7197
     Ilmarien 
    Partecipante

    Gahain ascoltò divertito la reazione di Sumyno, contento di essere perlomeno riuscito a rimetterla di buon umore. Quando lei gli chiese un biscotto, replicò semplicemente: “Basta chiedere, ricordati solo che non ne ho una scorta infinita, li ho presi per accompagnare i pasti, non per placare la tua incommensurabile golosità… Tié” e le mise in mano un biscotto “Ma fallo durare stavolta!”. Quando lei espresse dubbi sulla sua teoria, ribatté deciso: “Allora, il punto di quei due è che sono suonati. Bada bene, questo non vuol dire che sotto sotto non vogliano fare… ‘cose’ e fece il segno delle virgolette con le mani “e anzi, secondo me ne hanno entrambi una voglia matta, almeno a giudicare da come si spogliano con gli occhi tutte le volte che si guardano o comunicano tra di loro…” aggiunse subito dopo.

    “Ma consapevolmente sono solo andati a parlarsi, e neanche di cose piacevoli come la strana armatura di Nathaniel che gli lascia esposto tutto il torace, no loro parlano di cose ‘importanti’ e fece nuovamente il segno delle virgolette “perché arrovellarsi su guazzabugli mentali” e a questo punto si rimise a imitare la voce rauca e sibilante della Cacciatrice “è chiaramente più importante, e soprattutto quel cattivo alieno blu accompagnato dalla creatura burlona verde sono chiaramente degli ingenui se pensano che nella vita si possa manifestare un’emozione positiva di tanto in tanto” a questo punto cambiò tono e cercò di imitare la voce bassa e pacata di Nathaniel “Hai ragione, inquietante eppur attraente Creatura della Notte, solo l’Eterno Sacrificio della Fede permette di raggiungere la Pace nei Sensi e così la Luce illuminerà le Tenebre del tuo Cuore” concluse facendo una faccia serissima. Fece una nuova pausa dandole il tempo di riprendersi: “Voglio dire, non ce li vedi a parlare così tutto il tempo? Come ti ho detto, completamente suonati!”.

    Quando lei gli lanciò la coperta si riparò con il braccio e disse nel tono comicamente risentito di chi è stato punzecchiato: “Ehi! Che modi sono questi? Non ho mai visto un elementale della terra e quindi ho chiesto SE era normale che bruciasse. Che ne so io, magari su Azeroth gli elementali della terra bruciano all’interno! Ho visto cose molto più strane in giro, tra draghi non morti infiammabili, elfi zompettanti invisibili e melmacce di vari colori, tutto in una singola fortezza nanica, un elementale che brucia non è per niente insolito, anzi, in quella circostanza sarebbe anche stato preferibile” concluse. Alla seguente osservazione di Sumyno si fece però più serio: “Hm… La pazzia sembra un elemento comune in effetti, e quella creatura sembrava ci stesse cercando attivamente… La domanda è come abbia fatto a sapere che eravamo proprio lì nelle gallerie sotto Hyjal, forse ha modo di comunicare con le creature soggette a questa pazzia? O forse non era un attacco mirato ma solo un caso? Boh…” concluse grattandosi la testa perplesso.

    #7172
     Ilmarien 
    Partecipante

    La Cacciatrice lo aveva bellamente ignorato, ma almeno aveva mangiato con gli altri. Strano, aveva avuto l’impressione che avesse gradito l’improvvisato rituale di spezzare il pane insieme, sembrava quasi… Il flusso di pensieri venne interrotto da Sumyno: “Ah, mi dispiace, purtroppo non riusciamo… C’è un insediamento o un villaggio sulla montagna dove si possa trovare un fabbro? Non possiamo rimpiazzare il valore affettivo, però almeno possiamo procurarti un’altra arma…” suggerì preoccupato sia del potere dell’elementale sia del danno fatto al gruppo, dato che riduceva il loro potenziale offensivo.

    Quando lei commentò sui biscotti, replicò immediatamente: “No, con i biscotti sarebbe stato peggio: il biscotto dolce e buono da mangiare avrebbe immediatamente creato del sospetto, tipo” e imitò la voce sussurrata della Cacciatrice ‘il cattivone blu mi vuole avvelenare’ o ‘il viscido alieno color mare vuole allontanarmi per accarezzare Humar mentre io non guardo e rubarmi l’unico amico che ho mai avuto’ o altri pensieri cospiratori di questo genere, per cui si sarebbe allontanata senza neanche mangiarlo”. Si sedette a gambe incrociate esponendo la sua teoria con tono analitico e didascalico: “Quando si è così suonati come lei il gesto di incoraggiamento deve essere il più semplice possibile, altrimenti si rischia di innescare dei meccanismi difensivi imprevedibili quanto autodistruttivi” concluse guardando Nathaniel per vedere se il paladino la pensava diversamente “Forse si è già abituata a stare in gruppo, onestamente pensavo che avrebbe rifiutato… e mi ha dato la nettissima impressione che le piacesse l’atto di cameratismo accanto al fuoco” disse con una certa sicurezza “poi si prende su e se ne va ignorandomi come se niente fosse e naturalmente fa venire un nervoso tremendo al sottoscritto” aggiunse con tono repentinamente più frustrato, mentre prendeva una delle padelle e si colpiva la placca sulla propria fronte, a simulare l’estrema cocciutaggine con cui aveva a che fare.

    “Ti auguro maggior fortuna, in qualsiasi interazione tu voglia avere con lei” e fece un ironico occhiolino a Nathaniel, segnalandogli che in ogni caso lui approvava. “Ehi, non è colpa mia!” replicò difendendosi dalle osservazioni di Sumyno una volta che furono soli “e comunque non è che lei volesse intimità, quando voleva andare a fare la guardia era letterale… Come del resto Nathaniel che è andato là per convincerla, non era una scusa, lui ci crede davvero” le spiegò poi passandole nuovamente la fiaschetta “Te l’ho detto che sono completamente suonati, non bisogna cercare logica nelle loro frasi, solo ragionamenti estremamente contorti!” concluse dato che il suo ragionamento non faceva una grinza. “Comunque hai ragione, loro due sono veramente una strana coppia, ed è incredibile che in tutto questo il più normale sia Caedfaen, almeno lui è solo uno scansafatiche…” aggiunse poi in un secondo momento. “Cambiando discorso” disse con lo sguardo perso tra le fiamme del fuocherello “ne avevo sentito parlare ma non avevo mai incontrato un elementale della terra. È normale che quelle creature brucino tanto da far sciogliere una spada con un semplice contatto?” chiese infine.

    #7158
     Ilmarien 
    Partecipante

    Gahain seguì gli altri mentre uscivano dalle gallerie mezze crollate e si trovavano di fronte a quella magnifica vista del monte Hyjal. Gahain aiutò a sistemare l’accampamento mentre si guardava intorno, era una vista quasi aliena per lui che era cresciuto nel deserto. Aveva visto la montagna da lontano, ma essere vicino era tutt’altra cosa, la bellezza dei colori e della natura lussureggiante erano mozzafiato. Prese posizione vicino a Sumyno, e solo a quel punto notò che era imbronciata: “Ehi, tutto a posto?” le chiese, lo sguardo ancora assorbito dal panorama. Poi la Cacciatrice, o Trixie come l’aveva soprannominata, sembrava volersi allontanare a tutti i costi. “Aspetta un attimo!” disse facendole segno di rimanere “manda avanti il leone se vuoi, ma restiamo tutti qui un momento, anche tu, Nat: abbiamo combattuto insieme, dividiamo il pane insieme” e spezzò il pane distribuendolo agli altri tre “Artanon Poros [Che Il Viaggio sia Benefico]!” aggiunse passando la fiaschetta di whiskey di Exodar seguita dall’otre di acqua che avevano dietro. “Stiamo combattendo gli stessi nemici, e abbiamo obiettivi simili, secondo me ha più senso se restiamo uniti. Vero, siamo una banda di mattacchioni, ma se arriva un altro elementale come quel simpaticone di poco fa, se ci becca da soli sono guai” concluse sperando che quei due suonati della Cacciatrice e di Nat lo stessero a sentire.

    #7150
     Ilmarien 
    Partecipante

    Henry lasciò parlare Thane, aveva la lingua fin troppo lunga, ed era dire molto considerando il suo aspetto… rospaceo… tuttavia sembrava abbastanza innocuo, e sotto il palese velo di ignoranza sembrava esserci qualcuno che si preoccupava davvero, e per il quale probabilmente le tendenze sessuali altrui erano l’ultimo dei problemi. Sembrava chiaro che l’individuo fosse un alieno, forse un marziano come quella M’gann che aveva conosciuto prima, comunque fintanto che aveva poteri mentali andava tutto bene. Poco prima di entrare nella sala con il prigioniero si fermò insieme agli altri per fare il punto: “Dunque, Alex, mi sa che toccherà a noi due fare i poliziotti buoni, cosa non facile considerando che abbiamo davanti dei fanatici, ma almeno saranno più ricettivi nei nostri confronti rispetto a Thane e a J’onn. Sappiamo qualcosa del prigioniero nello specifico? Tipo chi è, dove vive, se ha famiglia, moglie, figli? Cosa possiamo offrirgli per addolcire la pillola e convincerlo a parlare?” chiese per avere un’idea chiara di quello che potevano offrire in cambio di eventuali informazioni. “Ah, una cosa” aggiunse in un secondo momento “Thane, J’onn e Alex, io aborro personalmente la violenza gratuita e la tortura. Posso tollerare delle minacce ma nient’altro, chiaro?” e lo disse con un tono che non ammetteva repliche.

    #7149
     Ilmarien 
    Partecipante

    Quando finalmente l’elementale crollò e rimase immobile, Gahain non poté fare a meno di esultare: “Ha! La mamma non gli aveva mai detto di non sbriciolare!” disse improvvisando malamente una battuta, semplicemente per scaricare la tensione, combattere in spazi così ristretti lo metteva parecchio a disagio. Sentendo tossire la Cacciatrice, lo shamano generò alcune raffiche di vento per pulire l’area e allontanare la polvere. Fu allora che la vide a terra, mentre continuava a tossire, in preda a un qualche tipo di spasmo respiratorio. Le si avvicinò con cautela dopo averlo segnalato a Nathaniel e disse: “Ehi, tutto bene? Posso aiutare se serve” propose alludendo alla sua capacità, avrebbe per lo meno potuto pulirle i polmoni se c’erano rimasti dei residui.

    #7139
     Ilmarien 
    Partecipante

    Megan Reed
    “Un brutto pasticcio, ecco cosa sta succedendo su Ganimede” replicò Felipe acido “Sono girate voci che la Cybertronic stava costruendo una base permanente su Ganimede. Siccome le voci sembravano autentiche, tutte le Corporazioni hanno sfidato l’Editto Sacro di Nathaniel IV e hanno invaso il satellite, ognuna stabilendo un avamposto, mentre noi del Cartello cercavamo disperatamente di far sì che combattessero l’Oscura Legione più che combattere tra di loro” disse con tono frustrato. Megan era al corrente di quegli avvenimenti, sapeva anche che, nonostante l’apparente frustrazione di Yulenkov, che il Cartello era in gran parte riuscito nel proprio scopo, c’erano stati diversi scontri minori tra le Corporazioni ma niente che fosse sfociato in una guerra aperta.

    Dopo una breve pausa, Yulenkov riprese: “Ora, un mese fa gli Imperiali hanno accusato la Bauhaus e la Cybertronic di avere una loro base su Io, sfidando non solo l’Editto Sacro ma anche quella fragile pace corporativa che il Cartello era riuscito a mantenere. Naturalmente la Bauhaus e la Cybertronic hanno smentito, e un’indagine del Cartello non ha trovato prove al riguardo, per cui il trattato di pace è ancora in piedi… Detto questo, non è certo un clima di reciproca fiducia quello che regna al momento…” concluse scoraggiato. Megan aveva seguito da vicino tutte le accuse che erano state mosse, e sapeva bene che non erano state trovate prove, ma era anche vero che l’intera faccenda puzzava, e non poco, più che altro perché i segnali di attività dell’Oscura Legione su Io erano cessati bruscamente proprio mentre era scoppiato questo scandalo. Alcuni giornalisti Capitol si erano lanciati in ogni sorta di speculazioni al riguardo: una delle teorie più valide era che la Cybertronic, bisognosa com’era di una base permanente, avesse usato Ganimede come specchietto per le allodole, mentre costruiva la base su Io con l’appoggio della Bauhaus. Tuttavia, come aveva detto Yulenkov, non c’erano prove: una squadra del Cartello era stata mandata su Io a verificare la situazione, ma ci sarebbe voluto del tempo prima di sapere notizie certe.

    Tutti quei pensieri frullavano nella mente di Megan mentre controllava i vari uffici. Alcuni erano chiusi a chiave, alcuni erano vuoti, in alcuni c’erano degli impiegati che le rivolsero un’occhiata stanca, ma non sembrava esserci nulla di strano. Mentre tornava indietro verso Yulenkov le prese un improvviso, violento capogiro. Si appoggiò al muro, cercando di controllare il proprio respiro, e in quel momento sentì un tonfo in uno degli uffici, uno degli impiegati era caduto… o svenuto. In quel momento le venne una nuova vertigine e mentre la vista si sfocava improvvisamente capì: gas, non poteva che essere qualche tipo di gas, evidentemente inodore. Fortunatamente era addestrata per questo genere di emergenze: tirò un pugno al muro per far scorrere l’adrenalina e riuscì, trascinandosi, a premere l’allarme antincendio. Si accasciò momentaneamente a terra mentre il sistema si attivò: si concentrò sulle singole sensazioni del liquido freddo che le cadeva addosso e dell’allarme sonoro che rimbombava per i corridoi, mentre pian piano la doccia lavava via l’effetto del gas e la vista ritornava normale. In poco meno di un minuto fu in grado di rimettersi in piedi, e a quel punto si rese conto di non riuscire quasi a parlare dal tanto che aveva la gola secca. Si affacciò nella zona centrale e vide Felipe accasciato a terra vicino all’ingresso delle scale. Nessuno, nell’intero piano, sembrava avesse reagito all’allarme antincendio.

    Kasey Bates

    Leumann si lasciò sfuggire un sorriso alle parole di Kasey e replicò: “Farò il possibile, e voi cercate di fare altrettanto, non vorrei che capitasse qualcosa ora che dobbiamo svelare questo mistero!” e poco dopo chiuse la comunicazione. Astrid dal canto suo disse: “Si, dormire un po’ sicuramente ci farà bene, direi che dobbiamo riflettere attentamente sulla prossima mossa… E apprezzo l’idea del Mishima a prescindere dalle informazioni che potrebbe fornire” aggiunse con un sorriso vagamente compiaciuto. Le due si salutarono e Kasey scese le scale e raggiunse Stan, il quale stava mettendo in ordine una delle stanze e preparando il letto. Quando la vide si fermò e disse: “Capitano… Abbiamo nuovamente occasione di lavorare insieme, e sono contento di sapere che sei nuovamente qui a Luna City” disse alludendo al fatto che lei non lo aveva chiamato.

    Abel Brandt
    “D-d’accordo, datemi una mezz’oretta e vi posso dare una lista di nomi” disse Derek rassicurato dalle parole di Abel “Non credo… almeno stando a quanto diceva Mihal non mi pare che lo avessero fatto apposta… si trattava di persone che venivano spostate… o che semplicemente venivano a mancare…” proseguì incerto. A quelle parole Lada guardò Abel allarmata, visto che si trattava dello stesso problema incontrato dalla Hindenlang e che aveva scatenato tutta l’indagine. “Derek” intervenne Lada mentre gli passava un taccuino su cui scrivere “Hai capito se c’è qualcuno che si sta approfittando di questa situazione? Magari un rivale, o qualcuno come te e Mihal ma in un’altra azienda?”. Alla domanda Derek parve dubbioso: “Mah, non saprei, da quello che… insomma, dalla mia esperienza mi è sembrato un problema… diffuso” replicò cercando di pensare se poteva esserci qualcuno “conosco però qualcuno nel mercato nero, posso farvi un paio di nomi, non credo che siano stati loro… almeno non mi sembra, sono intermediari, non fornitori… però potrebbero saperne di più…” concluse incerto mentre cominciava a scrivere la lista di nominativi che aveva promesso.

    #7134
     Ilmarien 
    Partecipante

    Avevano ingaggiato il nemico ma per il momento non sembravano in grado di danneggiarlo. La Cacciatrice si era messa a colpire le gambe, probabilmente con l’intento di disabilitarlo. Notò anche che quel grosso leone che lei si portava dietro si era messo a difenderlo mentre faceva del suo meglio per rallentare e confondere il nemico. “Mirate alle gambe, limitiamo la sua mobilità!” disse agli altri. Dal canto suo cercò di continuare a rallentarlo e se possibile, creare fessure o crepe nella pietra delle gambe per renderle più malleabili, mantenendo però come priorità il rallentarne i movimenti, in modo da ridurre i rischi per i suoi compagni che erano in mischia.

    #7098
     Ilmarien 
    Partecipante

    Quando Sumyno rivelò quello che avevano davanti, il primo pensiero di Gahain fu: *ma perché non può essere qualcosa di semplice, una volta tanto?*. Poi vide la Cacciatrice mettersi in azione, preparando le frecce esplosive, e pensò a come potevano affrontarlo, quindi si rivolse sottovoce agli altri due e disse: “Voi attaccate, io lo rallento” e si mosse insieme alla Cacciatrice, cercando di stare un po’ indietro. Nel momento in cui lo scontro cominciò, si concentrò nell’ostacolare e rallentare i movimenti dell’elementale, mentre gli altri provavano ad impegnarlo in mischia. Non gli era sfuggito che la Cacciatrice aveva ignorato tutto e tutti, ma d’altra parte se questa creatura era rabida andava fermata prima che facesse troppi disastri.

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